La salute del ciclista agonista

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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Slegar
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La salute del ciclista agonista

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Non ho trovato nulla di specifico riguardante la salute dei ciclisti, per cui apro questo tread, partendo da questo articolo pubblicato su Wielerflits:
https://www.wielerflits.nl/nieuws/twee- ... ezondheid/

L'Università di Scienze Applicate di Arnhem e Nimega ha condotto uno studio di mappatura sulla salute delle ossa, su un campione di novantatre ciclisti professionisti ed elite di ambo i sessi. E' emerso che due terzi dei ciclisti maschi (meno del 45% per le donne) hanno un basso rinnovamento osseo [ndr: nell'articolo originale è usato il termine botbelasting che tradotto automaticamente risulta carico osseo], quindi ossa più deboli. La conseguenza, per persone in questa situazione così in giovane età, è un rischio maggiore per soffrire di osteoporosi con l'avanzare degli anni.

Tre importanti correlazioni emerse: la prima, ovvia, è che i ciclisti con ossa più fragili sono più soggetti a fratture. La seconda, meno scontata, è che i ciclisti con le ossa più forti risultano quelli con un indice di massa corporea più alto, sono sogetti ad un regime alimentare idoneo (non alla ricerca della magrezza esasperata) e, udite udite, hanno praticato nella loro vita attività stressanti per le ossa (calcio, tennis, pesistica ad esempio). La terza correlazione emersa, anche questa ovvia, è che i ciclisti con le ossa più deboli hanno un livello più basso di vitamina D.

Alcuni utenti del forum sostengono la tesi, giustamente, di modificare la prospettiva della gestione dell'antidoping: non più una macchina punitivo-inquisitoria nei confronti dell'atleta, ma un sistema che prima di tutto tuteli la salute dell'atleta stesso. Parto dalla terza correlazione e da questa definizione data dall'enciclopedia di Humanitas della vitamina D:
https://www.humanitas.it/enciclopedia/v ... itamina-d/

La descrizione termina così: Inoltre, l’uso di certi farmaci può influire sulla quantità di vitamina D custodita dal nostro organismo. Cercando nella rete si trova che, tra gli altri, i farmaci che abbassano il livello di vitamina D nel corpo sono i dimagranti e gli steroidi. Un sistema antidoping che, invece di squalificare, tutela la salute del ciclista ferma un atleta, perché ha livelli troppo bassi di vitamina D o un basso indice di massa corporea.

Dalla seconda correlazione emerge un dato inquietante, a mio avviso, se viene effettuata la trasposizione sulla gestione del ciclismo giovanile in Italia; la monocultura agonistica ed un elevato livello di esasperazione alimentare aumentano le probabilità che i giovani atleti possano soffrire di osteoporosi in età avanzata.


fair play? No, Grazie!
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Maìno della Spinetta
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Grazie Sleg dell'input e del ritorno ad antiche riflessioni in materia di salute degli atleti e di doping che spesso ha caratterizzato questo forum.

Affrontando il tema dell'educazione dei miei figli ho toccato con mano il problema della monotonia degli sport in Italia. In un liceo mediamente buono negli USA tu fanno fare in genere 4 sport - due invernali e due primaverili, e poi in quello che eccelli incesti di più in ottica collegiale. Spesso parlando coi ragazzi ti dicono di aver fatto uno sport per passione, uno per rilassarsi, uno perché viene facile... Insomma, sforzi in parallelo che portano i ragazzi a una crescita più armonica e a più curiosità


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Fiammingo
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da Fiammingo »

Io penso
- che lo sport ad altissimo livello faccia male alla salute, qualsiasi sport. Ma anche il divano fa male alla salute. In questo studio, il rischio di osteoporosi è aumentato rispetto alla media generale della popolazione? Se comparato ad esempio ai nuotatori professionisti, rimane un rischio aumentato? Pero' stiamo guardando solo una metrica, magari diminuisce, dando piu vantaggi, che so, quello di infarti, ictus?
- che una attivita sportiva salutare, come diceva Maino, dovrebbe prevedere una multidisciplinarità bilanciata, e sicuramente non con il carico di lavoro totale di un agonista di alto livello
- il fatto di controllare in via indiretta lo stato di salute (es. vitamina D bassa ecc) non dovrebbe essere uno dei due scopi del passaporto biologico(l'altro è identificare i delta anomali). Poi non so se la vitamina D fa parte dei parametri controllati con il PB


herbie
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da herbie »

Fiammingo ha scritto: mercoledì 11 gennaio 2023, 22:08 Io penso
- che lo sport ad altissimo livello faccia male alla salute, qualsiasi sport. Ma anche il divano fa male alla salute.
Hai ragione: vivere, fa male alla salute.
Sempre che non vivi di rendita.

Per il resto io penso che il problema osteoporosi anticipata sia uno dei minori problemi del ciclista agonista. Per altro non si sentono notizie di fratture così frequenti tra i vecchi corridori, anzi quasi nulla...o per lo meno, personalmente non ricordo una sola foto di ex corridori a cene o premiazioni col braccio al collo o con le stampelle ecco...non sembrano proprio persone con un apparato osseo fragile. Il vecchio ciclista è più un soggetto da emergenza medica, non traumatica...
Ad esempio la quantità di ore al Sole di un corridore (a patto che almeno qualche alimento che contiene vit. D lo mangi, e su questo qualche fdubbio effettivamente c'è ) credo possa in parte compensare l'eventuale effetto depauperante di altre pratiche.


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cauz.
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Re: La salute del ciclista agonista

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herbie ha scritto: giovedì 12 gennaio 2023, 0:50 Per il resto io penso che il problema osteoporosi anticipata sia uno dei minori problemi del ciclista agonista. Per altro non si sentono notizie di fratture così frequenti tra i vecchi corridori, anzi quasi nulla...o per lo meno, personalmente non ricordo una sola foto di ex corridori a cene o premiazioni col braccio al collo o con le stampelle ecco...non sembrano proprio persone con un apparato osseo fragile. Il vecchio ciclista è più un soggetto da emergenza medica, non traumatica...
Ad esempio la quantità di ore al Sole di un corridore (a patto che almeno qualche alimento che contiene vit. D lo mangi, e su questo qualche fdubbio effettivamente c'è ) credo possa in parte compensare l'eventuale effetto depauperante di altre pratiche.
va detto che gli ex-corridori che sono vecchi oggi non sono stati sottoposti a regimi di alimentazione e preparazione dei corridori attuali (lascio fuori la questione farmacologica perché non è la sede del dibattito).
il che non significa che in futuro andrà diversamente, ci mancherebbe.

è solo una piccola osservazione ma non aggiungo altro perché sono argomenti di cui non so nulla, però leggo con interesse.


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Krisper
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Re: La salute del ciclista agonista

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Slegar ha scritto: mercoledì 11 gennaio 2023, 12:31 Non ho trovato nulla di specifico riguardante la salute dei ciclisti, per cui apro questo tread, partendo da questo articolo pubblicato su Wielerflits:
https://www.wielerflits.nl/nieuws/twee- ... ezondheid/

L'Università di Scienze Applicate di Arnhem e Nimega ha condotto uno studio di mappatura sulla salute delle ossa, su un campione di novantatre ciclisti professionisti ed elite di ambo i sessi. E' emerso che due terzi dei ciclisti maschi (meno del 45% per le donne) hanno un basso rinnovamento osseo [ndr: nell'articolo originale è usato il termine botbelasting che tradotto automaticamente risulta carico osseo], quindi ossa più deboli. La conseguenza, per persone in questa situazione così in giovane età, è un rischio maggiore per soffrire di osteoporosi con l'avanzare degli anni.

Tre importanti correlazioni emerse: la prima, ovvia, è che i ciclisti con ossa più fragili sono più soggetti a fratture. La seconda, meno scontata, è che i ciclisti con le ossa più forti risultano quelli con un indice di massa corporea più alto, sono sogetti ad un regime alimentare idoneo (non alla ricerca della magrezza esasperata) e, udite udite, hanno praticato nella loro vita attività stressanti per le ossa (calcio, tennis, pesistica ad esempio). La terza correlazione emersa, anche questa ovvia, è che i ciclisti con le ossa più deboli hanno un livello più basso di vitamina D.

Alcuni utenti del forum sostengono la tesi, giustamente, di modificare la prospettiva della gestione dell'antidoping: non più una macchina punitivo-inquisitoria nei confronti dell'atleta, ma un sistema che prima di tutto tuteli la salute dell'atleta stesso. Parto dalla terza correlazione e da questa definizione data dall'enciclopedia di Humanitas della vitamina D:
https://www.humanitas.it/enciclopedia/v ... itamina-d/

La descrizione termina così: Inoltre, l’uso di certi farmaci può influire sulla quantità di vitamina D custodita dal nostro organismo. Cercando nella rete si trova che, tra gli altri, i farmaci che abbassano il livello di vitamina D nel corpo sono i dimagranti e gli steroidi. Un sistema antidoping che, invece di squalificare, tutela la salute del ciclista ferma un atleta, perché ha livelli troppo bassi di vitamina D o un basso indice di massa corporea.

Dalla seconda correlazione emerge un dato inquietante, a mio avviso, se viene effettuata la trasposizione sulla gestione del ciclismo giovanile in Italia; la monocultura agonistica ed un elevato livello di esasperazione alimentare aumentano le probabilità che i giovani atleti possano soffrire di osteoporosi in età avanzata.
Grazie per aver segnalato il lavoro scientifico (molto interessante) e per aver aperto questo 3d.

Bisogna chiedere a Admin se non è il caso di fare un'eccezione sulla regola del forum sul doping, perché qui si rischia di sforare spesso in questa direzione.
Oppure se non spostare direttamente in quella sezione l'intero 3d.

Il rischio è che poi venga letto meno, giustamente qualcuno tende ad evitare la sezione specifica del doping per non farsi il sangue amaro.

Ma il tema salute sport di élite è davvero un tema centrale per far sì che in futuro lo sport sia qualcosa di diverso da quello che è attualmente.

Riguardo la frase evidenziata, ovviamente faccio parte di quell'utenti del forum.


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
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maglianera
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Re: La salute del ciclista agonista

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In effetti mi sono spesso stupito della facilità con cui alcuni prof vanno incontro a fratture, specialmente della clavicola, anche per cadute a velocità non particolarmente elevate.


herbie
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Re: La salute del ciclista agonista

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cauz. ha scritto: giovedì 12 gennaio 2023, 11:11
herbie ha scritto: giovedì 12 gennaio 2023, 0:50 Per il resto io penso che il problema osteoporosi anticipata sia uno dei minori problemi del ciclista agonista. Per altro non si sentono notizie di fratture così frequenti tra i vecchi corridori, anzi quasi nulla...o per lo meno, personalmente non ricordo una sola foto di ex corridori a cene o premiazioni col braccio al collo o con le stampelle ecco...non sembrano proprio persone con un apparato osseo fragile. Il vecchio ciclista è più un soggetto da emergenza medica, non traumatica...
Ad esempio la quantità di ore al Sole di un corridore (a patto che almeno qualche alimento che contiene vit. D lo mangi, e su questo qualche fdubbio effettivamente c'è ) credo possa in parte compensare l'eventuale effetto depauperante di altre pratiche.
va detto che gli ex-corridori che sono vecchi oggi non sono stati sottoposti a regimi di alimentazione e preparazione dei corridori attuali (lascio fuori la questione farmacologica perché non è la sede del dibattito).
il che non significa che in futuro andrà diversamente, ci mancherebbe.

è solo una piccola osservazione ma non aggiungo altro perché sono argomenti di cui non so nulla, però leggo con interesse.
per "vecchi ciclisti" intendevo oramai anche quelli che hanno corso negli anni 90 e 2000, tra i quali ho qualche conoscenza. Mica saranno giovani....io ne ho 46 e dopo le vaccinazioni ripetute me ne sento 55...tanto per dire.


herbie
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Re: La salute del ciclista agonista

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maglianera ha scritto: giovedì 12 gennaio 2023, 14:25 In effetti mi sono spesso stupito della facilità con cui alcuni prof vanno incontro a fratture, specialmente della clavicola, anche per cadute a velocità non particolarmente elevate.
oddio, la clavicola la rompevano facilmente anche nel 1935. Quando cadi in bici anche a 30 all'ora che si vada a sbattere lì è molto probabile. Il ciclista corre praticamente nudo e va a sbattere contro ostacoli di ogni genere e forma a velocità notevoli. Hai voglia che sia facile rompere la clavicola....


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Road Runner
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Re: La salute del ciclista agonista

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herbie ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 15:22
cauz. ha scritto: giovedì 12 gennaio 2023, 11:11
herbie ha scritto: giovedì 12 gennaio 2023, 0:50 Per il resto io penso che il problema osteoporosi anticipata sia uno dei minori problemi del ciclista agonista. Per altro non si sentono notizie di fratture così frequenti tra i vecchi corridori, anzi quasi nulla...o per lo meno, personalmente non ricordo una sola foto di ex corridori a cene o premiazioni col braccio al collo o con le stampelle ecco...non sembrano proprio persone con un apparato osseo fragile. Il vecchio ciclista è più un soggetto da emergenza medica, non traumatica...
Ad esempio la quantità di ore al Sole di un corridore (a patto che almeno qualche alimento che contiene vit. D lo mangi, e su questo qualche fdubbio effettivamente c'è ) credo possa in parte compensare l'eventuale effetto depauperante di altre pratiche.
va detto che gli ex-corridori che sono vecchi oggi non sono stati sottoposti a regimi di alimentazione e preparazione dei corridori attuali (lascio fuori la questione farmacologica perché non è la sede del dibattito).
il che non significa che in futuro andrà diversamente, ci mancherebbe.

è solo una piccola osservazione ma non aggiungo altro perché sono argomenti di cui non so nulla, però leggo con interesse.
per "vecchi ciclisti" intendevo oramai anche quelli che hanno corso negli anni 90 e 2000, tra i quali ho qualche conoscenza. Mica saranno giovani....io ne ho 46 e dopo le vaccinazioni ripetute me ne sento 55...tanto per dire.
Herbie dai però coi vaccini devi reagire. Te lo dico io che li ho odiati, ho cercato se possibile di non farli, ma una volta fatti sotto coercizione, passati un paio di giorni di fiacca, ho cercato di dimenticarmene, impegnandomi con un giusto carico e scarico di corsa, e se devo dire la verità dopo una decina di giorni non mi ricordavo più di averli fatti.
Mi sembri più che altro succube mentalmente che fisicamente di quelle fiale...!


Salvatore77
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

Tema interessante la salute del ciclista agonista.
Io pensavo più ad altre tipologie di effetti collaterali sulla salute, per esempio Lucho Herrera parlava del suo cancro alla pelle causato a suo dire dall’eccessiva esposizione ai raggi del sole. Ma anche i problemi alla prostata o semplicemente problemi ai denti a causa dell’eccessivo consumo di zuccheri in corsa senza poter lavare i denti tempestivamente, almeno fin quando in corsa si mangiava cibo vero, soprattutto panini con marmellata, miele eccetera.
Poi c’è tutto il settore dell’apparato cardio circolatorio messo a dura prova.
Senza nemmeno dimenticare gli aspetti sulla psiche che ha portato purtroppo troppe volte a leggere notizie che mai avremmo voluto leggere.

Ancelotti in un'intervista ha detto chiaramente che mentre lo sport fa bene, lo sport agonistico fa male. Lui parlava ovviamente della sua esperienza.


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Bike65
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da Bike65 »

Gli agonisti magari a 35 anni smettono, gli amatori vanno avanti a fare 10000 km all’anno caldo freddo salite etc fino a 75 anni poi magari sciopano di infarto.


Salvatore77
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

Secondo me, la differenza sta non tanto nei km complessivi fatti nella vita di un amatore, quanto l'intensità con cui si fanno i km da agonista.
Quando vedo certi arrivi, tipo il muri di Huy mi viene l'affanno solo a vederli.


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herbie
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da herbie »

Road Runner ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 16:29
herbie ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 15:22
cauz. ha scritto: giovedì 12 gennaio 2023, 11:11

va detto che gli ex-corridori che sono vecchi oggi non sono stati sottoposti a regimi di alimentazione e preparazione dei corridori attuali (lascio fuori la questione farmacologica perché non è la sede del dibattito).
il che non significa che in futuro andrà diversamente, ci mancherebbe.

è solo una piccola osservazione ma non aggiungo altro perché sono argomenti di cui non so nulla, però leggo con interesse.
per "vecchi ciclisti" intendevo oramai anche quelli che hanno corso negli anni 90 e 2000, tra i quali ho qualche conoscenza. Mica saranno giovani....io ne ho 46 e dopo le vaccinazioni ripetute me ne sento 55...tanto per dire.
Herbie dai però coi vaccini devi reagire. Te lo dico io che li ho odiati, ho cercato se possibile di non farli, ma una volta fatti sotto coercizione, passati un paio di giorni di fiacca, ho cercato di dimenticarmene, impegnandomi con un giusto carico e scarico di corsa, e se devo dire la verità dopo una decina di giorni non mi ricordavo più di averli fatti.
Mi sembri più che altro succube mentalmente che fisicamente di quelle fiale...!
ho avuto violenti episodi infiammatori per sei mesi, pubalgia, una strana laringite non virale, artrosi in varie sedi, tutto scoppiato in quel periodo, e quando col caldo dell'estate finalmente tutto ciò si è placato, mi sono ritrovato come ora a far fatica a fare quello che un anno fa facevo come scarico...vedi tu. La pelle stessa, i capelli, è come se fossero invecchiati di dieci anni. Sarà l'età, certo. Un'età che ha presentato il conto tutt'a un tratto guarda caso in un certo periodo. Non vorrei parlarne più...


Bike65
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Re: La salute del ciclista agonista

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Salvatore77 ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 18:11 Secondo me, la differenza sta non tanto nei km complessivi fatti nella vita di un amatore, quanto l'intensità con cui si fanno i km da agonista.
Quando vedo certi arrivi, tipo il muri di Huy mi viene l'affanno solo a vederli.
Ah sai quando vedo i super gentleman che partecipano alle cronoscalate e arrivano paonazzi.
Secondo me il circuito amatoriale over 50 è un bel business per i forni crematori.


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chinaski89
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Re: La salute del ciclista agonista

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herbie ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 18:48
Road Runner ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 16:29
herbie ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 15:22

per "vecchi ciclisti" intendevo oramai anche quelli che hanno corso negli anni 90 e 2000, tra i quali ho qualche conoscenza. Mica saranno giovani....io ne ho 46 e dopo le vaccinazioni ripetute me ne sento 55...tanto per dire.
Herbie dai però coi vaccini devi reagire. Te lo dico io che li ho odiati, ho cercato se possibile di non farli, ma una volta fatti sotto coercizione, passati un paio di giorni di fiacca, ho cercato di dimenticarmene, impegnandomi con un giusto carico e scarico di corsa, e se devo dire la verità dopo una decina di giorni non mi ricordavo più di averli fatti.
Mi sembri più che altro succube mentalmente che fisicamente di quelle fiale...!
ho avuto violenti episodi infiammatori per sei mesi, pubalgia, una strana laringite non virale, artrosi in varie sedi, tutto scoppiato in quel periodo, e quando col caldo dell'estate finalmente tutto ciò si è placato, mi sono ritrovato come ora a far fatica a fare quello che un anno fa facevo come scarico...vedi tu. La pelle stessa, i capelli, è come se fossero invecchiati di dieci anni. Sarà l'età, certo. Un'età che ha presentato il conto tutt'a un tratto guarda caso in un certo periodo. Non vorrei parlarne più...
Ha ragione Road, dimenticatene che passa tutto. L'effetto nocebo può fare brutti scherzi


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chinaski89
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Bike65 ha scritto: sabato 14 gennaio 2023, 8:09
Salvatore77 ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 18:11 Secondo me, la differenza sta non tanto nei km complessivi fatti nella vita di un amatore, quanto l'intensità con cui si fanno i km da agonista.
Quando vedo certi arrivi, tipo il muri di Huy mi viene l'affanno solo a vederli.
Ah sai quando vedo i super gentleman che partecipano alle cronoscalate e arrivano paonazzi.
Secondo me il circuito amatoriale over 50 è un bel business per i forni crematori.
Se non ci sono problematiche cardiovascolari precedenti fare fatica fa solo che bene anche agli over50. Ne ammazzano più aperitivi e birre sul divano delle cronoscalate fidati


Salvatore77
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

Il problema degli amatori è anche capire se attuano tutti i controlli per monitorare lo stato di salute.


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Re: La salute del ciclista agonista

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chinaski89 ha scritto: sabato 14 gennaio 2023, 8:17
Bike65 ha scritto: sabato 14 gennaio 2023, 8:09
Salvatore77 ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 18:11 Secondo me, la differenza sta non tanto nei km complessivi fatti nella vita di un amatore, quanto l'intensità con cui si fanno i km da agonista.
Quando vedo certi arrivi, tipo il muri di Huy mi viene l'affanno solo a vederli.
Ah sai quando vedo i super gentleman che partecipano alle cronoscalate e arrivano paonazzi.
Secondo me il circuito amatoriale over 50 è un bel business per i forni crematori.
Se non ci sono problematiche cardiovascolari precedenti fare fatica fa solo che bene anche agli over50. Ne ammazzano più aperitivi e birre sul divano delle cronoscalate fidati
Si ma questi aggiungono anche birre e aperitivi… A volte esco con un gruppo di 15/20 ciclisti, età media 45/60, pronti via 40 km/h poi puntatine a 50 poi dopo 60/70 km caffè e magari birra, poi di nuovo col solito cinema, fino al raggiungimento dei 100/140 km magari con 30/34º.
Ah tutta salute…


Bike65
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da Bike65 »

Salvatore77 ha scritto: sabato 14 gennaio 2023, 8:25 Il problema degli amatori è anche capire se attuano tutti i controlli per monitorare lo stato di salute.
MAh a livello agonistico sei obbligato, ma i problemi cardiaci non è che li vedi tutti con la visita. Comunque a volte è più di una volta chiudono un occhio e dicono solo di non esagerare. Qui da me ne ho visti di amatori accasciarsi e morire sul ciglio della strada, credimi non un bello spettacolo.


Salvatore77
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

Il tema in questione riguarda un numero decisamente ristretto di professioni e aspiranti delle categorie giovanili.
Poi ci sono gli amatori che sono moltissimi che si allenano intensamente per innalzare la performance nelle gran fondo e similari.
Poi ci sono tantissimi che vanno in bici e non hanno alcuna intenzione di misurarsi in gare.

La problematica riguarda le prime due categorie, anche se a differenza della prima, gli amatori sono molti di più e fanno molti meno controlli.


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herbie
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da herbie »

Bike65 ha scritto: sabato 14 gennaio 2023, 8:32
Salvatore77 ha scritto: sabato 14 gennaio 2023, 8:25 Il problema degli amatori è anche capire se attuano tutti i controlli per monitorare lo stato di salute.
MAh a livello agonistico sei obbligato, ma i problemi cardiaci non è che li vedi tutti con la visita. Comunque a volte è più di una volta chiudono un occhio e dicono solo di non esagerare. Qui da me ne ho visti di amatori accasciarsi e morire sul ciglio della strada, credimi non un bello spettacolo.
in più di 25 anni per fortuna non mi è mai capitato di vederne. Non sono convinto che sia una cosa così frequente. Però è verissimo che al semplice test da sforzo anche accuratissimo su ciclosimulatore e test incrementale tipo Conconi, 15-20 minuti di prova, moltissimi potenziali problemi cardiaci non emergono comunque.

PS: la birra media d'estate quando ti manca meno di un'ora alla fine del giro è ciò che ti permette di distinguere il ciclista evoluto dal principiante tapascione.... :bll: chi la rifiuta non può essere uno che va in bici da più di uno o due anni....ovviamente.
La bici è un piacere mica un lavoro.
D'inverno il prosecco nella borraccia rimane ad una temperatura ideale, per altro.


Bike65
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da Bike65 »

Si ma questi poi continuano alla sera prima di cena 2 1/2 birre e poi a cena :D


herbie
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da herbie »

Bike65 ha scritto: sabato 14 gennaio 2023, 19:48 Si ma questi poi continuano alla sera prima di cena 2 1/2 birre e poi a cena :D
ahah. Ok di alcolismo non me ne intendo...


Krisper
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da Krisper »

https://www.cicloweb.it/news/5299161369 ... -se-stessi


Mi sembra giusto aggiungere il link dell'articolo in questa sezione


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
Winter
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Re: La salute del ciclista agonista

Messaggio da leggere da Winter »

Diciamo che non ho la tua stessa visione dello sport..
L antidoping attuale praticamente non esiste
I pochi corridori che vengono trovati positivi
Han sempre delle scuse credibili..e l antidoping è il cattivo
Mi viene in mente il crossista belga..(per una sostanza contro il cancro al seno..)
O quintana (tra l altro un corridore che ho sempre apprezzato)
Con un sostanza.. che son stati i corridori a volere bandire (vista la larga diffusione che c era.. e I tantissimi problemi che aveva creato)
Se aumenti la medicalizzazione e senza regole..
Diventa un massacro
Tanto il medico compiacente che per la tua salute ti dà qualsiasi cosa (senza antidoping..poi)..lo trovi sempre


Salvatore77
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Re: La salute del ciclista agonista

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L’articolo tratta molti temi interessanti che avrebbero bisogno ognuno di una profonda discussione.

Mi soffermo solo su quello che riguarda la scuola.

In altre nazioni lo sport a scuola ha un ruolo decisamente diverso, rispetto a quello che ha in Italia. Le ore di educazione fisica (o meglio scienze motorie) sono 2 a settimana, talvolta congiunte per motivi pratici, in pratica la “ginnastica” si fa una volta a settimana. Pochissimo. I docenti poi devono anche trattare la teoria e, alla scuole superiori, dedicare alcune ore all’educazione civica. Le strutture sono frutto di scelte fatte 4 decadi or sono. In molti casi la palestra è un campo di basket che, quando serve tirando una rete nel mezzo, diventa campo da volley, mentre nel perimetro spalliere e altri attrezzi di concezione classica.
Ci saranno sicuramente scuole virtuose, però sono l’eccezione. C’è da dire che c’è anche di peggio. Gli sport praticati sono sempre gli stessi. Il nuoto? Magari. Il ciclismo? E’ complicato, si fa su strada, le autorizzazioni, le assicurazioni e via discorrendo. I docenti al massimo per i soliti sport possono rilevare delle attitudini essendo poco specializzati ma con una buona infarinatura a 360 gradi, ma poi i talenti vanno indirizzati altrove. Di fatto questo accade di rado perché nella stragrande maggioranza dei casi, lo sport di alto livello va costruito già in tenera età quando la decisione è prettamente dei genitori sulla base di fattori che seguono altre logiche.
La scuola italiana ha fatto una delega al privato.
Chi vuole fare sport agonistico deve vedersela da solo con le proprie risorse affidandosi a esperti più specializzati. Non credo ci sia stato un momento storico preciso in cui è avvenuta questa cosa. Io credo che invece questo fenomeno sia maturato nel tempo gradualmente frutto anche di deboli politiche governative. Però adesso è così e possiamo fare ben poco. Questo ha fatto proliferare centri privati di danza, box, calcio, ginnastica eccetera creando anche migliaia di posti di lavoro. Per tanto un passo in dietro non è possibile.

Alla scuola potrebbe rimanere il ruolo di utilizzare lo sport come ricetta per il benessere, facendo fare attività in maniera salutare, legando il percorso ad una buona base teorica in ambiti affini come la medicina e l’alimentazione. Naturalmente aumentando di parecchio le ore settimanali.


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herbie
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Re: La salute del ciclista agonista

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articolo che mette un po' troppa carne al fuoco, risultando però sempre provocante, interessante. Non parlo del molto con cui mi trova d'accordo, parlo solo della tesi che viene anteposta. Personalmente non credo che la cifra dello sport di oggi sia la ricerca del limite andando oltre la natura (il superuomo nietzscheano è un concetto differente...).
Quella è la natura stessa dello sport agonistico e professionistico da che esiste, il perseguire un limite naturale, fisico ed agonistico, da abbattere nella maniera più efficace possibile, mantenendo fermo che la condizioni di partenza devono essere uguali per tutti.
Piuttosto, e questo andrebbe a corroborare il resto dell'articolo, vige l'idea che conti maggiormente una presunta "pulizia" rispetto all'uso di medicinali, rispetto alla cura della salute dell'atleta. Ovvero sussista e debba prevalere una specie di moralismo, l'ideale di una trasparenza totale rispetto all'uso di farmaci, che prescinda dalla cura concreta della salute stessa.
La vecchia frase di Ferrari che asseriva di far star bene, piuttosto che far ammalare, i suoi atleti, sta nel cuore della questione, secondo me, perchè tutto sommato era vero. Il problema era che lo sport non era uguale per tutti.
Ma, gettata a mare ogni forma di religiosità, rimaniamo una società estremamente moralista, senza che ce ne rendiamo conto. Foucault aveva, come spesso accade, pienamente ragione...


Krisper
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Re: La salute del ciclista agonista

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grazie per i commenti al mio pezzo, tutti molto utili, anche, e forse soprattutto, quando non allineati al mio pensiero.

Il tema dell'articolo non è sull'efficacia dei controlli antidoping, dove comunque io e Winter abbiamo visioni diverse, ma in che brodo culturale è inserito l'antidoping.
Non credo che sia giusto fermarsi ad una efficacia o meno dei controlli, quindi ad un approccio medico e poliziesco, ma andare oltre a questo.

Probabilmente ognuno di noi ha un concetto e definizione di doping differente, sicuramente io e Winter, questa differenza è figlia di una approccio culturale e di come si vede ed interpreta lo sport. Ogni approccio è legittimo sia chiaro, nessuno ha la verità assoluta in tasca.

E' questo che voglio dire con l'articolo, ragioniamo su cosa è e vogliamo che sia lo sport nelle nostre società, è una questione politica che non dipende dal fato o da regole del mercato, ma da scelte ed investimenti politici ben precisi.

E qui mi collego al commento di Salvatore77. L'educazione fisica e lo sviluppo psicofisico non può e non deve essere delegato al privato, come hai giustamente fatto notare, oggi è un dato di fatto tale delega.

Praticamente fai sport se hai una famiglia alle spalle che si carica l'onere economico e, soprattutto, di tempo di farti fare attività sportiva.
La scuola non può e non deve tirarsi fuori. Lo stato non deve tirarsi fuori, senza paura del sabato fascista, quello aveva un fine ideologico diverso, e comunque non era del tutto negativo.
In altri paesi succede, perché non prendere a modello quello che fanno altre nazioni su sport e scuola?

l'Italia ha recepito direttive europee sull'attività fisica da 0 a 99 aa per migliorare la salute, qualcuno di voi se ne è accorto?
Quante volte la vostra ASL ha organizzato l'attività fisica per pazienti o soggetti sani? Ci sono pochi esempi virtuosi in Italia, per il resto è vuoto assoluto.

Possono sembrare due temi scollegati, lo sport come strumento di cura e prevenzione della salute nella società e lo sport di élite, ma non lo sono.
Ritengo che sia l'attuale visione simbolica dello sport, oltre ad una classe politica non all'altezza, ad impedire un continuum tra base e vertice.
Cambiare questa visione non è impossibile, dipende se si ha voglia o meno di ragionare ed agire su questi temi.

Dal mondo ufficiale dello sport mi pare che non ci sia voglia di fermarsi a pensare, ma che l'unica tendenza sia spremere il limone dei profitti il più possibile. E la maggioranza degli appassionati? Oltre a dire "non c'è più lo sport di una volta", "è tutto business" oppure "sono tutti dopati" non sa fare.
Ad esempio, nel nostro mondo si potrebbe iniziare da togliere le classifiche alle granfondo e trasformare tutta l'attività amatoriale in randonee.
Più bike day e meno GF!

Concordo con Harbie che il moralismo sia un problema dell'antidoping, lo è da sempre, dalla sua nascita.
Sul limite oltre natura dello sport. Già solo l'esistenza del doping genetico è sintomo di questo. Ma quante volte abbiamo visto atleti "rompersi" fisicamente e mentalmente per aver spinto "oltre" la loro macchina? Come ho scritto nell'articolo, lo sport non risolve il binomio uomo-natura, rimane inviluppato nelle sue contraddizioni e non è più in grado di distinguere artificio da natura. Come dare risposte coerenti a quesiti che il progresso ci propone?
Poi concordo che un concetto di limite nello sport moderno sia intrinseco, ma appunto quale limite? La mia risposta è la salute e dignità dell'atleta, una visione di sport per tutti, uno sport in equilibrio ecologico con la stessa natura umana e la natura del pianeta.

Se riesco, con l'aiuto di chi ne capisce molto più di me, spero di approfondire il tema sport e paesaggio in futuro. Non lo prometto perché non dipende solo da me.


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
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Re: La salute del ciclista agonista

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Quando questo Governo ha parlato di sport a scuola e sport come motore di sviluppo e inclusione io rammento una fanfara di "sabati fascisti" - finché i maitre à pensé che abbiamo generano un'adorazione per il rachitico intellettuale che esce dal Classico condannando formazione professionale (roba da salesiani!) e sport (roba da americani!). L'alleanza tra Gentile e Gramsci è dura da cancellare dalle menti dei nostri soloni.
Con un problema: una volta la scuola durava 4-6 ore. Oggi ne dura 8 almeno, già alle elementari.
Senza musica e senza sport. Una scemenza, una pigrizia amministrativa, un blocco culturale nella scuola dove i sindacati reman contro a ogni tentativo di modernizzazione dell'offerta , che ci consegna bimbi che ingrassano ma sanno un sacco di canzoncine su bottiglie riciclate e alberi


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Re: La salute del ciclista agonista

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Maìno della Spinetta ha scritto: lunedì 30 gennaio 2023, 11:23 Quando questo Governo ha parlato di sport a scuola e sport come motore di sviluppo e inclusione io rammento una fanfara di "sabati fascisti" - finché i maitre à pensé che abbiamo generano un'adorazione per il rachitico intellettuale che esce dal Classico condannando formazione professionale (roba da salesiani!) e sport (roba da americani!). L'alleanza tra Gentile e Gramsci è dura da cancellare dalle menti dei nostri soloni.
Con un problema: una volta la scuola durava 4-6 ore. Oggi ne dura 8 almeno, già alle elementari.
Senza musica e senza sport. Una scemenza, una pigrizia amministrativa, un blocco culturale nella scuola dove i sindacati reman contro a ogni tentativo di modernizzazione dell'offerta , che ci consegna bimbi che ingrassano ma sanno un sacco di canzoncine su bottiglie riciclate e alberi
diciamo che questo governo ha solo parlato (e neanche bene se per questo)... e basta. Non mi pare sia in programma una chiara riforma del coni e dello sport, ma attendo pazientemente la fine della legislatura per dare il giudizio definitivo.

Si è parlato di devianze, insomma sempre legati ad un concetto morale di cattivi e buoni.

Fino ad ora l'unico tentativo di riforma lo ha fatto il primo governo Conte con Giorgetti, se non mi sbaglio. Una riforma del coni, secondo me sbagliata, ma almeno c'è qualcuno che ha provato ad aprire le porte inviolate della politica dello sport in Italia.
L'altro intervento politico forte sullo sport è stato della Melandri con la legge anti-doping. Ed ho detto tutto, tante cose ci sarebbero da dire su quella legge.

Su Gramsci è vero che aveva problemi personali di salute, ma non mi pare sia stato contro una diffusione dell'attività fisica. Ho letto molto ma non tutto di Gramsci, se trovi un suo scritto di chiara posizione politica contraria su questo, mandamelo pure.
Dal mio punto di vista, almeno la scuola italiana fosse Gramsciana!


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Re: La salute del ciclista agonista

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Krisper ha scritto: lunedì 30 gennaio 2023, 11:50
Maìno della Spinetta ha scritto: lunedì 30 gennaio 2023, 11:23 Quando questo Governo ha parlato di sport a scuola e sport come motore di sviluppo e inclusione io rammento una fanfara di "sabati fascisti" - finché i maitre à pensé che abbiamo generano un'adorazione per il rachitico intellettuale che esce dal Classico condannando formazione professionale (roba da salesiani!) e sport (roba da americani!). L'alleanza tra Gentile e Gramsci è dura da cancellare dalle menti dei nostri soloni.
Con un problema: una volta la scuola durava 4-6 ore. Oggi ne dura 8 almeno, già alle elementari.
Senza musica e senza sport. Una scemenza, una pigrizia amministrativa, un blocco culturale nella scuola dove i sindacati reman contro a ogni tentativo di modernizzazione dell'offerta , che ci consegna bimbi che ingrassano ma sanno un sacco di canzoncine su bottiglie riciclate e alberi
diciamo che questo governo ha solo parlato (e neanche bene se per questo)... e basta. Non mi pare sia in programma una chiara riforma del coni e dello sport, ma attendo pazientemente la fine della legislatura per dare il giudizio definitivo.

Si è parlato di devianze, insomma sempre legati ad un concetto morale di cattivi e buoni.

Fino ad ora l'unico tentativo di riforma lo ha fatto il primo governo Conte con Giorgetti, se non mi sbaglio. Una riforma del coni, secondo me sbagliata, ma almeno c'è qualcuno che ha provato ad aprire le porte inviolate della politica dello sport in Italia.
L'altro intervento politico forte sullo sport è stato della Melandri con la legge anti-doping. Ed ho detto tutto, tante cose ci sarebbero da dire su quella legge.

Su Gramsci è vero che aveva problemi personali di salute, ma non mi pare sia stato contro una diffusione dell'attività fisica. Ho letto molto ma non tutto di Gramsci, se trovi un suo scritto di chiara posizione politica contraria su questo, mandamelo pure.
Dal mio punto di vista, almeno la scuola italiana fosse Gramsciana!
Il fine per Gramsci è quello di un intellettuale critico ANCHE tra i proletari. Anche se dice di avversare il modello gentiliano idealista, il modello è quello dell'intellettuale, l'elevazione ad esso. E a quanto ricordi dei miei studi di Gramsci, egli parla di lavoro manuale, mai di sport e attività fisica


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Maìno della Spinetta ha scritto: lunedì 30 gennaio 2023, 12:02
Il fine per Gramsci è quello di un intellettuale critico ANCHE tra i proletari. Anche se dice di avversare il modello gentiliano idealista, il modello è quello dell'intellettuale, l'elevazione ad esso. E a quanto ricordi dei miei studi di Gramsci, egli parla di lavoro manuale, mai di sport e attività fisica

E ricordi male, anche se poco, ne ha scritto di sport.

Considerato gli anni in cui scrive, riesce anche ad anticipare temi, ad esempio sul tifo calcistico, come poi si è sviluppato negli anni a venire. In quell'epoca lo sport moderno non aveva ancora il ruolo che ha oggi, ma Gramsci ne cogli aspetti importanti ed innovatori, per nulla contro lo sport, a differenza del Croce che descrive lo sport come "traviamento dello spirito".

è famoso un suo scritto giovanile in cui contrappone il football allo scopone, riconoscendo a questa invenzione inglese e borghese un modello politico.

"Lo sport è attività diffusa nelle società nelle quali l’individualismo economico del regime capitalistico ha trasformato il costume, ha suscitato accanto alla libertà spirituale, la tolleranza dell’opposizione. Lo scopone è la forma di sport delle società arretrate economicamente, politicamente e spiritualmente, dove la forma di convivenza civile è caratterizzata dal confidente di polizia, dal questurino in borghese, dalla lettera anonima, dal culto dell’incompetenza, dal carrierismo (con relativi favori e grazie al deputato!). Lo sport suscita anche in politica il concetto di gioco leale. Lo scopone produce i signori che fanno mettere alla porta dal principale l’operaio che nella libera discussione ha osato contraddire il loro pensiero".
Il football e lo scopone,16 agosto del 1918 su «L’Avanti» di Torino

Più avanti, in età più matura e già con i sabati fascisti, nei Quaderni dal carcere, nei "problemi della cultura nazionale" (1934-1935), Gramsci descrive lo sport come:

"il desiderio di educarsi conoscendo un modo di vita che si ritiene superiore al proprio, il desiderio di innalzare la propria personalità proponendosi modelli ideali, il desiderio di conoscere più mondo e più uomini di quanto sia possibile in certe condizioni di vita".

Gramsci era un'appassionato di sport, infatti si rammaricava nelle sue lettere dal carcere quando non arriva alcun giornale sportivo dove informarsi.

W Gramsci!


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Re: La salute del ciclista agonista

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Krisper ha scritto: lunedì 30 gennaio 2023, 12:50
Maìno della Spinetta ha scritto: lunedì 30 gennaio 2023, 12:02
Il fine per Gramsci è quello di un intellettuale critico ANCHE tra i proletari. Anche se dice di avversare il modello gentiliano idealista, il modello è quello dell'intellettuale, l'elevazione ad esso. E a quanto ricordi dei miei studi di Gramsci, egli parla di lavoro manuale, mai di sport e attività fisica

E ricordi male, anche se poco, ne ha scritto di sport.

Considerato gli anni in cui scrive, riesce anche ad anticipare temi, ad esempio sul tifo calcistico, come poi si è sviluppato negli anni a venire. In quell'epoca lo sport moderno non aveva ancora il ruolo che ha oggi, ma Gramsci ne cogli aspetti importanti ed innovatori, per nulla contro lo sport, a differenza del Croce che descrive lo sport come "traviamento dello spirito".

è famoso un suo scritto giovanile in cui contrappone il football allo scopone, riconoscendo a questa invenzione inglese e borghese un modello politico.

"Lo sport è attività diffusa nelle società nelle quali l’individualismo economico del regime capitalistico ha trasformato il costume, ha suscitato accanto alla libertà spirituale, la tolleranza dell’opposizione. Lo scopone è la forma di sport delle società arretrate economicamente, politicamente e spiritualmente, dove la forma di convivenza civile è caratterizzata dal confidente di polizia, dal questurino in borghese, dalla lettera anonima, dal culto dell’incompetenza, dal carrierismo (con relativi favori e grazie al deputato!). Lo sport suscita anche in politica il concetto di gioco leale. Lo scopone produce i signori che fanno mettere alla porta dal principale l’operaio che nella libera discussione ha osato contraddire il loro pensiero".
Il football e lo scopone,16 agosto del 1918 su «L’Avanti» di Torino

Più avanti, in età più matura e già con i sabati fascisti, nei Quaderni dal carcere, nei "problemi della cultura nazionale" (1934-1935), Gramsci descrive lo sport come:

"il desiderio di educarsi conoscendo un modo di vita che si ritiene superiore al proprio, il desiderio di innalzare la propria personalità proponendosi modelli ideali, il desiderio di conoscere più mondo e più uomini di quanto sia possibile in certe condizioni di vita".

Gramsci era un'appassionato di sport, infatti si rammaricava nelle sue lettere dal carcere quando non arriva alcun giornale sportivo dove informarsi.

W Gramsci!
Accetto le citazioni, che denotano simpatia e non certo avversione, per lo sport. Rilevo la loro non centralità nel pensiero pedagogico del Nostro, né un loro impatto nella pedagogia di chi lo ha seguito. Diciamo che Don Bosco ha detto e fatto di più in tal senso.


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Re: La salute del ciclista agonista

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Krisper ha scritto: lunedì 30 gennaio 2023, 10:34 E qui mi collego al commento di Salvatore77. L'educazione fisica e lo sviluppo psicofisico non può e non deve essere delegato al privato, come hai giustamente fatto notare, oggi è un dato di fatto tale delega.

Praticamente fai sport se hai una famiglia alle spalle che si carica l'onere economico e, soprattutto, di tempo di farti fare attività sportiva.
La scuola non può e non deve tirarsi fuori. Lo stato non deve tirarsi fuori, senza paura del sabato fascista, quello aveva un fine ideologico diverso, e comunque non era del tutto negativo.
In altri paesi succede, perché non prendere a modello quello che fanno altre nazioni su sport e scuola?

l'Italia ha recepito direttive europee sull'attività fisica da 0 a 99 aa per migliorare la salute, qualcuno di voi se ne è accorto?
Quante volte la vostra ASL ha organizzato l'attività fisica per pazienti o soggetti sani? Ci sono pochi esempi virtuosi in Italia, per il resto è vuoto assoluto.

Possono sembrare due temi scollegati, lo sport come strumento di cura e prevenzione della salute nella società e lo sport di élite, ma non lo sono.
Ritengo che sia l'attuale visione simbolica dello sport, oltre ad una classe politica non all'altezza, ad impedire un continuum tra base e vertice.
Cambiare questa visione non è impossibile, dipende se si ha voglia o meno di ragionare ed agire su questi temi.
Le ASL effettivamente hanno un approccio contrario a quello della prevenzione, nel senso che in condizioni normali (non pandemiche) non forniscono strumenti diagnostici per i sani ma tendenzialmente pensano a curare i malati. Nonostante questo, i tempi di attesa sono molto lunghi per un certo tipo di prestazioni per cui, ancora una volta, interviene il privato a supportare il pubblico. A pagamento, per chi può.

La difficoltà del sistema sanitario a far fronte alle situazioni di emergenza, ma anche di far fronte all’ordinaria amministrazione, ormai è ben nota.
Quando il sistema centrale (inteso come Sanità o ministero dello sport) non funziona, allora interviene internet a dare informazioni sulla salute e sullo sport. Mi riferisco alle pratiche sportive per i neofiti e ai vari consigli sul benessere. Gli utenti vanno in rete e si informano. Da chi? Chi c’è dietro ai siti specializzati? Cosa hanno studiato? Sulla base di quale evidenza scientifica si elargiscono consigli?

Giusto qualche esempio.

Da alcuni anni, con gli smart phone che contano i passi, si è diffuso il mito dei 10.000 passi al giorno. Pare sia frutto di uno studio fatto tempo fa e la cifra è al quanto indicativa. 10.000 passi per uomini, donne,vecchi e bambini. Non è un caso ma negli ultimi anni la camminata (più o meno) veloce la fanno tantissime persone in più. Ma serve? E’ uno sport? La gente è convinta di praticare uno sport. Io conosco tanti che fanno camminate veloci di ben “45 minuti” che nonostante la continuità e la discreta velocità non dimagriscono un grammo. Eppure il meccanismo con cui il corpo umano brucia i grassi è abbastanza semplice.

Altro mito: il nuoto è uno sport completo. Certo, se alterni gli stili. Se fai solo lo stile libero il nuoto non è affatto uno sport completo. Inoltre se non si hanno dei rudimenti sulla tecnica del nuoto, alla fine si rischia paradossalmente di farsi male.

Quante volte abbiamo sentito che per stare in forma bisogna attuare alcuni accorgimenti tra cui i più gettonati sono “parcheggiare la macchina più lontano” oppure “fai le scale invece di prendere l'ascensore”. Queste cose servono, ma forse solo per i super sedentari, per la stragrande maggioranza delle persone per avere dei benefici bisogna fare una sport fatto a forma di sport, non dei surrogati che i media e le mode di internet diffondono senza una reale cognizione di causa.

Insegnare i rudimenti di come funziona il corpo umano a mio avviso è molto importante per approcciarsi allo sport. Lo può fare solo la scuola. Sia perché a scuola c’è la possibilità di avvalersi di personale specializzato, sia perché a scuola ci vanno tutti. Altrimenti poi uno fa da sé.


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Re: La salute del ciclista agonista

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Ragionando ancora in calorie (anche se Speciani la pensa diversamente e non mi sento di dargli torto), 45 minuti di camminare
fanno mediamente 300 calorie. Un chilo di grasso corporeo fanno 7700 calorie, il ché vuol dire che con la tua camminata hai
bruciato 25 GRAMMI di grasso. Se entri in casa e anche solo "vedi" una fetta di salame, sei già in "perdita"..!!!
La gente si deve mettere in testa che per far si che l'attività fisica aerobica faccia davvero dimagrire bisogna farsi dei culi notevoli.
Ricordo ai bei tempi che per tirar giù un paio di etti e mettersi a lucido per la nuova stagione, si viaggiava a culi da
25 / 30 chilometri al giorno di corsa, e non certo a portare in giro le gambe. Questo bisognerebbe spiegare.


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Re: La salute del ciclista agonista

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Road Runner ha scritto: martedì 31 gennaio 2023, 20:26 Ragionando ancora in calorie (anche se Speciani la pensa diversamente e non mi sento di dargli torto), 45 minuti di camminare
fanno mediamente 300 calorie. Un chilo di grasso corporeo fanno 7700 calorie, il ché vuol dire che con la tua camminata hai
bruciato 25 GRAMMI di grasso. Se entri in casa e anche solo "vedi" una fetta di salame, sei già in "perdita"..!!!
La gente si deve mettere in testa che per far si che l'attività fisica aerobica faccia davvero dimagrire bisogna farsi dei culi notevoli.
Ricordo ai bei tempi che per tirar giù un paio di etti e mettersi a lucido per la nuova stagione, si viaggiava a culi da
25 / 30 chilometri al giorno di corsa, e non certo a portare in giro le gambe. Questo bisognerebbe spiegare.
constato e dico esattamente la stessa cosa da anni. Soltanto, non capisco bene questa cosa di "farsi i culi"...alla mia età dopo una uscita lunga in bici riesco a fornire prestazioni sessuali piuttosto brevi e , credo, deludenti. Vero è che a 25 anni nonostante le otto ore di bici ce la facevo un po' meglio.
PS: una fetta di salame non arriva a 300 calorie, però.
Se mangi insalata , tuttavia, non ci pensi più.
:( :(


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Road Runner
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Re: La salute del ciclista agonista

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herbie ha scritto: giovedì 2 febbraio 2023, 18:19 PS: una fetta di salame non arriva a 300 calorie, però.
Dipende quanto è spessa la fetta... :D :)


nibali-san baronto
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Re: La salute del ciclista agonista

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Road Runner ha scritto: martedì 31 gennaio 2023, 20:26 Ragionando ancora in calorie (anche se Speciani la pensa diversamente e non mi sento di dargli torto), 45 minuti di camminare
fanno mediamente 300 calorie. Un chilo di grasso corporeo fanno 7700 calorie, il ché vuol dire che con la tua camminata hai
bruciato 25 GRAMMI di grasso. Se entri in casa e anche solo "vedi" una fetta di salame, sei già in "perdita"..!!!
La gente si deve mettere in testa che per far si che l'attività fisica aerobica faccia davvero dimagrire bisogna farsi dei culi notevoli.
Ricordo ai bei tempi che per tirar giù un paio di etti e mettersi a lucido per la nuova stagione, si viaggiava a culi da
25 / 30 chilometri al giorno di corsa, e non certo a portare in giro le gambe. Questo bisognerebbe spiegare.
Mi limito a correggere un dato sbagliato senza ostacolare un dibattitto che leggo volentieri in attesa di farmi un'opinione. 25/30 km di corsa non faranno mai perdere grasso, perché sono uno sforzo troppo intenso. Il grasso si brucia quando il cuore lavora a basse frequenze (per chi conosce le zone, bisogna stare sotto al medio per avere un relativamente consistente consumo di grassi). Per dire molto meglio stare 2 ore in bici a bassa intensità. Tra correre e camminare, meglio camminare.


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Re: La salute del ciclista agonista

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nibali-san baronto ha scritto: venerdì 3 febbraio 2023, 0:48
Road Runner ha scritto: martedì 31 gennaio 2023, 20:26 Ragionando ancora in calorie (anche se Speciani la pensa diversamente e non mi sento di dargli torto), 45 minuti di camminare
fanno mediamente 300 calorie. Un chilo di grasso corporeo fanno 7700 calorie, il ché vuol dire che con la tua camminata hai
bruciato 25 GRAMMI di grasso. Se entri in casa e anche solo "vedi" una fetta di salame, sei già in "perdita"..!!!
La gente si deve mettere in testa che per far si che l'attività fisica aerobica faccia davvero dimagrire bisogna farsi dei culi notevoli.
Ricordo ai bei tempi che per tirar giù un paio di etti e mettersi a lucido per la nuova stagione, si viaggiava a culi da
25 / 30 chilometri al giorno di corsa, e non certo a portare in giro le gambe. Questo bisognerebbe spiegare.
Mi limito a correggere un dato sbagliato senza ostacolare un dibattitto che leggo volentieri in attesa di farmi un'opinione. 25/30 km di corsa non faranno mai perdere grasso, perché sono uno sforzo troppo intenso. Il grasso si brucia quando il cuore lavora a basse frequenze (per chi conosce le zone, bisogna stare sotto al medio per avere un relativamente consistente consumo di grassi). Per dire molto meglio stare 2 ore in bici a bassa intensità. Tra correre e camminare, meglio camminare.
Road Runner li avrà fatti a 3:30 al km. immagino , ok. Ma 25-30 km. di corsa credo si possano fare anche a 6 o 7 minuti al km. e allora credo che per un buon atleta si tratti di uno sforzo a bassa intensità e il consumo di grassi ci sia. Sicuramente maggiore di fare solo una camminata. O no? Forse mi perdo qualcosa perchè la corsa non l'ho mai praticata. E infatti, come direbbe Road Runner, non godo di buona salute.


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Re: La salute del ciclista agonista

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Non diciamo scemenze. La corsa in soglia "aerobica" è il miglior strumento per bruciare grassi.
Per bruciare grassi come due ore fatte così, dovresti camminare 8 o 9 ore.


nibali-san baronto
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Re: La salute del ciclista agonista

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Road Runner ha scritto: venerdì 3 febbraio 2023, 6:31 Non diciamo scemenze. La corsa in soglia "aerobica" è il miglior strumento per bruciare grassi.
Per bruciare grassi come due ore fatte così, dovresti camminare 8 o 9 ore.
Ah vabbè ok, dipende dal grado di allenamento. Mi sembrava si parlasse di cultura dello sport in generale e quindi riferito ad una persona "normale" magari correre tende ad essere uno sforzo un po' più intenso della soglia aerobica.

EDIT: E comunque sarebbe bene stare un po' sotto la soglia aerobica, perché già alla soglia aumenta notevolmente l'apporto di carboidrati.


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Subsonico
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Re: La salute del ciclista agonista

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Molto interessante Kristian. I tuoi spunti non sono mai banali.
Tra l'altro nella mia ignoranza ero convinto che i protocolli ormonali sarebbero stati il futuro auspicabile per dirimere le complessità di genere, invece mi stai dicendo che è già il passato. Insomma avevo toppato su tutta la linea :crazy:


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Krisper
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Re: La salute del ciclista agonista

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i grassi si bruciano prima o poi.
ovvio che vale sempre la regola di apporto cal e consumo.

nel consumo oltre all'esercizio, conta molto il metabolismo basale. se aumento la massa magra, questo aumenta.
poi ci sono altri modi per aumentare il metabolismo.

Comunque, va bene anche la camminata veloce per iniziare a muoversi, basta iniziare ad alzare il culo dal divano.
road runner a 7 al km va dal salotto a letto, per lui il fondo lento sarà sotto i 5' :hammer: (il martello è per me)
Subsonico ha scritto: venerdì 3 febbraio 2023, 9:50 Molto interessante Kristian. I tuoi spunti non sono mai banali.
Tra l'altro nella mia ignoranza ero convinto che i protocolli ormonali sarebbero stati il futuro auspicabile per dirimere le complessità di genere, invece mi stai dicendo che è già il passato. Insomma avevo toppato su tutta la linea :crazy:
grazie
è una recente revisione del CIO. adesso è davvero una bella sfida per ogni federazione.


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criab
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Re: La salute del ciclista agonista

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Krisper ha scritto: venerdì 3 febbraio 2023, 10:10 i grassi si bruciano prima o poi.
ovvio che vale sempre la regola di apporto cal e consumo.

nel consumo oltre all'esercizio, conta molto il metabolismo basale. se aumento la massa magra, questo aumenta.
poi ci sono altri modi per aumentare il metabolismo.

Comunque, va bene anche la camminata veloce per iniziare a muoversi, basta iniziare ad alzare il culo dal divano.
road runner a 7 al km va dal salotto a letto, per lui il fondo lento sarà sotto i 5' :hammer: (il martello è per me)
Subsonico ha scritto: venerdì 3 febbraio 2023, 9:50 Molto interessante Kristian. I tuoi spunti non sono mai banali.
Tra l'altro nella mia ignoranza ero convinto che i protocolli ormonali sarebbero stati il futuro auspicabile per dirimere le complessità di genere, invece mi stai dicendo che è già il passato. Insomma avevo toppato su tutta la linea :crazy:
grazie
è una recente revisione del CIO. adesso è davvero una bella sfida per ogni federazione.
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chinaski89
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Re: La salute del ciclista agonista

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Road Runner ha scritto: venerdì 3 febbraio 2023, 6:31 Non diciamo scemenze. La corsa in soglia "aerobica" è il miglior strumento per bruciare grassi.
Per bruciare grassi come due ore fatte così, dovresti camminare 8 o 9 ore.
Ti quoto in toto, per buttare giù grassi il modo migliore e visibilmente funzionale è quello da te descritto. Camminando a meno che non si parli di escursioni in montagna con tanto D+ fatte camminando forte e senza fermarsi campacavallo, camminare in pianura non serve a nulla. Anche perchè quando si inizia a fare movimento inizialmente pare facile buttare giù, ma poco dopo corpo e metabolismo si abituano, entrano in modalità risparmio e devi farti il culo altrimenti bonanotte. 7 al km a meno di stati di forma tragici mi pare veramente troppo lento se si intende in piano su asfalto, è praticamente come camminare. Sui 25-30 km dopo un lungo (Trail) di 40-50km fatti non a passeggio posso mangiarmi letteralmente qualsiasi cosa e non ingrasso, anzi.

Comunque l'uomo si è evoluto per correre, finchè il fisico regge di meglio per stare bene non c'è. Soprattutto se non si corre sul bitume ;)


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chinaski89
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Re: La salute del ciclista agonista

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nibali-san baronto ha scritto: venerdì 3 febbraio 2023, 0:48
Road Runner ha scritto: martedì 31 gennaio 2023, 20:26 Ragionando ancora in calorie (anche se Speciani la pensa diversamente e non mi sento di dargli torto), 45 minuti di camminare
fanno mediamente 300 calorie. Un chilo di grasso corporeo fanno 7700 calorie, il ché vuol dire che con la tua camminata hai
bruciato 25 GRAMMI di grasso. Se entri in casa e anche solo "vedi" una fetta di salame, sei già in "perdita"..!!!
La gente si deve mettere in testa che per far si che l'attività fisica aerobica faccia davvero dimagrire bisogna farsi dei culi notevoli.
Ricordo ai bei tempi che per tirar giù un paio di etti e mettersi a lucido per la nuova stagione, si viaggiava a culi da
25 / 30 chilometri al giorno di corsa, e non certo a portare in giro le gambe. Questo bisognerebbe spiegare.
Mi limito a correggere un dato sbagliato senza ostacolare un dibattitto che leggo volentieri in attesa di farmi un'opinione. 25/30 km di corsa non faranno mai perdere grasso, perché sono uno sforzo troppo intenso. Il grasso si brucia quando il cuore lavora a basse frequenze (per chi conosce le zone, bisogna stare sotto al medio per avere un relativamente consistente consumo di grassi). Per dire molto meglio stare 2 ore in bici a bassa intensità. Tra correre e camminare, meglio camminare.
Fidati, fai la prova correre/camminare poi mi racconti cosa è meglio per perdere grasso


Salvatore77
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Re: La salute del ciclista agonista

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Road Runner ha scritto: venerdì 3 febbraio 2023, 6:31 Non diciamo scemenze. La corsa in soglia "aerobica" è il miglior strumento per bruciare grassi.
Per bruciare grassi come due ore fatte così, dovresti camminare 8 o 9 ore.
Che poi con 8 o 9 ore di corsa il vantaggio sul dispendio calorico lo ottieni perché sei costretto a saltare il pranzo.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
herbie
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Re: La salute del ciclista agonista

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Road Runner ha scritto: venerdì 3 febbraio 2023, 6:31 Non diciamo scemenze. La corsa in soglia "aerobica" è il miglior strumento per bruciare grassi.
Per bruciare grassi come due ore fatte così, dovresti camminare 8 o 9 ore.
Ma io che ho scritto di diverso? 🧐 Soltanto, non volevo mancare di tatto nei confronti del buon Nibali San Baronto...
Ultima modifica di herbie il venerdì 3 febbraio 2023, 12:52, modificato 1 volta in totale.


herbie
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Re: La salute del ciclista agonista

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chinaski89 ha scritto: venerdì 3 febbraio 2023, 10:54
Road Runner ha scritto: venerdì 3 febbraio 2023, 6:31 Non diciamo scemenze. La corsa in soglia "aerobica" è il miglior strumento per bruciare grassi.
Per bruciare grassi come due ore fatte così, dovresti camminare 8 o 9 ore.
Ti quoto in toto, per buttare giù grassi il modo migliore e visibilmente funzionale è quello da te descritto. Camminando a meno che non si parli di escursioni in montagna con tanto D+ fatte camminando forte e senza fermarsi campacavallo, camminare in pianura non serve a nulla. Anche perchè quando si inizia a fare movimento inizialmente pare facile buttare giù, ma poco dopo corpo e metabolismo si abituano, entrano in modalità risparmio e devi farti il culo altrimenti bonanotte. 7 al km a meno di stati di forma tragici mi pare veramente troppo lento se si intende in piano su asfalto, è praticamente come camminare. Sui 25-30 km dopo un lungo (Trail) di 40-50km fatti non a passeggio posso mangiarmi letteralmente qualsiasi cosa e non ingrasso, anzi.

Comunque l'uomo si è evoluto per correre, finchè il fisico regge di meglio per stare bene non c'è. Soprattutto se non si corre sul bitume ;)
Ti sfasci leggermente le articolazioni (da un anno a questa parte quanto ad artriti sembro un settantenne) a causa dei continui microtraumi, che eviteresti andando in bici, ma ok... :bll:


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