Con un bel po' di ritardo, ma eccoci qui. È stato un Valle d'Aosta davvero divertente - quattro fughe vincenti in cinque giorni, altro che il World Tour - e nel quale spicca, per forze di cose, l'azione di Darren Rafferty. Oltre 120 km di fuga e classifica più che ribaltata nella giornata di Clavalité, in un scenario da sogno come già erano stati Bionaz e Pré de Pascal. Proprio qui, all'ombra del Bianco, è esploso Joshua Golliker, poi vincitore anche a Cervinia: il britannico, primo anno, va davvero forte, ha dei numeri notevoli e, a mio avviso, presenta margini di miglioramento, a cominciare dalle doti di recupero. Fuori dalla sella oscilla tra la "spacconeria" e l'emozione, come le lacrime dopo il successo domenicale.
Tantissimi altri nomi degni di nota: Alexy Faure Prost sicuramente buono, ma un po' "insipido" come corridore, di certo può crescere moltissimo. Il suo compagno di squadra Dylan Vanderstorme può diventare un professionista con i fiocchi - lo paragonerei a Van Hooydonck, come tipologia. Contentissimo per il rendimento della Bourg Ain Bresse, segno che un team dilettantistico può lavorare alla grande se si dà un piano di lavoro organizzato: Tjøtta passa tra i pro' quest'anno (dovrebbe essere una Professional europea di medio livello), auguro lo stesso a Paige che è uno troppo poco considerato.
Che dire di Del Toro, uno che per due anni di fila corre da isolato e stavolta finisce sul podio: curioso di vederlo tra i grandi e capire come si comporterà. Anche perché, come mi ha detto candidamente, lui materialmente non sa come si corre in una squadra (quindi come limare dietro ai compagni, come prendere i rifornimenti e quant'altro), avendo ahilui sempre militato in team inferiori al suo livello. Chi farà bene tra i grandi è Jonathan Vervenne: quasi 190 cm per 72 kg e va bene in salita, benissimo a cronometro e in maniera raccapricciante in discesa. Dategli un altro anno tra gli under, un tecnico che lo segua fisso in allenamento ed ecco un nuovo belga da seguire.
Lato italiani: troppo discontinuo De Cassan, finalmente una vittoria per Meris, belle cose da Kajamini, sorprendente Francesco Galimberti (e in parte il gemello Lorenzo). Il capitano della Biesse è nono in classifica, primo degli italiani e sempre nelle posizioni di buona classifica: è un quarto anno e non penso che passerà pro', ma lo vorrei vedere cimentarsi con continuità contro i professionisti.
Capitolo produzione tv, cinque giorni andati alla grandissima: un blackout nell'ultima tappa (semplicemente, è saltato il generatore di tutta la zona arrivo) è stato l'unico problema di un certo conto. Vedendo i casini che stanno accadendo oggi al Tour de France a livello di produzione tv, tra grafiche, gps, distacchi e nomi errati in sovraimpressione, posso essere ancora più orgoglioso per quanto realizzato da tutto lo staff. Se solo sapeste quanto è stato il nostro budget per tutta la parte streaming (e pure per tutto il Giro nel suo complesso) rimarreste a bocca aperta da qui a Natale dell'anno prossimo.
E, inoltre, sono riuscito, seppur per una manciata di secondi, a conoscere Fabio "Winter" che, se mi legge, saluto con affetto.
Qualche giorno di riposo e poi, da fine agosto, si inizia già a programmare l'edizione 2024, che sarà la numero 60. Con la speranza di riuscire a salire ulteriormente di livello, magari con qualche nuova chicca.
Ci si legge quando ci si legge
