Noi e Israele: un caso di coscienza

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nino58
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Ottima spiegazione di Marco agli embedded di complemento che ci leggono.


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Trullo
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Leggendo questo forum mi sono reso conto di una cosa: Hamas ha vinto, l'obiettivo degli attacchi del 7 ottobre è stato pienamente raggiunto


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lemond
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Trullo ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 9:16 Leggendo questo forum mi sono reso conto di una cosa: Hamas ha vinto, l'obiettivo degli attacchi del 7 ottobre è stato pienamente raggiunto
Questo era certo già al momento in cui l'infame Benjamin decise di rispondere a suo modo! Su "LIberi oltre le illusioni" c'è stata, subito dopo il fatto, tutta una serie di dibattiti, nei quali si ammoniva sempre Israele a non rispondere come intendeva il capo del governo, perché così si andava solo incontro ai desideri di Hamas! :x
Questo, credo, sia uno, ma vo a memoria (scarsa)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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lemond
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" XIV

Gravide di conseguenze furono anche le innovazioni tecniche in campo agricolo, che comportarono il disboscamento e i terrazzamenti, che si resero necessari, per evitare la rapida erosione dei pendii, non più trattenuti dalle radici. Altrettanto importanti furono le opere di canalizzazione.
Mediante queste tecniche, tutti i territori semi-aridi furono messi a coltura e ciò produsse un effetto che possiamo chiamare "democratizzante", in quanto rivalutò il ruolo del villaggio e della tribù versus il potere palatino. Le città diventarono più piccole e i villaggi più numerosi; il territorio fu occupato in maniera più omogenea e la zona abitata si dilatò.
Ma se si esamina la nuova situazione più da vicino, ci si accorge degli elementi negativi: nel Tardo Bronzo la navigazione costiera doveva necessariamente toccare le coste palestinesi e le carovane attraversare la Cisgiordania; con l'età del Ferro, gli altopiani centrali furono tagliati fuori dai ricchi convogli e quindi la marginalità della Palestina muta nella forma, ma permane nella sostanza.


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castelli
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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lemond ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 9:44
Trullo ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 9:16 Leggendo questo forum mi sono reso conto di una cosa: Hamas ha vinto, l'obiettivo degli attacchi del 7 ottobre è stato pienamente raggiunto
Questo era certo già al momento in cui l'infame Benjamin decise di rispondere a suo modo! Su "LIberi oltre le illusioni" c'è stata, subito dopo il fatto, tutta una serie di dibattiti, nei quali si ammoniva sempre Israele a non rispondere come intendeva il capo del governo, perché così si andava solo incontro ai desideri di Hamas! :x
Questo, credo, sia uno, ma vo a memoria (scarsa)
ci fosse stato peres avrebbe fatto la stessa identica cosa.

con gli ostaggi e quel massacro la reazione sarebbe stata sempre non proporzionale perchè è semplicemente impossibile avere una reazione proporzionata all'offesa.

dresda non è proporzionata a un bel nulla per quel che riguarda i cittadini di dresda.
viene piegato il nemico.

la stessa cosa che i palestinesi e gli arabi avrebbero fatto dal 1948 se ne avessero avuto la forza. avrebbero sradicato israele.

da statuto vogliono l'annientamento dello stato di israele e chi lo ignora può fare tutti i distinguo del caso sulla cattiveria di bibi, eletto da dei deficienti che non hanno capito la bagie o le grandi teorie di liberi oltre.


Defensor Froomey. dal 28/5/19 FORZA ROGLIC

Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
non credette alla tenuta di rogla fino a verona.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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lemond ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 9:44
Trullo ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 9:16 Leggendo questo forum mi sono reso conto di una cosa: Hamas ha vinto, l'obiettivo degli attacchi del 7 ottobre è stato pienamente raggiunto
Questo era certo già al momento in cui l'infame Benjamin decise di rispondere a suo modo! Su "LIberi oltre le illusioni" c'è stata, subito dopo il fatto, tutta una serie di dibattiti, nei quali si ammoniva sempre Israele a non rispondere come intendeva il capo del governo, perché così si andava solo incontro ai desideri di Hamas! :x
LIberi oltre è veramente il peggio del peggio Boldrin parte da potere operaio, approda alla lega di bossi e finisce con giannino
parliamo di uno che per la cadrega abbraccerebbe Alternative für Deutschland o il PCC indifferentemente
dato che predica bene ma razzola malissimo, a parole (e scritti) anti monopolista nella pratica al soldo degli stessi
ma basterebbe leggere qualche articolo dal periodo legaiolo alla svolta successivaper capirne il percorso
chissà cosa gli riserverà il futuro
Ultima modifica di aitutaki1 il venerdì 16 febbraio 2024, 10:47, modificato 1 volta in totale.


Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
.·. Sic Semper Tyrannis .·.

Dove ... Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
Dove questo verbo attecchisce alla fine c'è il lager. (P. Levi)

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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Trullo ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 9:16 Leggendo questo forum mi sono reso conto di una cosa: Hamas ha vinto, l'obiettivo degli attacchi del 7 ottobre è stato pienamente raggiunto
Verissimo ma era inevitabile
Hamas l ha fatto anche per quello
Prendersi l opinione pubblica (facilmente influenzabile)


JineteRojo
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Trullo ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 9:16 Leggendo questo forum mi sono reso conto di una cosa: Hamas ha vinto, l'obiettivo degli attacchi del 7 ottobre è stato pienamente raggiunto
hamas ha scommesso su bibi.
bibi ha scommesso su hamas.

hanno vinto entrambi.
hanno perso i civili del 7 ottobre e i palestinesi tutti.
ovviamente con numeri diversi.
la differenza sta tutta nel fatto che hamas non è finito al potere in democratiche elezioni, bibi sì.
quindi israele è ben più responsabile della palestina. gli israeliani sono più responsabili dei palestinesi.


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nemecsek.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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MUBUAHAHAHAH.....


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nino58
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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JineteRojo ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 15:06
Trullo ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 9:16 Leggendo questo forum mi sono reso conto di una cosa: Hamas ha vinto, l'obiettivo degli attacchi del 7 ottobre è stato pienamente raggiunto
hamas ha scommesso su bibi.
bibi ha scommesso su hamas.

hanno vinto entrambi.
hanno perso i civili del 7 ottobre e i palestinesi tutti.
ovviamente con numeri diversi.
la differenza sta tutta nel fatto che hamas non è finito al potere in democratiche elezioni, bibi sì.
quindi israele è ben più responsabile della palestina. gli israeliani sono più responsabili dei palestinesi.
Sintesi perfetta.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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aitutaki1 ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 10:15 ...
dato che predica bene ma razzola malissimo, a parole (e scritti) anti monopolista nella pratica al soldo degli stessi
ma basterebbe leggere qualche articolo dal periodo legaiolo alla svolta successivaper capirne il percorso
chissà cosa gli riserverà il futuro
A me importa poco come razzola o quello che gli riserverà il futuro, bensì ciò che sostiene nel caso di Israele e del GRANDE STALINISTA.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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castelli ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 10:13
ci fosse stato peres avrebbe fatto la stessa identica cosa.

con gli ostaggi e quel massacro la reazione sarebbe stata sempre non proporzionale perchè è semplicemente impossibile avere una reazione proporzionata all'offesa.

dresda non è proporzionata a un bel nulla per quel che riguarda i cittadini di dresda.
viene piegato il nemico.

la stessa cosa che i palestinesi e gli arabi avrebbero fatto dal 1948 se ne avessero avuto la forza. avrebbero sradicato israele.

da statuto vogliono l'annientamento dello stato di israele e chi lo ignora può fare tutti i distinguo del caso sulla cattiveria di bibi, eletto da dei deficienti che non hanno capito la bagie o le grandi teorie di liberi oltre.
Non credo; "est modus in rebus" e B.N. questo non vuol saperlo e si sta comportando come i suoi nemici.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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lemond ha scritto: sabato 17 febbraio 2024, 8:18
castelli ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 10:13
ci fosse stato peres avrebbe fatto la stessa identica cosa.

con gli ostaggi e quel massacro la reazione sarebbe stata sempre non proporzionale perchè è semplicemente impossibile avere una reazione proporzionata all'offesa.

dresda non è proporzionata a un bel nulla per quel che riguarda i cittadini di dresda.
viene piegato il nemico.

la stessa cosa che i palestinesi e gli arabi avrebbero fatto dal 1948 se ne avessero avuto la forza. avrebbero sradicato israele.

da statuto vogliono l'annientamento dello stato di israele e chi lo ignora può fare tutti i distinguo del caso sulla cattiveria di bibi, eletto da dei deficienti che non hanno capito la bagie o le grandi teorie di liberi oltre.
Non credo; "est modus in rebus" e B.N. questo non vuol saperlo e si sta comportando come i suoi nemici.
Mi pare abbastanza chiaro che gli uni vogliano la distruzione degli altri, ma con mezzi a disposizione molto diversi. Un unica considerazione. Non avevo visto la collocazione del luogo dove si svolgeva il festival giovanile nel quale sono state compiute terribili efferatezze durante l' attacco del 7 ottobre. Enorme dispiacere per le vittime, ma mettere una manifestazione così affollata a 20 km dal confine di Hamas mi è sembrata una leggerezza assurda.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" XV

Il termine Israele compare per la prima volta con riferimento a questo nuovo complesso etnico formatosi con la società di villaggio negli altipiani centrali. Si trattò di una colonizzazione dal basso, cioè non pianificata da una qualche entità statale già esistente, avviata da piccoli gruppi famigliari o gentilizi, per lo più di provenienza pastorale, che s'impianta all'inizio in tende o capanne e poi l'insediamento si stabilizza, pur utilizzando quasi sempre forme abitative tipiche di chi è uso alla transumanza. L'economia diviene agro-pastorale, basata su cereali e caprovini, ma anche la vite, mentre l'olivo diventerà oggetto di produzione "industriale" solo col Ferro II.
Le installazioni di culto sono ovviamente modeste (a differenza dei templi coevi delle città cananee), il che ci convince che il fermento sociale, che dovette essere alla base della "nuova società" non abbia avuto quella matrice religiosa che gli sarà conferita dalla storiografia posteriore.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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lemond ha scritto: sabato 17 febbraio 2024, 8:09
aitutaki1 ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 10:15 ...
dato che predica bene ma razzola malissimo, a parole (e scritti) anti monopolista nella pratica al soldo degli stessi
ma basterebbe leggere qualche articolo dal periodo legaiolo alla svolta successivaper capirne il percorso
chissà cosa gli riserverà il futuro
A me importa poco come razzola o quello che gli riserverà il futuro, bensì ciò che sostiene nel caso di Israele e del GRANDE STALINISTA.
è una posizione un tantino ipocrita.

sono tutti contro l'uso della violenza ma non è con una conferenza di pace che ti liberi di hitler.


il pregio di boldrin sta in un certo coraggio nel modo in cui espone le proprie idee (è uno scontroso non che questo sia sempre un difetto...), molte delle quali le trovo abbastanza curiose.


Defensor Froomey. dal 28/5/19 FORZA ROGLIC

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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Gimbatbu ha scritto: sabato 17 febbraio 2024, 8:48
lemond ha scritto: sabato 17 febbraio 2024, 8:18
castelli ha scritto: venerdì 16 febbraio 2024, 10:13
ci fosse stato peres avrebbe fatto la stessa identica cosa.

con gli ostaggi e quel massacro la reazione sarebbe stata sempre non proporzionale perchè è semplicemente impossibile avere una reazione proporzionata all'offesa.

dresda non è proporzionata a un bel nulla per quel che riguarda i cittadini di dresda.
viene piegato il nemico.

la stessa cosa che i palestinesi e gli arabi avrebbero fatto dal 1948 se ne avessero avuto la forza. avrebbero sradicato israele.

da statuto vogliono l'annientamento dello stato di israele e chi lo ignora può fare tutti i distinguo del caso sulla cattiveria di bibi, eletto da dei deficienti che non hanno capito la bagie o le grandi teorie di liberi oltre.
Non credo; "est modus in rebus" e B.N. questo non vuol saperlo e si sta comportando come i suoi nemici.
Mi pare abbastanza chiaro che gli uni vogliano la distruzione degli altri, ma con mezzi a disposizione molto diversi. Un unica considerazione. Non avevo visto la collocazione del luogo dove si svolgeva il festival giovanile nel quale sono state compiute terribili efferatezze durante l' attacco del 7 ottobre. Enorme dispiacere per le vittime, ma mettere una manifestazione così affollata a 20 km dal confine di Hamas mi è sembrata una leggerezza assurda.
eh a partità di mezzi gli ebrei sarebbero stati già buttati a mare.
chissà quante manifestazioni sono state fatte senza carneficina per puro caso.


sarà un bruttissimo risveglio quando le giustificazioni della violenza dell'islam politico verranno a mancare.
l'islam politico è incompatibile con qualsiasi idea di pluralismo che ne minacci la supremazia.vulgo: come per le elezioni in germania est col partito liberale che raccattava lo 0.2% ti metteranno gli ebrei nell'acquario per ammirarli.
dici ma se i liberali raccattavano lo 0% che cazzo ci facevano quelli sulla trabant al confine ungherese? qui i nostri canfora cambiano argomento.

fuori dall'occidente le forme di governo politico (oligarchia! direbbe il tizio che scrive qui...) tendono a non integrare il pensiero politico delle minoranze (sono buono), se il gruppo x diventa un potenziale nemico viene giustifiato AUTOMATICAMENTE l'uso della violenza.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da nemecsek. »

Il fastidio è solo quel "noi".
Io e Israele: un caso di coscienza suonerebbe meglio.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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castelli ha scritto: sabato 17 febbraio 2024, 9:50
A me importa poco come razzola o quello che gli riserverà il futuro, bensì ciò che sostiene nel caso di Israele e del GRANDE STALINISTA.
è una posizione un tantino ipocrita.

[/quote]

Mi limito a prendere per buono quel che altri dicono a prescindere da ciò che fanno, specie se non li conosco.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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lemond ha scritto: domenica 18 febbraio 2024, 8:56
castelli ha scritto: sabato 17 febbraio 2024, 9:50
A me importa poco come razzola o quello che gli riserverà il futuro, bensì ciò che sostiene nel caso di Israele e del GRANDE STALINISTA.
è una posizione un tantino ipocrita.
Mi limito a prendere per buono quel che altri dicono a prescindere da ciò che fanno, specie se non li conosco.
[/quote]

non penso si possa scindere la teoria dalla prassi specie in politica.

se fai una campagna elettorale in cui dici che berlusca è un bugiardo eppoi mentisci (si scrive così?) sulle tue lauree un problemino c'è. tralasciando il fatto che giannino di liberi oltre prese i soldi di berlusca. direi un problemino a monte del tuo movimento politico esiste (parlo di boldrin).


si chiama agire strumentale quell'agire in cui la teoria si piega alla prassi, dove per prassi si intendono cazzi propri.
poi uno può dire tutte le cazzate che vuole in vita basta scusarsi. certo non dopo che il tuo nemico ti ha beccato ad agire in difformità a quello che predicavi. lì di trovare scuse sono buoni tutti.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" XVI

Etnogenesi dei proto-Israeliti


La definizione dei villaggi del Ferro I negli altopiani centrali come "proto-israelitico" vuole indicare un processo in atto che ci porterà alle fonti vere sui regni *storici* di Israele e di Giuda nel Ferro II, senza lasciarci fuorviare dalla tradizione, ideologicamente molto motivata. I libri di Giosuè e dei Giudici sono stati scritti molti secoli dopo il Ferro I e dunque di quasi nulla attendibilità, in particolare la descrizione delle dodici tribù d'Israele.
Si può confidare che possa essere attribuita all'età del Ferro l'esistenza di tribù e la strutturazione della società in una gerarchia di unità gentilizie, fino ad arrivare alla famiglia nucleare (geber), che era l'unità produttiva di base.
La collocazione spaziale delle tribù è difficile, ma non è ardito ritenere che la tribù di Giuda fosse allocata nella zona fra Gerusalemme ed Hebron intorno al X secolo, ma il quadro è variegato ed è molto difficile riscostruirlo, perché alcune tribù proposte dalla bibbia hanno in effetti alcuni riscontri, mentre altre sono tanto precocemente scomparse, da far ritenere che non siano mai esistite e che il numero dodici sia un'invenzione di carattere ideologico.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" XVII

Nel racconto biblico, le dodici tribù prendono possesso della *terra promessa* in virtù di una "Legge" trasmessa da YHWH a Mosè sul monte Sinai (invenzione tardo del post-esilio), ma comunque guardiamo di esaminare ciò che vi è scritto. Essa è composta di ammonizioni, doveri, giudizi e si immagina scritta su due tavole e in effetti è assai sintetica. C'è una cornice di stile deuteronomistico, con espressioni e concetti tipici di quella scuola, ma il nucleo ha un taglio morale, non giuridico e men che meno cultuale. Il contenuto sembra difficilmente storicizzabile (databile), si può solo pensare che il primo comandamento, sull'esclusività monoteistica del culto di YHWH non possa essere anteriore a Giosia il che ci porta a trascinare in basso la datazione dell'intiero complesso. C'è pero un comandamento (il quarto) che si riferisce invece a una datazione assai tarda, in pieno secondo millennio, che si potrebbe attribuire all'intiero decalogo, con l'eccezione del punto primo.
Il motivo principale per convincerci di questa ipotesi ci è dato dal modo di esprimersi del testo, vale a dire in forma apodittica. Tale modo è precedente al formarsi del contenzioso giudiziario, che comporta una formulazione prevalentemente ipotetica, fra l'altro tipica della legsilazione antico-orientale del VI secolo.


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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" XVIII

Fra i testi (giuridici e no) che ci dànno informazioni pertinenti alla società israelitica pre-monarchica, 'c'è il c.d." Codice dell'alleanza" attribuito anch'esso a Mosè: le norme ben si attagliano a una società di villaggio e a un'economia agro-pastorale. Alcune hanno paralleli con le le legislazioni mesopotamiche del secondo millennio, anche su punti talmente particolari da escludere coincidenze casuali. Ma c'è anche qualcosa di più indicativo, ovvero la noma che "il servo ebreo" vada liberato al settimo anno.
In questo caso il termine ebreo non ha valore etnico, ma si riferisce a *habiru*, che nel Tardo Bronzo significava persona di status libero, che aveva dovuto assoggettarsi alla servitù per debiti. Fino al Medio Bronzo la liberazione dei servitori avveniva per decreto regio, in una società non più regia del Tardo, il proscioglimento segue invece un ritmo convenzionale di sette anni.
In questo periodo si assiste a una trasformazione della società dovuta, appunto, a questi "abiru" fuggiaschi, che erano sottoposti a un trattamento implacabile dai palazzi cananei e che, una volta liberati, cercarono di immettere nella nuova società alcune norme a tutela dei debitori e a salvaguardia della loro libertà.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Predicare bene e razzolare male

nel dettaglio un migliaio di Bombe MK82 da 500 libbre

Sempre interessante Zhok su questo come su altri temi

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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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aitutaki1 ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 10:06 Predicare bene e razzolare male

nel dettaglio un migliaio di Bombe MK82 da 500 libbre

Sempre interessante Zhok su questo come su altri temi

si chiama reificazione la naturalizzazione o concretizzazione di quello che è un mero rapporto sociale. naturalizzando cioè il modello occidentale neoliberista i fessi non si accorgerebbero di lavorare per il re di prussia ed essere degli schiavi.

quando il marxismo occidentale (cioè il marxismo tour court) andò in crisi sul finire degli anni sessanta (gli operai liberi di votare preferivano la tv e la lavatrice alle stronzate dei comunisti...) la reificazione fu allargata dagli operai all'intera società: tutti sono vittime di un inganno.
il consumismo fu il capo d'accusa che gravava sull'intera società, operai "comunisti" compresi


allora la critica che zhok e i reduci fanno all'occidente è sempre quella ossia di non vedere la maschera ideologica.
maschera ideologica del pensiero tecnoscientifico, ultima trasformazione dell'ideologia post borghese del capitale.


il che, nel modo ideologico con cui viene costruito tale pensiero, è palesemente falso come lo era quando si tacciavano di consumismo gli operai.
il consumismo era il velo di maya, l'oppiode che annebbiava la mente degli operai che liberi di votare il marxismo in occidente non lo facevano.


se senti fusaro o carlo galli rimasticano questa stronzata COLOSSALE e infatti le università umanistiche sono sguarnite perché sono una fucina di puttanate simili e non di un vero pensiero critico.

in sunto la reificazione (quella di marx, maestro del sospetto) ci rende ciechi di fronte alla bontà dell'islam politico.

certo, come non crederlo. come non vedere la bontà e la non ideologicità dell'islam politico.


Defensor Froomey. dal 28/5/19 FORZA ROGLIC

Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da aitutaki1 »

Chiedere il cessate il fuoco inviando bombe, non fa una grinza
del resto stiamo vivendo 1984 , la guerra è pace

Qualcuno però si smarca anche in eurolandia vedi Spagna e Irlanda che hanno chiesto
la revisione degli accordi UE con Israele

Intanto quelli etichettati come ribelli sottinteso straccioni
abbattono un drone Reaper , uno dei più grossi in pratica un aereo a pilotaggio remoto
e colpiscono un mercantile GB che sta affondando, equipaggio in salvo.


Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
.·. Sic Semper Tyrannis .·.

Dove ... Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da nino58 »

castelli ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 13:43
aitutaki1 ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 10:06 Predicare bene e razzolare male

nel dettaglio un migliaio di Bombe MK82 da 500 libbre

Sempre interessante Zhok su questo come su altri temi

si chiama reificazione la naturalizzazione o concretizzazione di quello che è un mero rapporto sociale. naturalizzando cioè il modello occidentale neoliberista i fessi non si accorgerebbero di lavorare per il re di prussia ed essere degli schiavi.

quando il marxismo occidentale (cioè il marxismo tour court) andò in crisi sul finire degli anni sessanta (gli operai liberi di votare preferivano la tv e la lavatrice alle stronzate dei comunisti...) la reificazione fu allargata dagli operai all'intera società: tutti sono vittime di un inganno.
il consumismo fu il capo d'accusa che gravava sull'intera società, operai "comunisti" compresi


allora la critica che zhok e i reduci fanno all'occidente è sempre quella ossia di non vedere la maschera ideologica.
maschera ideologica del pensiero tecnoscientifico, ultima trasformazione dell'ideologia post borghese del capitale.


il che, nel modo ideologico con cui viene costruito tale pensiero, è palesemente falso come lo era quando si tacciavano di consumismo gli operai.
il consumismo era il velo di maya, l'oppiode che annebbiava la mente degli operai che liberi di votare il marxismo in occidente non lo facevano.


se senti fusaro o carlo galli rimasticano questa stronzata COLOSSALE e infatti le università umanistiche sono sguarnite perché sono una fucina di puttanate simili e non di un vero pensiero critico.

in sunto la reificazione (quella di marx, maestro del sospetto) ci rende ciechi di fronte alla bontà dell'islam politico.

certo, come non crederlo. come non vedere la bontà e la non ideologicità dell'islam politico.
Qualunque sistema politico basato sulle religioni (cioè sull'ideologia dell'aldilà) è reazionario (raramente arriva ad essere conservatore).
Non mi permetto di utilizzare l'espressione " oppio dei popoli" perchè altrimenti, avendolo teorizzato Marx, mi lapideresti.
Ma questo è.
Poi, continuando a basarsi le nostre civiltà sulla depredazione del lavoro umano, tutte (anche quelle con le insegne dei partiti comunisti), è di comunismo che si necessita.
Senza leadership "comuniste", ma di quello si necessita.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da jumbo »

aitutaki1 ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 15:48 Chiedere il cessate il fuoco inviando bombe, non fa una grinza
del resto stiamo vivendo 1984 , la guerra è pace
Ogni tanto critichi anche Putin, vedo.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da aitutaki1 »

jumbo ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 16:23
aitutaki1 ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 15:48 Chiedere il cessate il fuoco inviando bombe, non fa una grinza
del resto stiamo vivendo 1984 , la guerra è pace
Ogni tanto critichi anche Putin, vedo.
è un articolo del wall street journal , frenare sul genocidio a Gaza, dopo mesi di orrori of course, e intanto mandare strumenti per continuarlo.

Sei OT comunque si certo , dovresti averlo letto , che abbia criticato Putin, ma non da ieri


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da castelli »

nino58 ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 15:57
castelli ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 13:43
aitutaki1 ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 10:06 Predicare bene e razzolare male

nel dettaglio un migliaio di Bombe MK82 da 500 libbre

Sempre interessante Zhok su questo come su altri temi

si chiama reificazione la naturalizzazione o concretizzazione di quello che è un mero rapporto sociale. naturalizzando cioè il modello occidentale neoliberista i fessi non si accorgerebbero di lavorare per il re di prussia ed essere degli schiavi.

quando il marxismo occidentale (cioè il marxismo tour court) andò in crisi sul finire degli anni sessanta (gli operai liberi di votare preferivano la tv e la lavatrice alle stronzate dei comunisti...) la reificazione fu allargata dagli operai all'intera società: tutti sono vittime di un inganno.
il consumismo fu il capo d'accusa che gravava sull'intera società, operai "comunisti" compresi


allora la critica che zhok e i reduci fanno all'occidente è sempre quella ossia di non vedere la maschera ideologica.
maschera ideologica del pensiero tecnoscientifico, ultima trasformazione dell'ideologia post borghese del capitale.


il che, nel modo ideologico con cui viene costruito tale pensiero, è palesemente falso come lo era quando si tacciavano di consumismo gli operai.
il consumismo era il velo di maya, l'oppiode che annebbiava la mente degli operai che liberi di votare il marxismo in occidente non lo facevano.


se senti fusaro o carlo galli rimasticano questa stronzata COLOSSALE e infatti le università umanistiche sono sguarnite perché sono una fucina di puttanate simili e non di un vero pensiero critico.

in sunto la reificazione (quella di marx, maestro del sospetto) ci rende ciechi di fronte alla bontà dell'islam politico.

certo, come non crederlo. come non vedere la bontà e la non ideologicità dell'islam politico.
Qualunque sistema politico basato sulle religioni (cioè sull'ideologia dell'aldilà) è reazionario (raramente arriva ad essere conservatore).
Non mi permetto di utilizzare l'espressione " oppio dei popoli" perchè altrimenti, avendolo teorizzato Marx, mi lapideresti.
Ma questo è.
Poi, continuando a basarsi le nostre civiltà sulla depredazione del lavoro umano, tutte (anche quelle con le insegne dei partiti comunisti), è di comunismo che si necessita.
Senza leadership "comuniste", ma di quello si necessita.
la riappropriazione del lavoro da parte degli operai nelle democrazie popolari non è andata benissimo.
così come la codificazione giuridica dei paesi comunisit non è andata benissimo. diciamo che comandava il partito e si faceva esattamente come il partito decideva.
fuori dall'europa i comunismi hanno varie declinazioni ma l'individuo non conta un cazzo.

il comunismo comunque è una cosa filtrata attraverso hegel che è la gamba tedesca di una forma di razionalismo sui generis/ molto particolare.

l'islam politico non ha queste gran riflessioni filosofiche alle spalle (non ne ha nessuna), non è filtrato da nessuna modernità ma è una forma di risposta alla modernità che funziona grazie all'enorme numero di fedeli musulmani nel mondo.
il collante islamico è indubbiamente religioso ma di un uso modernizzato e occidentalizzato della religione, potenzialmente distruttivo.


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Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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castelli ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 19:53
nino58 ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 15:57
castelli ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 13:43

si chiama reificazione la naturalizzazione o concretizzazione di quello che è un mero rapporto sociale. naturalizzando cioè il modello occidentale neoliberista i fessi non si accorgerebbero di lavorare per il re di prussia ed essere degli schiavi.

quando il marxismo occidentale (cioè il marxismo tour court) andò in crisi sul finire degli anni sessanta (gli operai liberi di votare preferivano la tv e la lavatrice alle stronzate dei comunisti...) la reificazione fu allargata dagli operai all'intera società: tutti sono vittime di un inganno.
il consumismo fu il capo d'accusa che gravava sull'intera società, operai "comunisti" compresi


allora la critica che zhok e i reduci fanno all'occidente è sempre quella ossia di non vedere la maschera ideologica.
maschera ideologica del pensiero tecnoscientifico, ultima trasformazione dell'ideologia post borghese del capitale.


il che, nel modo ideologico con cui viene costruito tale pensiero, è palesemente falso come lo era quando si tacciavano di consumismo gli operai.
il consumismo era il velo di maya, l'oppiode che annebbiava la mente degli operai che liberi di votare il marxismo in occidente non lo facevano.


se senti fusaro o carlo galli rimasticano questa stronzata COLOSSALE e infatti le università umanistiche sono sguarnite perché sono una fucina di puttanate simili e non di un vero pensiero critico.

in sunto la reificazione (quella di marx, maestro del sospetto) ci rende ciechi di fronte alla bontà dell'islam politico.

certo, come non crederlo. come non vedere la bontà e la non ideologicità dell'islam politico.
Qualunque sistema politico basato sulle religioni (cioè sull'ideologia dell'aldilà) è reazionario (raramente arriva ad essere conservatore).
Non mi permetto di utilizzare l'espressione " oppio dei popoli" perchè altrimenti, avendolo teorizzato Marx, mi lapideresti.
Ma questo è.
Poi, continuando a basarsi le nostre civiltà sulla depredazione del lavoro umano, tutte (anche quelle con le insegne dei partiti comunisti), è di comunismo che si necessita.
Senza leadership "comuniste", ma di quello si necessita.
la riappropriazione del lavoro da parte degli operai nelle democrazie popolari non è andata benissimo.
così come la codificazione giuridica dei paesi comunisit non è andata benissimo. diciamo che comandava il partito e si faceva esattamente come il partito decideva.
fuori dall'europa i comunismi hanno varie declinazioni ma l'individuo non conta un cazzo.

il comunismo comunque è una cosa filtrata attraverso hegel che è la gamba tedesca di una forma di razionalismo sui generis/ molto particolare.

l'islam politico non ha queste gran riflessioni filosofiche alle spalle (non ne ha nessuna), non è filtrato da nessuna modernità ma è una forma di risposta alla modernità che funziona grazie all'enorme numero di fedeli musulmani nel mondo.
il collante islamico è indubbiamente religioso ma di un uso modernizzato e occidentalizzato della religione, potenzialmente distruttivo.
La riappropriazione del lavoro da parte degli operai nelle democrazie popolari non c'è mai stata, questo è il punto.
Quando c'era, era puramente formale.
I soviet finiscono quando il potere si concentra nelle mani del segretario del partito unico cioè molto molto presto.
Nelle altre democrazie popolari non ci sono mai stati veri soviet.
La vita procede però per tentativi.
Il comunismo (in forma ovviamente differente da quello diretto dai partiti comunisti) resta la necessità antientropica della specie.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da lemond »

Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" XIX

La nuova società che abbiamo descritto si sviluppa vigorosamente per tutto il XII e XI secolo, senza subire quei ridimensionamenti che la storiografia israelitica posteriore vorrà immaginare, per far posto al grande regno di David. Al contrario le città filistee cercarono di imporre l'egemonia sui nascenti stati degli altopiani. Arrivati come nuclei ben armati, ma numericamente ridotti, i Filistei dovettero senza dubbio assimilarsi all'ambiente cananeo, ma finirono per farsi portatori dei tratti fondamentali della cultura urbana locale, mantenendo una continuità assai maggiore con gli schemi culturali del Tardo Bronzo.
L'Egitto non era del tutto fuori gioco, anche se, come al solito, si disinteressava di ciò che non gli conveniva difendere, per concentrarsi sulla costa, che comportava l'accesso al rame dell'Araba e ai cedri del Libano. Si ricorderà che lo stanziamento dei Filistei sulla costa meridionale era avvenuto con l'avallo faraonico, nel tentativo di mantenere il controllo per interposta persona. La presenza egizia si è trasformata negli anni da militare in commerciale.


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
castelli
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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nino58 ha scritto: mercoledì 21 febbraio 2024, 9:17
castelli ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 19:53
nino58 ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 15:57

Qualunque sistema politico basato sulle religioni (cioè sull'ideologia dell'aldilà) è reazionario (raramente arriva ad essere conservatore).
Non mi permetto di utilizzare l'espressione " oppio dei popoli" perchè altrimenti, avendolo teorizzato Marx, mi lapideresti.
Ma questo è.
Poi, continuando a basarsi le nostre civiltà sulla depredazione del lavoro umano, tutte (anche quelle con le insegne dei partiti comunisti), è di comunismo che si necessita.
Senza leadership "comuniste", ma di quello si necessita.
la riappropriazione del lavoro da parte degli operai nelle democrazie popolari non è andata benissimo.
così come la codificazione giuridica dei paesi comunisit non è andata benissimo. diciamo che comandava il partito e si faceva esattamente come il partito decideva.
fuori dall'europa i comunismi hanno varie declinazioni ma l'individuo non conta un cazzo.

il comunismo comunque è una cosa filtrata attraverso hegel che è la gamba tedesca di una forma di razionalismo sui generis/ molto particolare.

l'islam politico non ha queste gran riflessioni filosofiche alle spalle (non ne ha nessuna), non è filtrato da nessuna modernità ma è una forma di risposta alla modernità che funziona grazie all'enorme numero di fedeli musulmani nel mondo.
il collante islamico è indubbiamente religioso ma di un uso modernizzato e occidentalizzato della religione, potenzialmente distruttivo.
La riappropriazione del lavoro da parte degli operai nelle democrazie popolari non c'è mai stata, questo è il punto.
Quando c'era, era puramente formale.
I soviet finiscono quando il potere si concentra nelle mani del segretario del partito unico cioè molto molto presto.
Nelle altre democrazie popolari non ci sono mai stati veri soviet.
La vita procede però per tentativi.
Il comunismo (in forma ovviamente differente da quello diretto dai partiti comunisti) resta la necessità antientropica della specie.
secondo me è un cane morto.

se per comunismo si intende comunitarismo allora ogni ideologia che contrasti col liberalismo ossia anti individualistica allora il comunitarismo gode di ottima salute anche se ovviamente anche una religione rivelata come l'ebraismo è comunitaria.

se per comunismo si intende la sua variante italiana, filtrata dal gramscismo, anche tale versione è stata minoritaria ed entra irreversibilimente in crisi negli anni sessanta esattamente come l'eurocomunismo in generale.
l'egemonia intellettuale che guida la classe operaia alla conquista graduale del potere attraverso una rivoluzione soft che passa attraverso la cultura.
in italia abbiamo avuto questo "comunismo" che è alla fine una versione estetizzante del marxismo.
versione estetizzante che ovviamente non può fare proseliti tra le persone meno dotate o meno abbienti.

da qui l'inevitabile estremismo da ztl.


Defensor Froomey. dal 28/5/19 FORZA ROGLIC

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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Gimbatbu »

[quote=chinaski89 post_id=1026316 time=1705911986 user_id=16906]
Vero, entrambe le parti vogliono che l'altra sparisca. Ed è ovvio che la sola soluzione sia quella dei due stati. Ad oggi però soltanto una delle due parti avrebbe la capacità di spazzare via l'avversario con relativa popolazione civile e lo sta facendo. Difendere questo è altrettanto folle che dipingere come agnellini o eroi gli altri
[/quote]

Ripesco questo post di Chinaski perché secondo me esemplifica l' insanabile situazione attuale nel medioriente. Naturalmente lo scempio primigenio è dovuto a chi ha permesso la creazione di uno stato israeliano lì dove si trova ora. Non bastando confini di nazioni limitrofe disegnati con il righello, fusioni di etnie opposte e smembramenti di altre, inglesi e francesi perpetuando le loro fisime coloniali permisero la creazione di Israele alla stessa stregua di mettere un candelotto di dinamite in un barile di esplosivo .
I risultati ottenuti furono:
creazione di uno stato perennemente sotto assedio dove infallibilmente la componente bellicosa e guerrafondaia ha via via scalzato quella più ragionevole.
Compattamento dei rissosissimi stati arabi con un nemico comune da combattere avendo poi un comodo scudo da esporre rappresentato dai palestinesi che nessuno ha particolarmente a cuore.
Inevitabile escalation di una fazione come Hamas che cavalcando il malcontento generale e imponendo mafiosamente il predominio sulla gestione dei fondi provenienti dall' estero hanno in pratica decretato lo stato di guerra permanente.
L' impulso da parte israeliana all' insediamento dei coloni, veri omologhi di Hamas nello schieramento opposto, che hanno poi rappresentato una bomba a mano nel barile di esplosivo con il candelotto di dinamite di cui sopra.
Su tutto poi non poteva mancare la longa manus degli USA che si sa dovunque vanno restano sempre la parte peggiore degli eredi di quelli che come diceva Albertone si pulivano il c..o con le foglie quando noi avevamo già le fogne, con conseguenze facilmente immaginabili come si può evincere dalla lunga lista dei loro interventi : Corea, Vietnam, Grenada, Somalia, Yugoslavia, Iraq, Cile ecc ecc.
Conclusione: al netto di alcune lodevoli posizioni non rigide, penso alla Giordania, a qualche raro politico avveduto israeliano e a qualche omologo palestinese, al grido di muoia Sansone con tutti i Filistei non vedo via d' uscita alcuna che non preveda la distruzione dei palestinesi, fisica, morale, religiosa ed una chissà quando futura, ma inevitabile redde rationem subita dall' opposta fazione a cui la storia purtroppo sembra non aver insegnato nulla.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Gimbatbu ha scritto: mercoledì 21 febbraio 2024, 14:08 Naturalmente lo scempio primigenio è dovuto a chi ha permesso la creazione di uno stato israeliano lì dove si trova ora.
No, lo scempio è stato, da parte araba, non accettare la partizione stabilita dalle nazioni unite al momento del ritiro degli occupanti inglesi, che prevedeva i due stati, con uno stato israeliano significativamente più piccolo di quello poi proclamato al termine della guerra


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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castelli ha scritto: mercoledì 21 febbraio 2024, 11:36
nino58 ha scritto: mercoledì 21 febbraio 2024, 9:17
castelli ha scritto: martedì 20 febbraio 2024, 19:53

la riappropriazione del lavoro da parte degli operai nelle democrazie popolari non è andata benissimo.
così come la codificazione giuridica dei paesi comunisit non è andata benissimo. diciamo che comandava il partito e si faceva esattamente come il partito decideva.
fuori dall'europa i comunismi hanno varie declinazioni ma l'individuo non conta un cazzo.

il comunismo comunque è una cosa filtrata attraverso hegel che è la gamba tedesca di una forma di razionalismo sui generis/ molto particolare.

l'islam politico non ha queste gran riflessioni filosofiche alle spalle (non ne ha nessuna), non è filtrato da nessuna modernità ma è una forma di risposta alla modernità che funziona grazie all'enorme numero di fedeli musulmani nel mondo.
il collante islamico è indubbiamente religioso ma di un uso modernizzato e occidentalizzato della religione, potenzialmente distruttivo.
La riappropriazione del lavoro da parte degli operai nelle democrazie popolari non c'è mai stata, questo è il punto.
Quando c'era, era puramente formale.
I soviet finiscono quando il potere si concentra nelle mani del segretario del partito unico cioè molto molto presto.
Nelle altre democrazie popolari non ci sono mai stati veri soviet.
La vita procede però per tentativi.
Il comunismo (in forma ovviamente differente da quello diretto dai partiti comunisti) resta la necessità antientropica della specie.
secondo me è un cane morto.

se per comunismo si intende comunitarismo allora ogni ideologia che contrasti col liberalismo ossia anti individualistica allora il comunitarismo gode di ottima salute anche se ovviamente anche una religione rivelata come l'ebraismo è comunitaria.

se per comunismo si intende la sua variante italiana, filtrata dal gramscismo, anche tale versione è stata minoritaria ed entra irreversibilimente in crisi negli anni sessanta esattamente come l'eurocomunismo in generale.
l'egemonia intellettuale che guida la classe operaia alla conquista graduale del potere attraverso una rivoluzione soft che passa attraverso la cultura.
in italia abbiamo avuto questo "comunismo" che è alla fine una versione estetizzante del marxismo.
versione estetizzante che ovviamente non può fare proseliti tra le persone meno dotate o meno abbienti.

da qui l'inevitabile estremismo da ztl.
Scusa, ma il tuo è un guardare esclusivamente al passato.
Al netto che la tua fotografia sia a fuoco o meno.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Gimbatbu »

Trullo ha scritto: mercoledì 21 febbraio 2024, 14:41
Gimbatbu ha scritto: mercoledì 21 febbraio 2024, 14:08 Naturalmente lo scempio primigenio è dovuto a chi ha permesso la creazione di uno stato israeliano lì dove si trova ora.
No, lo scempio è stato, da parte araba, non accettare la partizione stabilita dalle nazioni unite al momento del ritiro degli occupanti inglesi, che prevedeva i due stati, con uno stato israeliano significativamente più piccolo di quello poi proclamato al termine della guerra
La sostanza non cambia, non andava fatto usando un po' di sale in zucca. Piccolo o grande, accettato o no, alla fine avrebbe comunque generato il caos.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Trullo »

Gimbatbu ha scritto: mercoledì 21 febbraio 2024, 15:20
La sostanza non cambia, non andava fatto usando un po' di sale in zucca. Piccolo o grande, accettato o no, alla fine avrebbe comunque generato il caos.
Avremmo avuto un popolo oppresso al posto di un altro. Senza contare che la maggior parte degli ebrei che vivono in Israele non sono immigrati dall'Europa centrale e orientale, come spesso si pensa, ma dai paesi arabi e segnatamente dal nordafrica, immigrazione che ha conosciuto un picco proprio in corrispondenza della guerra del 48 ma che era iniziata molto prima, a causa delle persecuzioni a cui erano soggetti gli ebrei proprio nei paesi arabi


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" XX

La distinzione fra una zona di insediamento tribale sugli altopiani e l'altra di persistente urbanizzazione sulla costa, corrisponde sul piano istituzionale a due formazioni politiche, che possiamo chiamare città-stato e stato etnico, anche se la distinzione è necessariamente schematica.
I primi sono centrati su una città capitale, con intorno cittadine minori e villaggi agricoli, ma il raggio d'azione della capitale è tale da non aver bisogno di distretti amministrativi intermedi. La regalità era senza dubbio ereditaria, ma probabilmente affiancata da organismi collegiali, come si evince dal racconto di Wen-Amun.
Diversa è la configurazione dei secondi, che fondano la loro identità sul legame gentilizio, più che sulla residenza territoriale (ius sanguinis e non ius loci). Nel tipo ideale lo stato-etnico ha scarso bisogno di un supporto urbano/amministrativo e la dirigenza è piuttosto occasionale, spesso si limita ai casi di guerra e si basa sul carisma. In esso si sviluppa un forte senso di appartenenza per la comune discendenza e sull'esistenza di un dio tribale. I figli di Ammon o i figli di Israele si avviano a diventare Ammoniti e Israeliti, mentre i sudditi del re di Tiro o di Ashdod restano tali e le definizioni etniche di tipo Fenici e Filistei sono loro attribuite dall'esterno.
Con il tempo anche lo stato-etnico dovrà adottare ordinamenti più simili all'altro, ma il senso di appartenenza a un gruppo umano definito per discendenza gentilizia rimarrà e si chiamerà, alla fine, nazionalismo!
Quanto all'individuazione di un dio per la gens, è opportuno precisare che si tratta di un processo lungo e non è vero che c'era stata l'adozione di YHWH da parte delle tribù israelitiche fin dall'inizio e infatti quasi nessuno dei Giudici e dei re della fase formativa ha nomi yahwisti. Abbiamo buone ragioni per pensare che il culto monoteistico sia diventato tale per il regno di Giuda durante il periodo 900-850 e per il regno di Israele 850-800.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" XXI

Il crollo del sistema regionale del Tardo Bronzo comporta una grande libertà d'azione in tutto il Levante e le tribù israelitiche non sono le sole a inserirsi in tale scenario.
La prima aggregazione sembra sia stata quella degli Ammoniti, ad est del medio Giordano, cui seguono quella dei Moabiti, a oriente del mar Morto e infine quella degli Edomiti, ad est dell'Araba. Più a nord si aggregano gruppi tribali aramaici, anche se all'inizio i loro insediamenti sono ancora modesti: nulla di paragonabile a quanto si verificherà nella seconda età del Ferro. Le tribù israelitiche occupano un'area esigua nella parte meridionale, ma non possono certo pretendere miracolose precedenze. Esse si sono aggregate attorno a due sole cittadine: Sichem a nord e Gerusalemme a sud e nella prima età del ferro, la pochezza delle due, contrapposta alla vigorosa crescita dell'elemento tribale, deve aver prodotto un rapporto che è stato definito di *stato dimorfico* (duplice forma, nel senso di urbano-tribale). Un processo diverso da quello avvenuto nelle pianure, dove le città-stato entrarono in collisione con l'elemento tribale a loro sostanzialmente estraneo. Invece Sichem e Gerusalemme fin dall'inizio sono connesse con l'elemento habiru.
La storia delle due città è difficile da ricostruire, si può solo dire con relativa certezza che Gerusalemme si sviluppò nel segno dell'estraneità e dell'annessione violenta, quella di Sichem attraverso una progressiva assimilazione. Alla fine Gerusalemme controllava un modesto cantone e l'estraneità alle nuove formazioni di origine tribale è indicata dall'etnonimo *Gebusei* riferito agli abitanti (una delle popolazioni pre-israelitiche di Canaan). L'annessione finale è narrata come un atto di conquista, improvvisa e violenta da parte di David, che ne farà la capitale del regno.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" XXII

Diverso è il caso di Sichem, al di là delle leggenda, che vorrebbe ci fosse stato un patto fra la città e il gruppo di Giacobbe. Ciò è solo frutto di racconti orientati verso un'assimilazione religiosa e raziale, che risulta anacronistica, prima dell'età post-esilica.
Nell'età dei Giudici un'altra storiella ci riferisce che avviene la presa di potere di un clan efraimita, guidato da Abimelek, che impone la trasformazione del medesimo da protettore a re. Invece l'archeologia ci fa pensare che nel corso dell'XI-X secolo Sichem abbia mutato il suo status di città palatina di tipo cananeo a centro di formazione tribale, seguendo un percorso di progressivo cambiamento. Nulla osta nel pensare che il regno di Abimelek sia grosso modo coevo a quelli di Saul e David.
Può essere pure conservata la memoria di un ruolo di collegamento intertribale esercitato da Sichem, ma le modalità di questa assemblea e il carattere pan-israelitico, nonché i contenuti dei patti, ci fanno ben capire che tutto ciò si svolse molto dopo nel tempo. ;)


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" XXIII

Nel nord la situazione è complessa e dalla bibbia non traiamo nessuna realtà degna di fede, sono tutte ricostruzioni trade; a parte lo scontro storicamente più plausibile, che è la battaglia di Ta'anak, presso Megiddo, che vede le milizie tribali, della Galilea e centrali, guidate da Baraq e incitate dalla profetessa Debora, scendere giù dalle montagne per affrontare i temutissimi carri da guerra delle città cananee. IL "cantico" di Debora è importante in quanto ci fa intravedere un'aggregazione tribale, che in teoria comprende 10 tribù, delle quali solo sei partecipano all'impresa. Si noti che la coalizione è definita Israele e in effetti coincide con quello che sarà poi il regno del Nord, ma si usa anche il collettivo "paesani" per indicare gli abitanti dei villaggi "aperti", contrapposti alle città, con mura e porte e si fa cenno anche al termine "fuggiaschi", con allusione alla condizione di habiru e quindi la vittoria è considerata un atto di giustizia contro i nobili.
Lo scontro, collocabile alla fine dell'XI secolo fu probabilmente decisivo nel far collassare il sistema della città-stato cananee del nord e instaurare per un certo tempo il predominio filisteo. (siamo nel tempo che la bibbia sostiene ci sia il regno di Saul, come vedremo a seguire).


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da aitutaki1 »

Anche la Cina si schiera in difesa degli oppressi da Israele



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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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aitutaki1 ha scritto: domenica 25 febbraio 2024, 10:19 Anche la Cina si schiera in difesa degli oppressi da Israele

https://it.wikipedia.org/wiki/Genocidio ... gli_uiguri

la cina notoriamente è dalla parte degli oppressi lo sanno anche in tibet!


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da aitutaki1 »

castelli ha scritto: domenica 25 febbraio 2024, 10:27
la cina notoriamente è dalla parte degli oppressi lo sanno anche in tibet!
Ti credo sulla parola dato che ho messo quel sito in lista nera come disinformazione,
ma direi che non cambi nulla sul peso geopolitico dell' appoggio cinese ai palestinesi.

PS complimenti per aver visto un video da 21 minuti e aver postato in 8

Intanto vediamo cosa ha in serbo Bibi per i suoi amati tibetani
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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castelli ha scritto: domenica 25 febbraio 2024, 10:27
https://it.wikipedia.org/wiki/Genocidio ... gli_uiguri

la cina notoriamente è dalla parte degli oppressi lo sanno anche in tibet!
Dai Castelli, non mi pare ti manchi l'intelligenza per proporre qualcosa di meglio.

https://www.leurispes.it/il-rapporto-xi ... ma-iugura/

Il rapporto “Xinjiang”, un’altra verità sulla regione autonoma Iugura
Il rapporto "Xinjiang" dell'Eurispes e la verità sulla questione degli uiguri in Cina. Le accuse occidentali, che galoppano sui social, potrebbero essere quasi del tutto infondate. Il rapporto fornisce un quadro chiaro e oggettivo della situazione.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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aitutaki1 ha scritto: domenica 25 febbraio 2024, 11:50
castelli ha scritto: domenica 25 febbraio 2024, 10:27
la cina notoriamente è dalla parte degli oppressi lo sanno anche in tibet!
Ti credo sulla parola dato che ho messo quel sito in lista nera come disinformazione,
ma direi che non cambi nulla sul peso geopolitico dell' appoggio cinese ai palestinesi.

PS complimenti per aver visto un video da 21 minuti e aver postato in 8

Intanto vediamo cosa ha in serbo Bibi per i suoi amati tibetani
https://www.amnesty.it/pubblicato-il-ra ... -risponda/

ora per me potrebbe essere tutto falso e tutto inventato.
ma prendere la cina a modello politico è un po' troppo per i miei gusti.

ho qualche dubbio che i cinesi di questa etnia vengano trattati bene. perché?

gli oppositori politici di solito finiscono malissimo in cina.

4 giugno 1989.

può darsi che tien an men sia un'invenzione.
è un'analogia: se trattano i cinesi cinesi così chissà come trattano i cinesi non cinesi doc.

per analogia sul fatto che i non cinesi vengano trattati coi guanti può darsi che l'uomo non sia mai andato sulla luna e che elvis sia vivo.

ma poi sti tibetani? inventato pure lì.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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castelli ha scritto: domenica 25 febbraio 2024, 14:01
aitutaki1 ha scritto: domenica 25 febbraio 2024, 11:50
castelli ha scritto: domenica 25 febbraio 2024, 10:27
la cina notoriamente è dalla parte degli oppressi lo sanno anche in tibet!
Ti credo sulla parola dato che ho messo quel sito in lista nera come disinformazione,
ma direi che non cambi nulla sul peso geopolitico dell' appoggio cinese ai palestinesi.

PS complimenti per aver visto un video da 21 minuti e aver postato in 8

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ora per me potrebbe essere tutto falso e tutto inventato.
ma prendere la cina a modello politico è un po' troppo per i miei gusti.

ho qualche dubbio che i cinesi di questa etnia vengano trattati bene. perché?

gli oppositori politici di solito finiscono malissimo in cina.

4 giugno 1989.

può darsi che tien an men sia un'invenzione.
è un'analogia: se trattano i cinesi cinesi così chissà come trattano i cinesi non cinesi doc.

per analogia sul fatto che i non cinesi vengano trattati coi guanti può darsi che l'uomo non sia mai andato sulla luna e che elvis sia vivo.

ma poi sti tibetani? inventato pure lì.
io non ho per nulla preso " la cina a modello politico" *
ho fatto notare che un paese con un peso economico/commerciale e politico immenso
che potrebbe pilatescamente starne fuori per i suoi interessi si sia espressa.

ma non perdere le speanze per risolvere la questione di Gaza
è scesa in campo nientemeno che la maggior agenzia umanitaria
nella persona del suo capo, che tanta pace e democrazia ha portato , dal Sudamerica all' oriente
e salvato tante vite.
Su Kubrick magari continuiamo nel 3d apposito :P




* che andrebbe magari studiato con minor pregiudizio essendo in evoluzione
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" XXIV

Nella zona di confine tra le vecchie città-stato di Gerusalemme e di Sichem prende forma il primo regno che la tradizione vorrà considerare come propriamente "israelitico": quello di Saul e della breve discendenza. Siamo nel 1000 circa e lo scenario è quello della massima concentrazione di villaggi e non è difficile per lo storico rimuovere le incrostazioni posteriori e ricostruire il regno di Saul sulla base delle sole notizie fattuali.
Innanzi tutto, il territorio è limitato fra Efraim e Beniamino: il primo a Nord, è l'epicentro cultuale, mentre nell'altro, a sud, c'è il potere politico-militare. L'esercito di Saul è composto di 2.000 uomini di Efraim e 1.000 di Beniamino e la corte ha carattere famigliare; il re deve essere capace di guidare gli uomini in battaglia di persona. Non c'è traccia di un apparato fiscale e amministrativo, per cui, più che un regno, lo si dovrebbe considerare un "chiefdom" e infatti Saul è chiamato più spesso capo, che re.
Con gli stati confinanti il "regno" di Saul ha rapporti ambigui: c'è il senso di una qualche parentela e collaborazione intertribale, ma ci sono anche tensioni ed episodi di violento contrasto.
Con i meno prossimi lo scontro è sempre e comunque duro: al di là del Giordano contro gli Ammoniti e a occidente versus i Filistei, che sono di gran lunga una potenza maggiore ed esercitano il controllo sulle campagne e sui territori tribali, molto prima che Saul assuma il comando delle due tribù. Finché il piccolo re/capo combatte gli Ammoniti e gli Amaleciti, i Filistei hanno lasciato fare, ma quando si avverte il primo segnale di rivolta contro di loro da parte degli Habiru, gli stessi sono nettamente sconfitti nella battaglia di Gilboa, dove Saul trova la morte.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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il palestine chronicle. cazzarola che fontaccia!

nelle pagina di presentazione ci spiega delle guerre scatenate da israele.

si deve essere dimenticato le cinque guerre che ricordo io.


non c'è nessuna libertà né nell'olp né in hamas né in nessuna incarnazione dell'islam politico.

come non c'è nessuna libertà in milosevic o putin. neanche una.


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