PASSO DEL ROMBO (TIMMELSJOCH)
Il Passo del Rombo è una delle tante salite italiane che costituisce anche un confine di Stato. Tra quelle con questa caratteristica credo che, come durezza, sia seconda solo all'Agnello tra Italia e Francia. Il collegamento diretto è con l'Oetztal, la valle di Soelden e Gurgl, che sono anche le sedi delle prime due prove di Coppa del Mondo di sci alpino (Soelden praticamente da sempre, Gurgl è entrata da un paio d'anni nel calendario con uno slalom).
Parliamo di una salita di 29 km, l'abbinamento con lo Stelvio verrebbe naturale ma in effetti c'entra poco, perché il lungo falsopiano di 4 km al centro della salita fa la differenza rispetto all'ascesa implacabile del mitico versante di Prato allo Stelvio, abbassando anche significativamente la pendenza media ad un 6,2% che ovviamente va pesato ma è un buon metro di paragone con altre salite così lunghe. Il paragone veramente azzeccato secondo me è con lo Spluga da Chiavenna e con il Bernina da Tirano, entrambi caratterizzati da questi falsopiani centrali (Campodolcino e Poschiavo) che dividono nettamente la salita in due tronconi (lo Spluga ha pure un secondo falsopiano, verso la cima).
Comunque si parla di una salita mitica, molto difficile, ma una di quelle che secondo me con pazienza e un po' di coraggio anche chi non è proprio super-tirato può provare a fare fino in fondo perché la sua durezza sta tutta nella lunghezza, non ci sono mai tratti sopra il 10% di pendenza, muri realmente invalicabili. Col ritmo giusto e magari qualche pausa si arriva in cima e ci si guadagna una soddisfazione importante.
Naturalmente, essendo nel topic della Val Passiria, parlo del versante di San Leonardo, non andrebbe dimenticato l'altro versante che da Soelden porta al passo transitando da Zwieselstein e Gurgl, una salita a gradoni, comunque abbastanza monumentale (in fondo si arriva a quasi 2.500 metri, non può essere diversamente), ma più facile e meno bella del versante italiano. La peculiarità di questo versante austriaco è il tratto finale dritto, lunghissimo lungo il Timmelsbach, con la pendenza che si impenna e la bici che non va avanti. Questa vista da Street View parla chiaro (
https://earth.google.com/web/@46.919290 ... icv7mrBBAB): sali dritto nel deserto e non vedi la fine. Ci sono passato due volte e due volte sono affondato, la seconda clamorosamente (con tanto di immersione della borraccia nel torrente appena a valle del pascolo in uno di quei momenti di crisi in cui l'igiene e la dignità passano in secondo piano...).
Tornando al versante di San Leonardo, direi che va diviso almeno in tre parti. La prima da San Leonardo fino alla zona di Corvara, a sua volta lunghissima e divisibile in più tratti: uno piuttosto semplice fino a Moso, poi dei tornanti impegnativi, infine un tratto abbastanza regolare fino alla spianata centrale, che arriva intorno al quattordicesimo chilometro di salita. Un lungo piano in mezzo ad una salita è una cosa insidiosa. Ovviamente è meglio un piano di un muro al 10%, però non è detto che sia il tratto in cui si ricaricano le pile e poi quando si ricomincia a salire si è freschi come daccapo. Questo forse è un po' più confortevole di altri, perché sale comunque più o meno al 2-3% prima di scendere addirittura un po' per un chilometro e mezzo. Comunque bisogna fare attenzione. Anche perché su questo piano sale l'ansia, si comincia a vedere la cima, che in genere è una cosa buona, qui però la vedi lontanissima, qualcosa di paragonabile all'ingresso sui tornanti dello Stelvio.
L'ultimo tratto, il più duro ma ovviamente anche il più bello, inizia su un ponte sopra il quale si passa per attraversare, per la prima volta dall'inizio della salita, il torrente Passirio che dà il nome alla valle. Inizia un rettilineo lunghissimo che sembra peggio di quello che è (non che sia semplice, penso sia il tratto più duro della salita preso singolarmente) e si interrompe con una serie di 5 tornanti stretti, nascosti, per poi ricominciare dritto per almeno un chilometro e mezzo. Qua la strada sfrutta il fianco della montagna fino all'ultimo centimetro utile prima di svoltare di nuovo verso sinistra, ancora un rettilineo lungo prima degli ultimi tre tornanti che immettono nella prima di una serie di gallerie prima della cima. Diciamo che all'ingresso della prima galleria il più è fatto, anche se manca ancora un chilometro e mezzo (tra l'altro a questo punto il freddo si fa sentire, anche in estate). Il valico è praticamente una piazza in qualsiasi momento dell'estate, c'è spesso parecchia gente. Personalmente non amo fermarmi in cima alle salite, riprendo la discesa immediatamente, però questo potrebbe essere uno dei passi che merita una sosta per mangiare e fare qualche foto (freddo permettendo).
Lascio anche il link dell'approfondimento di Cicloweb su questa salita col racconto della prima e unica apparizione al Giro d'Italia, non certo fortunata:
https://www.cicloweb.it/news/1975427107 ... tralizzato