Salite italiane - La Val Passiria

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Beppugrillo
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Salite italiane - La Val Passiria

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La seconda regione di questa raccolta è la Val Passiria, una zona minuscola che però ospita tre-quattro grandi salite (due molto conosciute, le altre meno) e costituisce uno snodo abbastanza fondamentale per tanti possibili percorsi ad alto dislivello. La Val Passiria è ovviamente definita dallo scorrere del torrente Passirio, che accompagna tutta la prima parte del Passo del Rombo. I confini, direi che non ci sono dubbi in merito, sono Merano a sud, il Passo del Rombo a nord-ovest (è anche il confine di Stato, verso l'Austria) e il Passo del Monte Giovo a nord-est.

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Sulle informazioni extra-ciclistiche non sono particolarmente preparato e non voglio certo uscire dal mio campo, mi limito a lasciare la foto di copertina che il sito Suedtirolerland.it dedica alla valle (https://www.suedtirolerland.it/it/alto- ... -passiria/) perché penso sia piuttosto significativa di quanto siano belli i paesaggi (non diversamente da quasi tutte le valli sudtirolesi, non è che mi stia inventando qualcosa di nuovo…). Qualche altra informazione c'è nella pagina dedicata alla Val Passiria su Suedtirol.info (https://www.suedtirol.info/it/it/region ... l-passiria). Se qualcuno vuole aggiungere informazioni di qualsiasi tipo è ovviamente il benvenuto perché sicuramente c'è tantissimo da dire (anche se il fatto che la sezione di storia del sito di San Leonardo fa un balzo diretto dall'8.000 a.C. al 1.078 d.C. nello scandire i fatti salienti della storia di questa valle qualche dubbio me lo lascia).
Ciclisticamente, chi segue il ciclismo professionistico non conosce troppo bene questa zona, perché non è frequentata dal Giro né dalle altre corse italiane (per due motivi: è una zona di confine, quindi devi proprio decidere di andarci, e le cime di Rombo e Giovo a maggio sono a rischio, certamente più la prima della seconda). Però paradossalmente è al centro di una delle granfondo più famose del mondo, la Oetztaler Radmaraton (https://www.soelden.com/en/events-leisu ... e-marathon), che prende il nome della valle austriaca dove inizia e si conclude (a Soelden) ma in realtà ha il suo cuore in Val Passiria, visto che per arrivare a Soelden da Vipiteno percorre prima il Giovo e poi il Rombo. Lo stesso percorso fu proposto in una copia della Radmaraton dedicata ai professionisti nel 2017 (vittoria di Kreuziger su Spilak e Ciccone), purtroppo in un'apparizione singola (https://www.procyclingstats.com/race/pr ... 017/result).
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Beppugrillo
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Re: Salite italiane - La Val Passiria

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PASSO DEL ROMBO (TIMMELSJOCH)
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Il Passo del Rombo è una delle tante salite italiane che costituisce anche un confine di Stato. Tra quelle con questa caratteristica credo che, come durezza, sia seconda solo all'Agnello tra Italia e Francia. Il collegamento diretto è con l'Oetztal, la valle di Soelden e Gurgl, che sono anche le sedi delle prime due prove di Coppa del Mondo di sci alpino (Soelden praticamente da sempre, Gurgl è entrata da un paio d'anni nel calendario con uno slalom).
Parliamo di una salita di 29 km, l'abbinamento con lo Stelvio verrebbe naturale ma in effetti c'entra poco, perché il lungo falsopiano di 4 km al centro della salita fa la differenza rispetto all'ascesa implacabile del mitico versante di Prato allo Stelvio, abbassando anche significativamente la pendenza media ad un 6,2% che ovviamente va pesato ma è un buon metro di paragone con altre salite così lunghe. Il paragone veramente azzeccato secondo me è con lo Spluga da Chiavenna e con il Bernina da Tirano, entrambi caratterizzati da questi falsopiani centrali (Campodolcino e Poschiavo) che dividono nettamente la salita in due tronconi (lo Spluga ha pure un secondo falsopiano, verso la cima).
Comunque si parla di una salita mitica, molto difficile, ma una di quelle che secondo me con pazienza e un po' di coraggio anche chi non è proprio super-tirato può provare a fare fino in fondo perché la sua durezza sta tutta nella lunghezza, non ci sono mai tratti sopra il 10% di pendenza, muri realmente invalicabili. Col ritmo giusto e magari qualche pausa si arriva in cima e ci si guadagna una soddisfazione importante.
Naturalmente, essendo nel topic della Val Passiria, parlo del versante di San Leonardo, non andrebbe dimenticato l'altro versante che da Soelden porta al passo transitando da Zwieselstein e Gurgl, una salita a gradoni, comunque abbastanza monumentale (in fondo si arriva a quasi 2.500 metri, non può essere diversamente), ma più facile e meno bella del versante italiano. La peculiarità di questo versante austriaco è il tratto finale dritto, lunghissimo lungo il Timmelsbach, con la pendenza che si impenna e la bici che non va avanti. Questa vista da Street View parla chiaro (https://earth.google.com/web/@46.919290 ... icv7mrBBAB): sali dritto nel deserto e non vedi la fine. Ci sono passato due volte e due volte sono affondato, la seconda clamorosamente (con tanto di immersione della borraccia nel torrente appena a valle del pascolo in uno di quei momenti di crisi in cui l'igiene e la dignità passano in secondo piano...).
Tornando al versante di San Leonardo, direi che va diviso almeno in tre parti. La prima da San Leonardo fino alla zona di Corvara, a sua volta lunghissima e divisibile in più tratti: uno piuttosto semplice fino a Moso, poi dei tornanti impegnativi, infine un tratto abbastanza regolare fino alla spianata centrale, che arriva intorno al quattordicesimo chilometro di salita. Un lungo piano in mezzo ad una salita è una cosa insidiosa. Ovviamente è meglio un piano di un muro al 10%, però non è detto che sia il tratto in cui si ricaricano le pile e poi quando si ricomincia a salire si è freschi come daccapo. Questo forse è un po' più confortevole di altri, perché sale comunque più o meno al 2-3% prima di scendere addirittura un po' per un chilometro e mezzo. Comunque bisogna fare attenzione. Anche perché su questo piano sale l'ansia, si comincia a vedere la cima, che in genere è una cosa buona, qui però la vedi lontanissima, qualcosa di paragonabile all'ingresso sui tornanti dello Stelvio.
L'ultimo tratto, il più duro ma ovviamente anche il più bello, inizia su un ponte sopra il quale si passa per attraversare, per la prima volta dall'inizio della salita, il torrente Passirio che dà il nome alla valle. Inizia un rettilineo lunghissimo che sembra peggio di quello che è (non che sia semplice, penso sia il tratto più duro della salita preso singolarmente) e si interrompe con una serie di 5 tornanti stretti, nascosti, per poi ricominciare dritto per almeno un chilometro e mezzo. Qua la strada sfrutta il fianco della montagna fino all'ultimo centimetro utile prima di svoltare di nuovo verso sinistra, ancora un rettilineo lungo prima degli ultimi tre tornanti che immettono nella prima di una serie di gallerie prima della cima. Diciamo che all'ingresso della prima galleria il più è fatto, anche se manca ancora un chilometro e mezzo (tra l'altro a questo punto il freddo si fa sentire, anche in estate). Il valico è praticamente una piazza in qualsiasi momento dell'estate, c'è spesso parecchia gente. Personalmente non amo fermarmi in cima alle salite, riprendo la discesa immediatamente, però questo potrebbe essere uno dei passi che merita una sosta per mangiare e fare qualche foto (freddo permettendo).
Lascio anche il link dell'approfondimento di Cicloweb su questa salita col racconto della prima e unica apparizione al Giro d'Italia, non certo fortunata: https://www.cicloweb.it/news/1975427107 ... tralizzato
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Beppugrillo
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Re: Salite italiane - La Val Passiria

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PASSO DEL MONTE GIOVO (JAUFEN PASS)
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Beh è già interessante che da San Leonardo se vai a sinistra hai uno "Joch", come lo Stelvio, parola germanica, e se vai a destra hai un "Pass", come il Brennero, parola latina. Un esperto di linguistica magari potrebbe ricavarne qualcosa, io mi devo limitare a constatare che questa è evidentemente una terra di confine.
Detto un po' del contesto generale e della difficoltà di portare questa salita all'interno di una corsa professionistica (comunque molto più facile portarci il Giovo rispetto al Rombo, se non altro perché non è un valico di confine e perché tutto sommato è piuttosto basso, circa 2.100 metri), sul lato tecnico di questa salita è difficile spendere molte parole perché è una salita clamorosamente regolare. Si prende in centro a San Leonardo (ovviamente sto parlando del versante della Val Passiria), subito parte al 6-7% e rimane così praticamente fino alla fine, con qualche passaggio intorno al 10% e qualche centinaio di metri di falsopiano intorno a metà salita.
Come sviluppo planimetrico, la salita pende tutta verso est (al contrario, il versante di Vipiteno torna verso ovest). Nella prima parte c'è un po' la sensazione di autostrada perché la strada è larga e se si capita in un orario umano ci sono parecchie auto e moto (queste rimarranno fino in cima, non è che ci sono deviazioni, però cambia la percezione del contorno). Ci sono 5 tornanti, prima nella parte alta di San Leonardo in Passiria e poi nel bosco. Alla fine dei tornanti un lunghissimo rettilineo porta a Innwerwalten, questa è la parte più semplice della salita ma come ho detto in realtà la pendenza è sempre regolare. Sul rettilineo si incontra qualche centro abitato e ci sono le ultime possibilità di fermarsi a mangiare qualcosa perché da Innerwalten in su non c'è più nulla. Il tratto conclusivo inizia ancora una volta con un tornante, si rientra nel bosco e tra l'altezza, la fatica pregressa e la pendenza che effettivamente sale leggerissimamente, bisogna stringere i denti. Però è anche la parte più bella della salita, quella di alta montagna. Il tratto più caratteristico è quello dal penultimo tornante fino al passo, dove spariscono gli alberi e si riapre la vista sulla valle che ci si è lasciati indietro. Guardando in su si vede il passo, anche se il panorama è un po' troppo caratterizzato dalle opere artificiali: un grosso sottopassaggio appena concluso (me ne sfugge completamente il significato, ma immagino ci fosse una questione di sicurezza) e i cavi dell'alta tensione (tipici di parecchie salite purtroppo, dal San Marco al Piccolo San Bernardo, per citarne due).
Dallo scollinamento si scende verso Vipiteno, l'abbinamento ovvio è col Passo Pennes, praticamente adiacente per un'accoppiata micidiale. Altrimenti bisogna scendere l'Isarco (e l'A22) fino a Bressanone, dove si aprono tantissime possibilità (ma Vipiteno-Bressanone, pur tutta fattibile su una ciclabile, non è esattamente il percorso dei sogni di un ciclista).
C'è ovviamente anche il versante di Vipiteno, tra l'altro affrontato al Giro 1994 alla vigilia di una delle tappe più famose di sempre, la Merano-Aprica, ma fa parte della Valle Isarco quindi avrà magari un suo spazio in futuro. Penso che basti dire che è un versante molto simile a questo di San Leonardo sia come pendenza che come panorama/sensazione: estremamente regolare e non particolarmente intimo, davvero montano solo in cima quando uscendo dal bosco ci si trova sugli ultimi tornanti tra gli impianti sciistici e i sentieri.
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