Strong ha scritto:
in merito a quanto quotato...
ti posso chiedere perchè quando ho sostenuto che contador era stato fermato a tavolino per l'accaduto durante il tour con andy e più in generale
quando ho scritto che ritenevo ci fosse una spada di damocle sopra alle teste di molti ciclisti pronta a fare il proprio dovere, tu hai sempre contestato la mia tesi?
Ogni tesi può avere una sua legittimità. Personalmente posso dire che si può fare dietrologia su tutto. Altra cosa è estrapolare una tesi da fatti, ricercare riscontri (esponendo anche eventuali contro) e sottoporla all'analisi (stress test) da differenti punti di vista. In tempi recenti mi sono trovato a leggere un confronto titanico (vero stress-test) fra Desmo e Lemond sull'approccio storico a doping ed antidoping e non sapere intervenire perchè non avevo maturato una mia opinione (riscontrando in quel confronto parecchi elementi da cui ho, molto tempo dopo, elaborato una mia tesi, recuperando anche vecchi post di Maìno, Claudiodance e vari altri). Desmo e Lemond si sono confrontati idealmente all'arma bianca senza mai trascendere ed il confronto serrato mi rendeva le loro tesi (spessissimo antitetiche) entrambe assurdamente valide anche nel contempo.
Alcune tue tesi non hanno alcun minimo riscontro (l'ipotesi Lance che si ritira per espiare colpe e poi rientra, la tua versione sulla morte di Tondo) e quella di Conta-Andy mi pare molto leggera (non si può escludere, ma quali sono i riscontri?).
Oggi hai mosso dubbi sull'effettiva frattura di Andy. Ammetto che gli eventi e certe coincidenze di fatti possono far sorgere dei dubbi, ma penso che prima di scrivere una simile con piglio certo si debbano avere dei minimi riscontri. Usa il condizionale, esponi il dubbio come tale, svisceralo, ma non puoi definirlo una tesi.
Ti riconosco una mente estremamente fantasiosa, ma le ipotesi che si possono fare allora sono innumerevoli, evanno riscontrate con estremo rigore. Sennò andiamo a creare la letteratura complottistica anche nel ciclismo. Ci manca solo quella.
Strong ha scritto:questo tipo di protezionismo/sfruttamento (chiamalo come vuoi) c'è sempre stato da merckx ad indurain per passare da pantani, armstrong, contador....e seguiranno tanti altri.
Dici queste cose con una leggerezza disarmante. Posso dirti (siamo nel campo delle opinioni, ma ben condivise) che nè Rodoni, nè Luis Puig avevano fatto precipitare l'Uci in questo stato. Ed avevano dovuto gestire anni difficili (quelli del doppio ciclismo est-ovest, perchè il ciclismo aveva il muro di Berlino che lo attraversava). Il protezionismo c'era, ovvio, ma era soprattutto verso il campione (per amore di sport, roba all'acqua di rose in ogni caso), molto vagamente nazionalistico, e certamente DISINTERESSATO da un punto di vista extrasportivo. La passione in quei due presidenti veniva prima di tutto. Mai e poi mai, sarebbero arrivati ad immaginare piani di sviluppo in nuove aree per fini meramente economici. Per loro lo sport, ripeto, veniva prima di tutto.
Poi magari erano certamente meno bravi di McQuaid a trovare gli sponsor (di ogni tipo).
Il protezionismo interessato di questo tipo inizia con Mr. Verbruggen e prosegue rafforzandosi con Mc Quaid. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Per fortuna la verità è come il gas, più la comprimi e più diventa esplosiva. E non parlo di quella relativa a Lance ed ai suoi 7 Tour (chissenefrega, quotando Rojo). Parlo proprio del sistema Uci (ex sistema Armstrong). Avevo scritto già tempo fa di Ashenden, augurandomi che iniziasse a parlare. Così come pure la sua collega australiana; fregandosene del non disclosure agreement che hanno siglato con l'Uci. Questo tipo di accordi non hanno alcun valore se viene richiesto di testimoniare per argomenti di natura penale. E il cavillo che Ashenden certamente attende.
Strong ha scritto:tutti tranne il navarro sono passati il purgatorio della squalifica oppure hanno dovuto fare i conti con persecuzioni più o meno pressanti.
Io questa pagina di storia non la conosco. E' una tua versione. L'unico che l'aveva sfangata era Lance, che tu assimili ad uno squalificato per la sua pausa sabbatica. Va bene, continua in questa versione. Oltre agli ordini d'arrivo rifaremo anche la storia del ciclismo.
Lance Armstrong avrebbe accettato un anno sabbatico proposto dall'Uci a patto di non venir squalificato. Why? Riscontri?
Strong ha scritto:tu fai parte del mondo ciclismo e posso comprendere il tuo fervore ma ai semplici appassionati consiglio di godersi il bello che questi campioni sono stati e sono in grado di regalarci.
la vera Vita è altrove....
Non faccio parte del mondo ciclismo, ma lo conosco abbastanza bene. La vera Vita è altrove? Può essere, ma di quale vita parli? Di quella di persone come Marco Pantani? Sì quella è altrove purtroppo. Anche se, osservando che dopo tanti anni poco è mutato di quel sistema (e pure in peggio) dico pure che è meglio così. Non poteva restare in un mondo schifoso che lo ha usato, additato, umiliato come il delinquente dopato perchè in parallelo c'era un progetto concorrente.
Qui non c'entra Lance, ovviamente, anche se l'arroganza da impunito me lo ha fatto odiare immensamente quando infierì da vile potente sullo "sfigato" Simeoni. Per me quello fu il giorno della positività all'antidoping di Lance. Per la stessa ragione umana non voglio la sua umiliazione oggi.
In ogni caso Merckx, Indurain, e chi sappiamo erano altra cosa, sebbene il Lance del 1993 era una persona simpatica ed un bel campioncino. Poi ...
La Vita non è altrove, non è sogno (i sogni servono se perseguiti a vivere meglio, ma questo è altro), e men che meno la Vita è una immaginetta da mulino bianco, partorita da mostri markettari, palesemente falsa.
Però sei libero di voler credere al ciclismo oggi pulito (con tanto di certificazione di qualità), delle squadre che fanno formazione scientifica ed altre cazzate del presidente Mc Quaid e del suo antidoping, come pure sei libero di credere a quello del presidente Renato Di Rocco. La pulizia vera la possono fare SOLO gli atleti grazie alla loro consapevolezza ed al rispetto per sè stessi, la loro salute e la loro VITA (perchè la loro Vita non è altrove).
Qua quoto Pacho ed il suo ottimo post sulla sua esperienza agonistica e la consapevolezza maturata con gli anni. E' lì che bisogna lavorare; fare in modo che la consapevolezza dei ragazzi maturi il più presto possibile e che le loro società rientrino con modestia nel ruolo di tramiti per il professionismo, abbandonando l'agonismo esasperato (e altro) che porta a diventare pro dei barili svuotati di energie, sterili di fantasia e senza più stimoli sportivi.
Ma cose di questo genere appartengono davvero ad una Vita altrove? O passano da una gestione oculata e lungimirante delle federazioni sportive?
O lo sportivo è quello che vuole vedere il gesto atletico e basta (fregandosene dei rischi della salute che i corridori corrono)?
Me ne frego se si dopano, l'importante è che diano spettacolo. La Vita è altrove.
Ps. Quando parlo di tutela della salute, non penso minimamente all'ANTIDOPING.