Re: Cinematografo
Inviato: lunedì 27 aprile 2020, 8:31
ma invece negli anni più recenti, diciamo dal 2000 più o meno, che registi (e quali film nel caso) considerate di alto livello?
Vaste programme...White Mamba ha scritto: ↑lunedì 27 aprile 2020, 8:31 ma invece negli anni più recenti, diciamo dal 2000 più o meno, che registi (e quali film nel caso) considerate di alto livello?
Ah, sei di Firenze? Allora dobbiamo vederci con o senza mascherina
A me di Tarantino piacciono i primi, fino a Jackie Brown, e abbastanza l'ultimo. Gli altri li vedo un po' forzati. SI è messo a fare i film "alla Tarantino" come Fellini faceva i film "alla Fellini".Bitossi ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 15:30 Cthu, deduco che Tarantino non ti garba tanto...
Se non è una dimenticanza, confesso che pure io ho qualche riserva verso il suo cinema, più a livello di contenuti che di stile, anche se il vezzo citazionistico in genere non mi prende troppo.
Noto che manca anche Spike Lee; però è forse vero che la sua spinta si era esaurita già nel secolo scorso. Ma la 25ª ora non era malaccio, secondo me.
Sempre per stare nel mainstream... anche a me in genere “garba” David Fincher, però... posso chiedere che cosa hai trovato di speciale (tu ma eventualmente anche altri) in Zodiac?
Intendiamoci, me lo sono pure rivisto su Netflix, forse la seconda volta con una punta di noia, ma è un film che definirei “normale”...
Quasi quasi mi è garbato di più Masculi che odiano li fimmini, ovviamente sempre un bel po’ dopo i bei film degli anni ‘90.
PS: per Nolan, citerei anche The Prestige; bizzarro nel tema, ben costruito, e molto “logico”. Forse un pizzico freddino, come molti suoi film.
PPS: per aggiungere dei nomi, ho trovato interessanti i primi film del figlio di David Bowie.
E' una lista che ho fatto velocemente, non l'ho studiata come le altre, un po' di roba manca. Inarritu e Lanthimos di sicuro anche se non sono proprio il primo fan. The master mi pare di averlo messo, però.. Lumet, beh era una lista su registi di questi anni ( anche se poi ci ho messo Cronenberg e Lynch...). L'uomo senza sonno più che altro mi ha fatto impressione.matteo.conz ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 14:12
Abbiamo gusti simili, ne ho visti circa l'80-85% e sono grandissimi film o veri capolavori: vedrò di recuperare gli altri.
Così a brucia fuoco ci aggiungerei qualche film che mi è rimasto nel cuore: This is England, Cloud atlas, Solo dio perdona, Neon demon e tutti gli gli altri di Refn, la trilogia del dolore: Amores perros, 21 grammi e Babel di Inarritu, Moon, The zero theorem, The lobster, La cura del benessere, The master e Il filo nascosto di PT Anderson, Transsiberian e L'uomo senza sonno di Brad Anderson, Waking life e A skanner darkly di Linklater, Solo gli amanti sopravvivono, Coffee and cigarettes, Broken flower e Patterson di Jim Jarmusch, Onora il padre e la madre di Lumet, Il divo, L'uomo in più,Le conseguenze dell'amore e This must be the place di Sorrentino, Irreversible, Enter the void e Love di Noè, Nynphomaniac, Antichrist, Melancholia e La casa di Jack di Von Trier, L'uomo denza sonno, The signal, ecc
Mica era una critica, anzi era un complimento perchè hai citato molti dei film che ho amato e mi sono permesso di aggiungerne qualcuno per rispondere a Walter White e pure per rinfrescarmi un po' la memoria...non è una gara, io sono un amante dei film, mica un'enciclopedia come teCthulhu ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 17:23 E' una lista che ho fatto velocemente, non l'ho studiata come le altre, un po' di roba manca. Inarritu e Lanthimos di sicuro anche se non sono proprio il primo fan. The master mi pare di averlo messo, però.. Lumet, beh era una lista su registi di questi anni ( anche se poi ci ho messo Cronenberg e Lynch...). L'uomo senza sonno più che altro mi ha fatto impressione.
Sorrentino, Noè e le sorelle ex fratelli li detesto cordialmente. Von Trier è prendere o lasciare. Io prendo qualcosa, ma non tutto.
Resto su I Tenenbaum, per lo stesso motivo per cui non ami certi film di Tarantino e Fellini.
Ottima sceneggiatura, per cui dopo una strenua resistenza, ho smesso! Al traduttore poi, dovrebbe essere ritirata la licenza (o quel che serve) per continuare il lavoro, veramente infame!Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 0:43 Bene, ho appena finito di vedere “C’era una volta a Hollywood” su Sky.
C’è qualcuno che vuole avventurarsi, non dico nella “spiegazione” del film, ma almeno nel sottolinearne pregi evidenti, idee nuove, particolarità tecniche o drammaturghiche, ecc.?
Premetto che dovrà essere MOLTO convincente...
Il doppio kill Bill e Grand Torino mancanti denotano una certa lontananza sia da Tarantino che da Eastwood - e poi come non mettere Shrek?Cthulhu ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 11:54Vaste programme...White Mamba ha scritto: ↑lunedì 27 aprile 2020, 8:31 ma invece negli anni più recenti, diciamo dal 2000 più o meno, che registi (e quali film nel caso) considerate di alto livello?
Qualcosa mi dimentico, ma nel secolo quelli che mi sono piaciuti di più sono, in ordine sparso
Mulholland Drive ( 2001) di David Lynch, purtroppo si è ritirato e nel XXI secolo ha fatto solo un altro film Inland Empire
Il Labirinto di Pan (2006) di Guillermo Del Toro, ma io ho pure una perversa attrazione per Hellboy
Roma (2018) di Alfonso Cuaron, ma anche I figli degli uomini (2006) e Y tu mama tambien (2001). Gravity è uno spettacolone, ma inferiore
In The mood for love (2000) di Wong Kar-wai, il resto non raggiunge quel livello
Una separazione (2007) di Asghar Farhadi
Un profeta (2009) di Jacques Audiard, molto bello anche Tutti i battiti del mio cuore (2005)
Lazzaro Felice (2018) di Alice Rohrwacher, per me il film italiano più bello del millennio
Dogville (2003) di Lars von Trier ( e non sono un suo fan di solito)
Il sospetto (2012) di Thomas Vinterberg
Il petroliere (2009) e The Master (2012) di Paul Thomas Anderson. Che sia un grandissimo regista è certo, ma agli altri suoi film del millennio manca sempre qualcosa per raggiungere il livello di questi.
The eternal sunshine of the spotless mind (2004) - il titolo italiano è orrendo e voglio dimenticarlo - di Michel Gondry
Parasite (2019) di Bong Joon-ho, ça va sans dire, ma tutti i suoi film valgono la pena, soprattutto Memorie di un assassino (2003) e Snowpiercer (2013)
Synecdoche, New York (2008) di Charlie Kaufman, ma anche il ladro di orchidee. Poi the eternal sunshine è una sua creatura
Yi Yi (2000) di Edward Yang, Capolavoro. Purtroppo poi il regista è morto e io non sono riuscito a vedere i suoi film precedenti.
Millennium Mambo (2001) Cafe Lumiere (2003), Three times (2005) e the Assassin (2015) di Hou-hsiao Hsien. Tra i più grandi registi viventi, forse il migliore. Da vedere anche i precedenti, soprattutto Città dolente Occhio, è parecchio pesantino...
Le armonie di Werckmeister (2000) e il cavallo di Torino (2011) di Bela Tarr. Più Satantango (1994). Vedi Hou-Hsiao Hsien
Zodiac (2007) di David Pincher, un regista forse non onorato come merita: basterebbe guardare la filmografia: Seven, Fight club, the Social network, Gone Girl...
Paddington 2 ( 2017) di Paul King - si, lo so che è la storia di un orsetto gentile a cui piace la marmellata...
Tropical Malady ( 2004) e Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti (2010) di Apichatpong Weerasethakul, il nome più complicato di sempre per un grande regista.
Holy motors ( 2002) di Leos Carax
Cache (2005) e il Nastro bianco (2009) di Michael Haneke. Amour è un po' deprimente e il Funny Games originale è migliore
lo splendido Ida ( 2013 ) e Cold War (2018) di Pawel Pawlikowski
Old Boy ( 2003), Lady Vendetta (2005) e Mademoiselle (2016) di Park Chan-wook
Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera ( 2003) e Ferro 3 (2004) di Kim Ki-Duk
Shame ( 2011) di Steve McQueen. 12 anni schiavo è molto bello, ma questo è superiore
4 mesi, 3 settimane, 2 giorni ( 2007) di Cristian Mungiu
Boyhood (2014) e la trilogia Before sunrise (1995), Before sunset (2004) e Before midnight (2013) di Richard Linklater.
Lost in Translation (2003) di Sofia Coppola.
A History of violence ( 2005) e La promessa dell'assassino (2007) sono i migliori del millennio di David Cronenberg.
Hero ( 2002) La foresta dei pugnali violanti (2004) e Ying (2018) di Zhang Yimou sono uno spettacolo. Magari non di grande contenuto, ma una festa per gli occhi.
Così come lo è Mad Max: Fury Road (2015) di George Miller, che è pure più acuto di quanto uno si potrebbe attendere.
The Hurt Locker (2008) di Kathryn Bigelow qualsiasi cosa uno pensi è fatto da dio.
Moonrise Kingdom (2012) e Grand Budapest Hotel (2014) sono i capolavori di Wes Anderson
Splendido e inquietante Under The Skin (2013) di Jonathan Glazer
L'Arca russa (2002) - un tour de force unico - e Faust (2011) di Alexandr Sokurov
Leviathian (2014) di Andrey Zvyagintsev
Lontano dal paradiso (2002) e Carol (2015) di Todd Haynes
Apocalypto ( 2006) di Mel Gibson
First Reformed - La creazione a rischio (2017) di Paul Schrader
Little Sister (2013) Ritratto di famiglia con tempesta (2016) e Un affare di famiglia (2018) di Hirokazu Kore'eda.
Di Christopher Nolan, oltre a Memento ( 2001) preferisco i più fuori di testa, Inception (2010) e Interstellar (2014)
Inutile parlare dei film che hanno fatto i Coen o Scorsese negli ultimi 20 anni, li conoscono tutti.
Poi io adoro tutti i thriller-noir con Liam Neeson, ma quella è una mia perversione...
E anche un bel Jason Statham doc non mi "disgarba" come diciamo a Firenze
Io sono addirittura andato a vederlo al cinema, vincendo le resistenze della mia ragazza, che di Tarantino non ha apprezzato neanche le opere migliori.Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 0:43 Bene, ho appena finito di vedere “C’era una volta a Hollywood” su Sky.
C’è qualcuno che vuole avventurarsi, non dico nella “spiegazione” del film, ma almeno nel sottolinearne pregi evidenti, idee nuove, particolarità tecniche o drammaturghiche, ecc.?
Premetto che dovrà essere MOLTO convincente...
Immagino che l'astinenza sia poi stata prolungata dal lockdown…eliacodogno ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 9:04Io sono addirittura andato a vederlo al cinema, vincendo le resistenze della mia ragazza, che di Tarantino non ha apprezzato neanche le opere migliori.Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 0:43 Bene, ho appena finito di vedere “C’era una volta a Hollywood” su Sky.
C’è qualcuno che vuole avventurarsi, non dico nella “spiegazione” del film, ma almeno nel sottolinearne pregi evidenti, idee nuove, particolarità tecniche o drammaturghiche, ecc.?
Premetto che dovrà essere MOLTO convincente...
Pensa a cosa mi è costato soprattutto dopo
Infatti non è niente di speciale, solamente una lettera di amore di Tarantino alla vecchia Hollywood. Inoltre Brad Pitt ha rubato il secondo Oscar a Al Pacino/Joe Pesci.Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 0:43 Bene, ho appena finito di vedere “C’era una volta a Hollywood” su Sky.
C’è qualcuno che vuole avventurarsi, non dico nella “spiegazione” del film, ma almeno nel sottolinearne pregi evidenti, idee nuove, particolarità tecniche o drammaturghiche, ecc.?
Premetto che dovrà essere MOLTO convincente...
Pensa che le avevo già imposto the hateful eight, il cui primo tempo era stata l'ora e mezza più lunga della mia vita. In definitiva a me sono piaciuti (molto) pulp fiction e bastardi senza gloria, gli altri niente, non li rivedrei neanche una volta.Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 10:23Immagino che l'astinenza sia poi stata prolungata dal lockdown…eliacodogno ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 9:04Io sono addirittura andato a vederlo al cinema, vincendo le resistenze della mia ragazza, che di Tarantino non ha apprezzato neanche le opere migliori.Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 0:43 Bene, ho appena finito di vedere “C’era una volta a Hollywood” su Sky.
C’è qualcuno che vuole avventurarsi, non dico nella “spiegazione” del film, ma almeno nel sottolinearne pregi evidenti, idee nuove, particolarità tecniche o drammaturghiche, ecc.?
Premetto che dovrà essere MOLTO convincente...
Pensa a cosa mi è costato soprattutto dopo
Su Tarantino, non vorrei sembrare perentorio... anzi lo voglio : il giocattolino si è rotto, definitivamente. Fine, stop, period.
Eh, pure questo aspetto: io con “vecchia Hollywood” intendo qualcosa di diverso, e pure di più, rispetto ad attori televisivi a rischio tramonto, filmacci come “Matt Helm”, ecc.Alpe.di.Siusi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 10:24Infatti non è niente di speciale, solamente una lettera di amore di Tarantino alla vecchia Hollywood. Inoltre Brad Pitt ha rubato il secondo Oscar a Al Pacino/Joe Pesci.Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 0:43 Bene, ho appena finito di vedere “C’era una volta a Hollywood” su Sky.
C’è qualcuno che vuole avventurarsi, non dico nella “spiegazione” del film, ma almeno nel sottolinearne pregi evidenti, idee nuove, particolarità tecniche o drammaturghiche, ecc.?
Premetto che dovrà essere MOLTO convincente...
Non ti perdi granchè con gli ultimi di Nolan: colossal pieni di effetti speciali, grande tecnica registica ma poi poca ciccia, sopratutto l'osannato Interstellar. I sui migliori resteranno Followeing, insomnia, memento, the prestige e dai, anche il cavaliere oscuro.eliacodogno ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 10:45 A me le migliori cose in tempi recenti pare di averle viste da Nolan, anche se mi mancano gli ultimi.
E poi, non è un film nuovissimo da io viaggio sempre con un po' di ritardo, mi era piaciuto un sacco l'uomo nell'ombra, forse il film che recentemente mi ha tenuto più incollato allo schermo.
Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 10:51
Mancanza di profondità di analisi, al punto che il finale distopico sembra quasi una decisione autistica ed infantile: siccome la Tate era una bella gnocca, mo’ compio il “prodigio” di salvarla, con buona pace dell’Aldo Moro che esce dal covo BR, di Gesù Cristo che invecchia, di Hitler e Mussolini redivivi...
Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 0:43 Bene, ho appena finito di vedere “C’era una volta a Hollywood” su Sky.
C’è qualcuno che vuole avventurarsi, non dico nella “spiegazione” del film, ma almeno nel sottolinearne pregi evidenti, idee nuove, particolarità tecniche o drammaturghiche, ecc.?
Premetto che dovrà essere MOLTO convincente...
nemecsek. ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 13:50[]https://i.gifer.com/13bV.gif[]Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 10:51
Mancanza di profondità di analisi, al punto che il finale distopico sembra quasi una decisione autistica ed infantile: siccome la Tate era una bella gnocca, mo’ compio il “prodigio” di salvarla, con buona pace dell’Aldo Moro che esce dal covo BR, di Gesù Cristo che invecchia, di Hitler e Mussolini redivivi...
Could you please elaborate?nemecsek. ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 13:55Bitossi ha scritto: Bene, ho appena finito di vedere “C’era una volta a Hollywood” su Sky.
C’è qualcuno che vuole avventurarsi, non dico nella “spiegazione” del film, ma almeno nel sottolinearne pregi evidenti, idee nuove, particolarità tecniche o drammaturghiche, ecc.?
Premetto che dovrà essere MOLTO convincente...
Conte fa i nomi in diretta nazionale
[]https://i.postimg.cc/vmrwjsp5/92575954- ... 5056-n.jpg[]
È vero che ho fatto eccezioni, ma in genere è una lista di registi più recenti. Che poi non sia un fan sfegatatoMaìno della Spinetta ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 9:00 [
Il doppio kill Bill e Grand Torino mancanti denotano una certa lontananza sia da Tarantino che da Eastwood - e poi come non mettere Shrek?
Non che mi faccia impazzire, ma almeno è un pò più rilassato. I personaggi non sono tutti assassini psicopatici come negli ultimi e c'è un tono elegiaco che per Tarantino è una novità.Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 10:51Eh, pure questo aspetto: io con “vecchia Hollywood” intendo qualcosa di diverso, e pure di più, rispetto ad attori televisivi a rischio tramonto, filmacci come “Matt Helm”, ecc.Alpe.di.Siusi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 10:24Infatti non è niente di speciale, solamente una lettera di amore di Tarantino alla vecchia Hollywood. Inoltre Brad Pitt ha rubato il secondo Oscar a Al Pacino/Joe Pesci.Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 0:43 Bene, ho appena finito di vedere “C’era una volta a Hollywood” su Sky.
C’è qualcuno che vuole avventurarsi, non dico nella “spiegazione” del film, ma almeno nel sottolinearne pregi evidenti, idee nuove, particolarità tecniche o drammaturghiche, ecc.?
Premetto che dovrà essere MOLTO convincente...
Mancanza di profondità di analisi, al punto che il finale distopico sembra quasi una decisione autistica ed infantile: siccome la Tate era una bella gnocca, mo’ compio il “prodigio” di salvarla, con buona pace dell’Aldo Moro che esce dal covo BR, di Gesù Cristo che invecchia, di Hitler e Mussolini redivivi...
Sono gusti: ho un opinione molto più alta della tua di zio bonmee e di grand Budapest hotel ( che a me piace soprattutto perché ricorda Lubitsch e Ophuls) e molto più bassa di kill bill. O meglio, la prima parte non è male, la seconda è una cagata pazzesca. Per me il problema è che mette troppa carne al fuoco e non ha il tempo di cuocerla a dovere. Alla fine si ritrova con un film sconnesso, una serie di sketch senza qualcosa che li unifichiAdmin ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 8:16Resto su I Tenenbaum, per lo stesso motivo per cui non ami certi film di Tarantino e Fellini.
A un certo punto mi pare che W. Anderson si sia avvitato su se stesso, schiavo di una forma diventata maniera. Grand Budapest Hotel davvero non l'ho digerito, l'altro che citi mi è piaciuto di più principalmente per la simpatia del protagonista. I Tenenbaum fu un gran film. Di Steve Zissou ho apprezzato la colonna sonora (e vorrei vedere! Momento più emozionante del film, al secondo 55 del video qui sotto, quando la musica di Life on Mars? si insinua nella scena ) ma pure lì un senso di rifiuto dei barocchismi a un certo punto si è impadronito di me.
In tema di film schiavi della forma, l'altra sera ho visto Suburbicon di Clooney, o meglio di Clooney che fa un film dei Coen. Non mi è dispiaciuto in assoluto ma davvero troppo dejavù. Per chi volesse darci uno sguardo, è ancora disponibile su RaiPlay.
E ora, momento dissing.
Non so come tu possa dire che Kill Bill sia un film alla Tarantino! Quando nella parte 1 irrompe il cartone animato mi sono sentito male dalla troppa bellezza. Bastardi e Django sono due pellicole superbe, catartiche, e nella seconda i dialoghi di Waltz sono strepitosi. Grindhouse è indubbiamente (ma anche dichiaratamente) un film minore. The Hateful Eight mi è piaciuto un po' meno dei precedenti. L'ultimo lo vedrò prossimamente, così risponderò anche al nostro Bitossi.
Poi magari commento qualche altro film "millennial" che hai citato, comunque gran bella lista, me ne mancano un po' soprattutto dell'ultimo decennio e ho preso appunti.
Ah: Zio Bonmee l'ho visto qualche giorno fa... Pollice verso. (Anche questo credo sia ancora su RaiPlay, per chi avesse il coraggio... ).
Oddio, non che stavolta gli psicopatici scarseggino...
Non intervengo mai qui ma leggio sempre con piacere, leggere stroncature di Tarantino (tra i miei coetanei è una tragedia cercare di criticarlo) mi fa molto piacere soprattutto sull'ultimo film che ho visto al cinema tempo fa pensando più o meno le tue stesse cose.Bitossi ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 18:03Oddio, non che stavolta gli psicopatici scarseggino...
Comunque sì, l’ho notata anch’io, un’aura di insolita nostalghia, che però è solo un particolare.
Rimane la superficialità, questa sì tipica, ma questa volta giocata male, e pure in un contesto di lungaggini non particolarmente significative (la parte centrale del film, con la riscoperta delle possibilità attoriali, e con l’infante saputella), che mi hanno pure un po’ annoiato.
Priva di senso secondo me, se non in senso quantomeno autoreferenziale, l’ucronia finale...
(ero stato impreciso nel definirla distopia... )
Dove? Quando? Perché?
Un po’ troppo poco, a mio avviso, Cthu...Cthulhu ha scritto: ↑lunedì 4 maggio 2020, 22:31 Su sky ho finalmente visto su uno schermo decente once upon a time in Hollywood ( l'avevo visto solo in aereo, sui voli intercontinentali non chiudo occhio, guardo quattro cinque film di fila ) e devo dire che non posso essere più in disaccordo con voi: per me è il film migliore che abbia mai fatto dai tempi di pulp fiction. Magari c'è qualcosa di troppo,tipo la trasferta italiana che ha poco senso, ma finalmente ha fatto un film non da adolescente. C'è rimpianto,nostalgia, senso del tempo che passa e delle occasioni perdute.Per la prima volta i suoi protagonisti non sono delle macchiette monodimensionali,li ama con una ironia gentile che non credevo fosse nelle sue corde.E le hippies del ranch sono le psicopatiche più inquietanti di tutto il suo cinema.L'ucronia finale non é una fantasia da fumetto come in inglorious bastards, io ci ho visto un desiderio sincero che le cose potessero andare in maniera diversa, non tanto nel caso specifico, ma in generale. Non ci vedo nulla di ridicolo nel voler salvare Sharon Tate che é un simbolo di bellezza,giovinezza,entusiasmo e ingenuità. Non è quello che vorremmo fare tutti,pur nella consapevolezza amara che é solo una favola impossibile? Mi è piaciuta anche la sottile ed ironica autocritica alla sua carriera e alla sua immagine: sono famoso per la violenza e le scene splatter? Bene, vi faccio aspettare due ore e mezzo, poi vi soddisfo in cinque minuti. Tarantino ha giurato che farà solo dieci film nella sua vita e questo è il nono: per la prima volta spero ci ripensi.
EDIT: cito Wikipedia inglese questo commento del teologo David Bentley Hart di cui ho letto lo splendido the experience of God - anche gli atei leggono libri di teologia e possono apprezzarli - "the film "exhibit a genuine ethical pathos, one that actually brought tears to my eyes" for its portrayal of "cosmic justice."...Tarantino's version of the story unexpectedly veered away into some other, dreamlike, better world, where the monsters inadvertently passed through the wrong door and met the end they deserved" ... "It gave glorious expression to a perfectly righteous rage" in "some other order of reality, if only an imaginary one, where ethereal sweetness had survived and horror had perished." Di sicuro non potrei dire meglio.
E' il bello della vita non essere d'accordo su tutto, no ? E comunque meglio arrivarci a 60 anni che mai a certe cose.Bitossi ha scritto: ↑martedì 5 maggio 2020, 13:17Un po’ troppo poco, a mio avviso, Cthu...Cthulhu ha scritto: ↑lunedì 4 maggio 2020, 22:31 Su sky ho finalmente visto su uno schermo decente once upon a time in Hollywood ( l'avevo visto solo in aereo, sui voli intercontinentali non chiudo occhio, guardo quattro cinque film di fila ) e devo dire che non posso essere più in disaccordo con voi: per me è il film migliore che abbia mai fatto dai tempi di pulp fiction. Magari c'è qualcosa di troppo,tipo la trasferta italiana che ha poco senso, ma finalmente ha fatto un film non da adolescente. C'è rimpianto,nostalgia, senso del tempo che passa e delle occasioni perdute.Per la prima volta i suoi protagonisti non sono delle macchiette monodimensionali,li ama con una ironia gentile che non credevo fosse nelle sue corde.E le hippies del ranch sono le psicopatiche più inquietanti di tutto il suo cinema.L'ucronia finale non é una fantasia da fumetto come in inglorious bastards, io ci ho visto un desiderio sincero che le cose potessero andare in maniera diversa, non tanto nel caso specifico, ma in generale. Non ci vedo nulla di ridicolo nel voler salvare Sharon Tate che é un simbolo di bellezza,giovinezza,entusiasmo e ingenuità. Non è quello che vorremmo fare tutti,pur nella consapevolezza amara che é solo una favola impossibile? Mi è piaciuta anche la sottile ed ironica autocritica alla sua carriera e alla sua immagine: sono famoso per la violenza e le scene splatter? Bene, vi faccio aspettare due ore e mezzo, poi vi soddisfo in cinque minuti. Tarantino ha giurato che farà solo dieci film nella sua vita e questo è il nono: per la prima volta spero ci ripensi.
EDIT: cito Wikipedia inglese questo commento del teologo David Bentley Hart di cui ho letto lo splendido the experience of God - anche gli atei leggono libri di teologia e possono apprezzarli - "the film "exhibit a genuine ethical pathos, one that actually brought tears to my eyes" for its portrayal of "cosmic justice."...Tarantino's version of the story unexpectedly veered away into some other, dreamlike, better world, where the monsters inadvertently passed through the wrong door and met the end they deserved" ... "It gave glorious expression to a perfectly righteous rage" in "some other order of reality, if only an imaginary one, where ethereal sweetness had survived and horror had perished." Di sicuro non potrei dire meglio.
Fermo restando che effettivamente questo aspetto di “insoddisfazione” verso la storia, una sorta di riparazione postuma unita ad un certo rimpianto nostalgico, fa capolino più che in altri suoi film fino a diventare il segno più riconoscibile, trovo che sia sempre difettoso nell’analisi, superficiale ed infantile.
Volendo fare i seriosi ed intellettuali organici, si potrebbe pensare “azz, a 60 anni se ne è accorto, che si può parlare anche di come vanno le cose nel mondo”?
Mi stupiscono poi critici anche preparati che pongono come punti a favore l’uso simbolico di alcuni attori, il riferimento iconico ad altri suoi film (e solo di passaggio al mondo del cinema in generale, e quasi nulla alla sua storia), come se questo fosse un merito, mentre a mio avviso rimane un vezzo.
Per fare un esempio diverso, non avevamo a lungo pensato e detto che Nanni Moretti avesse strarotto i coyotes con la rappresentazione statica e nevrotica delle sue fissazioni, e che sarebbe stata ora che cominciasse a fare veramente del “cinema”? Bene, sempre secondo me, qui siamo in una situazione simile anche se quasi inversa: mentre il romanaccio ha finalmente cominciato a raccontare delle storie, ancora deboli a livello cinematografico, ma comunque integrando in questo modo la sua visione del mondo, il Quentino nostro, 3000 step avanti nell’uso tecnico dello strumento e della sua sintassi, persevera nell’egotica rappresentazione del suo mondo interiore, fatto di b-movie, canzonette folk-rock, e ancora primaria nell’uso spettacolare della violenza. Per una volta il tutto permeato da una certa nostalghia... grazie, troppo buono, le faremo sapere.
Meno seriosamente stavolta, si potrebbe obiettare che, seppur riservato solo al finale (ma c’è qualcosa anche prima, vedi Bruce Lee e incontro/scontro al ranch degli sfigatoni hippy), rimane patetico l’anelito all’épater le bourgeois ammazzando qualcuno con un lanciafiamme, o sbattendogli la testa contro il muro 850 volte, invece delle 4 o 5 necessarie?
Potrei andare avanti, ma poi chi lo sente @Admin? (Marco, ti decidi a guardarlo ‘sto film? Oppure evita di leggere qui... )
PS: perché scrivi barrato? Sembra quasi un ripensamento...
Va bene, ama i personaggi e allora a me che me ne viene di comprensione del mondo o almeno di una parte? L'unica cosa che sono riuscito a percepire è che nella versione italiana con una parola sola al solito si esprimono tutti i sentimenti!!!Cthulhu ha scritto: ↑lunedì 4 maggio 2020, 22:31 Su sky ho finalmente visto su uno schermo decente once upon a time in Hollywood ( l'avevo visto solo in aereo, sui voli intercontinentali non chiudo occhio, guardo quattro cinque film di fila ) e devo dire che non posso essere più in disaccordo con voi: per me è il film migliore che abbia mai fatto dai tempi di pulp fiction. Magari c'è qualcosa di troppo,tipo la trasferta italiana che ha poco senso, ma finalmente ha fatto un film non da adolescente. C'è rimpianto,nostalgia, senso del tempo che passa e delle occasioni perdute.Per la prima volta i suoi protagonisti non sono delle macchiette monodimensionali,li ama con una ironia gentile che non credevo fosse nelle sue corde.
Leggerli de sicuro, apprezzarli forse, ma solo se non parlano del loro Dio! Ho letto Le confessioni e La Città di Dio, ad es. di Agostino di Ippona e non riesco a trovare qualcosa su cui riflettere in positivo e non venite a dirmi che erano altri tempi, perché in autori greci (molto più antichi) il discorso è diverso. Potresti accennarmi a qualcosa di splendido in codesta Esperienza di Dio, che potrei anche leggere e chiosare, se anch'io ci potessi trovare qualcosa almeno di interessante?
L'ò scritto troppe volte, il traduttore è un incompetente, perché non conosce l'italiano e si trincera quindi dietro la moda (la classe che raggruppa la maggior frequenza)! Paolo Poli in un suo spettacolo definì il membro maschile in più di cento modi (e non in uno solo). Poi si sfiora il ridicolo quando si usa simile insulsa parola per tradurre "merde", che è tutt'altro che anodina: ha tutta una sua, fra l'altro, fragranza.Bitossi ha scritto: ↑mercoledì 6 maggio 2020, 11:34 Vabbe’ Carlo, fermo restando che le “parolacce” sono per me il minimo problema nell’analisi di un’opera, perché dare la colpa alla traduzione?
Se nell’originale uno dice “fuck”, o uno dei suoi composti o derivati, al povero traduttore non rimane che usare l’equivalente italiano, che non è una traduzione letterale, proprio perché le traduzioni letterali quasi sempre non vanno bene, in particolare nel linguaggio volgare.
Bisogna appunto usare gli equivalenti, sia per la frequente intraducibilità della locuzione, sia perché a volte la traduzione letterale finirebbero per essere addirittura più volgare (va’ a vedere quale termine inglese viene tradotto di solito con “stronzo”... ).
PS: ovvìa, che si dice là a Firènze? Tutto bène?
secondo me sbagli, l'attitudine di un narratore verso i suoi personaggi è fondamentale da un punto di vista estetico; se si sente superiore a loro o alla materia che tratta vuol dire che si nasconde dietro la sua presunzione e quindi è un artista di merda.
Pas possible: in primis because jo sé nur Französisch; in secundis diatázei ti gynaíka tou.
Va bene, ti concedo che sia importante, ma la domanda rimane.Cthulhu ha scritto: ↑mercoledì 6 maggio 2020, 18:30secondo me sbagli, l'attitudine di un narratore verso i suoi personaggi è fondamentale da un punto di vista estetico; se si sente superiore a loro o alla materia che tratta vuol dire che si nasconde dietro la sua presunzione e quindi è un artista di merda.