il management del ciclismo

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
gianfranco
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Iscritto il: lunedì 22 ottobre 2012, 8:12

il management del ciclismo

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Buongiorno a tutti, sono un manager commerciale e soprattutto sono anche un appassionato di ciclismo.
Vorrei dire due parole relativamente all'abbandono della Rabobank dal ciclismo;
inanzitutto mi chiedo come un colosso di questa dimensione possa gettare al vento 17 anni di notevoli investimenti , perche':
dicono a fronte del rapporto USADA.
Nel calcio tutti i giorni si parla di illeciti piu' o meno gravi eppure gli investimenti continuano, e Allora?
Il management Rabobank, visto il "peso" che un'azienda di quella caratura ha, non avrebbe fatto meglio a salvaguardare i propri investimenti prendendo una posizione di forza nei confronti dell'UCI, anziche' buttare al vento tutto?
Hanno costruito un immaggine grandissima erano gli "ORANGE"del gruppo spendendo decine e decine di milioni di euro e non avendo una responsabilità propria chiudono, Non e' molto logico.
La juventus ha attraversato un periodo difficile eppure hanno continuato ad investire salvaguardando i propri interessi, ma loro hanno un management con gli attributi.
Allora perche' SKY, BMC, ASTANA, LOTTO ecc, ecc, non si ritirano?
Secondo il mio modesto parere e' ora che nel ciclismo entrino manager veri che salvaguardino gli interessi degli sponsor, che affrontino i vari ostacoli e risolvino i problemi, senza che si butti tutto al vento per responsabilità di terzi, bisogna togliere questo "provincialismo" dal ciclismo professionistico.
Un saluto a tutti,
Gianfranco


BenoixRoberti

Re: il management del ciclismo

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Nel ciclismo sono entrati manager verissimi (molti, troppi IMG) che hanno più che salvaguardato gli interessi degli sponsor loro (es. Nike, ecc.).
E non se ne sono mai andati, anche se oggi abbiamo scoperto che sono stati raggirati da una star che poi hanno scoperto essere un truffatore. :o
Gli altri invece, avendo meno risorse, si sono dovuti adeguare ... subendo di ogni (quasi come i ciclisti).


prof
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Re: il management del ciclismo

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Beh, Hein Verbruggen non era un manager: bastava sentirlo parlare per capirlo subito: HV era un politico che si è servito di managers per le sue mene. L'uomo di Svizzera che si cita era un suo sottopanza. Un manager sottopanza. E' una storia antica e che da noi dovrebbe essere molto comprensibile.
In fondo HV non è molto diverso dal nostro Von Stein piu' sotto menzionato.
Gli uomini IMG hanno supplito ad un vuoto che era clamoroso e, forse senza merito, hanno presto assunto un potere che non hanno saputo gestire: se il loro uomo di punta MB non ha trovato di meglio che associarsi con il Dutur Mito, vuol dire semplicemente che non era persona all'altezza. Per quanto attiene a Todd, lui il suo mestiere lo ha fatto ma non toccava a lui dirigere il ciclismo.
E' tutto il ciclismo che non ha mai espresso dirigenti degni di questo nome e per i ben noti motivi che abbiamo già avuto modo di analizzare (mondo autoreferenziale e chiuso che pratica il riciclaggio umano). Sullo stesso piano stavano giornalisti che facevano gli organizzatori a tempo perso e senza conoscere la professione.
Ci sono solo due attori nel ciclismo, corridori (che vuol dire squadre, cioè sponsor) e organizzatori. Sono questi che, attraverso le loro organizzazioni, dovrebbero mettere in piedi il loro circo. Un terzo, indipendente, dovrebbe vigilare sulla correttezza del gioco.
Non è poi tanto difficile: si individuano gli stockholders, si studiano i deliverables, i risks e voilà, ci troviamo di fronte ad un progeto che è molto piu' semplice di un qualsiasi altro progetto industriale.
Ultima modifica di prof il lunedì 22 ottobre 2012, 15:55, modificato 1 volta in totale.


BenoixRoberti

Re: il management del ciclismo

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prof ha scritto:Beh, Hein Verbruggen non era un manager: bastava sentirlo parlare per capirlo subito: HV era un politico che si è servito di managers per le sue mene. L'uomo di Svizzera che si cita era un suo sottopanza. Un manager sottopanza. E' una storia antica e che da noi dovrebbe essere molto comprensibile.
In fondo HV non è molto diverso dal nostro Von Stein piu' sotto menzionato.
Non c'è alcun dubbio sul suo skill politico, ma negli anni 70 era il rampante direttore marketing della Mars Flandria, mitica squadra belga.


prof
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Iscritto il: lunedì 14 marzo 2011, 2:44

Re: il management del ciclismo

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BenoixRoberti ha scritto:
prof ha scritto:Beh, Hein Verbruggen non era un manager: bastava sentirlo parlare per capirlo subito: HV era un politico che si è servito di managers per le sue mene. L'uomo di Svizzera che si cita era un suo sottopanza. Un manager sottopanza. E' una storia antica e che da noi dovrebbe essere molto comprensibile.
In fondo HV non è molto diverso dal nostro Von Stein piu' sotto menzionato.
Non c'è alcun dubbio sul suo skill politico, ma negli anni 70 era il rampante direttore marketing della Mars Flandria, mitica squadra belga.
Si', ma è diventato il presidente dell'UCI e poi, mi chiedo, basta essere un direttore marketing di una micro azienda come la seppur mitica MF per essere un manager qualificato ? No, diciamo che la sua cooptazione nel comitato centrale del ciclismo è avvenuta cosi' come è sempre avvenuto in questo piccolo mondo autoreferenziale.


Dino
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Iscritto il: sabato 25 febbraio 2012, 12:35

Re: il management del ciclismo

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prof ha scritto:
BenoixRoberti ha scritto:
prof ha scritto:Beh, Hein Verbruggen non era un manager: bastava sentirlo parlare per capirlo subito: HV era un politico che si è servito di managers per le sue mene. L'uomo di Svizzera che si cita era un suo sottopanza. Un manager sottopanza. E' una storia antica e che da noi dovrebbe essere molto comprensibile.
In fondo HV non è molto diverso dal nostro Von Stein piu' sotto menzionato.
Non c'è alcun dubbio sul suo skill politico, ma negli anni 70 era il rampante direttore marketing della Mars Flandria, mitica squadra belga.
Si', ma è diventato il presidente dell'UCI e poi, mi chiedo, basta essere un direttore marketing di una micro azienda come la seppur mitica MF per essere un manager qualificato ? No, diciamo che la sua cooptazione nel comitato centrale del ciclismo è avvenuta cosi' come è sempre avvenuto in questo piccolo mondo autoreferenziale.
e baronale aggiungerei :-)


Dino
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Iscritto il: sabato 25 febbraio 2012, 12:35

Re: il management del ciclismo

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Marco (Grassi si intende), probabilmente è un discorso che è già emerso più volte, non ti è mai venuto in mente di buttarti in un ruolo attivo in federazione o in qualche altro organismo...o ancora meglio creare tu un movimento che possa aggregare chi di questo "schifo" non ne può più?


Winter
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Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 19:33

Re: il management del ciclismo

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gianfranco ha scritto:Buongiorno a tutti, sono un manager commerciale e soprattutto sono anche un appassionato di ciclismo.
Vorrei dire due parole relativamente all'abbandono della Rabobank dal ciclismo;
inanzitutto mi chiedo come un colosso di questa dimensione possa gettare al vento 17 anni di notevoli investimenti , perche':
dicono a fronte del rapporto USADA.
Nel calcio tutti i giorni si parla di illeciti piu' o meno gravi eppure gli investimenti continuano, e Allora?
Il management Rabobank, visto il "peso" che un'azienda di quella caratura ha, non avrebbe fatto meglio a salvaguardare i propri investimenti prendendo una posizione di forza nei confronti dell'UCI, anziche' buttare al vento tutto?
Hanno costruito un immaggine grandissima erano gli "ORANGE"del gruppo spendendo decine e decine di milioni di euro e non avendo una responsabilità propria chiudono, Non e' molto logico.
La juventus ha attraversato un periodo difficile eppure hanno continuato ad investire salvaguardando i propri interessi, ma loro hanno un management con gli attributi.
Allora perche' SKY, BMC, ASTANA, LOTTO ecc, ecc, non si ritirano?
Secondo il mio modesto parere e' ora che nel ciclismo entrino manager veri che salvaguardino gli interessi degli sponsor, che affrontino i vari ostacoli e risolvino i problemi, senza che si butti tutto al vento per responsabilità di terzi, bisogna togliere questo "provincialismo" dal ciclismo professionistico.
Un saluto a tutti,
Gianfranco
Non c'e' solo il rapporto Usada
C'e' il Caso Dekker , quello ben piu' spinoso Rasmussen , quello Barredo
Proprio per salvaguardare i propri interessi avran giustamente fatto due conti ed esser associati continuamente a notizie del genere è tutto tranne che positivo
Meglio giustamente uscire
Sky è nel ciclismo da 3 anni.. vediamo tra 15!
Astana e Lotto son sponsor statali , stanzioni i soldi indipendentemente dal ritorno pubblicitario
BMC , c'e' l'esempio di Phonak (parte dello stesso gruppo) , scandalo Landis esce dal ciclismo
Stapleton non era un manager vero ? non mancano i manager , manca la credibilità di tutto l'ambiente (per primi i corridori che insultano i pochi che non si dopano , poi squadre , organizzatori e UCI che cambia le regole spesso durante la stagione)


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