El Chava
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El Chava
Il Re dell'Angliru
Scritto da Sergio Loi
Ottava tappa della Vuelta a España 1999, partenza da Leon, arrivo dopo 175,6 chilometri sull'inedito Alto de Angliru. La montagna asturiana fino a quel momento non era mai stata inserita sul percorso della corsa a tappe spagnola, ma era già temuta dalla maggior parte dei corridori professionisti. Nei giorni precedenti non si parlava che della famosa “Cueña”, per completezza d'informazioni “Cueña les Cabres”, un tratto di strada lungo circa 500 metri che presenta pendenze assassine, si parla del 23-24%. Ma nel complesso gli ultimi sei chilometri di scalata si presentano duri, selettivi, il teatro giusto per l'impresa di un grande scalatore...
...La giornata è da lupi, freddo e pioggia accompagnano i corridori per tutta la tappa, ricorda un po' la giornata dell'impresa di Pantani sul Galibier, stavolta sarà il suo alter ego spagnolo a scrivere una pagina indelebile di storia del ciclismo.
I corridori si presentano tutti uniti alla porta dell'inferno, il destino è implacabile e uguale per tutti, bisogna sconfiggere il mostro. Man mano che si sale, una nebbia fittissima inizia ad accompagnare la marcia del gruppo, il primo tratto è un riscaldamento con qualche strappo isolato che si presenta come la lama di un coltello affilato per i corridori meno forti in salita...
...Ma è ancora nulla, ben presto si arriva al famoso undicesimo chilometro, “Les Cabañes”, primo tratto al 22%, inizia la selezione.
In testa c'è il russo Pavel Tonkov, con un minuto di ritardo sale regolare il tandem spagnolo formato dal giovane grimpeur Roberto Heras e dal “Chaba” Jose Maria Jimenez. La maglia amarillo Abraham Olano e il favorito della Vuelta, Jan Ullrich, arrancano ma resistono poco dietro.
Mancano 3 chilometri, ma su questa salita sono tanti, rappresentano un'eternità, inizia la famosa e temutissima “Cueña”, le pendenze sono irreali, il teatro è pronto, si scatena lui, direttamente da El Barraco con una dose di talento fuori da ogni logica, Jose Maria Jimenez.
L'azione è incontenibile, Jimenez si alza sui pedali, inizia lo show, nel giro di poche centinaia di metri Tonkov è nel mirino pronto ad essere scavalcato dalla furia agonistica di un corridore, maledetto, discontinuo, ma capace di far impazzire una nazione.
La nebbia è sempre più fitta, ma ecco, all'ultimo chilometro si intravede una divisa Mapei, l'ha ripreso, c'è il ricongiungimento, incredibile, un'impresa d'altri tempi. Il tandem si avvia compatto verso l'arrivo in leggera discesa, il russo è esausto e non disputa neanche la volata, vince Jimenez, una nazione gioisce per l'ennesima impresa del suo pupillo, l'erede di Jose Manuel Fuente.
Nella montagna più dura e selettiva di Spagna, a trionfare è uno degli scalatori più forti dell'ultimo ventennio ciclistico, l'Alto de Angliru è stato conquistato, ha il suo monarca, “Rey Jose” da El Barraco.
Scritto da Sergio Loi
Ottava tappa della Vuelta a España 1999, partenza da Leon, arrivo dopo 175,6 chilometri sull'inedito Alto de Angliru. La montagna asturiana fino a quel momento non era mai stata inserita sul percorso della corsa a tappe spagnola, ma era già temuta dalla maggior parte dei corridori professionisti. Nei giorni precedenti non si parlava che della famosa “Cueña”, per completezza d'informazioni “Cueña les Cabres”, un tratto di strada lungo circa 500 metri che presenta pendenze assassine, si parla del 23-24%. Ma nel complesso gli ultimi sei chilometri di scalata si presentano duri, selettivi, il teatro giusto per l'impresa di un grande scalatore...
...La giornata è da lupi, freddo e pioggia accompagnano i corridori per tutta la tappa, ricorda un po' la giornata dell'impresa di Pantani sul Galibier, stavolta sarà il suo alter ego spagnolo a scrivere una pagina indelebile di storia del ciclismo.
I corridori si presentano tutti uniti alla porta dell'inferno, il destino è implacabile e uguale per tutti, bisogna sconfiggere il mostro. Man mano che si sale, una nebbia fittissima inizia ad accompagnare la marcia del gruppo, il primo tratto è un riscaldamento con qualche strappo isolato che si presenta come la lama di un coltello affilato per i corridori meno forti in salita...
...Ma è ancora nulla, ben presto si arriva al famoso undicesimo chilometro, “Les Cabañes”, primo tratto al 22%, inizia la selezione.
In testa c'è il russo Pavel Tonkov, con un minuto di ritardo sale regolare il tandem spagnolo formato dal giovane grimpeur Roberto Heras e dal “Chaba” Jose Maria Jimenez. La maglia amarillo Abraham Olano e il favorito della Vuelta, Jan Ullrich, arrancano ma resistono poco dietro.
Mancano 3 chilometri, ma su questa salita sono tanti, rappresentano un'eternità, inizia la famosa e temutissima “Cueña”, le pendenze sono irreali, il teatro è pronto, si scatena lui, direttamente da El Barraco con una dose di talento fuori da ogni logica, Jose Maria Jimenez.
L'azione è incontenibile, Jimenez si alza sui pedali, inizia lo show, nel giro di poche centinaia di metri Tonkov è nel mirino pronto ad essere scavalcato dalla furia agonistica di un corridore, maledetto, discontinuo, ma capace di far impazzire una nazione.
La nebbia è sempre più fitta, ma ecco, all'ultimo chilometro si intravede una divisa Mapei, l'ha ripreso, c'è il ricongiungimento, incredibile, un'impresa d'altri tempi. Il tandem si avvia compatto verso l'arrivo in leggera discesa, il russo è esausto e non disputa neanche la volata, vince Jimenez, una nazione gioisce per l'ennesima impresa del suo pupillo, l'erede di Jose Manuel Fuente.
Nella montagna più dura e selettiva di Spagna, a trionfare è uno degli scalatori più forti dell'ultimo ventennio ciclistico, l'Alto de Angliru è stato conquistato, ha il suo monarca, “Rey Jose” da El Barraco.
Re: El Chava
El Chava era un buon-ottimo scalatore, niente di piu'
Per considerarlo tra i piu' forti dell'ultimo ventennio bisogna considerare una classifica di minimo 20 corridori.
Non era piu' forte di un Piepoli, per dire
Per considerarlo tra i piu' forti dell'ultimo ventennio bisogna considerare una classifica di minimo 20 corridori.
Non era piu' forte di un Piepoli, per dire
Kruijswijk... il resto è noia
"Siamo in gennaio, siamo in Australia ma per me questo e' il successore di Froome nell'albo d'oro della grand boucle.."
21/01/2017 barrylyndon su Porte
"Siamo in gennaio, siamo in Australia ma per me questo e' il successore di Froome nell'albo d'oro della grand boucle.."
21/01/2017 barrylyndon su Porte
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Re: El Chava
Nel periodo di fine anni 90 e l'inizio anni 2000 Jimenez è stato il secondo scalatore più forte del mondo dietro Pantani.meriadoc ha scritto:El Chava era un buon-ottimo scalatore, niente di piu'
Per considerarlo tra i piu' forti dell'ultimo ventennio bisogna considerare una classifica di minimo 20 corridori.
Non era piu' forte di un Piepoli, per dire
Il limite di Jimenez era la discontinuità e la cronometro,dove prendeva troppi minuti anche per uno scalatore puro.
Ma se in giornata in salita erano dolori per tutti.
Nella Vuelta 1998 fu impressionante in tutte le tappe di montagna.
Non vinse quella Vuelta solo perchè aveva in squadra Olano,quindi non poteva attaccare come avrebbe voluto.
Ci furono anche polemiche tra la moglie di Olano e lo stesso Jimenez.
Di Jimenez ricordo anche le sfide con Pantani, sul Gran Sasso al Giro 99,quando fu il primo degli "umani",sul Galibier al Tour 98 dove scollinò subito dietro a Marco,oppure a Courchevel nel 2000,quando fu ripreso e staccato da Pantani a 3 chilometri dall'arrivo.
In quello stesso Tour 2000 arrivò terzo a Hautacam,dietro lo scatenato Armstrong.
Diciamo che era alla Vuelta dove dava il suo meglio,nel 98 vinse quattro tappe,nel 99 la tappa regina sull'Angliru e nel 2001 altre tre tappe,dando il solito spettacolo.
Perchè Jimenez era questo,uno scalatore che dava emozioni in salita con i suoi continui cambi di ritmo,anche in questo il più vicino a Pantani.
Purtroppo aveva il difetto di prendere crisi impensabili,anche nella stessa tappa dove magari dava l'impressione di andar forte.
Esempi,nel 98 sul Galibier scollinò 10 secondi dopo Pantani,ma poi tra la discesa e l'ultima salita a Les deux Alpes prese una crisi paurosa,tanto che anche lo stesso Ullrich in crisi lo riprese e lo staccò.
Al Giro del 99,sul Fauniera fu il primo dei big ad attaccare,poi partì Pantani che fece il vuoto,Jimenez per qualche chilometro fu con Gotti il primo degli inseguitori,ma all'improvviso andò in crisi e in pochi chilometri prese 10 minuti.
Stessa cosa sul Mortirolo,dove con un ritmo incredibile dava la sensazione di poter riprendere il trio Simoni-Heras-Gotti,ma quando li aveva a pochi secondi andò in crisi e scollinò a quasi 10 minuti dal trio.
Inquadrato dalla televisione si vedeva Jimenez in crisi che faticava a salire.
A cronometro poi è stato forse il peggior scalatore di quel periodo,in questo senso era meno completo rispetto ad altri scalatori puri.
Ma in salita il miglior Jimenez è stato il secondo scalatore più forte di quel periodo,non ho il minimo dubbio su questo.
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Re: El Chava
Lo tifavo da piccolo, e gli ho voluto bene come un piccolo ed inesperto fan può volere. Forse l'Iban Mayo degli anni 90: potenzialmente fra i primissimi in salita, ma all'atto pratico raccolse meno di quanto avrebbe potuto.
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Re: El Chava
Altra cosa rispetto a Mayo in salita.Fabioilpazzo ha scritto:Lo tifavo da piccolo, e gli ho voluto bene come un piccolo ed inesperto fan può volere. Forse l'Iban Mayo degli anni 90: potenzialmente fra i primissimi in salita, ma all'atto pratico raccolse meno di quanto avrebbe potuto.
Mayo non dominava in montagna neanche a casa sua.
Mentre Jimenez per molti anni è stato il miglior scalatore della Vuelta,vincendo tappe e dando spettacolo.
Ricordo che ai tempi alla Vuelta partecipavano quasi tutti i più grandi big delle corse a tappe,da Ullrich a Heras,Escartin,Zuelle,Olano,Tonkov,Beloki,Virenque,Simoni e addirittura un anno (nel 98) lo stesso Armstrong,appena rientrato alle corse dopo la malattia, disputò la Vuelta piazzandosi quarto.
Contro questi avversari Jimenez alla Vuelta si dimostrò quasi sempre il più forte in salita.
Quindi direi che POTENZIALMENTE avrebbe potuto vincere una grande corsa a tappe,ma se parliamo di salita è stato uno dei più forti degli ultimi 20 anni,questo l'ha ampiamente dimostrato.
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Re: El Chava
Ho letto su Bicisport di agosto che dedicò quella vittoria del 1999 a Pantani. Dopo Campiglio. Un uomo coraggioso. Grandissimo.
Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
Lasciamolo in pace un cazzo!
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