Trullo ha scritto: ↑venerdì 11 ottobre 2024, 18:42
Aggiungo anche questo saggio
Jonathan Haidt, La generazione ansiosa
Come detto altre volte, e' bello alternare alla narrativa, di vario genere, anche letture di saggistica che ci aiutano a capire il mondo in cui viviamo (storia contemporanea, politica, ecc.) Questo libro e' stato suggerito da Serena Mazzini, esperta italiana di social media che vi invito a seguire per le sue lucide analisi.
"Quando diamo fiducia ai bambini, loro spiccano il volo. Dare fiducia ai nostri figli perché comincino ad avventurarsi nel mondo è forse la cosa più trasformativa che gli adulti possano fare. Per molti genitori, tuttavia, è difficile riuscirci da soli. Se vostra figlia va al parco e non trova altri coetanei, se ne tornerà dritta a casa. Se vostro figlio è l’unico bambino di otto anni che in città vedono camminare senza un accompagnatore, qualcuno potrebbe chiamare la polizia. Rinormalizzare l’indipendenza infantile richiede un’azione collettiva"
L'autore, uno psicologo sociale americano, espone i risultati delle sue ricerche sul fenomeno della dipendenza dai social, con particolare riferimento a bambini e adolescenti, spiegandone effetti sulla salute mentale e possibili cause (fra cui l'iperprotettivita' degli adulti nel mondo reale, che spinge a rifugiarsi in quello reale) e ne propone alcune soluzioni a livello familiare, scolastico, politico. Una lettura interessante e illuminante. Molto didattico come approccio, si presenta come se fosse un libro di testo per un esame (per esempio ogni capitolo introduce la tesi, la dimostra nel dettaglio, la riassume alla fine) La trattazione e' adatta a tutti e non richiede prerequisiti di cultura psicologica e sociologica, il linguaggio e' semplice e scorrevole. Consigliato a tutti
io a serena je presenterei la badante del mio defunto padre
Naima, che il suo Dio la preservi salute, una signora marocchina a cui la vita ha riservato una bel biglietto della lotteria con scritto tribola e fatica
quella donna per noi è stata una benedizione in un momento davvero brutto
e a suo figlio di dieci anni gli dava i cinque euro per comprare pane e latte, e contare i soldi del resto, e che la sorellina non finisse sotto le macchine
a Serè, hai capito spiccare il volo, mannaggiacristo?
nemecsek. ha scritto: ↑venerdì 11 ottobre 2024, 22:54
Trullo ha scritto: ↑venerdì 11 ottobre 2024, 18:42
Aggiungo anche questo saggio
Jonathan Haidt, La generazione ansiosa
Come detto altre volte, e' bello alternare alla narrativa, di vario genere, anche letture di saggistica che ci aiutano a capire il mondo in cui viviamo (storia contemporanea, politica, ecc.) Questo libro e' stato suggerito da Serena Mazzini, esperta italiana di social media che vi invito a seguire per le sue lucide analisi.
"Quando diamo fiducia ai bambini, loro spiccano il volo. Dare fiducia ai nostri figli perché comincino ad avventurarsi nel mondo è forse la cosa più trasformativa che gli adulti possano fare. Per molti genitori, tuttavia, è difficile riuscirci da soli. Se vostra figlia va al parco e non trova altri coetanei, se ne tornerà dritta a casa. Se vostro figlio è l’unico bambino di otto anni che in città vedono camminare senza un accompagnatore, qualcuno potrebbe chiamare la polizia. Rinormalizzare l’indipendenza infantile richiede un’azione collettiva"
L'autore, uno psicologo sociale americano, espone i risultati delle sue ricerche sul fenomeno della dipendenza dai social, con particolare riferimento a bambini e adolescenti, spiegandone effetti sulla salute mentale e possibili cause (fra cui l'iperprotettivita' degli adulti nel mondo reale, che spinge a rifugiarsi in quello reale) e ne propone alcune soluzioni a livello familiare, scolastico, politico. Una lettura interessante e illuminante. Molto didattico come approccio, si presenta come se fosse un libro di testo per un esame (per esempio ogni capitolo introduce la tesi, la dimostra nel dettaglio, la riassume alla fine) La trattazione e' adatta a tutti e non richiede prerequisiti di cultura psicologica e sociologica, il linguaggio e' semplice e scorrevole. Consigliato a tutti
io a serena je presenterei la badante del mio defunto padre
Naima, che il suo Dio la preservi salute, una signora marocchina a cui la vita ha riservato una bel biglietto della lotteria con scritto tribola e fatica
quella donna per noi è stata una benedizione in un momento davvero brutto
e a suo figlio di dieci anni gli dava i cinque euro per comprare pane e latte, e contare i soldi del resto, e che la sorellina non finisse sotto le macchine
a Serè, hai capito spiccare il volo, mannaggiacristo?
In teoria so' tutti illuminati, è la pratica che frega... ma poi ti dicono che sei boomer...
Gimbatbu ha scritto: ↑sabato 12 ottobre 2024, 16:23
Ahia... l' ho proposto al buio
..certo che pure tu...
no, è un giallo classico molto ben costruito, anche se io l'ho trovato un poco "bidimensionale", e con una soluzione che sconfessa lo schema stanza chiusa.
Altra profondità e qualità narrativa, secondo me, il da me pluricitato "Mistero ecc ecc" di Riku Onda.
Non è un giallo ordinario, e pure il finale potrebbe non contentare un lettore ortodosso, ma mi è parso lavoro letterario ben superiore.
Trullo ha scritto: ↑venerdì 11 ottobre 2024, 18:42
Aggiungo anche questo saggio
Jonathan Haidt, La generazione ansiosa
Come detto altre volte, e' bello alternare alla narrativa, di vario genere, anche letture di saggistica che ci aiutano a capire il mondo in cui viviamo (storia contemporanea, politica, ecc.) Questo libro e' stato suggerito da Serena Mazzini, esperta italiana di social media che vi invito a seguire per le sue lucide analisi.
"Quando diamo fiducia ai bambini, loro spiccano il volo. Dare fiducia ai nostri figli perché comincino ad avventurarsi nel mondo è forse la cosa più trasformativa che gli adulti possano fare. Per molti genitori, tuttavia, è difficile riuscirci da soli. Se vostra figlia va al parco e non trova altri coetanei, se ne tornerà dritta a casa. Se vostro figlio è l’unico bambino di otto anni che in città vedono camminare senza un accompagnatore, qualcuno potrebbe chiamare la polizia. Rinormalizzare l’indipendenza infantile richiede un’azione collettiva"
L'autore, uno psicologo sociale americano, espone i risultati delle sue ricerche sul fenomeno della dipendenza dai social, con particolare riferimento a bambini e adolescenti, spiegandone effetti sulla salute mentale e possibili cause (fra cui l'iperprotettivita' degli adulti nel mondo reale, che spinge a rifugiarsi in quello reale) e ne propone alcune soluzioni a livello familiare, scolastico, politico. Una lettura interessante e illuminante. Molto didattico come approccio, si presenta come se fosse un libro di testo per un esame (per esempio ogni capitolo introduce la tesi, la dimostra nel dettaglio, la riassume alla fine) La trattazione e' adatta a tutti e non richiede prerequisiti di cultura psicologica e sociologica, il linguaggio e' semplice e scorrevole. Consigliato a tutti
Questo me lo segno senz'altro, grazie
Apriamo un topic "saggistica"?
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Metto anch'io un saggio, non ho voglia di aprire la sezione apposita.
Sara Wagenknecht - Contro la sinistra neoliberale
Commento breve. Altre 10 pagine e correvo a iscrivermi a Italia Viva.
Commento lungo. La sinistra è funzionale agli interessi del grande capitale, pensate! Il mio collettivo universitario lo scriveva già nel 1996 (non per merito mio: non c’ero ancora), ultimamente si è svegliata anche Wagenknecht, dopo decenni di militanza in quell’area. Chissà quando si accorgerà che siamo già da 15 anni nella de-globalizzazione economica che lei auspica in una delle poche e timidissime proposte avanzate in oltre 400 pagine.
Per il resto si tratta di un minestrone di critiche, da destra e da sinistra, tutte già ampiamente risapute da almeno 20 anni (e già mescolate insieme da altri) alle pratiche e ai grandi classici della propaganda liberista e woke. Non serve stare qui a ripeterle, qualsiasi social network ne è invaso.
Per l’autrice la sinistra dovrebbe tornare quella di una volta - secondo una visione idealizzata, stereotipata, falsa - ma al contempo imparare dal conservatorismo illuminato (non è un ossimoro?) ispirandosi addirittura ad autori come il controrivoluzionario, monarchico e clericale Edmund Burke.
La sintesi è ovviamente piccolo-borghese, interclassista, comunitarista e socialsciovinista. A proposito: la sua critica dell’UE glissa sui vantaggi ottenuti dalla Germania a scapito dei paesi periferici; non ci parli allora di solidarietà internazionale alternativa a quella sbandierata dalla sinistra.
Tanta è la deliberata confusione: non è vero che il Democratic Party USA era un partito socialdemocratico che ha tradito la sua vocazione; tolta la retorica, le politiche migratorie delle formazioni di centro-destra e centro-sinistra sono perfettamente intercambiabili, altro che frontiere aperte! E via di mistificazione in mistificazione.
Gli immigrati sono il bersaglio preferito di Wagenknecht (anche se esponenti di spicco del suo partito si chiamano Amira Mohamed Ali e Fabio Valeriano Lanfranco De Masi), a parte una curiosa ossessione per i laureati del ceto medio delle grandi città (forse perché lei ha il dottorato) che non merita commento.
Allo straniero è richiesta l’assimilazione a un’indistinta, quasi mistica cultura tedesca, mentre l’accento è posto ripetutamente sui doveri più che sui diritti, anche in ossequio a un discutibile tentativo di recupero in chiave antiliberista del concetto di “merito”, che comprende la distinzione speciosa tra imprenditore e capitalista, con il primo da tutelare a scapito di chi specula.
Checché ne dica o lasci intendere l'autrice, nella storia del movimento proletario posizioni simili sull’immigrazione sono emerse spesso, ma sono state respinte a favore dell'unità dei lavoratori.
Copio un esempio da un sito troskista.
‘Invece che controlli alla migrazione , considerati “reazionari per natura”, la Seconda Internazionale propose una serie di misure atte a rafforzare il movimento operaio del paese ricevente:
“1. Divieto di importazione e esportazione di quei lavoratori che hanno accettato un contratto che li priva del libero controllo sulla propria forza lavoro e salario.
2. Leggi a protezione dei lavoratori per la riduzione dell’orario di lavoro, introduzione di un salario minimo , abolizione dello Sweat System e regolamentazione delle ore di lavoro domestico.
3. Abolizione di tutte le restrizioni che impediscono a specifiche nazionalità o razze di stabilirsi in un paese o che le escluda dai diritti sociali , politici ed economici dei lavoratori nativi o che gli impedisca di esercitare questi diritti. Misure estensive per facilitare la naturalizzazione”
In aggiunta fu deciso che i sindacati avrebbero dovuto rimuovere ogni impedimento all’iscrizione per i migranti , e di dare la massima importanza al loro coinvolgimento, così come a lavorare per fondare un movimento sindacale internazionale e rafforzare il movimento sindacale del paese da cui provengono i migranti.’
In conclusione, la riflessione sui confini del welfare è una cosa seria, ma è sbagliato e pericoloso affrontarla aizzando una parte dei lavoratori contro gli altri, anche se talvolta può servire per raccogliere facili consensi.
Nella foto: Sahra Wagenknecht presa a torte in faccia per le sue posizioni sui migranti.
Allegati
Screenshot_2024-10-13-08-13-45-74_f598e1360c96b5a5aa16536c303cff92.jpg (266.28 KiB) Visto 3065 volte
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Ultimo libro di quel fenomeno baraccone televisivo di Mauro Corona. Non l'avevo mai letto ma si è rivelato uno scrittore piacevole, anche se ogni tanto scivola nel personaggio.
"Un estate col fazzoletto dai pionieri" è un romanzo per ragazzi ambientato negli ultimi anni dell"Urss, a tema gay, censurato in Russia. È una bel libro. L'anticomunismo d'ordinanza non dà fastidio.
Proseguendo la scoperta di scrittori italiani che non conoscevo, l'ultimo di Laura Pugno. Uno strano romanzo-saggio in progress sulla catastrofe ecologica, che viaggia attraverso precedenti letterari tangenzialmente sul tema, a partire da Fenimore Cooper. Velleitario e irrisolto.
"Bruttezza" di Moshtara Hilal è interessante quando l'autrice racconta di come ha vissuto i propri difetti fisici (nasone e peluria). Perde mordente quando scandaglia la saggistica sull'argomento. Dev'essere pieno di asterischi: ascoltando l'audiolibro sembra di sentir parlare Cattivik.
"Rivoluzione" di Perez-Reverte è un romanzo d'avventura ambientato nel Messico di Villa e Zapata. Noiosetto come un mediocre film western.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Due libri letti negli ultimi tempi di cui non avevo ancora scritto qua:
"Simon" di Narine Abgarjan . Della stessa autrice avevo già letto "E dal cielo caddero tre mele".
"Simon" è un romanzo con uno splendido inizio e ottima scrittura, i primi due personaggi sono ben tratteggiati e ti fanno entrare nella storia; quelli successivi sono a tratti ripetitivi e il contesto - nella prima parte quasi comico - diventa via via cupo, ma rimane un gran libro. Molto bella l'ambientazione nei villaggi armeni degli anni 60/70 (nei ricordi) e ai giorni nostri poi, un bel viaggio anche dal punto di vista storico
"Tempo di Seconda Mano" di Svetlana Aleksievič, Premio Nobel per la Letteratura nel 2015.
Bellissimo. La dissoluzione dell’impero sovietico raccontata attraverso le vite di persone comuni; insegnanti, operai, impiegati. La maggior parte donne, che confidano all'autrice ricordi e pensieri. Che raccontano cosa significa ricominciare a vivere - o non riuscire a ricomianciare - in un mondo totalmente nuovo.
L'autrice non vuole dare spiegazioni e nemmeno giudizi sugli anni della dissoluzione dell'Urss e quelli successivi, ma raccontare l dolore e lo smarrimento i cittadini sovietici hanno provato dopo la fine dell’Unione Sovietica. Impressionante come anche chi ha subito le atroci bestialità di quel regime - a volte - ha finito per rimpiangere una parte della sua vita precedente.
Utile per pensare.
"la mente è come il paracadute, funziona solo se si apre" A. Einstein
simociclo ha scritto: ↑lunedì 14 ottobre 2024, 22:50
"Tempo di Seconda Mano" di Svetlana Aleksievič, Premio Nobel per la Letteratura nel 2015.
La Aleksievič mi viene sempre da dire che la leggo, la Aleksievič, ho persino scaricato quattro cinque libri, della Aleksievič, ma ancora non mi ci sono messo a leggerla, Svetlana Aleksievič
Proposta per il Nobel
sabato 17 Ottobre 2015
Quando ho saputo che il premio Nobel per la letteratura l’avevano dato a Svetlana Aleksievič, ho ripreso in mano il suo ultimo libro tradotto in italiano, Tempo di seconda mano, che avevo cominciato a leggere quand’era uscito, nel 2014, e l’ho riaperto alla pagina alla quale mi ero fermato, pagina 13, e ho ritrovato il punto in cui avevo smesso di leggere, questo qui: «Non finisco mai di meravigliarmi nel constatare fino a che punto le vite delle persone comuni siano in realtà interessanti. Con la loro infinita varietà di cose vissute… La storia è interessata solo ai fatti, e le emozioni ne restano escluse. Non hanno accesso alla grande storia. Io invece guardo il mondo non con gli occhi dello storico ma di chi cerca anzitutto l’uomo e non finisce mai di lasciarsene stupire…» (la traduzione è di Nadia Cicognini e Sergio Rapetti). Quando avevo letto queste righe m’era tornato in mente una volta, nel 2007, che ero andato a sentir l’Aleksievič a Reggio Emilia, che c’era l’assessore alla cultura di Reggio, con il suo dolcevita e il suo completo in velluto marrone e aveva detto, questo assessore «Dar contezza del contesto». Che io mi ricordo che avevo pensato “Va bene”. Poi era cominciata la presentazione e c’era una traduttrice che era la capa di un’associazione di badanti che lavoravano a Reggio Emilia che il russo lo sapeva benissimo, era russa, l’italiano così così. A un certo punto l’Aleksievič aveva detto che tempo fa in Russia il cibo era più genuino, la traduttrice aveva tradotto che in Russia non c’era più il cibo Giannino. Dopo l’Aleksievič aveva detto che Flaubuert diceva di sé di essere un uomo penna, lei invece era una donna orecchio, la traduttrice aveva tradotto che Flaubert diceva di sé di essere un uomo birro. Poi l’Aleksievič aveva detto che la sua poetica era come quella di Dostoevskij, che voleva sapere quanto di umano c’era nell’uomo, e la traduttrice aveva tradotto che l’Aleksievič voleva sapere quanti uomini ci sono in un uomo. Era stata una serata indimenticabile che io, se avessi dovuto scegliere, il premio Nobel l’avrei dato alla traduttrice, che aveva una lingua meravigliosa. Anche la cosa delle vite delle persone comuni che sarebbero così interessanti, quella cosa lì che dice l’Aleksievič all’inizio del suo ultimo libro, a me ha fatto venire una cosa che ha scritto Ugo Cornia che fa così: «C’è qualcosa nelle nostre vite singolari, cioè nelle vite che ognuno di noi fa normalmente tutti i giorni, che per sua virtù propria ha il potere di sbalestrare qualsiasi discorso: nei fatti noi, quasi tutti, non siamo altro che delle collezioni ambulanti, una collezione di cose in bilico dove ci sta dentro un po’ di tutto, un po’ di prati, pioppeti, lavori, hobby, nuvole, carriole del nonno, automobili, mamme» (da Sulle tristezze e i ragionamenti, pubblicato da Quodlibet nel 2008). Ecco io, mi rendo conto che è un giudizio un po’ superficiale, ma a giudicare da queste due frasi secondo me il premio Nobel lo merita Ugo. C’è il problema che Ugo è un mio amico, abbiam cominciato a scrivere insieme, e per come son fatto io, che son fatto male, se prendesse il Nobel, io sono sicuro che ci rimango malissimo. Forse è meglio se voto per la traduttrice che non mi ricordo come si chiama ma era la capa delle badanti di Reggio Emilia nel 2007 secondo me si può rintracciare. Paolo Nori
Tempo di seconda mano è il libro più bello del mondo.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Tom Mead, La morte è un gioco di prestigio
Un giallo scritto pochissimi anni fa da un giovane autore inglese, appassionato di giallo classico che ha saputo ricreare le atmosfere e i topoi del giallo della golden age.
Siamo infatti a Londra nel 1936, un anziano psichiatra austriaco da pochi anni arrivato come profugo unisce l’attività di ricerca scientifica con la cura di pochi pazienti selezionati (un musicista, un’attrice e uno scrittore, tutti e tre ricchi e famosi). L’enigma principale è un enigma della camera chiusa, dove la vittima viene trovata uccisa con la gola tagliata in una camera le cui due uniche aperture, la porta e la porta-finestra, sono chiuse dall’interno, e non ci sono tracce non solo dell’assassino ma neanche dell’arma del delitto.
Il poliziotto incaricato del caso chiede l’aiuto di un prestigiatore (come in altri contesti fanno i protagonisti dei romanzi di Rawson e Talbot) per aiutarlo a risolvere la parte legata all’enigma, la presenza di altre trame collaterali fa sì che la narrazione non abbia mai punti deboli o cali di tensione.
Differentemente da altre storie di delitto impossibile, non viene mai evocato il soprannaturale, tuttavia la presenza del lato psicologico/psichiatrico riesce a coinvolgere il lettore in maniera ancora più intensa: dopo tutto, il vero mistero non è smascherare vampiri o fantasmi, ma quello che avviene nella testa delle persone.
A una ventina di pagine dalla fine, l’autore presenta la sfida al lettore, come usavano i classici. Nello show down finale vengono svelate una serie di sorprese, fra cui naturalmente movente e identità di chi ha ucciso. Li ho apprezzati entrambi, mentre ho fatto fatica a capire esattamente un dettaglio del meccanismo della camera chiusa, inoltre non ho apprezzato un altro dettaglio della soluzione. Nonostante queste sfumature, il giudizio complessivo è positivo, un regalo inatteso per chi ama il giallo della golden age, e un bel modo di accostarsi al sottogenere per chi non lo conosce ancora, e magari sarà stimolato a questa lettura a provare gli originali, i vari Christie, Carr, Queen, Brand, Hoch, Marsh e così via
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
Tempo di seconda mano, il Murakami nuovo, le opere della Kang, quante cose da leggere!
Intanto, ho terminato questo
Philip K. Dick, Tutti i racconti, 4 volumi
Finalmente, dopo alcuni anni (e decine di altri libri che ho alternato ai racconti delle raccolte), sono riuscito a completare la lettura di tutti i racconti del prolifico autore americano. Racconti che nonostante siano datati (iniziando negli anni 40 e terminando negli anni 80) toccano temi molto attuali come pacifismo, ambientalismo, religione, tecnologia, politica…
Vi segnalo alcuni dei più interessanti, divisi per raccolta
Raccolta 1
Il teschio: un uomo del futuro viene inviato nel presente per eliminare un pericoloso agitatore religioso e politico.
I difensori della terra: la guerra fredda diventa “calda” ma viene combattuta da robot invece che da uomini, che si sono rifugiati sottoterra proprio per sopravvivere all’inabitabilità della superficie a causa delle radiazioni delle armi atomiche, ma a un certo punto…
Raccolta 2
Un regalo per Pat, Non avrai altro dio
Due racconti molto simili fra loro, entrambi con un bel twist finale, che costituiscono una potente satira della religione.
Non saremo noi
Con spunti che ricordano Lovecraft, un racconto che descrive un mutante dotato di poteri straordinari, evolutosi in seguito alle radiazioni ricevute.
Squadra di ricognizione
Anche qui un bel colpo di scena, anche se non del tutto inatteso, per una storia triste ambientata in un futuro nel quale la Terra è resa inabitabile dalle radiazioni conseguenti a una guerra, e i superstiti cercano un nuovo pianeta dove vivere.
Raccolta 3
Personalmente, ho amato in modo particolare i due racconti Veterano e Commercio temporale, entrambi basati su viaggiatori nel tempo, e molto simili per il modo in cui affrontano il tema del pacifismo, tanto caro a Dick e di drammatica attualità per noi con le guerre in Ucraina e in Israele (va ricordato tuttavia che ai tempi di Dick i pacifisti chiedevano agli americani di tornarsene a casa loro, non ai vietnamiti di arrendersi).
Il primo, ambientato in un lontano futuro nel quale c’è una forte tensione fra i terrestri e gli uomini delle colonie spaziali, vede la presenza di un uomo venuto dal futuro, un reduce di sanguinose guerre.
Il secondo invece è ambientato in un futuro più vicino al narratore (e che si trova quindi nel nostro passato) e descrive una donna che riesce a viaggiare nel tempo e ne trae vantaggio fornendo agli scampati a una guerra ciò di cui hanno bisogno
Entrambe le storie hanno un modo particolare, e diverso l’una dall’altra, di risolvere il paradosso temporale creato dal viaggio nel tempo
Molto belli e attuali anche i temi dell’intelligenza artificiale e della demagogia in politica, che traspaiono in particolare nel racconto Presidente di riserva. Qui, il ruolo del presidente americano è in mano a un’intelligenza artificiale, e il presidente “umano” ne è un backup. Che però deve tornare a prendere decisioni, in seguito a un attacco alieno che distrugge il server su cui “gira” il presidente robotico…
Un tema simile è affrontato in Yancy, potente e attuale satira politica su demagogia e populismo, quasi profetica.
Segnalo poi il bellissimo Modello 2, che racconta una guerra futura fra Nato e Patto di Varsavia, che ha distrutto e spopolato la terra, ma che ha una svolta quando la fazione americana inventa de robot da guerra apparentemente capaci di ribaltare la guerra, che sembrava inizialmente volgere a favore dei sovietici. Il racconto si apre con quella che sembra la richiesta di un incontro nel quale i sovietici chiederebbero la resa, ma non tutto è come appare, e nel seguito scopriremo tutto tramite una serie di colpi di scena, ognuno dei quali magistralmente raccontato sia per il contenuto sia per il modo in cui viene presentato, con uno stile degno dei maestri del mistery.
Raccolta 4
Oh, essere un Blobel! Qui si affronta, in modo scanzonato ma profondo, il tema di come la guerra costringa le persone ad adeguarsi al nemico, a diventare in fondo uguali a ciò contro cui si vuole combattere
Orfeo dai piedi d’argilla. Qui si fa metaletteratura giocando con un paradosso temporale e facendo incontrare un viaggiatore del tempo, proveniente dal nostro futuro con … vabbè leggetelo
Teologia per computer, un divertente apologo su intelligenza dei computer, con tanto di paragoni legati alla filosofia dei teologi medievali, e quando il lettore crede di aver capito arriva, inatteso, come una mazzata, il colpo di scena finale.
L’ultimo test, una favola su regole e libertà, scritta nel modo che ti aspetteresti da un libertario come Dick ma che riesce lo stesso a stupirti
Il caso Rautavaara, torna la spiritualità cara a Dick, come vedono la divinità forme di vita diverse dalle nostre?
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
Bushra Al-Maqtari
Tutto quello che abbiamo lasciato
Storie da un conflitto remoto: la guerra civile in Yemen. I crimini delle due principali fazioni - gli Houti con granate e cecchini e la coalizione a guida saudita con bombardamenti a tappeto - descritti dai sopravvissuti con dovizia di particolari macabri. Un libro che non aiuta molto a capire meglio ragioni e torti, interessi in ballo, cause e conseguenze, ma che ha il merito di far luce con un'aneddotica potente, seppur controversa, su uno scenario pressoché ignoto a tutti noi.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
bicycleran ha scritto: ↑lunedì 21 ottobre 2024, 19:09
Bushra Al-Maqtari
Tutto quello che abbiamo lasciato
Storie da un conflitto remoto: la guerra civile in Yemen. I crimini delle due principali fazioni - gli Houti con granate e cecchini e la coalizione a guida saudita con bombardamenti a tappeto - descritti dai sopravvissuti con dovizia di particolari macabri. Un libro che non aiuta molto a capire meglio ragioni e torti, interessi in ballo, cause e conseguenze, ma che ha il merito di far luce con un'aneddotica potente, seppur controversa, su uno scenario pressoché ignoto a tutti noi.
Grazie per la segnalazione, non l'ho ancora letto (ma recuperato sì) ma mi sembra un testo molto interessante su una guerra totalmente ìgnorata.
Trullo ha scritto: ↑venerdì 14 giugno 2024, 9:44
Quanto a Scerbanenco, per me e' imprescindibile per un'appassionato di gialli e noir. Vi consiglio in particolare la quadrilogia con protagonisti Duca Lamberti e Livia Ussaro (Venere privata, I ragazzi del massacro, Traditori di tutti, I milanesi ammazzano al sabato), sono dei noir scritti e ambientati nlla Milano degli anni sessanta. Sono datati per stile e contenuti, ma valgono assolutamente
Non potrò mai smettere di ringraziare Trullo per questo consiglio. La tetralogia di Duca Lamberti è qualcosa di inarrivabile (in realtà mi manca il quarto). Non dovrei dirlo ma lo dico: Scerbanenco è più noir di Chandler, Duca è più hardboiled di Philip Marlowe. Negherò di averlo scritto ma al momento non riesco a staccarmi da Scerbanenco (anche se le storie di Arthur Jelling sono decisamente più deboli). Il potere di Scerbanenco è riuscire a condensare in poche pagine un'infinità di emozioni, mentre Chandler ha bisogno di molte più parole per giungere allo stesso punto.
Torna in libreria per Crocetti l'inarrivabile trilogia del Cairo di Nagib Mahfuz, una delle esperienze letterarie più esaltanti della mia vita. Il primo volume Tra i due palazzi esce il 29 ottobre
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
Intanto sappiate che sto leggendo La Vegetariana, e che lo sto trovando meraviglioso. A breve vi ammorbero' con la recensione
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
Trullo ha scritto: ↑sabato 26 ottobre 2024, 14:55
Intanto sappiate che sto leggendo La Vegetariana, e che lo sto trovando meraviglioso. A breve vi ammorbero' con la recensione
Daje!
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Raccolta postuma di scritti, per gran parte inediti in italiano. Riflessioni, coccodrilli, interviste. In particolare, Marias descrive con la sua maestria i personaggi che lo hanno circondato e ispirato. Dalla sua famiglia di intellettuali al docente di Oxford già agente segreto su cui è ricalcato il personaggio di Peter Wheeler che compare in diversi romanzi. Il più divertente è lo zio regista di film di serie Z Jesus Franco.
Libro imperdibile per chi come me ha adorato l'opera omnia dell'autore. Chi non la conosce può saltare ai romanzi fondamentali, per poi eventualmente tornare da queste parti.
Alessandro Volpi - I padroni del mondo
I tentacoli dei fondi americani di gestione del risparmio si diramano ovunque all'interno dell'economia e della finanza occidentale. Ovunque. Quote rilevantissime in tutte le maggiori corporation, proprietà delle borse valori, partecipazioni nelle banche ecc. Ma pochi avevano scritto finora di questo fenomeno relativamente recente. Volpi, molto attivo anche in rete, riempie il vuoto senza il rigore di uno specialista, ma con una capacità di divulgazione superiore a quella della media degli economisti. Personalmente mi ha aiutato a chiarire meglio il funzionamento e le implicazioni dei credit default swaps.
Brucia L'origine - Daniele Mencarelli
Il ritorno al suo quartiere proletario di Roma di un giovane designer affermatosi a Milano. Gabriele si ritrova a essere un intruso in entrambi gli ambienti. Tanti i problemi suoi e dei personaggi che lo circondano, ma il finale è consolatorio.
Mencarelli scrive romanzi agili, senza riflessioni, descrizioni, caratterizzazioni complesse. Sembrano già pronti per l'adattamento televisivo. Però è bravo e le storie rimangono impresse. Non è proprio il tipo di letteratura che cerco, ma ogni tanto qualcosa di popolare e scorrevole ci può stare.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Yuta Takahashi - La locanda dei gatti e dei ricordi
Giappo-feltrinello alla banana (Yoshimoto). Pieno di esotismi, carinerie nelle tragedie, micini, ricette, surreali manghismi (da manga).
Il libro n. 100 che ho letto (o ascoltato) quest'anno non è certo il più memorabile.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Han Kang, La vegetariana
Chi mi è stato consigliato questo romanzo (curiosamente, nella sezione off topic di un forum di appassionati di sport, a confermare una mia idea per cui il consiglio di chi ha interessi eclettici e multiformi spesso vale di più di quello di un topo di biblioteca) ha usato la parola disturbante (specificando che si tratta di un complimento), e mi ritrovo pienamente in questa descrizione. Al solito avevo appuntato il titolo, ma la spinta per leggerlo e farsi strada nella mia inestricabile lista di libri da leggere, sopravanzando i molti venuti prima di lui, è stata naturalmente la notizia del Nobel assegnato (meritatamente) alla Kang.
Ma a questo punto è d’uopo un trigger warning, questo non è e non vuole essere un libro per tutti. Malvaldi diceva, a proposito di non ricordo quale romanzo di Ishiguro, “leggetelo in un momento in cui siete allegri, altrimenti vi viene voglia di buttarvi sotto un tram”. Ecco, i romanzi di Ishiguro sono allegri, confronto a questo.
Spiego meglio perché non è per tutti. Il romanzo, strutturato su tre parti legate fra loro da un filo conduttore, ma ognuna delle quali si sofferma su un personaggio diverso, è caratterizzato da una scrittura intensa e introspettiva che fa rivivere al lettore le emozioni dei personaggi come se fosse lì in mezzo a loro, o meglio ancora come se fosse uno di loro. E la durezza dei temi trattati, che non svelo per non rovinarvi la lettura, unita a questa bravura, a questo dono dell’autrice, rende il tutto davvero molto duro, drammatico, da affrontare. Ma, per chi se la sente, lascia la soddisfazione di aver letto qualcosa di memorabile
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
A me cinefilo convertito alla bibliofilia ha ricordato i migliori film di certi registi coreani (Park Chan-wook, Kim ki-duk ecc.). Come mai il morboso, l'inquietante sia così presente in quella cultura non saprei dire.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Su Marias concordo su tutto, oltre al dispiacere che è venuto mancare troppo presto. Tra tutti i suoi pregevoli lavori il mio preferito Domani nella battaglia pensa a me. Capolavoro assoluto.
Letteratura Reload: La montagna incantata, T. Mann. Dopo tanti anni rileggo uno dei must della mia adolescenza. E mentre facevo storia e filosofia lo trovavo affascinante, a 16 anni ero un europeo. Ora, invece, l'ho trovato datato: crescendo il pragmatismo anglosassone mi ha travolto, e le disfide tra Naphta e Settembrini le ho trovate spesso vuote. L'ambientazione, l'idea e il finale restano superlativi.
Letteratura New: Vite che non sono la mia, di E. Carrère. Meraviglioso, il solito investigatore dell'anima altrui che ragiona passo a passo col lettore, passando dalla narrazione onniscente alla narrazione imprigionata in un punto di vista. Si esce da alcune giornate in compagnia con qualcuno che chiacchiera seduto al tuo fianco parlando, in profondità, delle vite altrui davanti al dramma: malattia, matrimonio, genitorialità, morte, impegno professionale, sono i temi che quasi involontariamente fanno da occasione alle chiacchiere tra protagonisti. W la France.
Letteratura storica: F. Werfel, Il canto di Bernadette. Werfel è uno scrittore ebreo americano di successo (ho amato moltissimo il suo "I 40 giorni del Mussa Dhag") che nel mezzo della fuga dall'orrore nazista arriva a Bayonne, al confine con la Spagna. E trova troppa confusione e nessuno che può accoglierlo. "Provi a Lourdes, dicono che lì aiutino tutti". Si mette a piedi a raggiungere la località nota per... essere vicina ad Hautacam, e viene trattato con così tanto amore e cura che fa una promessa: anche se non sono cattolico, devo raccontare la storia delle apparizioni di Bernadette. Con uno stile talvolta semplicistico e macchittistico, Werfel ci porta nella Francia rurale dell'800, travolta dal confronto tra spiriti conservatori e rivoluzionari, con le sue noie di paese. Facile letteratura, piena di "caratteristi", ma la storia di fatti che, ancora oggi, hanno cambiato la faccia di Lourdes.
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Maìno della Spinetta ha scritto: ↑mercoledì 30 ottobre 2024, 10:03
mi sono scaricato la vegetariana a questo punto.
Letteratura Reload: La montagna incantata, T. Mann. Dopo tanti anni rileggo uno dei must della mia adolescenza. E mentre facevo storia e filosofia lo trovavo affascinante, a 16 anni ero un europeo. Ora, invece, l'ho trovato datato: crescendo il pragmatismo anglosassone mi ha travolto, e le disfide tra Naphta e Settembrini le ho trovate spesso vuote.
Caspita, per me i vertiginosi cortocircoiti intellettuali di Naphta erano aila sommità della letteratura mondiale di tutti i tempi. Ma la lettura risale a minimo una dozzina di anni fa
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
bicycleran ha scritto: ↑mercoledì 30 ottobre 2024, 12:57
Maìno della Spinetta ha scritto: ↑mercoledì 30 ottobre 2024, 10:03
mi sono scaricato la vegetariana a questo punto.
Letteratura Reload: La montagna incantata, T. Mann. Dopo tanti anni rileggo uno dei must della mia adolescenza. E mentre facevo storia e filosofia lo trovavo affascinante, a 16 anni ero un europeo. Ora, invece, l'ho trovato datato: crescendo il pragmatismo anglosassone mi ha travolto, e le disfide tra Naphta e Settembrini le ho trovate spesso vuote.
Caspita, per me i vertiginosi cortocircoiti intellettuali di Naphta erano aila sommità della letteratura mondiale di tutti i tempi. Ma la lettura risale a minimo una dozzina di anni fa
Devo essere sincero? Una fatica improba nel leggerlo ( il finale però meraviglioso, vale la pena giungere alla fine ) e dico la verità una gran palla. Non lo avevo mai confessato fino a quando in un geniale pezzo dell' ultimo libro di Bukowski, un redivivo Céline sfogliando La montagna incantata dice a Chinasky: " Costui crede che la noia sia una forma d' arte ". Se lo ha detto il grande Charles allora posso affermarlo anch'io.
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
Gimbatbu ha scritto: ↑mercoledì 30 ottobre 2024, 15:01
... un redivivo Céline sfogliando La montagna incantata dice a Chinasky: " Costui crede che la noia sia una forma d' arte ". Se lo ha detto il grande Charles allora posso affermarlo anch'io.
...non per confutare il mio amato Dottor Destouches, ma se in alcuni casi fosse funzionale all'opera?
Tristram Shandy è noioso? O la prosa dilatatissima di Thomas de Quincey?
nemecsek. ha scritto: ↑mercoledì 30 ottobre 2024, 18:36
Gimbatbu ha scritto: ↑mercoledì 30 ottobre 2024, 15:01
... un redivivo Céline sfogliando La montagna incantata dice a Chinasky: " Costui crede che la noia sia una forma d' arte ". Se lo ha detto il grande Charles allora posso affermarlo anch'io.
...non per confutare il mio amato Dottor Destouches, ma se in alcuni casi fosse funzionale all'opera?
Tristram Shandy è noioso? O la prosa dilatatissima di Thomas de Quincey?
Beh sì, a volte Sterne è noioso, ogni libro è figlio del suo tempo e non è detto che quello che andava bene all' epoca sia valido in eterno. Contemporaneo di Mann è Musil. Il suo Uomo senza qualità è un' opera colossale, ma nel contempo mattone indigeribile. Alice nel paese delle meraviglie ti viene voglia a volte di chiudere il libro e gettarlo via per parlare di una pubblicazione spesso osannata. Anche la Critica della ragion pura è scritta bene, ma sfido chiunque ad affermare che si legga per diletto.
Canone dei romanzi europei del Novecento, compilato da Vanni Santoni per La lettura.
Allegati
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Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
nino58 ha scritto: ↑giovedì 31 ottobre 2024, 13:58
bicycleran ha scritto: ↑mercoledì 30 ottobre 2024, 23:48
Canone dei romanzi europei del Novecento, compilato da Vanni Santoni per La lettura.
Joyce pubblicò solo in inglese ?
No?
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Che io sappia solo in inglese
Mi fa piacere vedere letteratura di genere, Tolkien, Lem, i gemelli russi che non so mai scrivere il nome..
In tutto ho letto tredici degli autori menzionati
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
nemecsek. ha scritto: ↑mercoledì 30 ottobre 2024, 18:36
Gimbatbu ha scritto: ↑mercoledì 30 ottobre 2024, 15:01
... un redivivo Céline sfogliando La montagna incantata dice a Chinasky: " Costui crede che la noia sia una forma d' arte ". Se lo ha detto il grande Charles allora posso affermarlo anch'io.
...non per confutare il mio amato Dottor Destouches, ma se in alcuni casi fosse funzionale all'opera?
Tristram Shandy è noioso? O la prosa dilatatissima di Thomas de Quincey?
Mio stesso pensiero. Lo spazio dilatato del tempo di Davos, della vita del pupillo della vita Castorp, della borghesia europea di inizio 900 è quello stesso della narrazione.
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Per quest' anno meglio smettere con i giapponesi. Dopo la pecora di Murakami, la casa decagonale non mi ha proprio appassionato. Scrittura senza lampi, storia confusa, ma comunque scontata soprattutto per i tabaccai. Penso che mi disintossicherò con uno Scerbanenco d' annata. Venere privata l' ho letto, mi intriga I milanesi ammazzano al sabato.
Se riprendi Scerbanenco ti consiglio di andare in ordine, rispetto ai 4 con Duca Lamberti (quello che hai citato è l'ultimo)
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
Trullo ha scritto: ↑venerdì 1 novembre 2024, 8:56
Se riprendi Scerbanenco ti consiglio di andare in ordine, rispetto ai 4 con Duca Lamberti (quello che hai citato è l'ultimo)
E delle 3 trasposizioni cinematografiche di Duca Lamberti (i ragazzi del massacro, il caso "Venere privata" e La morte risale a ieri sera) che puoi dirci? Li hai visti?
Trullo ha scritto: ↑venerdì 1 novembre 2024, 8:56
Se riprendi Scerbanenco ti consiglio di andare in ordine, rispetto ai 4 con Duca Lamberti (quello che hai citato è l'ultimo)
seguirò il consiglio, evitando accuratamente nipponici, coreani, cinesi ecc.
jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 1 novembre 2024, 10:27
Trullo ha scritto: ↑venerdì 1 novembre 2024, 8:56
Se riprendi Scerbanenco ti consiglio di andare in ordine, rispetto ai 4 con Duca Lamberti (quello che hai citato è l'ultimo)
E delle 3 trasposizioni cinematografiche di Duca Lamberti (i ragazzi del massacro, il caso "Venere privata" e La morte risale a ieri sera) che puoi dirci? Li hai visti?
No, non ne ho vista nessuna
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
Gimbatbu ha scritto: ↑giovedì 31 ottobre 2024, 23:28
Per quest' anno meglio smettere con i giapponesi. Dopo la pecora di Murakami, la casa decagonale non mi ha proprio appassionato. Scrittura senza lampi, storia confusa, ma comunque scontata soprattutto per i tabaccai. Penso che mi disintossicherò con uno Scerbanenco d' annata. Venere privata l' ho letto, mi intriga I milanesi ammazzano al sabato.
Mi permetto; Scerba, io proprio non riesco a digerirlo in nessun modo, è troppo anacronistico.
L'ultimo Murakami (mistero editoriale che sia uscito dopo due anni dalla prima edizione giapponese, forse se aspettavano il traino nobel mancato) ecco, l'ultimo, sono a metà libro, dopo qualche perplessità iniziale mi ha preso parecchio.
Termino e recensisco.
nemecsek. ha scritto: ↑venerdì 1 novembre 2024, 22:29
Gimbatbu ha scritto: ↑giovedì 31 ottobre 2024, 23:28
Per quest' anno meglio smettere con i giapponesi. Dopo la pecora di Murakami, la casa decagonale non mi ha proprio appassionato. Scrittura senza lampi, storia confusa, ma comunque scontata soprattutto per i tabaccai. Penso che mi disintossicherò con uno Scerbanenco d' annata. Venere privata l' ho letto, mi intriga I milanesi ammazzano al sabato.
Mi permetto; Scerba, io proprio non riesco a digerirlo in nessun modo, è troppo anacronistico.
L'ultimo Murakami (mistero editoriale che sia uscito dopo due anni dalla prima edizione giapponese, forse se aspettavano il traino nobel mancato) ecco, l'ultimo, sono a metà libro, dopo qualche perplessità iniziale mi ha preso parecchio.
Termino e recensisco.
Scaricato? Da dove?
Io sono dovuto ricorrere a emule, che è scomodo
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
bicycleran ha scritto: ↑venerdì 1 novembre 2024, 22:47
nemecsek. ha scritto: ↑venerdì 1 novembre 2024, 22:29
Gimbatbu ha scritto: ↑giovedì 31 ottobre 2024, 23:28
Per quest' anno meglio smettere con i giapponesi. Dopo la pecora di Murakami, la casa decagonale non mi ha proprio appassionato. Scrittura senza lampi, storia confusa, ma comunque scontata soprattutto per i tabaccai. Penso che mi disintossicherò con uno Scerbanenco d' annata. Venere privata l' ho letto, mi intriga I milanesi ammazzano al sabato.
Mi permetto; Scerba, io proprio non riesco a digerirlo in nessun modo, è troppo anacronistico.
L'ultimo Murakami (mistero editoriale che sia uscito dopo due anni dalla prima edizione giapponese, forse se aspettavano il traino nobel mancato) ecco, l'ultimo, sono a metà libro, dopo qualche perplessità iniziale mi ha preso parecchio.
Termino e recensisco.
Scaricato? Da dove?
Io sono dovuto ricorrere a emule, che è scomodo
eurekaddl
l'ultimo è con dominio ".lat"
occhio che ci sono siti clone