Chi andrebbe bene?
Mah, basterebbe un Annibale Concimati qualsiasi, purché si determini su questi punti così come mi vengono in mente (anche perchè sono sempre al tel):
- Che abbia passione vera e non solo di facciata o interessi d’altro genere, se non quelli di rilanciare in ogni dove questo sport agonizzante.
- Che abbia piena consapevolezza di quanto questo sport sia afflitto a livello mondiale da una neoplasia Mafiosissima e Famigghissima Trinità e che sia disposto a contrastarla, trovando le giuste chemioterapie, che ci sono in giro per l’Europa..
- Che si contorni di facce totalmente nuove e giovani (tenendo pure conto che nella FCI si è giovanissimi, anche a 40 anni); in possesso di competenze, entusiasmo, carica ideale, linguaggi in linea coi tempi e prospettive.
- Che abbia la schiena dritta, ed una dignità sufficiente per rendersi indisponibile a genuflettersi ad ogni ordine di ConCONI (mi perdoni Alfiso, se uso il suo stupendo ed azzeccato copyright) e della RCS.
- Che abbia il coraggio di pensare al pedale come uno sport meraviglioso se vissuto a 360 gradi, in tutte le sue componenti agonistiche, variabili tecniche e medesima attenzione fra uomini e donne.
- Che sia disposto a tenersi sempre il coltello fra i denti per difenderlo dai lunghi coltelli “disacculturanti” della Berluscogazza e gli altri tasselli del “di che ti mando io mediatici”.
- Che pensi al proselitismo e alle campagne di avvicinamento di ragazze e ragazzi nelle scuole, attraverso figure competenti e dialettiche, capaci di invertire l’attuale approccio. Non più figure con l’italiano di un pollo o un’anatra, che parlano a scolari, studenti e relativi insegnanti, partendo da una fase propedeutica che si volge sull’importanza di fare sport e che, solo in un secondo momento, si va ad indirizzare sul ciclismo. In questo modo gli insegnanti saranno più conquistati e saranno loro stessi a propagandare il ciclismo su tempi impossibili al narratore-conferenziere-stagista esterno;
- Che proponga un Ufficio Studi & Marketing in grado di sviluppare, oltre ad una conoscenza capillare del proprio stato e dei propri problemi, una strategia che possa portare investimenti pubblicitari e d’immagine, nonché sponsorizzazioni sul ciclismo.
- Che abbia il coraggio di rivoluzionare una fonte economica della Federazione, ed un aggiustamento dell’etica, attraverso la cessione in sempiterno affitto, trattando sul prezzo come un mercante senza peli sullo stomaco, il settore amatoriale agli enti di promozione sportiva.
- Che lavori come una formichina sui propri collaboratori prima e sugli Enti Locali poi, attraverso un approccio culturale ed impiantistico nuovo, affinché si allarghino le maglie delle risposte in sicurezza per il proselitismo ciclistico e se ne faccia anche un pomo di civiltà;
- Che si batta nel ConCONI, affinché l’Ente si muova anche con la giusta rabbia verso il mondo politico per giungere finalmente anche in Italia, ad una legge quadro sullo sport.
Ci sarebbe tanto altro, soprattutto sul tecnico, ma devo fermarmi per il tempo tiranno.
Quel che è certo e che in un Paese educato (o meglio diseducato) allo sport dalla Berluscogazza in primis, e con un mondo politico che ha fatto sue, da tempo, anche le discipline sportive, non è facile trovare un simile Concimati, autonomo e indisponibile ai giochetti della politica-partitica. Ma è soprattutto pesante constatare, che chi andrà a votare sono delegati di società ciclistiche spesso vetuste, in quanto in mano a dirigenti che sono fossili o votati a mercanteggiare coi soliti noti, pronti semmai a procurar loro tubolari in cambio di un voto. È dunque un’impresa improba, ma se in consessi come questi, si continuerà a denunciare anche pesantemente ciò che il ciclismo vive, allora si potranno creare le condizioni in tempi ragionevoli, affinché arrivino Concimati pababili e plurali, ove poter scegliere. Ora come ora, serve un ex ciclista, che dia garanzie, perlomeno in termini di volontà di provare a cambiare e che abbia il coraggio di parlare con un linguaggio un po’ più crudo. Non un Moser, che è continuità col passato-presente, ma un Bugno che ogni tanto ci prova a dire, ed è popolare come pochi. Ma accanto a lui, va posto un ex atleta che si determini e si spenda su tutta la riconversione tecnica, di cui non ho parlato sopra, ma che serve come il pane. Uno che abbia competenze orizzontali. Uno che c’era già stato e che in pochi mesi stava facendo un lavorane, allontanato o costretto ad allontanarsi, da questa vergognosa gestione della FCI. Uno a cui il Presidente dovrebbe dare pieni poteri su tutto il versante citato. Costui è Silvio Martinello. Non lo dico perché lo stimo tanto, pur avendo idee o visioni opposte su taluni argomenti del passato come il caso Pantani, o su quella cronosquadre che, per me, resta un insulto-alterazione, all’equilibrio sportivo di un GT (Silvio, se mi leggi non ridere troppo.....

), ma perché ha idee, sa cosa vuole e sa cosa è meglio per il nostro movimento. Martinello ha palle e dialettica che non sembrano provenienti dall’ambiente ciclistico, sa riconoscere chi ha valori e competenze, gli da fiducia, ed ha grinta. Non è un nordista, ma un italiano, ed anche questo è un grandissimo pregio. Non penso possa candidarsi alla Presidenza, per motivi che non sta a me dire, visto che con grande soddisfazione di tutti è un forumista, ma qualsiasi candidato allo scranno attualmente di Di Rocco, non può non pensare a lui per il ruolo che ha già svolto e di cui il ciclismo italiano ha necessità precipua. Sempre che sia disposto a lasciare l’attuale incarico in Rai.
Gli altri nomi piovuti qui sopra non li conosco e non mi esprimo, in particolare il totale omonimo del grande Rocky Marciano che, un appassionato di boxe come me, non poteva non notare e salutare con umana e naturale simpatia.
P.S. Alfiso, il logo testè sopra, su sfondo color erba....riassume l'entità totale di....... (lo sai bene

)