Non so se faccio bene a scrivere il tutto qui, forse non avrei dovuto intasare l'angolo di Ciclosprint ma non riesco a trovare il thread dei percorsi delle classiche

. Siamo in tempo di Settimana Santa e, estendendo il discorso, leggendo quello che scrivete ho visto che alcuni di voi hanno denunciato un peggioramento complessivo del percorso di alcune delle classiche (in particolare mi sembra che si stiano tutte trasformando in corse per velocisti resistenti alla Kristoff-Degenkolb-Matthews e così via: giusto che abbiano le loro corse, ma così si rischia un po' l'omologazione). La corsa che più di tutte mi lascia l'amaro in bocca è il Lombardia, io sono bergamasco e per vari motivi sento la classica delle foglie morte come la mia corsa: le edizioni con l'arrivo a Lecco preceduto dal Villa Vergano e dalla macro-pianura tra i laghi di Annone e Pusiano erano davvero irritanti a mio parere, perché relegavano la corsa ad essere una volata in salita sulle ultime tre rampe di Villa Vergano (impossibile attaccare prima, Nibali lo ha imparato bene). Quando hanno annunciato l'arrivo a Bergamo, oltre che essere contento per l'arrivo del Lombardia 'sotto casa', la mia speranza era che con le tante possibilità che abbiamo qui a Bergamo si offrisse un percorso più spettacolare ed aperto e non ci si limitasse alla classica sparata sul selciato di Porta San Lorenzo, perché altrimenti tanto valeva tenersi il Villa Vergano... Invece non è andata così.
Allora ho scatenato la fantasia e ho provato a fare concorrenza a Ciclosprint, provando a costruire un Lombardia fittizio con arrivo a Bergamo che fosse davvero impegnativo, ma che tenesse in considerazione l'aspetto storico della corsa e le esigenze organizzative e che fosse in una certa misura realistico. Certo forse ho esagerato mettendo il massimo delle salite possibili, ma nella parte iniziale il percorso può essere modificato a piacimento (anche perché più mi allontano da Bergamo e meno lo conosco, anche se ne ho fatto la gran parte): la cosa da tenere fissa sono gli ultimi 60km. So che esiste un accordo extra-regolamentare per cui nelle classiche non si potrebbe salire sopra i 1200 metri s.l.m., ma non deve essere un qualcosa di ferreo visto che il Lombardia ha fatto il Valico di Valcava diverse volte. Forse ce anche un limite di dislivello, al limite si può tagliare qualche salita

Ve lo propongo di seguito, spero ci sia qualche bergamasco a leggermi: penso se la godrà alla grandissima
http://goo.gl/maps/T3l9K
Tot: 255km
Dislivello: 5000mt ca.
TRA PASSATO REMOTO E PASSATO RECENTE
Si parte da Varese, dall'ippodromo Le Bettole che ospitò i mondiali della doppietta Ballan – Cunego (2008). Si parte subito all'insù verso il Brinzio, salita non certo impegnativa che però fa già suonar la sveglia in gruppo. Dietro questo tratto di percorso c'è la volontà di dare una rivincita alla Trevalli Varesine, nobile decaduta del panorama ciclistico italiano ma ricca di storia e di contenuti tecnici, e al Trittico Lombardo in generale (si potrebbe modificare il percorso per calcare la mano su questo aspetto). Ci si sposta poi verso Cittiglio, per rendere omaggio ad Alfredo Binda, re indiscusso del Giro di Lombardia con le sue 4 vittorie. Ma qui inizia il duro: si sale infatti verso Vararo e il Passo del Cuvignone, una salita vera che, anche se molto lontana dall'arrivo di Bergamo e affrontata a passo lento, lascia comunque il segno nelle gambe degli atleti soprattutto in una corsa di 255km. A Porto Valtravaglia siamo sulle rive del Lago Maggiore, che lasciamo alle nostre spalle a Luino: qui inizia un lungo tratto pianeggiante di 80km dove la fuga di giornata, partita sicuramente sul Cuvignone, può prendere così sostanza sotto l'occhio vigile del gruppo. Dal Lago Maggiore passiamo dunque al Lago di Lugano, e muovendoci verso sud-est costeggiamo il confine svizzero verso il comasco. Per entrare a Como si scende dal San Fermo della Battaglia (-160), salita finale del Lombardia dei tardi anni 2000: impossibile da fare in salita data la direttrice del percorso, è comunque sede di un traguardo volante che assegna il Premio Bettini, che sul San Fermo ha sempre piazzato uno dei suoi proverbiali scatti. Si attraversa il centro andando verso il Lungolario, chiudendo così il cerchio della Lombardia dei Laghi, lasciandosi dunque alle spalle la città. A Nesso si torna a salire verso la seconda grande asperità di giornata: la Colma di Sormano (-120) , teatro di alcuni dei più bei Lombardia degli ultimi anni (penso alla vittoria di Gilbert su Scarponi, con i due che fanno la differenza proprio sulla Colma).
Non poteva mancare il Ghisallo, che è forse la salita simbolo del Giro di Lombardia: non potevo non concedere agli appassionati la festa del Lombardia alla Madonna del Ghisallo col suo museo del ciclismo. Tornati sul lago torna la pianura, per l'ultima volta: è quell'odioso segmento che costò al coraggioso Nibali la vittoria del Lombardia 2013 e che ammazzava ogni velleità di attacchi sulla Colma o sul Muro di Sormano.
SI ENTRA NEL VIVO
Ma stavolta gli animi combattivi avranno giustizia: dopo i 30km pianeggianti arriva il Villa Vergano (-66km a Bergamo), ora non più posto come rampa finale: Rodriguez e i garagisti dovranno aspettare. Discesa, si supera l'Adda, e via verso la fase decisiva della corsa: a Torre de' Busi comincia il Valcava, negli ultimi anni affrontato a inizio corsa per lasciare il segno (ruolo che qui ha il Cuvignone). In cima mancheranno 43km all'arrivo: qui si decide la corsa. Verosimilmente a scollinare in testa sarà il ristrettissimo gruppo dei migliori, ma non ci sarà pura selezione da dietro. La salita è molto dura specie negli noti ultimi 4km, in cui qualcuno potrebbe decidere di andarsene e non venire più ripreso (penso a N. A. Quintana, Contador e ovviamente Nibali, che sarebbero battuti sugli strappi della Maresana e della Boccola dai garagisti): le forze saranno quelle che sono e il percorso non è favorevole ad un inseguimento e sarà parecchio dura per chi sta dietro riorganizzarsi. E' una battaglia di baionette tra i migliori corridori.
Dalla cima si rimane abbastanza in quota passando da Costa Imagna e spostandosi verso la Roncola, una delle più famose salite bergamasche che ora si affronta invece in discesa: non è tecnica, ma chi è davanti certo non perde... Superato il tortuoso abitato di Almenno e le sue 'scale', oltre il Brembo si sale sullo strappetto di Via Dante e ci si porta sulla SS 470 nei pressi di Villa d'Almé, reimmettendoci sul percorso dell'attuale Lombardia, ma riducendo molto la pianura (e sarebbe anche ottima cosa per la viabilità ordinaria). I 4 km di statale sono troppo pochi per eventuali inseguitori, se un Quintana se ne è andato via da solo per manifesta superiorità non verrà certo ripreso qui.
LA BATTAGLIA FINALE ALLE PORTE DI BERGAMO
Se invece non c'è un uomo solo al comando, è arrivato il momento dei garagisti: a Ponteranica si lascia la statale verso la chiesa vecchia, dove si sale verso il terribile Castello della Moretta, il versante più duro della più nota Maresana. 1,7km con pendenza media del 15%: niente da invidiare al Muro di Sormano, anzi. Io li ho fatti entrambi (il Castello almeno una decina di volte) e dico che la Maresana è peggio. Dopo una prima rampa al 16%, c'è un tratto piuttosto dritto di 400metri al 24% impossibile da addolcire prendendo larghe le curve, che sono troppo ampie per dare sollievo (invece sul Muro di Sormano quella pendenze massimali non si raggiungono mai davvero, perché i tornantini consentono di addolcire un po' la pillola). Lì i vari Rodriguez, Henao, Betancur e gli amici garagisti devono dare la botta decisiva se ne hanno ancora, ma attenti a non strafare: in corrispondenza della Trattoria del Moro (che quel giorno farà grossi affari) la strada spiana ed è importante portare fuori velocità dal muro. Ma subito la strada torna a salire dritta nel bosco, con pendenze che non scendono quasi mai sotto il 15%: se un uomo riesce a scollinare da solo lì, ha quasi vinto (siamo a -11 all'arrivo). La picchiata verso le porte di Bergamo è infatti rapida anche se non ripida (solo nella prima parte ci sono pendenze del 17%, ma per brevi tratti) e non c'è spazio per grossi recuperi. Ai -6 siamo di nuovo sulla statale, ma non c'è tempo per calcoli: siamo tornati sul percorso classico del Lombardia bergamasco. Ai -4,5km c'è dunque la salita in Città Alta: se la corsa non è già chiusa sarà il selciato di Porta San Lorenzo a chiudere definitivamente i giochi. Il vincitore potrà così godersi il passaggio a Colle Aperto e la vista dalle mura, piombando sulla città bassa, il Sentierone ed il tradizionale arrivo di Piazza Matteotti.
CONCLUSIONI
Il percorso:
- Parte e arriva da due importanti città lombarde, come è giusto che sia (Varese, Bergamo), transitando anche per Como;
- Unisce la Lombardia dei Laghi (Maggiore, Ceresio, Lario);
- Transita sui tre finali più famosi del Lombardia moderno (San Fermo, Villa Vergano, Bergamo-Città Altà);
- Ha sì grandi contenuti storici ma anche una novità da prima pagina (la Maresana – Castello della Moretta al posto del Muro di Sormano)
- E' DAVVERO impegnativo (probabilmente troppo), ma aperto a diverse soluzioni (cavalcata trionfale di un singolo dal Valcava, botta sul muro della Maresana, regolamento di conti sulla Boccola) ed è vaccinato contro l'attendismo (dal Valcava, quindi già dai -50, la corsa è per forza interessante).
- Non ha niente di estremo o di pericoloso (la Maresana fatta così ha sì una salita molto ripida ma una discesa molto più abbordabile).
Ciclosprint, che dici, ti faccio concorrenza?