Humor nero
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Re: Humor nero
hahah
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Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
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Re: Humor nero
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Re: Humor nero
gli amici quelli simpatici
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Re: Humor nero
3-2-1 FIGHT!!!!
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Re: Humor nero
Come diceva il mio maestro di krav, Bruno Ben Garbi "Ho visto persone alterate da droghe incassare colpi senza sentire dolore, ma non ho mai visto uno con un ginocchio rotto stare in piedi"
Je devi rompe er ginocchio, dall alto in basso, a 45 gradi, laterale sopra la rotula
Re: Humor nero
È umorismo bianco e abbonda il turpiloquio, ma essendo satira intelligente, va bene, a parte quell'adesso ripetuto spesso, che in bocca a un livornese "un cistà una sega".
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Humor nero
Si una frattura più legamenti, menischi, ecc easy, tanto per tranquillizzarlo.nemecsek. ha scritto: ↑giovedì 24 gennaio 2019, 23:50Come diceva il mio maestro di krav, Bruno Ben Garbi "Ho visto persone alterate da droghe incassare colpi senza sentire dolore, ma non ho mai visto uno con un ginocchio rotto stare in piedi"
Je devi rompe er ginocchio, dall alto in basso, a 45 gradi, laterale sopra la rotula
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Re: Humor nero
Si potrebbe cambiare il titolo e farlo diventare bianco-nero?
E quindi Introduzione al senso del ridicolo
E quindi Introduzione al senso del ridicolo
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Re: Humor nero
Credo rossoblù, Alessandro Bergonzoni: "RE MI FA SOL LA SI? DO!"
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Re: Humor nero
non è black humor però è bella
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Re: Humor nero
put out
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Re: Humor nero
Ma la vignetta parodia della corsa delle Foibe te l'hanno cancellata? Quella era una perla.
http://www.spazidisimpatia.wordpress.com
Spazi di simpatia, nel nome dell'amore che regna nella nostra splendida Terra
Un blog consigliato da Basso, quello giusto.
Aderii alla campagna di garbata moral suasion per cacciare Di Rocco. E infatti...
Spazi di simpatia, nel nome dell'amore che regna nella nostra splendida Terra
Un blog consigliato da Basso, quello giusto.
Aderii alla campagna di garbata moral suasion per cacciare Di Rocco. E infatti...
Re: Humor nero
Non l'ho vista e ignoro chi possa averla postata.Deadnature ha scritto: ↑martedì 12 febbraio 2019, 18:54 Ma la vignetta parodia della corsa delle Foibe te l'hanno cancellata? Quella era una perla.
Qui i negazionisti non mancano, cosa inutile può comunque linkarmela per MP.
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Re: Humor nero
non smetto di ridere, questo è un genio
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Re: Humor nero
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Re: Humor nero
Non è humor nero ma mia ha fatto ridere e scoprire che il parte sono panda...il panda porn poi hahah
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Re: Humor nero
Altro che stelle di neutroni e buchi neri
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Re: Humor nero
'Insomma...scientificamente molto ben fatto, effetti speciali eccezionali e non oltre le righe ma nolan non mi piace più da diversi film. Poi c'è troppo lo "spiegone" ed in genere i film che lo fanno non mi piacciono. Un following di nolan per me vale tutti gli ultimi suoi 3 film.
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Re: Humor nero
ACCADDE A LIVORNO
Accadde a Livorno, la città dove tutto è possibile, nel 2011. L'Assessore alla mobilità Bettini rispondendo alle critiche della gente esasperata per le troppe multe se ne uscì con una frase infelice: "I livornesi imparino ad andare al mare in bici o con l'autobus".
Così l'imprenditore Salvatore Favati stampò e fece affiggere in tutta Livorno volantini con la scritta: «Caro assessore Bettini, noi al mare ci s'andrà in filobusse, lei invece affanculo ci vada pure come gli pare».
L'assessore sporse denuncia e contro l'imprenditore fu emesso un decreto penale di 900 euro per «aver offeso l'onore e la reputazione dell'assessore».
Favati presentò ricorso definendo la locandina «una critica goliardica contro un uomo pubblico che entro certi limiti la deve accettare».
A supporto della sua tesi difensiva il Favati richiese e presentò in Tribunale l'autorevole parere di Giorgio Marchetti, in arte Ettore Borzacchini, scrittore, umorista e satirista, che scrisse la lettera che segue e che fu letta in Tribunale per la delizia e lo spasso dei giudici e del pubblico intervenuto numeroso.
.
Caro Favati,
La ringrazio dell’onore che mi fa nell’eleggermi a suo consulente in una questione di tanto portato sociale e civile come quella relativa alla sua controversia con l’illustrissimo assessore Bettini, tanto pregnante e gravida di conseguenze da assumere significanza culturale nel complesso e spesso malinteso mondo delle relazioni pubbliche e private della comunità labronica.
Venendo al sodo, alla sostanza, se il quesito che lei intende pormi è quello di esprimermi intorno alla carica offensiva di certe locuzioni in ambito livornese, affermo che specialmente in tale ambito (il quale fortunatamente si sta estendendo al patrimonio linguistico della nazione) frasi come “vattel’ a piglia’ ‘nculo” “va’ a fa’ ‘nculo” (o “vaffanculo” e abbr. “fanculo”), così come “ ‘r budello di tu’ ma’” (in innumerevoli, colorite varianti), fino agli appellativi come “buodiulo”, “buo strappato”, “buonero” ed altre fantasiose interpretazioni dell’asserto filosofico del concetto di “buo”, e inoltre “stronzolo” più o meno “caàto a forza”, nonché vigorosi inviti del tipo di “pùppamelo” e “a me me lo puppi” (e “strapuppi”), e molte altre espressioni del medesimo tipo, in virtù delle qualità antifrastiche ed iperboliche della lingua livornese - che nel parlar corrente d’ogni registro tendono a capovolgere, enfatizzandoli i contenuti e le accezioni comuni delle locuzioni stesse - appartengono tradizionalmente ad un lèssico amicale e confidenziale fino al punto di assumere una vivacità e un gusto quasi affettuoso e di calorosa premura verso l’interlocutore, talora acquistando addirittura una tempèrie di gradimento esclusivo nei moti di accoglienza, di congedo, di frequentazione di amici di stretta dimestichezza.
In base a ciò non ritengo in nessun modo offensiva e intenzionalmente diffamatoria e certamente non lesiva dell’onore del destinatario (vuoi in forma orale che scritta) la locuzione in oggetto e mi permetto di aggiungere neanche troppo “volgare”, a meno che l’aggettivo “volgare” non sia inteso nel sublime senso affidato al termine dal padre della lingua italiana Dante Alighieri.
Credo altresì che un uso appropriato di tali termini conferisca alle rimostranze, proteste o semplici osservazioni dei cittadini nei confronti del pubblico servizio un corretto e civile modo di manifestare in formula confidenziale e vieppiù calorosa il proprio dissenso e costituire stimolo per i responsabili a esser più efficienti nelle loro funzioni e ne’ doveri verso la pubblica utilità.
Spero di essere stato esauriente nell’adempiere alle sue esigenze e le ribadisco che quanto sopra è più volte comunque riscontrabile nelle mia modesta opera – Il Borzacchini Universale e segg - di cui so che ella possiede nozione.
Colgo l’occasione per distintamente riverirla,
Suo Ettore Borzacchini
al sec. Giorgio Marchetti
.
La storia si concluse in modo singolare: Salvatore Favati fu assolto perché il giudice ritenne "Non raggiunta la prova della commissione del fatto" tra le proteste dello stesso Favati, che sosteneva a gran voce: «Il fatto l'ho commesso io e lo riconosco, voglio invece essere assolto perché il fatto non costituisce reato!»
.
Il parere di Giorgio Marchetti (alias Ettore Borzacchini) resta una meravigliosa apologia del diritto di Satira che dovrebbe essere citata e studiata in tutte le Antologie Scolastiche.
Accadde a Livorno, la città dove tutto è possibile, nel 2011. L'Assessore alla mobilità Bettini rispondendo alle critiche della gente esasperata per le troppe multe se ne uscì con una frase infelice: "I livornesi imparino ad andare al mare in bici o con l'autobus".
Così l'imprenditore Salvatore Favati stampò e fece affiggere in tutta Livorno volantini con la scritta: «Caro assessore Bettini, noi al mare ci s'andrà in filobusse, lei invece affanculo ci vada pure come gli pare».
L'assessore sporse denuncia e contro l'imprenditore fu emesso un decreto penale di 900 euro per «aver offeso l'onore e la reputazione dell'assessore».
Favati presentò ricorso definendo la locandina «una critica goliardica contro un uomo pubblico che entro certi limiti la deve accettare».
A supporto della sua tesi difensiva il Favati richiese e presentò in Tribunale l'autorevole parere di Giorgio Marchetti, in arte Ettore Borzacchini, scrittore, umorista e satirista, che scrisse la lettera che segue e che fu letta in Tribunale per la delizia e lo spasso dei giudici e del pubblico intervenuto numeroso.
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Caro Favati,
La ringrazio dell’onore che mi fa nell’eleggermi a suo consulente in una questione di tanto portato sociale e civile come quella relativa alla sua controversia con l’illustrissimo assessore Bettini, tanto pregnante e gravida di conseguenze da assumere significanza culturale nel complesso e spesso malinteso mondo delle relazioni pubbliche e private della comunità labronica.
Venendo al sodo, alla sostanza, se il quesito che lei intende pormi è quello di esprimermi intorno alla carica offensiva di certe locuzioni in ambito livornese, affermo che specialmente in tale ambito (il quale fortunatamente si sta estendendo al patrimonio linguistico della nazione) frasi come “vattel’ a piglia’ ‘nculo” “va’ a fa’ ‘nculo” (o “vaffanculo” e abbr. “fanculo”), così come “ ‘r budello di tu’ ma’” (in innumerevoli, colorite varianti), fino agli appellativi come “buodiulo”, “buo strappato”, “buonero” ed altre fantasiose interpretazioni dell’asserto filosofico del concetto di “buo”, e inoltre “stronzolo” più o meno “caàto a forza”, nonché vigorosi inviti del tipo di “pùppamelo” e “a me me lo puppi” (e “strapuppi”), e molte altre espressioni del medesimo tipo, in virtù delle qualità antifrastiche ed iperboliche della lingua livornese - che nel parlar corrente d’ogni registro tendono a capovolgere, enfatizzandoli i contenuti e le accezioni comuni delle locuzioni stesse - appartengono tradizionalmente ad un lèssico amicale e confidenziale fino al punto di assumere una vivacità e un gusto quasi affettuoso e di calorosa premura verso l’interlocutore, talora acquistando addirittura una tempèrie di gradimento esclusivo nei moti di accoglienza, di congedo, di frequentazione di amici di stretta dimestichezza.
In base a ciò non ritengo in nessun modo offensiva e intenzionalmente diffamatoria e certamente non lesiva dell’onore del destinatario (vuoi in forma orale che scritta) la locuzione in oggetto e mi permetto di aggiungere neanche troppo “volgare”, a meno che l’aggettivo “volgare” non sia inteso nel sublime senso affidato al termine dal padre della lingua italiana Dante Alighieri.
Credo altresì che un uso appropriato di tali termini conferisca alle rimostranze, proteste o semplici osservazioni dei cittadini nei confronti del pubblico servizio un corretto e civile modo di manifestare in formula confidenziale e vieppiù calorosa il proprio dissenso e costituire stimolo per i responsabili a esser più efficienti nelle loro funzioni e ne’ doveri verso la pubblica utilità.
Spero di essere stato esauriente nell’adempiere alle sue esigenze e le ribadisco che quanto sopra è più volte comunque riscontrabile nelle mia modesta opera – Il Borzacchini Universale e segg - di cui so che ella possiede nozione.
Colgo l’occasione per distintamente riverirla,
Suo Ettore Borzacchini
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La storia si concluse in modo singolare: Salvatore Favati fu assolto perché il giudice ritenne "Non raggiunta la prova della commissione del fatto" tra le proteste dello stesso Favati, che sosteneva a gran voce: «Il fatto l'ho commesso io e lo riconosco, voglio invece essere assolto perché il fatto non costituisce reato!»
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Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Humor nero
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Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
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C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Re: Humor nero
Lo ius culturae spiegato a tutti:
Nascono 3 bambini, un livornese, un pisano e un nigeriano ma l’infermiera ha perso i braccialetti.
Il babbo livornese prende il bambino nigeriano e lo coccola.
L’infermiera “ma è di colore”
Il babbo livornese “ a ma fino a quando non viene fuori chi è il pisano io tengo questo
Nascono 3 bambini, un livornese, un pisano e un nigeriano ma l’infermiera ha perso i braccialetti.
Il babbo livornese prende il bambino nigeriano e lo coccola.
L’infermiera “ma è di colore”
Il babbo livornese “ a ma fino a quando non viene fuori chi è il pisano io tengo questo
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Re: Humor nero
Ci sono due argomenti che tornano fuori periodicamente da tanti anni: la rimozione dei crocifissi dalle scuole, e la riapertura delle case chiuse.
Una soluzione ci sarebbe: si riaprono le case chiuse, si tolgono i crocifissi dalle aule scolastiche, e li si sposta in ogni camera di casino.
Che cosi' diventerebbe anche un luogo piu' decoroso.
Fonte : un forumista del Fatto Quotidiano.
Una soluzione ci sarebbe: si riaprono le case chiuse, si tolgono i crocifissi dalle aule scolastiche, e li si sposta in ogni camera di casino.
Che cosi' diventerebbe anche un luogo piu' decoroso.
Fonte : un forumista del Fatto Quotidiano.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Re: Humor nero
nino58 ha scritto: ↑mercoledì 2 ottobre 2019, 14:05 Ci sono due argomenti che tornano fuori periodicamente da tanti anni: la rimozione dei crocifissi dalle scuole, e la riapertura delle case chiuse.
Una soluzione ci sarebbe: si riaprono le case chiuse, si tolgono i crocifissi dalle aule scolastiche, e li si sposta in ogni camera di casino.
Che cosi' diventerebbe anche un luogo piu' decoroso.
Fonte : un forumista del Fatto Quotidiano.
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Re: Humor nero
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Re: Humor nero
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Re: Humor nero
Maurizio Bettini: il riso e le religioni, con barzelletta finale
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- Tranchée d'Arenberg
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Re: Humor nero
Volevo solo dire che il coronavirus in italia è stato volontariamente introdotto dall'INPS per eliminare il problema delle pensioni
Cobblestone 2012, 2013,2018 & 2021 - 1° Classifica Generale
- Maìno della Spinetta
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Re: Humor nero
Ieri, Maino, parlando del virus con amici:Tranchée d'Arenberg ha scritto: ↑martedì 25 febbraio 2020, 13:18 Volevo solo dire che il coronavirus in italia è stato volontariamente introdotto dall'INPS per eliminare il problema delle pensioni
Macché CIA, macché Wuhan Lab,
Questo è l'INPS-VIRUS, che ammazza i vecchietti e risparmia i neonati
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
- Tranchée d'Arenberg
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Re: Humor nero
E' lui il mandante!Maìno della Spinetta ha scritto: ↑martedì 25 febbraio 2020, 15:46Ieri, Maino, parlando del virus con amici:Tranchée d'Arenberg ha scritto: ↑martedì 25 febbraio 2020, 13:18 Volevo solo dire che il coronavirus in italia è stato volontariamente introdotto dall'INPS per eliminare il problema delle pensioni
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Re: Humor nero
Così mangiò Zarathustra
di Woody Allen
Niente riesce a mettere in subbuglio la comunità intellettuale più della scoperta di un’opera ignota di un grande pensatore. È una cosa che fa agitare i sapienti come quegli affarini che si vedono in una goccia al microscopio. In un recente viaggio ad Heidelberg per procurarmi alcune rare cicatrici da duello del diciannovesimo secolo, mi sono imbattuto proprio in un tesoro del genere. Chi avrebbe mai immaginato che esistesse un Libro delle diete di Friedrich Nietzsche? Ebbene, se l’autenticità dell’opera può apparire un filo dubbia agli increduli, quasi tutti quelli che l’hanno studiata affermano che nessun altro pensatore occidentale era mai andato così vicino a conciliare Platone con la dieta Pritikin. Ecco alcuni estratti.
In sé il grasso è una sostanza o l’essenza di una sostanza o una modalità di tale essenza. Il problema principale sorge quando si accumula sui fianchi. Tra i presocratici, fu Zenone a sostenere che il peso è un’illusione, e che per quanto un uomo possa mangiare sarà sempre grasso la metà di uno che non fa mai flessioni. Gli ateniesi erano ossessionati dalla ricerca del corpo ideale. In una tragedia perduta di Eschilo, Clitennestra rompe il voto di non fare mai spuntini tra i pasti, e poi finisce per cavarsi gli occhi quando si accorge che non entra più nel costume da bagno.
Ci volle l’intelletto di Aristotele per porre il problema del peso in termini scientifici. In un antico frammento dell’Etica, il filosofo afferma che la circonferenza di ogni uomo è pari al suo girovita moltiplicato per pi greco. Tanto bastò fino al Medioevo, quando Tommaso d’Aquino tradusse in latino alcuni menù e furono aperte le prime ostricherie. L’abitudine di cenare fuori era ancora condannata dalla chiesa, e farsi parcheggiare l’auto da un addetto era considerato un peccato venale.
Per secoli, com’è noto, il papato considerò il sandwich aperto al tacchino caldo il massimo della licenziosità; molti sandwich furono costretti a restare chiusi, e riaprirono solo dopo la riforma. In certi dipinti di soggetto religioso del quattordicesimo secolo si vedono per la prima volta scene di dannati in sovrappeso che vagano per l’inferno, condannati a yogurt e insalate. Gli spagnoli erano cattivissimi: l’Inquisizione poteva condannare qualcuno solo perché aveva farcito un avocado con la polpa di granchio.
Nessun filosofo giunse però a risolvere il problema del rapporto fra peso e senso di colpa finché Cartesio non divise la mente dal corpo, così il corpo poteva ingozzarsi mentre la mente pensava: “Chi se ne importa, tanto non sono io”. Ma il grande interrogativo della filosofia rimane questo: “Se la vita è priva di senso, come la mettiamo con la pastina a forma di lettere dell’alfabeto?”. Fu Leibniz il primo a dire che il grasso era fatto di monadi. Leibniz era a dieta e faceva ginnastica, ma non riuscì mai a smaltire le sue monadi: almeno non quelle che aveva sulle cosce. Spinoza, dal canto suo, consumava pasti frugali perché credeva che Dio stesse in tutte le cose, ed è terribile strafogarsi di knish quando si pensa di spalmare senape a palate sulla Causa prima di tutte le cose.
Esiste un rapporto fra il genio creativo e un sano regime alimentare? Si pensi al compositore Richard Wagner e a quello che era capace d’ingurgitare: patate fritte, formaggio grigliato, nachos… Cristo, quell’uomo era senza fondo, eppure la sua musica è sublime. Neanche sua moglie Cosima scherzava, ma lei almeno faceva jogging tutti i giorni. In una scena tratta dal ciclo del Ring, Sigfrido decide di andare a cena fuori con le fanciulle del Reno ed eroicamente si fa fuori un bue, due dozzine di pernici, svariate forme di formaggio e quindici boccali di birra. Poi arriva il conto e lui scopre di essere al verde. Il punto è che nella vita hai diritto a un contorno di insalata russa o di patate, e la scelta sei costretto a farla nella terrificante consapevolezza che non solo il tuo tempo sulla terra è limitato, ma che quasi tutte le cucine chiudono alle dieci. Per Schopenhauer, la catastrofe esistenziale non consisteva tanto nel mangiare quanto nel consumare merendine. Schopenhauer condannava l’abitudine di sgranocchiare senza motivo noccioline e patatine mentre si faceva qualcos’altro.
Una volta che si cede ad una merendina, sostiene Schopenhauer, la volontà umana non può più resistere alla tentazione, e il risultato è un universo cosparso di briciole. Poco azzeccata anche la tesi di Kant, convinto che se tutti ordinassero la stessa cosa, il mondo funzionerebbe secondo morale. Ma c’è un problema che Kant non aveva previsto: se tutti ordinano lo stesso piatto, finisce che in cucina si bisticciano per decidere a chi va l’ultimo branzino. “Fai la tua ordinazione come se valesse per ogni essere umano sulla terra”, consiglia Kant. Già, ma se il tizio accanto non mangia guacamole? Naturalmente non esistono cibi morali: a meno che di non contare anche le uova à la coque.
Riassumendo: a parte le mie Frittelle al di là del bene e del male e il mio condimento per insalate volontà di potenza, fra tutte le grandi ricette che hanno cambiato il pensiero occidentale, quella del pasticcio di pollo di Hegel è stata la prima a riciclare gli avanzi con significative implicazioni politiche. Il fritto di gamberi e verdure di Spinoza può essere apprezzato tanto dagli atei quanto dagli agnostici, mentre una ricetta poco nota di Hobbes, le costolette di bimbo alla brace, resta ancora oggi un rebus intellettuale. Il bello della dieta Nietzsche è che i chili, una volta persi, non tornano più, a differenza di quanto accade con il Tractatus sugli amidi di Kant.
Prima colazione
– succo d’arancia
– 2 fettine di bacon
– profiteroles
– vongole giganti al forno
– pane tostato
– tisana di erbe
Il succo dell’arancia è l’essenza stessa dell’arancia resa manifesta, e con questo voglio dire che è la sua vera natura, ciò che gli conferisce la sua “aranceità” e gli impedisce di sapere di salmone al vapore oppure, che so, di animelle fritte. Nei devoti, l’idea di fare colazione con qualsiasi altra cosa che non siano i cereali suscita timore e tremore, ma con la morte di Dio tutto è permesso, e si possono mangiare a piacimento profiteroles, vongole e perfino ali di pollo.
Pranzo
1 piatto di spaghetti al pomodoro e basilico
pane bianco-
patate schiacciate
sacher torte
I forti mangeranno sempre cibi nutrienti, ben conditi con salse pesanti, mentre i deboli spilluzzicano germe di grano e tofu, convinti che le loro sofferenze gli varranno una ricompensa nell’aldilà, dove fanno furore le costolette di abbacchio a scottadito. Ma se l’aldilà è, come io sostengo, un eterno ritorno di questa vita, allora i mansueti dovranno cibarsi eternamente di pietanze a basso contenuto di carboidrati e di pollo spellato alla piastra.
Cena
– bistecca o salsicce
– patate novelle al forno
– aragosta Thermidor
– gelato con panna montata o millefoglie
Questo sì che è un pasto da Superuomo. Coloro che sono tormentati dall’angoscia per i trigliceridi e le transaminasi mangino pure secondo le raccomandazioni del pastore o del dietologo: il Superuomo sa che la carne venata di grasso e i formaggi cremosi con dessert abbondanti e…. ah, sì, anche i fritti a volontà sarebbero cose che mangerebbe anche Dioniso, se non fosse per quel suo problema di reflusso gastroesofageo.
Aforismi
– L’epistemologia svuota di senso ogni dieta. Se non esiste nulla fuori dalla mia mente, non solo posso ordinare qualsiasi cosa, ma il servizio sarà impeccabile.
– L’uomo è l’unica creatura che non lascia la mancia al cameriere.
Originalmente pubblicato sul New Yorker
di Woody Allen
Niente riesce a mettere in subbuglio la comunità intellettuale più della scoperta di un’opera ignota di un grande pensatore. È una cosa che fa agitare i sapienti come quegli affarini che si vedono in una goccia al microscopio. In un recente viaggio ad Heidelberg per procurarmi alcune rare cicatrici da duello del diciannovesimo secolo, mi sono imbattuto proprio in un tesoro del genere. Chi avrebbe mai immaginato che esistesse un Libro delle diete di Friedrich Nietzsche? Ebbene, se l’autenticità dell’opera può apparire un filo dubbia agli increduli, quasi tutti quelli che l’hanno studiata affermano che nessun altro pensatore occidentale era mai andato così vicino a conciliare Platone con la dieta Pritikin. Ecco alcuni estratti.
In sé il grasso è una sostanza o l’essenza di una sostanza o una modalità di tale essenza. Il problema principale sorge quando si accumula sui fianchi. Tra i presocratici, fu Zenone a sostenere che il peso è un’illusione, e che per quanto un uomo possa mangiare sarà sempre grasso la metà di uno che non fa mai flessioni. Gli ateniesi erano ossessionati dalla ricerca del corpo ideale. In una tragedia perduta di Eschilo, Clitennestra rompe il voto di non fare mai spuntini tra i pasti, e poi finisce per cavarsi gli occhi quando si accorge che non entra più nel costume da bagno.
Ci volle l’intelletto di Aristotele per porre il problema del peso in termini scientifici. In un antico frammento dell’Etica, il filosofo afferma che la circonferenza di ogni uomo è pari al suo girovita moltiplicato per pi greco. Tanto bastò fino al Medioevo, quando Tommaso d’Aquino tradusse in latino alcuni menù e furono aperte le prime ostricherie. L’abitudine di cenare fuori era ancora condannata dalla chiesa, e farsi parcheggiare l’auto da un addetto era considerato un peccato venale.
Per secoli, com’è noto, il papato considerò il sandwich aperto al tacchino caldo il massimo della licenziosità; molti sandwich furono costretti a restare chiusi, e riaprirono solo dopo la riforma. In certi dipinti di soggetto religioso del quattordicesimo secolo si vedono per la prima volta scene di dannati in sovrappeso che vagano per l’inferno, condannati a yogurt e insalate. Gli spagnoli erano cattivissimi: l’Inquisizione poteva condannare qualcuno solo perché aveva farcito un avocado con la polpa di granchio.
Nessun filosofo giunse però a risolvere il problema del rapporto fra peso e senso di colpa finché Cartesio non divise la mente dal corpo, così il corpo poteva ingozzarsi mentre la mente pensava: “Chi se ne importa, tanto non sono io”. Ma il grande interrogativo della filosofia rimane questo: “Se la vita è priva di senso, come la mettiamo con la pastina a forma di lettere dell’alfabeto?”. Fu Leibniz il primo a dire che il grasso era fatto di monadi. Leibniz era a dieta e faceva ginnastica, ma non riuscì mai a smaltire le sue monadi: almeno non quelle che aveva sulle cosce. Spinoza, dal canto suo, consumava pasti frugali perché credeva che Dio stesse in tutte le cose, ed è terribile strafogarsi di knish quando si pensa di spalmare senape a palate sulla Causa prima di tutte le cose.
Esiste un rapporto fra il genio creativo e un sano regime alimentare? Si pensi al compositore Richard Wagner e a quello che era capace d’ingurgitare: patate fritte, formaggio grigliato, nachos… Cristo, quell’uomo era senza fondo, eppure la sua musica è sublime. Neanche sua moglie Cosima scherzava, ma lei almeno faceva jogging tutti i giorni. In una scena tratta dal ciclo del Ring, Sigfrido decide di andare a cena fuori con le fanciulle del Reno ed eroicamente si fa fuori un bue, due dozzine di pernici, svariate forme di formaggio e quindici boccali di birra. Poi arriva il conto e lui scopre di essere al verde. Il punto è che nella vita hai diritto a un contorno di insalata russa o di patate, e la scelta sei costretto a farla nella terrificante consapevolezza che non solo il tuo tempo sulla terra è limitato, ma che quasi tutte le cucine chiudono alle dieci. Per Schopenhauer, la catastrofe esistenziale non consisteva tanto nel mangiare quanto nel consumare merendine. Schopenhauer condannava l’abitudine di sgranocchiare senza motivo noccioline e patatine mentre si faceva qualcos’altro.
Una volta che si cede ad una merendina, sostiene Schopenhauer, la volontà umana non può più resistere alla tentazione, e il risultato è un universo cosparso di briciole. Poco azzeccata anche la tesi di Kant, convinto che se tutti ordinassero la stessa cosa, il mondo funzionerebbe secondo morale. Ma c’è un problema che Kant non aveva previsto: se tutti ordinano lo stesso piatto, finisce che in cucina si bisticciano per decidere a chi va l’ultimo branzino. “Fai la tua ordinazione come se valesse per ogni essere umano sulla terra”, consiglia Kant. Già, ma se il tizio accanto non mangia guacamole? Naturalmente non esistono cibi morali: a meno che di non contare anche le uova à la coque.
Riassumendo: a parte le mie Frittelle al di là del bene e del male e il mio condimento per insalate volontà di potenza, fra tutte le grandi ricette che hanno cambiato il pensiero occidentale, quella del pasticcio di pollo di Hegel è stata la prima a riciclare gli avanzi con significative implicazioni politiche. Il fritto di gamberi e verdure di Spinoza può essere apprezzato tanto dagli atei quanto dagli agnostici, mentre una ricetta poco nota di Hobbes, le costolette di bimbo alla brace, resta ancora oggi un rebus intellettuale. Il bello della dieta Nietzsche è che i chili, una volta persi, non tornano più, a differenza di quanto accade con il Tractatus sugli amidi di Kant.
Prima colazione
– succo d’arancia
– 2 fettine di bacon
– profiteroles
– vongole giganti al forno
– pane tostato
– tisana di erbe
Il succo dell’arancia è l’essenza stessa dell’arancia resa manifesta, e con questo voglio dire che è la sua vera natura, ciò che gli conferisce la sua “aranceità” e gli impedisce di sapere di salmone al vapore oppure, che so, di animelle fritte. Nei devoti, l’idea di fare colazione con qualsiasi altra cosa che non siano i cereali suscita timore e tremore, ma con la morte di Dio tutto è permesso, e si possono mangiare a piacimento profiteroles, vongole e perfino ali di pollo.
Pranzo
1 piatto di spaghetti al pomodoro e basilico
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sacher torte
I forti mangeranno sempre cibi nutrienti, ben conditi con salse pesanti, mentre i deboli spilluzzicano germe di grano e tofu, convinti che le loro sofferenze gli varranno una ricompensa nell’aldilà, dove fanno furore le costolette di abbacchio a scottadito. Ma se l’aldilà è, come io sostengo, un eterno ritorno di questa vita, allora i mansueti dovranno cibarsi eternamente di pietanze a basso contenuto di carboidrati e di pollo spellato alla piastra.
Cena
– bistecca o salsicce
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Questo sì che è un pasto da Superuomo. Coloro che sono tormentati dall’angoscia per i trigliceridi e le transaminasi mangino pure secondo le raccomandazioni del pastore o del dietologo: il Superuomo sa che la carne venata di grasso e i formaggi cremosi con dessert abbondanti e…. ah, sì, anche i fritti a volontà sarebbero cose che mangerebbe anche Dioniso, se non fosse per quel suo problema di reflusso gastroesofageo.
Aforismi
– L’epistemologia svuota di senso ogni dieta. Se non esiste nulla fuori dalla mia mente, non solo posso ordinare qualsiasi cosa, ma il servizio sarà impeccabile.
– L’uomo è l’unica creatura che non lascia la mancia al cameriere.
Originalmente pubblicato sul New Yorker
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
- chinaski89
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- Iscritto il: sabato 13 giugno 2015, 16:51
Re: Humor nero
bellissimolemond ha scritto: ↑domenica 15 marzo 2020, 9:19 Così mangiò Zarathustra
di Woody Allen
Niente riesce a mettere in subbuglio la comunità intellettuale più della scoperta di un’opera ignota di un grande pensatore. È una cosa che fa agitare i sapienti come quegli affarini che si vedono in una goccia al microscopio. In un recente viaggio ad Heidelberg per procurarmi alcune rare cicatrici da duello del diciannovesimo secolo, mi sono imbattuto proprio in un tesoro del genere. Chi avrebbe mai immaginato che esistesse un Libro delle diete di Friedrich Nietzsche? Ebbene, se l’autenticità dell’opera può apparire un filo dubbia agli increduli, quasi tutti quelli che l’hanno studiata affermano che nessun altro pensatore occidentale era mai andato così vicino a conciliare Platone con la dieta Pritikin. Ecco alcuni estratti.
In sé il grasso è una sostanza o l’essenza di una sostanza o una modalità di tale essenza. Il problema principale sorge quando si accumula sui fianchi. Tra i presocratici, fu Zenone a sostenere che il peso è un’illusione, e che per quanto un uomo possa mangiare sarà sempre grasso la metà di uno che non fa mai flessioni. Gli ateniesi erano ossessionati dalla ricerca del corpo ideale. In una tragedia perduta di Eschilo, Clitennestra rompe il voto di non fare mai spuntini tra i pasti, e poi finisce per cavarsi gli occhi quando si accorge che non entra più nel costume da bagno.
Ci volle l’intelletto di Aristotele per porre il problema del peso in termini scientifici. In un antico frammento dell’Etica, il filosofo afferma che la circonferenza di ogni uomo è pari al suo girovita moltiplicato per pi greco. Tanto bastò fino al Medioevo, quando Tommaso d’Aquino tradusse in latino alcuni menù e furono aperte le prime ostricherie. L’abitudine di cenare fuori era ancora condannata dalla chiesa, e farsi parcheggiare l’auto da un addetto era considerato un peccato venale.
Per secoli, com’è noto, il papato considerò il sandwich aperto al tacchino caldo il massimo della licenziosità; molti sandwich furono costretti a restare chiusi, e riaprirono solo dopo la riforma. In certi dipinti di soggetto religioso del quattordicesimo secolo si vedono per la prima volta scene di dannati in sovrappeso che vagano per l’inferno, condannati a yogurt e insalate. Gli spagnoli erano cattivissimi: l’Inquisizione poteva condannare qualcuno solo perché aveva farcito un avocado con la polpa di granchio.
Nessun filosofo giunse però a risolvere il problema del rapporto fra peso e senso di colpa finché Cartesio non divise la mente dal corpo, così il corpo poteva ingozzarsi mentre la mente pensava: “Chi se ne importa, tanto non sono io”. Ma il grande interrogativo della filosofia rimane questo: “Se la vita è priva di senso, come la mettiamo con la pastina a forma di lettere dell’alfabeto?”. Fu Leibniz il primo a dire che il grasso era fatto di monadi. Leibniz era a dieta e faceva ginnastica, ma non riuscì mai a smaltire le sue monadi: almeno non quelle che aveva sulle cosce. Spinoza, dal canto suo, consumava pasti frugali perché credeva che Dio stesse in tutte le cose, ed è terribile strafogarsi di knish quando si pensa di spalmare senape a palate sulla Causa prima di tutte le cose.
Esiste un rapporto fra il genio creativo e un sano regime alimentare? Si pensi al compositore Richard Wagner e a quello che era capace d’ingurgitare: patate fritte, formaggio grigliato, nachos… Cristo, quell’uomo era senza fondo, eppure la sua musica è sublime. Neanche sua moglie Cosima scherzava, ma lei almeno faceva jogging tutti i giorni. In una scena tratta dal ciclo del Ring, Sigfrido decide di andare a cena fuori con le fanciulle del Reno ed eroicamente si fa fuori un bue, due dozzine di pernici, svariate forme di formaggio e quindici boccali di birra. Poi arriva il conto e lui scopre di essere al verde. Il punto è che nella vita hai diritto a un contorno di insalata russa o di patate, e la scelta sei costretto a farla nella terrificante consapevolezza che non solo il tuo tempo sulla terra è limitato, ma che quasi tutte le cucine chiudono alle dieci. Per Schopenhauer, la catastrofe esistenziale non consisteva tanto nel mangiare quanto nel consumare merendine. Schopenhauer condannava l’abitudine di sgranocchiare senza motivo noccioline e patatine mentre si faceva qualcos’altro.
Una volta che si cede ad una merendina, sostiene Schopenhauer, la volontà umana non può più resistere alla tentazione, e il risultato è un universo cosparso di briciole. Poco azzeccata anche la tesi di Kant, convinto che se tutti ordinassero la stessa cosa, il mondo funzionerebbe secondo morale. Ma c’è un problema che Kant non aveva previsto: se tutti ordinano lo stesso piatto, finisce che in cucina si bisticciano per decidere a chi va l’ultimo branzino. “Fai la tua ordinazione come se valesse per ogni essere umano sulla terra”, consiglia Kant. Già, ma se il tizio accanto non mangia guacamole? Naturalmente non esistono cibi morali: a meno che di non contare anche le uova à la coque.
Riassumendo: a parte le mie Frittelle al di là del bene e del male e il mio condimento per insalate volontà di potenza, fra tutte le grandi ricette che hanno cambiato il pensiero occidentale, quella del pasticcio di pollo di Hegel è stata la prima a riciclare gli avanzi con significative implicazioni politiche. Il fritto di gamberi e verdure di Spinoza può essere apprezzato tanto dagli atei quanto dagli agnostici, mentre una ricetta poco nota di Hobbes, le costolette di bimbo alla brace, resta ancora oggi un rebus intellettuale. Il bello della dieta Nietzsche è che i chili, una volta persi, non tornano più, a differenza di quanto accade con il Tractatus sugli amidi di Kant.
Prima colazione
– succo d’arancia
– 2 fettine di bacon
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Il succo dell’arancia è l’essenza stessa dell’arancia resa manifesta, e con questo voglio dire che è la sua vera natura, ciò che gli conferisce la sua “aranceità” e gli impedisce di sapere di salmone al vapore oppure, che so, di animelle fritte. Nei devoti, l’idea di fare colazione con qualsiasi altra cosa che non siano i cereali suscita timore e tremore, ma con la morte di Dio tutto è permesso, e si possono mangiare a piacimento profiteroles, vongole e perfino ali di pollo.
Pranzo
1 piatto di spaghetti al pomodoro e basilico
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patate schiacciate
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I forti mangeranno sempre cibi nutrienti, ben conditi con salse pesanti, mentre i deboli spilluzzicano germe di grano e tofu, convinti che le loro sofferenze gli varranno una ricompensa nell’aldilà, dove fanno furore le costolette di abbacchio a scottadito. Ma se l’aldilà è, come io sostengo, un eterno ritorno di questa vita, allora i mansueti dovranno cibarsi eternamente di pietanze a basso contenuto di carboidrati e di pollo spellato alla piastra.
Cena
– bistecca o salsicce
– patate novelle al forno
– aragosta Thermidor
– gelato con panna montata o millefoglie
Questo sì che è un pasto da Superuomo. Coloro che sono tormentati dall’angoscia per i trigliceridi e le transaminasi mangino pure secondo le raccomandazioni del pastore o del dietologo: il Superuomo sa che la carne venata di grasso e i formaggi cremosi con dessert abbondanti e…. ah, sì, anche i fritti a volontà sarebbero cose che mangerebbe anche Dioniso, se non fosse per quel suo problema di reflusso gastroesofageo.
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- matteo.conz
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Re: Humor nero
Quelli coi cani finti sono il massimo, siamo solo all'inizio
Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Re: Humor nero
In caso di "stretta" ulteriore , affrettatevi o voi ritardatari
Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
.·. Sic Semper Tyrannis .·.
Dove ... Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
Dove questo verbo attecchisce alla fine c'è il lager. (P. Levi)
μολὼν λαβέ Spartans Are Here
.·. Sic Semper Tyrannis .·.
Dove ... Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
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- matteo.conz
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Re: Humor nero
Non è nero ma è humor intelligente
Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
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Re: Humor nero
solo una cosa amo di più dei antagonisti di sinistra
i antagonisti di sinistra che vonno esse autoironici
o no
i antagonisti di sinistra che vonno esse autoironici
o no
Re: Humor nero
Non è nero e neppure in italiano, ma Maurizio Ferraris merita comunque di essere ascoltato.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Humor nero
In una lapide, che si trova in una chiesetta alla periferia di Pisa, lo scritto si riferisce a una sposina morta pochi mesi dopo il matrimonio: "QUI GIACE GIUSEPPINA X / SPOSA FEDELE PER SOLI SEI MESI.
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- matteo.conz
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- Iscritto il: sabato 19 maggio 2012, 15:12
Re: Humor nero
Lo vedi? Lo vedi Larry quando fotti chi non conosci? Lo vedi che succede?!?
https://video.corriere.it/cronaca/coron ... mHCD-npaVA
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Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
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Re: Humor nero
In una lapide celebrativa di un gerarca, ecco le asciutte parole di commemorazione: "MORì COME VISSE", ma sotto in piccolo, qualcuno aveva aggiunto "a spese dello Stato".
Ma forse questa è migliore "MARIA ASSUNTA IN CIELO" e in caratteri minuti "A cura dell'ente provinciale per il turismo"
Ma forse questa è migliore "MARIA ASSUNTA IN CIELO" e in caratteri minuti "A cura dell'ente provinciale per il turismo"
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Re: Humor nero
La seconda è simpatica
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Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
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Dove ... Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
Dove questo verbo attecchisce alla fine c'è il lager. (P. Levi)
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Re: Humor nero
Tempi cupi
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Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
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