La crisi del ciclismo italiano

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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chinaski89
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Purtroppo però sarà sempre conveniente prepararsi per il Tour e basta piuttosto che per Tour e Giro prima.

A naso sarei più sulla teoria di winter


Krisper
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Krisper »

Assolutamente a favore del Giro a cavallo tra fine maggio ed inizio giugno.

Anche per i poveri spettatori sulle vette alpine, a giugno c'è speranza di non congelare!


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
Bomby
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Bomby »

Anche secondo me, meglio una settimana avanti che una indietro. Centri il 2 giugno, hai meno difficoltà per transitare i passi alpini, e l'intervallo tra tour e giro è più breve.


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Tranchée d'Arenberg
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Tranchée d'Arenberg »

Winter ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 13:30
cassius ha scritto: domenica 13 febbraio 2022, 14:29 Il Giro deve lavorare sulla accoppiabilità con il Tour, che ad oggi è utopia. Magari spostandosi una settimana indietro.
Io farei l opposto
Una settimana in avanti
C è anche il due giugno
Quindi audience più alta
E clima migliore , quindi più gente dal vivo
In più i passi alpini aprono a giugno
Non a metà maggio
Non sono esperto in termini di preparazione, non so quindi se per l'accoppiata giro-tour sia meglio aumentare o diminuire le settimane di stacco tra la corsa italiana e quella francese.
Sono sicuro però che per il Giro sarebbe meglio traslare una settimana in avanti per i motivi che hai appena elencato. Negli ultimi periodi, in tempi di EWP, troppe volte i passi over2000 sono stati tagliati fuori a causa del meteo. Sono una risorsa a cui non rinuncerei


Cobblestone 2012, 2013,2018 & 2021 - 1° Classifica Generale
FRANCESCO1980
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da FRANCESCO1980 »

Cthulhu ha scritto: martedì 8 febbraio 2022, 23:24
Bomby ha scritto: martedì 8 febbraio 2022, 22:51 Ho trovato questo interessante articolo sulla rinascita che sta vivendo il festival di Sanremo (il secondo principale evento della cittadina ligure):
https://www.ilpost.it/2022/02/08/rinasc ... l-sanremo/
Perché ne parlo? Beh, un evento che era in netta crisi solo 10 anni fa è riuscito a riguadagnare popolarità senza stravolgere sé stesso e guadagnando un pubblico giovane, semplicemente facendo ciò che è: una gara canora (come ce ne sono tante) che è anche un evento, che attira curiosità e traffico sui social. Senza superospiti internazionali e con partecipanti non sempre conosciuti ai più. Secondo me il mondo del ciclismo, e il giro d'Italia in particolare avrebbero molto da imparare. Se ci pensate non si deve nemmeno pensare a come far digerire a dei giovani uno come Massimo Ranieri o Iva Zanicchi: i protagonisti sono tutti già giovani, i più forti al mondo sono poco più che ventenni. Solo che si presentano, si comportano e -soprattutto- vengono gestiti e narrati come se fossero sessantenni...
e' peggio fargli digerire ore di nulla in attesa del poggio...almeno le canzoni durano 3 minuti



propongo di spostare il Festival di un mese avanti
e la corsa la domenica dopo che è finito il Festival
una farebbe da traino all'atra e viceversa
che ne pensate ? ? ?


Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Cthulhu »

FRANCESCO1980 ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 21:49
Cthulhu ha scritto: martedì 8 febbraio 2022, 23:24
Bomby ha scritto: martedì 8 febbraio 2022, 22:51 Ho trovato questo interessante articolo sulla rinascita che sta vivendo il festival di Sanremo (il secondo principale evento della cittadina ligure):
https://www.ilpost.it/2022/02/08/rinasc ... l-sanremo/
Perché ne parlo? Beh, un evento che era in netta crisi solo 10 anni fa è riuscito a riguadagnare popolarità senza stravolgere sé stesso e guadagnando un pubblico giovane, semplicemente facendo ciò che è: una gara canora (come ce ne sono tante) che è anche un evento, che attira curiosità e traffico sui social. Senza superospiti internazionali e con partecipanti non sempre conosciuti ai più. Secondo me il mondo del ciclismo, e il giro d'Italia in particolare avrebbero molto da imparare. Se ci pensate non si deve nemmeno pensare a come far digerire a dei giovani uno come Massimo Ranieri o Iva Zanicchi: i protagonisti sono tutti già giovani, i più forti al mondo sono poco più che ventenni. Solo che si presentano, si comportano e -soprattutto- vengono gestiti e narrati come se fossero sessantenni...
e' peggio fargli digerire ore di nulla in attesa del poggio...almeno le canzoni durano 3 minuti



propongo di spostare il Festival di un mese avanti
e la corsa la domenica dopo che è finito il Festival
una farebbe da traino all'atra e viceversa
che ne pensate ? ? ?
che casomai si deve spostare la corsa, il problema di visibilità mica ce l'ha il festival


herbie
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da herbie »

ilgiulio90 ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 11:22
cassius ha scritto: domenica 13 febbraio 2022, 14:29
Bomby ha scritto: martedì 8 febbraio 2022, 22:51 Ho trovato questo interessante articolo sulla rinascita che sta vivendo il festival di Sanremo (il secondo principale evento della cittadina ligure):
https://www.ilpost.it/2022/02/08/rinasc ... l-sanremo/
Perché ne parlo? Beh, un evento che era in netta crisi solo 10 anni fa è riuscito a riguadagnare popolarità senza stravolgere sé stesso e guadagnando un pubblico giovane, semplicemente facendo ciò che è: una gara canora (come ce ne sono tante) che è anche un evento, che attira curiosità e traffico sui social. Senza superospiti internazionali e con partecipanti non sempre conosciuti ai più. Secondo me il mondo del ciclismo, e il giro d'Italia in particolare avrebbero molto da imparare. Se ci pensate non si deve nemmeno pensare a come far digerire a dei giovani uno come Massimo Ranieri o Iva Zanicchi: i protagonisti sono tutti già giovani, i più forti al mondo sono poco più che ventenni. Solo che si presentano, si comportano e -soprattutto- vengono gestiti e narrati come se fossero sessantenni...
Il Giro deve lavorare sulla accoppiabilità con il Tour, che ad oggi è utopia. Magari spostandosi una settimana indietro.
Però una settimana prima vorrebbe dire dire addio o quasi alle vette oltre i 2500m (Stelvio, Agnello, Gavia & co)...
Di certo snaturare la corsa ha più senso farlo anticipando di una settimana per attrarre top riders e cercare l'accoppiata, piuttosto che la corsa sviluppata per il 2022
quando molti corridori di vertice le facevano entrambe, erano più vicine.
Non è che se passi da un mese di distanza ad un mese e una settimana cambia qualcosa per il recupero. Per il recupero è sufficiente meno tempo.
Viceversa, più le distanzi tra loro e più è difficile mantenere una condizione ottimale, più le avvicini più la condizione in cui finisci il Giro è probabile che rimanga per le prime due del Tour.


pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da pietro »

Su questo ci sarebbe moolto da discutere


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
qrier
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da qrier »

Winter ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 13:30
cassius ha scritto: domenica 13 febbraio 2022, 14:29 Il Giro deve lavorare sulla accoppiabilità con il Tour, che ad oggi è utopia. Magari spostandosi una settimana indietro.
Io farei l opposto
Una settimana in avanti
C è anche il due giugno
Quindi audience più alta
E clima migliore , quindi più gente dal vivo
In più i passi alpini aprono a giugno
Non a metà maggio
Sono d'accordo, tanto chi punta al Tour non corre il Giro, per cui tanto vale spostarlo più in avanti e avere (in media) meno problemi con le tappe alpine.


qrier
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da qrier »

FRANCESCO1980 ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 21:49
Cthulhu ha scritto: martedì 8 febbraio 2022, 23:24
Bomby ha scritto: martedì 8 febbraio 2022, 22:51 Ho trovato questo interessante articolo sulla rinascita che sta vivendo il festival di Sanremo (il secondo principale evento della cittadina ligure):
https://www.ilpost.it/2022/02/08/rinasc ... l-sanremo/
Perché ne parlo? Beh, un evento che era in netta crisi solo 10 anni fa è riuscito a riguadagnare popolarità senza stravolgere sé stesso e guadagnando un pubblico giovane, semplicemente facendo ciò che è: una gara canora (come ce ne sono tante) che è anche un evento, che attira curiosità e traffico sui social. Senza superospiti internazionali e con partecipanti non sempre conosciuti ai più. Secondo me il mondo del ciclismo, e il giro d'Italia in particolare avrebbero molto da imparare. Se ci pensate non si deve nemmeno pensare a come far digerire a dei giovani uno come Massimo Ranieri o Iva Zanicchi: i protagonisti sono tutti già giovani, i più forti al mondo sono poco più che ventenni. Solo che si presentano, si comportano e -soprattutto- vengono gestiti e narrati come se fossero sessantenni...
e' peggio fargli digerire ore di nulla in attesa del poggio...almeno le canzoni durano 3 minuti



propongo di spostare il Festival di un mese avanti
e la corsa la domenica dopo che è finito il Festival
una farebbe da traino all'atra e viceversa
che ne pensate ? ? ?
Io il Festival lo abolirei, ma sono giusti miei.
Vedendo gli ascolti, alla gente piace.


Tizi_il_ves

Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Tizi_il_ves »

cassius ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 11:46
ilgiulio90 ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 11:22
cassius ha scritto: domenica 13 febbraio 2022, 14:29
Il Giro deve lavorare sulla accoppiabilità con il Tour, che ad oggi è utopia. Magari spostandosi una settimana indietro.
Però una settimana prima vorrebbe dire dire addio o quasi alle vette oltre i 2500m (Stelvio, Agnello, Gavia & co)...
Di certo snaturare la corsa ha più senso farlo anticipando di una settimana per attrarre top riders e cercare l'accoppiata, piuttosto che la corsa sviluppata per il 2022
Quota 2000 e Giro anticipato:
1) Innanzitutto ci vorrebbe una policy un attimino diversa sulla gestione del maltempo e della quota.
L'unico fattore che conta davvero è l'aderenza della bici: se nevica e "prende" o anche solo fa poltiglia, non ci son cazzi, non si può passare perchè qualcuno scivola e si schianta.
In quel caso si deve trovare un'alternativa e poi fare eventualmente solo l'arrivo in salita, in quelle condizioni.
A tutto il resto invece c'è rimedio. Piuttosto si taglia un colle. Piuttosto si faccia il trasferimento stile Sanremo 2013.
E piuttosto si eviti di fare maxi trasferimenti dopo le tappe di montagna: chè se prendi una botta di freddo devi anche avere qualche ora per riprenderti al caldo.
2) Passaggi in quota 2000: studiarsi qualche backup e/o far arrivare queste tappe in cima, in modo che alla peggio si trasformano in un monopuerto.

Il riscaldamento globale renderà purtroppo sempre più fattibile un Giro ai primi di maggio.

In aggiunta:
3) dotarsi di un servizio meteo cazzutissimo che permetta di prendere decisioni più tempestive.
4) urge upgrade delle riprese. Almeno delle riprese registrate bisogna essere in grado di farle arrivare, per portare a casa uno straccio di racconto delle tappe con meteo più avverso.


Si farà qualcosa di quel che ho scritto?
No, perchè a RCS non gliene frega più un cazzo del Giro.
) dotarsi di un servizio meteo cazzutissimo che permetta di prendere decisioni più tempestive.
penso che sia una delle cose meno fattibili, non riescono a gestire le allerte meteo per l'imprevedibilità figuriamoci se riescono a prevedere in real time un evento atmosferico avverso..... esempio di cui sono stato testimone 2019 15 luglio parto da saint florent con il sole e per giungere a bastia passo per il col de teghime sono 23 km (40 minuti andando piano di tempo) sul col de teghime si vede in lontananza verso sud un pò di nuvole, meteo alla radio da notizia di turbolenze in mare sull'arcipelago toscano e allerta la zona sud dell'isola (zona solenzara, portovecchio) per probabili nubifragi quindi al nord nessun pericolo...... 15 minuti dopo cominciano le prime gocce, 20 minuti dopo 3 trombe marine colpiscono bastia con nubifragio e allagamenti ...... cosa era successo? era semplicemente girato il vento da sud a nord est aumentando da 50 kmh a più di 90 kmh.... dal nulla che doveva succedere alla sera alle 20 eravamo ancora in mezzo ad una tempesta con mare forza 7 (si partì per savona con un ritardo di un paio di ore)..... partendo dal fatto che mare e montagna si equivalgono, se un fenomeno del genere accade durante una tappa del giro che decisione tempestiva puoi prendere che ci sei già dentro? nel tour vinto da bernal quando scoppiò il casino alle ultime tappe per il maltempo cosa poterono fare, nulla se non interrompere la tappa, per il resto invece sono d'accordo soprattutto sul fatto delle riprese, volendo un sistema di immagini registate e differite di pochi minuti lo possono trovare e fare in modo che gli spettatori non siano costretti a guardare per ore il rettilineo d'arrivo


herbie
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Tizi_il_ves ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 9:33
cassius ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 11:46
ilgiulio90 ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 11:22

Però una settimana prima vorrebbe dire dire addio o quasi alle vette oltre i 2500m (Stelvio, Agnello, Gavia & co)...
Di certo snaturare la corsa ha più senso farlo anticipando di una settimana per attrarre top riders e cercare l'accoppiata, piuttosto che la corsa sviluppata per il 2022
Quota 2000 e Giro anticipato:
1) Innanzitutto ci vorrebbe una policy un attimino diversa sulla gestione del maltempo e della quota.
L'unico fattore che conta davvero è l'aderenza della bici: se nevica e "prende" o anche solo fa poltiglia, non ci son cazzi, non si può passare perchè qualcuno scivola e si schianta.
In quel caso si deve trovare un'alternativa e poi fare eventualmente solo l'arrivo in salita, in quelle condizioni.
A tutto il resto invece c'è rimedio. Piuttosto si taglia un colle. Piuttosto si faccia il trasferimento stile Sanremo 2013.
E piuttosto si eviti di fare maxi trasferimenti dopo le tappe di montagna: chè se prendi una botta di freddo devi anche avere qualche ora per riprenderti al caldo.
2) Passaggi in quota 2000: studiarsi qualche backup e/o far arrivare queste tappe in cima, in modo che alla peggio si trasformano in un monopuerto.

Il riscaldamento globale renderà purtroppo sempre più fattibile un Giro ai primi di maggio.

In aggiunta:
3) dotarsi di un servizio meteo cazzutissimo che permetta di prendere decisioni più tempestive.
4) urge upgrade delle riprese. Almeno delle riprese registrate bisogna essere in grado di farle arrivare, per portare a casa uno straccio di racconto delle tappe con meteo più avverso.


Si farà qualcosa di quel che ho scritto?
No, perchè a RCS non gliene frega più un cazzo del Giro.
) dotarsi di un servizio meteo cazzutissimo che permetta di prendere decisioni più tempestive.
penso che sia una delle cose meno fattibili, non riescono a gestire le allerte meteo per l'imprevedibilità figuriamoci se riescono a prevedere in real time un evento atmosferico avverso..... esempio di cui sono stato testimone 2019 15 luglio parto da saint florent con il sole e per giungere a bastia passo per il col de teghime sono 23 km (40 minuti andando piano di tempo) sul col de teghime si vede in lontananza verso sud un pò di nuvole,
hai voglia a dire piano, più del 30 all'ora di media....in salita... :(
Concordo con le considerazioni sul servizio meteo, non di rado abbastanza "grossolane", per forza di cose, non per incapacità tecnica, ovviamente.
Per quanto riguarda le riprese, il vero problema che risolverebbe il90% dei disservizi è l'aereo ponte , che altrove rimane su e in maggio in Italia no, cosa che genera sempre lunghe discussioni, che non voglio riaprire.


Tizi_il_ves

Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Tizi_il_ves »

herbie ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 12:22
Tizi_il_ves ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 9:33
cassius ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 11:46

Quota 2000 e Giro anticipato:
1) Innanzitutto ci vorrebbe una policy un attimino diversa sulla gestione del maltempo e della quota.
L'unico fattore che conta davvero è l'aderenza della bici: se nevica e "prende" o anche solo fa poltiglia, non ci son cazzi, non si può passare perchè qualcuno scivola e si schianta.
In quel caso si deve trovare un'alternativa e poi fare eventualmente solo l'arrivo in salita, in quelle condizioni.
A tutto il resto invece c'è rimedio. Piuttosto si taglia un colle. Piuttosto si faccia il trasferimento stile Sanremo 2013.
E piuttosto si eviti di fare maxi trasferimenti dopo le tappe di montagna: chè se prendi una botta di freddo devi anche avere qualche ora per riprenderti al caldo.
2) Passaggi in quota 2000: studiarsi qualche backup e/o far arrivare queste tappe in cima, in modo che alla peggio si trasformano in un monopuerto.

Il riscaldamento globale renderà purtroppo sempre più fattibile un Giro ai primi di maggio.

In aggiunta:
3) dotarsi di un servizio meteo cazzutissimo che permetta di prendere decisioni più tempestive.
4) urge upgrade delle riprese. Almeno delle riprese registrate bisogna essere in grado di farle arrivare, per portare a casa uno straccio di racconto delle tappe con meteo più avverso.


Si farà qualcosa di quel che ho scritto?
No, perchè a RCS non gliene frega più un cazzo del Giro.
) dotarsi di un servizio meteo cazzutissimo che permetta di prendere decisioni più tempestive.
penso che sia una delle cose meno fattibili, non riescono a gestire le allerte meteo per l'imprevedibilità figuriamoci se riescono a prevedere in real time un evento atmosferico avverso..... esempio di cui sono stato testimone 2019 15 luglio parto da saint florent con il sole e per giungere a bastia passo per il col de teghime sono 23 km (40 minuti andando piano di tempo) sul col de teghime si vede in lontananza verso sud un pò di nuvole,
hai voglia a dire piano, più del 30 all'ora di media....in salita... :(
Concordo con le considerazioni sul servizio meteo, non di rado abbastanza "grossolane", per forza di cose, non per incapacità tecnica, ovviamente.
Per quanto riguarda le riprese, il vero problema che risolverebbe il90% dei disservizi è l'aereo ponte , che altrove rimane su e in maggio in Italia no, cosa che genera sempre lunghe discussioni, che non voglio riaprire.
40 minuti in auto ad andare piano, non di certo in bici anche se visto che si tratta di quasi 15 km di discesa e solo un 3km di salita in 40 minuti è fattibile ovviamente per gente preparata e che sa andare in discesa, sul discorso riprese è una domanda che mi sono posto spesso quello dell'aereo durante il maltempo..... ma sopratutto perchè se guardi la tappa sulla rai non vedi una sega e poi giri su eurosport e vedi le immagini magari male con interruzioni dovute al maltempo ma vedi ..... misteri della rai?


Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Cthulhu »

herbie ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 1:22
ilgiulio90 ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 11:22
cassius ha scritto: domenica 13 febbraio 2022, 14:29
Il Giro deve lavorare sulla accoppiabilità con il Tour, che ad oggi è utopia. Magari spostandosi una settimana indietro.
Però una settimana prima vorrebbe dire dire addio o quasi alle vette oltre i 2500m (Stelvio, Agnello, Gavia & co)...
Di certo snaturare la corsa ha più senso farlo anticipando di una settimana per attrarre top riders e cercare l'accoppiata, piuttosto che la corsa sviluppata per il 2022
quando molti corridori di vertice le facevano entrambe, erano più vicine.
Non è che se passi da un mese di distanza ad un mese e una settimana cambia qualcosa per il recupero. Per il recupero è sufficiente meno tempo.
Viceversa, più le distanzi tra loro e più è difficile mantenere una condizione ottimale, più le avvicini più la condizione in cui finisci il Giro è probabile che rimanga per le prime due del Tour.
Una volta tutti facevano tutto, non c'era l'esasperazione che c'è ora.
Poi non credo che per i big sia sufficiente tenere la condizione le prime due settimane del Tour.
Resta il fatto che l'anno del bis di Froome e Dumoulin, gli ultimi ad aver provato la doppietta ,c'erano 40 giorni tra fine Giro e inizio Tour.
Più tempo passa tra i due e più è probabile che qualcuno doppi.
Lo so che preferite che il Giro non sia anticipato ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca


herbie
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da herbie »

Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 14:08
herbie ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 1:22
ilgiulio90 ha scritto: martedì 15 febbraio 2022, 11:22

Però una settimana prima vorrebbe dire dire addio o quasi alle vette oltre i 2500m (Stelvio, Agnello, Gavia & co)...
Di certo snaturare la corsa ha più senso farlo anticipando di una settimana per attrarre top riders e cercare l'accoppiata, piuttosto che la corsa sviluppata per il 2022
quando molti corridori di vertice le facevano entrambe, erano più vicine.
Non è che se passi da un mese di distanza ad un mese e una settimana cambia qualcosa per il recupero. Per il recupero è sufficiente meno tempo.
Viceversa, più le distanzi tra loro e più è difficile mantenere una condizione ottimale, più le avvicini più la condizione in cui finisci il Giro è probabile che rimanga per le prime due del Tour.
Una volta tutti facevano tutto, non c'era l'esasperazione che c'è ora.
Poi non credo che per i big sia sufficiente tenere la condizione le prime due settimane del Tour.
Resta il fatto che l'anno del bis di Froome e Dumoulin, gli ultimi ad aver provato la doppietta ,c'erano 40 giorni tra fine Giro e inizio Tour.
Più tempo passa tra i due e più è probabile che qualcuno doppi.
Lo so che preferite che il Giro non sia anticipato ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca
razionalmente parlando, è assai più difficile staccare dopo il Giro, e ritrovare una condizione accettabile meno di due mesi dopo, per una corsa che inizia un mese e mezzo dopo.
Non ci credono nemmeno i preparatori che notoriamente tentano di farti credere che puoi correre un mondiale dopo esserti operato alla spina dorsale meno di due mesi prima.

L'unica chance non sarebbe RITROVARE la condizione in fretta e furia, ma MANTENERE la condizione. E a questo fine, meno distanza c'è, compatibilmente con un onesto recupero, (ma ad un corridore giovane, dotato ovviamente di gran talento altrimenti non sarebbe lì, ed in salute,bastano e avanzano un paio di settimane) meglio è. Aggiungo che una condizione che arriva naturalmente (con allenamento di qualità, ma anche con dosi serie di km. , non con i lavoretti a tappe forzate e poco tempo che andavano di moda fino a pochi anni fa) altrettanto naturalmente dura per un paio di mesi, minimo. Le condizioni che spariscono dopo 15 giorni sono quelle "forzate" che certo possono dare dei picchi dove il corridore rende anche più del suo, ma che sono soggette ad una quantità incalcolabile di imprevisti.

Il problema è che al corridore questa cosa di avere meno tempo tra una corsa e l'altra mette una irrazionale pressione psicologica, come se avere due settimane in più gli desse una tranquillità maggiore o un recupero maggiore. Non è così, perchè più il tempo passa dall'ultima corsa, e più duri devono essere gli allenamenti per tornare a quel livello...
E' una questione più irrazionalmente psicologica che tecnica, secondo me, il fatto che avvicinando le corse meno corridori le facciano entrambe.


Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Cthulhu »

herbie ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 16:49
Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 14:08
herbie ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 1:22

quando molti corridori di vertice le facevano entrambe, erano più vicine.
Non è che se passi da un mese di distanza ad un mese e una settimana cambia qualcosa per il recupero. Per il recupero è sufficiente meno tempo.
Viceversa, più le distanzi tra loro e più è difficile mantenere una condizione ottimale, più le avvicini più la condizione in cui finisci il Giro è probabile che rimanga per le prime due del Tour.
Una volta tutti facevano tutto, non c'era l'esasperazione che c'è ora.
Poi non credo che per i big sia sufficiente tenere la condizione le prime due settimane del Tour.
Resta il fatto che l'anno del bis di Froome e Dumoulin, gli ultimi ad aver provato la doppietta ,c'erano 40 giorni tra fine Giro e inizio Tour.
Più tempo passa tra i due e più è probabile che qualcuno doppi.
Lo so che preferite che il Giro non sia anticipato ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca
razionalmente parlando, è assai più difficile staccare dopo il Giro, e ritrovare una condizione accettabile meno di due mesi dopo, per una corsa che inizia un mese e mezzo dopo.
Non ci credono nemmeno i preparatori che notoriamente tentano di farti credere che puoi correre un mondiale dopo esserti operato alla spina dorsale meno di due mesi prima.

L'unica chance non sarebbe RITROVARE la condizione in fretta e furia, ma MANTENERE la condizione. E a questo fine, meno distanza c'è, compatibilmente con un onesto recupero, (ma ad un corridore giovane, dotato ovviamente di gran talento altrimenti non sarebbe lì, ed in salute,bastano e avanzano un paio di settimane) meglio è. Aggiungo che una condizione che arriva naturalmente (con allenamento di qualità, ma anche con dosi serie di km. , non con i lavoretti a tappe forzate e poco tempo che andavano di moda fino a pochi anni fa) altrettanto naturalmente dura per un paio di mesi, minimo. Le condizioni che spariscono dopo 15 giorni sono quelle "forzate" che certo possono dare dei picchi dove il corridore rende anche più del suo, ma che sono soggette ad una quantità incalcolabile di imprevisti.

Il problema è che al corridore questa cosa di avere meno tempo tra una corsa e l'altra mette una irrazionale pressione psicologica, come se avere due settimane in più gli desse una tranquillità maggiore o un recupero maggiore. Non è così, perchè più il tempo passa dall'ultima corsa, e più duri devono essere gli allenamenti per tornare a quel livello...
E' una questione più irrazionalmente psicologica che tecnica, secondo me, il fatto che avvicinando le corse meno corridori le facciano entrambe.
si, va bene, però quando l'intervallo è più lungo qualcuno doppia, se è più breve quasi nessuno.
Immagino ci siano motivazioni di preparazione. Oltre che banalmente nessuno dei big vuole rischiare di compromettere il Tour facendosi trovare più stanco degli avversari


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 17:59 si, va bene, però quando l'intervallo è più lungo qualcuno doppia, se è più breve quasi nessuno.
Immagino ci siano motivazioni di preparazione. Oltre che banalmente nessuno dei big vuole rischiare di compromettere il Tour facendosi trovare più stanco degli avversari
:uhm: :uhm:
Ma la statistica dice l opposto
Quando ci son state 3 o 4 settimane di distanza tra Giro e Tour?
Varie volte..e in tanti han fatto doppietta
Negli ultimi 20 anni?
Quasi mai
Quindi come fai a dire che quando è più breve quasi nessuno ?? :dubbio:

Nella storia delle doppiette giro e Tour
Solo una volta la distanza tra la fine del giro e l inizio del tour è stata superiore a 27 giorni..
Ma quel corridore , vista la preparazione per quel Tour.. avrebbe potuto correrlo anche dopo 10 giorni


Primo86
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Primo86 »

Winter ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 20:33
Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 17:59 si, va bene, però quando l'intervallo è più lungo qualcuno doppia, se è più breve quasi nessuno.
Immagino ci siano motivazioni di preparazione. Oltre che banalmente nessuno dei big vuole rischiare di compromettere il Tour facendosi trovare più stanco degli avversari
:uhm: :uhm:
Ma la statistica dice l opposto
Quando ci son state 3 o 4 settimane di distanza tra Giro e Tour?
Varie volte..e in tanti han fatto doppietta
Negli ultimi 20 anni?
Quasi mai
Quindi come fai a dire che quando è più breve quasi nessuno ?? :dubbio:

Nella storia delle doppiette giro e Tour
Solo una volta la distanza tra la fine del giro e l inizio del tour è stata superiore a 27 giorni..
Ma quel corridore , vista la preparazione per quel Tour.. avrebbe potuto correrlo anche dopo 10 giorni
Winter. Ti invito a riflettere, per un momento, su cosa potrebbe favorire il recupero.


pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da pietro »

Winter ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 20:33
Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 17:59 si, va bene, però quando l'intervallo è più lungo qualcuno doppia, se è più breve quasi nessuno.
Immagino ci siano motivazioni di preparazione. Oltre che banalmente nessuno dei big vuole rischiare di compromettere il Tour facendosi trovare più stanco degli avversari
:uhm: :uhm:
Ma la statistica dice l opposto
Quando ci son state 3 o 4 settimane di distanza tra Giro e Tour?
Varie volte..e in tanti han fatto doppietta
Negli ultimi 20 anni?
Quasi mai
Quindi come fai a dire che quando è più breve quasi nessuno ?? :dubbio:

Nella storia delle doppiette giro e Tour
Solo una volta la distanza tra la fine del giro e l inizio del tour è stata superiore a 27 giorni..
Ma quel corridore , vista la preparazione per quel Tour.. avrebbe potuto correrlo anche dopo 10 giorni
Ma le discussioni dei mesi scorsi non sono state produttive per niente vedo :diavoletto:


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Cthulhu »

Winter ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 20:33
Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 17:59 si, va bene, però quando l'intervallo è più lungo qualcuno doppia, se è più breve quasi nessuno.
Immagino ci siano motivazioni di preparazione. Oltre che banalmente nessuno dei big vuole rischiare di compromettere il Tour facendosi trovare più stanco degli avversari
:uhm: :uhm:
Ma la statistica dice l opposto
Quando ci son state 3 o 4 settimane di distanza tra Giro e Tour?
Varie volte..e in tanti han fatto doppietta
Negli ultimi 20 anni?
Quasi mai
Quindi come fai a dire che quando è più breve quasi nessuno ?? :dubbio:

Nella storia delle doppiette giro e Tour
Solo una volta la distanza tra la fine del giro e l inizio del tour è stata superiore a 27 giorni..
Ma quel corridore , vista la preparazione per quel Tour.. avrebbe potuto correrlo anche dopo 10 giorni
Lo dico perché nei tempi moderni e non negli anni di quando eri bambino le uniche volte che qualche big ci ha provato ( Contador, Froome, Dumoulin) c'erano 5 settimane tra i due eventi


herbie
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da herbie »

Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 21:34
Winter ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 20:33
Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 17:59 si, va bene, però quando l'intervallo è più lungo qualcuno doppia, se è più breve quasi nessuno.
Immagino ci siano motivazioni di preparazione. Oltre che banalmente nessuno dei big vuole rischiare di compromettere il Tour facendosi trovare più stanco degli avversari
:uhm: :uhm:
Ma la statistica dice l opposto
Quando ci son state 3 o 4 settimane di distanza tra Giro e Tour?
Varie volte..e in tanti han fatto doppietta
Negli ultimi 20 anni?
Quasi mai
Quindi come fai a dire che quando è più breve quasi nessuno ?? :dubbio:

Nella storia delle doppiette giro e Tour
Solo una volta la distanza tra la fine del giro e l inizio del tour è stata superiore a 27 giorni..
Ma quel corridore , vista la preparazione per quel Tour.. avrebbe potuto correrlo anche dopo 10 giorni
Lo dico perché nei tempi moderni e non negli anni di quando eri bambino le uniche volte che qualche big ci ha provato ( Contador, Froome, Dumoulin) c'erano 5 settimane tra i due eventi
Come ho tentato di spiegare sopra questa cosa secondo me è una scelta poco razionale e più dettata da qualche ingiustificato timore o prudenza.
Quando fai un allenamento duro e lungo, hai bisogno di un certo recupero. A seconda delle tue qualità e dell'età, dell'alimentazione, del sonno, il pieno recupero può necessitare di un giorno e mezzo, magari due. Ma se aspetti 10 giorni ad uscire ancora in bici, non hai recuperato dieci volte tanto,hai recuperato LO STESSO. Sei solo stato fermo di più.
Così è per le corse a tappe. Il corridore da alta classifica nei GT, quindi un campione, sei non ha finito in calo, dopo una settimana sta bene. Ha recuperato.
Semmai il problema è che poi al Tour trova corridori che hanno trovato la condizione "nuova", " fresca" arrivata giusto per il Tour, mentre chi ha finito il Giro deve sperare di tenersi quella " vecchia" con l'incognita della durata.
Ma su questo la maggiore distanza tra le due corse influisce solo negativamente,


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

pietro ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 20:57
Winter ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 20:33
Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 17:59 si, va bene, però quando l'intervallo è più lungo qualcuno doppia, se è più breve quasi nessuno.
Immagino ci siano motivazioni di preparazione. Oltre che banalmente nessuno dei big vuole rischiare di compromettere il Tour facendosi trovare più stanco degli avversari
:uhm: :uhm:
Ma la statistica dice l opposto
Quando ci son state 3 o 4 settimane di distanza tra Giro e Tour?
Varie volte..e in tanti han fatto doppietta
Negli ultimi 20 anni?
Quasi mai
Quindi come fai a dire che quando è più breve quasi nessuno ?? :dubbio:

Nella storia delle doppiette giro e Tour
Solo una volta la distanza tra la fine del giro e l inizio del tour è stata superiore a 27 giorni..
Ma quel corridore , vista la preparazione per quel Tour.. avrebbe potuto correrlo anche dopo 10 giorni
Ma le discussioni dei mesi scorsi non sono state produttive per niente vedo :diavoletto:
In realtà anche nei mesi scorsi..la maggioranza la pensava allo stesso modo :D :D


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 21:34
Winter ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 20:33
Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 17:59 si, va bene, però quando l'intervallo è più lungo qualcuno doppia, se è più breve quasi nessuno.
Immagino ci siano motivazioni di preparazione. Oltre che banalmente nessuno dei big vuole rischiare di compromettere il Tour facendosi trovare più stanco degli avversari
:uhm: :uhm:
Ma la statistica dice l opposto
Quando ci son state 3 o 4 settimane di distanza tra Giro e Tour?
Varie volte..e in tanti han fatto doppietta
Negli ultimi 20 anni?
Quasi mai
Quindi come fai a dire che quando è più breve quasi nessuno ?? :dubbio:

Nella storia delle doppiette giro e Tour
Solo una volta la distanza tra la fine del giro e l inizio del tour è stata superiore a 27 giorni..
Ma quel corridore , vista la preparazione per quel Tour.. avrebbe potuto correrlo anche dopo 10 giorni
Lo dico perché nei tempi moderni e non negli anni di quando eri bambino le uniche volte che qualche big ci ha provato ( Contador, Froome, Dumoulin) c'erano 5 settimane tra i due eventi
:uhm: :uhm:
Quando ce ne son state tre?


Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Cthulhu »

Winter ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 4:31
Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 21:34
Winter ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 20:33
:uhm: :uhm:
Ma la statistica dice l opposto
Quando ci son state 3 o 4 settimane di distanza tra Giro e Tour?
Varie volte..e in tanti han fatto doppietta
Negli ultimi 20 anni?
Quasi mai
Quindi come fai a dire che quando è più breve quasi nessuno ?? :dubbio:

Nella storia delle doppiette giro e Tour
Solo una volta la distanza tra la fine del giro e l inizio del tour è stata superiore a 27 giorni..
Ma quel corridore , vista la preparazione per quel Tour.. avrebbe potuto correrlo anche dopo 10 giorni
Lo dico perché nei tempi moderni e non negli anni di quando eri bambino le uniche volte che qualche big ci ha provato ( Contador, Froome, Dumoulin) c'erano 5 settimane tra i due eventi
:uhm: :uhm:
Quando ce ne son state tre?
Nel 2018 c'erano 40 giorni, praticamente sei settimane e qualcuno ci ha provato


Gimbatbu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Gimbatbu »

Ho controllato le ultime doppiette da Hinault in poi sia Giro Tour sia Tour Vuelta. Per tutti si va da in minimo di 60 giorni tra prima tappa del Giro ed ultima del Tour ad un massimo di 75 nell' anno di Pantani. Unica eccezione l' accoppiata Vuelta Giro di Battaglin con meno di 50 giorni tra i due estremi..


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Cthulhu ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 6:38
Winter ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 4:31
Cthulhu ha scritto: mercoledì 16 febbraio 2022, 21:34
Lo dico perché nei tempi moderni e non negli anni di quando eri bambino le uniche volte che qualche big ci ha provato ( Contador, Froome, Dumoulin) c'erano 5 settimane tra i due eventi
:uhm: :uhm:
Quando ce ne son state tre?
Nel 2018 c'erano 40 giorni, praticamente sei settimane e qualcuno ci ha provato
Dal 2002 al 2017 ci son sempre state 5 settimane..
Nel 2018 sei
Nel 2019 cinque
Nel 2021 4
L ultima volta che ci son state 3 settimane è il 1996
Quindi dire..che quando ci son state 5 settimane è meglio..rispetto a quando ce n erano 3.. :diavoletto: :muro:
Forse prima guarda le date dei vari anni
Ultimi 30 anni (ho escluso il 2020 chiaramente)
3 settimane 5 volte
4 settimane 6 volte
5 settimane 18 volte
6 settimane 1 volta


Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Cthulhu »

Ma chi ha mai detto tre settimane, quelle le hai tirate fuori tu. Io ho solo detto che più tempo passa più qualcuno è tentato a farli tutti e due, vedi appunto il 2018.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

L hai scritto tu..
Quando l intervallo è più lungo..qualcuno doppia
Se è più breve quasi nessuno
Mettiti d accordo

La statistica dice l opposto
Con 5..6 settimane di distanza rare doppiette
Con 3..4 settimane molte di più

Non è un caso che le doppiette son diminuite proprio quando la distanza è aumentata


pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da pietro »

Le doppiette sono diminuite per ben altri motivi


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Quali ? non ho capito


pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da pietro »

Winter ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 17:37 Quali ? non ho capito
Gli stessi per cui non si possono più vincere 100 gare l'anno e correrne 200


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

pietro ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 17:41
Winter ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 17:37 Quali ? non ho capito
Gli stessi per cui non si possono più vincere 100 gare l'anno e correrne 200
ma 100 gare non le ha mai vinte nessuno..
ne corse 200
chi arrivava a 50 era solo Merckx (e un paio d'anni Maertens)
non si capisce nulla


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chinaski89
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Winter ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 17:43
pietro ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 17:41
Winter ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 17:37 Quali ? non ho capito
Gli stessi per cui non si possono più vincere 100 gare l'anno e correrne 200
ma 100 gare non le ha mai vinte nessuno..
ne corse 200
chi arrivava a 50 era solo Merckx (e un paio d'anni Maertens)
non si capisce nulla
Dai a parte l'iperbole hai capito che vuole dire..


pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da pietro »

Winter ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 17:43
pietro ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 17:41
Winter ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 17:37 Quali ? non ho capito
Gli stessi per cui non si possono più vincere 100 gare l'anno e correrne 200
ma 100 gare non le ha mai vinte nessuno..
ne corse 200
chi arrivava a 50 era solo Merckx (e un paio d'anni Maertens)
non si capisce nulla
Hai capito cosa intendo


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Walter_White »

Per me è più un discorso di preparazione. Al giorno d'oggi nei GT se non arrivi al 100% rischi di essere dietro anche a qualche gregario della squadra del vincitore.


FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Walter_White ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 20:20 Per me è più un discorso di preparazione. Al giorno d'oggi nei GT se non arrivi al 100% rischi di essere dietro anche a qualche gregario della squadra del vincitore.
Diciamo che l'effetto più importante di una certa sostanza era aumentare straordinariamente le doti di recupero. Anche non fosse l'elemento centrale di giudizio, sicuramente favoriva all'epoca la possibilità di svolgere un calendario molto più ricco ed accusare meno nel complesso una corsa di 3 settimane. Poi senza dubbio c'era anche una diversa impostazione degli obiettivi (Armstrong è stato precursore di qiella contemporanea in questo senso), ma le due cose vanno un po' di paripasso.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Solo che quella sostanza negli anni 70..80 non c era
Eppure con le tre o 4 settimane le doppiette le facevano eccome
Purtroppo han tutti copiato Armstrong
È dura adesso sradicare la sua preparazione


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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Winter ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 20:50 Solo che quella sostanza negli anni 70..80 non c era
Eppure con le tre o 4 settimane le doppiette le facevano eccome
Purtroppo han tutti copiato Armstrong
È dura adesso sradicare la sua preparazione
Non c'era neanche la preparazione scientifica, correvano tutti tutto l'anno senza tante storie. Un altro mondo e praticamente un altro sport. Non puoi sradicare niente perchè quello che si preparasse specificamente avrebbe un vantaggio immenso su quelli che corressero 'all'antica'


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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da dietzen »

la questione doping c'entra fino a un certo punto, tanto che l'iper specializzazione è arrivata proprio insieme all'epo, quando in linea teorica avrebbe avuto senso il contrario.

io mi trovo d'accordo con quanto scrive walter white.
prima i corridori si facevano tutto il calendario, la maggior parte correva due grandi giri (all'epoca anche la vuelta era a primavera).
la spiegazione credo sia che il tour negli ultimi 20-30 anni ha acquisito un valore talmente superiore al resto del calendario che per squadre e relativi sponsor significa gran parte della stagione, a fare il giro paghi comunque qualcosa rispetto a chi prepara solo la corsa francese, e quel qualcosa può essere la differenza fra il podio e un ottavo posto (per dire).


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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da chinaski89 »

dietzen ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 20:56 la questione doping c'entra fino a un certo punto, tanto che l'iper specializzazione è arrivata proprio insieme all'epo, quando in linea teorica avrebbe avuto senso il contrario.

io mi trovo d'accordo con quanto scrive walter white.
prima i corridori si facevano tutto il calendario, la maggior parte correva due grandi giri (all'epoca anche la vuelta era a primavera).
la spiegazione credo sia che il tour negli ultimi 20-30 anni ha acquisito un valore talmente superiore al resto del calendario che per squadre e relativi sponsor significa gran parte della stagione, a fare il giro paghi comunque qualcosa rispetto a chi prepara solo la corsa francese, e quel qualcosa può essere la differenza fra il podio e un ottavo posto (per dire).
Esattamente. Inconfutabile


pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da pietro »

Walter_White ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 20:20 Per me è più un discorso di preparazione. Al giorno d'oggi nei GT se non arrivi al 100% rischi di essere dietro anche a qualche gregario della squadra del vincitore.
Esattamente, il motivo è tutto lì. Per questo non ha nessun senso tirar fuori statistiche che fanno riferimento a 4 decenni


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Bomby »

chinaski89 ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 20:57
dietzen ha scritto: giovedì 17 febbraio 2022, 20:56 la questione doping c'entra fino a un certo punto, tanto che l'iper specializzazione è arrivata proprio insieme all'epo, quando in linea teorica avrebbe avuto senso il contrario.

io mi trovo d'accordo con quanto scrive walter white.
prima i corridori si facevano tutto il calendario, la maggior parte correva due grandi giri (all'epoca anche la vuelta era a primavera).
la spiegazione credo sia che il tour negli ultimi 20-30 anni ha acquisito un valore talmente superiore al resto del calendario che per squadre e relativi sponsor significa gran parte della stagione, a fare il giro paghi comunque qualcosa rispetto a chi prepara solo la corsa francese, e quel qualcosa può essere la differenza fra il podio e un ottavo posto (per dire).
Esattamente. Inconfutabile
Come al solito è un mix di motivazioni. Negli ultimi anni probabilmente il tour ha acquisito forza, il movimento italiano ne ha persa, e la ripulita dal doping ha reso difficile il recupero delle energie tra giro e tour, e l'iperspecializzazione non ha aiutato.
Probabilmente Armstrong era anche capace di venire al giro, vincerlo e andare al tour e vincerlo. Molto più semplicemente non era interessato, o meglio, i suoi sponsor non lo erano: erano americani, e gli americani del giro sapevano poco o nulla (era trasmesso da qualche parte all'epoca? Negli anni 80 ho visto che giravano le videocassette...). Cara grazia che sapessero cosa fosse il tour. Da quel momento si è innescata una spirale evolutiva (per il tour) che ne ha di fatto aumentato il divario con il giro (che probabilmente esisteva già, chiariamoci), assorbendo molta dell'attenzione mediatica dovuta alla presenza stabile del corridore "più forte" del momento. Probabilmente se Armstrong fosse stato europeo, facendo riferimento a un pubblico con maggiore cultura ciclistica, le cose sarebbero andate diversamente. Il fatto che i successori di Armstrong nel ciclismo (dopo 6-7 anni di interregno) siano stati i britannici, sono a quel momento marginali (non ho detto inesistenti) nell'ambiente, non ha certo aiutato, visto e considerato che i media generalisti avevano ancora un'impostazione armstronghiana in cui l'obiettivo principale era il tour. Già oggi i colombiani, che sono nell'ambiente da più tempo, hanno un'impostazione diversa.
Aggiungo, la crescita della vuelta si è fatta notevole negli ultimi 10-12 anni, guarda caso nell'epoca Sky: qual è una delle mete preferite per le vacanze degli inglesi? La Spagna (non ho detto che schifano l'Italia, ma anche solo comparando i numeri delle presenze...). Evidentemente i loro media hanno avuto gioco facile ad agganciare il ciclismo a un paese che i loro connazionali già conoscono e frequentano, e che sentono familiare.


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Pantani vinse un Tour con il massimo distanziamento dal Giro degli ultimi anni , non ricordo esattamente, ma 5 settimane c' erano sicuramente. Interpretando quell' annata di Marco si nota abbastanza chiaramente come finalizzo' la prima parte della stagione al Giro staccando con le gare completamente una volta finito e riprendendo a correre proprio dal Tour. In questo modo pur pagando all' inizio si ritrovò alla grande da metà Tour in poi tanto è vero che continuò a vincere anche nel mese di agosto. Sarebbe penalizzante per uno forte come Pogacar ripetere un programma del genere? Per me potrebbe fare doppietta, certo rinunciando praticamente a quasi tutto l' inizio di stagione.


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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da il_panta »

Gimbatbu ha scritto: venerdì 18 febbraio 2022, 15:10 Pantani vinse un Tour con il massimo distanziamento dal Giro degli ultimi anni , non ricordo esattamente, ma 5 settimane c' erano sicuramente. Interpretando quell' annata di Marco si nota abbastanza chiaramente come finalizzo' la prima parte della stagione al Giro staccando con le gare completamente una volta finito e riprendendo a correre proprio dal Tour. In questo modo pur pagando all' inizio si ritrovò alla grande da metà Tour in poi tanto è vero che continuò a vincere anche nel mese di agosto. Sarebbe penalizzante per uno forte come Pogacar ripetere un programma del genere? Per me potrebbe fare doppietta, certo rinunciando praticamente a quasi tutto l' inizio di stagione.
Secondo me è possibile, ma è un grande rischio perché recentemente c'è un campione abbastanza scarso di corridori che hanno tentato questa via e quindi ci sono pochi dati. La doppietta la si può fare in due modi: 1) un unico grande picco, se la distanza tra Giro e Tour è breve; 2) due picchi separati (chiaramente il caso Pantani), se la distanza tra Giro e Tour è lunga. Abbiamo visto che la strategia del singolo picco è fattibile ad esempio tra Tour e Vuelta, poco distanziate tra loro*, mentre Giro e Tour hanno attualmente una distanza ibrida che rende un tentativo di doppietta di difficile interpretazione. In ogni caso credo che le motivazioni per cui i tentativi di doppietta si siano diradati siano molteplici e che sia pretestuoso attribuire tutto ad un'unica causa: dipende dal Tour-centrismo, dalla specializzazione, dalla scienza applicata all'allenamento, forse dal cambiamento delle pratiche illecite. La causa che però a mio modesto parere domina su tutte è la prima.

*Non sto dicendo che la distanza sia l'unica ragione. L'altra, abbastanza ovvia, è che alla Vuelta è raro incontrare corridori di vertice con preparazione perfetta.


2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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il_panta ha scritto: venerdì 18 febbraio 2022, 15:30
Gimbatbu ha scritto: venerdì 18 febbraio 2022, 15:10 Pantani vinse un Tour con il massimo distanziamento dal Giro degli ultimi anni , non ricordo esattamente, ma 5 settimane c' erano sicuramente. Interpretando quell' annata di Marco si nota abbastanza chiaramente come finalizzo' la prima parte della stagione al Giro staccando con le gare completamente una volta finito e riprendendo a correre proprio dal Tour. In questo modo pur pagando all' inizio si ritrovò alla grande da metà Tour in poi tanto è vero che continuò a vincere anche nel mese di agosto. Sarebbe penalizzante per uno forte come Pogacar ripetere un programma del genere? Per me potrebbe fare doppietta, certo rinunciando praticamente a quasi tutto l' inizio di stagione.
Secondo me è possibile, ma è un grande rischio perché recentemente c'è un campione abbastanza scarso di corridori che hanno tentato questa via e quindi ci sono pochi dati. La doppietta la si può fare in due modi: 1) un unico grande picco, se la distanza tra Giro e Tour è breve; 2) due picchi separati (chiaramente il caso Pantani), se la distanza tra Giro e Tour è lunga. Abbiamo visto che la strategia del singolo picco è fattibile ad esempio tra Tour e Vuelta, poco distanziate tra loro*, mentre Giro e Tour hanno attualmente una distanza ibrida che rende un tentativo di doppietta di difficile interpretazione. In ogni caso credo che le motivazioni per cui i tentativi di doppietta si siano diradati siano molteplici e che sia pretestuoso attribuire tutto ad un'unica causa: dipende dal Tour-centrismo, dalla specializzazione, dalla scienza applicata all'allenamento, forse dal cambiamento delle pratiche illecite. La causa che però a mio modesto parere domina su tutte è la prima.

*Non sto dicendo che la distanza sia l'unica ragione. L'altra, abbastanza ovvia, è che alla Vuelta è raro incontrare corridori di vertice con preparazione perfetta.
Dal mio punto di vista direi che è tutto piuttosto condivisibile.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Gimbatbu ha scritto: venerdì 18 febbraio 2022, 15:10 Pantani vinse un Tour con il massimo distanziamento dal Giro degli ultimi anni , non ricordo esattamente, ma 5 settimane c' erano sicuramente. Interpretando quell' annata di Marco si nota abbastanza chiaramente come finalizzo' la prima parte della stagione al Giro staccando con le gare completamente una volta finito e riprendendo a correre proprio dal Tour. In questo modo pur pagando all' inizio si ritrovò alla grande da metà Tour in poi tanto è vero che continuò a vincere anche nel mese di agosto. Sarebbe penalizzante per uno forte come Pogacar ripetere un programma del genere? Per me potrebbe fare doppietta, certo rinunciando praticamente a quasi tutto l' inizio di stagione.
credo sia l'esempio piu' sbagliato..
e Non credo lo prendano ad esempio :D :D
Pantani non tocco' bici per 3 settimane..
con sole due settimane di preparazione ando' al tour (e il famoso allenamento lungo senza borraccia..)
chiariamente al prologo.. era un po' indietro di condizione
arrivo' 181esimo su 188
in tutte le prime tappe lui e la sua squadra stazionarono nelle ultime posizione del gruppo..

gli altri (pure quelli attuali) vinceranno molto piu' di lui..
ma c'e' un motivo perche' è restato nel cuore della gente


qrier
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Secondo me la doppietta è possibile quando un corridore è nettamente più forte degli altri, il problema è che all'apice i corridori preferiscono la quasi certezza di vincere il Tour piuttosto che inseguire l'accoppiata.

Penso che Froome e Contador avrebbero potuto farcela, ma ci hanno provato nel momento sbagliato.
Contador lo avrebbe fatto anche nell'anno buono ma non aveva la certezza di fare il Tour, per cui non so se la sua preparazione fosse ottimizzata.

Al momento Pogacar potrebbe farcela ma se corresse il Giro darebbe un vantaggio a Roglic per il Tour.

Se il Tour fosse prima del Giro sicuramente qualcuno in più ci avrebbe provato e qualcuno ci sarebbe riuscito.


herbie
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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qrier ha scritto: sabato 19 febbraio 2022, 7:26 Secondo me la doppietta è possibile quando un corridore è nettamente più forte degli altri, il problema è che all'apice i corridori preferiscono la quasi certezza di vincere il Tour piuttosto che inseguire l'accoppiata.

Al momento Pogacar potrebbe farcela ma se corresse il Giro darebbe un vantaggio a Roglic per il Tour.
vero, ma quando uno di Tour ne ha già vinti due, con davanti vari anni per vincerne altri, ha un po' di margine sugli altri in salita, per me ha assolutamente senso tentare di entrare nella leggenda di questo sport tentando l'accoppiata (anche solo per prendere delle misure, calibrare meglio la preparazione, capire meglio i propri limiti, per riprovarci eventualmente in futuro), pur di rischiare di perdere un Tour già vinto due volte.
E uno sponsor e relativo direttore sportivo dovrebbero avere l'acume di capirlo, se il corridore se lo vogliono tenere.
PS: i due picchi di condizione per Giro e Tour fisiologicamente mi sembrano utopistici, troppo vicini comunque maggio e luglio, altura o no. Si può fare solo quando ad uno è sufficiente arrivare al 100% nella seconda metà del Giro, per vincerlo (come fece Pantani) , un periodo il più breve possibile di mantenimento fra le due corse, e il Tour tenendo duro l'ultima settimana, ma comunque sarebbe una condizione vecchia di un mese e mezzo, ci può stare tranquillamente ovviamente quando uno ha del margine sugli avversari almeno in salita.
E' una cosa poi per un corridore maturo, ma non da più di 31-32 anni, per me. Serve la forza psicofisica della gioventù, e il fatto di non aver sperimentato troppa sofferenza, malanni o infortuni importanti, che lascia sempre degli strascichi di eccessiva prudenza.
Anche in questo, Pantani fu una eccezione.


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Quindi si entra nella leggenda vincendo giro e tour magari rischiando di non farcela, piuttosto che vincere 5 tour?


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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chinaski89
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Salvatore77 ha scritto: sabato 19 febbraio 2022, 9:14 Quindi si entra nella leggenda vincendo giro e tour magari rischiando di non farcela, piuttosto che vincere 5 tour?
Giusto. In più quello che pensano sia meglio vincere gli sponsor conta molto. Non è che hanno fissazioni casuali, se preferiscono il Tour un motivo c'è. In più del doman non v'è certezza per cui mica detto che ci siano tutti gli anni che pensiamo davanti. Ergo chiunque al suo posto cercherebbe in primis di vincere più Tour possibili. Nel caso di Taddeo grazie anche allo spunto veloce nel frattempo punta anche alle grandi classiche per cui va benissimo così


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