Filarete ha scritto: ↑giovedì 21 luglio 2022, 20:02
Si rimane nella storia anche se si è un Van Looy o un De Vlaemink.
Qui siamo alla questione, secondo me. Ragion per cui mi accodo a chi Van Aert va bene così com'è (e non dimentichiamoci che, pur riducendo la sua attività, lui può ancora giocarsi benissimo anche i mondiali di ciclocross. Ricordo Stybar che vinse l'ultimo iride correndo meno di 10 gare quell'inverno, se non sbaglio).
Wout ha dimostrato, nella singola giornata, di poter tirare fuori prestazioni in cui può giocarsela su arrivi decisamente proibitivi per qualunque altro atleta abbia un certo retroterra (vedere Malaucene e oggi). Di sicuro sarebbe interessante vedere come potrebbe andare a finire in un testa a testa in cui lui se la gioca con gli altri big senza beneficiare della fuga del mattino. La classifica di un giro però apre ulteriori scenari a livello di stress e pressione, oltre ad un modo di correre ben più sparagnino di fronte al pragmatismo che per uno come lui credo sia difficile da attuare.
Per cui spero che riesca a rimpinguare notevolmente il suo bottino di classiche, dove finora è stato purtroppo più piazzato illustre che vincente piuttosto che inseguire un qualcosa di non impossibile ma certamente, ad oggi, improbabile.
Poi a me piace ammirare questo Wout (e lo facevo intendere, tra le righe, anche lì dove la discussione si poteva spostare sul altri binari nell'altra sezione) proprio perché mi chiedo questo: chi, come me e tanti altri, non ha avuto la fortuna di poter ammirare i Van Looy ma neppure i De Vlaeminck dovrebbe davvero rassegnarsi al fatto che nel ciclismo attuale ciclisti del genere non possono più esistere? Finché dura godiacemolo !