La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
cassius
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Winter ha scritto: sabato 18 settembre 2021, 15:11
cassius ha scritto: sabato 18 settembre 2021, 14:54
Quanto alle rose troppo ampie, più che di salary cap parlerei di luxury tax. Si prende il budget mediano del WT e chi è sopra un certo % alla mediana, che so il 50% sopra, versa una parte del budget in un fondo perequativo destinato alle squadre WT (o addirittura Professional) che stanno sotto quel budget mediano, sulla base dei risultati agonistici di quelle squadre.
Per esempio, metti che il budget mediano sia 15 M€ e il team Ineos abbia 40 M€. Si stabilisce una quota di quei 25 M€, es. il 5-10%, da versare in un fondo che finanzia dei premi per, che so, la Intermarchè che ha fatto qualche risultato più che dignitoso. In questo modo si darebbe quantomeno la possibilità di fare qualche ingaggio di corridori non di primissima fascia, ma in grado di vincere qualcosa e che nei super team WT fanno i gregari di lusso per 500k all’anno.
Ma è impossibile da applicare
Nessuno o quasi dichiara stipendi e budget
Ogni paese ha una diversa tassazione su stipendi ecc
E poi perché uno deve dare dei soldi agli altri.
Lo puoi fare nel baseball
Perché gli yankees han 3 ml di biglietti venduti, diritti tv locali enormi , idem il merchandising
E il contratto televisivo enorme
Avevo dimenticato una doverosa premessa: la mia è una proposta di fantascienza. Il ciclismo è uno sport dominato da organizzatori e sponsor, dove la federazione internazionale è un orpello e cmq non gliene importa una sega che il ciclismo su strada si stia polarizzando su pochissimi player.

Nello scenario che descrivevo io, ovviamente l'UCI si fa dire con le buone o con le cattive qual è il budget della squadra, mantenendo l'informazione sufficientemente riservata e controllando che il nero sia al massimo il colore della maglia. E l'iniziativa viene spiegata facendo capire che un ciclismo con 3 team che hanno vinto 11 degli ultimi 12 GT corsi rischia di perdere attrattiva, a danno di tutti, mega teams compresi.
Se così non è, se il ciclismo su strada scoppia di salute, allora sticazzi, lasciamo tutto com'è.


Winter
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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cassius ha scritto: sabato 18 settembre 2021, 15:28 Avevo dimenticato una doverosa premessa: la mia è una proposta di fantascienza. Il ciclismo è uno sport dominato da organizzatori e sponsor, dove la federazione internazionale è un orpello e cmq non gliene importa una sega che il ciclismo su strada si stia polarizzando su pochissimi player.

Nello scenario che descrivevo io, ovviamente l'UCI si fa dire con le buone o con le cattive qual è il budget della squadra, mantenendo l'informazione sufficientemente riservata e controllando che il nero sia al massimo il colore della maglia. E l'iniziativa viene spiegata facendo capire che un ciclismo con 3 team che hanno vinto 11 degli ultimi 12 GT corsi rischia di perdere attrattiva, a danno di tutti, mega teams compresi.
Se così non è, se il ciclismo su strada scoppia di salute, allora sticazzi, lasciamo tutto com'è.
Ma è la stessa cosa che succede nel calcio..
Vincono sempre le stesse..le più ricche

Pure io son d accordo con te..
I tempi dell index alexia di savoldelli non torneranno piu :(


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Slegar
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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E' atterrato a Ginevra il volo con le ultime 38 cicliste afgane che facevano parte di una lista di 125 persone che sono state evacuate dal paese asiatico:
https://www.cyclingnews.com/news/uci-he ... s-further/

L'evacuazione e l'accoglienza è stata organizzata dall'UCI e dalla ONG IsraAid ed il volo è stato finanziato da Sylvan Adams. Non tutte le 125 persone evacuate sono cicliste e qualcuna è rimasta in Afghanistan, perché non è riuscita ad arrivare a Kabul, e questo è stato oggetto di critica da parte dell'attivista Shannon Galpin. Tra le "non cicliste" figurano la famiglia del presidente della federazione afgana di ciclismo e un giudice, con moglie e figlia, che condannò alcune persone per abusi sessuali nell'ambito del calcio femminile; tutte queste persone sono state "di fatto" condannate a morte dai talebani.

A quanto pare UCI e FIFA sono state le uniche due federazioni che si sono attivate per evacuare atleti e persone dall'Afghanistan.


fair play? No, Grazie!
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Cambio nel settore femminile, anche a Salvoldi non verrà rinnovata la collaborazione


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Foto dell'anno
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Theakston
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Leonardo Civitella ha scritto: giovedì 28 ottobre 2021, 21:51 Foto dell'anno
Manca Fanini :bll:


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Il mitico Rocco Cattaneo, che va in parlamento (svizzero) in bici da corsa !!!


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Leonardo Civitella ha scritto: giovedì 28 ottobre 2021, 21:51 Foto dell'anno
Un poster da mettere nel soggiorno di Carlolemond.


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Leonardo Civitella ha scritto: giovedì 28 ottobre 2021, 21:51 Foto dell'anno
Questa foto necessita di una spiegazione: il Vaticano ha la sua nazionale e sogna la partecipazione alle Olimpiadi

https://news.superscommesse.it/ciclismo ... di-465552/


Mauro Facoltosi
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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É parecchio ridicola la cosa....il Vaticano...ma se ci vivono 2 gatt?? É semplicemente un quartiere di Roma... :uhm:


FC 2021: 1° Giro di Lombardia
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Gattorantolo ha scritto: venerdì 29 ottobre 2021, 11:32 É parecchio ridicola la cosa....il Vaticano...ma se ci vivono 2 gatt?? É semplicemente un quartiere di Roma... :uhm:
Proprio non comprendo cosa ci sia di ridicolo... è uno stato vero e proprio, non vedo cosa possa esserci di ridicolo in questa affiliazione....


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Direzione01 ha scritto: venerdì 29 ottobre 2021, 13:13
Gattorantolo ha scritto: venerdì 29 ottobre 2021, 11:32 É parecchio ridicola la cosa....il Vaticano...ma se ci vivono 2 gatt?? É semplicemente un quartiere di Roma... :uhm:
Proprio non comprendo cosa ci sia di ridicolo... è uno stato vero e proprio, non vedo cosa possa esserci di ridicolo in questa affiliazione....
Buona per affiliare qualche continental strampalata...


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Direzione01 ha scritto: venerdì 29 ottobre 2021, 13:13
Gattorantolo ha scritto: venerdì 29 ottobre 2021, 11:32 É parecchio ridicola la cosa....il Vaticano...ma se ci vivono 2 gatt?? É semplicemente un quartiere di Roma... :uhm:
Proprio non comprendo cosa ci sia di ridicolo... è uno stato vero e proprio, non vedo cosa possa esserci di ridicolo in questa affiliazione....
In effetti è uno Stato.
Grande come un quartiere, ma come ebbe a dire Orson Wells sui Borgia e sugli orologi a cucù....
se scherza eh Gatto... :cincin:




PIU' MANGANELLI

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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Bah


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Leonardo Civitella ha scritto: giovedì 28 ottobre 2021, 21:51 Foto dell'anno
So passati 20 anni, facevo le medie e je regalai i libri delle elementari, allo svizzero reggiano.
Veniva sempre a pranzo, non beccava un congiuntivo manco pe sbajo, ma gli anolini in brodo sempre piaciuti.
Me sa che il russo già lo masticava, ora lo vedo bello inserito anche de qua, sia lingua che cultura.
E' almeno 5 anni che penso sarà lui l'Erede, magari stavolta me sbajo io, fatte servi'.


torcia86
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Bennati nuovo CT


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Slegar
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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cassius ha scritto: sabato 18 settembre 2021, 14:54 Quanto alle rose troppo ampie, più che di salary cap parlerei di luxury tax. Si prende il budget mediano del WT e chi è sopra un certo % alla mediana, che so il 50% sopra, versa una parte del budget in un fondo perequativo destinato alle squadre WT (o addirittura Professional) che stanno sotto quel budget mediano, sulla base dei risultati agonistici di quelle squadre.
Per esempio, metti che il budget mediano sia 15 M€ e il team Ineos abbia 40 M€. Si stabilisce una quota di quei 25 M€, es. il 5-10%, da versare in un fondo che finanzia dei premi per, che so, la Intermarchè che ha fatto qualche risultato più che dignitoso. In questo modo si darebbe quantomeno la possibilità di fare qualche ingaggio di corridori non di primissima fascia, ma in grado di vincere qualcosa e che nei super team WT fanno i gregari di lusso per 500k all’anno.
E' praticamente impossibile porre dei limiti finanziari a squadre che hanno sedi in paesi con regimi fiscali molto diversi da loro, però un limite alle rose troppo ampie l'UCI lo potrebbe mettere usando le proprie armi sportive. Alla fine di ogni stagione (quest'anno il 24/10) l'UCI potrebbe pubblicare un ranking biennale in cui i primi 200 sono definiti "Top rider" ed ogni squadra, per muoversi sul mercato o rinnovare i propri top rider, per la stagione successiva non può averne più di nove in rosa.

Mettiamo che, per assurdo, il 16 di novembre 2021 Lappartient si svegli ed imponga questa riforma alle squadre già dalla stagione 2022; il riassunto è sintetizzato nella seguente tabella:

Team Top rider 1/1/22In scadenza al 31/12/22 RestanoSul mercato
DECEUNINCK - ALPHA VINYL TEAM 17 3 143
UAE TEAM EMIRATES 15 8 76
BORA - HANSGROHE 14 2 122
INEOS GRENADIERS 14 8 65
GROUPAMA - FDJ 11 2 92
JUMBO-VISMA 11 2 92
TREK - SEGAFREDO 11 6 52
BAHRAIN VICTORIOUS 10 4 61
EF EDUCATION - NIPPO 10 6 41
AG2R CITROEN TEAM 9 2 7
ISRAEL START-UP NATION 8
ALPECIN-FENIX 7
MOVISTAR TEAM 7
ASTANA - QAZQSTAN TEAM 6
COFIDIS 6
INTERMARCHÉ - WANTY - GOBERT MATÉRIAUX 6
LOTTO SOUDAL 6
TEAM ARKEA - SAMSIC 6
TEAM BIKEEXCHANGE 6
TEAM DSM 6
TOTALENERGIES 3
B&B HOTELS P/B KTM 2
BINGOAL PAUWELS SAUCES WB 2
TEAM QHUBEKA NEXTHASH 2
BARDIANI CSF FAIZANE' 1
HRE MAZOWSZE SERCE POLSKI 1
SPORT VLAANDEREN - BALOISE 1
UNO - X PRO CYCLING TEAM 1
Secondo questo schema, la prossima stagione Deceunink e Bora non possono mettere sotto contratto nessuno dei top rider liberi sul mercato, non possono rinnovare quelli a cui scade il contratto a fine stagione e non possono prolungare o ridefinire l'ingaggio a quelli ancora sotto contratto per le stagioni successive. Jumbo e Groupama possono solamente prolungare o ridefinire l'ingaggio di chi ha sotto contratto ma non possono mettere sotto contratto nessuno o rinnovare a chi ha il contratto in scadenza; le altre squadre potranno avere a disposizione degli slot fino al raggiungimento di 9. E' possibile ottenere degli slot in più "cedendo" ad un'altra squadra uno dei suoi top rider ancora sotto contratto, con l'obbligo di pagamento del contratto nella sua interezza al netto del minimo contrattuale (che sarà a carico dell'altra squadra, salvo accordi al rialzo).

Faccio un esempio. Al termine della stagione 2022 alla Jumbo-Visma scadrano i contratti di due suoi top rider, Dumoulin e Teunissen, però la squadra olandese vorrebbe tenere in squadra il velocista olandese e mettere pure sotto contratto Filippo Zana a cui scadrà il contratto con la Bardiani, ma non è possibile perché si ritrova il mercato bloccato. Potrà liberarsi di due slot cedendo, sempre ad esempio, Kuss alla Intermarché che sborserà per due anni € 150.000,00 (il resto lo mette la Jumbo) e Van der Sande alla Bingoal che sborserà per una stagione € 100.000,00 (il resto lo metterà sempre la Jumbo).

Con questo sistema è possibile avere sul mercato dei eccellenti corridori a prezzi "modici", per cui una professional può presentarsi a dei potenziali sponsor con la possibilità acquistare ciclisti di qualità.

Assieme alle imposizioni di questi limiti sui contratti deve però essere modificata la possibilità di partecipare alle gare per le professional (però lo scriverò un'altra volta).


fair play? No, Grazie!
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Slegar
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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torcia86 ha scritto: martedì 2 novembre 2021, 11:02 Bennati nuovo CT
E soprattutto a Marco Villa l'intero settore pista sia maschile che femminile. Purtroppo ancora nessun investimento tecnico sul settore velocità.


fair play? No, Grazie!
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Slegar ha scritto: martedì 2 novembre 2021, 20:37
cassius ha scritto: sabato 18 settembre 2021, 14:54 Quanto alle rose troppo ampie, più che di salary cap parlerei di luxury tax. Si prende il budget mediano del WT e chi è sopra un certo % alla mediana, che so il 50% sopra, versa una parte del budget in un fondo perequativo destinato alle squadre WT (o addirittura Professional) che stanno sotto quel budget mediano, sulla base dei risultati agonistici di quelle squadre.
Per esempio, metti che il budget mediano sia 15 M€ e il team Ineos abbia 40 M€. Si stabilisce una quota di quei 25 M€, es. il 5-10%, da versare in un fondo che finanzia dei premi per, che so, la Intermarchè che ha fatto qualche risultato più che dignitoso. In questo modo si darebbe quantomeno la possibilità di fare qualche ingaggio di corridori non di primissima fascia, ma in grado di vincere qualcosa e che nei super team WT fanno i gregari di lusso per 500k all’anno.
E' praticamente impossibile porre dei limiti finanziari a squadre che hanno sedi in paesi con regimi fiscali molto diversi da loro, però un limite alle rose troppo ampie l'UCI lo potrebbe mettere usando le proprie armi sportive. Alla fine di ogni stagione (quest'anno il 24/10) l'UCI potrebbe pubblicare un ranking biennale in cui i primi 200 sono definiti "Top rider" ed ogni squadra, per muoversi sul mercato o rinnovare i propri top rider, per la stagione successiva non può averne più di nove in rosa.

Mettiamo che, per assurdo, il 16 di novembre 2021 Lappartient si svegli ed imponga questa riforma alle squadre già dalla stagione 2022; il riassunto è sintetizzato nella seguente tabella:

Team Top rider 1/1/22In scadenza al 31/12/22 RestanoSul mercato
DECEUNINCK - ALPHA VINYL TEAM 17 3 143
UAE TEAM EMIRATES 15 8 76
BORA - HANSGROHE 14 2 122
INEOS GRENADIERS 14 8 65
GROUPAMA - FDJ 11 2 92
JUMBO-VISMA 11 2 92
TREK - SEGAFREDO 11 6 52
BAHRAIN VICTORIOUS 10 4 61
EF EDUCATION - NIPPO 10 6 41
AG2R CITROEN TEAM 9 2 7
ISRAEL START-UP NATION 8
ALPECIN-FENIX 7
MOVISTAR TEAM 7
ASTANA - QAZQSTAN TEAM 6
COFIDIS 6
INTERMARCHÉ - WANTY - GOBERT MATÉRIAUX 6
LOTTO SOUDAL 6
TEAM ARKEA - SAMSIC 6
TEAM BIKEEXCHANGE 6
TEAM DSM 6
TOTALENERGIES 3
B&B HOTELS P/B KTM 2
BINGOAL PAUWELS SAUCES WB 2
TEAM QHUBEKA NEXTHASH 2
BARDIANI CSF FAIZANE' 1
HRE MAZOWSZE SERCE POLSKI 1
SPORT VLAANDEREN - BALOISE 1
UNO - X PRO CYCLING TEAM 1
Secondo questo schema, la prossima stagione Deceunink e Bora non possono mettere sotto contratto nessuno dei top rider liberi sul mercato, non possono rinnovare quelli a cui scade il contratto a fine stagione e non possono prolungare o ridefinire l'ingaggio a quelli ancora sotto contratto per le stagioni successive. Jumbo e Groupama possono solamente prolungare o ridefinire l'ingaggio di chi ha sotto contratto ma non possono mettere sotto contratto nessuno o rinnovare a chi ha il contratto in scadenza; le altre squadre potranno avere a disposizione degli slot fino al raggiungimento di 9. E' possibile ottenere degli slot in più "cedendo" ad un'altra squadra uno dei suoi top rider ancora sotto contratto, con l'obbligo di pagamento del contratto nella sua interezza al netto del minimo contrattuale (che sarà a carico dell'altra squadra, salvo accordi al rialzo).

Faccio un esempio. Al termine della stagione 2022 alla Jumbo-Visma scadrano i contratti di due suoi top rider, Dumoulin e Teunissen, però la squadra olandese vorrebbe tenere in squadra il velocista olandese e mettere pure sotto contratto Filippo Zana a cui scadrà il contratto con la Bardiani, ma non è possibile perché si ritrova il mercato bloccato. Potrà liberarsi di due slot cedendo, sempre ad esempio, Kuss alla Intermarché che sborserà per due anni € 150.000,00 (il resto lo mette la Jumbo) e Van der Sande alla Bingoal che sborserà per una stagione € 100.000,00 (il resto lo metterà sempre la Jumbo).

Con questo sistema è possibile avere sul mercato dei eccellenti corridori a prezzi "modici", per cui una professional può presentarsi a dei potenziali sponsor con la possibilità acquistare ciclisti di qualità.

Assieme alle imposizioni di questi limiti sui contratti deve però essere modificata la possibilità di partecipare alle gare per le professional (però lo scriverò un'altra volta).
Per cominciare: complimenti per l’elaborazione!
La tua idea è molto buona e di fatto diventa un salary cap surrettizio con una spruzzata di luxury tax à la cassius.
Porto l’esempio di un sistema che impedisce la concentrazione eccessiva di talenti, e di poco meno nota dell’NBA…la pallapugno: ogni anno ai giocatori viene dato un punteggio “tipo Fantacalcio” e le squadre possono schierare un roster a inizio stagione stando dentro ad un limite di punti.
Nemecsek, se sei così langhet inside da conoscere meglio questo sport, correggimi se ho fatto degli errori! 😉

Anche una soluzione come quella che proponi tu Slegar, però, comporta che chi ha di più debba dare una fettina a chi ha meno: e temo che lorsignori non ci sentano da questo orecchio.

E allora rilancio con un’altra argomentazione: il WT oltre ad avere troppe squadre ha anche troppe corse! E troppe corse in contemporanea! E quindi devi mettere su un roster enorme, alzando il valore di mercato di chiunque sia in grado di pedalare in una WT. Oggi più che i big da 5 M€ all’anno a me spaventa il numero di atleti che so che prendono, o vanno vicino al fatidico milione: roba che 15 anni fa si dava a gente che vinceva GT e/o Monumento e oggi si dà all’ultimo dei Mentjes.
A fine 2020 leggevo di dare 300k a Fabio Aru per convincerlo a correre in una Professional, ma che poi accettò la metà per correre alla Qhubeka e rimanere nel WT. Anche qui, se ho scritto cagate correggetemi…ma 300k per un corridore finito sono una follia! È chiaro che se queste sono le cifre in ballo, la Professional da 3 M€/anno di budget può prendere uno di questi atleti, facendo sacrifici enormi e rischiando il bidone.
Se oltre a ridurre il numero di squadre WT riducessimo un pochino anche le corse WT, i roster da 35 diventerebbero da 28, “liberando” altri corridori interessanti che invece di andare a fare i galoppini in WT vanno a fare fughe con le Professional.
Mi dicono dalla regia che “ci sta già pensando Madre Natura” o, fuor di metafora, squadre che saltano come birilli lasciando corridori più che interessanti appiedati e vagamente disperati. Un processo che poteva essere governato e invece ci penseranno gli animal spirits…auguri.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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cassius ha scritto: martedì 2 novembre 2021, 21:03 .............
Anche una soluzione come quella che proponi tu Slegar, però, comporta che chi ha di più debba dare una fettina a chi ha meno: e temo che lorsignori non ci sentano da questo orecchio.
............
Ti ringrazio per i complimenti, però permettimi di dissentire su quanto da te scritto sopra. Secondo me, a parità di budget, uno come Lefevere sarebbe contento, alla lunga, di risparmiare sugli ingaggi dei corridori medio-alti per trattenersi i big e penso che ciò valga anche per gli altri team manager.

Come ho scritto nel precedente post, deve essere modificata la possibilità di partecipare alle prove del WT, soprattutto quelle importanti, per le squadre professional riportando il limite di partecipazione a 200 ciclisti; in questo modo, anche con il WT a 18 squadre, si avrebbe la possibilità di invitare 7 squadre nei grandi giri e 10 nelle monumento regolarizzando il sistema e favorendo le professional che hanno in squadra i ciclisti migliori. Potrebbe essere istituzionalizzato un sistema di "gettoni di presenza" valido sia per le WT (che così non impoveriscono il campo partenti) che per le professional, in cui le squadre hanno l'obbligo (WT) o il diritto (professional) di schierare i loro "top rider" nei grandi giri e nelle monumento. Ogni "top rider" di una WT avrebbe l'obbligo di minimo quattro "gettoni di presenza" stagionali (un grande giro vale due, una monumento un gettone) mentre ogni "top rider" di una professional avrebbe il diritto di usufruire di un minimo stagionale sempre di quattro "gettoni", favorendo nella scelta le squadre con i migliori "top rider".

Esempio. Con questo sistema Bernal nel 2022, per spendere i suoi gettoni potrà impostare una stagione in cui parteciperà a Liegi, Tour e Lombardia.
Ulteriore esempio. Mettiamo che per il 2022 e le stagioni seguenti l'Eolo abbia trovato il tesoro nascosto e avrebbe ingaggiato Colbrelli e Caruso; con questi due ciclisti in squadra automaticamente avrebbe l'invito per Liegi, Giro, Lombardia (con Caruso), Fiandre, Roubaix e Tour (con Colbrelli) senza aspettare le bizze degli organizzatori.

Ovviamente dovrebbe essere istituzionalizzato un sistema per evitare l'abuso degli inviti da parte delle professional con i ciclisti migliori.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Probabilmente dalle Olimpiadi di Parigi 2024 sarà tolta la prova di salto ad ostacoli dal pentathlon moderno e lo spazio lasciato potrebbe essere riempito dal ciclismo:
https://www.cyclingnews.com/news/cyclin ... pic-games/


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Slegar ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 10:00 Probabilmente dalle Olimpiadi di Parigi 2024 sarà tolta la prova di salto ad ostacoli dal pentathlon moderno e lo spazio lasciato potrebbe essere riempito dal ciclismo:
https://www.cyclingnews.com/news/cyclin ... pic-games/
Speriamo dall'insegnamento individuale :D :yoga:


FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Walter_White ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 10:16
Slegar ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 10:00 Probabilmente dalle Olimpiadi di Parigi 2024 sarà tolta la prova di salto ad ostacoli dal pentathlon moderno e lo spazio lasciato potrebbe essere riempito dal ciclismo:
https://www.cyclingnews.com/news/cyclin ... pic-games/
Speriamo dall'insegnamento individuale :D :yoga:
Perché non tolgono l'equitazione?


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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luketaro ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 12:57
Walter_White ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 10:16
Slegar ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 10:00 Probabilmente dalle Olimpiadi di Parigi 2024 sarà tolta la prova di salto ad ostacoli dal pentathlon moderno e lo spazio lasciato potrebbe essere riempito dal ciclismo:
https://www.cyclingnews.com/news/cyclin ... pic-games/
Speriamo dall'insegnamento individuale :D :yoga:
Perché non tolgono l'equitazione?
Ma più che altro: ha ancora senso il pentathlon moderno?
Non lo chiedo con disprezzo verso lo sport in sè (che è pure la combinazione di 5 sport belli da vedere) ma in un'ottica di non far esplodere il numero di discipline in un'Olimpiade (con conseguente necessità di impianti), si potrebbe mettere in discussione uno sport che non mi pare abbia basi di praticanti oceaniche e che sia globalizzatissimo.

(rischio: un discorso del genere si può fare benissimo per la scherma...)


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Slegar ha scritto: martedì 2 novembre 2021, 20:45
torcia86 ha scritto: martedì 2 novembre 2021, 11:02 Bennati nuovo CT
E soprattutto a Marco Villa l'intero settore pista sia maschile che femminile. Purtroppo ancora nessun investimento tecnico sul settore velocità.
Si vociferava Quaranta come responsabile ma evidentemente non è stato fatto nulla


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Seb
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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sceriffo ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 15:29 Si vociferava Quaranta come responsabile ma evidentemente non è stato fatto nulla
Quaranta è comunque presente nell'organigramma come Collaboratore Tecnico Pista Maschile. Però per rilanciare sul serio il settore velocità servirebbe un tecnico specializzato del settore, e non so se ci sia qualcuno con questo profilo tra i tecnici italiani


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Slegar
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Mi dispiace dirlo, ma in federazione si continua a navigare a vista nel settore velocità. Oltre ai tecnici, sarebbe indispensabile fornire lo "stipendio fisso" nei gruppi sportivi militari. Nel concorso di febbraio 2020, poi posticipato a fine anno caussa covid, erano stati messi a disposizione posti per "due atlete di sesso femminile nella specialità pista - 500m" (Vece, Bissolati?) e "un atleta di sesso maschile nella specialità pista - km da fermo" (Boscaro?, però se è lui sembra destinato al settore endurance). Per il 2021 nulla è destinato alla velocità, solamente due posti al maschile ed uno al femminile nella Madison nel concorso delle Fiamme Azzurre, negli altri GSM il nulla.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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cassius ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 15:02 Ma più che altro: ha ancora senso il pentathlon moderno?
Non lo chiedo con disprezzo verso lo sport in sè (che è pure la combinazione di 5 sport belli da vedere) ma in un'ottica di non far esplodere il numero di discipline in un'Olimpiade (con conseguente necessità di impianti), si potrebbe mettere in discussione uno sport che non mi pare abbia basi di praticanti oceaniche e che sia globalizzatissimo.

(rischio: un discorso del genere si può fare benissimo per la scherma...)
Di sport olimpici che hanno poco senso ce ne sono a decine...fanno di tutto per aggiungere sempre più discipline...tra un pò metteranno anche la specialitá del pizzaiolo o di quello che lancia piū lontano la cacca di cane..... :D
Ultima modifica di Gattorantolo il mercoledì 3 novembre 2021, 19:22, modificato 1 volta in totale.


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Poi una disciplina come il ciclocross manca completamente....valli a capire.... :uhm: :uhm: :dubbio:


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Gattorantolo ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 19:19 Poi una disciplina come il ciclocross manca completamente....valli a capire.... :uhm: :uhm: :dubbio:
Si era proposto di metterla nelle olimpiadi invernali.
Ma...al netto di Van Aert e MVDP... meglio l'inseguimento in pista o il ciclocross?


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Gattorantolo ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 19:19 Poi una disciplina come il ciclocross manca completamente....valli a capire.... :uhm: :uhm: :dubbio:
Sulla spettacolarità del ciclocross non si discute.
Il problema è la medagliabilità di gente diversa da fiamminghi e olandesi.


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Theakston ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 19:26 Si era proposto di metterla nelle olimpiadi invernali.
La prova generale sarà il 12 dicembre in Italia, a Vermiglio, in Val di Sole. Tappa di CDM, sarà spettacolare.
Theakston ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 19:26 Ma...al netto di Van Aert e MVDP... meglio l'inseguimento in pista o il ciclocross?
Be' una fa parte di una disciplina già inserita all'interno del programma olimpico, quindi in teoria più facile da reintrodurre, l'altra invece sarebbe del tutto una novità.
Se parliamo del livello, come già avevo detto, secondo me non c'è minimamente partita, neanche come interesse mediatico


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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cassius ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 20:48
Gattorantolo ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 19:19 Poi una disciplina come il ciclocross manca completamente....valli a capire.... :uhm: :uhm: :dubbio:
Sulla spettacolarità del ciclocross non si discute.
Il problema è la medagliabilità di gente diversa da fiamminghi e olandesi.
Tic (Ungheria e Gran Bretagna) è ben messo


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Slegar ha scritto: mercoledì 3 novembre 2021, 17:59 Mi dispiace dirlo, ma in federazione si continua a navigare a vista nel settore velocità. Oltre ai tecnici, sarebbe indispensabile fornire lo "stipendio fisso" nei gruppi sportivi militari. Nel concorso di febbraio 2020, poi posticipato a fine anno caussa covid, erano stati messi a disposizione posti per "due atlete di sesso femminile nella specialità pista - 500m" (Vece, Bissolati?) e "un atleta di sesso maschile nella specialità pista - km da fermo" (Boscaro?, però se è lui sembra destinato al settore endurance). Per il 2021 nulla è destinato alla velocità, solamente due posti al maschile ed uno al femminile nella Madison nel concorso delle Fiamme Azzurre, negli altri GSM il nulla.
Mi pare siano stati assegnati dei posti: ricordo Miriamo Vece e Matteo Bianchi se non erro.


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Slegar
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Miriam Vece di sicuro, Matteo Bianchi pure ( https://www.altoadige.it/cronaca/laives ... -1.2837907 ), manca la seconda atleta femminile della velocità.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Porto qui perché più consono al topic…

Corse saltate dall’Alpecin-Fenix
Tranchée d'Arenberg ha scritto: giovedì 18 novembre 2021, 18:36 Catalunya, Paesi Baschi, Romandia, Delfinato, San Sebastian. Conta un po' quanti giorni di corsa sono
Tranchée d'Arenberg ha scritto: giovedì 18 novembre 2021, 20:18 Per la precisione 22 (c'è anche la Bretagne Classic). Sembrano pochi, in realtà sono tanti (quanto un Giro o un Tour) e ti danno la possibilità di concentrarti su altri eventi che magari ti interessano di più e in cui hai la possibilità di vincere (l'Alpecin al Pais Vasco sarebbe andata a fare solo presenza).

Ma il punto è che alla fine non stiamo dicendo cose troppo diverse. All'Alpecin con il regolamento attuale non coviene entrare nel WT. Ha la possibilità di correre le corse che vuole senza obblighi e senza spendere soldi in licenze. Cosa vuoi di più dalla vita??
La Alpecin ha trovato il modo perfetto di hackerare il meccanismo del WT e, ora che salta un’altra WT e secondo me sarà in buona compagnia, vediamo cosa combina la Arkea ma mi sa tanto che il sistema dovrà essere rivisto. Volevano trasformare il ciclismo in una NBA o in una Superlega, stavano per riuscirci e poi covid e compagnia hanno dato una mazzata.

Perché funziona come il petrolio…
Mi spiego meglio: finchè ci sono X licenze e Y>X pretendenti disposti a dissanguarsi per una licenza WT (vedi Intermarchè, con quei 2.5 M€ spesi per la licenza, quanti corridori buoni ingaggiavano?) perchè stare nel WT è l’unico modo per correre le corse che contano ed esercitare quindi un’attrattiva per gli sponsor, il coltello dalla parte del manico ce l’ha l’UCI. Nel momento in cui tu hai anche solo X-1 (o peggio ancora X-2, X-3) pretendenti agli X posti WT…
eeeeh, qualcun altro in mezzo a quegli X si comincerà a fare due domande!
L’Intermarchè dirà “ma a me che me frega di correre il Giro della Fanculandia? Io voglio fare Tour, classiche del Nord, Monumento, magari un altro GT e qualche altra WT per raccogliere due soddisfazioni…e sfruttare meglio quei soldi che Intermarchè mi concede”.
E Cofidis? Non farà prima o poi questo ragionamento? Secondo voi ASO non la invita più, se rinuncia alla licenza WT? E la Lotto Soudal? ASO rinuncia a Caleb Ewan?

Secondo me ad Aigle hanno davanti due scenari:
1) Impongono agli organizzatori WT di ridurre il numero di squadre al via, in modo da garantire che essere una WT serva ancora a qualcosa. Col rischio che ASO e RCS rispondano “col caiser, le Professional ormai hanno dei corridori interessanti e noi li vogliamo alla partenza”.
2) Riducono il numero di licenze WT e/o il calendario WT, in modo che essere una WT serva ancora a qualcosa e che sia sostenibile anche con budget un po’ più limitati.

Il WT ha anche fatto delle cose buone: oggi i big corrono per vincere molti più appuntamenti di quanto facevano in passato, insomma oggi abbiamo il bis-vincitore di Tour che tira fino a fine stagione per vincere il Lombardia, e per non sbagliarsi vince pure la Tirreno.
Il problema è che il WT ha reso il ciclismo insostenibile economicamente, costringendo tutti a diventare delle specie di Mapei di 20 anni fa ma la globalizzazione di questo sport non è arrivata a livelli tali da permettere un simile baraccone. Forse il sistema potrebbe tornare a funzionare se il ciclismo americano si ridestasse dal coma in cui si trova, a quel punto hai 320 milioni di ricchi infognati di sport potenzialmente aggredibili di nuovo come ai “bei tempi” di Armstrong. Oppure se si ammalano di ciclismo in Cina. Voi vedete segnali in tal senso?


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Slegar
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Il gioco all'Alpecin funziona semplicemente perché hanno in squadra un fuoriclasse assoluto come Mathieu Van der Poel ed hanno saputo valorizzare due eccellenti ciclisti come Philipsen e Merlier (quest'ultimo è stato un coniglio tirato fuori dal cilindro). Senza questi tre la squadra sarebbe nel gruppone delle professional. Inoltre non puntano alla classifica delle corse a tappe, per cui quando gareggiano non sono legati alla necessità di ottenere questo tipo di risultati; l'Arkea con Quintana, ad esempio, è obbligata a raggiungere un risultato nella classifica finale e questo costa fatica ed impegna la squadra.

Porto come esempio Jasper Philipsen alla Vuelta; con due vittorie, un terzo posto di tappa ed il ritiro a metà corsa si è portato a casa 220 punti UCI. Guillame Martin che si è sbattuto fino alla fine, con il 9° posto finale ha guadagnato per se e per la sua squadra 180 punti UCI.

L'Alpecin è un'eccezione e come tale non deve essere presa come pietra di paragone.

L'Intermarché al Tour è stata invitata quando in squadra c'era Guillame Martin, quando si è trasferito alla Cofidis la gara a tappe francese l'hanno vista alla TV e per partecipare nuovamente si sono dovuti comperare la licenza della CCC. Stessa cosa al Giro; senza licenza WT alla corsa rosa non sarebbero stati invitati e quindi niente vittoria di Van der Hoorn. Squadre come l'Intermarché della licenza WT hanno bisogno come il pane perché altrimenti parteciperanno solamente alle classiche del nord.

Lo stesso vale per Jumbo, Ineos, e UAE, perché se tutte e tre nel 2023 rinuncieranno al WT ci sarà sempre una Uno-X o una Drone Hopper, o la stessa Alpecin se fiuterà la convenienza, che se ne avranno la possibilità nel WT ci entreranno e per almeno una di loro il rischio di guardarsi il Tour alla TV per tre anni ci sarà sempre.

Chi nel 2023 può rischiare il gioco dell'Alpecin è la Deceunink, che le proprie fortune le ha costruite nelle classiche e nelle vittorie di tappa e che, con Alaphilippe in squadra, un posto al Tour l'avrà sempre assicurato anche se non dovesse rientrare tra le prime due professional.

Direi che l'UCI sta in una botte ferro, almeno con le regole.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Slegar ha scritto: venerdì 19 novembre 2021, 11:09 Chi nel 2023 può rischiare il gioco dell'Alpecin è la Deceunink, che le proprie fortune le ha costruite nelle classiche e nelle vittorie di tappa e che, con Alaphilippe in squadra, un posto al Tour l'avrà sempre assicurato anche se non dovesse rientrare tra le prime due professional.

Direi che l'UCI sta in una botte ferro, almeno con le regole.
E' chiaro che il giochino di non fare la WT ha senso se 1) hai un roster tale da sperare negli inviti che vuoi ricevere 2) c'è sufficiente posto per le wildcard
La 2, soprattutto.
L'Intermarchè ha visto il Tour alla TV in un momento in cui c'era pochissimo spazio per le numerose e ottime Professional francesi (che sono numerose e ottime grazie al fatto che possono puntare ad andare, magari non proprio tutti gli anni, al Tour).

Mi dici "la Quickstep potrebbe fare sto giochino"...minchia! Hai mica detto la Bardiani (con rispetto per la Bardiani). Hai "solo" citato una delle squadre-faro del movimento.

E' per questo che io tutta sta botte di ferro per il WT mica la vedo...


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Infatti non sono intenzionati nemmeno a ridurre il numero di squadre a 16, così che il numero degli n interessati sia comunque maggiore dei posti disponibili, perché se aprissero troppi spazi agli inviti il castello crollerebbe.


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Seb
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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cassius ha scritto: venerdì 19 novembre 2021, 11:40 E' per questo che io tutta sta botte di ferro per il WT mica la vedo...
Una botte di ferro magari no, ma neanche ci sono segnali che tutto possa crollare da un momento all'altro, e teniamo anche conto che una situazione simil Alpecin si era già verificata in passato con la Cervélo. Finché le regole ed i numeri restano questi, per l'UCI e per il WT non vedo problemi, ci sarà sempre qualcuno con un po' di soldi in tasca che spingerà per prendersi quella licenza eventualmente libera: l'autogol peggiore che l'UCI potrebbe farsi, sarebbe ridurre per regolamento il numero di licenze WT tenendo invariato il numero di squadra invitabili.

Poi vabbé, in tutte le sue varie riforme della struttura l'UCI ha sempre dimostrato di pensare quasi esclusivamente all'élite del ciclismo, tralasciando quello che c'è sotto, ma quello è un altro discorso.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Seb ha scritto: venerdì 19 novembre 2021, 11:55
cassius ha scritto: venerdì 19 novembre 2021, 11:40 E' per questo che io tutta sta botte di ferro per il WT mica la vedo...

Poi vabbé, in tutte le sue varie riforme della struttura l'UCI ha sempre dimostrato di pensare quasi esclusivamente all'élite del ciclismo, tralasciando quello che c'è sotto, ma quello è un altro discorso.
Infatti vai a vedere quante squadre c'erano nel 1990 in Italia, Spagna, Belgio, ma anche in Colombia o negli Usa


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Si sono svolte le elezioni per rinnovare il direttivo di AIOCC, l'Associazione Nazionale degli Organizzatori di Corse Ciclistiche, per i prossimi 4 anni.
Prudhomme è stato confermato alla direzione e noto alcune notizie interessanti. Innanzitutto Vegni è stato confermato nel direttivo: forse questo vorrà dire che ha rimandanto il pensionamento?
L'altra notizia interessante è l'ingresso nel direttivo del Giro di Sardegna, che al momento non è ancora inserito in calendario e dovrebbe essere una conferma del fatto che la corsa dovrebbe finalmente andare in scena.


Mauro Facoltosi
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Vedo che il nuovo corso continua con le epurazioni... Un bel calcio nel culo a chi sta cercando di portare avanti l'attività e a far rinascere le corse.

https://bici.pro/news/politica/editoria ... -ciclismo/


nurseryman
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Beppugrillo ha scritto: mercoledì 26 settembre 2018, 15:58 Ovviamente non intendevo gli scalatori puri contro quelli che li battono, intendevo come nell'esempio sotto i Sosa che vincono le corse a tappe contro i Dupont che si piazzano nelle mille classiche belghe.
Poi personalmente penso che il ciclismo sia effettivamente la salita, mentre la pianura è spostarsi in bicicletta. Ma quello è il mio modo di intendere il ciclismo, non pretendo che lo applichino nei punteggi
si sono daccordo
il bello del ciclismo è la salita
appena ebbi la prima MTB un minuto dopo tentavo di scalare il s.quirico sopra casa mia e non cercavo di fare il giro dei viali di pistoia
poi c'è il fascino di corse epiche come la roubaix
ma questa è un'altra storia


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Winter
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Bomby ha scritto: lunedì 27 dicembre 2021, 21:33 Vedo che il nuovo corso continua con le epurazioni... Un bel calcio nel culo a chi sta cercando di portare avanti l'attività e a far rinascere le corse.

https://bici.pro/news/politica/editoria ... -ciclismo/
Sarebbe bello sapere quanti soldi federali (quindi pubblici) venivano dati a quei organizzatori..
Contro il nulla agli altri
Perché le corse son diminuite..non aumentate


Bomby
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Winter, vivi oggi, non negli anni 80. Guarda quante corse erano sparite negli ultimi anni e quante con fatica si stanno cercando di riorganizzare (se ricevessero fondi particolari non lo so, lo dici tu: ma ci sta incentivare un'attività che inizia se poi è in grado di stare in piedi da sola). Se tu dai il benservito a chi sta provando a organizzare nuove corse, non aiuti di certo la situazione generale. Ti togli dai piedi un nemico, forse, fai contento chi ti ha sostenuto che di sicuro godrà nel veder razzolare nella polvere chi prima stava su un piedistallo, ma in questo modo affondi ancora di più il movimento. Alla fine, di tutta questa meschinità, non rimangono che le macerie, e a leccarsi le ferite non sarà solo chi è stato gettato nella polvere, ma anche chi rideva sotto i baffi: un movimento più povero sfavorisce anche gli organizzatori più ricchi.

Piuttosto, la nostra federciclismo dovrebbe darsi una mossa, favorire tutti gli organizzatori (e non solo alcuni) affinché organizzino più gare, non solo professionistiche, aiutandoli a trovare sponsor, agevolando il dialogo con le amministrazioni pubbliche, agevolando la trasmissione live delle corse (qual è la nazione dove ci sono più corse .1 in differita? Esatto, la risposta è giusta, l'Italia). Queste scaramucce, queste beghette tra pezzenti tolgono energie e fondi e non migliorano la situazione.


Winter
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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dici.. di non favorire alcuni
ma nell'articolo che hai postato.. si parlava di critiche per favoritismi nella precedente gestione.. verso alcuni organizzatori :diavoletto:
mettiti d'accordo

ma delle squadre che vanno al giro u23.. quante non lo faranno per la corsa di Argentin ?
io dico nessuna


Bomby
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Io non ho mai detto che l'amministrazione precedente fosse perfetta. Tutt'altro. Dico che questa non è migliore. Forse è anche peggio, quantomeno per i metodi che usa.


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Slegar
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Non mi vorrei sbagliare, ma il Giro Ciclistico d'Italia (denominazione ufficiale del Giro dilettanti, Baby, Bio e U23) è di proprietà della Federazione Ciclistica Italiana che dietro ad un pagamento di un contributo lo fa organizzare ad altri, visto che la FCI non è in grado di sostenere l'organizzazione.

In questa storia sembra venga usata la solita "delicatezza" per passare il Giro under ad un altro organizzatore.


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udra
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Ma è evidente che Dagnoni voglia fare terra bruciata attorno a Cassani, d'altronde c'è lui dietro agli organizzatori del Giro U23 e alle corse ExtraGiro.
Ci credo che c'erano dei favoritismi, d'altronde se non metteva mano lui il calendario U23 in termini di corse a tappe era a terra.


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