tetzuo ha scritto:cauz. ha scritto:lo dico: oggi ho rivisto il ballero.
ringrazio il destino per aver avuto la fortuna di vivere le imprese di un corridore come tom boonen.
anche io stessa impressione.
d'accordissimo. Vabbene che negli '70 c'era De Vlaeminck, Moser e Merckx, ma ogni decade ha i suoi campioni. Negli ultimi anni abbiamo avuto Cancellara e Boonen, non mi pare mica poco per questo tipo di corse. Magari fra 20 anni qualcuno di noi quando qualche giovane corridore vincerà la Roubaix dirà ai più giovani:"eh, vabbè, ma nel 2012 c'era un belga fortissimo, Boonen" oppure:"si, questo è forte, ma il Cancellara del 2010 era un'altra cosa". Discorsi che lasciano il tempo che trovano. Oggi si deve celebrare un grandissimo campione.
Boonen, piaccia o meno, oggi entra nella leggenda del ciclismo, nel mito delle classiche del pavé: 4 Roubaix, come De Vlaeminck, 3 Fiandre, 3 Gand, 5 Harelbeke. Già questi numeri parlano da soli.
Ma soprattutto oggi lo ha fatto con un atteggiamento da Grande campione. Era il più veloce, poteva accontentarsi di farsi portare in carrozza fino al velodromo per poi battere tutti (senza ricorso ai fotofinish). Invece è partito a 56 km dall'arrivo facendo un numero di quelli che si vedono molto raramente in questi anni. Non si è accontentato di vincere, ha voluto stravincere umiliando la concorrenza. La sky, che a lungo ha inseguito con ben 4 uomini in testa al gruppo (Stannard, Hayman, Boasson e Flecha nell'ordine), non riusciva neanche a mantenere costante il distacco dal fiammingo.
Io credo di aver assistito ad una grandissima giornata, ad un'impresa che resterà scolpita nelle pietre del nord.
ps: la De Stefano stanotte non dormirà, il suo idolo è finito sul pullman. brutta pasqua per lei