Bel Giro, poco da dire.
Livello tecnico non elevatissimo, ma lo spettacolo è stato certamente di alto profilo.
Complimenti a Nibali, il più forte nelle ultime e decisive tappe. Senza se e senza ma.
Si carica per l'ennesima volta sulle spalle un movimento ciclistico italiano in palese e strutturale difficoltà.
E non è poi tutto stò onore come potrebbe sembrare.
Nell'abbraccio coi genitori di Chaves e con l'esperienza accumulata, mi auguro di cuore riesca a ricollocare quello che fa nel giusto perimetro e nelle giuste proporzioni.
Capisco le difficoltà nel gestire le pressioni esagerate (comunque ben remunerate) a cui è esposto da anni, ma non nascondo che personalmente nelle ultime stagioni mi è diventato un po' antipatico, complice forse il fastidioso lavorio (interessato o fazioso) portato avanti sull'asse media - ultras italici.
Ma pure lui ci ha messo del suo con troppe uscite fuori luogo...
Spero riesca a vivere con più serenità quest'ultima (o penultima) fase della carriera, perchè può togliersi un sacco di soddisfazioni lasciando un'immagine più serena, meno esasperata e divisiva del gran combattente che è sempre stato.
Per quanto riguarda Esteban, confermo quanto scritto l'altro ieri sera: il Giro l'ha perso irreversibilmente quando Nibali ha smesso di collaborare sulla parte pedalabile della salita di Risoul.
In quel frangente è stato decisamente più pollo che sul Passo della Mendola per me.
S'è fatto ingolosire dalla piega che stava prendendo la corsa.
Krui che naufragava, margine in aumento su Valvede, Nibali a 1'43"...
Non si è reso immediamente conto che quest'ultimo ostacolo era tutt'altro che schivato, nonostante il margine di apparente sicurezza.
Dopo gli scatti in quota sull'Agnello ed aver acceso la corsa coi compagni, doveva essere doppiamente prudente.
Avesse fatto riavvicinare Valverde e rimesso il siciliano sotto pressione (4° vs 3°), sono abbastanza convinto che staremmo discutendo di un'epilogo diverso e molto più incerto.
Invece ha firmato la sua condanna, esponendosi ad un finale da fuorigiri che non avrebbe potuto recuperare manco con una sacca da litro arricchita...
Prima ancora delle gambe, ha prevalso l'astuzia e l'esperienza di Nibali.
Sempre difficile per un corridore rinunciare ad un gradino ottenuto (ma anche all'illusione di averlo ottenuto) sputando l'anima, per riaverlo più tardi... a Torino magari...
Ad ogni modo può ripartire da quello effettivamente scalato rispetto alla scorsa Vuelta e dalla fiducia della squadra.
Ciao.