Come tutti gli iperonimi è carente di specificazione, ma soprattutto è la classica parola sulla quale i cultori [anche colti

L'avevo detto io che una cosa simile uno non dovrebbe mai dirla!lemond ha scritto:"Io l'avevo detto" è una frase che non si dovrebbe mai pronunciare, per nessuna ragione. Soprattutto se è vera.
..questa è fatta pari pari per un certo illustre utente di ciclowebbb... esssu... che pensiamo tutti allo stesso....lemond ha scritto:Colui che si considera importante (tranne pochi casi) è in sostanza uno psicopatico senza rimedio; per lui non c'è guarigione.
Ciao fascio !nemecsek. ha scritto:ciao Aichiù
tornato al lavoro?
nemecsek. ha scritto:..questa è fatta pari pari per un certo illustre utente di ciclowebbb... esssu... che pensiamo tutti allo stesso....lemond ha scritto:Colui che si considera importante (tranne pochi casi) è in sostanza uno psicopatico senza rimedio; per lui non c'è guarigione.
Grazie, come a me piace il tuo avatarmatteo.conz ha scritto:Mi piace questo topic
Grazie. Si, ormai siamo amici virtuali da diversi anni. L'avatar volevo cambiarlo in quanto era in risposta a galliano che mi prendeva in giro dandomi del borghese che se la tira perché avevo detto di aver "conosciuto" Kate ma non ci sono mai più riuscito: o l'immagine pesa troppo oppure non ha la giusta risoluzione o ancora non so quindi lascio Kate.lemond ha scritto:Grazie, come a me piace il tuo avatarmatteo.conz ha scritto:Mi piace questo topic, ma non solo, perché mi pare che siamo amici da lunga data. Purtroppo ci sono persone, le quali se, vedono il mio soprannome, ànno l'atteggiamento del porcospino, ma sarà di certo anche colpa mia.
Per risparmiare una battuta che, moltiplicata per ... farebbe risparmiare tempo e carta e perché non mi piace apostrofare davanti all'acca. Questo segno grafico serve per distinguere due parole, altrimenti uguali, ad es. a (preposizione) e ha (verbo), ma la stessa distinzione si può fare con l'accento. I francesi lo aggiungono alla preposizione (à) e lasciano senza (a) il verbo. In ogni modo è previsto anche dalla grammatica italiana e, avendo il doppio dei tuoi anni, a me lo insegnò il maestro, ma ormai pochi, che fanno questo mestiere, ànno (o hanno) letto "la prima scienza".matteo.conz ha scritto:Grazie. Si, ormai siamo amici virtuali da diversi anni. L'avatar volevo cambiarlo in quanto era in risposta a galliano che mi prendeva in giro dandomi del borghese che se la tira perché avevo detto di aver "conosciuto" Kate ma non ci sono mai più riuscito: o l'immagine pesa troppo oppure non ha la giusta risoluzione o ancora non so quindi lascio Kate.lemond ha scritto:Grazie, come a me piace il tuo avatarmatteo.conz ha scritto:Mi piace questo topic, ma non solo, perché mi pare che siamo amici da lunga data. Purtroppo ci sono persone, le quali se, vedono il mio soprannome, ànno l'atteggiamento del porcospino, ma sarà di certo anche colpa mia.
Ma perché scrivi "ho" senza l'acca? Immagino sia corretto ma fa strano...mi spieghi un secondo come funziona? È un'elisione?
C'entra e parecchio! Purtroppo per lui, Cioran l'ingenuità non l'à mai raggiunta e anzi il suo contrario: la disperazione. Non ho letto molto dello scrittore rumeno, però penso che quel suo concetto positivo di ingenuità e amore del mondo sia un' *utopia* in senso etimologico. E' lo stesso discorso, "mutatis mutandis" dei *poveri di spirito* del vangelo: non si sa chi mai possano essere.matteo.conz ha scritto:Non tutti hanno perso l'ingenuità; così non tutti sono infelici. Coloro che sono vissuti e continuano a vivere aderendo alla vita, non per dabbenaggine o imbecillità - giacché l'ingenuità, in quanto stato puro, esclude simili deficienze -, ma per un istintivo amore del mondo, alla cui seduzione l'ingenuità non manca mai di soggiacere, costoro pervengono a un'armonizzazione e a un'integrazione nella vita che non possono che essere invidiate o almeno ammirate da quanti si smarriscono al culmine della disperazione.
Emil Cioran, Al culmine della disperazione
centra qualcosa o al solito non c'ho capito niente?
Io no, anche se, stanno meglio di te e di me, perché anche la mia gatta è sempre tranquilla e beata e ottiene tutto ciò che desidera e in più non ha il concetto di morte, ma non mi ci cambiereimatteo.conz ha scritto:Invece gli inetti di svevo so bene chi sono, ne incontro quotidianamente e pian piano quasi li invidio.
Utopia, come l'ò usata io, vuol dire il luogo che non c'è, ma anche nel significato più comune non mi pare una gran bella cosa. Per es. su una mailing list (raz-laic-pol-) che frequento da anni, proprio ieri si stava parlando del *comunismo*, ti riporto uno scambiomatteo.conz ha scritto:
Penso che tutti almeno per un periodo nella vita hanno delle utopie. Molti, me compreso, ci sbattono la testa e le abbandonano. Secondo me comunque rimangono importantissime come "bussola" per sapere che direzione prendere. So che l'uguaglianza o la giustizia sono un'utopie ma nondimeno mi indicano un po' la strada.
Alcuni invece mantengono le utopie e ciò è bello.
Bello quello che hai scritto, ma chi sarebbe il vate che hai sentito?matteo.conz ha scritto:Il vate erge il vernacolo a lingua aulica tramite singulti e sussulti e sillabe non presenti nella lingua nazionale. Egli sa che per ferire veramente l'estetica di chi lo guarda, deve indossare abiti che richiamano moderni simbolismi suburbani che altrove verrebbero considerati stracci. Il poeta infine indossa un paio di occhiali per proteggere la proporla presziosa vista ma questi occhiali non sono un mezzo protettivo ma invero solo un vezzo che serve a farsi riconoscere da poeti suoi simili.
E poi mi vengono in mente certi vate moderni (è giusto tenerlo al singolare?) come gabbani...l'ho sentito prima, che pena
A me la pornografia "fa schifo", l'amore invece è una cosa che fa sognare e la vita di uomo che cosa sarebbe senza sogni?matteo.conz ha scritto:Amiamo la pornografia ma sogniamo l'amore.