Le salite italiane poco battute dalle corse
Le salite italiane poco battute dalle corse
Date le discussioni nel topic del Giro 2019, ho visto che l'argomento delle salite italiane poco battute dalle corse italiane è interessante e meritorio di un topic a sè, anche per non perdere la discussione.
In Italia ci sono aree dove, per un motivo o per l'altro, nonostante ne valga davvero la pena, il ciclismo passa poco spesso. Molte zone appenniniche offrirebbero molti spunti , come le zone dell'Aspromonte e della Sila, l'interno della Liguria (la zona sopra Sanremo, per dirne una, cannibalizzata dalla strada costiera...), l'appennino Parmense, l'Oltrepò Pavese, certe zone dell'Appennino Toscano, Emiliano e Romagnolo, ecc.
Ho pensato che se ne potrebbe discutere qui, magari allegando qualche altimetria disegnata con i vari editor, chissà mai che a qualcuno non venga voglia di affrontare le salite che citeremo qui.
In Italia ci sono aree dove, per un motivo o per l'altro, nonostante ne valga davvero la pena, il ciclismo passa poco spesso. Molte zone appenniniche offrirebbero molti spunti , come le zone dell'Aspromonte e della Sila, l'interno della Liguria (la zona sopra Sanremo, per dirne una, cannibalizzata dalla strada costiera...), l'appennino Parmense, l'Oltrepò Pavese, certe zone dell'Appennino Toscano, Emiliano e Romagnolo, ecc.
Ho pensato che se ne potrebbe discutere qui, magari allegando qualche altimetria disegnata con i vari editor, chissà mai che a qualcuno non venga voglia di affrontare le salite che citeremo qui.
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
M viene in mente un nome San Pellegrino in Alpe il giro passato troppo poche volte .
Salita che non farebbe rimpiangere il Mortirolo ma purtroppo come tante salite nell'italia centrale chi sà perchè evitate.....
Salita che non farebbe rimpiangere il Mortirolo ma purtroppo come tante salite nell'italia centrale chi sà perchè evitate.....
"...esiste Doping dove esiste Antidoping....."
2023- Larciano-Giro Polonia-1 Tappa Vuelta
2024-Trofeo Ses Salines-Freccia Brabante-! Tappa Giro
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Bel topic!
Visto che si parlava di Calabria: valico di Monte Scuro da Cosenza? Salitona regolare da 25 Km... Mai affrontato dal Giro? Ho trovato su internet l'altimetria della tappa dell'85 (Crotone-Paola) in cui si affrontava dal versante più morbido..
Visto che si parlava di Calabria: valico di Monte Scuro da Cosenza? Salitona regolare da 25 Km... Mai affrontato dal Giro? Ho trovato su internet l'altimetria della tappa dell'85 (Crotone-Paola) in cui si affrontava dal versante più morbido..
- Maìno della Spinetta
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
In generale mi stupisco di come siano chirurgicamente evitate le salite marsicane. Si passa sempre da Sulmona, rarissimo avventurarsi in strade laterali. Ne ricordo una (durissima) alcuni anni fa, mai fatto uno scollinamento dalla piana di Avezzano al Frosinate..
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- Beppugrillo
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Cito le 4 salite principali dei Sibillini, che io al Giro o in qualsiasi altra corsa professionistica non ho mai visto, anche se seguo da poco (15 anni diciamo). Per quanto ne so, non sono state affrontate dal Giro negli ultimi 40-50 anni e credo neanche prima, ma non ho i mezzi per poterlo dire con sicurezza. Però anche fosse limitata solo agli ultimi 15 anni per me è un'assenza molto grave.
La prima è la più dura, è il versante duro della salita di Sassotetto, che nella sua versione "soft" è stata proposta più volte alla Tirreno-Adriatico. Questa ha la prima metà abbondantemente sopra il 10%, poi spiana nel finale per arrivare al passo. Giustamente alla Tirreno-Adriatico non propongono questo versante, troppo duro per marzo, ma può essere un ottimo traguardo per il Giro. Tra l'altro la conformazione della montagna consente di mettere il traguardo esattamente alla fine della parte dura, dove c'è una grande spianata. La situazione dell'asfalto è molto buona per tutta la parte dura, invece pessima quando la salita si inserisce sulla strada che porta alla cima
Poi ci sono le due salite che portano all'altopiano di Castelluccio di Norcia: la Forca di Gualdo e la Forca di Presta. La prima sale da Castelsantangelo sul Nera, è piuttosto regolare con qualche tornante nella prima parte, un paesaggio strepitoso nella parte centrale e poi uno stradone verso lo scollinamento alla fine. In realtà il "gpm" non è proprio il gpm, si potrebbe continuare a salire fino al Monte Prata (sono circa 150 metri di dislivello in più). Entrambe le soluzioni (scollinamento verso Castelluccio o salita fino al Monte Prata) non dovrebbero creare problemi neanche per posizionare un arrivo, perché c'è spazio in entrambi i casi. Qui il problema attuale è il fatto che col terremoto la strada è stata danneggiata pesantemente, quest'estate si passava solo nei weekend col senso unico alternato in alcuni punti e qui in questo momento una corsa professionistica difficilmente ci può passare (capiamoci, se vogliono ci passano senza nessun problema, il grande ciclismo passa in posti che in confronto questo è un'autostrada a 4 corsie).
Il secondo versante è più facile ma più bello ed è la Forca di Presta, che sale da Arquata del Tronto. Si sale all'ombra del Vettore, ci sono diversi varianti per quanto riguarda la prima parte della salita, poi il finale è strepitoso perché è scavato sul fianco della montagna in mezzo alle rocce e ha pure un gpm "naturale" con il passaggio in mezzo a due massi. Anche qui il terremoto aveva fatto guai grossi ma la strada è stata sistemata completamente. Invece non è stato sistemato quasi nulla dei paesini alla base della salita, si passa in mezzo alle macerie che sono ancora tutte lì e alle casette provvisorie. Questa non è una salita durissima, ma ha il pregio di avere la parte dura alla fine, per cui sarebbe un finale validissimo per una tappa. Tra l'altro, come per l'altro versante, si può pensare di mettere l'arrivo sull'altopiano e non al gpm, aggiungendo 3-4 chilometri di discesa che non fanno né recuperare né attaccare perché sono facilissimi, ma ti consentono di avere un traguardo che scenograficamente sarebbe invidiato da qualsiasi traguardo alpino.
L'ultima salita è quella di Frontignano, parte sempre da Castelsantangelo sul Nera. Questa attualmente è interrotta, quindi non l'ho fatta in bici e non la conosco. Però ha un altro versante (da Ussita) che invece si può fare (beh, l'anno prossimo sono sicuro che riapriranno anche quello da Castelsantangelo) ma è più facile. Non è una salita difficilissima, però la differenza te la fa se la metti in fondo ad una tappa. Anche qui in cima c'è tanto spazio perché ci sono gli impianti sciistici, da metà salita in poi il traguardo puoi metterlo praticamente dove vuoi.
Volendo fare un tappone si possono mettere tutte e 4 insieme facendo 4500 metri di dislivello in 130 km, cosa che ti consente di metterne almeno altri 1500-2000 in partenza se vuoi proprio essere bastardo. Nel 2009 col Giro al contrario il tappone l'hanno fatto più su con Catria, Nerone e Petrano, questa sarebbe un'alternativa più che degna
La prima è la più dura, è il versante duro della salita di Sassotetto, che nella sua versione "soft" è stata proposta più volte alla Tirreno-Adriatico. Questa ha la prima metà abbondantemente sopra il 10%, poi spiana nel finale per arrivare al passo. Giustamente alla Tirreno-Adriatico non propongono questo versante, troppo duro per marzo, ma può essere un ottimo traguardo per il Giro. Tra l'altro la conformazione della montagna consente di mettere il traguardo esattamente alla fine della parte dura, dove c'è una grande spianata. La situazione dell'asfalto è molto buona per tutta la parte dura, invece pessima quando la salita si inserisce sulla strada che porta alla cima
Poi ci sono le due salite che portano all'altopiano di Castelluccio di Norcia: la Forca di Gualdo e la Forca di Presta. La prima sale da Castelsantangelo sul Nera, è piuttosto regolare con qualche tornante nella prima parte, un paesaggio strepitoso nella parte centrale e poi uno stradone verso lo scollinamento alla fine. In realtà il "gpm" non è proprio il gpm, si potrebbe continuare a salire fino al Monte Prata (sono circa 150 metri di dislivello in più). Entrambe le soluzioni (scollinamento verso Castelluccio o salita fino al Monte Prata) non dovrebbero creare problemi neanche per posizionare un arrivo, perché c'è spazio in entrambi i casi. Qui il problema attuale è il fatto che col terremoto la strada è stata danneggiata pesantemente, quest'estate si passava solo nei weekend col senso unico alternato in alcuni punti e qui in questo momento una corsa professionistica difficilmente ci può passare (capiamoci, se vogliono ci passano senza nessun problema, il grande ciclismo passa in posti che in confronto questo è un'autostrada a 4 corsie).
Il secondo versante è più facile ma più bello ed è la Forca di Presta, che sale da Arquata del Tronto. Si sale all'ombra del Vettore, ci sono diversi varianti per quanto riguarda la prima parte della salita, poi il finale è strepitoso perché è scavato sul fianco della montagna in mezzo alle rocce e ha pure un gpm "naturale" con il passaggio in mezzo a due massi. Anche qui il terremoto aveva fatto guai grossi ma la strada è stata sistemata completamente. Invece non è stato sistemato quasi nulla dei paesini alla base della salita, si passa in mezzo alle macerie che sono ancora tutte lì e alle casette provvisorie. Questa non è una salita durissima, ma ha il pregio di avere la parte dura alla fine, per cui sarebbe un finale validissimo per una tappa. Tra l'altro, come per l'altro versante, si può pensare di mettere l'arrivo sull'altopiano e non al gpm, aggiungendo 3-4 chilometri di discesa che non fanno né recuperare né attaccare perché sono facilissimi, ma ti consentono di avere un traguardo che scenograficamente sarebbe invidiato da qualsiasi traguardo alpino.
L'ultima salita è quella di Frontignano, parte sempre da Castelsantangelo sul Nera. Questa attualmente è interrotta, quindi non l'ho fatta in bici e non la conosco. Però ha un altro versante (da Ussita) che invece si può fare (beh, l'anno prossimo sono sicuro che riapriranno anche quello da Castelsantangelo) ma è più facile. Non è una salita difficilissima, però la differenza te la fa se la metti in fondo ad una tappa. Anche qui in cima c'è tanto spazio perché ci sono gli impianti sciistici, da metà salita in poi il traguardo puoi metterlo praticamente dove vuoi.
Volendo fare un tappone si possono mettere tutte e 4 insieme facendo 4500 metri di dislivello in 130 km, cosa che ti consente di metterne almeno altri 1500-2000 in partenza se vuoi proprio essere bastardo. Nel 2009 col Giro al contrario il tappone l'hanno fatto più su con Catria, Nerone e Petrano, questa sarebbe un'alternativa più che degna
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
L'appennino Tosco-Emiliano ha delle signore salite poco utilizzate (zona tra Garfagnana e Parma-Reggio).
I Sibillini hanno delle gran belle salite, una tra tutte la salita da Castel Sant'Angelo sul Nera a Castelluccio.
Un'altro colle quasi mai fatto è il passo del Penice, tra Oltrepò pavese e piacentino, ci sarebbe stato un passaggio nella tappa di Novi Ligure del 2019.
Grandi salute alpine poco frequentate sono il Pennes, il Monte Giovo ed il Rombo.
I Sibillini hanno delle gran belle salite, una tra tutte la salita da Castel Sant'Angelo sul Nera a Castelluccio.
Un'altro colle quasi mai fatto è il passo del Penice, tra Oltrepò pavese e piacentino, ci sarebbe stato un passaggio nella tappa di Novi Ligure del 2019.
Grandi salute alpine poco frequentate sono il Pennes, il Monte Giovo ed il Rombo.
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Topic bellissimo, molto interessante anche per chi ama pedalare e non solo guardare ciclismo. Nelle mie zone, Firenze e Torino, non mi posso proprio lamentare, il giro ci passa.
Sibillini e Giovo/Rombo/Pennes sono le cose che più vorrei vedere. Non pensavo che il Sassotetto avesse un versante così duro!
Sibillini e Giovo/Rombo/Pennes sono le cose che più vorrei vedere. Non pensavo che il Sassotetto avesse un versante così duro!
2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Passo S. Marco da sud con arrivo a Valgerola Alta sarebbe un'altra accoppiata che mi piacerebbe vedere...
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Giovo/Pennes è un sogno ma purtroppo quella vallata è abbastanza deserta ed è difficile trovare un arrivo adatto.il_panta ha scritto: ↑sabato 3 novembre 2018, 15:56 Topic bellissimo, molto interessante anche per chi ama pedalare e non solo guardare ciclismo. Nelle mie zone, Firenze e Torino, non mi posso proprio lamentare, il giro ci passa.
Sibillini e Giovo/Rombo/Pennes sono le cose che più vorrei vedere. Non pensavo che il Sassotetto avesse un versante così duro!
Le uniche sarebbero Sarentino, una 30ina di km sotto, o Bolzano dopo 50 chilometri.
Invece alcune proposte laziali, per combattere il logorio del Terminillo moderno, sarebbero il Monte Malaina (10 km all'8% di media), a pochissimi chilometri dal mitologico Muro di Morolo o l'accoppiata da Subiaco Monte Livata (13 km al 7%) seguito dal Santuario di Vallepietra (15 km al 5,5%), non durissime ma che si incastrano bene fra loro.
Per non parlare di Campocatino, 22 km al 6%, 1300 metri di dislivello ed arrivo a quota 1800.
Ovviamente non si parla di mostri, ma si tratta comunque di salite degnissime di un arrivo al Giro o alla Tirreno
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Si potrebbe fare Monte Giovo, Pennes, Altopiano di Renon, arrivo a Bolzano.
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Giovo da Merano, Pennes da Vipiteno e arrivo ad Auna di Sopra o in qualche paese dell'altopiano del Renon. Tappone!Patate ha scritto: ↑sabato 3 novembre 2018, 16:41Giovo/Pennes è un sogno ma purtroppo quella vallata è abbastanza deserta ed è difficile trovare un arrivo adatto.il_panta ha scritto: ↑sabato 3 novembre 2018, 15:56 Topic bellissimo, molto interessante anche per chi ama pedalare e non solo guardare ciclismo. Nelle mie zone, Firenze e Torino, non mi posso proprio lamentare, il giro ci passa.
Sibillini e Giovo/Rombo/Pennes sono le cose che più vorrei vedere. Non pensavo che il Sassotetto avesse un versante così duro!
Le uniche sarebbero Sarentino, una 30ina di km sotto, o Bolzano dopo 50 chilometri.
Invece alcune proposte laziali, per combattere il logorio del Terminillo moderno, sarebbero il Monte Malaina (10 km all'8% di media), a pochissimi chilometri dal mitologico Muro di Morolo o l'accoppiata da Subiaco Monte Livata (13 km al 7%) seguito dal Santuario di Vallepietra (15 km al 5,5%), non durissime ma che si incastrano bene fra loro.
Per non parlare di Campocatino, 22 km al 6%, 1300 metri di dislivello ed arrivo a quota 1800.
Ovviamente non si parla di mostri, ma si tratta comunque di salite degnissime di un arrivo al Giro o alla Tirreno
Ora non ho modo di tracciarlo...
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
abbiamo scritto contemporaneamente la stessa tappa, più o meno
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Io l'avevo tracciata di la flamme rouge, ma non so come si fa a condividere sul forum.
- barrylyndon
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Il Sassotetto,non ricordo da qualche versante, fu proposto nel Giro del 90.Beppugrillo ha scritto: ↑sabato 3 novembre 2018, 15:11 Cito le 4 salite principali dei Sibillini, che io al Giro o in qualsiasi altra corsa professionistica non ho mai visto, anche se seguo da poco (15 anni diciamo). Per quanto ne so, non sono state affrontate dal Giro negli ultimi 40-50 anni e credo neanche prima, ma non ho i mezzi per poterlo dire con sicurezza. Però anche fosse limitata solo agli ultimi 15 anni per me è un'assenza molto grave.
La prima è la più dura, è il versante duro della salita di Sassotetto, che nella sua versione "soft" è stata proposta più volte alla Tirreno-Adriatico. Questa ha la prima metà abbondantemente sopra il 10%, poi spiana nel finale per arrivare al passo. Giustamente alla Tirreno-Adriatico non propongono questo versante, troppo duro per marzo, ma può essere un ottimo traguardo per il Giro. Tra l'altro la conformazione della montagna consente di mettere il traguardo esattamente alla fine della parte dura, dove c'è una grande spianata. La situazione dell'asfalto è molto buona per tutta la parte dura, invece pessima quando la salita si inserisce sulla strada che porta alla cima
Poi ci sono le due salite che portano all'altopiano di Castelluccio di Norcia: la Forca di Gualdo e la Forca di Presta. La prima sale da Castelsantangelo sul Nera, è piuttosto regolare con qualche tornante nella prima parte, un paesaggio strepitoso nella parte centrale e poi uno stradone verso lo scollinamento alla fine. In realtà il "gpm" non è proprio il gpm, si potrebbe continuare a salire fino al Monte Prata (sono circa 150 metri di dislivello in più). Entrambe le soluzioni (scollinamento verso Castelluccio o salita fino al Monte Prata) non dovrebbero creare problemi neanche per posizionare un arrivo, perché c'è spazio in entrambi i casi. Qui il problema attuale è il fatto che col terremoto la strada è stata danneggiata pesantemente, quest'estate si passava solo nei weekend col senso unico alternato in alcuni punti e qui in questo momento una corsa professionistica difficilmente ci può passare (capiamoci, se vogliono ci passano senza nessun problema, il grande ciclismo passa in posti che in confronto questo è un'autostrada a 4 corsie).
Il secondo versante è più facile ma più bello ed è la Forca di Presta, che sale da Arquata del Tronto. Si sale all'ombra del Vettore, ci sono diversi varianti per quanto riguarda la prima parte della salita, poi il finale è strepitoso perché è scavato sul fianco della montagna in mezzo alle rocce e ha pure un gpm "naturale" con il passaggio in mezzo a due massi. Anche qui il terremoto aveva fatto guai grossi ma la strada è stata sistemata completamente. Invece non è stato sistemato quasi nulla dei paesini alla base della salita, si passa in mezzo alle macerie che sono ancora tutte lì e alle casette provvisorie. Questa non è una salita durissima, ma ha il pregio di avere la parte dura alla fine, per cui sarebbe un finale validissimo per una tappa. Tra l'altro, come per l'altro versante, si può pensare di mettere l'arrivo sull'altopiano e non al gpm, aggiungendo 3-4 chilometri di discesa che non fanno né recuperare né attaccare perché sono facilissimi, ma ti consentono di avere un traguardo che scenograficamente sarebbe invidiato da qualsiasi traguardo alpino.
L'ultima salita è quella di Frontignano, parte sempre da Castelsantangelo sul Nera. Questa attualmente è interrotta, quindi non l'ho fatta in bici e non la conosco. Però ha un altro versante (da Ussita) che invece si può fare (beh, l'anno prossimo sono sicuro che riapriranno anche quello da Castelsantangelo) ma è più facile. Non è una salita difficilissima, però la differenza te la fa se la metti in fondo ad una tappa. Anche qui in cima c'è tanto spazio perché ci sono gli impianti sciistici, da metà salita in poi il traguardo puoi metterlo praticamente dove vuoi.
Volendo fare un tappone si possono mettere tutte e 4 insieme facendo 4500 metri di dislivello in 130 km, cosa che ti consente di metterne almeno altri 1500-2000 in partenza se vuoi proprio essere bastardo. Nel 2009 col Giro al contrario il tappone l'hanno fatto più su con Catria, Nerone e Petrano, questa sarebbe un'alternativa più che degna
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
2 alternative, o copi-incolla il link, o scarichi l'immagine dell'altimetria (clic destro sull'immagine e poi salva immagine con nome sul tuo pc) e poi la alleghi sul forum. Nel primo metodo l'utente per visualizzarla deve aprire il link, nel secondo caso se la vede direttamente.
Sono felice che il topic stia prendendo piede. Posterò qualcosa anche io.
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Alcune salite dell'Appennino Tosco-Emiliano:
il già citato San Pellegrino in Alpe Il Passo della Croce Arcana: per essere percorso da parte a parte necessiterebbe almeno dell'asfaltatura di uno dei due versanti, però se si percorresse in salita il versante emiliano da Fanano (sterrato per buona parte e versante più duro): rimarrebbe parte del tratto toscano da asfaltare solo fino a Doganaccia (2 km) nel versante toscano; in alternativa si potrebbe arrivare a Doganaccia dove c'è un parcheggio non ampissimo ma comunque si è visto di peggio in giro. Altrimenti in zona ci sono le salite affrontate di recente al Passo del Lupo ed altre intorno al Cimone, ma in buona parte non sono "passanti", ovvero i tratti che le congiungono sono sterrati (strade di manutenzione delle piste) e non conosco il loro stato.
Dal versante bolognese si può arrivare al Corno alle Scale.
il già citato San Pellegrino in Alpe Il Passo della Croce Arcana: per essere percorso da parte a parte necessiterebbe almeno dell'asfaltatura di uno dei due versanti, però se si percorresse in salita il versante emiliano da Fanano (sterrato per buona parte e versante più duro): rimarrebbe parte del tratto toscano da asfaltare solo fino a Doganaccia (2 km) nel versante toscano; in alternativa si potrebbe arrivare a Doganaccia dove c'è un parcheggio non ampissimo ma comunque si è visto di peggio in giro. Altrimenti in zona ci sono le salite affrontate di recente al Passo del Lupo ed altre intorno al Cimone, ma in buona parte non sono "passanti", ovvero i tratti che le congiungono sono sterrati (strade di manutenzione delle piste) e non conosco il loro stato.
Dal versante bolognese si può arrivare al Corno alle Scale.
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Ecco una tappetta di prova fatta in 5 minuti con San Pellegrino, Abetone e Doganaccia nell'ordine:
Le due altimetrie del Corno alle Scale che vi citavo in precedenza, nei due versanti elencati da la flamme rouge:
Può essere indurita a piacere aggiungendo salite prima.Le due altimetrie del Corno alle Scale che vi citavo in precedenza, nei due versanti elencati da la flamme rouge:
- Beppugrillo
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
No questo è il versante classico che fanno alla Tirreno-Adriatico, si riconosce perché c'è l'indicazione di Piobbico, entrambi salgono da est e scendono a ovest verso il lago ma sono due versanti diversi, si incrociano solo al gpm. La Tirreno poi in realtà si ferma più in basso, in questo caso per scollinare sono arrivati al passo. Comunque ecco, 1990 non ero ancora nato a conferma della poca familiarità del Giro con queste salite
Ma le altimetrie le trovate googlando oppure c'è un database che contiene tutto ciò che esiste? Perché da tanto le cerco e LaFlammeRouge non arriva così indietro naturalmente
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Vorrei rivedere pennes, giovo e rombo. Poi san Pellegrino in Alpe, fedaia, valles, san Pellegrino,erbe e furcia. Poi san Marco magari accoppiata con la val gerola. Ovviamente vivione e crocedomini e poi i mitici fauniera e sampeyre...
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Si potrebbe fare giovo, pennes e arrivo agli impianti di san martino sopra campolasta. Salita non durissima ma dopo quei due salitoni sicuramente spettacolare.
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
direi che un solo giro d'italia all'anno è troppo poco
servirebbe una breve corsa a tappe per sfruttare gli appennini magari da piazzare fra tour e vuelta è un vero peccato tutto questo spreco
servirebbe una breve corsa a tappe per sfruttare gli appennini magari da piazzare fra tour e vuelta è un vero peccato tutto questo spreco
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
il Fauniera secondo me è sempre troppo poco sfruttato, forse per il timore che incute la discesa. Una salita dura, lunga e caldissima quando fa caldo.
Lo sterrato in cima al passo di Croce Arcana, quantunque largo, è troppo sconnesso per le bici da strada. L'accoppiata San Pellegrino in Alpe - Abetone assomiglia molto a quella Mortirolo- Aprica. A me, così, questa idea di mettere la salita olto pedalabile subito dopo quella molto dura non entusiasma, secondo me la vera differenza la fa il fatto che la salita dura è messa come penultima, non il fatto che poi ci sia una salita "veloce". Ma è indubbio che varie volte la cosa ha funzionato bene.
L'arrivo sull'altopiano di Castelluccio è meraviglioso, ma purtroppo non vedo come si possano trovare fondi in quelle zone martoriate dai terremoti, con ben altro in cui "dare", che già, con grande ragione, faticano a trovare il modo di sistemare le strade. Credo faccia parte del comune di Norcia, se non mi sbaglio.
Lo sterrato in cima al passo di Croce Arcana, quantunque largo, è troppo sconnesso per le bici da strada. L'accoppiata San Pellegrino in Alpe - Abetone assomiglia molto a quella Mortirolo- Aprica. A me, così, questa idea di mettere la salita olto pedalabile subito dopo quella molto dura non entusiasma, secondo me la vera differenza la fa il fatto che la salita dura è messa come penultima, non il fatto che poi ci sia una salita "veloce". Ma è indubbio che varie volte la cosa ha funzionato bene.
L'arrivo sull'altopiano di Castelluccio è meraviglioso, ma purtroppo non vedo come si possano trovare fondi in quelle zone martoriate dai terremoti, con ben altro in cui "dare", che già, con grande ragione, faticano a trovare il modo di sistemare le strade. Credo faccia parte del comune di Norcia, se non mi sbaglio.
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Eccola, spero si vedaBomby ha scritto: ↑sabato 3 novembre 2018, 17:542 alternative, o copi-incolla il link, o scarichi l'immagine dell'altimetria (clic destro sull'immagine e poi salva immagine con nome sul tuo pc) e poi la alleghi sul forum. Nel primo metodo l'utente per visualizzarla deve aprire il link, nel secondo caso se la vede direttamente.
Sono felice che il topic stia prendendo piede. Posterò qualcosa anche io.
https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/57774
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Nei primi anni 90 si introdussero salite bellissime poi trascurate. Oltre al San Pellegrino in Alpe già menzionato, Vesuvio, Pian del Re, San Marco, Alpe Segletta. Poi mi piacerebbe vedere il ritorno, parlando di Appennini, di Carpegna e Selva di Fasano. Inoltre una tappa con le salite dell'Aspromonte, un tappone etneo con più salite e magari doppio passaggio al rifugio Sapienza sfruttando i tre versanti (due in salita e uno in discesa). Per le Alpi mi piacerebbe vedere Lago di Tovel, Punta Veleno, Barbara Lowrie e Preda Rossa. Infine paesaggisticamente bellissimo il Pollino ma non so nulla delle sue salite . Ah e il sogno Zoncolan penultima salita e arrivo sul Crostis
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
ce ne sono tantissime di salite dimenticate da tracciare...
- Beppugrillo
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Ecco, il Monte Bondone manca da davvero troppo tempo (dal 2006 se non mi sono perso qualche passaggio) e lo trovo inspiegabile visto che ha pure la sua granfondo ed è in un punto che offre un milione di possibilità
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
La Forca di Presta non l'ho mai vista dal vivo ma dalle foto e da cose che leggevo mi sembra una salita molto bella. Avrebbero dovuto affrontarla nella Tirreno-Adriatico 2010 nella tappa che partiva qui da Chieti per poi concludersi a Colmurano ma purtroppo saltò per via della neve. Sarebbe bello vederla inserita tanto alla Tirreno quanto in una tappa appenninica del Giro, anche se mi rendo conto che il terremoto complica quest'evenienza (comunque in settembre ho seguito tutto il Giro delle Marche femminile e la prima tappa da Amandola a Matelica proponeva dei paesaggi molto belli).Beppugrillo ha scritto: ↑sabato 3 novembre 2018, 15:11 Il secondo versante è più facile ma più bello ed è la Forca di Presta, che sale da Arquata del Tronto. Si sale all'ombra del Vettore, ci sono diversi varianti per quanto riguarda la prima parte della salita, poi il finale è strepitoso perché è scavato sul fianco della montagna in mezzo alle rocce e ha pure un gpm "naturale" con il passaggio in mezzo a due massi. Anche qui il terremoto aveva fatto guai grossi ma la strada è stata sistemata completamente. Invece non è stato sistemato quasi nulla dei paesini alla base della salita, si passa in mezzo alle macerie che sono ancora tutte lì e alle casette provvisorie. Questa non è una salita durissima, ma ha il pregio di avere la parte dura alla fine, per cui sarebbe un finale validissimo per una tappa. Tra l'altro, come per l'altro versante, si può pensare di mettere l'arrivo sull'altopiano e non al gpm, aggiungendo 3-4 chilometri di discesa che non fanno né recuperare né attaccare perché sono facilissimi, ma ti consentono di avere un traguardo che scenograficamente sarebbe invidiato da qualsiasi traguardo alpino.
Fu affrontata al Giro invece la Forca Canapine, da cui si giunge sia dalla strada descritta (che passa poi per i piani di Castelluccio) che da Norcia, venendo dall'altra parte (sempre nel Giro del 1990 già ricordato mi pare che si facesse nella tappa che da L'Aquila andava a Perugia).
"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Tra le salite che al Giro mancano da molto tempo (se non erro fu affrontato una volta sola) vi è anche il Passo Nigra, che se non erro si ricollega al Costalunga ed ha un tratto in cui le pendenze superano anche il 20%.
Qui in Abruzzo fu proposta invece una sola volta al Giro l'ascesa ai Prati di Tivo, che invece in anni più recenti fu due volte sede d'arrivo alla Tirreno-Adriatico (con successi di Nibali e Froome).
Qui in Abruzzo fu proposta invece una sola volta al Giro l'ascesa ai Prati di Tivo, che invece in anni più recenti fu due volte sede d'arrivo alla Tirreno-Adriatico (con successi di Nibali e Froome).
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Si, il Bondone fu inserito l'ultima volta proprio nel 2006. È una salita bellissima, e come dici tu può presentare tantissime possibilità. Addirittura può essere affrontato con doppio passaggio come al Giro 1992, visto che ha ben 4 versanti.Beppugrillo ha scritto: ↑domenica 4 novembre 2018, 6:47 Ecco, il Monte Bondone manca da davvero troppo tempo (dal 2006 se non mi sono perso qualche passaggio) e lo trovo inspiegabile visto che ha pure la sua granfondo ed è in un punto che offre un milione di possibilità
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Torri di Fraele (arrivo al parcheggio del Lago di Cancano) accoppiata con Stelvio da Trafoi sarebbe un gran bel finale di tappa.
Oppure, per restare in Lombardia, Passo Maniva dalla valle di Bagolino preceduto dal Crocedomini.
Oppure, per restare in Lombardia, Passo Maniva dalla valle di Bagolino preceduto dal Crocedomini.
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Vedo che state facendo tanti nomi, però molti sono più o meno noti (il Bondone, è vero che manca, ma è uno dei totem del ciclismo!): bene così, ma siate più innovativi, c'è tutto un mondo là fuori!
Tre salite che il Tour classificherebbe di prima categoria nell'Appennino Modenese. Tutte le strade sono grossomodo transitabili (non conosco fondo stradale ed eventuale presenza di frane), al limite alcune potrebbero essere strettine:
Uno dei versanti più duri per arrivare a Sestola (non certo dalla statale), strada comunque larga, dura nella prima parte, si alleggerisce nella seconda. https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/149366
Pianelli: si prende dallo stesso punto della salita precedente, in direzione opposta (verso Pavullo): salita molto differente, tanti tornanti, ma media più alta e grossomodo costante, strada più stretta.
Pianelli https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/148255
Altra salitella sempre di prima categoria al Tour (oserei dire seconda al Giro), Piane di Mocogno: parte dura, spiana e poi riprende prima ancora abbastanza dura e poi alleggerendo progressivamente. https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/149338
Nei dintorni poi è pieno oltrechè di altre salite comparabili come durezza che arriveranno a breve, anche di salitelle più facili, seconde e terze categorie al tour, che volendo possono indurire il tracciato di una eventuale tappa.
Tre salite che il Tour classificherebbe di prima categoria nell'Appennino Modenese. Tutte le strade sono grossomodo transitabili (non conosco fondo stradale ed eventuale presenza di frane), al limite alcune potrebbero essere strettine:
Uno dei versanti più duri per arrivare a Sestola (non certo dalla statale), strada comunque larga, dura nella prima parte, si alleggerisce nella seconda. https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/149366
Pianelli: si prende dallo stesso punto della salita precedente, in direzione opposta (verso Pavullo): salita molto differente, tanti tornanti, ma media più alta e grossomodo costante, strada più stretta.
Pianelli https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/148255
Altra salitella sempre di prima categoria al Tour (oserei dire seconda al Giro), Piane di Mocogno: parte dura, spiana e poi riprende prima ancora abbastanza dura e poi alleggerendo progressivamente. https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/149338
Nei dintorni poi è pieno oltrechè di altre salite comparabili come durezza che arriveranno a breve, anche di salitelle più facili, seconde e terze categorie al tour, che volendo possono indurire il tracciato di una eventuale tappa.
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Continuo con un'altra carrellata (faccio più post perchè il forum non mi consente di aggiungere più di 3 allegati):
Barigazzo, altra salitella nervosa, la pendenza non è costante così come non lo è il tipo di strada, prima larga, poi stretta, poi di nuovo larga. https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/100975
Proseguiamo con una salita più dura, il Passo di Venano, salita lunga e con pendenze frequentemente in doppia cifra o molto vicine ed in cui la media non scende mai troppo. Qualche tornante, specie all'inizio, strada non larghissima. https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/144846
Versante alternativo della medesima salita, condivide il durissimo tratto iniziale, poi un tratto di qualche chilometro in falsopiano, indi altri 7 km di salita all' 8,3%, il cui ultimo tratto si ricongiunge alla salita precedente. https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/144848
Barigazzo, altra salitella nervosa, la pendenza non è costante così come non lo è il tipo di strada, prima larga, poi stretta, poi di nuovo larga. https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/100975
Proseguiamo con una salita più dura, il Passo di Venano, salita lunga e con pendenze frequentemente in doppia cifra o molto vicine ed in cui la media non scende mai troppo. Qualche tornante, specie all'inizio, strada non larghissima. https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/144846
Versante alternativo della medesima salita, condivide il durissimo tratto iniziale, poi un tratto di qualche chilometro in falsopiano, indi altri 7 km di salita all' 8,3%, il cui ultimo tratto si ricongiunge alla salita precedente. https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/144848
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Selva di Fasano e’ mai stata percorsa al Giro? Se non sbaglio sono 3-4 km in doppia cifra.
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Il nome mi ricorda qualcosa..nel giro del 76, o 77..forse..
controllato..sede di partenza di una tappa del 76..Si arrivava a Lago Laceno e Moser perse la maglia in favore di Gimondi.
controllato..sede di partenza di una tappa del 76..Si arrivava a Lago Laceno e Moser perse la maglia in favore di Gimondi.
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Fauniera
Che sia stato fatto solo una volta.. nel 1999 ( due volte se consideriamo l'esischie , fatto nel 2003)..
Sampeyre
Nel 1995 e nel 2003
son i primi colli che dovrebbero essere messi
Poi il rombo (con arrivo magari a Soelden)
L'accoppiata San Pellegrino in Alpe - Abetone
e nella mia zona.. Ultimi 60 km di una tappa Arlaz - Zuccore - Joux (se non tutto , dalle antenne) e arrivo a Estoul
Alpe Segletta da aurano
e Oropa facendo la galleria di Rosazza (facendo il versante dalla valle cervo) con discesa su Oropa
Che sia stato fatto solo una volta.. nel 1999 ( due volte se consideriamo l'esischie , fatto nel 2003)..
Sampeyre
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Ricordo un Colle di San Fermo, con attacco da Grone. Fatto una volta in macchina in discesa, strada larga, ma ogni volta che frenavo avevo l'impressione di ribaltarmi in avanti dalla pendenza !! Se non è al 20% ci manca davvero poco!!
Personali:
https://more.arrs.run/runner/12345
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Diverso tempo fa avevo creato questa tappa tra gli sconosciuti Colli dei Castellari e, soprattutto, tra le Prealpi Vicentine. Con, a conclusione, una salita tanto dura quanto, purtroppo, pressoché vergine per il ciclismo. Il Passo di Campogrosso
Il Passo Campogrosso (da Recoaro) misura poco più di 10 km e ha una pendenza media attorno al 10%. Il tratto più duro è nel primo terzo, in località Merendaore, con pendenza massima fra il 16 e il 17%. Attorno ai meno 3 km tantissimi tornanti, mente il finale proprio sul passo è più agevole, attorno al 3/4% (nell'altimetria sottostante non c'è). La strada "muore" sul Passo, in quanto il versante trentino da Vallarsa è chiuso al traffico mentre la strada di collegamento con l'Ossario del Pasubio è percorribile solo a piedi o in bici (conviene una MTB).
Il Passo Campogrosso (da Recoaro) misura poco più di 10 km e ha una pendenza media attorno al 10%. Il tratto più duro è nel primo terzo, in località Merendaore, con pendenza massima fra il 16 e il 17%. Attorno ai meno 3 km tantissimi tornanti, mente il finale proprio sul passo è più agevole, attorno al 3/4% (nell'altimetria sottostante non c'è). La strada "muore" sul Passo, in quanto il versante trentino da Vallarsa è chiuso al traffico mentre la strada di collegamento con l'Ossario del Pasubio è percorribile solo a piedi o in bici (conviene una MTB).
11 Vuelta 7-Prato
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Guardando questo splendido topic mi veniva in mente che si potrebbe disegnare un Signor Giro solamente con salite inedite, a al massimo percorse pochissime volte.
Io, purtroppo, ho poco tempo e scarsa dimestichezza con la Flamme Rouge, però mi piacerebbe riprendere l'idea di Zomegnan del 2009, un Giro con L'ultima settimana Appenninica sfruttando però salite inedite e dure. Al nord mi piace molto l'idea della tappa del Rifugio Campogrosso e di un arrivo sul Colle San Fermo. C'è un versante più duro di quello che fu affrontato al Giro 83?
Io, purtroppo, ho poco tempo e scarsa dimestichezza con la Flamme Rouge, però mi piacerebbe riprendere l'idea di Zomegnan del 2009, un Giro con L'ultima settimana Appenninica sfruttando però salite inedite e dure. Al nord mi piace molto l'idea della tappa del Rifugio Campogrosso e di un arrivo sul Colle San Fermo. C'è un versante più duro di quello che fu affrontato al Giro 83?
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Una salita inedita potrebbe essere il passo di Tremalzo, appena sopra molina di Ledro. Non so se ci sia spazio sufficiente per un arrivo di tappa ( la strada finisce in cima) , ma sarebbe accoppiabile al passo Crocedomini, affrontato da Breno, cioè il versante più duro e spettacolare.
Altre salite che mi vengono in mente sono quelle delle alpi liguri. Colla di Langan, passo della teglia e salita a Monesi. Si possono affrontare una dietro l'altra, piazzando un arrivo magari sul Colle di Casotto, dove ci sono gli impianti da sci.
Altre salite che mi vengono in mente sono quelle delle alpi liguri. Colla di Langan, passo della teglia e salita a Monesi. Si possono affrontare una dietro l'altra, piazzando un arrivo magari sul Colle di Casotto, dove ci sono gli impianti da sci.
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Winter ha scritto: ↑domenica 4 novembre 2018, 10:57 Fauniera
Che sia stato fatto solo una volta.. nel 1999 ( due volte se consideriamo l'esischie , fatto nel 2003)..
Sampeyre
Nel 1995 e nel 2003
son i primi colli che dovrebbero essere messi
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e nella mia zona.. Ultimi 60 km di una tappa Arlaz - Zuccore - Joux (se non tutto , dalle antenne) e arrivo a Estoul
Alpe Segletta da aurano
e Oropa facendo la galleria di Rosazza (facendo il versante dalla valle cervo) con discesa su Oropa
Rombo - Sölden
Penso che potrebbe essere l'accoppiata più terribile possibile, al pari del Crostis-Zoncolan e forse superiore anche a Gavia-Stelvio. Chissà se vedremo le prime due ascese nella stessa tappa, Cainero ci era andato vicinissimo.
Davide
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Rombo e Solden ( ghiacciaio rettenbach) sarebbe una super accoppiata. Magari preceduta persino dal Monte Giovo! Unico problema è che sono zone molto nevose, quelle, a maggio si rischia che non siano agibili le strade.14juillet_ ha scritto: ↑domenica 4 novembre 2018, 13:37Winter ha scritto: ↑domenica 4 novembre 2018, 10:57 Fauniera
Che sia stato fatto solo una volta.. nel 1999 ( due volte se consideriamo l'esischie , fatto nel 2003)..
Sampeyre
Nel 1995 e nel 2003
son i primi colli che dovrebbero essere messi
Poi il rombo (con arrivo magari a Soelden)
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e nella mia zona.. Ultimi 60 km di una tappa Arlaz - Zuccore - Joux (se non tutto , dalle antenne) e arrivo a Estoul
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e Oropa facendo la galleria di Rosazza (facendo il versante dalla valle cervo) con discesa su Oropa
Rombo - Sölden
Penso che potrebbe essere l'accoppiata più terribile possibile, al pari del Crostis-Zoncolan e forse superiore anche a Gavia-Stelvio. Chissà se vedremo le prime due ascese nella stessa tappa, Cainero ci era andato vicinissimo.
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Se le trovate, postate anche le altimetrie, così si fa meglio a capire la difficoltà delle salite che citate anche per chi non le conosce.
Altra zona molto poco battuta: alla Tirreno è ancora troppo dura, ma al Giro starebbe benissimo una tappa del genere: Monte Amiata, da 3 versanti (e quelli possibili sono anche di più, questi erano incastrati in modo che non ci fossero troppi incroci di tracciato (qualcuno c'è), ma c'è modo di sbizzarrirsi.
Altra zona molto poco battuta: alla Tirreno è ancora troppo dura, ma al Giro starebbe benissimo una tappa del genere: Monte Amiata, da 3 versanti (e quelli possibili sono anche di più, questi erano incastrati in modo che non ci fossero troppi incroci di tracciato (qualcuno c'è), ma c'è modo di sbizzarrirsi.
Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Il Monte Amiata ha ancora dei versanti sterrati o è completamente asfaltato?Bomby ha scritto: ↑domenica 4 novembre 2018, 13:51 Se le trovate, postate anche le altimetrie, così si fa meglio a capire la difficoltà delle salite che citate anche per chi non le conosce.
Altra zona molto poco battuta: alla Tirreno è ancora troppo dura, ma al Giro starebbe benissimo una tappa del genere:
H18.png
Monte Amiata, da 3 versanti (e quelli possibili sono anche di più, questi erano incastrati in modo che non ci fossero troppi incroci di tracciato (qualcuno c'è), ma c'è modo di sbizzarrirsi.
- Beppugrillo
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Infatti il punto è proprio che alla Tirreno-Adriatico lì al 75% trovi la neve, inoltre a marzo Casteluccio perde molto del fascino che avrebbe a maggio con la fioritura. Forca Canapine adesso da Arquata è irraggiungibile (e il passo è irraggiungibile anche da Norcia) ma rispetto agli altri due versanti è parecchio più semplice, la vedrei più come passaggio intermedio, anche se poi è comunque una salita molto lunga.Abruzzese ha scritto: ↑domenica 4 novembre 2018, 6:55 La Forca di Presta non l'ho mai vista dal vivo ma dalle foto e da cose che leggevo mi sembra una salita molto bella. Avrebbero dovuto affrontarla nella Tirreno-Adriatico 2010 nella tappa che partiva qui da Chieti per poi concludersi a Colmurano ma purtroppo saltò per via della neve. Sarebbe bello vederla inserita tanto alla Tirreno quanto in una tappa appenninica del Giro, anche se mi rendo conto che il terremoto complica quest'evenienza (comunque in settembre ho seguito tutto il Giro delle Marche femminile e la prima tappa da Amandola a Matelica proponeva dei paesaggi molto belli).
Fu affrontata al Giro invece la Forca Canapine, da cui si giunge sia dalla strada descritta (che passa poi per i piani di Castelluccio) che da Norcia, venendo dall'altra parte (sempre nel Giro del 1990 già ricordato mi pare che si facesse nella tappa che da L'Aquila andava a Perugia).
- Maìno della Spinetta
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Nel Giro 2018 tracciato per il contest della flamme roige immaginavo una tappona con partenza dal sacrario del Montello a quello el Pasubio, con Grappa e Asiago nel mezzo. 4 sacrari e il campogrosso come giudice. Avevo fatto anche una variante con l'Alpe Coe di mezzoBasso ha scritto: ↑domenica 4 novembre 2018, 11:33 Diverso tempo fa avevo creato questa tappa tra gli sconosciuti Colli dei Castellari e, soprattutto, tra le Prealpi Vicentine. Con, a conclusione, una salita tanto dura quanto, purtroppo, pressoché vergine per il ciclismo. Il Passo di Campogrosso
Dueville-Campogrosso.png
Il Passo Campogrosso (da Recoaro) misura poco più di 10 km e ha una pendenza media attorno al 10%. Il tratto più duro è nel primo terzo, in località Merendaore, con pendenza massima fra il 16 e il 17%. Attorno ai meno 3 km tantissimi tornanti, mente il finale proprio sul passo è più agevole, attorno al 3/4% (nell'altimetria sottostante non c'è). La strada "muore" sul Passo, in quanto il versante trentino da Vallarsa è chiuso al traffico mentre la strada di collegamento con l'Ossario del Pasubio è percorribile solo a piedi o in bici (conviene una MTB).
Campogrosso.png
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Re: Le salite italiane poco battute dalle corse
Questa è pura fantasia, nemmeno alla Vuelta vediamo cose simili.Basso ha scritto: ↑domenica 4 novembre 2018, 11:33 Diverso tempo fa avevo creato questa tappa tra gli sconosciuti Colli dei Castellari e, soprattutto, tra le Prealpi Vicentine. Con, a conclusione, una salita tanto dura quanto, purtroppo, pressoché vergine per il ciclismo. Il Passo di Campogrosso
Dueville-Campogrosso.png
Il Passo Campogrosso (da Recoaro) misura poco più di 10 km e ha una pendenza media attorno al 10%. Il tratto più duro è nel primo terzo, in località Merendaore, con pendenza massima fra il 16 e il 17%. Attorno ai meno 3 km tantissimi tornanti, mente il finale proprio sul passo è più agevole, attorno al 3/4% (nell'altimetria sottostante non c'è). La strada "muore" sul Passo, in quanto il versante trentino da Vallarsa è chiuso al traffico mentre la strada di collegamento con l'Ossario del Pasubio è percorribile solo a piedi o in bici (conviene una MTB).
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Conosco bene tutte le salite proposte, gran parte non sarebbero transitabili in sicurezza per una gara di professionisti.
Lo Zovo resterà sempre un ricordo del 1998 con la pioggia.