Silla si accorse che Dalmatica aveva l'aria deperita e, poiché aveva deciso che la figlia di lei (Emilia) avesse dovuto divorziare da Glabrio e sposare Pompeo, in un primo tempo aveva creduto che potesse essere questa la causa del malcontento della moglie, ma poi decise di chiedere e infatti il motivo era ben diverso: era incinta di cinque mesi e ormai era tardi per abortire, la cosa più sensata da fare per una donna della sua età. Vennero a visitarla variate esperte e levatrici e tutte convennero che era molto deperita, ma forse, aggiungevano, con l'avanzare della gravidanza il bambino si sarebbe stabilizzato nell'utero e lei si sarebbe sentita meglio. Questo confortò Silla, il quale poté così dedicarsi alla festa che aveva programmato per il giorno dedicato a Ercole Invitto e al matrimonio di Emilia e Pompeo: aveva fatto predisporre cinquemila tavoli, ognuno dei quali carico di leccornie sufficienti a sodisfare cento cittadini affamati.
Già due giorni prima era quasi tutto pronto, perché il dictator non voleva nessun genere di intoppo!
Ma poi un inconveniente arrivò e non aveva a che vedere (o almeno così sembrò) con la festa pubblica, riguardava Dalmatica e la notizia gli fu riferita dalla figlia Emilia: "Perde sangue e forse abortirà, ma è anche in pericolo di vita!"
Silla mandò a chiamare il suo medico personale, perché a quel punto non si fidava più delle levatrici e costui dette tutt'altra diagnosi e cioè che temeva che non ci fosse nessun bambino e, con il permesso di Silla, avrebbe voluto ascoltare qualche altro parere.
Ma forse non ce n'era nemmeno bisogno, perché nella stanza, pur ariosa, di Dalmatica c'era un lezzo di putrefazione che indicava chiaramente che ciò che gonfiava il ventre di Dalmatica non era un bambino!
