Storia
Storia
Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Storia
Tucidide e la guerra Atene - Sparta di Luciano Canfora
Continuo e fine della storia (404 prima della nostra era)
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Re: Storia
Ken Follett nel suo ultimo romanzo storico (La colonna di fuoco) è in disaccordo con Alexandre Dumas padre (La regina Margot) a proposito del ruolo di Caterina dei Medici durante l'eccidio di San Bartolomeo (24/8/1572). Non potendolo chiedere ad Alessandro Barbero, spero che qualcun altro mi possa "illuminare".
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Re: Storia
Socrate, di Luciano Canfora
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Re: Storia
Caterina dei Medici
Il primo fatto da evidenziare, piuttosto ironico peraltro, è che ha generato dieci figli a Enrico II di Valois, ma, ciò nonostante, la famiglia si è estinta e dopo la sua morte e dell'ultimo figlio divenuto re (Enrico III), al potere in Francia saliranno i Borboni con Enrico IV (detto il Grande dai francesi), colui che è passato alla storia con il celeberrimo aforisma "Parigi val bene una messa!"
Caterina aveva sposato il secondogenito di Francesco I (l'amico fraterno di Leonardo) e quindi non sarebbe dovuta diventare regina, ma solo duchessa (mi pare) d'Orleans. Poi, visto che la morte aveva già cominciato a falcidiare i Valois da giovani, il delfino ebbe simile sorte e suo marito prese il posto vacante. Anche Enrico II morì giovane, durante un torneo e Francesco II, che aveva sposato Maria Stuarda, regnò per un solo anno a causa della tubercolosi e quindi nel 1560 Caterina assunse la reggenza per suo figlio (decenne) Carlo IX.
Quel compito, in una Francia dilaniata dalla guerra di religione, avrebbe spezzato la volontà di uomini ben temprati alla lotta, ma lei seppe con coraggio, ostinazione, ma soprattutto equilibrio, raccogliere la sfida. Essere regina significa "in primis" circondarsi di persone fidate, che potessero aiutarla a contenere lo scontro asperrimo fra cattolici e ugonotti, altrimenti per lei il potere sarebbe durato poco.
Nell'agosto 1561 riunisce gli Stati generali a Poitiers per cercare il consenso alla suo modello politico: la convivenza pacifica delle due fazioni in lotta con un unico re che le governi.
Le parti si sentono addirittura offese dalla proposta (nel convegno di Poissy) di mediare, perché questo equivale ad essere considerata cattolica dagli ugonotti e protestante dai seguaci del papa! Ma lei insisterà sempre nello straordinario gioco della grande equilibrista.
Il primo fatto da evidenziare, piuttosto ironico peraltro, è che ha generato dieci figli a Enrico II di Valois, ma, ciò nonostante, la famiglia si è estinta e dopo la sua morte e dell'ultimo figlio divenuto re (Enrico III), al potere in Francia saliranno i Borboni con Enrico IV (detto il Grande dai francesi), colui che è passato alla storia con il celeberrimo aforisma "Parigi val bene una messa!"
Caterina aveva sposato il secondogenito di Francesco I (l'amico fraterno di Leonardo) e quindi non sarebbe dovuta diventare regina, ma solo duchessa (mi pare) d'Orleans. Poi, visto che la morte aveva già cominciato a falcidiare i Valois da giovani, il delfino ebbe simile sorte e suo marito prese il posto vacante. Anche Enrico II morì giovane, durante un torneo e Francesco II, che aveva sposato Maria Stuarda, regnò per un solo anno a causa della tubercolosi e quindi nel 1560 Caterina assunse la reggenza per suo figlio (decenne) Carlo IX.
Quel compito, in una Francia dilaniata dalla guerra di religione, avrebbe spezzato la volontà di uomini ben temprati alla lotta, ma lei seppe con coraggio, ostinazione, ma soprattutto equilibrio, raccogliere la sfida. Essere regina significa "in primis" circondarsi di persone fidate, che potessero aiutarla a contenere lo scontro asperrimo fra cattolici e ugonotti, altrimenti per lei il potere sarebbe durato poco.
Nell'agosto 1561 riunisce gli Stati generali a Poitiers per cercare il consenso alla suo modello politico: la convivenza pacifica delle due fazioni in lotta con un unico re che le governi.
Le parti si sentono addirittura offese dalla proposta (nel convegno di Poissy) di mediare, perché questo equivale ad essere considerata cattolica dagli ugonotti e protestante dai seguaci del papa! Ma lei insisterà sempre nello straordinario gioco della grande equilibrista.
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Re: Storia
Caterina dei Medici II
Dopo Poissy s'accendono ancor di più gli scontri, perché intervengono Spagna e Inghilterra: ognuna vuole che Caterina si schieri e una nazione intiera vive giorni terribili. Lei cerca di rimanere l'ago della bilancia e nel 1562 fa emanare un editto che garantisce ai protestanti di poter esercitare pubblicamente il loro culto, purché lo facciano fuori della mura e libere riunioni in case private. Ma il Guisa e il Condé continuano nel loro conflitto personale, oltre che religioso, che sta diventando una guerra vera e propria, senza risparmio di colpi e di ferocia. Muoiono uomini della stessa nazione, invocando tutti lo stesso dio, senza saper nemmeno bene quale sia il contrasto fondamentale. L'unica cosa che, ad es. i cattolici sanno è che Calvino è una sorta di Belzebù e che porterà chi lo segue nel profondo dell'inferno. E allora morte a chiunque gli dia man forte! Dall'altra parte gli ugonotti bruciano chiese e monasteri e profanano persino la tomba di Francesco (I) ! Rouen subisce un assedio che fa storia e solo l'intervento di Caterina riesce a far sì che gli ugonotti si arrendano, ma il Guisa, una volta entrato in città, comincia un saccheggio simile a quello dei Lanzichenecchi a Roma, ma forse anche peggio per numero di morti e stupri! Per fortuna quello fu l'ultimo atto del duca di Guisa (lo Sfregiato), perché di li a poco, fu ferito da un colpo di archibugio e morì per l'infezione. Qualcuno disse che quella morte fu voluta da Caterina che temeva, giustamente, l'accrescersi del potere dei Lorena/Guisa, dato che la guerra civile sembrava volgere a favore dei cattolici e il tutto è sanzionato da un accordo, ad Amboise il 19 marzo 1563, il quale però non pone le basi per una vera pace, perché in esso si proclama che solo i nobili potranno esercitare la libertà di culto. Ma Caterina era troppo debole in quell'anno per poter fare di più.
Dopo Poissy s'accendono ancor di più gli scontri, perché intervengono Spagna e Inghilterra: ognuna vuole che Caterina si schieri e una nazione intiera vive giorni terribili. Lei cerca di rimanere l'ago della bilancia e nel 1562 fa emanare un editto che garantisce ai protestanti di poter esercitare pubblicamente il loro culto, purché lo facciano fuori della mura e libere riunioni in case private. Ma il Guisa e il Condé continuano nel loro conflitto personale, oltre che religioso, che sta diventando una guerra vera e propria, senza risparmio di colpi e di ferocia. Muoiono uomini della stessa nazione, invocando tutti lo stesso dio, senza saper nemmeno bene quale sia il contrasto fondamentale. L'unica cosa che, ad es. i cattolici sanno è che Calvino è una sorta di Belzebù e che porterà chi lo segue nel profondo dell'inferno. E allora morte a chiunque gli dia man forte! Dall'altra parte gli ugonotti bruciano chiese e monasteri e profanano persino la tomba di Francesco (I) ! Rouen subisce un assedio che fa storia e solo l'intervento di Caterina riesce a far sì che gli ugonotti si arrendano, ma il Guisa, una volta entrato in città, comincia un saccheggio simile a quello dei Lanzichenecchi a Roma, ma forse anche peggio per numero di morti e stupri! Per fortuna quello fu l'ultimo atto del duca di Guisa (lo Sfregiato), perché di li a poco, fu ferito da un colpo di archibugio e morì per l'infezione. Qualcuno disse che quella morte fu voluta da Caterina che temeva, giustamente, l'accrescersi del potere dei Lorena/Guisa, dato che la guerra civile sembrava volgere a favore dei cattolici e il tutto è sanzionato da un accordo, ad Amboise il 19 marzo 1563, il quale però non pone le basi per una vera pace, perché in esso si proclama che solo i nobili potranno esercitare la libertà di culto. Ma Caterina era troppo debole in quell'anno per poter fare di più.
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il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
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Re: Storia
Caterina dei Medici III
Passa un po' di tempo, siamo nel 1570 e Caterina pensa di servirsi di sua figlia diciottenne (Margot) per attenuare il potere dei Guisa/Lorena, che si atteggiano a veri sovrani del suo paese. D'altra parte pensa che sarebbe un bel modo per rispondere a Filippo II di Spagna che non ha accettato di farla sposare a un suo figlio. La scelta migliore le sembra sia Enrico Borbone di Navarra, colui che è visto in Francia come l'ideale capo degli ugonotti, perché, a differenza di molti suoi correligionari, è piuttosto moderato e tollerante. Sua madre, Giovanna d'Albret è figlia di Margherita, la sorella molto colta di Francesco I, che aveva sposato Antonio Borbone, re di Navarra. Egli era venuto a corte quando Enrico II era ancora vivo e si era fatto apprezzare dal sovrano per quel suo fare ardito, ma non sprezzante, quella forza fisica che sapeva sempre trattenere, perché non amava la rissa e Caterina si ricordava che anche suo marito aveva pensato al matrimonio con Margot. Enrico di Navarra viene mandato a studiare proprio nel collegio di Navarra, un istituto creato da Francesco I per onorare la sorella e ivi il nostro troverà come compagni di studi gli altri due Enrichi: il d'Anjou (figlio di Caterina) e il Guisa di cui ben presto conoscerà i caratteri: fatuo e ciarliero il primo, arrogante e prepotente il secondo. Ma la vita del giovane navarro mutò radicalmente poco dopo, perché sua madre decise che la corte di Parigi non faceva per loro e da allora in poi l'educazione del tredicenne Enrico sarà all'insegna del rigore, sull'esempio dell'antico re di Francia Luigi IX, detto il santo. Allontanandosi da Parigi, Giovanna d'Albret ha chiaramente espresso la sua simpatia per il partito dei protestanti, ma Caterina cerca, come sempre, un compromesso che non renda questo distacco tale da rappresentare una ferita insanabile.
Passa un po' di tempo, siamo nel 1570 e Caterina pensa di servirsi di sua figlia diciottenne (Margot) per attenuare il potere dei Guisa/Lorena, che si atteggiano a veri sovrani del suo paese. D'altra parte pensa che sarebbe un bel modo per rispondere a Filippo II di Spagna che non ha accettato di farla sposare a un suo figlio. La scelta migliore le sembra sia Enrico Borbone di Navarra, colui che è visto in Francia come l'ideale capo degli ugonotti, perché, a differenza di molti suoi correligionari, è piuttosto moderato e tollerante. Sua madre, Giovanna d'Albret è figlia di Margherita, la sorella molto colta di Francesco I, che aveva sposato Antonio Borbone, re di Navarra. Egli era venuto a corte quando Enrico II era ancora vivo e si era fatto apprezzare dal sovrano per quel suo fare ardito, ma non sprezzante, quella forza fisica che sapeva sempre trattenere, perché non amava la rissa e Caterina si ricordava che anche suo marito aveva pensato al matrimonio con Margot. Enrico di Navarra viene mandato a studiare proprio nel collegio di Navarra, un istituto creato da Francesco I per onorare la sorella e ivi il nostro troverà come compagni di studi gli altri due Enrichi: il d'Anjou (figlio di Caterina) e il Guisa di cui ben presto conoscerà i caratteri: fatuo e ciarliero il primo, arrogante e prepotente il secondo. Ma la vita del giovane navarro mutò radicalmente poco dopo, perché sua madre decise che la corte di Parigi non faceva per loro e da allora in poi l'educazione del tredicenne Enrico sarà all'insegna del rigore, sull'esempio dell'antico re di Francia Luigi IX, detto il santo. Allontanandosi da Parigi, Giovanna d'Albret ha chiaramente espresso la sua simpatia per il partito dei protestanti, ma Caterina cerca, come sempre, un compromesso che non renda questo distacco tale da rappresentare una ferita insanabile.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
Re: Storia
La guerra civile ateniese di Luciano Canfora
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Storia
Caterina dei Medici IV
Enrico di Navarra cresce così alla scuola del Condé e, alla morte di lui (1569) si troverà ad essere il capo dei protestanti (ad appena sedici anni). A quell'età non era moderato come poi sarà in seguito e per la sua maturazione dovrà molto all'ammiraglio Gaspard de Coligny (che poi sarà ucciso nella notte di San Bartolomeo).
Nel 1570 la forze protestanti riescono, con una rapida marcia, ad arrivare quasi fino a Parigi e sarà firmata la solita tregua voluta da Caterina. Lei ha cinquant'anni e in quel momento pensa di far sposare sua figlia Margot proprio al Navarra, così da porre fine alla continua guerra di religione, riuscire insomma laddove gli eserciti hanno fallito. Ma quel matrimonio non darà gli esiti che Caterina avrebbe voluto e cioè coinvolgere Enrico nella vita di corte e renderlo quasi prigioniero con i legami famigliari, che sarebbero andati al di là di quelli partigiani. Giovanna d'Albret è contraria a queste nozze, ma si fa convincere dal Coligny, secondo il quale questo matrimonio avrebbe allontanato la Francia da Filippo II di Spagna, il che sarebbe stata una buona cosa per gli ugonotti.
Nell'inverno del 1571 il contratto di matrimonio fu stipulato e si decise anche la forma con il quale si sarebbe dovuto svolgere: non dentro una chiesa, ma all'esterno e solo Margot avrebbe ascoltato la Messa, prima della cerimonia nuziale.
Giovanna d'Albret sembrava sodisfatta, ma morì prima di poter assistere alle nozze, anche se questo le "risparmiò" di dover essere presente a quell'orrenda notte che seguì in Parigi tre giorni dopo il matrimonio. Quella notte che passerà alla storia come "la strage di San Bartolomeo".
Enrico di Navarra cresce così alla scuola del Condé e, alla morte di lui (1569) si troverà ad essere il capo dei protestanti (ad appena sedici anni). A quell'età non era moderato come poi sarà in seguito e per la sua maturazione dovrà molto all'ammiraglio Gaspard de Coligny (che poi sarà ucciso nella notte di San Bartolomeo).
Nel 1570 la forze protestanti riescono, con una rapida marcia, ad arrivare quasi fino a Parigi e sarà firmata la solita tregua voluta da Caterina. Lei ha cinquant'anni e in quel momento pensa di far sposare sua figlia Margot proprio al Navarra, così da porre fine alla continua guerra di religione, riuscire insomma laddove gli eserciti hanno fallito. Ma quel matrimonio non darà gli esiti che Caterina avrebbe voluto e cioè coinvolgere Enrico nella vita di corte e renderlo quasi prigioniero con i legami famigliari, che sarebbero andati al di là di quelli partigiani. Giovanna d'Albret è contraria a queste nozze, ma si fa convincere dal Coligny, secondo il quale questo matrimonio avrebbe allontanato la Francia da Filippo II di Spagna, il che sarebbe stata una buona cosa per gli ugonotti.
Nell'inverno del 1571 il contratto di matrimonio fu stipulato e si decise anche la forma con il quale si sarebbe dovuto svolgere: non dentro una chiesa, ma all'esterno e solo Margot avrebbe ascoltato la Messa, prima della cerimonia nuziale.
Giovanna d'Albret sembrava sodisfatta, ma morì prima di poter assistere alle nozze, anche se questo le "risparmiò" di dover essere presente a quell'orrenda notte che seguì in Parigi tre giorni dopo il matrimonio. Quella notte che passerà alla storia come "la strage di San Bartolomeo".
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"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Storia
Caterina dei Medici V
Il primo segno della tempesta fu l'attentato contro l'ammiraglio Coligny, poche ore dopo le nozze. Il ferito viene trasportato a casa e Carlo IX e Caterina vanno a trovarlo dispiaciuti e costernati, anche perché possono pensare che il matrimonio non è servito a placare gli animi.
La notte fra il 23 e il 24 agosto 1572 i Guisa attaccano le case dove erano alloggiati gli ugonotti convenuti a Parigi e il Coligny fu uno dei primi ad essere ucciso: il sicario ebbe vita facile, perché il ferito non poté difendersi in alcun modo. Enrico di Navarra era a letto con Margot e davanti alla sua porta c'erano una trentina di armati. La mattina lui e il Condé furono convocati da re e forse Carlo IX con questo atto cercò di salvar loro la vita e se Caterina lo aveva consigliato così, l'intento fu raggiunto.
Quel massacro fu assurdo, feroce e inutile, perché riuscì solo a riaccendere la guerra e a scatenare la rivolta in quei centri ugonotti che Caterina aveva pensato di poter pacificare e quindi è molto probabile (quasi sicuro) che quell'atto infame non abbia fatto parte della sua politica, mentre è coerente con quella del duca di Guisa. A questo punto, Caterina si domanda come fare per eliminare o, almeno attenuare, l'enorme potere raggiunto dai fanatici cattolici. Lei non lotta per nessuna convinzione religiosa, pensa ed agisce solo nel nome dello Stato e fa tutto il possibile perché esso resti ai Valois. Non è interessata al regno di cristo, ma a quello della sua famiglia.
Enrico Navarra ha avuto salva la vita, ma è prigioniero alla corte e deve accettare anche di perdere le proprie terre e la sua sola amica resta Margot, che non lo ama, ma rimarrà sua alleata finché il marito non riuscirà a riconquistare la libertà e il potere.
Il primo segno della tempesta fu l'attentato contro l'ammiraglio Coligny, poche ore dopo le nozze. Il ferito viene trasportato a casa e Carlo IX e Caterina vanno a trovarlo dispiaciuti e costernati, anche perché possono pensare che il matrimonio non è servito a placare gli animi.
La notte fra il 23 e il 24 agosto 1572 i Guisa attaccano le case dove erano alloggiati gli ugonotti convenuti a Parigi e il Coligny fu uno dei primi ad essere ucciso: il sicario ebbe vita facile, perché il ferito non poté difendersi in alcun modo. Enrico di Navarra era a letto con Margot e davanti alla sua porta c'erano una trentina di armati. La mattina lui e il Condé furono convocati da re e forse Carlo IX con questo atto cercò di salvar loro la vita e se Caterina lo aveva consigliato così, l'intento fu raggiunto.
Quel massacro fu assurdo, feroce e inutile, perché riuscì solo a riaccendere la guerra e a scatenare la rivolta in quei centri ugonotti che Caterina aveva pensato di poter pacificare e quindi è molto probabile (quasi sicuro) che quell'atto infame non abbia fatto parte della sua politica, mentre è coerente con quella del duca di Guisa. A questo punto, Caterina si domanda come fare per eliminare o, almeno attenuare, l'enorme potere raggiunto dai fanatici cattolici. Lei non lotta per nessuna convinzione religiosa, pensa ed agisce solo nel nome dello Stato e fa tutto il possibile perché esso resti ai Valois. Non è interessata al regno di cristo, ma a quello della sua famiglia.
Enrico Navarra ha avuto salva la vita, ma è prigioniero alla corte e deve accettare anche di perdere le proprie terre e la sua sola amica resta Margot, che non lo ama, ma rimarrà sua alleata finché il marito non riuscirà a riconquistare la libertà e il potere.
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Storia
Caterina dei Medici VI
In quella temperie politica, Caterina riesce a dare una corona al suo figlio preferito: Enrico ed è quella di Polonia, perché Sigismondo Augusto II è morto senza eredi. Lui è orgoglioso che lo abbiamo scelto, perché non sa sa che sua madre ha pagato con bei soldi e ha stipulato un patto di alleanza per la continua contesa contro la Russia. La sodisfazione, per il momento, è generale, perché Carlo IX ha sempre temuto che il fratello potesse tentare di spodestarlo, però il denaro speso per l'operazione è troppo e il popolo è in tumulto per le tasse eccessive. A La Rochelle intanto gli ugonotti hanno vinto e ottengono di poter esercitare il loro culto liberamente, così come nella città di Nimes e Montauban e Caterina cede con facilità, perché è disposta a tutto pur di mantenere la pace, religiosa e no, tanto più che un altro figlio (Ercole Francesco, duca di Alençon) sta congiurando contro le istituzioni, perché si sente umiliato dopo che gli è stato rifiutato il grado di comandante delle forze militari, incarico tenuto, prima di partire, da Enrico. Carlo e Caterina non l'ànno ritenuto idoneo e lui cerca di vendicarsi. Le spie reali informano che il duca e il Navarra fomenterebbero chissà quali piani e per Caterina sarà facile, comunque, porre fine al complotto senza troppo scalpore, perché non può far sapere al mondo che intorno alla sua corte serpeggiano simili propositi. Tanto più che di lì a poco muore Carlo IX e occorre richiamare in tutta fretta Enrico dalla Polonia. Il suo arrivo non portò certo un qualche segno che le cose potessero migliorare, anzi è tutto il contrario, perché Enrico III pensa di poter fare a meno dei consigli della madre.
In quella temperie politica, Caterina riesce a dare una corona al suo figlio preferito: Enrico ed è quella di Polonia, perché Sigismondo Augusto II è morto senza eredi. Lui è orgoglioso che lo abbiamo scelto, perché non sa sa che sua madre ha pagato con bei soldi e ha stipulato un patto di alleanza per la continua contesa contro la Russia. La sodisfazione, per il momento, è generale, perché Carlo IX ha sempre temuto che il fratello potesse tentare di spodestarlo, però il denaro speso per l'operazione è troppo e il popolo è in tumulto per le tasse eccessive. A La Rochelle intanto gli ugonotti hanno vinto e ottengono di poter esercitare il loro culto liberamente, così come nella città di Nimes e Montauban e Caterina cede con facilità, perché è disposta a tutto pur di mantenere la pace, religiosa e no, tanto più che un altro figlio (Ercole Francesco, duca di Alençon) sta congiurando contro le istituzioni, perché si sente umiliato dopo che gli è stato rifiutato il grado di comandante delle forze militari, incarico tenuto, prima di partire, da Enrico. Carlo e Caterina non l'ànno ritenuto idoneo e lui cerca di vendicarsi. Le spie reali informano che il duca e il Navarra fomenterebbero chissà quali piani e per Caterina sarà facile, comunque, porre fine al complotto senza troppo scalpore, perché non può far sapere al mondo che intorno alla sua corte serpeggiano simili propositi. Tanto più che di lì a poco muore Carlo IX e occorre richiamare in tutta fretta Enrico dalla Polonia. Il suo arrivo non portò certo un qualche segno che le cose potessero migliorare, anzi è tutto il contrario, perché Enrico III pensa di poter fare a meno dei consigli della madre.
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
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"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
- matteo.conz
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- Iscritto il: sabato 19 maggio 2012, 15:12
Re: Storia
Se trovi bei video sulla mitologia greca, meglio se cosmogonia, linkali che ultimamente sono interessato ma oltre a robe tipo focus oppure seminari non trovo molto di interessante.
Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Re: Storia
Rammento che De Crescenzo ha prodotto molto sui miti greci, anche se non mi pare riguardo alla cosmogonia. Però quelli che ho visto tempo fa erano interessanti.matteo.conz ha scritto:Se trovi bei video sulla mitologia greca, meglio se cosmogonia, linkali che ultimamente sono interessato ma oltre a robe tipo focus oppure seminari non trovo molto di interessante.
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- matteo.conz
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- Iscritto il: sabato 19 maggio 2012, 15:12
Re: Storia
Allora do un'occhiata!lemond ha scritto:Rammento che De Crescenzo ha prodotto molto sui miti greci, anche se non mi pare riguardo alla cosmogonia. Però quelli che ho visto tempo fa erano interessanti.matteo.conz ha scritto:Se trovi bei video sulla mitologia greca, meglio se cosmogonia, linkali che ultimamente sono interessato ma oltre a robe tipo focus oppure seminari non trovo molto di interessante.
Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Re: Storia
Caterina dei Medici VII
Enrico III instaura buoni rapporti con il Navarra e il duca di Alençon, perché è convinto di avere la forza d'animo sufficiente per tenerli a bada, ma non si accorge che invece può tenere in mani salde il regno, perché è sua madre che guida la Francia.
Ma il duca Francesco Ercole non sa stare al suo posto e lancia messaggi in tutte le direzioni per far valere quel che crede siano i suoi diritti di nascita e si rivolge anche agli ugonotti affinché rovescino il duo al potere, che accusa di ogni malefatta! Era una pazza idea, con nessuna probabilità di realizzazione, ma Enrico di Navarra si rende conto che il duca poteva rappresentare un rivale quale capo dei protestanti francesi, se gli ugonotti in qualche modo lo avessero preso in considerazione e l'unico modo di porre fine all'incerta situazione sarebbe stato raggiungere La Rochelle. E fu così che scelse la fuga. Con una cavalcata che durò parecchi giorni riuscì a raggiungere Samur, ormai territorio amico e Caterina ed Enrico non sarebbero più riusciti a tenerlo in ostaggio.
Il Navarra in quel 1575 aveva ventitré anni, il suo regno e i territori vicini erano con lui, pronti a lottare se Parigi avesse osato sfidarlo; La Rochelle era un vero e proprio baluardo e con un proprio statuto sancito dal trattato, che permetta di professare il culto protestante e poi aveva un porto e quindi l'Inghilterra, in caso di necessità, poteva aiutarli dal mare. Enrico si sentiva rinato e lo divertiva il pensiero dell'ira dell'altro Enrico, gabbato dalla fuga.
Ben altra era la situazione di Caterina a Parigi che si doveva preoccupare molto, oltre che del Navarra, soprattutto del figlio, duca di Alençon, che si sarebbe dimostrato il peggior nemico dei Valois.
Enrico III instaura buoni rapporti con il Navarra e il duca di Alençon, perché è convinto di avere la forza d'animo sufficiente per tenerli a bada, ma non si accorge che invece può tenere in mani salde il regno, perché è sua madre che guida la Francia.
Ma il duca Francesco Ercole non sa stare al suo posto e lancia messaggi in tutte le direzioni per far valere quel che crede siano i suoi diritti di nascita e si rivolge anche agli ugonotti affinché rovescino il duo al potere, che accusa di ogni malefatta! Era una pazza idea, con nessuna probabilità di realizzazione, ma Enrico di Navarra si rende conto che il duca poteva rappresentare un rivale quale capo dei protestanti francesi, se gli ugonotti in qualche modo lo avessero preso in considerazione e l'unico modo di porre fine all'incerta situazione sarebbe stato raggiungere La Rochelle. E fu così che scelse la fuga. Con una cavalcata che durò parecchi giorni riuscì a raggiungere Samur, ormai territorio amico e Caterina ed Enrico non sarebbero più riusciti a tenerlo in ostaggio.
Il Navarra in quel 1575 aveva ventitré anni, il suo regno e i territori vicini erano con lui, pronti a lottare se Parigi avesse osato sfidarlo; La Rochelle era un vero e proprio baluardo e con un proprio statuto sancito dal trattato, che permetta di professare il culto protestante e poi aveva un porto e quindi l'Inghilterra, in caso di necessità, poteva aiutarli dal mare. Enrico si sentiva rinato e lo divertiva il pensiero dell'ira dell'altro Enrico, gabbato dalla fuga.
Ben altra era la situazione di Caterina a Parigi che si doveva preoccupare molto, oltre che del Navarra, soprattutto del figlio, duca di Alençon, che si sarebbe dimostrato il peggior nemico dei Valois.
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Storia
Caterina dei Medici VIII
Francesco Ercole gridava che se restava a corte lo avrebbero ucciso e giustificava così l'aver raccolto un esercito di scontenti della politica del re e di sua madre pronto per attaccare Parigi e riportare l'ordine e la giustizia in Francia. Chi lo conosceva sapeva bene che erano tutte menzogne e ciò che lo spingeva era invece l'ambizione, unita alla gelosia che pareva fosse un dato che accomunava tutti i figli maschi di Caterina. Fra gli armati del contingente militare di cui dispone il duca ci sono molti soldati di ventura svizzeri e tedeschi che lui può aver assoldato solo con sussidi provenienti dall'Inghilterra e questo è un vero e proprio tradimento nazionale: essere alleato dei tradizionali nemici del suo paese.
Caterina ed Enrico reagiscono in modo diverso, perché il re vuol punire severamente il fratello, la regina madre cerca, come al solito, di mediare e decide di incontrasi con il figlio ribelle che intanto si è alleato con il principe di Condé, il quale, con un esercito di ottomila uomini, è arrivato fino a Vichy e le popolazioni, dove l'armata è passata, sono ridotte alla disperazione.
Il 6 maggio del 1576 Caterina riesce a ottenere quel che voleva e si firma la pace c.d. di Monsieur. Questo nome significava il riconoscimento del duca quale seconda persona di Francia; inoltre si stabiliva che i riformati avessero piena libertà di culto in tutta la Francia e che potevano accedere a tutte le cariche del regno; infine si doveva pagare un soldo speciale alle truppe mercenarie. Enrico e Caterina devono però trovare quel denaro che non esisteva nella casse reali e l'unico modo è affidarsi a speculatori, oltre a impegnare tutti (o quasi) i gioielli di famiglia. Francesco ebbe anche il ducato di Anjou, da sempre appartenuto a Enrico, il Condé la Picardia e i Guisa che, se pur cattolici, si erano alleati con i ribelli, ottennero ben tredici province. La Francia con questa pace si trovò divisa in tanti piccoli stati.
Francesco Ercole gridava che se restava a corte lo avrebbero ucciso e giustificava così l'aver raccolto un esercito di scontenti della politica del re e di sua madre pronto per attaccare Parigi e riportare l'ordine e la giustizia in Francia. Chi lo conosceva sapeva bene che erano tutte menzogne e ciò che lo spingeva era invece l'ambizione, unita alla gelosia che pareva fosse un dato che accomunava tutti i figli maschi di Caterina. Fra gli armati del contingente militare di cui dispone il duca ci sono molti soldati di ventura svizzeri e tedeschi che lui può aver assoldato solo con sussidi provenienti dall'Inghilterra e questo è un vero e proprio tradimento nazionale: essere alleato dei tradizionali nemici del suo paese.
Caterina ed Enrico reagiscono in modo diverso, perché il re vuol punire severamente il fratello, la regina madre cerca, come al solito, di mediare e decide di incontrasi con il figlio ribelle che intanto si è alleato con il principe di Condé, il quale, con un esercito di ottomila uomini, è arrivato fino a Vichy e le popolazioni, dove l'armata è passata, sono ridotte alla disperazione.
Il 6 maggio del 1576 Caterina riesce a ottenere quel che voleva e si firma la pace c.d. di Monsieur. Questo nome significava il riconoscimento del duca quale seconda persona di Francia; inoltre si stabiliva che i riformati avessero piena libertà di culto in tutta la Francia e che potevano accedere a tutte le cariche del regno; infine si doveva pagare un soldo speciale alle truppe mercenarie. Enrico e Caterina devono però trovare quel denaro che non esisteva nella casse reali e l'unico modo è affidarsi a speculatori, oltre a impegnare tutti (o quasi) i gioielli di famiglia. Francesco ebbe anche il ducato di Anjou, da sempre appartenuto a Enrico, il Condé la Picardia e i Guisa che, se pur cattolici, si erano alleati con i ribelli, ottennero ben tredici province. La Francia con questa pace si trovò divisa in tanti piccoli stati.
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Re: Storia
Caterina dei Medici IX
I due fratelli pareva avessero trovato il modo di riavvicinarsi (con grande gioia di Caterina), ma appunto *sembrava*, perché Enrico III convoca gli Stati generali per far rilevare che la corona ha dovuto accettare le condizioni dettate dagli ugonotti, nonostante si senta vieppiù legata al partito dei cattolici; ma la situazione non cambia, salvo il costituirsi di una Lega cattolica, però al comando della stessa c'è Enrico di Guisa. Il potere dei Valois sta logorandosi giorno dopo giorno e, nonostante i continui compromessi di Caterina, si capisce che i fratelli non possono continuare a stare insieme e infatti il duca d'Anjou fugge di nuovo da Parigi e va da Enrico di Navarra, pronto a ...
Caterina dovrà cercare di nuovo di riallacciare i rapporti e nell'agosto del 1578 si mette in viaggio verso il sud della Francia, accompagnata da Margot. Il loro viaggio è lungo, perché tocca svariate città e solo a Natale che le due signore si incontrano con il marito di Margot nella città di Nerac, una roccaforte cara agli ugonotti fra Bordeaux e Toulouse. Caterina deve esercitare tutta la sua abilità: è severa e dolce, ardita e dimessa, suadente e imperiosa; insomma è una vecchia regina che conosce bene le arti della politica e soprattutto chi ha davanti nella loro forza e debolezze. Come sempre, più di tanto però non si poteva fare e l'ennesimo trattato lasciava tutto come prima e si rimandava al domani la soluzione vera della partita.
Già nell'aprile del 1579 il Navarra sta facendo guerra ai cattolici e nel maggio occupa Cahors, una delle roccaforti fedeli a Enrico III e Caterina sa che la situazione sarebbe disperata se suo figlio d'Anjou si unisse a lui e inventa, dal nulla, una possibile soluzione.
I due fratelli pareva avessero trovato il modo di riavvicinarsi (con grande gioia di Caterina), ma appunto *sembrava*, perché Enrico III convoca gli Stati generali per far rilevare che la corona ha dovuto accettare le condizioni dettate dagli ugonotti, nonostante si senta vieppiù legata al partito dei cattolici; ma la situazione non cambia, salvo il costituirsi di una Lega cattolica, però al comando della stessa c'è Enrico di Guisa. Il potere dei Valois sta logorandosi giorno dopo giorno e, nonostante i continui compromessi di Caterina, si capisce che i fratelli non possono continuare a stare insieme e infatti il duca d'Anjou fugge di nuovo da Parigi e va da Enrico di Navarra, pronto a ...
Caterina dovrà cercare di nuovo di riallacciare i rapporti e nell'agosto del 1578 si mette in viaggio verso il sud della Francia, accompagnata da Margot. Il loro viaggio è lungo, perché tocca svariate città e solo a Natale che le due signore si incontrano con il marito di Margot nella città di Nerac, una roccaforte cara agli ugonotti fra Bordeaux e Toulouse. Caterina deve esercitare tutta la sua abilità: è severa e dolce, ardita e dimessa, suadente e imperiosa; insomma è una vecchia regina che conosce bene le arti della politica e soprattutto chi ha davanti nella loro forza e debolezze. Come sempre, più di tanto però non si poteva fare e l'ennesimo trattato lasciava tutto come prima e si rimandava al domani la soluzione vera della partita.
Già nell'aprile del 1579 il Navarra sta facendo guerra ai cattolici e nel maggio occupa Cahors, una delle roccaforti fedeli a Enrico III e Caterina sa che la situazione sarebbe disperata se suo figlio d'Anjou si unisse a lui e inventa, dal nulla, una possibile soluzione.
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Re: Storia
Caterina dei Medici X
Ella fa balenare all'Anjou la speranza di diventare re del nuovo Stato, che sarebbe sorto nei Paesi Bassi non appena la Spagna avesse dovuto cedere alla rivolta di quelle province. Era la più ardita della scommesse, ma Caterina non è nuova ai giochi di prestigio.
E Francesco Ercole si fida delle generiche promesse di Enrico III che afferma di volerlo aiutare nell'impresa e dà l'avvio a una serie di trattative che avrebbero dovuto far di lui l'eroe delle Fiandre, oltre che il principe conserte di Elisabetta d'Inghilterra dalla quale ha avuto l'anello di fidanzamento.
Monsieur è ardito come non mai, anticipa le decisioni del fratello e assolda armati che saranno pagati con il bottino fatto a danno delle popolazioni che incontrerà per strada, prima fra tutte la città di Cambrai e a questo punto si dà anche il titolo di duca di Brabante. Ma Bruges e Anversa gli si dimostrano ostili e quest'ultima città rappresenta una vera tomba per i suoi uomini: un bagno di sangue che pone fine ad ogni possibile sua ambizione e può decidere soltanto, se pur "obtorto collo", di ritornare a Parigi. Ivi, nel febbraio 1584 Monsieur si ammala di tisi e nel giugno scompare: un pensiero in meno per sua madre e la Francia intiera, che non avevano certo bisogno di questo duca che, come unico suo pregio, aveva un'ambizione senza confini.
Ella fa balenare all'Anjou la speranza di diventare re del nuovo Stato, che sarebbe sorto nei Paesi Bassi non appena la Spagna avesse dovuto cedere alla rivolta di quelle province. Era la più ardita della scommesse, ma Caterina non è nuova ai giochi di prestigio.
E Francesco Ercole si fida delle generiche promesse di Enrico III che afferma di volerlo aiutare nell'impresa e dà l'avvio a una serie di trattative che avrebbero dovuto far di lui l'eroe delle Fiandre, oltre che il principe conserte di Elisabetta d'Inghilterra dalla quale ha avuto l'anello di fidanzamento.
Monsieur è ardito come non mai, anticipa le decisioni del fratello e assolda armati che saranno pagati con il bottino fatto a danno delle popolazioni che incontrerà per strada, prima fra tutte la città di Cambrai e a questo punto si dà anche il titolo di duca di Brabante. Ma Bruges e Anversa gli si dimostrano ostili e quest'ultima città rappresenta una vera tomba per i suoi uomini: un bagno di sangue che pone fine ad ogni possibile sua ambizione e può decidere soltanto, se pur "obtorto collo", di ritornare a Parigi. Ivi, nel febbraio 1584 Monsieur si ammala di tisi e nel giugno scompare: un pensiero in meno per sua madre e la Francia intiera, che non avevano certo bisogno di questo duca che, come unico suo pregio, aveva un'ambizione senza confini.
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Re: Storia
Caterina dei Medici XI
Dopo la morte di Francesco Ercole i cattolici francesi sono in grave imbarazzo, perché Enrico III non ha figli e quindi il candidato al trono, in caso di premorienza del sovrano, sarebbe Enrico di Navarra (ugonotto) a causa del matrimonio con Margot. La lega cattolica, guidata dal Guisa riprende gli scontri per cercare una vittoria che sia definitiva e ponga fine alle pretese del Navarra, Caterina invece crede che sia possibile convertirlo al cattolicesimo, perché pensare che il re di Francia sia protestante le sembra una cosa assurda e, per far questo, cerca e ottiene l'aiuto della figlia e consorte di Enrico. Ma il Navarra dice di no, anche se dovrebbe sapere che in politica vale il motto "mai dire mai" e infatti alcuni anni dopo, quando dovrà scegliere se rinunciare al trono o farsi cattolico, pronuncerà la frase con la quale è passato alla storia.
Ma nel 1584 il clima è rovente e Caterina è accusata di militare in entrambi i campi, il che è anche vero, ma è una situazione che mette in pericolo l'autorità del sovrano che non ha la forza di un esercito con cui poter essere "super partes".
A Parigi sono ormai quelli della Lega che controllano ogni avvenimento e non c'è più da sperare in quell'unità della nazione che era stato da sempre l'obiettivo di Caterina e il Navarra capisce che non gli rimane che la guerra, mentre Enrico III e Caterina sono quasi prigionieri dei Guisa.
Nella battaglia di Coutras (20 ottobre 1587) Enrico di Navarra ottiene una vittoria importante e si assicura contro le truppe fedeli a Enrico III la fama di invincibile, ma non si fa prendere da pericolosi entusiasmi, perché il Guisa e la Lega rimangono molto pericolosi e decide di ritirarsi nella sua capitale a Pau, per attendere e vedere che cosa potesse ancora offrire la Fortuna.
Dopo la morte di Francesco Ercole i cattolici francesi sono in grave imbarazzo, perché Enrico III non ha figli e quindi il candidato al trono, in caso di premorienza del sovrano, sarebbe Enrico di Navarra (ugonotto) a causa del matrimonio con Margot. La lega cattolica, guidata dal Guisa riprende gli scontri per cercare una vittoria che sia definitiva e ponga fine alle pretese del Navarra, Caterina invece crede che sia possibile convertirlo al cattolicesimo, perché pensare che il re di Francia sia protestante le sembra una cosa assurda e, per far questo, cerca e ottiene l'aiuto della figlia e consorte di Enrico. Ma il Navarra dice di no, anche se dovrebbe sapere che in politica vale il motto "mai dire mai" e infatti alcuni anni dopo, quando dovrà scegliere se rinunciare al trono o farsi cattolico, pronuncerà la frase con la quale è passato alla storia.
Ma nel 1584 il clima è rovente e Caterina è accusata di militare in entrambi i campi, il che è anche vero, ma è una situazione che mette in pericolo l'autorità del sovrano che non ha la forza di un esercito con cui poter essere "super partes".
A Parigi sono ormai quelli della Lega che controllano ogni avvenimento e non c'è più da sperare in quell'unità della nazione che era stato da sempre l'obiettivo di Caterina e il Navarra capisce che non gli rimane che la guerra, mentre Enrico III e Caterina sono quasi prigionieri dei Guisa.
Nella battaglia di Coutras (20 ottobre 1587) Enrico di Navarra ottiene una vittoria importante e si assicura contro le truppe fedeli a Enrico III la fama di invincibile, ma non si fa prendere da pericolosi entusiasmi, perché il Guisa e la Lega rimangono molto pericolosi e decide di ritirarsi nella sua capitale a Pau, per attendere e vedere che cosa potesse ancora offrire la Fortuna.
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Re: Storia
E gli ultimi 60 km del suo viaggio furono di una noia mortale, vero?lemond ha scritto:decide di ritirarsi nella sua capitale a Pau
PS: noia sta a mortale come gazzarra sta a indegna.
Chiedo venia.
Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
Re: Storia
Eh sì, ma poi l'arrivo a Parigi fu trionfale e il suo successore (Henry "V") lance la course sur les route des Pyrénées, puis les Alpes et Il étend le parcours jusqu'aux frontières du pays, évoquant un chemin de ronde (la grande boucle).Admin ha scritto:E gli ultimi 60 km del suo viaggio furono di una noia mortale, vero?lemond ha scritto:decide di ritirarsi nella sua capitale a Pau
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Re: Storia
Caterina dei Medici XII
Le sue aspettative sembrano premiate, perché Enrico di Guisa quasi si autoproclama re di Francia e Caterina cerca di mettere in guardia il figlio che il suo trono è in pericolo. Dobbiamo proprio ammirare questa donna che, se pur settantenne, ammalata e stanca, sia ancora in grado di proseguire nel compito che si è dato da sempre: protettrice dei Valois.
Parigi è dalla parte del Guisa e i fanatici cattolici hanno sostituito gli ufficiali regi in tutti e sedici i quartieri in cui è divisa la città. L'imprevidente monarca l'unica cosa che sa fare è dichiarare che il Guisa non deve raggiungere Parigi, cosa che l'altro si guarda bene dal fare e il 9 maggio 1588 entra in modo trionfale nella capitale.
Come il suo avo Lorenzo contro il Savonarola ora Caterina doveva, alla fine della vita, combattere contro chi si faceva scudo della religione per i propri meschini interessi (niente di nuovo sotto il sole) e doveva far questo senza potersi muovere dal proprio letto, ivi costretta dalla malattia (fra l'altro, senectus ipsa morbus).
Caterina si recò in portantina a parlamentare con il Guisa, ma proprio mentre si svolgeva il colloquio, arrivò la notizia che Enrico III era fuggito da Parigi e il duca ebbe buon gioco nel parlare di manovra combinata fra madre e figlio e, in tale contingenza, sapeva che ormai Parigi era sua e poco dopo gli sarebbe toccata la Francia intiera.
Caterina cerca di far buon viso a cattivo gioco e indovina che neppure il Guisa deve sentirsi troppo sicuro, perché sa che Parigi è una città volubile: pronta all'entusiasmo, ma anche a scoprire subito il lato negativo nelle azioni dell'ultimo che abbia vinto la partita politica.
Le sue aspettative sembrano premiate, perché Enrico di Guisa quasi si autoproclama re di Francia e Caterina cerca di mettere in guardia il figlio che il suo trono è in pericolo. Dobbiamo proprio ammirare questa donna che, se pur settantenne, ammalata e stanca, sia ancora in grado di proseguire nel compito che si è dato da sempre: protettrice dei Valois.
Parigi è dalla parte del Guisa e i fanatici cattolici hanno sostituito gli ufficiali regi in tutti e sedici i quartieri in cui è divisa la città. L'imprevidente monarca l'unica cosa che sa fare è dichiarare che il Guisa non deve raggiungere Parigi, cosa che l'altro si guarda bene dal fare e il 9 maggio 1588 entra in modo trionfale nella capitale.
Come il suo avo Lorenzo contro il Savonarola ora Caterina doveva, alla fine della vita, combattere contro chi si faceva scudo della religione per i propri meschini interessi (niente di nuovo sotto il sole) e doveva far questo senza potersi muovere dal proprio letto, ivi costretta dalla malattia (fra l'altro, senectus ipsa morbus).
Caterina si recò in portantina a parlamentare con il Guisa, ma proprio mentre si svolgeva il colloquio, arrivò la notizia che Enrico III era fuggito da Parigi e il duca ebbe buon gioco nel parlare di manovra combinata fra madre e figlio e, in tale contingenza, sapeva che ormai Parigi era sua e poco dopo gli sarebbe toccata la Francia intiera.
Caterina cerca di far buon viso a cattivo gioco e indovina che neppure il Guisa deve sentirsi troppo sicuro, perché sa che Parigi è una città volubile: pronta all'entusiasmo, ma anche a scoprire subito il lato negativo nelle azioni dell'ultimo che abbia vinto la partita politica.
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Re: Storia
Caterina dei Medici (fine)
I parigini si attendono dal Guisa chissà quali miracoli e appena si accorgono che i fatti straordinari ormai non avvengono con la frequenza che sostengono i miti, la fiducia nel cattolicissimo Enrico si va attenuando e lui decide di convocare gli Stati generali. Intanto all'estero si sa che Filippo II di Spagna sta per attaccare le coste inglesi con la sua "Invincibile Armada".
Caterina consiglia al figlio di ritornare a Parigi già in luglio e reitera l'invito ai primi di settembre e il re raggiunge Blois, che è stata scelta come sede della riunione degli Stati generali. A quel momento si conosce l'esito infausto per i cattolici della spedizione spagnola in Inghilterra, che toglie ad Enrico di Guisa ogni possibilità di aiuto da parte di Filippo II.
Enrico III vuol fare di testa sua, perché si è convinto che l'unico modo per ritornare un vero re sia quello di uccidere il Guisa che a Blois intanto si è innamorato della marchesa Noirmoutier (probabilmente una componente delle belle di Caterina) e trascura qualsiasi altra voce, specie quelle che lo avvisano che il pericolo di un attacco alla sua persona si va facendo sempre più reale.
La notte fra il 22 e il 23 il Guisa la trascorre con la dolce marchesa e il mattino si avvia verso la sala del consiglio, dove si riunivano gli Stati generali e colà è aggredito da quel gruppo di gentiluomini che, insieme al re, avevano congiurato per la restaurazione del Valois.
Enrico III va ad annunciare trionfante alla madre la sua vittoria, ma lei gli risponde che con quel gesto ha definitivamente perso il regno!
Ma la regina di Francia non ebbe modo di angustiarsi ancora per le sorti del figlio degenere, perché di lì a poco "rese l'anima a Dio".
L'arcivescovo di Bourges disse di lei nell'orazione funebre: " ... sappiate che avete perso la più virtuosa delle regine".
P.S. La famiglia de' Medici avrà un'altra regina di Francia: Maria, sposa di Enrico IV di Navarra e nonna del re Sole.
I parigini si attendono dal Guisa chissà quali miracoli e appena si accorgono che i fatti straordinari ormai non avvengono con la frequenza che sostengono i miti, la fiducia nel cattolicissimo Enrico si va attenuando e lui decide di convocare gli Stati generali. Intanto all'estero si sa che Filippo II di Spagna sta per attaccare le coste inglesi con la sua "Invincibile Armada".
Caterina consiglia al figlio di ritornare a Parigi già in luglio e reitera l'invito ai primi di settembre e il re raggiunge Blois, che è stata scelta come sede della riunione degli Stati generali. A quel momento si conosce l'esito infausto per i cattolici della spedizione spagnola in Inghilterra, che toglie ad Enrico di Guisa ogni possibilità di aiuto da parte di Filippo II.
Enrico III vuol fare di testa sua, perché si è convinto che l'unico modo per ritornare un vero re sia quello di uccidere il Guisa che a Blois intanto si è innamorato della marchesa Noirmoutier (probabilmente una componente delle belle di Caterina) e trascura qualsiasi altra voce, specie quelle che lo avvisano che il pericolo di un attacco alla sua persona si va facendo sempre più reale.
La notte fra il 22 e il 23 il Guisa la trascorre con la dolce marchesa e il mattino si avvia verso la sala del consiglio, dove si riunivano gli Stati generali e colà è aggredito da quel gruppo di gentiluomini che, insieme al re, avevano congiurato per la restaurazione del Valois.
Enrico III va ad annunciare trionfante alla madre la sua vittoria, ma lei gli risponde che con quel gesto ha definitivamente perso il regno!
Ma la regina di Francia non ebbe modo di angustiarsi ancora per le sorti del figlio degenere, perché di lì a poco "rese l'anima a Dio".
L'arcivescovo di Bourges disse di lei nell'orazione funebre: " ... sappiate che avete perso la più virtuosa delle regine".
P.S. La famiglia de' Medici avrà un'altra regina di Francia: Maria, sposa di Enrico IV di Navarra e nonna del re Sole.
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Re: Storia
Gaio Giulio Cesare, il dittatore democratico, di Luciano Canfora
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Re: Storia
matteo.conz ha scritto:Se trovi bei video sulla mitologia greca, meglio se cosmogonia, linkali che ultimamente sono interessato ma oltre a robe tipo focus oppure seminari non trovo molto di interessante.
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Re: Storia
lemond ha scritto:matteo.conz ha scritto:Se trovi bei video sulla mitologia greca, meglio se cosmogonia, linkali che ultimamente sono interessato ma oltre a robe tipo focus oppure seminari non trovo molto di interessante.
era proprio quello che cercavo!
ps: certo che i greci tra evirazioni, incesti, ecc non si facevano mancare nulla
Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
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Re: Storia
Erano persone che amavano l'epos, i greci.matteo.conz ha scritto:lemond ha scritto:matteo.conz ha scritto:Se trovi bei video sulla mitologia greca, meglio se cosmogonia, linkali che ultimamente sono interessato ma oltre a robe tipo focus oppure seminari non trovo molto di interessante.
era proprio quello che cercavo!
ps: certo che i greci tra evirazioni, incesti, ecc non si facevano mancare nulla
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Storia
Lo scisma del 1054 intervista ad Alessandro Barbero
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Re: Storia
dal mito alla Storia
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Re: Storia
Importanza o no della battaglia di Poitiers -Tours 732
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Re: Storia
A. Barbero "Le guerre d'indipendenza"
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Re: Storia
Mi è venuto il mal di testa a leggere tutta Caterina dei Medici
P.S. Ma poi Enrico di Navarra è diventato re? Se era quello del film, dovrebbe...
P.S. Ma poi Enrico di Navarra è diventato re? Se era quello del film, dovrebbe...
Re: Storia
Certo che è diventato re (i francesi lo chiamano Enrico il Grande, perché pose fine alle guerre civili/religiose) ed è passata alla storia anche quella frase famosa "Parigi val bene una messa", perché, per diventare re, formalmente dovette convertirsi al cattolicesimo.Gimbatbu ha scritto:Mi è venuto il mal di testa a leggere tutta Caterina dei Medici
P.S. Ma poi Enrico di Navarra è diventato re? Se era quello del film, dovrebbe...
P.S. puoi dirmi a quale film ti riferisci? Grazie.
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- UribeZubia
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Re: Storia
Una ventina di anni fa andai a teatro a vedere Paolo Poli nel suo spettacolo su Caterina de' Medici.
PALESTINA LIBERA
Re: Storia
lemond ha scritto:Certo che è diventato re (i francesi lo chiamano Enrico il Grande, perché pose fine alle guerre civili/religiose) ed è passata alla storia anche quella frase famosa "Parigi val bene una messa", perché, per diventare re, formalmente dovette convertirsi al cattolicesimo.Gimbatbu ha scritto:Mi è venuto il mal di testa a leggere tutta Caterina dei Medici
P.S. Ma poi Enrico di Navarra è diventato re? Se era quello del film, dovrebbe...
P.S. puoi dirmi a quale film ti riferisci? Grazie.
La regina Margot. L' ho visto qualche anno fa in Tv. L' attrice era Virna Lisi. Era un po troppo lungo per i gusti miei, ma penso fosse un film abbastanza aderente ai fatti dopo aver letto la storia, non me lo ricordo proprio benissimo, può darsi che ogni tanto mi appisolavo...
Re: Storia
La prima volta lo vidi su Canal+ e poi, in italiano, altre tre o quattro, però Daniel Auteil non ce lo fanno vedere ancora re, perché la storia termina prima.Gimbatbu ha scritto:
La regina Margot. L' ho visto qualche anno fa in Tv. L' attrice era Virna Lisi. Era un po troppo lungo per i gusti miei, ma penso fosse un film abbastanza aderente ai fatti dopo aver letto la storia, non me lo ricordo proprio benissimo, può darsi che ogni tanto mi appisolavo...
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Re: Storia
Divertente, come sempre, Paolo, anche se fa di Caterina una figura che non le corrisponde. P.S. Qui si vede che Enrico IV diventa re.UribeZubia ha scritto:Una ventina di anni fa andai a teatro a vedere Paolo Poli nel suo spettacolo su Caterina de' Medici.
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Re: Storia
Ecco perché non me lo ricordavo re. Certo che gli intrecci dinastici dell' epoca non avevano nulla da invidiare ai traffici sotterranei politici attuali. La povera Margot cercava di mediare tra tutti, ma era una faticaccia.lemond ha scritto:La prima volta lo vidi su Canal+ e poi, in italiano, altre tre o quattro, però Daniel Auteil non ce lo fanno vedere ancora re, perché la storia termina prima.Gimbatbu ha scritto:
La regina Margot. L' ho visto qualche anno fa in Tv. L' attrice era Virna Lisi. Era un po troppo lungo per i gusti miei, ma penso fosse un film abbastanza aderente ai fatti dopo aver letto la storia, non me lo ricordo proprio benissimo, può darsi che ogni tanto mi appisolavo...
Re: Storia
La mediatrice era Caterina, Margot era solo una pedina giocata dalla madre, ma piuttosto compiacente e godereccia.Gimbatbu ha scritto:Ecco perché non me lo ricordavo re. Certo che gli intrecci dinastici dell' epoca non avevano nulla da invidiare ai traffici sotterranei politici attuali. La povera Margot cercava di mediare tra tutti, ma era una faticaccia.lemond ha scritto:La prima volta lo vidi su Canal+ e poi, in italiano, altre tre o quattro, però Daniel Auteil non ce lo fanno vedere ancora re, perché la storia termina prima.Gimbatbu ha scritto:
La regina Margot. L' ho visto qualche anno fa in Tv. L' attrice era Virna Lisi. Era un po troppo lungo per i gusti miei, ma penso fosse un film abbastanza aderente ai fatti dopo aver letto la storia, non me lo ricordo proprio benissimo, può darsi che ogni tanto mi appisolavo...
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Re: Storia
Se non ricordo male era interpretata da Sophie Marceau. Credo di averlo visto, ma non me ne ricordo nulla.
Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
Re: Storia
Sono entrato in confusione. Troppe reginelemond ha scritto:La mediatrice era Caterina, Margot era solo una pedina giocata dalla madre, ma piuttosto compiacente e godereccia.Gimbatbu ha scritto:Ecco perché non me lo ricordavo re. Certo che gli intrecci dinastici dell' epoca non avevano nulla da invidiare ai traffici sotterranei politici attuali. La povera Margot cercava di mediare tra tutti, ma era una faticaccia.lemond ha scritto:
La prima volta lo vidi su Canal+ e poi, in italiano, altre tre o quattro, però Daniel Auteil non ce lo fanno vedere ancora re, perché la storia termina prima.
Re: Storia
In effetti, le assomiglia https://it.wikipedia.org/wiki/Isabelle_AdjaniAdmin ha scritto:Se non ricordo male era interpretata da Sophie Marceau. Credo di averlo visto, ma non me ne ricordo nulla.
P.S. Se puoi, ti consiglio di riguardarlo.
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Re: Storia
Un'altra troppo bella...lemond ha scritto:In effetti, le assomiglia https://it.wikipedia.org/wiki/Isabelle_AdjaniAdmin ha scritto:Se non ricordo male era interpretata da Sophie Marceau. Credo di averlo visto, ma non me ne ricordo nulla.
P.S. Se puoi, ti consiglio di riguardarlo.
L'ho detto che non ne ricordavo niente... a questo punto ipotizzo di non averlo davvero visto...
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Re: Storia
Attraverso l'arte
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Re: Storia
La fine del mondo antico: da Roma a Costantinopoli - Alessandro Barbero e Massimiliano Ghilardi
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Re: Storia
Alessandro Barbero: perché studiare la Storia?
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Re: Storia
Barbero e il mito dell'età dell'oro
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Re: Storia
Dibattito fra Barbero e Cantarella sulla biografia di Gregorio VII, il papa famoso per la riforma gregoriana e che disse:" I re e gli imperatori messi da Dio? Ma quando mai, sono lì perché hanno rubato più degli altri!
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