Lopi90 ha scritto: ↑lunedì 21 agosto 2023, 13:58
Una sorta di anno zero per la Volta.
Dopo 15 anni di dominio incontrastato delle squadre portoghesi non ci saremmo aspettati di vedere davanti a tutti Stussi e Juaristi, corridori finora confinati ai margini del ciclismo che conta.
Prestazioni della competizione al minimo storico fra l'introduzione del passaporto biologico per i locali e la scarsa partecipazione da fuori, con solo le professional spagnole, che peraltro tutte avevano la squadra A a Burgos e hanno mandato corridori minori.
In particolare, fra le squadre locali, sono mancati proprio i personaggi meno "credibili", come Moreira, trasformato da passista veloce d'attacco alla Caja Rural a corridore in grado di lottare in salita con gli scalatori veri. I corridori locali che avevano un curriculum presentabile anche lontano dal portogallo si sono fatti vedere, come Delio Fernandez o Nych.
Secondo me la corsa si riprenderà, questo era un passaggio inevitabile per evitarne la morte. Non penso vedremo nei prossimi anni i grandi campioni a giocarsela, ma magari ora che non ci si deve scontrare con cose fuori di questo mondo, le professional italiane, o la Movistar o simili si ripresenteranno. Mi ricordo che Savio dopo la sua partecipazione qualche anno fa aveva detto che con la situazione che si era creata non sarebbe mai più tornato, e penso fosse un pensiero comune.
Le squadre locali hanno comunque discreti budget rispetto ad altre continental, e qualche corridore dignitoso lo troveranno sempre, pescando magari in sudamerica o fra gente non confermata (o con offerte impresentabili) dalle professional, anche lì ora con più facilità vito che quello che succede in Portogallo adesso è più spendibile altrove e meno sospetto.
Io non sono d'accordo, non vedo in questa Volta uno spiraglio che possa fare quasi da anteprima di una nuova vita. Mi sembra invece una spia rossa, neanche gialla, di un declino. Prima ho scritto di un avvicinamento alle altre corse minori del calendario europeo ma non in termini positivi.
Va detto che qualche segnale c'era già gli anni scorsi anche se quest'anno è diventata evidente, complici gli effetti dell'operazione antidoping. Come rappresentatività del gruppo è vero che varie Continental o Professional straniere hanno abdicato all'opportunità di presentarsi dopo avere preso atto di un livello che non permetteva neanche di mettersi in mostra a fronte di un impegno importante per la squadra. Ma non penso che ci sarà una nuova corsa al Portogallo, per le squadre è un grande costo fare undici giorni senza una copertura mediatica adeguata che superi i confini lusitani e con un bottino di punti che non è poi così ricco.
Dal punto di vista di spettatore poi, la bellezza di questa gara era (parliamo già al passato?) il suo carattere autarchico, percepire da spettatore un movimento ciclistico autonomo e vivace, con tante squadre, tra le quali una quota importante ha un suo capitano per la classifica; con tanto interesse del pubblico; e poi con prestazioni di grande livello.
Bella anche proprio perché i protagonisti sono diversi, un atollo a parte nel mondo del resto della stagione.
Il rischio è che diventi una versione forse appena superiore come livello medio di un Giro della Romania, o una Coppi e Bartali. Con un grande calo prestativo, con una omologazione nel professionismo europeo di seconda fascia di quel mondo a parte che è stato in questi vent'anni il ciclismo portoghese e senza averne in cambio un grande beneficio economico e di sponsor. E, almeno per quanto mi riguarda, perdendo notevole interesse.