Pantani the best ha scritto: ↑sabato 9 marzo 2024, 18:17
Babylon ha scritto: ↑sabato 9 marzo 2024, 17:49
Pantani the best ha scritto: ↑sabato 9 marzo 2024, 17:10
Premesso che anche per me Vingegaard è superiore in salita rispetto a Contador. Fatta questa premessa, è evidente che si tratti di una cosa ciclica visto che tutte queste affermazioni del "non ho mai visto uno così forte in salita..." le ho lette prima per Contador, poi per Froome, poi per Quintana, poi per Pogacar e ora per Vigeegard. "Domani" sarà la volta di qualcun'altro.
Sul fatto che sia argomento ciclico, sono d'accordo. Detto ciò io una sensazione di superiorità tale nei confronti di tutti gli avversari (pogacar unico escluso), non la ricordavo dai tempi di Armstrong. Sensazione visiva corroborata dai fatti, già al Tour 2022 ebbe picchi di prestazione impressionanti, ma da inizio 2023 domina praticamente ogni volta che la strada sale, unico passaggio a vuoto la P-N 2023, dove oltre a Pogacar è stato battuto/tenuto pure da Gaudu. Per il resto si contano numerosi assoli, contro avversari più che credibili, da Febbraio a Settembre, ottenuti quasi sempre con un unico scatto, tanto nei tapponi con più scalate quanto negli unipuerto, nelle salite lunghe come in quelle più brevi ed esplosive, dalle pendenze in doppia cifra o più dolci. Contador, corridore e scalatore fenomenale, non ha mai emanato una tale superiorità sulla concorrenza, a parte il 2009 o il 2014. E anche come scalatore, era meno solido del Vingegaard visto dal 2021 ad oggi. Opinioni personali ovviamente.
Ripeto e ribadisco, tutto dev'essere contestualizzato al tipo di avversari. Vingegaard in salita scherza il 99,9% dei rivali, ma in quello 0,1% ci sarebbe un certo Pogacar avversario che non mi sembra che allo scorso Tour staccasse a piacimento. Se non ci fosse Pogacar(e viceversa) probabilmente parleremmo del più grande dominio mai visto in salita in rapporto ai propri contemporanei, ovvero un dominio amplificato da un tipo di concorrenza modesta rispetto ad altre epoche. Al contrario invece avendo come principale rivale un Pogacar non si può neanche affermare che arrivare in compagnia dello sloveno debba necessariamente essere tacciata come un tipo di performance inferiore rispetto ad altre dove un corridore fa il vuoto generando distacchi abissali. Tutto va soppesato alla concorrenza, altrimenti il Basso del Giro 2006(che comunque in salita andava come una motocicletta) si può benissimo considerare il più forte corridore di sempre in salita se poi non si prende appunto in considerazione il tipo di avversari che affrontò in quel Giro.
Di certo per quanto il vincere con questa grande regolarità come fa il danese dev'essere considerato un grande merito, quando si fanno certi confronti il termine di paragone dev'essere fatto nei maggiori palcoscenici che nella questione sono le tappe di montagna dei grandi giri. Non ha senso dire che scalatore x è superiore a scalatore y perché lui vince la Tirreno o il Delfinato e l'altro no. Chi afferma tutto ciò vuole semplicemente insinuare che all'epoca il Pantani di turno non era in grado di primeggiare nelle brevi corse a tappe, una cosa talmente raccapricciante che meriterebbe una querela per diffamazione. Pantani all'epoca in salita non primeggiava nelle brevi corse a tappe per sua scelta non per fantomatici limiti. Altrimenti come si spiega che in quegli anni tutti quelli che gli arrivavano davanti nelle tappe di salita delle brevi corse a tappe poi le buscavano nei grandi giri?
Guardacaso nel 99 intenzionato a fare una grande Sanremo per lanciare un messaggio al ct Fusi nell'ottica mondiale di Verona preparò la classicissima in Spagna vincendo la Vuelta Murcia(o Burgos, mi confondo sempre tra le due corse), ma non è che l'approcciò con l'intenzione di vincerla, semplicemente la sua condizione rispetto al solito in quel periodo della stagione era più avanzata proprio perché ci teneva a far bene alla Sanremo. Per il resto come la stragrande maggioranza dei protagonisti dei grandi giri dell'epoca se ne fregava di finalizzare anche solo parzialmente le brevi corse a tappe.
In sintesi, esistono tanti modi per avallare la candidatura di Vingegaard a miglior scalatore quantomeno del ciclismo moderno, peccato però che si usino solo o argomenti ininfluenti oppure affermazioni fine a se stesse.
A scanso di equivoci premetto che: concordo con te sul fatto che le corse si affrontassero in modo differente, e non c'è dubbio che Pantani fosse qualche spanna superiore in salita a praticamente tutti i suoi, pur grandi interpreti delle salite, contemporanei, nè mi interessa insinuare alcunchè in merito ad un ciclista per cui non provo altro che ammirazione.
Poi di Pantani manco ho mai parlato, io ho semplicemente affermato che Vingegaard è il più forte e impressionante che io ricordi dai tempi di Armstrong, cosa che fino a poco tempo fa mai avevo pensato, non con Contador, Froome, Nibali, Quintana, Schleck etc etc.
Premetto poi che nel commento precedente ho puntualizzato che Pogacar è l'unico del gruppo che finora esula dal fatto di essere staccato costantemente dal danese, anzi.
Per tornare ai fatti: Vingegaard da due anni a questa parte, tolto appunto Pogacar e la Pa-Ni 2023, si leva tutti di ruota praticamente ogni volta che la strada si impenna, con tempi di scalata mostruosi, in un periodo storico caratterizzato da avanzamenti su alimentazione, preparazione e materiali che non sono purtroppo ad appannaggio di tutte le squadre del WT, ma comunque di parecchie di esse: risultato diretto è il fatto che il livello medio si sia alzato tantissimo rispetto ad un tempo, e a mio modo di vedere essere così superiori, costantemente, rispetto a gente come Hindley, Ayuso, gli Yates, Mas, Carlos Rodriguez, Carapaz, Thomas, Bernal etc etc è abbastanza incredibile. Senza contare troppo la Vuelta dello scorso anno, dove comunque andava più forte di tutti alla fine, con in gara Remco (demotivato e spesso in fuga, ok), Roglic e Kuss. Non sarà la concorrenza di Pantani, ma sicuramente non è nemmeno quella di Basso 2006, o della triade Contador - Froome - Nibali. E questi ultimi che ho appena citato non erano certo solidi come il danese.
Per quanto riguarda una grande prestazione dove ha mazzolato proprio tutti:
Marie Blanque 2023: Pogacar scollina a 36" da Vingegaard. Giornata di difficoltà apparentemente, poi scopri che Tadej è salito 50" più forte del 2020, con tappa dal simile profilo altimetrico e svolgimento. E che Vingegaard ha attaccato ad 1,5 km dalla vetta per scavare quel solco. Ma a prescindere da questo, tutto quanto fatto da questi due nel Tour 2023 è di livello rarissimo, dal Tourmalet al Joux Plane dove sono andati come dei treni, fino agli ultimi km del Puy de Dome, a prescindere da quanto fatto dal primo degli umani, esattamente come les Deux Alpes di Pantani al netto del crollo di Ullrich.
Menzione pure per Hautacam 2022, che non scherza affatto in termini assoluti di prestazione anche per Pogacar, pur essendo caduto in discesa. Senza contare uno Spandelles fatto ad un ritmo micidiale prima.
Arrivo:
Vingegaard
Pogacar 1'04"
Van Aert 2'10"
Thomas 2'54"
Non so se questi possano essere considerate argomentazioni influenti, e colgo infatti l'occasione per chiederti un esempio di quali esse possano essere per te.
Ad ogni modo vincere ad ogni occasione possibile è ben diverso dal POTER vincere ad ogni occasione possibile, e dimostrarsi costantemente superiori sul proprio terreno d'elezione a prescindere dal tipo di palcoscenico non è altro che un merito a mio avviso. Senza mai una vera debacle (Gran Bornand non fa testo per me), che a mio avviso è la cosa più impressionante di Vingegaard.