Impressionante. In questo Giro quando veramente ha aperto il gas come oggi sul Monte Grappa e verso Livigno domenica scorsa ha dimostrato che il differenziale tra lui e i suoi avversari di questo Giro si aggira attorno ai 2 minuti ogni 5km di salita successivi al suo attacco, che è più o meno la stessa superiorità che aveva allo scorso Tour, solo che appunto allo scorso Tour quella superiorità se la suddivideva con Vingegaard e viceversa. Neanche il miglior Pantani poteva vantare questo differenziale abnorme(anche nel Tour 98), poi si può discutere(e penso che ci sia poco da discutere) sulla differenza di valore dei loro avversari storici, ma questo è.
Ieri si discuteva su quale dei due passaggi sul Grappa lo sloveno avrebbe sferrato il suo attacco, ecco, la sua superiorità è talmente imbarazzante che alla fine questo gioco delle ipotesi resta fine a se stesso, proprio perché lui può fare quello che vuole se lo vuole. Per intenderci, se ci fosse un tappone con 5-6 montagne in successione potrebbe replicare una riproposizione dei giorni nostri della Cuneo-Pinerolo 1949 di Coppi, ossia sobbarcarsi con buona riuscita una fuga solitaria di quasi 200 chilometri e la cosa non sorprenderebbe nessuno. In sintesi, il destino della corsa lo decide lui sulla stregua di quanto il gruppo principale nelle tappe pianeggianti controlla il destino dei fuggitivi di giornata, ossia quando lasciarli a bagnomaria e quando e dove riprenderli.
Detto questo, prima sua partecipazione al Giro maglia rosa indossata dalla seconda tappa e mai più lasciata, 6 vittorie parziali battagliando in ogni dove anche in situazioni a dir poco inaspettate. Negli ultimi 25 anni periodo storico dove il Giro ha perso appeal nei confronti dei maggiori fuoriclasse stranieri nessuno ha onorato la storia del Giro come ha saputo fare Pogacar in questa edizione, dove non si è limitato a vincerlo ma ha voluto sempre regalare spettacolo fin dal primo giorno. Solo per questo da italiani a cui sta a cuore la corsa rosa tanta gratitudine nei suoi confronti, sperando che dal prossimo anno potrà veramente concretizzarsi il sogno di vedere anche sulle strade del Giro il duello con Vingegaard, sarebbe davvero l'apoteosi.
Grazie Tadej

Zavoli; "Lei sarebbe Pantani, come per esempio Coppi fu Coppi, se avesse osservato alla lettera quella dieta?"
Pantani; "No io credo che ogni tanto bisognerebbe bere anche il vino non solo il pane e l'acqua. Però credo che l'importante nello sport, che deve essere anche uno specchio della vita di chi ti guarda, di avere delle regole e rispettarle queste regole"