Noi e Israele: un caso di coscienza

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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aitutaki1
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Un passaggio veramente interessante dell' approccio del governo Israeliano
sulla questione Gaza , illuminante del totale ad essere buoni disinteresse verso il genocidio dei civili

intanto La Corte internazionale di giustizia (International Court of Justice, ICJ) ha ordinato allo Stato di Israele di fermare la sua offensiva militare di Rafah, nella Striscia di Gaza che in risposta ha bombardato un campo profughi




https://x.com/CIJ_ICJ/status/1794006329830322299


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lemond
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" CXV

Fra queste leggi, particolare importanza assumono quelle inerenti ai processi di indebitamento, endemici nelle società contadine dell'antico Oriente, che provocava molto spesso la "schiavitù per debiti!" I provvedimenti di "giustizia" previsti dalle legislazioni bibliche hanno carattere utopico: divieto del prestito a interesse, periodiche remissione dei debiti e restituzione delle terre alle famiglie che ne erano gli originari proprietari. Le remissioni erano ritmate su periodi fissi (anni sabbatici e giubilari ovvero 7 e 7x7). La stessa prevedibilità delle scadenze aumenta il carattere utopico del provvedimento, come comprende il legislatore stesso, che non sa suggerire altro che un atteggiamento di buona volontà, di connotazione pietistica.
Nella Giudea post-esilica la restituzione delle terre ai legittimi proprietari si collegò con il diritto di proprietà delle terre appartenute agli esuli e in più c'era anche la questione delle figlie ereditiere, che rischiavano di trasferire il patrimonio famigliare ad altre tribù.
Come furono risolti i vari casi non è chiaro né dal testo biblico, né da altre fonti, quel che si sa è che la legislazione si limita a riaffermare principi etico-sociali e norme consuetudinarie, per i quali tutti i membri della comunità, dotati di terre di famiglia, avevano diritto a una salvaguardia di fronte ai processi di indebitamento e asservimento. In altre parole si resta nel campo dell'utopia, ovvero la legge ci dice che non esiste la realtà.


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aitutaki1
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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lemond
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" CXVI

Qualcosa di più sappiamo sui matrimoni misti, che furono bollati come atti di contaminazione. Non mancarono eccezioni, come quella della moabita Rut, che divenne bisnonna di David, ma è solo un'eccezione. La posizione sacerdotale propugnava addirittura il ripudio degli mogli straniere ed Ezra 9-10 ci narra la scena terribile del popolo riunito, tutti in piedi sotto la pioggia battente, piangenti e tremanti ad ascoltare le disposizioni: "Voi avete commesso tradimento, aggiungendo un nuovo peccato a Israele, rendete dunque grazie a Yahweh separandovi da tali abominii!"
I colpevoli, poco più di un centinaio, si autodenunciarono e procedettero a scacciare le compagne e i figli, pur di restare membri di una comunità diventata ormai chiusa, non solo per religione, ma anche per razza.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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La canzone che in questi ultimi giorni abbiamo usato come sigla durante le trasmissioni del Giro.



Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
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lemond
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" CXVII

La circoncisione, pur non essendo esclusiva, era considerato un segno esplicito dell'accettazione della fedeltà a Yahweh; per distinguersi si aggiunge a essa una valenza religiosa, mentre per gli altri popoli resta un segno esteriore. Tutto ciò si produsse nell'esilio babilonese e divenne simbolo maggiormente distintivo in quanto era in contro tendenza rispetto alla progressiva dismissione negli altri popoli. Altrettanto essenziale divenne l'osservanza del sabato, soprattutto per quanto concerne il divieto di svolgere qualsiasi attività lavorativa, rimandato come fondazione mitica alla creazione del mondo. :D Il sabato aumentò parecchio di valore in esilio, perché era l'unica festa che si potesse celebrare in assenza di un santuario di riferimento.
Molti erano restii a osservarlo, per ragioni varie, anche se soprattutto economiche e Nehemia farà chiudere le porte della città per costringere a osservarlo e la legislazione sacerdotale punisce l'inosservanza con la lapidazione! :x


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" CXVIII

Le norme sull'alimentazione e del culto meritano un discorso a parte, in quanto incentrate sul concetto di contaminazione e impurità. I tabù alimentari possono sembrare banali, ma sono indicativi del tentativo di organizzare abitudini culinarie in un sistema generale dotato di senso. (Ovviamente il senso vero non esiste, ma le legge impone di crederci e tutto ciò differenzia comunque quel popolo).
Principi analoghi regolano le norme di impurità in campo non alimentare: il contatto con liquidi interni del corpo (Sperma, sangue, saliva) rende impuri. Ciò che è tabù per gli uomini può essere invece positivo per la/le divinità, come il sangue che è libato sull'altare o il grasso che non è edibile, ma può, anzi deve, essere bruciato sull'altare perché l'odore è gradito al dio.
Ovvio che sacro e profano siano ben distinti e fra essi il sacerdote si interpone e salva l'uomo dal contatto diretto che significherebbe la morte.
È inutile aggiungere che tutte queste norme costituiscono uno strumento di controllo assai potente e aumenteranno nel post-esilio, quando la comunità, priva di leadership civile, si riunirà vieppiù attorno al tempio e al Dio vendicativo e inaccessibile che vi abita.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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secondo quanto riportato dal rapporto finale delle Nazioni Unite, giunto al termine di indagini durate oltre due mesi, Israele non ha fornito alcuna prova a supporto delle affermazioni fatte, che risultano quindi al momento prive di fondamento.

...

il rapporto sottolinea come da 13 anni a questa parte il governo israeliano non abbia manifestato “alcuna preoccupazione riguardo lo staff” dell’agenzia. Lazzarini aveva perciò definito «un’ulteriore punizione collettiva» per il popolo di Gaza la scelta di tagliare i finanziamenti.

https://www.lindipendente.online/2024/0 ... ro-lunrwa/


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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L’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Ginevra (GIPRI) ha presentato la settimana scorsa una comunicazione alla Corte penale internazionale, sollecitandola a mettere sotto indagine Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, per complicità in crimini di guerra in Palestina. Secondo il GIPRI, che ha prodotto la memoria insieme al Collectif de Juristes pour le Respect des Engagements Internationaux de la France (CJRF) e a una coalizione di cittadini internazionali, sussistono infatti ragionevoli motivi per ritenere che “il sostegno incondizionato del presidente della Commissione europea a Israele, militare, economico, diplomatico e politico” abbia contribuito ai “crimini contro l’umanità” e al “genocidio” commessi dalle forze armate israeliane nei territori occupati e tuttora in corso.

Von der Leyen è stata denunciata alla Corte Internazionale per complicità nel genocidio di Gaza
https://www.lindipendente.online/2024/0 ... o-di-gaza/


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" CXIX

Rientrati dall'esilio "puri" i reduci stettero attentissimi a non contaminarsi con gli "idolatri", ma il contagio era da per tutto e quindi era la terra stessa a doversi considerare contaminata! L'unica soluzione era la "guerra santa" e l'herem (quello che poi fu attuato per Spinoza). Le regole del Deuteronomio mostrano con chiarezza la differenza fra la guerra esterna e quella in Canaan, che comporta lo sterminio totale! Certo quella era l'intenzione, perché poi ci furono solo una serie di tentativi falliti e per tal motivo si dovette arrivare a una soluzione di tipo "meticciato" con stranieri economicamente forti, ai quali si riconosceva uno statuto, pur che non contaminassero, con pratiche troppo difformi, la regola della comunità giudaica. C'erano poi i "ger" stranieri inseriti in unità famigliari israelitiche, con i quali si cercheranno forme particolari di assimilazione. Addirittura il Deutero-Isaia si dichiara aperto all'accettazione, a maggior gloria di Yahweh, all'ampliamento sul piano religioso della popolazione, includendo non solo i "ger", ma anche i nemici di altre nazioni (nokri e goy).
Il dibattito religioso fu aspro e alla fine risultò vincente la politica della chiusura, ma solo in terra di Palestina, perché altri ebrei, in particolare la diaspora nell'impero romano adotteranno la strategia più ambiziosa dell'apertura cattolica (universale) e avranno successo nel lungo periodo (purtroppo!), perché il cristianesimo è stata una sciagura per l'umanità, sostengono molti studiosi della Torah.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Da Mario Liverani "Oltre la Bibbia" CXX

Riepilogando il processo della c.d. etnogenesi del popolo ebraico si può dire cominci a partire dall'invasione dei "Popoli del Mare", intorno al 1180 e sia compiuta intorno all'inizio del IV secolo e ci si può riferire a una fonte e una data precisa: la missione di Ezra, 398. Con essa si chiudono con successo l'elaborazione della Legge, il Profetismo, la storiografia deuteronomistica e l'assunzione del potere del sacerdozio di Gerusalemme. Il tutto troverà sviluppo e continuità fino alla distruzione del secondo tempio nel 71 d.C.
Questo altro mezzo millennio richiederebbe un altro libro, ma anche un altro autore, perché è affatto diverso dal periodo da me studiato.
Benché mi sia trovato a dover fare i conti con gran parte di storia inventata da coloro che prendono le bibbie come um testo storico, devo sottolineare che non ogni l'invenzione è priva di eventi reali e avvenimenti autentici, anche se sistemati "pro domo sua"!
Il libro sarebbe stato molto diverso se il contenuto non dicesse ancora oggi *troppo* a chiunque lo legga.
Qualcosa che ha a che fare con il super io: "Noi e Israele, un caso di coscienza".

FINE


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Principe
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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aitutaki1 ha scritto: lunedì 3 giugno 2024, 18:43 No comment
Un po' fake news direi


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Principe ha scritto: giovedì 6 giugno 2024, 18:03
aitutaki1 ha scritto: lunedì 3 giugno 2024, 18:43 No comment
Un po' fake news direi
Anche no:
https://www.la7.it/propagandalive/video ... 024-544360

Dal minuto 10:30; chi parla al comizio è Ben Gvir, Ministro della sicurezza nazionale di Israele e segue l'intervista a Danielle Weiss, colei che si definisce la "madrina di Israele" e che aiuta i coloni a costruire gli insediamenti illegali nei territori palestinesi.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da aitutaki1 »

Principe ha scritto: giovedì 6 giugno 2024, 18:03
aitutaki1 ha scritto: lunedì 3 giugno 2024, 18:43 No comment
Un po' fake news direi
trovi diversi commercial di lottizzazioni a gaza nelle zone rase al suolo
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Se vabhè, accendete il cervello...


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