Una delle critiche che si muove maggiormente al ciclismo moderno è dovuta allo strapotere economico di certe squadre che produce vari effetti collaterali che non ha senso stare qui a rielencare. Ecco, non so se sia mai stato aperto un topic apposito, a scanso di equivoci lo faccio io. Qualcuno si è mai chiesto o ha mai provato a ipotizzare cosa sarebbe un ciclismo dove tutti i corridori corrono solo per se stessi, quindi tutti contro tutti. Alla fine verrebbero stravolte milioni di dinamiche abituali, verrebbe fuori il caos più totale non essendoci la possibilità di tenere controllata la corsa, e proprio per questo motivo sarebbe interessante da vedere come potrebbe svolgersi non dico un intera stagione ma almeno una corsa a tappe di 3 settimane.
Quante possibilità ci sono che a vincere sarebbero sempre i più forti rispetto al "formato" standard?
E soprattutto quali caratteristiche oltre alle solite verrebbero più esaltate in un contesto del genere(a parte la bravura di abbindolarsi possibili alleanze/sotterfugi

)?
Senza stare troppo a scervellarsi su, io penso che in un contesto del genere soprattutto le tappe pianeggianti ai fini dell'economia della classifica generale assumerebbero importanza enne volte superiore rispetto al ciclismo standard visto che le imboscate sarebbero sempre all'ordine del giorno.
In generale cosa ne pensate di questa ipotesi (che per certi versi potrebbe equivalere a vedere una partita di calcio senza la regola del fuorigioco)?
Zavoli; "Lei sarebbe Pantani, come per esempio Coppi fu Coppi, se avesse osservato alla lettera quella dieta?"
Pantani; "No io credo che ogni tanto bisognerebbe bere anche il vino non solo il pane e l'acqua. Però credo che l'importante nello sport, che deve essere anche uno specchio della vita di chi ti guarda, di avere delle regole e rispettarle queste regole"