Ti-Raleigh, la nazionale olandese
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Bei tempi... cronosquadre di 145 km... raas, knetemann, lubberding, pronk, oosterbosch, priem, Van vliet erano lo zoccolo duro poi Kuiper, zoetemelk, van de velde...
Credo nell'apparenza....
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Con un unica pecca, non essere stati al Giro d'Italia......
perchè ?

perchè ?
Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Perché all'epoca il giro d'Italia fregava solo agli italiani. Cucine, gelati, pentole, materassi ecc.CicloSprint ha scritto: ↑martedì 25 febbraio 2025, 15:08 Con un unica pecca, non essere stati al Giro d'Italia......![]()
perchè ?
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Vennero la prima volta nell'87 quando il main sponsor era diventato Panasonic.
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
"Il Finestre toglie e il Finestre dà" (Merlozero)
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Inoltre, grande differenza che c'è sempre stata tra il ciclismo italiano e quello francese, le squadre italiane erano molte di più ed occupavano quasi tutti gli inviti, mentre le squadre francesi raramente erano più di sei.
Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità
Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, primo medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, primo medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Storicamente il Tour è sempre stato più internazionale del Giro. La prima vittoria non italiana è di Kubler neo primi anni 50. Ci sono poi state a ondate, periodi di internazionalizzazione (nei primi anni 60, nel periodo di Merckx, nei primi anni 90) alternati con altri di chiusura, e la raleigh si trovo" in uno di quelli.
Giusto quello che dice Slegar. Poi spesso le poche squadre straniere erano pure modeste (gli americani della Gianni Motta nel 1984, squadre belghe di terzo piano nel 1981 e 1983, i tedeschi...)
Giusto quello che dice Slegar. Poi spesso le poche squadre straniere erano pure modeste (gli americani della Gianni Motta nel 1984, squadre belghe di terzo piano nel 1981 e 1983, i tedeschi...)
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Verissimo quello che dici. Come è vero che erano pochissime le squadre che doppiavano giro e tour, le belghe e le olandesi in genere sceglievano il tour, mentre le spagnole tipo kas o teka erano più eclettiche visto che avevano esclusivamente corridori da gare a tappe
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Da quando è per le squadre di club, il Tour è stato più internazionale semplicemente perché le squadre francesi erano poche; l'eccesso di "internazionalizzazione" del Tour fu nel 1996 quando dovette "raschiare il barile" per schierare quattro squadre francesi: Gan (ex Peugeot), Festina, Agrigel (squadra che durò solamente quell'anno) e l'Aubervilliers 93 una squadra poco più che di dilettanti (almeno quell'anno). Poi è vero che qualche volta al Giro sono state invitate squadre "esotiche" tipo quelle che schieravano uno spompato Thurau (con il mitico Tinchella) o per fare un favore a Gianni Motta. Poi se guardiamo gli inviti del Giro, oltre alle onnipresenti spagnole si schieravano squadre di prim'ordine per quel tempo: Bic, Faema-Molteni, Flandria, Peugeot, Rokado (Kuiper), Frysol, Renault, Cilo-Aufina, Toshiba, Varta (Herrera), Ijsboerke e tante altre.Trullo ha scritto: ↑martedì 25 febbraio 2025, 20:41 Storicamente il Tour è sempre stato più internazionale del Giro. La prima vittoria non italiana è di Kubler neo primi anni 50. Ci sono poi state a ondate, periodi di internazionalizzazione (nei primi anni 60, nel periodo di Merckx, nei primi anni 90) alternati con altri di chiusura, e la raleigh si trovo" in uno di quelli.
Giusto quello che dice Slegar. Poi spesso le poche squadre straniere erano pure modeste (gli americani della Gianni Motta nel 1984, squadre belghe di terzo piano nel 1981 e 1983, i tedeschi...)
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Squadra indimenticabile mai visto vincere una squadra come loro anche se molte erano frutto di Kermesse e circuiti, passavano quasi tutti gli anni le 100 vittorie!!
"...esiste Doping dove esiste Antidoping....."
2023- Larciano-Giro Polonia-1 Tappa Vuelta
2024-Trofeo Ses Salines-Freccia Brabante-! Tappa Giro-Giro Slovenia
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
@slegar come ho detto prima andava a periodi, a volte al Giro invitavano squadre di alto profilo, a volte degli scappati di casa. Francamente non so dirti se e come questo influiva sulle scelte delle squadre francesi, belghe e olandesi di alto livello, che dalla seconda metà degli anni 70 alla fine degli anni 80 erano poco presenti da noi
E curiosamente a Sanremo e Lombardia , dove queste squadre venivano in forze , la Raleigh non ha mai vinto (Raas nel 77 correva con la Frisol)
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Voglio dire, prendiamo a esempio il giro 81, le squadre straniere erano una Svizzera e una spagnola (che onorarono la partecipazione, Breu vinse alle tre cime e fece top 10 in classifica, così come Fuchs, o era Schmutz?) Accompagnate da due squadre incolori, la tedesca di Tinchella e Thurau e una belga di infima fascia. Inviarono quelle due perché gli squadroni belgi, olandesi e francesi non erano interessati? O tolsero il posto a due possibili squadroni per far correre Thurau a dei belgi poco famosi?
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
La Ti-Raleigh in Italia partecipava solo alla classiche, perchè ?
Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
E alla Tirreno Adriatico
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
un'Italia che produceva, alloranoel ha scritto: ↑martedì 25 febbraio 2025, 15:13Perché all'epoca il giro d'Italia fregava solo agli italiani. Cucine, gelati, pentole, materassi ecc.CicloSprint ha scritto: ↑martedì 25 febbraio 2025, 15:08 Con un unica pecca, non essere stati al Giro d'Italia......![]()
perchè ?
Lo sponsor TI-Raleigh cosa faceva? Biciclette?
Ma soprattutto come si pronuncia?
Immagino un "rolih" con una h aspirata, quasi una f, ma chissà i cronisti come lo pronunciavano...

Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
La Raleigh è una azienda inglese di biciclette per cui la pronuncia corretta dovrebbe essere "Tii Ralei".
Poi, a mio avviso, bisogna anche ragionare con la diffusione delle notizie date al tempo dai media. Thurau era uno famoso (per la vulgata a quei tempi era il "traditore" al soldo di Raas che a Valkenburg buttò a terra il sicuro vincitore Battaglin), lo sponsor secondario era italiano (GBC) ed in squadra c'era pure Roy Schuiten, anche lui sul viale del tramonto. La cosa curiosa è che Schuiten, Raas e Thurau passarono professionisti tra il 1974 ed il 1975 proprio alla Ti-Raleigh quando fu presa in mano da Peter Post. La Safir-Galli (anche qui secondo sponsor italiano) aveva in squadra Herman Van Springel (anche se non si presentò al Giro) anche lui uno famoso. Probabilmente la presenza di vecchie glorie al via dava risalto alla corsa rosa che, è bene ricordare, era abbastanza chiusa a livello locale come partecipazione ma alcune di quelle squadre erano quanto di meglio si poteva trovare a livello internazionale (la Bianchi, la Gis di Saronni, la Famcucine di Moser, l'Inoxpran di Battaglin, la Magniflex di Gavazzi vincitore l'anno precedente della Sanremo).
Come molte squadre belghe ed olandesi era strutturata per quel tipo di corse, di cui il calendario è ancora pieno, anche se qualche bel podio nei grandi giri l'hanno ottenuto con Kuiper e, soprattutto, la vittoria al Tour del 1980 con Zoetemelk. Diciamo che la squadra che più gli assomigliava in tempi recenti era la Quick-Step pre Evenepoel.CicloSprint ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 0:47 La Ti-Raleigh in Italia partecipava solo alla classiche, perchè ?
La squadra svizzera non era una squadra qualsiasi, era di fatto la nazionale svizzera. Quell'anno si presentarono al via del Giro con in sacoccia la doppietta alla Liegi-Bastogne-Liegi (1° Fuchs, 2°Mutter dopo la squalifica del vincitore Johan van der Velde della Ti-Raleigh) e l'onda lunga delle belle prestazioni al Giro continuò con la doppietta al Giro di Svizzera (1°Breu, 2° Fuchs). La Zor veniva dal 2° posto alla Vuelta di Munoz dietro a Battaglin e l'aveva vinta l'anno precedente con Ruperez (tutti presenti al via) ed al Giro aveva come secondo sponsor la Gemeaz (produttore di cucine con sede, se non sbaglio, a San Marino).Trullo ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 0:45 Voglio dire, prendiamo a esempio il giro 81, le squadre straniere erano una Svizzera e una spagnola (che onorarono la partecipazione, Breu vinse alle tre cime e fece top 10 in classifica, così come Fuchs, o era Schmutz?) Accompagnate da due squadre incolori, la tedesca di Tinchella e Thurau e una belga di infima fascia. Inviarono quelle due perché gli squadroni belgi, olandesi e francesi non erano interessati? O tolsero il posto a due possibili squadroni per far correre Thurau a dei belgi poco famosi?
Poi, a mio avviso, bisogna anche ragionare con la diffusione delle notizie date al tempo dai media. Thurau era uno famoso (per la vulgata a quei tempi era il "traditore" al soldo di Raas che a Valkenburg buttò a terra il sicuro vincitore Battaglin), lo sponsor secondario era italiano (GBC) ed in squadra c'era pure Roy Schuiten, anche lui sul viale del tramonto. La cosa curiosa è che Schuiten, Raas e Thurau passarono professionisti tra il 1974 ed il 1975 proprio alla Ti-Raleigh quando fu presa in mano da Peter Post. La Safir-Galli (anche qui secondo sponsor italiano) aveva in squadra Herman Van Springel (anche se non si presentò al Giro) anche lui uno famoso. Probabilmente la presenza di vecchie glorie al via dava risalto alla corsa rosa che, è bene ricordare, era abbastanza chiusa a livello locale come partecipazione ma alcune di quelle squadre erano quanto di meglio si poteva trovare a livello internazionale (la Bianchi, la Gis di Saronni, la Famcucine di Moser, l'Inoxpran di Battaglin, la Magniflex di Gavazzi vincitore l'anno precedente della Sanremo).
Sarebbe interessante sapere cosa costava per una squadra straniera partecipare a quei tempi al Giro d'Italia e quali erano i benefit che l'organizzazione dava. Come premessa bisogna dire che RCS Sport (o come si chiamava a quel tempo) non erano dei scappati di casa, anzi. Se il Giro era un affare prettamente nazionale, alla Sanremo (ancora più del Lombardia) partecipavano proprio tutte le squadre ed il nome di "mondiale di primavera" non era un'invenzione italiana ed in quegli anni avevano il problema dell'eccessiva partecipazione (dovrei controllare ma un anno si sfiorarono i 280 partecipanti). Per una squadra belga e olandese la partecipazione al Tour era sicuramente molto più semplice a livello di logistica; quando la corsa passava a nord praticamente era come se transitasse per il cortile di casa. Una partecipazione al Giro era sicuramente molto più onerosa, sia in termini di logistica, di lingua ed economica. A pensarci bene in quegli anni la partecipazione al Giro di squadre straniere erano di formazioni importanti (Bic, Peugeot, Flandria, Boul-d'Or, Renault) o squadre che avevano comunque, per l'occasione, un parte italiana con sponsorizzazione e probabilmente logistica e personale (le già citate Kotter's-GBC/Kotter's-Bibione, Safir-Galli, Gemeaz-Zor, ecc.)Trullo ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 0:35 @slegar come ho detto prima andava a periodi, a volte al Giro invitavano squadre di alto profilo, a volte degli scappati di casa. Francamente non so dirti se e come questo influiva sulle scelte delle squadre francesi, belghe e olandesi di alto livello, che dalla seconda metà degli anni 70 alla fine degli anni 80 erano poco presenti da noi
E curiosamente a Sanremo e Lombardia , dove queste squadre venivano in forze , la Raleigh non ha mai vinto (Raas nel 77 correva con la Frisol)
Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità
Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, primo medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Non penso all'epoca ci fosse un problema di sovraffollamento alle corse, sia in linea che a tappe. Non credo nemmeno ci fosse una regola sul tetto massimo di iscritti alle gare. Al massimo il tour e il giro avevano al via 130/140 corridori con squadre da 10. Alla Vuelta non arrivavano nemmeno a 100 credo. Era semplicemente un ciclismo molto provinciale non solo in Italia, strutturato in modo diverso a livello di rooster. Se un anno Hinault decideva di fare il giro ti trovavi pure la Renault, altrimenti la Renault rimaneva a casa perché non esisteva un'alternativa credibile a Hinault. I dieci che facevano il giro erano gli stessi che facevano il tour. Non c'era bisogno degli inviti, se volevi partecipare ti iscrivervi e basta.Slegar ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 10:44 La Raleigh è una azienda inglese di biciclette per cui la pronuncia corretta dovrebbe essere "Tii Ralei".
Come molte squadre belghe ed olandesi era strutturata per quel tipo di corse, di cui il calendario è ancora pieno, anche se qualche bel podio nei grandi giri l'hanno ottenuto con Kuiper e, soprattutto, la vittoria al Tour del 1980 con Zoetemelk. Diciamo che la squadra che più gli assomigliava in tempi recenti era la Quick-Step pre Evenepoel.CicloSprint ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 0:47 La Ti-Raleigh in Italia partecipava solo alla classiche, perchè ?
La squadra svizzera non era una squadra qualsiasi, era di fatto la nazionale svizzera. Quell'anno si presentarono al via del Giro con in sacoccia la doppietta alla Liegi-Bastogne-Liegi (1° Fuchs, 2°Mutter dopo la squalifica del vincitore Johan van der Velde della Ti-Raleigh) e l'onda lunga delle belle prestazioni al Giro continuò con la doppietta al Giro di Svizzera (1°Breu, 2° Fuchs). La Zor veniva dal 2° posto alla Vuelta di Munoz dietro a Battaglin e l'aveva vinta l'anno precedente con Ruperez (tutti presenti al via) ed al Giro aveva come secondo sponsor la Gemeaz (produttore di cucine con sede, se non sbaglio, a San Marino).Trullo ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 0:45 Voglio dire, prendiamo a esempio il giro 81, le squadre straniere erano una Svizzera e una spagnola (che onorarono la partecipazione, Breu vinse alle tre cime e fece top 10 in classifica, così come Fuchs, o era Schmutz?) Accompagnate da due squadre incolori, la tedesca di Tinchella e Thurau e una belga di infima fascia. Inviarono quelle due perché gli squadroni belgi, olandesi e francesi non erano interessati? O tolsero il posto a due possibili squadroni per far correre Thurau a dei belgi poco famosi?
Poi, a mio avviso, bisogna anche ragionare con la diffusione delle notizie date al tempo dai media. Thurau era uno famoso (per la vulgata a quei tempi era il "traditore" al soldo di Raas che a Valkenburg buttò a terra il sicuro vincitore Battaglin), lo sponsor secondario era italiano (GBC) ed in squadra c'era pure Roy Schuiten, anche lui sul viale del tramonto. La cosa curiosa è che Schuiten, Raas e Thurau passarono professionisti tra il 1974 ed il 1975 proprio alla Ti-Raleigh quando fu presa in mano da Peter Post. La Safir-Galli (anche qui secondo sponsor italiano) aveva in squadra Herman Van Springel (anche se non si presentò al Giro) anche lui uno famoso. Probabilmente la presenza di vecchie glorie al via dava risalto alla corsa rosa che, è bene ricordare, era abbastanza chiusa a livello locale come partecipazione ma alcune di quelle squadre erano quanto di meglio si poteva trovare a livello internazionale (la Bianchi, la Gis di Saronni, la Famcucine di Moser, l'Inoxpran di Battaglin, la Magniflex di Gavazzi vincitore l'anno precedente della Sanremo).
Sarebbe interessante sapere cosa costava per una squadra straniera partecipare a quei tempi al Giro d'Italia e quali erano i benefit che l'organizzazione dava. Come premessa bisogna dire che RCS Sport (o come si chiamava a quel tempo) non erano dei scappati di casa, anzi. Se il Giro era un affare prettamente nazionale, alla Sanremo (ancora più del Lombardia) partecipavano proprio tutte le squadre ed il nome di "mondiale di primavera" non era un'invenzione italiana ed in quegli anni avevano il problema dell'eccessiva partecipazione (dovrei controllare ma un anno si sfiorarono i 280 partecipanti). Per una squadra belga e olandese la partecipazione al Tour era sicuramente molto più semplice a livello di logistica; quando la corsa passava a nord praticamente era come se transitasse per il cortile di casa. Una partecipazione al Giro era sicuramente molto più onerosa, sia in termini di logistica, di lingua ed economica. A pensarci bene in quegli anni la partecipazione al Giro di squadre straniere erano di formazioni importanti (Bic, Peugeot, Flandria, Boul-d'Or, Renault) o squadre che avevano comunque, per l'occasione, un parte italiana con sponsorizzazione e probabilmente logistica e personale (le già citate Kotter's-GBC/Kotter's-Bibione, Safir-Galli, Gemeaz-Zor, ecc.)Trullo ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 0:35 @slegar come ho detto prima andava a periodi, a volte al Giro invitavano squadre di alto profilo, a volte degli scappati di casa. Francamente non so dirti se e come questo influiva sulle scelte delle squadre francesi, belghe e olandesi di alto livello, che dalla seconda metà degli anni 70 alla fine degli anni 80 erano poco presenti da noi
E curiosamente a Sanremo e Lombardia , dove queste squadre venivano in forze , la Raleigh non ha mai vinto (Raas nel 77 correva con la Frisol)
Credo nell'apparenza....
30 anni, semi-obeso, spelacchiato, con barba e occhiali...commenta un altro sport por favor
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Dezan diceva Raleig con la g dura
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
E lubbbbrding con 5 b senza e


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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Poi quando era in difficolta nel dire i nomi dei componenti del gruppo dei fuggitivi, per guadagnare tempo allungava le vocali luuuuuuuuuubbbbbbberding, e mentre diceva la u lunga guardava chi altri c'era nel gruppetto
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Nel 1982 c'era la tedesca Campagnolo, ve la ricordate ?noel ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 11:26Non penso all'epoca ci fosse un problema di sovraffollamento alle corse, sia in linea che a tappe. Non credo nemmeno ci fosse una regola sul tetto massimo di iscritti alle gare. Al massimo il tour e il giro avevano al via 130/140 corridori con squadre da 10. Alla Vuelta non arrivavano nemmeno a 100 credo. Era semplicemente un ciclismo molto provinciale non solo in Italia, strutturato in modo diverso a livello di rooster. Se un anno Hinault decideva di fare il giro ti trovavi pure la Renault, altrimenti la Renault rimaneva a casa perché non esisteva un'alternativa credibile a Hinault. I dieci che facevano il giro erano gli stessi che facevano il tour. Non c'era bisogno degli inviti, se volevi partecipare ti iscrivervi e basta.Slegar ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 10:44 La Raleigh è una azienda inglese di biciclette per cui la pronuncia corretta dovrebbe essere "Tii Ralei".
Come molte squadre belghe ed olandesi era strutturata per quel tipo di corse, di cui il calendario è ancora pieno, anche se qualche bel podio nei grandi giri l'hanno ottenuto con Kuiper e, soprattutto, la vittoria al Tour del 1980 con Zoetemelk. Diciamo che la squadra che più gli assomigliava in tempi recenti era la Quick-Step pre Evenepoel.CicloSprint ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 0:47 La Ti-Raleigh in Italia partecipava solo alla classiche, perchè ?
La squadra svizzera non era una squadra qualsiasi, era di fatto la nazionale svizzera. Quell'anno si presentarono al via del Giro con in sacoccia la doppietta alla Liegi-Bastogne-Liegi (1° Fuchs, 2°Mutter dopo la squalifica del vincitore Johan van der Velde della Ti-Raleigh) e l'onda lunga delle belle prestazioni al Giro continuò con la doppietta al Giro di Svizzera (1°Breu, 2° Fuchs). La Zor veniva dal 2° posto alla Vuelta di Munoz dietro a Battaglin e l'aveva vinta l'anno precedente con Ruperez (tutti presenti al via) ed al Giro aveva come secondo sponsor la Gemeaz (produttore di cucine con sede, se non sbaglio, a San Marino).Trullo ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 0:45 Voglio dire, prendiamo a esempio il giro 81, le squadre straniere erano una Svizzera e una spagnola (che onorarono la partecipazione, Breu vinse alle tre cime e fece top 10 in classifica, così come Fuchs, o era Schmutz?) Accompagnate da due squadre incolori, la tedesca di Tinchella e Thurau e una belga di infima fascia. Inviarono quelle due perché gli squadroni belgi, olandesi e francesi non erano interessati? O tolsero il posto a due possibili squadroni per far correre Thurau a dei belgi poco famosi?
Poi, a mio avviso, bisogna anche ragionare con la diffusione delle notizie date al tempo dai media. Thurau era uno famoso (per la vulgata a quei tempi era il "traditore" al soldo di Raas che a Valkenburg buttò a terra il sicuro vincitore Battaglin), lo sponsor secondario era italiano (GBC) ed in squadra c'era pure Roy Schuiten, anche lui sul viale del tramonto. La cosa curiosa è che Schuiten, Raas e Thurau passarono professionisti tra il 1974 ed il 1975 proprio alla Ti-Raleigh quando fu presa in mano da Peter Post. La Safir-Galli (anche qui secondo sponsor italiano) aveva in squadra Herman Van Springel (anche se non si presentò al Giro) anche lui uno famoso. Probabilmente la presenza di vecchie glorie al via dava risalto alla corsa rosa che, è bene ricordare, era abbastanza chiusa a livello locale come partecipazione ma alcune di quelle squadre erano quanto di meglio si poteva trovare a livello internazionale (la Bianchi, la Gis di Saronni, la Famcucine di Moser, l'Inoxpran di Battaglin, la Magniflex di Gavazzi vincitore l'anno precedente della Sanremo).
Sarebbe interessante sapere cosa costava per una squadra straniera partecipare a quei tempi al Giro d'Italia e quali erano i benefit che l'organizzazione dava. Come premessa bisogna dire che RCS Sport (o come si chiamava a quel tempo) non erano dei scappati di casa, anzi. Se il Giro era un affare prettamente nazionale, alla Sanremo (ancora più del Lombardia) partecipavano proprio tutte le squadre ed il nome di "mondiale di primavera" non era un'invenzione italiana ed in quegli anni avevano il problema dell'eccessiva partecipazione (dovrei controllare ma un anno si sfiorarono i 280 partecipanti). Per una squadra belga e olandese la partecipazione al Tour era sicuramente molto più semplice a livello di logistica; quando la corsa passava a nord praticamente era come se transitasse per il cortile di casa. Una partecipazione al Giro era sicuramente molto più onerosa, sia in termini di logistica, di lingua ed economica. A pensarci bene in quegli anni la partecipazione al Giro di squadre straniere erano di formazioni importanti (Bic, Peugeot, Flandria, Boul-d'Or, Renault) o squadre che avevano comunque, per l'occasione, un parte italiana con sponsorizzazione e probabilmente logistica e personale (le già citate Kotter's-GBC/Kotter's-Bibione, Safir-Galli, Gemeaz-Zor, ecc.)Trullo ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 0:35 @slegar come ho detto prima andava a periodi, a volte al Giro invitavano squadre di alto profilo, a volte degli scappati di casa. Francamente non so dirti se e come questo influiva sulle scelte delle squadre francesi, belghe e olandesi di alto livello, che dalla seconda metà degli anni 70 alla fine degli anni 80 erano poco presenti da noi
E curiosamente a Sanremo e Lombardia , dove queste squadre venivano in forze , la Raleigh non ha mai vinto (Raas nel 77 correva con la Frisol)
Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Era forse il 1981, ricordo la lista partenti sulla Gazzetta che occupava un'intera pagina.Slegar ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 10:44 Se il Giro era un affare prettamente nazionale, alla Sanremo (ancora più del Lombardia) partecipavano proprio tutte le squadre ed il nome di "mondiale di primavera" non era un'invenzione italiana ed in quegli anni avevano il problema dell'eccessiva partecipazione (dovrei controllare ma un anno si sfiorarono i 280 partecipanti).
Ero piccolo, ma già da allora ero incuriosito dalle composizioni e dalle maglie delle squadre, e restai stupito dal leggere nomi di squadre sconosciute tipo Eurobow Rossin, HB Alarm Systemen e Puch Wolber.
Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Erano sconosciute perché non prendevi BicisportDorico ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 13:31Era forse il 1981, ricordo la lista partenti sulla Gazzetta che occupava un'intera pagina.Slegar ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 10:44 Se il Giro era un affare prettamente nazionale, alla Sanremo (ancora più del Lombardia) partecipavano proprio tutte le squadre ed il nome di "mondiale di primavera" non era un'invenzione italiana ed in quegli anni avevano il problema dell'eccessiva partecipazione (dovrei controllare ma un anno si sfiorarono i 280 partecipanti).
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Credo nell'apparenza....
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Confermo, era il 1981 ed erano partiti in 271
Allora, tutte o quasi le squadre belghe e francesi venivano alla Sanremo, aggiungici le piu forti olandesi, due o tre spagnole, le immancabili svizzere, ovviamente le italiane che in un paio di stagioni erano ben 15, e fai presto ad arrivare a 30-35 squadree (e 35 per 8 280)
Allora, tutte o quasi le squadre belghe e francesi venivano alla Sanremo, aggiungici le piu forti olandesi, due o tre spagnole, le immancabili svizzere, ovviamente le italiane che in un paio di stagioni erano ben 15, e fai presto ad arrivare a 30-35 squadree (e 35 per 8 280)
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
La Sanremo aveva sempre più di 220 partecipanti negli anni 80. Il Lombardia a stento arrivava a 130. Nell'80 partirono in 95.
Il problema del Giro non credo fossero gli inviti, nel 75 partirono in 90 ,altre volte in 140 . Non ricordo ci fosse un limite ,ma nell'85 i partenti furono 180..
Certe squadre come la T Releigh non venivano mai,non credo per i costi perché nel 76 fecero la Vuelta che si corre non proprio vicino all'Olanda . Semplicemente come , la Mercier facevano un calendario diverso.
Anche la Peugeot venne un paio di volte in Italia , la più importante fu nel 67 per far debuttare Merckx , l'ultima nel 79 ,ma generalmente faceva un calendario francese . Eravamo ben lontani dal world tour.
Il problema del Giro non credo fossero gli inviti, nel 75 partirono in 90 ,altre volte in 140 . Non ricordo ci fosse un limite ,ma nell'85 i partenti furono 180..
Certe squadre come la T Releigh non venivano mai,non credo per i costi perché nel 76 fecero la Vuelta che si corre non proprio vicino all'Olanda . Semplicemente come , la Mercier facevano un calendario diverso.
Anche la Peugeot venne un paio di volte in Italia , la più importante fu nel 67 per far debuttare Merckx , l'ultima nel 79 ,ma generalmente faceva un calendario francese . Eravamo ben lontani dal world tour.
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Erano presenti anche nel 1986, vinsero una tappa con Van der Velde, Formalmente però la Panasonic nacque nel 1984, era un gruppo sportivo nuovo, pur sempre con Peter Post general manager... fu un team fondato ex novo dopo la chiusura della Ti Raleigh... Quindi dire che la Ti Raleigh abbia continuato con lo sponsor nuovo è sbagliato... erano proprio due cose differenti...
Un po' come dire che la Quick Step è la continuazione della Mapei Quick Step... no; tanti uomini medesimi ma due esperienze diverse...
PS: Non vennero mai al Giro perchè evidentemente avevano poco interesse coke team e come corridori....
Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Mi pare vinse Anche Van lancker l'ultima tappa a Merano.Direzione01 ha scritto: ↑giovedì 27 febbraio 2025, 16:42Erano presenti anche nel 1986, vinsero una tappa con Van der Velde, Formalmente però la Panasonic nacque nel 1984, era un gruppo sportivo nuovo, pur sempre con Peter Post general manager... fu un team fondato ex novo dopo la chiusura della Ti Raleigh... Quindi dire che la Ti Raleigh abbia continuato con lo sponsor nuovo è sbagliato... erano proprio due cose differenti...
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Che mi ricordo io ci fu una specie di scissione. Da una parte la Panasonic con il vecchio Ds post dall'altra chiamiamolo il gruppo raas che fece il Ds per tanti anni di kwantum, superconfex ecc
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
sì, tant'è che si vi ricordate ci fu una rivalità parecchio accesa in quegli anni fra i due gruppi, che non di rado si correvano contro in maniera persino imbarazzante.noel ha scritto: ↑giovedì 27 febbraio 2025, 19:03Mi pare vinse Anche Van lancker l'ultima tappa a Merano.Direzione01 ha scritto: ↑giovedì 27 febbraio 2025, 16:42Erano presenti anche nel 1986, vinsero una tappa con Van der Velde, Formalmente però la Panasonic nacque nel 1984, era un gruppo sportivo nuovo, pur sempre con Peter Post general manager... fu un team fondato ex novo dopo la chiusura della Ti Raleigh... Quindi dire che la Ti Raleigh abbia continuato con lo sponsor nuovo è sbagliato... erano proprio due cose differenti...
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Si, ricordo questa rivalità, che mi pare fu anche la ragione del ritiro dell'ultimo sponsor dei "dissidenti", la Buckler, quella della birra analcolica
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
E fu un Lombardia povero di campioni, come fu nell' risultato, vero ?giorgio ricci ha scritto: ↑mercoledì 26 febbraio 2025, 21:07 Il Lombardia a stento arrivava a 130. Nell'80 partirono in 95.
https://www.procyclingstats.com/race/il ... 980/result
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Esattissimo.... anche a Merano... si certo Raas fondò la Kwantum che altro non è che la Visma di oggi... passata tra tante e tante sponsorizzazioni negli anni ...noel ha scritto: ↑giovedì 27 febbraio 2025, 19:03Mi pare vinse Anche Van lancker l'ultima tappa a Merano.Direzione01 ha scritto: ↑giovedì 27 febbraio 2025, 16:42Erano presenti anche nel 1986, vinsero una tappa con Van der Velde, Formalmente però la Panasonic nacque nel 1984, era un gruppo sportivo nuovo, pur sempre con Peter Post general manager... fu un team fondato ex novo dopo la chiusura della Ti Raleigh... Quindi dire che la Ti Raleigh abbia continuato con lo sponsor nuovo è sbagliato... erano proprio due cose differenti...
Un po' come dire che la Quick Step è la continuazione della Mapei Quick Step... no; tanti uomini medesimi ma due esperienze diverse...
PS: Non vennero mai al Giro perchè evidentemente avevano poco interesse coke team e come corridori....
Che mi ricordo io ci fu una specie di scissione. Da una parte la Panasonic con il vecchio Ds post dall'altra chiamiamolo il gruppo raas che fece il Ds per tanti anni di kwantum, superconfex ecc
Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Il tour era costretto a mettere 10 corridori per squadra
Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Anche il Giro tradizionalmente aveva 10 corridori per squadra, passo' ai 9 nell'82
Il Tour invece continuo' per pochi altri anni con 10, mi pare che nell'82 erano 17 squadre e nell'83 14 squadre, poi salirono gradualmente fino a un massimo di 21 squadre per 210 corridori nel 1986, ma poi gia' l'anno dopo passarono a 9 anche loro (quell'anno con 23 squadre) e poi nell'88 stabilizzarono il format che sarebbe durato per una trentina di anni, quello di 22 squadre di 9
Il Tour invece continuo' per pochi altri anni con 10, mi pare che nell'82 erano 17 squadre e nell'83 14 squadre, poi salirono gradualmente fino a un massimo di 21 squadre per 210 corridori nel 1986, ma poi gia' l'anno dopo passarono a 9 anche loro (quell'anno con 23 squadre) e poi nell'88 stabilizzarono il format che sarebbe durato per una trentina di anni, quello di 22 squadre di 9
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Re: Ti-Raleigh, la nazionale olandese
Il tour 80 aveva 13 squadre
C è da dire che le squadre pagavano per correrlo
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