Letteratura: cosa leggete? vi piace?

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Trullo
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Re: Letteratura: cosa leggete? vi piace?

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Prendo appunti
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)

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Bitossi
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Re: Letteratura: cosa leggete? vi piace?

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Trullo ha scritto: mercoledì 2 aprile 2025, 9:24 Finito, molto bello. Da leggere, assolutamente
Appena scrivo la recensione la condivido anche con voi.
Alla fine ho letto pure io il romanzo di Dario Ferrari, ricavandone le stesse impressioni positive che avete espresso, con un bonus relativo al fatto che (forse) per motivi anagrafici, ho avuto un punto di osservazione più diretto soprattutto per quel che riguarda i contorni della vicenda di Tito Sella. :aureola:
Aggiungo un dato stilistico-semiotico, rivolto ai due diversi piani temporali e narrativi, e cioè la questione del racconto dentro il racconto, precisando che sono ancora indeciso se porlo tra le "furbate" del romanzo, e comunque tra gli aspetti positivi dell'opera.
Devo dire che inizialmente ero rimasto un po' spiazzato dal cambio di narratore nel capitolo centrale del romanzo, quello intitolato "La Fantasima".
(Il "narratore": punto nodale di ogni analisi testuale. Chi cazzu è, perché mi racconta questa storia, e soprattutto come cazzu fa a sapere quello che sta raccontando? :diavoletto: )
Con un po' di disappunto, mi chiedevo quindi: "ma se sta analizzando le carte pubbliche e private del terrorista/scrittore, come fa a conoscere i dialoghi tra i sodali, lo sviluppo delle loro relazioni, ecc.?"
Pian piano, ho cominciato a sperare che il titolo del capitolo non fosse casuale, e che la vicenda narrata, pur in presenza di documentazione e fatti reali a cui attingere, fosse semplicemente un'opera di "fiction". Speranza confermata poco dopo la ripresa della narrazione in prima persona.
Sperando non sia uno spoiler per chi volesse leggere il romanzo: il testo introvabile di Sella quindi era semplicemente una bufala, almeno così parrebbe, e ci pensa il nostro eroe a scriverlo in sua vece, assumendo, come da narrativa classica, il ruolo di "narratore onniscente", con la plausibile scusa di sostituirsi a chi la storia la conosceva bene, e avrebbe potuto narrarla in prima persona, con la dovizia di particolari di cui sopra.

Il dubbio per me ora è: "ho fatto troppo la punta ai genitali maschili, visto che comunque questa confessione è rintracciabile in alcuni passaggi?" :diavoletto:

PS: la "sorpresa" finale è pure intuibile, qualche pagina prima dell'effettiva dimostrazione. Sono fortemente tentato comunque di procurarmi anche l'opera prima di Ferrari, "La quarta versione di Giuda"... ;)
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Bitossi ha scritto: giovedì 15 maggio 2025, 14:02 . Sono fortemente tentato comunque di procurarmi anche l'opera prima di Ferrari, "La quarta versione di Giuda"... ;)
Volendo è su Audible
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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Bitossi ha scritto: giovedì 15 maggio 2025, 14:02
PS: la "sorpresa" finale è pure intuibile, qualche pagina prima dell'effettiva dimostrazione.
Alcuni lettori l'hanno intuita a metà libro, mentre io pur avendo capito che qualcosa non andava (se vuoi ti dico in privato cosa) l'ho capita come te poche pagine prima della rivelazione

Pure io voglio leggere l'altro libro, la quarta versione di Giuda. Me lo sono procurato. Ora sto leggendo un libro molto bello ma anche molto lento, L'uomo di fumo, scritto da un poeta Canadese
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Sto ascoltando su Audible Il giorno dell'ape di Paul Murray, uno dei casi letterali del momento. E boh, a me sembra una robetta vietata ai maggiori di 14.
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Lo stava leggendo una delle mie due guru dei libri, devo chiederle se lo ha finito e se le e' piaciuto
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Trullo ha scritto: venerdì 16 maggio 2025, 11:01 Lo stava leggendo una delle mie due guru dei libri, devo chiederle se lo ha finito e se le e' piaciuto
Le tue guru sono personaggi pubblici o conoscenze private?
Nel primo caso caso segnalarmele che le seguo anch'io
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Anche lei ha espresso perplessita'
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bicycleran ha scritto: venerdì 16 maggio 2025, 11:30 Le tue guru sono personaggi pubblici o conoscenze private?
Conoscenze private
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Re: Letteratura: cosa leggete? vi piace?

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Steven Price, L’uomo di fumo
Un monumentale romanzo contemporaneo ambientato in epoca vittoriana, che mescola thriller, romanzo storico e romanzo psicologico, scritto (letteralmente) da un poeta. Il canadese Steven Price infatti è noto non solo per i suoi romanzi ma anche per le sue raccolte di poesie.
Lo stile, molto personale (non usa le virgolette nei dialoghi, ma il discorso diretto libero, come peraltro altri autori contemporanei, da McCarty a Saramago), risulta piacevole anche per la cura di usare descrizioni minuziose ricche di vocaboli desueti, ma adatti al contesto cosi lontano nel tempo e nello spazio (favoriti, gibus, redingote…). I colpi di scena arrivano al momento giusto e non sono né troppo scontati né troppo assurdi, regalando al lettore il piacere di immergersi in una storia coinvolgente ma mai sopra le righe.
I protagonisti sono William Pinkerton, figlio maggiore del fondatore dell’omonima agenzia investigativa. E Adam Foole, misterioso avventuriero nato da padre inglese e madre indiana, che incontriamo per la prima volta in arrivo in Inghilterra proveniente dagli Stati Uniti, viaggiando con una bambina di dieci anni, sua figlia
Ecco, per darvi un’idea dello stile, le descrizioni dei due personaggi

“I baffi neri li portava lunghi come un bandito, il pollice destro lo uncinava al fianco, dove avrebbe dovuto penzolare una Colt Navy. Non aveva ancora quarant’anni, ma col freddo umido il ginocchio sinistro già gli si bloccava, per via di una granata dei confederati che s’era beccato alla battaglia di Antietam. Allora di anni ne aveva sedici, e la palletta di uno shrapnel gli era uscita dal ginocchio come un pezzo d’osso in più, mentre tutt’intorno si sollevavano spruzzi di terra. Da quel giorno avevano provato a farlo secco due volte e due volte era calato come uno spettro vendicatore sui suoi aspiranti assassini. Aveva ucciso ventitré uomini e un ragazzo, tutti banditi, e solo la morte del ragazzo non lo affliggeva.”

“I suoi occhi rilucevano anche a luce spenta, come gli occhi di un gatto. Erano violetti e duri come ametiste e amavano il buio. I favoriti li spuntava con cura, ma già da tempo il loro nero corvino si era screziato di bianco. Durante quel brutto viaggio, anche quando tirava aria di burrasca, se n’era stato seduto nel fumoir del piroscafo Aurania, a sfogliare le pagine stirate del Times. Alla gente facoltosa si era mostrato così, e solo così. La sua pelle brunita spiccava sui candidi colletti inamidati, aveva le dita lunghe. Vestiva costosi abiti di sartoria e poteva passare per un gioielliere o un industriale di ritorno da Bombay, ma in verità navigava in cattive acque e prima di accavallare le gambe stava sempre attento a pizzicarsi leggermente i pantaloni sulla coscia, per paura che si sciupassero.”

William e Adam sono tutti e due in Inghilterra sulla scia di una misteriosa donna, Charlotte. Per William, è il suo collegamento con la sua nemesi, l’ossessione di una vita, Shade, l’uomo di fumo del titolo, misterioso criminale che sfuggì al padre e che per William costituisce quasi lo scopo principale dell’esistenza, come il colombre di quel racconto di Buzzati. Mentre per Adam, lo scoprirete leggendo.
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Ho finito da poco "Male a Est" di Andreea Simionel, ItaloSvevo edizioni.

L'autrice è nata in Romania e arrivata a Torino da ragazzina, il libro è in parte autobiografico.
Consigliatissimo sia per la scrittura che per il contenuto; un romanzo che parla di inclusione e integrazione, di radici abbandonate, di una lingua da costruire, della ricerca di un (impossibile?) equilibro tra quanto occorre abbondare per essere accettati e quanto è indispensabile mantenere delle proprie origini.
Nessuna traccia di retorica, nessuno stereotipo.
Splendida la figura della migliore amica della protagonista (che non a caso nel libro ha il nome dell'autrice), così come di gran livello le descrizioni dell'Italia vista dalla Romania e - viceversa - il ricordo del paese natale quando arriva qua.
Commovente il passaggio in cui la protagonista smette di spiegare come si pronuncia il suo nome, stufa degli errori degli altri.
"“Non sto cambiando il mio nome. E’ che dopo un po’ non ha più senso difenderlo. Lo lasci andare, a bordo della barca a vela delle lingue degli altri.”

Una vera, bella, sorpresa.
"la mente è come il paracadute, funziona solo se si apre" A. Einstein
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Interessante, lo cerco
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Re: Letteratura: cosa leggete? vi piace?

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bicycleran ha scritto: venerdì 16 maggio 2025, 9:49 Sto ascoltando su Audible Il giorno dell'ape di Paul Murray, uno dei casi letterali del momento. E boh, a me sembra una robetta vietata ai maggiori di 14.
Finito dopo quasi un mese. Francamente, nonostante l'ambizione di una struttura polifonica a spirale e con l'alternanza tra passato e presente, i singoli capitoli sembrano scritti dall'AI. Mai una raffinatezza, uno scarto sintattico, uno sforzo poetico. Assurdo che abbia vinto lo Strega Europeo, anche perché tra i finalisti c'era Cartarescu, che può piacere o no, ma che è decisamente più "alto".
Ora inizierò un altro best seller: Intermezzo di Sally Rooney. Aspettative bassine, ma si legge anche per cultura.
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Seicho Matsumoto, Tokyo Express
“Che libro straordinario / l'orario ferroviario! / Ci sono dentro tutte le stazioni, / tutti i treni con tutti i vagoni, / con tutte le fermate / obbligate:
di ogni treno ti sa dire / a che ora deve partire, / a che ora arriverà / e di dove passerà.
Che uomo straordinario / quello che ha scritto l'orario! / Poco ma sicuro, / conosce il futuro / molto, molto di più / dei profeti del tempo che fu.”
Un giallo / noir ambientato nel Giappone del grande boom economico degli anni 50, che ci ricorda molto da vicino il nostro paese con i suoi intrecci fra lo sviluppo tumultuoso e la corruzione dell’apparato statale. Tuttavia, l’etica è profondamente diversa e, in ossequio al senso d’onore tradizionale dei giapponesi, un giovane funzionario, di fronte al suo possibile coinvolgimento in uno scandalo, si suicida su una spiaggia di una cittadina di provincia, insieme alla sua compagna.
Almeno, questo è il punto di partenza della storia, al quale però un detective particolarmente perspicace trova una serie di punti deboli o non spiegati, e con una perseveranza degna del tenente Colombo scioglie i piccoli nodi irrisolti fino a un disvelamento che, pur non del tutto sorprendente, ribalta le convinzioni iniziali.
Ma il vero protagonista del romanzo sono le ferrovie nipponiche, il cui orario (come descritto anche dalla poesia di Rodari con cui ho aperto la recensione) fa da filo conduttore alla storia permettendo di scoprire gli spostamenti delle due vittime e degli altri personaggi coinvolti. Naturalmente, la trama gialla non si ferma al gioco intellettuale di scoprire lo svolgimento dei fatti, ma suscita pensieri e riflessioni sulle contraddizioni dello sviluppo economico, il contrasto fra il progresso rappresentato dai treni che uniscono velocemente e in modo efficace le varie parti di questo enorme paese, e le meschinità degli uomini che hanno realizzato questo progresso.
Riflessioni che non si esauriscono nella situazione giapponese degli anni 50
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Re: Letteratura: cosa leggete? vi piace?

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Diego Pitea, Qualcuno mi uccida
“«Cerca di immaginarti la situazione: l’assassino ha il veleno e si avvicina al vassoio, fa per versarlo, ma si blocca; c’è qualcosa che non aveva previsto: le tazze sono due e identiche. Capisci? Identiche. Mi sembra di diventare pazzo. Ho dato loro solo un’occhiata, ma ti assicuro che non hanno segni distintivi e anche Fausta mi ha confermato che provengono dallo stesso servizio. A questo punto avviene l’inspiegabile: l’assassino versa ugualmente in una delle tazze il veleno e se ne va». Si passò una mano sulla nuca, mentre con l’altra attaccava e staccava i Lego. «Questo caso sancirà la mia morte, lo so.»”
Per gli appassionati di giallo classico, è bello trovare in storie scritte e ambientate ai nostri giorni temi ed elementi comuni agli autori della golden age, ma attualizzati nella trama e nello stile. Mi vengono in mente, senza voler essere esaustivo, Galbraith, Martinez, Horowitz, Luceri, la Hallett. Insieme a questi, forse più numerosi, quelli che dicono di voler omaggiare la golden age, ma lo fanno con prodotti scadenti e poco verosimili.
Ecco, con questo romanzo Pitea conferma di appartenere alla prima categoria. Questa avventura, quarta per pubblicazione, ma completamente autonoma dalle altre così da poter essere letta da sola, ha alcuni punti di forza interessanti. Dale, il detective, rimane relativamente in ombra, come (secondo me) è giusto che sia in un giallo, per lasciare lo spazio ai personaggi. In particolare, viene riproposto il personaggio, christiano e queeniano, del patriarca che si è fatto da solo e diventato vecchio crede di vedere i suoi eredi come inetti e ingrati, aggiornato in modo da risultare credibile in una realtà italiana contemporanea. Viene introdotto un mistero legato a come viene somministrato il veleno (vedi la citazione iniziale) come spesso avviene nei classici. Viene inoltre introdotto un personaggio nuovo, Darius Dale, fratello di Richard, che permette di ricreare la dinamica a due dell’indagine, non come una figura ingenua alla Watson o Hastings ma come una nella quale il lettore si identifica volentieri per intelligenza e buonsenso, la spalla non idiota, come Flambeau o Goodwin per i classici (o l’anonimo ricercatore argentino scelto da Martinez come compagno di indagini per Seldom, oppure come Robin Ellacott per Cormoran Strike, per fare qualche esempio contemporaneo)
Un altro elemento che ho apprezzato moltissimo riguarda la sfida al lettore. Qui la troviamo, non nella forma classica alla Queen o Berkeley (adottata per esempio anche da molti giapponesi negli anni 70 e 80, basti pensare a Gli omicidi dello zodiaco o I delitti della casa decagonale) ma in una forma più moderna, simile a quella che usa Galbraith
“Quando ebbe finito, Doriana tornò a prenderli e gli raccontò cosa aveva scoperto. Richard si adagiò in macchina e si rannicchiò sul sedile come faceva da bambino quando tutta la famiglia partiva per un viaggio. Era pervaso da un’euforia che non riusciva a contenere; come un puzzle, tutte le tessere si erano incastrate in modo perfetto e la verità era saltata fuori inequivocabile.”
Sono proprio le parole che il lettore attento spera di leggere, per interrompere la lettura e riflettere sugli indizi raccolti fino a quel momento e provare a fare le sue ipotesi.
Anche la soluzione riecheggia, adattata alla realtà odierna, una situazione più volte esplorata nella narrativa gialla, creando nel lettore un piacevole senso di familiarità, ma al tempo stesso di soddisfazione per la scelta, anche se non particolarmente originale, nemmeno troppo scontata. E come dico spesso meglio una soluzione credibile (naturalmente, nel consueto contesto di sospensione di incredulità proprio di un romanzo giallo a enigma, dove non si pretende, giustamente, il realismo assoluto) anche se magari ispirata a qualcosa di già visto (possibilmente, come qui, combinando elementi noti ma aggiungendo un piccolo tocco originale), rispetto a una soluzione creativa ma palesemente irreale (e qui sto immaginando una persona in particolare che sta lanciando il libro durante una crisi isterica).
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Re: Letteratura: cosa leggete? vi piace?

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Lettura in corso:Il maestro e Margherita
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Trullo ha scritto: domenica 1 giugno 2025, 23:52 Lettura in corso:Il maestro e Margherita
by Gimbatbu

Notevole mattone, sopravvalutato, all' epoca godette di una critica mainstream plebiscitaria. Col tempo ha avuto un ridimensionamento. Notevole di menzione la collocazione temporale nella quale venne alla luce. Più geniale, secondo me, dello stesso autore Cuore di cane, meno divagazioni più sostanza. Ennesimo esempio della dicotomia tra ucraini e russi.
Sono curioso di conoscere il tuo parere
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Trullo ha scritto: domenica 1 giugno 2025, 23:52 Lettura in corso:Il maestro e Margherita
Una delle letture più entusiasmanti della mia vita. Avevo provato al liceo, ma l'ho abbandonato. Poi l'ho affrontato forse a 25 anni ed è stato un grande amore. Oggi non so se lo apprezzerei ugualmente, ma credo di sì. Ho provato altri di Bulgakov ma sono diversi, più strettamente fantascientifici e meno nelle mie corde.
Sul Maestro e Margherita ci sono in rete dei bei commenti Barbero, che si commuove quando racconta.
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Re: Letteratura: cosa leggete? vi piace?

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Preferisco gustarlo così e approfondire con i commenti dopo averlo finito, anche se mi lascia una sensazione di non riuscire a cogliere tutti i riferimenti
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Re: Letteratura: cosa leggete? vi piace?

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Di bulgakov consiglio anche, se già non lo conoscete, memorie di un giovane medico, raccolta di racconti tragicomici (e largamente autobiografici) su un neolaureato della bella società moscovita che come primo impiego accetta di andare a esercitare in un posto sperduto nella steppa.
(ne è stata tratta una serie bbc con daniel ratcliffe e iosh hamm che pure ho trovato molto valida)
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Re: Letteratura: cosa leggete? vi piace?

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lemond ha scritto: lunedì 2 giugno 2025, 7:45
Trullo ha scritto: domenica 1 giugno 2025, 23:52 Lettura in corso:Il maestro e Margherita
by Gimbatbu

Notevole mattone, sopravvalutato, all' epoca godette di una critica mainstream plebiscitaria. Col tempo ha avuto un ridimensionamento. Notevole di menzione la collocazione temporale nella quale venne alla luce. Più geniale, secondo me, dello stesso autore Cuore di cane, meno divagazioni più sostanza. Ennesimo esempio della dicotomia tra ucraini e russi.
Sono curioso di conoscere il tuo parere
Usti, se mi chiedessero su due piedi qual è il mio romanzo preferito, credo che in modo quasi istintivo nominerei proprio Il Maestro e Margherita! :D
Anch'io, dopo una veloce lettura ai tempi del liceo, fatta quasi per dovere, attraverso la quale non avevo colto probabilmente nemmeno un decimo dei rimandi/citazioni/omaggi presenti nell'opera, né il "nocciolo" significativo della narrazione, ho dovuto rileggerlo in età più matura.
Arrivando in pratica a considerarlo "IL" romanzo per eccellenza, almeno nella concezione per me ancora valida, di opera "totale", capace cioè di far coesistere magistralmente più piani narrativi e semantici, a livello sia spaziale sia temporale.
Non lo definirei neppure un mattone: anzi, le avventure dell'allegra compagnia demoniaca a Mosca ricordo mi avessero divertito alquanto, e la chiave satirica piuttosto azzeccata (e coraggiosa, mi pare di poter aggiungere).
Certo, l'altro "piano" ha velocità diverse, e conferma comunque un pessimismo di fondo quasi disperato.

(Ucraini e Russi? Bulgakov era di famiglia russa ed ortodossa, come noto, quindi la sua nascita ucraina più che altro lo aveva danneggiato, essendo egli stato considerato per lungo tempo un "provinciale", dalla snobistica intellighentia moscovita... ;) )

PS: ho qualche vaga memoria anche del film con Ugo Tognazzi, che ovviamente va considerato opera a parte. Se ben ricordo c'era un bel mischione tra la trama del romanzo del Maestro e la farsa di magia nera dei diavolacci, ma andrebbe rivisto. C'è su Amazon Prime; (forse) lo rivedrò.
Ma, attenzione, pare che il romanzo abbia ispirato (con lo stesso titolo) anche un altro film, stavolta prodotto in Russia (quello con Tognazzi era una co-produzione italo-jugoslava), terminato nel 2021 ma presentato solo nel 2024, che dovrebbe uscire in Italia nelle prossime settimane. :uhm:
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dietzen ha scritto: lunedì 2 giugno 2025, 14:28 Di bulgakov consiglio anche, se già non lo conoscete, memorie di un giovane medico, raccolta di racconti tragicomici (e largamente autobiografici) su un neolaureato della bella società moscovita che come primo impiego accetta di andare a esercitare in un posto sperduto nella steppa.
(ne è stata tratta una serie bbc con daniel ratcliffe e iosh hamm che pure ho trovato molto valida)
Consiglio pure io, il giovane Misa in effetti esercitò la professione di medico.
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Ecco, a chi si straccia le vesti per Il giorno dell'ape consiglierei di leggere subito dopo un "mattone" del passato, come può essere quello di Bulgakov. Io avevo concluso da poco David Copperfield e L'uomo che ride e il confronto è impietoso in termini di cultura e linguaggio.
I contemporanei o sono in grado di reggere il confronto o devono scegliere strade nuove rispetto alla saga familiare di 600 pagine.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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bicycleran ha scritto: martedì 3 giugno 2025, 8:58 Ecco, a chi si straccia le vesti per Il giorno dell'ape consiglierei di leggere subito dopo un "mattone" del passato, come può essere quello di Bulgakov. Io avevo concluso da poco David Copperfield e L'uomo che ride e il confronto è impietoso in termini di cultura e linguaggio.
I contemporanei o sono in grado di reggere il confronto o devono scegliere strade nuove rispetto alla saga familiare di 600 pagine.
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Di tutti i libri contemporanei letti negli ultimi anni posso accostare ai cosidetti mattoni del passato soltanto Patria. Ci sono anche buoni libri, soprattutto quelli di Marias, ma per reggere il confronto devi avere anche la consistenza. Come diceva Pozzetto: è come nel ciclismo... Puoi pure vincere una Classica, ma lo spessore del campione si vede nei GT...
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@GimBatBu Dove passa per te il confine fra classici e contemporanei? 1975?

@bicycleran Per quello che sto vedendo Bulgakov sia stilisticamente sia per contenuti è più vicino a noi di quanto lo sia agli autori ottocenteschi
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)

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lemond ha scritto: martedì 3 giugno 2025, 9:39
bicycleran ha scritto: martedì 3 giugno 2025, 8:58 Ecco, a chi si straccia le vesti per Il giorno dell'ape consiglierei di leggere subito dopo un "mattone" del passato, come può essere quello di Bulgakov. Io avevo concluso da poco David Copperfield e L'uomo che ride e il confronto è impietoso in termini di cultura e linguaggio.
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Di tutti i libri contemporanei letti negli ultimi anni posso accostare ai cosidetti mattoni del passato soltanto Patria. Ci sono anche buoni libri, soprattutto quelli di Marias, ma per reggere il confronto devi avere anche la consistenza. Come diceva Pozzetto: è come nel ciclismo... Puoi pure vincere una Classica, ma lo spessore del campione si vede nei GT...
Marias fa una ricerca formale diversa, ne Il tuo volto domani ci sono periodi lunghi pagine e pagine. Negli ultimi romanzi smussa questo estremismo, ma la digressione interminabile, il filosofeggiare sul significato delle azioni e soprattuto delle parole, restano le sue cifre.

Paul Murray vuole essere post-moderno nella struttura, ma manca appunto di sostanza.

Un romanzone simile ai classici che mi era piaciuto molto è Libertà, l'unico che ho letto di Franzen.

Poi ci sono i simil-feuilleton alla Ferrante.
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Trullo ha scritto: martedì 3 giugno 2025, 10:16 @GimBatBu Dove passa per te il confine fra classici e contemporanei? 1975?

@bicycleran Per quello che sto vedendo Bulgakov sia stilisticamente sia per contenuti è più vicino a noi di quanto lo sia agli autori ottocenteschi
E non hai torto.
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Trullo ha scritto: martedì 3 giugno 2025, 10:16 @GimBatBu Dove passa per te il confine fra classici e contemporanei? 1975?

@bicycleran Per quello che sto vedendo Bulgakov sia stilisticamente sia per contenuti è più vicino a noi di quanto lo sia agli autori ottocenteschi
Un po' stiracchiato per comprendere anche Italo Calvino ed Elsa Morante per l' Italia. Metà anni 70 è il limite che mi pongo. Sugli stranieri non sono molto ferrato sui contemporanei, diciamo che gli anglosassoni li considero fino a Fitzgerald, Fante, Hemingway, il dopoguerra mi lascia abbastanza insensibile, per me il capolavoro del dopoguerra oltre a qualche supernova di Celine, Grass e Camus rimane Vita e destino di Grossman capolavoro degno dei grandi russi. Riguardo Bulgakov consiglio un geniale autore italiano Antonio Moresco. Spesso le sue trame raggiungono vette di fantasia, creatività, magico nonsense degni dell' autore del Maestro e Margherita. Per chi fosse interessato consiglio Gli esordi
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Grazie per il consiglio su Moresco, che non conoscevo

Tra gli autori dal 75 in avanti che hanno la stessa profondita' dei classici deli primi tre quarti del novecento, mi vengono in mente Murakami, DeLillo, Auster, Saramago, Ishiguro. Personalmente ci metto pure la Ferrante, non è solo feuilleton (e se lo è lo erano anche i classici ottocenteschi di Dickens o Hugo o Dumas). Probabilmente anche la Kang e Carrere, se andando avanti a leggere mi daranno le stesse impressioni delle loro uniche opere che ho letto

Io personalmente non vedo un grosso stacco fra i classici del novecento e gli autori di qualita'di adesso (per dirne una, Markley ha tutto per essere il nuovo Roth), mentre lo vedo molto di piu, come commentavo prima, fra ottocento e novecento, proprio a livello stilistico e di tematiche. Confesso la mia relativa ignoranza, ma ho letto relativamente poco (e quando l'ho fatto di recente l'ho fatto più spesso nei gruppi di lettura, come con Madame Bovery o Orgolio e Pregiudizio) dei classici dell'ottocento, che mi attirano meno e coi quali faccio molra piu fatrica rispetto al novecento
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Trullo ha scritto: martedì 3 giugno 2025, 13:14 Grazie per il consiglio su Moresco, che non conoscevo

Tra gli autori dal 75 in avanti che hanno la stessa profondita' dei classici deli primi tre quarti del novecento, mi vengono in mente Murakami, DeLillo, Auster, Saramago, Ishiguro. Personalmente ci metto pure la Ferrante, non è solo feuilleton (e se lo è lo erano anche i classici ottocenteschi di Dickens o Hugo o Dumas). Probabilmente anche la Kang e Carrere, se andando avanti a leggere mi daranno le stesse impressioni delle loro uniche opere che ho letto

Io personalmente non vedo un grosso stacco fra i classici del novecento e gli autori di qualita'di adesso (per dirne una, Markley ha tutto per essere il nuovo Roth), mentre lo vedo molto di piu, come commentavo prima, fra ottocento e novecento, proprio a livello stilistico e di tematiche. Confesso la mia relativa ignoranza, ma ho letto relativamente poco (e quando l'ho fatto di recente l'ho fatto più spesso nei gruppi di lettura, come con Madame Bovery o Orgolio e Pregiudizio) dei classici dell'ottocento, che mi attirano meno e coi quali faccio molra piu fatrica rispetto al novecento
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La letteratura dell' 800 e anche la precedente ha una contraddizione intrinseca in quanto molte opere uscivano a puntate sui giornali dell' epoca. Il libro in quanto tale era destinato veramente a pochissimi e quindi spesso faceva gioco agli autori allungare il brodo per motivi di cassetta. Ciò non toglie che tutt' ora restiamo stupiti dalla modernità, dall' accuratezza di tanti autori dell' epoca. Penso a Swift, Sterne, Hugo, Flaubert, il nostro Manzoni a volte giudicato con sufficienza, in realtà autore a cui dobbiamo gran parte dell' italiano che parliamo oggi. Certo l' apparizione dei russi trasporta l' 800 in una dimensione assoluta e non solo per i due mostri sacri, ma anche per altri, Gogol, Turgenev ecc. Psicanalisi, politica, storia, quello che adesso chiamiamo il sociale sono presenti in veste per l' epoca inedita nelle loro opere. Tutto il 900 è la continuazione delle loro tematiche.
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Trullo ha scritto: martedì 3 giugno 2025, 10:16 @GimBatBu Dove passa per te il confine fra classici e contemporanei? 1975?
A me interessa la risposta a questa domanda per quanto riguarda la musica. A noi sembra totalmente ovvio che Katy Perry e Wagner sono due cose completamente diverse, mentre Wagner e Bach tutto sommato possono stare nello stesso calderone. Ma arriverà un momento nel futuro in cui si faranno categorie diverse? In fondo ci sono dei punti in cui Wagner è molto più vicino alla nostra musica pop che al barocco. Voi qui giustamente la contemporaneità la definite su un criterio "mobile", invece nella musica un punto di rottura fisso tra la musica classica e quella moderna noi ce l'abbiamo in testa, magari non sarà un anno preciso (Stravinsky è morto nell'anno di Imagine, quindi la confusione è lecita) ma tra strumenti utilizzati, stile compositivo, modalità di riproduzione (anche proprio nel senso di luoghi in cui la musica viene riprodotta) credo sia possibile fare una distinzione netta. Sono curioso di sapere se nel futuro questa distinzione verrà appiattita da una rivoluzione ancora più grande
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Cari membri del consiglio direttivo @PulitzerPrizes,
Mi chiamo Emily Damari. Sono stata tenuta in ostaggio a Gaza per oltre 500 giorni.
La mattina del 7 ottobre, ero a casa nel mio piccolo monolocale nel kibbutz Kfar Aza quando i terroristi di Hamas hanno fatto irruzione, mi hanno sparato e mi hanno trascinata oltre il confine, a Gaza. Ero una dei 251 uomini, donne, bambini e anziani rapiti quel giorno dai loro letti, dalle loro case e da un festival musicale.
Per quasi 500 giorni ho vissuto nel terrore. Sono stata affamata, maltrattata e trattata come se fossi meno che umana. Ho visto amici soffrire. Ho visto la speranza offuscarsi. E anche ora, dopo essere tornata a casa, porto con me quell'oscurità, perché i miei migliori amici, Gali e Ziv Berman, sono ancora detenuti nei tunnel del terrore di Hamas.
Quindi immaginate il mio shock e il mio dolore quando ho saputo che avete assegnato il Premio Pulitzer a Mosab Abu Toha.
Quest'uomo, a gennaio, ha messo in dubbio la mia stessa prigionia. Ha pubblicato un post su Facebook e ha chiesto: "Come diavolo è possibile che questa ragazza venga chiamata ostaggio?". Ha negato l'omicidio della famiglia Bibas. Ha messo in dubbio che Agam Berger fosse davvero un ostaggio. Questi non sono giochi di parole: sono vere e proprie negazioni di atrocità documentate.
Affermate di onorare il giornalismo che difende la verità, la democrazia e la dignità umana. Eppure avete scelto di dare voce a una voce che nega la verità, cancella le vittime e profana la memoria delle vittime assassinate.
Non capite cosa significa? Mosab Abu Toha non è uno scrittore coraggioso. È l'equivalente moderno di un negazionista dell'Olocausto. E onorandolo, vi siete uniti a lui nell'ombra del negazionismo.
Questa non è una questione politica. Questa è una questione di umanità. E oggi avete fallito.
@EmilyDamari1
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Re: Letteratura: cosa leggete? vi piace?

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Michail Afanasevic Bulgakov, Il maestro e Margherita
Non so se ricordate, ne La ricreazione è finita, il passaggio in cui uno dei personaggi (che ho odiato, ma per altri aspetti) faceva questa considerazione
«E infatti secondo me è una perversione, questa di scrivere solo per i letterati studiati. Omero lo capivano tutti... Dante sembrava perfino sciatto, perché usava il volgare... le opere di Shakespeare le andavano a vedere anche gli analfabeti... Cervantes ha scritto un bestseller... Delitto e castigo usciva a puntate come un romanzo d’appendice. Poi a un certo punto hanno deciso che la letteratura doveva essere roba da intellettuali. E allora è diventata una roba borghese e masturbatoria»
Dopo aver letto questo romanzo di Bulgakov mi sono convinto che il personaggio del romanzo di Ferrari parlasse proprio de Il maestro e Margherita.
Ho notato infatti una complessità della trama e una sensazione di non riuscire a cogliere appieno tutti i riferimenti e rimandi, che sono decisamente fuori dal comune. Lo stile frizzante e la bizzarria delle vicende narrate nella prima parte mi hanno affascinato, ma procedendo con la lettura ho visto via via evolvere la storia al di fuori della mia capacità di seguirla e comprenderla in modo sufficiente da poterla gustare appieno.
So che per generazioni di lettori questo è stato ed è “il romanzo” per antonomasia. Forse semplicemente mi sono mancate sia la cultura di base che mi permette di comprendere le allegorie e i riferimenti, che magari venivano più facili a chi ha vissuto in quell’epoca, sia la pazienza e il desiderio di andarmi a cercare di approfondire ciò che non comprendevo (cosa che ho pure, abbastanza inutilmente, tentato di fare) . O forse, chissà, il gusto è semplicemente qualcosa di troppo difficile da razionalizzare e spiegare
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)

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Trullo ha scritto: sabato 14 giugno 2025, 13:44 Michail Afanasevic Bulgakov, Il maestro e Margherita
Non so se ricordate, ne La ricreazione è finita, il passaggio in cui uno dei personaggi (che ho odiato, ma per altri aspetti) faceva questa considerazione
«E infatti secondo me è una perversione, questa di scrivere solo per i letterati studiati. Omero lo capivano tutti... Dante sembrava perfino sciatto, perché usava il volgare... le opere di Shakespeare le andavano a vedere anche gli analfabeti... Cervantes ha scritto un bestseller... Delitto e castigo usciva a puntate come un romanzo d’appendice. Poi a un certo punto hanno deciso che la letteratura doveva essere roba da intellettuali. E allora è diventata una roba borghese e masturbatoria»
Dopo aver letto questo romanzo di Bulgakov mi sono convinto che il personaggio del romanzo di Ferrari parlasse proprio de Il maestro e Margherita.
Ho notato infatti una complessità della trama e una sensazione di non riuscire a cogliere appieno tutti i riferimenti e rimandi, che sono decisamente fuori dal comune. Lo stile frizzante e la bizzarria delle vicende narrate nella prima parte mi hanno affascinato, ma procedendo con la lettura ho visto via via evolvere la storia al di fuori della mia capacità di seguirla e comprenderla in modo sufficiente da poterla gustare appieno.
So che per generazioni di lettori questo è stato ed è “il romanzo” per antonomasia. Forse semplicemente mi sono mancate sia la cultura di base che mi permette di comprendere le allegorie e i riferimenti, che magari venivano più facili a chi ha vissuto in quell’epoca, sia la pazienza e il desiderio di andarmi a cercare di approfondire ciò che non comprendevo (cosa che ho pure, abbastanza inutilmente, tentato di fare) . O forse, chissà, il gusto è semplicemente qualcosa di troppo difficile da razionalizzare e spiegare
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Apprezzo la sincerità e la chiarezza della tua recensione e mi riconosco in molti passaggi. La grandezza di alcuni autori a volte è anche paradossalmente il loro limite. Joyce scrivendo il suo Ulisse con malcelata malizia asseriva che cent' anni dopo si sarebbero ancora interrogati sul significato della sua opera. Tanto per dire l' ho letto tre volte e, pur rimanendo affascinato dal suo stile unico e inimitabile, non mi si è assolutamente palesato nel suo significato. Sfido chiunque, qualsiasi cervellone, a spiegarmi L' uomo senza qualità di Musil o La montagna incantata di Mann, penso sia impresa impossibile. Sono libri che vanno presi così, intuisci l' eccellenza, ma restano su un livello non completamente raggiungibile. Parafrasando il detto economico " troppo grande per fallire" si potrebbe definire Bulgakov e compagnia " troppo bravo per raggiungerlo" (questo si può dire anche di Pogacar...).
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