Il nocciolo della questione può stare anche qui: stimolare la curiosità va bene, però occorre farlo bene e con la professionalità che il momento richiederebbe. Se lo scopo è raccontare aneddoti senza porsi il minimo dubbio della veridicità delle fonti o esponendole secondo il proprio sentire, allora non c'è necessariamente bisogno di Genovesi. Si può prendere una qualsiasi persona che abbia almeno una buona proprietà dialettica e capacità di sintesi e le si riserva quel ruolo nelle varie tappe.
Per me personalmente però il punto non sta lì. Il punto sta nel fatto che, tralasciando come il tutto si sovrappone anche agli spot, io vorrei realmente incantarmi ed emozionarmi nell'ascoltare certi racconti, voglio una persona che mi trasmetta il suo sapere e la sua passione e non, come accade il più delle volte, una declamazione degna dello strillone che ti annuncia la sagra della salsiccia in questo paese o quella del culatello in quello limitrofo. Perché in molti casi il tutto si riduce a quello. Poi è chiaro che ci siano quelli a cui Genovesi piace ed esprimano il loro apprezzamento. Forse però chi sostiene questo punto di vista non si chiede del tutto come mai si levino nei suoi confronti tante voci di dissenso. Non è un fatto di esprimersi per compiacere o dissentire dalla massa, è un fatto di capire se e come il tutto possa essere migliorabile, anche magari riservando a certe cose spazi alternativi nel corso della giornata o come eventualmente possano essere raccontati da altri, cronista principale in primis. Poi può benissimo essere che sia io ad avere aspettative troppo alte rispetto alla media e le mie critiche siano quindi inficiate da eccesso di perfezionismo. Un uomo di cultura però la cultura deve trasmettermela non grazie ad altri ma grazie a se stesso, su questo sono categorico.