Babylon ha scritto: ↑giovedì 10 luglio 2025, 8:15Ma tanto risponderà imperterrito che la metà di questi era soltanto buona, se non mediocre, e che molti sono stati mitizzati.
Esattamente, né è colpa mia se vengono mitizzati.
Si continua a non capire un concetto fondamentale o, peggio, lo si capisce benissimo ma solo quando fa comodo, vale a dire che oggi si corre molto di meno rispetto all'epoca di Merckx, per scelta precisa dei corridori e di chi li gestisce. Ogni giorno leggo lamentele infinite sul fatto che Vingegaard ha lo scatto e l'esplosività e vincerebbe chissà quante corse di un giorno se solo volesse, e che è una disgrazia il fatto che non vuole, e che la moglie non vuole e così via, e nessuno che fa il ragionamento contrario, che un Gimondi che oggi corresse quanto Roglic avrebbe vinto meno di lui. Eccetera.
Per parlare solo di Roglic e di Gimondi, e considerando che la strana carriera del primo inizia ad alti livelli dal 2018, quella di Gimondi dal 1965, noi vediamo che lo sloveno ha portato a termine 9 GT, vincendone 5 e non scendendo mai sotto il quarto posto. Gimondi ne ha terminati 20, pure con 5 vittorie, ed è sceso ben 7 volte sotto il quarto posto. Nelle Monumento, Roglic non va oltre 1 vittoria e un podio a fronte delle 4 vittorie di Gimondi + altri 6 podi, ma il nostro corridore ne ha dovute correre ben 44 per ottenere questo risultato, a fronte delle 7 corse dallo sloveno. Se io dovessi dire realmente quello che penso, direi che Roglic non è sullo stesso livello di Gimondi, ma è più forte, tanto è vero che ha conteso sino all'ultimo una vittoria al Tour a Pogacar, mentre Gimondi non si è mai avvicinato a fare questo con Merckx.
L'enorme differenza nel numero di gare disputate fra ieri e oggi ha tre importanti conseguenze sui corridori di una volta: la prima, palmares gonfiati, perché se corri sempre (e i professionisti veri sono pochi) prima o poi vinci, se corri poco e non ti chiami Pogacar devi sperare che il giorno in cui corri gli astri siano allineati. La seconda, correre tanto ha ridotto la durata delle carriere di molti corridori (che poi abbiano continuato a correre molti anni con scarsi risultati è un altro paio di maniche). I Dancelli, i Leman, per dire, hanno avuto 5-6 anni buoni, poi basta, anche se hanno corso per 10-15. La terza, anche corridori appena discreti hanno vinto molto e oggi si pensa che fossero fortissimi, quando la realtà è che un Dancelli, per dire, valeva poco più di un Ulissi. Oggi nessuno direbbe che Ulissi sia "avversario" di Pogacar, ma ogni tanto qualcuno guarda il palmares di Dancelli, vede la Sanremo, la Freccia, 11 tappe al Giro, qualche top 10 al Giro e
voilà, ecco che diventa "avversario" di Merckx.
Purtroppo se non si è vissuta quell'epoca non si capiscono tante cose. All'epoca, se dicevi che Dancelli/Rosiers, ma anche Godefroot/Bitossi erano "avversari" di Merckx, ti ridevano in faccia. "Avversari" erano considerati solo Gimondi, Ocana, Fuente e De Vlaeminck, stop, e tutti sapevano benissimo che Gimondi era molto meno forte del belga, Ocana, 1971 a parte, è sempre rimasto il sogno proibito, Fuente ha avuto tre Giri per battere Merckx, ci speravano tutti ma ha sempre fallito, e solo De Vlaeminck faceva un po' il vdP dell'epoca, ma nessuno diceva di lui quello che si dice oggi del nipote di Poulidor.
Piacerebbe anche a me essere giovane e sentenziare a forza di palmares e filmati d'epoca, ma pare che non sia possibile.