Noi e Israele: un caso di coscienza

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
Temujin
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Slegar ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 12:30
Temujin ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 12:03 Faccio una cosa che non mi piace fare, mi auto-quoto. Mesi fa avevo scritto questo. Scrissi che Israele avrebbe attaccato l'Iran ed è accaduto. Ieri il governo genocida di Israele ha annunciato di voler occupare tutta la Striscia di Gaza. Anche questo prevedibile secondo le basi ispiratrici del sionismo: "reconquista biblica", razzismo, deportazione, colonialismo. E nei decenni che verranno i colonialisti ultraortodossi (che fanno figli a grappolo) avranno un peso demografico (e politico) sempre maggiore. Va a sapere tu cos'altro vorranno rubare agli altri. C'è già chi parla di Amman e Damasco come future città ebraiche, il confine nord fino all'Awali in Libano (roba già scritta nei piani dei sionisti negli anni '30...), il Sinai e magari anche l'Egitto fino al Nilo. E perché no fino al Tigri e l'Eufrate. D'altronde la Bibbia non dice che Abramo veniva dall'attuale Iraq?
Dal Nilo all'Eufrate, c'è scritto nella Torah (-11:03):
https://www.la7.it/propagandalive/video ... 024-544360

In futuro potrebbero pure mettere in programma la distruzione totale di Roma a riparazione di quanto fatto dal 66 al 73 e.v.:
https://www.bnei.it/biblioteca/la-diaspora-ebraica/
Potrebbero tranquillamente bombardare tutta l'Italia che ci sarebbero molti "politici" e "opinionisti" pronti a dire "Israele ha diritto all'autodifesa". D'altronde l'unico attacco ad un'ambasciata mai effettuato in Italia fu compiuto proprio dai sionisti contro l'ambasciata britannica a Roma nel 1948. Nessun problema a comprare l'esplosivo da un gruppo di nazi-fascisti italiani.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Temujin ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 16:01
Slegar ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 12:30
Temujin ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 12:03 Faccio una cosa che non mi piace fare, mi auto-quoto. Mesi fa avevo scritto questo. Scrissi che Israele avrebbe attaccato l'Iran ed è accaduto. Ieri il governo genocida di Israele ha annunciato di voler occupare tutta la Striscia di Gaza. Anche questo prevedibile secondo le basi ispiratrici del sionismo: "reconquista biblica", razzismo, deportazione, colonialismo. E nei decenni che verranno i colonialisti ultraortodossi (che fanno figli a grappolo) avranno un peso demografico (e politico) sempre maggiore. Va a sapere tu cos'altro vorranno rubare agli altri. C'è già chi parla di Amman e Damasco come future città ebraiche, il confine nord fino all'Awali in Libano (roba già scritta nei piani dei sionisti negli anni '30...), il Sinai e magari anche l'Egitto fino al Nilo. E perché no fino al Tigri e l'Eufrate. D'altronde la Bibbia non dice che Abramo veniva dall'attuale Iraq?
Dal Nilo all'Eufrate, c'è scritto nella Torah (-11:03):
https://www.la7.it/propagandalive/video ... 024-544360

In futuro potrebbero pure mettere in programma la distruzione totale di Roma a riparazione di quanto fatto dal 66 al 73 e.v.:
https://www.bnei.it/biblioteca/la-diaspora-ebraica/
Potrebbero tranquillamente bombardare tutta l'Italia che ci sarebbero molti "politici" e "opinionisti" pronti a dire "Israele ha diritto all'autodifesa". D'altronde l'unico attacco ad un'ambasciata mai effettuato in Italia fu compiuto proprio dai sionisti contro l'ambasciata britannica a Roma nel 1948. Nessun problema a comprare l'esplosivo da un gruppo di nazi-fascisti italiani.
Più facile sia lo zio Vlad a bombardarci rispetto a Israele.
I giorni di Rabin e Arafat sono così lontani che pare non ci siano mai stati.
La novità è che Trump appoggia l'occupazione di Gaza. Nessun presidente USA che mi ricordi ha mai preso una posizione così folle.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Ultimo km ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 17:19 Più facile sia lo zio Vlad a bombardarci rispetto a Israele.
Tel Aviv -> Teheran = 1.750 km
Tel Aviv -> Roma = 2.250 km

500 km in più non penso siano un problema per i vettori che hanno bombardato Teheran, la bomba atomica ce l'hanno .......
Slegar ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 12:30
Dal Nilo all'Eufrate, c'è scritto nella Torah (-11:03):
https://www.la7.it/propagandalive/video ... 024-544360

In futuro potrebbero pure mettere in programma la distruzione totale di Roma a riparazione di quanto fatto dal 66 al 73 e.v.:
https://www.bnei.it/biblioteca/la-diaspora-ebraica/
Mi sono dimenticato dell'obiettivo più immediato: radere al suolo la moschea al-Aqsa ed erigere il "Tempio di Bibi" (o di Itmar, Bezael, Danielle o chi cavolo se lo intesterà).
Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, primo medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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Slegar ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 17:34
Ultimo km ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 17:19 Più facile sia lo zio Vlad a bombardarci rispetto a Israele.
Tel Aviv -> Teheran = 1.750 km
Tel Aviv -> Roma = 2.250 km

500 km in più non penso siano un problema per i vettori che hanno bombardato Teheran, la bomba atomica ce l'hanno .......
Slegar ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 12:30
Dal Nilo all'Eufrate, c'è scritto nella Torah (-11:03):
https://www.la7.it/propagandalive/video ... 024-544360

In futuro potrebbero pure mettere in programma la distruzione totale di Roma a riparazione di quanto fatto dal 66 al 73 e.v.:
https://www.bnei.it/biblioteca/la-diaspora-ebraica/
Mi sono dimenticato dell'obiettivo più immediato: radere al suolo la moschea al-Aqsa ed erigere il "Tempio di Bibi" (o di Itmar, Bezael, Danielle o chi cavolo se lo intesterà).
Non credo proprio che l'Italia sia un obiettivo per Israele.
Per il resto concordo.
Con il sostegno USA non ci sono più limiti per Israele.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Ultimo km ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 17:54 Non credo proprio che l'Italia sia un obiettivo per Israele.
Era un'assurdità, giusto per dire; poi i confini dell'idiozia umana sono inesplorati.
Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, primo medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Temujin ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 16:01 D'altronde l'unico attacco ad un'ambasciata mai effettuato in Italia fu compiuto proprio dai sionisti contro l'ambasciata britannica a Roma nel 1948.
Attacco che causo' solo feriti lievi, mentre in quattro attentati palestinesi sul suolo italiano o su obiettivi italiani morirono 47 civili (attentati che vengono di solito ignorati quando si commemorano le vittime del terrorismo)

Va detto (anche se sembra ovvio) che le intenzioni di Nethaniau e dei suoi alleati estremisti religiosi (annessione completa di Gaza e Cisgiorndania) sono folli, insensate e che allontanano dalla pace (e contrarie anche alla storia di sempre di Israele, dove appunto tranne minoranze che oggi sono al governo si è sempre propugnata una logica del "territori in cambio di pace" che sembrava essersi concretizzata negli anni 90 e che gli estremisti di entrambi i paesi hanno fatto fallire.

Mi pare però che i recenti sviluppi (https://static-cdn.toi-media.com/www/up ... cument.pdf) stiano portando a novità interessanti, con un documento per quanto generico che è condiviso dai paesi europei, dai principali paesi arabi e dalla Turchia, con una presa di posizione netta a favore della soluzione a due stati (che i nostri media hanno sbrigativamente sintetizzato in "la Francia riconosce lo stato palestinese" ma che è molto di più). Il piu grosso ostacolo a questa evoluzione sembra però essere lo storico alleato di Israele, il cui presidente pare sostenere la svolta, insensata, nella politica di Israele (che probabilmente con un presidente americano normale non ci sarebbe stata)
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)

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ciao boccaloni


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Suggerisco di modificare il nome del thread in "Il genocidio dei palestinesi: un caso di coscienza"
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 14:32 Suggerisco di modificare il nome del thread in "Il genocidio dei palestinesi: un caso di coscienza"
Il termine genocidio per me non è corretto e fuorviante.
Non vedo campi di sterminio,camere a gas o Einsatzgruppen a Gaza.
Il termine per me più giusto è strage.
La cosa più preoccupante della situazione è che questa strage non si potrà fermare fino a che Trump non dirà stop.
E non credo succederà.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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galliano ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 21:00 Veramente stare a discutere se siano meglio i democratici guerrafondai (coniugi Clinton & C) o Trump e i repubblicani è surreale.

Almeno Trump ha sponsorizzato una gara di ciclismo :P
E forse, FORSE, farebbe meno danni dei democratici all'Europa
Frase che letta oggi fa quantomeno sorridere.
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Ultimo km ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 17:58
Tranchée d'Arenberg ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 14:32 Suggerisco di modificare il nome del thread in "Il genocidio dei palestinesi: un caso di coscienza"
Il termine genocidio per me non è corretto e fuorviante.
Non vedo campi di sterminio,camere a gas o Einsatzgruppen a Gaza.
Il termine per me più giusto è strage.
La cosa più preoccupante della situazione è che questa strage non si potrà fermare fino a che Trump non dirà stop.
E non credo succederà.
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Treccani:
Genocidio:
Sistematica distruzione di una popolazione, una stirpe, una razza, una comunità religiosa.
Non c' è bisogno né di SS o di camere a gas. È sufficiente Nethaniau.
Ultima modifica di lemond il giovedì 7 agosto 2025, 18:33, modificato 1 volta in totale.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Dopo il 7 ottobre 2023 ero a favore della reazione israeliana contro i suoi nemici a Gaza e in Libano ma ora si è valicato ogni limite.
Mitragliare gente che si accalca per cercare di afferrare del cibo non corrisponde a fare la guerra ad Hamas.
È fare la guerra ai civili palestinesi.
È strage.
Ultima modifica di Ultimo km il giovedì 7 agosto 2025, 18:47, modificato 1 volta in totale.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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lemond ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 18:32
Ultimo km ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 17:58
Tranchée d'Arenberg ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 14:32 Suggerisco di modificare il nome del thread in "Il genocidio dei palestinesi: un caso di coscienza"
Il termine genocidio per me non è corretto e fuorviante.
Non vedo campi di sterminio,camere a gas o Einsatzgruppen a Gaza.
Il termine per me più giusto è strage.
La cosa più preoccupante della situazione è che questa strage non si potrà fermare fino a che Trump non dirà stop.
E non credo succederà.
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Treccani:
Genocidio:
Sistematica distruzione di una popolazione, una stirpe, una razza, una comunità religiosa.
Non c' è bisogno né di SS o di camere a gas. È sufficiente Nethaniau.
Non è sistematica.
Non vedo rastrellamenti,non vedo ghetti,non vedo deportazioni in massa.
Comunque sulla sostanza siamo d'accordo.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Ultimo km ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 17:58
Tranchée d'Arenberg ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 14:32 Suggerisco di modificare il nome del thread in "Il genocidio dei palestinesi: un caso di coscienza"
Il termine genocidio per me non è corretto e fuorviante.
Non vedo campi di sterminio,camere a gas o Einsatzgruppen a Gaza.
Il termine per me più giusto è strage.
La cosa più preoccupante della situazione è che questa strage non si potrà fermare fino a che Trump non dirà stop.
E non credo succederà.
Il termine genocidio non significa che deve essere esclusivamente compiuto con i metodi che citavi tu, ma è la metodica distruzione di un gruppo etnico razziale o religioso attraverso lo sterminio sistematico.
Cosi' fu lo sterminio degli armeni da parte dell'Impero Ottomano nel periodo della prima guerra mondiale e quello dei Tutsi nel Rwanda nel 1994.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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UribeZubia ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 18:40
Ultimo km ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 17:58
Tranchée d'Arenberg ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 14:32 Suggerisco di modificare il nome del thread in "Il genocidio dei palestinesi: un caso di coscienza"
Il termine genocidio per me non è corretto e fuorviante.
Non vedo campi di sterminio,camere a gas o Einsatzgruppen a Gaza.
Il termine per me più giusto è strage.
La cosa più preoccupante della situazione è che questa strage non si potrà fermare fino a che Trump non dirà stop.
E non credo succederà.
Il termine genocidio non significa che deve essere esclusivamente compiuto con i metodi che citavi tu, ma è la metodica distruzione di un gruppo etnico razziale o religioso attraverso lo sterminio sistematico.
Cosi' fu lo sterminio degli armeni da parte dell'Impero Ottomano nel periodo della prima guerra mondiale e quello dei Tutsi nel Rwanda nel 1994.
Non è metodica.
Non ci sono fucilazioni né fosse comuni.
È tutto casuale.
Israele bombarda un quartiere,se va bene fa fuori qualche esponente di Hamas,se va male uccide qualche decina di civili.
Non c'è metodo,non c'è neanche la volontà di sterminare sistematicamente tutti i palestinesi a Gaza.
Non sono situazioni comparabili allo sterminio degli armeni e dei Tutsi.
È una situazione più simile al Vietnam per me.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Genocidio è nello statuto di hamas, la distruzione di Israele, pari pari alla treccani.
Che poi qualcuno se meriterebbe un mondo no tav, con una figlia senza vocazione per la pastorizia in una società islamica, od un infarto a fine turno del personale sanitario ipersindacalizzato italiano, e se lo meriterebbe, ma non lo auguriamo a nessuno, che stassera semo de ottimo umore
:D
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Ultimo km ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 17:58
Tranchée d'Arenberg ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 14:32 Suggerisco di modificare il nome del thread in "Il genocidio dei palestinesi: un caso di coscienza"
Il termine genocidio per me non è corretto e fuorviante.
Non vedo campi di sterminio,camere a gas o Einsatzgruppen a Gaza.
Il termine per me più giusto è strage.
La cosa più preoccupante della situazione è che questa strage non si potrà fermare fino a che Trump non dirà stop.
E non credo succederà.
Evidentemente fraintendi il vero significato del termine che, purtroppo, da anni è associato unicamente e in maniera abbastanza fuorviante a quanto accaduto agli ebrei nel corso della seconda guerra mondiale. Capisco pure che ad una parte del popolo israeliano faccia comodo avere l'esclusiva sul termine perchè in questo modo hanno la scusa per fare come gli pare in medio oriente. Ben più grave è che in europa si continui a pensare che il genocidio è tale solo se le vittime sono ebrei.

Ora, purtroppo la storia dell'umanità ne ha vissuti anche altri, ad esempio ad inizio dello scorso c'è stato quello degli armeni perpetrato dai turchi che causò almeno 1 milione e mezzo di morti. Non erano camere a gas o i lager presidiati dalle SS. Più di recente ne abbiamo avuto uno in Ruanda e, ti sembrerà strano, ma anche in quel caso non vi furono lager, campi di sterminio o altri retagi del nazismo.
Ultima modifica di Tranchée d'Arenberg il giovedì 7 agosto 2025, 23:32, modificato 3 volte in totale.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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nemecsek. ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 20:47 Genocidio è nello statuto di hamas, la distruzione di Israele, pari pari alla treccani.
Che poi qualcuno se meriterebbe un mondo no tav, con una figlia senza vocazione per la pastorizia in una società islamica, od un infarto a fine turno del personale sanitario ipersindacalizzato italiano, e se lo meriterebbe, ma non lo auguriamo a nessuno, che stassera semo de ottimo umore
:D
Vediamo se con un linguaggio volgare, perfettamente adatto al personaggio-macchietta che ti sei dato in questo forum, riusciamo a farti capire come funzionano le cose.

Hamas è come er Cane de Mustafà, quello che ce l'aveva ner culo e diceva che stava a scopà: loro vorrebbero distruggere Israele, ma la realtà è che invece i bastardi sionisti da 80 anni stanno massacrando l'intero popolo palestinese e adesso stanno passano alla soluzione finale, tanto per citare un altro modo di dire che potrebbe piacerti.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 23:17
nemecsek. ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 20:47 Genocidio è nello statuto di hamas, la distruzione di Israele, pari pari alla treccani.
Che poi qualcuno se meriterebbe un mondo no tav, con una figlia senza vocazione per la pastorizia in una società islamica, od un infarto a fine turno del personale sanitario ipersindacalizzato italiano, e se lo meriterebbe, ma non lo auguriamo a nessuno, che stassera semo de ottimo umore
:D
Vediamo se con un linguaggio volgare, perfettamente adatto al personaggio-macchietta che ti sei dato in questo forum, riusciamo a farti capire come funzionano le cose.

Hamas è come er Cane de Mustafà, quello che ce l'aveva ner culo e diceva che stava a scopà: loro vorrebbero distruggere Israele, ma la realtà è che invece i bastardi sionisti da 80 anni stanno massacrando l'intero popolo palestinese e adesso stanno passano alla soluzione finale, tanto per citare un altro modo di dire che potrebbe piacerti.
Sei soltanto un antisemita a giudicare da espressioni come "Bastardi sionisti" che,evidentemente,qui dentro sono tollerate.
Io condanno Israele per la strage di civili palestinesi che sta compiendo ma riconosco il diritto all'esistenza dello stato di Israele.
Tu e Hamas no.
In pratica sei un fondamentalista islamico.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Ultimo km ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 18:09
galliano ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 21:00 Veramente stare a discutere se siano meglio i democratici guerrafondai (coniugi Clinton & C) o Trump e i repubblicani è surreale.

Almeno Trump ha sponsorizzato una gara di ciclismo :P
E forse, FORSE, farebbe meno danni dei democratici all'Europa
Frase che letta oggi fa quantomeno sorridere.
E con questo?
Che Trump sia uno ****** l'ho pensato dal primo giorno che l'ho sentito parlare agli inizi degli anni '90.
Partendo da questo assunto è evidente che i veri danni all'europa li stanno facendo i cagnolini obbedienti che comandano nei vari paesi UE e la strega che sta a Bruxelles.
Chiunque comandi a Washington vuole sempre imporre la traballante egemonia americana al mondo, l'unica differenza tra Trump e gli altri è che lui lo fa con estrema arroganza e alla luce del sole.
Purtroppo per lui non tutto il mondo è succube e c'è chi non si fa mettere i piedi in testa.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Ultimo km ha scritto: venerdì 8 agosto 2025, 5:01
Tranchée d'Arenberg ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 23:17
nemecsek. ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 20:47 Genocidio è nello statuto di hamas, la distruzione di Israele, pari pari alla treccani.
Che poi qualcuno se meriterebbe un mondo no tav, con una figlia senza vocazione per la pastorizia in una società islamica, od un infarto a fine turno del personale sanitario ipersindacalizzato italiano, e se lo meriterebbe, ma non lo auguriamo a nessuno, che stassera semo de ottimo umore
:D
Vediamo se con un linguaggio volgare, perfettamente adatto al personaggio-macchietta che ti sei dato in questo forum, riusciamo a farti capire come funzionano le cose.

Hamas è come er Cane de Mustafà, quello che ce l'aveva ner culo e diceva che stava a scopà: loro vorrebbero distruggere Israele, ma la realtà è che invece i bastardi sionisti da 80 anni stanno massacrando l'intero popolo palestinese e adesso stanno passano alla soluzione finale, tanto per citare un altro modo di dire che potrebbe piacerti.
Sei soltanto un antisemita a giudicare da espressioni come "Bastardi sionisti" che,evidentemente,qui dentro sono tollerate.
Io condanno Israele per la strage di civili palestinesi che sta compiendo ma riconosco il diritto all'esistenza dello stato di Israele.
Tu e Hamas no.
In pratica sei un fondamentalista islamico.
Bene, è bastato farti notare che fraintendi il significato del termine genocidio per scatenare una sequenza di insulti e falsità quali l'accusa di essere addirittura un fondamentaliata islamico. Ci rido di gusto, ma in realtà per una cosa del genere potrei anche denunciarti e portarti in tribunale.

Ora ovviamente finisci in black list e lascio ad altri il piacere il discorrere con te.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: venerdì 8 agosto 2025, 7:41
Ultimo km ha scritto: venerdì 8 agosto 2025, 5:01
Tranchée d'Arenberg ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 23:17

Vediamo se con un linguaggio volgare, perfettamente adatto al personaggio-macchietta che ti sei dato in questo forum, riusciamo a farti capire come funzionano le cose.

Hamas è come er Cane de Mustafà, quello che ce l'aveva ner culo e diceva che stava a scopà: loro vorrebbero distruggere Israele, ma la realtà è che invece i bastardi sionisti da 80 anni stanno massacrando l'intero popolo palestinese e adesso stanno passano alla soluzione finale, tanto per citare un altro modo di dire che potrebbe piacerti.
Sei soltanto un antisemita a giudicare da espressioni come "Bastardi sionisti" che,evidentemente,qui dentro sono tollerate.
Io condanno Israele per la strage di civili palestinesi che sta compiendo ma riconosco il diritto all'esistenza dello stato di Israele.
Tu e Hamas no.
In pratica sei un fondamentalista islamico.
Bene, è bastato farti notare che fraintendi il significato del termine genocidio per scatenare una sequenza di insulti e falsità quali l'accusa di essere addirittura un fondamentaliata islamico. Ci rido di gusto, ma in realtà per una cosa del genere potrei anche denunciarti e portarti in tribunale.

Ora ovviamente finisci in black list e lascio ad altri il piacere il discorrere con te.
Bastardi sionisti lo hai scritto tu,campione.
Lista ignorati per sempre.
Il Pirata vive sempre nel cuore di chi lo ha amato.
olimpio bizzi
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Tu sei un utente da ignorare . Basta dire la verità , qui si dividono fra chi vuole e chi non vuole la cancellazione delle tribù palestinesi dalla faccia della terra .
Chi usa retorica e sofismi per dire , voglio sterminare i palestinesi , io invece voglio sterminare gli ebrei è in ma la fede perché pensa una cosa e non la può/vuole dire .
Io vorrei un bel cataclisma che cancellasse tutti.
Quello che ha scritto sopra mi sta particolarmente sui coglioni , così come quello che scrive in romanesco ,. .
Vi ho messi fra gli ignorati, ma come posso evitare di vedere invece le risposte degli altri ai vostri messaggi quando vi mettono sopra in quei quadrati gialli ?
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Ultimo km
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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olimpio bizzi ha scritto: venerdì 8 agosto 2025, 14:15 Tu sei un utente da ignorare . Basta dire la verità , qui si dividono fra chi vuole e chi non vuole la cancellazione delle tribù palestinesi dalla faccia della terra .
Chi usa retorica e sofismi per dire , voglio sterminare i palestinesi , io invece voglio sterminare gli ebrei è in ma la fede perché pensa una cosa e non la può/vuole dire .
Io vorrei un bel cataclisma che cancellasse tutti.
Quello che ha scritto sopra mi sta particolarmente sui coglioni , così come quello che scrive in romanesco ,. .
Vi ho messi fra gli ignorati, ma come posso evitare di vedere invece le risposte degli altri ai vostri messaggi quando vi mettono sopra in quei quadrati gialli ?
Dopo una breve ricerca dei tuoi messaggi concludo che non sei altro che un provocatore nato durante la pandemia e che non scrivi praticamente nulla in ambito ciclismo.
Qui sei il benvenuto.
Altro interessantissimo utente in lista ignorati.
Il Pirata vive sempre nel cuore di chi lo ha amato.
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Scattista
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Ultimo km ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 18:45
UribeZubia ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 18:40
Ultimo km ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 17:58
Il termine genocidio per me non è corretto e fuorviante.
Non vedo campi di sterminio,camere a gas o Einsatzgruppen a Gaza.
Il termine per me più giusto è strage.
La cosa più preoccupante della situazione è che questa strage non si potrà fermare fino a che Trump non dirà stop.
E non credo succederà.
Il termine genocidio non significa che deve essere esclusivamente compiuto con i metodi che citavi tu, ma è la metodica distruzione di un gruppo etnico razziale o religioso attraverso lo sterminio sistematico.
Cosi' fu lo sterminio degli armeni da parte dell'Impero Ottomano nel periodo della prima guerra mondiale e quello dei Tutsi nel Rwanda nel 1994.
Non è metodica.
Non ci sono fucilazioni né fosse comuni.
È tutto casuale.
Israele bombarda un quartiere,se va bene fa fuori qualche esponente di Hamas,se va male uccide qualche decina di civili.
Non c'è metodo,non c'è neanche la volontà di sterminare sistematicamente tutti i palestinesi a Gaza.
Non sono situazioni comparabili allo sterminio degli armeni e dei Tutsi.
È una situazione più simile al Vietnam per me.
la popolazione di Gaza è in aumento.
Non si tratta di genocidio. E’ un termine il cui abuso non giova alla causa palestinese.
Parliamo di strage, di esodo forzato, anche secondo me giusto parlare di terrorismo da parte di Israele.

La popolazione armena venne ridotta di più del 50% a seguito del genocidio operato dai Turchi, il genocidio rwandese eliminò più del 70% della poplazione Tutsi del Rwanda.
La popolazione di Gaza è in aumento. Non si tratta di genocidio. Poi potete dire tutte le vostre cazzate politiche, ma i fatti sono chiari.
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nemecsek.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Scattista ha scritto: venerdì 8 agosto 2025, 18:49

la popolazione di Gaza è in aumento.
Non si tratta di genocidio. E’ un termine il cui abuso non giova alla causa palestinese.
Parliamo di strage, di esodo forzato, anche secondo me giusto parlare di terrorismo da parte di Israele.

La popolazione armena venne ridotta di più del 50% a seguito del genocidio operato dai Turchi, il genocidio rwandese eliminò più del 70% della poplazione Tutsi del Rwanda.
La popolazione di Gaza è in aumento. Non si tratta di genocidio. Poi potete dire tutte le vostre cazzate politiche, ma i fatti sono chiari.
del 400%. dal 1948
più 153mila persona dal 7 ottobre

https://www.italiaisraele.org/?p=4541


ammmmm pappa buona.
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lemond
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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By Gimbatbu

Ok. Perfetto. A Gaza si tromba e si figlia alla grande, quelle fiumane di persone che si spostano a mo' di esodo biblico in realtà fanno jogging e quelli che si scannano per un pugno di farina lo fanno ad uso telecamere perché poi fanno banchetti luculliani serviti da generosi soldati israeliani e le case non sono crollate, in realtà è in atto una ristrutturazione del piano regolatore che a guisa delle Tuileries parigine trasformerà Gaza in un paradiso di giardini e fontane.
Dimenticavo: i giornalisti non li fanno entrare per non rovinare la sorpresa.
Ultima modifica di lemond il venerdì 8 agosto 2025, 19:53, modificato 1 volta in totale.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Scattista
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Scattista »

altra cosa importante, visto che in Italia e sul forum molti hanno problemi con l’uso corretto dei termini e il loro significato (vedi “genocidio”).

l’accezione negativa rispetto al termine “sionismo” (vedi minorati di cui sipra, “bastardi sionisti”, “io non sono antisemita, ma antisionista”) è tutta italiana e ovviamente assurda e antistorica.

A meno che non siate a favore della cancellazione di Israele dalla faccia della terra, non siete antisionisti.
Sionisti sono anche partiti di sinistra che nulla hanno a che fare con l’estrema destra di Netanyahu e le sue porcate.
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bicycleran
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Scattista ha scritto: venerdì 8 agosto 2025, 18:49
Ultimo km ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 18:45
UribeZubia ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 18:40

Il termine genocidio non significa che deve essere esclusivamente compiuto con i metodi che citavi tu, ma è la metodica distruzione di un gruppo etnico razziale o religioso attraverso lo sterminio sistematico.
Cosi' fu lo sterminio degli armeni da parte dell'Impero Ottomano nel periodo della prima guerra mondiale e quello dei Tutsi nel Rwanda nel 1994.
Non è metodica.
Non ci sono fucilazioni né fosse comuni.
È tutto casuale.
Israele bombarda un quartiere,se va bene fa fuori qualche esponente di Hamas,se va male uccide qualche decina di civili.
Non c'è metodo,non c'è neanche la volontà di sterminare sistematicamente tutti i palestinesi a Gaza.
Non sono situazioni comparabili allo sterminio degli armeni e dei Tutsi.
È una situazione più simile al Vietnam per me.
la popolazione di Gaza è in aumento.
Non si tratta di genocidio.
Questo è un tipico argomento negazionista, lo sai?

Comunque la popolazione di Gaza è talmente in aumento che mancano all'appello 377.000 persone

https://www.unita.it/2025/06/27/i-desap ... e-bambini/
Ultima modifica di bicycleran il sabato 9 agosto 2025, 11:53, modificato 1 volta in totale.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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bicycleran
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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lemond ha scritto: venerdì 8 agosto 2025, 19:44 By Gimbatbu

Ok. Perfetto. A Gaza si tromba e si figlia alla grande, quelle fiumane di persone che si spostano a mo' di esodo biblico in realtà fanno jogging e quelli che si scannano per un pugno di farina lo fanno ad uso telecamere perché poi fanno banchetti luculliani serviti da generosi soldati israeliani e le case non sono crollate, in realtà è in atto una ristrutturazione del piano regolatore che a guisa delle Tuileries parigine trasformerà Gaza in un paradiso di giardini e fontane.
Dimenticavo: i giornalisti non li fanno entrare per non rovinare la sorpresa.
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Tranchée d'Arenberg
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Tranchée d'Arenberg »

bicycleran ha scritto: sabato 9 agosto 2025, 11:18
Scattista ha scritto: venerdì 8 agosto 2025, 18:49
Ultimo km ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 18:45
Non è metodica.
Non ci sono fucilazioni né fosse comuni.
È tutto casuale.
Israele bombarda un quartiere,se va bene fa fuori qualche esponente di Hamas,se va male uccide qualche decina di civili.
Non c'è metodo,non c'è neanche la volontà di sterminare sistematicamente tutti i palestinesi a Gaza.
Non sono situazioni comparabili allo sterminio degli armeni e dei Tutsi.
È una situazione più simile al Vietnam per me.
la popolazione di Gaza è in aumento.
Non si tratta di genocidio.
Questo è un tipico argomento negazionista, lo sai?

Comunque la popolazione di Gaza è talmente in aumento che mancano all'appello 377.000 persone

https://www.unita.it/2025/06/27/i-desap ... e-bambini/
Dopo questa del "non è genocidio perché la popolazione è in aumento" credo di averle sentite tutte.

Non so neanche se è negazionismo o cos'altro. So solo che certi post mi provocano un profondo sconforto.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: sabato 9 agosto 2025, 13:50
bicycleran ha scritto: sabato 9 agosto 2025, 11:18
Scattista ha scritto: venerdì 8 agosto 2025, 18:49

la popolazione di Gaza è in aumento.
Non si tratta di genocidio.
Questo è un tipico argomento negazionista, lo sai?

Comunque la popolazione di Gaza è talmente in aumento che mancano all'appello 377.000 persone

https://www.unita.it/2025/06/27/i-desap ... e-bambini/
Dopo questa del "non è genocidio perché la popolazione è in aumento" credo di averle sentite tutte.

Non so neanche se è negazionismo o cos'altro. So solo che certi post mi provocano un profondo sconforto.
ma magari era sarcastico
2015:TreValliV.
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nemecsek.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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La settimana di Israele: la “campagna della fame” di Hamas e i riconoscimenti dello “stato di Palestina

Ugo Volli

Di chi è la colpa dei problemi umanitari?
La fase corrente della propaganda di Hamas è stata denominata dai loro sostenitori “campagna della fame”. Essa segue ad analoghe campagne sul “genocidio di Gaza”, sui pretesi “bombardamenti di scuole e ospedali”, di recente anche chiese, sui “bambini vittime di Israele”, sull’“occupazione” ecc. Queste diverse campagne, tutte imposte con straordinaria forza mediatica al pubblico occidentale, si sono accumulate l’una sopra l’altra, senza che nessuna fosse mai abbandonata, anche quando sono state smentite dai fatti. Il punto comune è il tentativo spesso riuscito sostituire nelle menti del pubblico l’analisi razionale della guerra iniziata da Hamas il 7 ottobre 2023 con l’accordo e il sostegno dell’Iran ed espansa poi su sette fronti (Gaza, Libano, Siria, Yemen, Giudea e Samaria, Iraq, Iran), con un preteso “disastro umanitario” causato da Israele. Hamas ha cioè sempre cercato di far credere che le conseguenze della guerra che ha scatenato e del modo in cui l’ha condotta ( nascondendo le sue truppe, le armi e le fortificazioni dietro la popolazione civile) non siano colpa sua ma di Israele. La causa del “disastro umanitario” di Gaza non sarebbe cioè il loro attacco a tradimento, senza provocazione; gli omicidi, gli stupri, i rapimenti del 7 ottobre; le decine di migliaia di missili che hanno sparato e quando possono continuano a sparare sulle città e i villeggi di Israele; la detenzione di rapiti vivi e delle loro salme; i tunnel scavati sotto scuole e ospedali; gli attacchi condotti con la copertura di civili. No, la causa sarebbe l’autodifesa di Israele, la sua determinazione a toglier loro le armi e il governo di Gaza per impedire la ripetizione dell’eccidio del 7 ottobre e degli attacchi che essi stessi proclamano di voler compiere fino a raggiungere il loro obiettivo che è la distruzione di Israele e l’eliminazione della sua popolazione ebraica: questo sì, è un genocidio, che essi ammettono di voler fare “finendo l’opera di Hitler” come dicono spesso i loro sostenitori.

Falsità
Questa “campagna della fame”, come le precedenti, si basa su falsità. Israele non ha mai bombardato apposta civili né gli ospedali; avverte la popolazione quando attacca per farla sgomberare, soprattutto non sta affatto usando “l’arma della fame”, tant’è vero che ha fatto entrare a Gaza finora 1,9 milioni di tonnellate di aiuti, una quantità di rifornimenti alimentari e non superiore a quella che gli alleati fornirono a Berlino assediata dai sovietici con un mitico ponte aereo nel 1948-49, con la differenza che Berlino era territorio alleato e Gaza è invece la base di nemici implacabili. Questo aspetto va sottolineato. Non era mai successo nella storia che un paese in guerra fornisse rifornimenti al nemico e anche alla sua popolazione civile prima che cessassero le ostilità, il territorio fosse conquistato, i nemici si arrendessero. Israele invece non solo ha permesso quasi sempre durante la guerra l’ingresso di rifornimenti attraverso le organizzazioni dell’Onu, che di fatto lo cedono direttamente a Hamas, ma ha di nuovo negli ultimi giorni consentito a diversi paesi non proprio amici (Egitto, Giordania) di lanciare soccorsi col paracadute. In particolare ha sostenuto e finanziato l’ americana Gaza Humeniarian Foundation che ha distribuito negli ultimi due mesi da quando è attiva oltre 100 milioni di pasti direttamente alle famiglie, saltando il pizzo di Hamas. Per questa ragione essa è oggi il principale nemico dei terroristi e delle organizzazioni dell’Onu che li appoggiano. Hamas ha sparato contro la popolazione che andava a ritirare i soccorsi, li ha maltrattati, umiliati e rapinati ma ha attribuito la colpa delle loro sofferenze a Israele. Fra le condizioni per un cessate il fuoco c’è l’arresto dell’attività della fondazione: una prova eloquente del suo interesse per l’alimentazione dei gazawi.

Le bugie dei media e le immagini false
In questo rovesciamento delle responsabilità una colpa enorme va attribuita ai media. Le cifre delle vittime fornite dal “Ministero della salute di Gaza” che è una sigla della propaganda di Hamas, sono sempre state prese per vere senza verifica, anche se esistono numerosi studi che ne mostrano la falsità; così per il racconto assurdo secondo cui le truppe israeliane (e non i terroristi, come invece accade) ucciderebbero la gente in coda ai punti di rifornimento che Israele stesso ha istituito. Della “campagna della fame” fa parte la diffusione di drammatiche fotografie di bambini magrissimi e sofferenti, che sarebbero la conseguenza dell’uso dell’ “arma della fame” da parte di Israele. Si è ripetutamente provato che queste immagini in realtà sono state scattate altrove, per esempio in Yemen durante la terribile carestia che ha afflitto quel paese; o che riguardano soggetti gravemente ammalati per condizioni indipendenti dalla guerra, magari curati da Israele (uno in Italia). Lo stesso New York Times, dopo aver sparato una di queste fotografie in prima pagina è stato costretto ad ammettere (con una piccola nota incomparabilmente meno efficace sul piano mediatico) che il bambino sofferente ritratto era vittima di una malattia genetica e che dunque l’immagine era gravemente falsa e propagandistica. Chi in Italia ha ripreso quell’immagine non si è sentito neppure in dovere di pubblicare la smentita.

La sconfitta dei terroristi
La “campagna della fame” è però influente solo sulla percezione del pubblico, spesso riattivando antiche menzogne antiebraiche, come la medievale “calunnia del sangue”, per cui gli ebrei avrebbero ammazzato i bambini cristiani per impastare col loro sangue il pane pasquale. Ma sul piano della realtà politica e militare i terroristi stanno perdendo dappertutto. Non solo Hezbollah è fuori gioco in Libano, l’Iran è in gravissime difficoltà, ma anche Hamas ha perso due terzi del territorio di Gaza. È molto significativa la dichiarazione fatta a New York il 29 luglio dai più importanti stati arabi, inclusi tradizionali protettori di Hamas come il Qatar, che sostengono per la prima volta che Hamas deve cedere le armi e ritirarsi da Gaza cioè in sostanza arrendersi, come pure il rinnovato sostegno espresso da Trump alle operazioni israeliane.

L’illusione “progressista”
Ma l’opinione pubblica occidentale, in particolare quella “progressista” di matrice socialcomunista “democratica”, islamista ma spesso anche cattolica, non si accontenta della banale realtà in cui Israele, solo contro nemici dieci volte più popolosi e allenati al terrorismo, sta faticosamente prevalendo, battendosi con il sacrificio dei suoi ragazzi, badando a ridurre al minimo i danni collaterali che il nemico provoca con le sue tattiche di “guerra asimmetrica”, si occupa anche di tutelare minoranze oppresse come i drusi e sta così disegnando il quadro di un nuovo Medio Oriente più pacifico, prospero e vicino all’Occidente. È stato imboccata dai media di veleno antisemita, che emerge anche in numerosi episodi violenti in tutt’Europa, e vuole ad ogni costo che Israele, anzi il “mostro” Netanyahu che lo dirigerebbe solo per i propri interessi, sia punito.

Il “riconoscimento dello stato di Palestina”
I politici che fanno conto su questa base elettorale, cioè sostanzialmente i governi di sinistra e centrosinistra come in Spagna, in Belgio, in Inghilterra, in Canada, in Slovenia, soprattutto in Francia, hanno trovato un modo di soddisfare questa spinta creata dalla menzogne dei media. Hanno annunciato che puniranno Israele (e dunque naturalmente premieranno Hamas) “riconoscendo” lo “Stato di Palestina” all’assemblea dell’Onu di settembre. È un annuncio insensato sul piano giuridico, un puro esercizio retorico senza contenuti. Infatti, naturalmente non si può davvero “riconoscere” una cosa che non c’è. Ed è chiaro che uno stato di Palestina con un territorio preciso, il monopolio della forza, un’organizzazione politica funzionate non esiste, è una pura aspirazione dei palestinisti: oltre alla divisione fra Gaza sotto Hamas e Ramallah sotto Fatah, c’è la presenza israeliana in Giudea e Samaria decisa negli accordi di Oslo, di recente la dichiarata volontà di autonomia delle tribù com’è emerso a Hebron e anche a Gaza. Ma anche se si riconoscesse lo “Stato di Palestina” come “aspirazione”: in che territorio, con che confini, con che popolazione sarebbe concepibile questa aspirazione senza il consenso di Israele (che non c’è e non ci sarà a lungo)? E che stato diventerebbe la “Palestina” se non una base terroristica come Hamas ha ridotto Gaza? E questo riconoscimento poi che cosa vuol dire: ambasciatori a Ramallah? Trattati conclusi con un governo come quello dell’Autorità Palestinese, che controlla poco più del comune di Ramallah? Il diritto di voto all’Onu, che però dipende dal consiglio di sicurezza dove c’è il veto americano? No, si tratta solo di retorica elettorale interna, dell’adesione di politici privi di principi alla forza mediatica della “campagna della fame” e in genere della propaganda di Hamas. Una resa propagandistica cui per fortuna l’Italia per ora si è sottratta.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Pane e menzogne a colazione, pranzo e cena.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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The secret system Hamas uses to pay government salaries

https://www.bbc.com/news/articles/c1kz42j92jmo


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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alla rubrica “parole di cui l’italiano medio non conosce il significato, ma gli piace usarle a sproposito”, dopo ‘sionismo’ e ‘genocidio’ si aggiunge ‘apartheid’.
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Otto Kruger
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Otto Kruger »

Scattista ha scritto: sabato 9 agosto 2025, 19:22 alla rubrica “parole di cui l’italiano medio non conosce il significato, ma gli piace usarle a sproposito”, dopo ‘sionismo’ e ‘genocidio’ si aggiunge ‘apartheid’.
Il termine apartheid era indubbiamente un atto di fede, di ottimismo sfrenato.
Sul termine genocidio mi pare si stia spaccando il capello non i 4 bensì in 256.
Sul termine Sionismo secondo me tu puoi avere tutte le conoscenze etimologiche del termine ma evidentemente ti sfugge proprio il significato della parola. Mi augurerei che tutto il mondo fosse antisionista, antiregime degli Ayatollah, contro la restaurazione dello Stato della Chiesa (sì, so che c'è il Vaticano e io sono per l'abolizione del Concordato). In sostanza mi sfugge come si possa essere pro secolarismo, qualunque sia la religione in questione. Ma nel caso specifico della religione ebraica il movimento sionista corre in culo alla Torah e al Talmud e, come sempre fanno i religiosi e i politici amici loro, reinterpreta a gusto del pizzaiolo le Leggi di Dio. Io sono ateo (in realtà agnostico) ma di famiglia ebrea e da bambino mi sorbivo i pipponi di nonna Rita che era amica di Aharon Katzenelbogen (che lei chiamava il Rabbino Aronne) tra i fondatori del gruppo ortodosso anti-sionista Neturei Karta. Ricordo che il genero del Rabbino Aronne, il Rabbino Moshe Hirsch, fu Ministro nei di Yasser Arafat. Fosse ancora vivo verrebbe fatto passare dai media come antisemita, terrorista e leader di Hamas. Fatto sta che sì, nonostante gli sforzi di tutto il mondo civilizzato nel fare credere che non sia possibile oppure che sia solo aderenza a un'organizzazione terroristica, è possibile essere anti-sionisti senza essere antisemiti.
Niente, stamo ar medioevo qua, c'ha raggione Marx.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Otto Kruger ha scritto: domenica 10 agosto 2025, 11:22 Niente, stamo ar medioevo qua, c'ha raggione Marx.
Celentano che fa Rugantino spopola
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Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Otto Kruger ha scritto: domenica 10 agosto 2025, 11:22
Scattista ha scritto: sabato 9 agosto 2025, 19:22 alla rubrica “parole di cui l’italiano medio non conosce il significato, ma gli piace usarle a sproposito”, dopo ‘sionismo’ e ‘genocidio’ si aggiunge ‘apartheid’.
Il termine apartheid era indubbiamente un atto di fede, di ottimismo sfrenato.
Sul termine genocidio mi pare si stia spaccando il capello non i 4 bensì in 256.
Sul termine Sionismo secondo me tu puoi avere tutte le conoscenze etimologiche del termine ma evidentemente ti sfugge proprio il significato della parola. Mi augurerei che tutto il mondo fosse antisionista, antiregime degli Ayatollah, contro la restaurazione dello Stato della Chiesa (sì, so che c'è il Vaticano e io sono per l'abolizione del Concordato). In sostanza mi sfugge come si possa essere pro secolarismo, qualunque sia la religione in questione. Ma nel caso specifico della religione ebraica il movimento sionista corre in culo alla Torah e al Talmud e, come sempre fanno i religiosi e i politici amici loro, reinterpreta a gusto del pizzaiolo le Leggi di Dio. Io sono ateo (in realtà agnostico) ma di famiglia ebrea e da bambino mi sorbivo i pipponi di nonna Rita che era amica di Aharon Katzenelbogen (che lei chiamava il Rabbino Aronne) tra i fondatori del gruppo ortodosso anti-sionista Neturei Karta. Ricordo che il genero del Rabbino Aronne, il Rabbino Moshe Hirsch, fu Ministro nei di Yasser Arafat. Fosse ancora vivo verrebbe fatto passare dai media come antisemita, terrorista e leader di Hamas. Fatto sta che sì, nonostante gli sforzi di tutto il mondo civilizzato nel fare credere che non sia possibile oppure che sia solo aderenza a un'organizzazione terroristica, è possibile essere anti-sionisti senza essere antisemiti.
Niente, stamo ar medioevo qua, c'ha raggione Marx.
Nella tua beata ignoranza associ sionismo alla religione, ma è una idea tutta tua, non corrisponde alla realtà. Esiste ed è esistito il sionismo di destra e di sinistra, socialista e revisionista, il sionismo liberale e, si, ANCHE quello religioso.
Fai il giochino di unire sionismo e religione perché fa figo fare l’ateo e prendersela con le teocrazie come lo Stato della Chiesa e l’Iran), ma prendi fischi per fiaschi.

Essere antisionisti un tempo voleva dire essere contro l’idea della fondazione dello stato d’Israele. Oggi vuol dire essere contro l’esistenza dello stato d’Israele. Punto. Non ci possono essere dubbi al riguardo. Posizione legittima, che però in tanti non hanno le palle di affermare apertamente.
Posizione anche piuttosto inutile: lo stato d’Israele esiste da ottant’anni.
Tanto vale professarsi “antitaliano” e preferire Regno di Sardegna, Impero Asburgico, Regno di Napoli ecc. all’attuale Italia.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Il sionismo comunque nasce laico e socialista
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)

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Otto Kruger
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Scattista ha scritto: domenica 10 agosto 2025, 15:49
Otto Kruger ha scritto: domenica 10 agosto 2025, 11:22
Scattista ha scritto: sabato 9 agosto 2025, 19:22 alla rubrica “parole di cui l’italiano medio non conosce il significato, ma gli piace usarle a sproposito”, dopo ‘sionismo’ e ‘genocidio’ si aggiunge ‘apartheid’.
Il termine apartheid era indubbiamente un atto di fede, di ottimismo sfrenato.
Sul termine genocidio mi pare si stia spaccando il capello non i 4 bensì in 256.
Sul termine Sionismo secondo me tu puoi avere tutte le conoscenze etimologiche del termine ma evidentemente ti sfugge proprio il significato della parola. Mi augurerei che tutto il mondo fosse antisionista, antiregime degli Ayatollah, contro la restaurazione dello Stato della Chiesa (sì, so che c'è il Vaticano e io sono per l'abolizione del Concordato). In sostanza mi sfugge come si possa essere pro secolarismo, qualunque sia la religione in questione. Ma nel caso specifico della religione ebraica il movimento sionista corre in culo alla Torah e al Talmud e, come sempre fanno i religiosi e i politici amici loro, reinterpreta a gusto del pizzaiolo le Leggi di Dio. Io sono ateo (in realtà agnostico) ma di famiglia ebrea e da bambino mi sorbivo i pipponi di nonna Rita che era amica di Aharon Katzenelbogen (che lei chiamava il Rabbino Aronne) tra i fondatori del gruppo ortodosso anti-sionista Neturei Karta. Ricordo che il genero del Rabbino Aronne, il Rabbino Moshe Hirsch, fu Ministro nei di Yasser Arafat. Fosse ancora vivo verrebbe fatto passare dai media come antisemita, terrorista e leader di Hamas. Fatto sta che sì, nonostante gli sforzi di tutto il mondo civilizzato nel fare credere che non sia possibile oppure che sia solo aderenza a un'organizzazione terroristica, è possibile essere anti-sionisti senza essere antisemiti.
Niente, stamo ar medioevo qua, c'ha raggione Marx.
Nella tua beata ignoranza associ sionismo alla religione, ma è una idea tutta tua, non corrisponde alla realtà. Esiste ed è esistito il sionismo di destra e di sinistra, socialista e revisionista, il sionismo liberale e, si, ANCHE quello religioso.
Fai il giochino di unire sionismo e religione perché fa figo fare l’ateo e prendersela con le teocrazie come lo Stato della Chiesa e l’Iran), ma prendi fischi per fiaschi.

Essere antisionisti un tempo voleva dire essere contro l’idea della fondazione dello stato d’Israele. Oggi vuol dire essere contro l’esistenza dello stato d’Israele. Punto. Non ci possono essere dubbi al riguardo. Posizione legittima, che però in tanti non hanno le palle di affermare apertamente.
Posizione anche piuttosto inutile: lo stato d’Israele esiste da ottant’anni.
Tanto vale professarsi “antitaliano” e preferire Regno di Sardegna, Impero Asburgico, Regno di Napoli ecc. all’attuale Italia.
Io resterò nella mia ignoranza, tu resterai con i tuoi problemi di analfabetismo funzionale e quindi non sei in grado di comprendere quanto ho scritto. La mia posizione di contrarietà allo Stato d'Israele è profondamente religiosa e nasce dalla mia esperienza religiosa nel senso di insegnamento dei testi sacri. La creazione di uno Stato ebraico prima dell'avvento del Messia è un'offesa alla Torah e al Talmud. Punto. Non si possono leggere in altro modo i testi sacri del giudaismo.
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Scattista
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Otto Kruger ha scritto: lunedì 11 agosto 2025, 6:19
Scattista ha scritto: domenica 10 agosto 2025, 15:49
Otto Kruger ha scritto: domenica 10 agosto 2025, 11:22

Il termine apartheid era indubbiamente un atto di fede, di ottimismo sfrenato.
Sul termine genocidio mi pare si stia spaccando il capello non i 4 bensì in 256.
Sul termine Sionismo secondo me tu puoi avere tutte le conoscenze etimologiche del termine ma evidentemente ti sfugge proprio il significato della parola. Mi augurerei che tutto il mondo fosse antisionista, antiregime degli Ayatollah, contro la restaurazione dello Stato della Chiesa (sì, so che c'è il Vaticano e io sono per l'abolizione del Concordato). In sostanza mi sfugge come si possa essere pro secolarismo, qualunque sia la religione in questione. Ma nel caso specifico della religione ebraica il movimento sionista corre in culo alla Torah e al Talmud e, come sempre fanno i religiosi e i politici amici loro, reinterpreta a gusto del pizzaiolo le Leggi di Dio. Io sono ateo (in realtà agnostico) ma di famiglia ebrea e da bambino mi sorbivo i pipponi di nonna Rita che era amica di Aharon Katzenelbogen (che lei chiamava il Rabbino Aronne) tra i fondatori del gruppo ortodosso anti-sionista Neturei Karta. Ricordo che il genero del Rabbino Aronne, il Rabbino Moshe Hirsch, fu Ministro nei di Yasser Arafat. Fosse ancora vivo verrebbe fatto passare dai media come antisemita, terrorista e leader di Hamas. Fatto sta che sì, nonostante gli sforzi di tutto il mondo civilizzato nel fare credere che non sia possibile oppure che sia solo aderenza a un'organizzazione terroristica, è possibile essere anti-sionisti senza essere antisemiti.
Niente, stamo ar medioevo qua, c'ha raggione Marx.
Nella tua beata ignoranza associ sionismo alla religione, ma è una idea tutta tua, non corrisponde alla realtà. Esiste ed è esistito il sionismo di destra e di sinistra, socialista e revisionista, il sionismo liberale e, si, ANCHE quello religioso.
Fai il giochino di unire sionismo e religione perché fa figo fare l’ateo e prendersela con le teocrazie come lo Stato della Chiesa e l’Iran), ma prendi fischi per fiaschi.

Essere antisionisti un tempo voleva dire essere contro l’idea della fondazione dello stato d’Israele. Oggi vuol dire essere contro l’esistenza dello stato d’Israele. Punto. Non ci possono essere dubbi al riguardo. Posizione legittima, che però in tanti non hanno le palle di affermare apertamente.
Posizione anche piuttosto inutile: lo stato d’Israele esiste da ottant’anni.
Tanto vale professarsi “antitaliano” e preferire Regno di Sardegna, Impero Asburgico, Regno di Napoli ecc. all’attuale Italia.
Io resterò nella mia ignoranza, tu resterai con i tuoi problemi di analfabetismo funzionale e quindi non sei in grado di comprendere quanto ho scritto. La mia posizione di contrarietà allo Stato d'Israele è profondamente religiosa e nasce dalla mia esperienza religiosa nel senso di insegnamento dei testi sacri. La creazione di uno Stato ebraico prima dell'avvento del Messia è un'offesa alla Torah e al Talmud. Punto. Non si possono leggere in altro modo i testi sacri del giudaismo.
vieni al dunque, però.
Lo Stato di Israele esiste da ottant’anni. Tu cosa proponi?
Visto che i fondatori non hanno rispettato la profezia della Torah e del Talmud, di smantellarlo? Nel caso, dove porteresti la popolazione? Domande serie, eh, se ti va di rispondere.
E quando arriverà il Messia? Tutti di nuovo in Palestina?


Tra l’altro il fatto che Israele sia stato fondato “in culo” (come dici tu) alla Torah ti dimostra che il sionismo non è stato un movimento religioso, come ti abbiamo detto sopra. Il sionismo è nato nell’Ottocento insieme ai movimenti nazionalisti europei, come quello tedesco e italiano e anelava alla creazione di uno stato nazionale per gli Ebrei, non in quanto religione, ma in quanto gruppo etnico.
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bicycleran
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Scattista ha scritto: sabato 9 agosto 2025, 19:22 alla rubrica “parole di cui l’italiano medio non conosce il significato, ma gli piace usarle a sproposito”, dopo ‘sionismo’ e ‘genocidio’ si aggiunge ‘apartheid’.
Di apartheid parla da anni anche B'Tselem, giusto per la cronaca. Ce l'hai così tanto con gli italiani, ma noi non ci inventiamo niente.

To', ho trovato un simpatico sito che usa i tuoi stessi argomenti demografici per negare un genocidio. Bella compagnia, nevvero?

https://compressamente.blogspot.com/201 ... a.html?m=1
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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nemecsek. ha scritto: sabato 9 agosto 2025, 15:31 La settimana di Israele: la “campagna della fame” di Hamas e i riconoscimenti dello “stato di Palestina

Ugo Volli

Di chi è la colpa dei problemi umanitari?
La fase corrente della propaganda di Hamas è stata denominata dai loro sostenitori “campagna della fame”. Essa segue ad analoghe campagne sul “genocidio di Gaza”, sui pretesi “bombardamenti di scuole e ospedali”, di recente anche chiese, sui “bambini vittime di Israele”, sull’“occupazione” ecc. Queste diverse campagne, tutte imposte con straordinaria forza mediatica al pubblico occidentale, si sono accumulate l’una sopra l’altra, senza che nessuna fosse mai abbandonata, anche quando sono state smentite dai fatti. Il punto comune è il tentativo spesso riuscito sostituire nelle menti del pubblico l’analisi razionale della guerra iniziata da Hamas il 7 ottobre 2023 con l’accordo e il sostegno dell’Iran ed espansa poi su sette fronti (Gaza, Libano, Siria, Yemen, Giudea e Samaria, Iraq, Iran), con un preteso “disastro umanitario” causato da Israele. Hamas ha cioè sempre cercato di far credere che le conseguenze della guerra che ha scatenato e del modo in cui l’ha condotta ( nascondendo le sue truppe, le armi e le fortificazioni dietro la popolazione civile) non siano colpa sua ma di Israele. La causa del “disastro umanitario” di Gaza non sarebbe cioè il loro attacco a tradimento, senza provocazione; gli omicidi, gli stupri, i rapimenti del 7 ottobre; le decine di migliaia di missili che hanno sparato e quando possono continuano a sparare sulle città e i villeggi di Israele; la detenzione di rapiti vivi e delle loro salme; i tunnel scavati sotto scuole e ospedali; gli attacchi condotti con la copertura di civili. No, la causa sarebbe l’autodifesa di Israele, la sua determinazione a toglier loro le armi e il governo di Gaza per impedire la ripetizione dell’eccidio del 7 ottobre e degli attacchi che essi stessi proclamano di voler compiere fino a raggiungere il loro obiettivo che è la distruzione di Israele e l’eliminazione della sua popolazione ebraica: questo sì, è un genocidio, che essi ammettono di voler fare “finendo l’opera di Hitler” come dicono spesso i loro sostenitori.

Falsità
Questa “campagna della fame”, come le precedenti, si basa su falsità. Israele non ha mai bombardato apposta civili né gli ospedali; avverte la popolazione quando attacca per farla sgomberare, soprattutto non sta affatto usando “l’arma della fame”, tant’è vero che ha fatto entrare a Gaza finora 1,9 milioni di tonnellate di aiuti, una quantità di rifornimenti alimentari e non superiore a quella che gli alleati fornirono a Berlino assediata dai sovietici con un mitico ponte aereo nel 1948-49, con la differenza che Berlino era territorio alleato e Gaza è invece la base di nemici implacabili. Questo aspetto va sottolineato. Non era mai successo nella storia che un paese in guerra fornisse rifornimenti al nemico e anche alla sua popolazione civile prima che cessassero le ostilità, il territorio fosse conquistato, i nemici si arrendessero. Israele invece non solo ha permesso quasi sempre durante la guerra l’ingresso di rifornimenti attraverso le organizzazioni dell’Onu, che di fatto lo cedono direttamente a Hamas, ma ha di nuovo negli ultimi giorni consentito a diversi paesi non proprio amici (Egitto, Giordania) di lanciare soccorsi col paracadute. In particolare ha sostenuto e finanziato l’ americana Gaza Humeniarian Foundation che ha distribuito negli ultimi due mesi da quando è attiva oltre 100 milioni di pasti direttamente alle famiglie, saltando il pizzo di Hamas. Per questa ragione essa è oggi il principale nemico dei terroristi e delle organizzazioni dell’Onu che li appoggiano. Hamas ha sparato contro la popolazione che andava a ritirare i soccorsi, li ha maltrattati, umiliati e rapinati ma ha attribuito la colpa delle loro sofferenze a Israele. Fra le condizioni per un cessate il fuoco c’è l’arresto dell’attività della fondazione: una prova eloquente del suo interesse per l’alimentazione dei gazawi.

Le bugie dei media e le immagini false
In questo rovesciamento delle responsabilità una colpa enorme va attribuita ai media. Le cifre delle vittime fornite dal “Ministero della salute di Gaza” che è una sigla della propaganda di Hamas, sono sempre state prese per vere senza verifica, anche se esistono numerosi studi che ne mostrano la falsità; così per il racconto assurdo secondo cui le truppe israeliane (e non i terroristi, come invece accade) ucciderebbero la gente in coda ai punti di rifornimento che Israele stesso ha istituito. Della “campagna della fame” fa parte la diffusione di drammatiche fotografie di bambini magrissimi e sofferenti, che sarebbero la conseguenza dell’uso dell’ “arma della fame” da parte di Israele. Si è ripetutamente provato che queste immagini in realtà sono state scattate altrove, per esempio in Yemen durante la terribile carestia che ha afflitto quel paese; o che riguardano soggetti gravemente ammalati per condizioni indipendenti dalla guerra, magari curati da Israele (uno in Italia). Lo stesso New York Times, dopo aver sparato una di queste fotografie in prima pagina è stato costretto ad ammettere (con una piccola nota incomparabilmente meno efficace sul piano mediatico) che il bambino sofferente ritratto era vittima di una malattia genetica e che dunque l’immagine era gravemente falsa e propagandistica. Chi in Italia ha ripreso quell’immagine non si è sentito neppure in dovere di pubblicare la smentita.

La sconfitta dei terroristi
La “campagna della fame” è però influente solo sulla percezione del pubblico, spesso riattivando antiche menzogne antiebraiche, come la medievale “calunnia del sangue”, per cui gli ebrei avrebbero ammazzato i bambini cristiani per impastare col loro sangue il pane pasquale. Ma sul piano della realtà politica e militare i terroristi stanno perdendo dappertutto. Non solo Hezbollah è fuori gioco in Libano, l’Iran è in gravissime difficoltà, ma anche Hamas ha perso due terzi del territorio di Gaza. È molto significativa la dichiarazione fatta a New York il 29 luglio dai più importanti stati arabi, inclusi tradizionali protettori di Hamas come il Qatar, che sostengono per la prima volta che Hamas deve cedere le armi e ritirarsi da Gaza cioè in sostanza arrendersi, come pure il rinnovato sostegno espresso da Trump alle operazioni israeliane.

L’illusione “progressista”
Ma l’opinione pubblica occidentale, in particolare quella “progressista” di matrice socialcomunista “democratica”, islamista ma spesso anche cattolica, non si accontenta della banale realtà in cui Israele, solo contro nemici dieci volte più popolosi e allenati al terrorismo, sta faticosamente prevalendo, battendosi con il sacrificio dei suoi ragazzi, badando a ridurre al minimo i danni collaterali che il nemico provoca con le sue tattiche di “guerra asimmetrica”, si occupa anche di tutelare minoranze oppresse come i drusi e sta così disegnando il quadro di un nuovo Medio Oriente più pacifico, prospero e vicino all’Occidente. È stato imboccata dai media di veleno antisemita, che emerge anche in numerosi episodi violenti in tutt’Europa, e vuole ad ogni costo che Israele, anzi il “mostro” Netanyahu che lo dirigerebbe solo per i propri interessi, sia punito.

Il “riconoscimento dello stato di Palestina”
I politici che fanno conto su questa base elettorale, cioè sostanzialmente i governi di sinistra e centrosinistra come in Spagna, in Belgio, in Inghilterra, in Canada, in Slovenia, soprattutto in Francia, hanno trovato un modo di soddisfare questa spinta creata dalla menzogne dei media. Hanno annunciato che puniranno Israele (e dunque naturalmente premieranno Hamas) “riconoscendo” lo “Stato di Palestina” all’assemblea dell’Onu di settembre. È un annuncio insensato sul piano giuridico, un puro esercizio retorico senza contenuti. Infatti, naturalmente non si può davvero “riconoscere” una cosa che non c’è. Ed è chiaro che uno stato di Palestina con un territorio preciso, il monopolio della forza, un’organizzazione politica funzionate non esiste, è una pura aspirazione dei palestinisti: oltre alla divisione fra Gaza sotto Hamas e Ramallah sotto Fatah, c’è la presenza israeliana in Giudea e Samaria decisa negli accordi di Oslo, di recente la dichiarata volontà di autonomia delle tribù com’è emerso a Hebron e anche a Gaza. Ma anche se si riconoscesse lo “Stato di Palestina” come “aspirazione”: in che territorio, con che confini, con che popolazione sarebbe concepibile questa aspirazione senza il consenso di Israele (che non c’è e non ci sarà a lungo)? E che stato diventerebbe la “Palestina” se non una base terroristica come Hamas ha ridotto Gaza? E questo riconoscimento poi che cosa vuol dire: ambasciatori a Ramallah? Trattati conclusi con un governo come quello dell’Autorità Palestinese, che controlla poco più del comune di Ramallah? Il diritto di voto all’Onu, che però dipende dal consiglio di sicurezza dove c’è il veto americano? No, si tratta solo di retorica elettorale interna, dell’adesione di politici privi di principi alla forza mediatica della “campagna della fame” e in genere della propaganda di Hamas. Una resa propagandistica cui per fortuna l’Italia per ora si è sottratta.
Questo vecchio rincoglionito ci deve spiegare quali fonti ritiene attendibili. Nessun sostenitore del genocidio si prende mai la briga di farlo.
I numeri di Hamas sono certamente inattendibili, ma solo perché enormemente sottostimati.
Lo studio di Harvard elabora dati di Tsahal, chissà se per il rimbambito sono affidabili.
Tsahal che ha appena fatto fuori altri 4 giornalisti. Poi però lo stordito si lamenta delle immagini taroccate. Chissà chi è che non lascia lavorare i giornalisti indipendenti.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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bicycleran ha scritto: lunedì 11 agosto 2025, 10:01
Scattista ha scritto: sabato 9 agosto 2025, 19:22 alla rubrica “parole di cui l’italiano medio non conosce il significato, ma gli piace usarle a sproposito”, dopo ‘sionismo’ e ‘genocidio’ si aggiunge ‘apartheid’.
Di apartheid parla da anni anche B'Tselem, giusto per la cronaca. Ce l'hai così tanto con gli italiani, ma noi non ci inventiamo niente.

To', ho trovato un simpatico sito che usa i tuoi stessi argomenti demografici per negare un genocidio. Bella compagnia, nevvero?

https://compressamente.blogspot.com/201 ... a.html?m=1
ma se non hai nemmeno letto il link che tu stesso hai postato, evita di postarlo così da risparmiarti figuracce.

La cagata che hai tirato fuori NEGA la morte di milioni di ebrei. Non c’entra niente di niente col discorso che facevo io, che non mi sono mai messo a negare o a parlare di numeri. Però per buttarla in caciara sei subito buono a trovare questi link assurdi, il che la dice lunga sul tuo livello di cultura, di informazione e probabilmente anche su chi frequenti.

Da definizione enciclopedica, quello che avviene a Gaza non è descrivibile come ‘genocidio’ anche se sopra avevo apertamente detto che si può parlare di massacro, terrorismo israeliano, uccisioni di civili. Però ho scoperto che per l’ONU si può parlare di “genocidio” anche in caso di tentativo di genocidio. E quindi, se ci vogliamo attenere alla definizione ONU, in presenza del disegno criminale di Netanyahu e soci, allora non ho problema a parlare di “genocidio”, se vogliamo seguire la definizone ONU.

Resto convinto che i “propal” italiani siano il peggior amico che il popolo palestinese possa avere, che facciano il gioco di Hamas e Nethanyahu e che alla lunga minino la democrazia anche qui da noi.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Scattista ha scritto: lunedì 11 agosto 2025, 10:41
bicycleran ha scritto: lunedì 11 agosto 2025, 10:01
Scattista ha scritto: sabato 9 agosto 2025, 19:22 alla rubrica “parole di cui l’italiano medio non conosce il significato, ma gli piace usarle a sproposito”, dopo ‘sionismo’ e ‘genocidio’ si aggiunge ‘apartheid’.
Di apartheid parla da anni anche B'Tselem, giusto per la cronaca. Ce l'hai così tanto con gli italiani, ma noi non ci inventiamo niente.

To', ho trovato un simpatico sito che usa i tuoi stessi argomenti demografici per negare un genocidio. Bella compagnia, nevvero?

https://compressamente.blogspot.com/201 ... a.html?m=1
ma se non hai nemmeno letto il link che tu stesso hai postato, evita di postarlo così da risparmiarti figuracce.

La cagata che hai tirato fuori NEGA la morte di milioni di ebrei. Non c’entra niente di niente col discorso che facevo io, che non mi sono mai messo a negare o a parlare di numeri. Però per buttarla in caciara sei subito buono a trovare questi link assurdi, il che la dice lunga sul tuo livello di cultura, di informazione e probabilmente anche su chi frequenti.

Da definizione enciclopedica, quello che avviene a Gaza non è descrivibile come ‘genocidio’ anche se sopra avevo apertamente detto che si può parlare di massacro, terrorismo israeliano, uccisioni di civili. Però ho scoperto che per l’ONU si può parlare di “genocidio” anche in caso di tentativo di genocidio. E quindi, se ci vogliamo attenere alla definizione ONU, in presenza del disegno criminale di Netanyahu e soci, allora non ho problema a parlare di “genocidio”, se vogliamo seguire la definizone ONU.

Resto convinto che i “propal” italiani siano il peggior amico che il popolo palestinese possa avere, che facciano il gioco di Hamas e Nethanyahu e che alla lunga minino la democrazia anche qui da noi.
Hai scritto che la popolazione di Gaza è in aumento, te ne sei già dimenticato?
Lasciando perdere l'illogicità dell'argomento, qual'era la fonte di questa stronzata?

Poi ci magari ci dirai anche come mai pensi che certe cose avvengano solo in Italia. Secondo me perché non leggi altro che qualche scambio sui social in italiano. E sarebbe il colmo per uno che distribuisce patenti di ignoranza.
Ultima modifica di bicycleran il lunedì 11 agosto 2025, 11:43, modificato 1 volta in totale.
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bicycleran ha scritto: lunedì 11 agosto 2025, 11:02
Scattista ha scritto: lunedì 11 agosto 2025, 10:41
bicycleran ha scritto: lunedì 11 agosto 2025, 10:01

Di apartheid parla da anni anche B'Tselem, giusto per la cronaca. Ce l'hai così tanto con gli italiani, ma noi non ci inventiamo niente.

To', ho trovato un simpatico sito che usa i tuoi stessi argomenti demografici per negare un genocidio. Bella compagnia, nevvero?

https://compressamente.blogspot.com/201 ... a.html?m=1
ma se non hai nemmeno letto il link che tu stesso hai postato, evita di postarlo così da risparmiarti figuracce.

La cagata che hai tirato fuori NEGA la morte di milioni di ebrei. Non c’entra niente di niente col discorso che facevo io, che non mi sono mai messo a negare o a parlare di numeri. Però per buttarla in caciara sei subito buono a trovare questi link assurdi, il che la dice lunga sul tuo livello di cultura, di informazione e probabilmente anche su chi frequenti.

Da definizione enciclopedica, quello che avviene a Gaza non è descrivibile come ‘genocidio’ anche se sopra avevo apertamente detto che si può parlare di massacro, terrorismo israeliano, uccisioni di civili. Però ho scoperto che per l’ONU si può parlare di “genocidio” anche in caso di tentativo di genocidio. E quindi, se ci vogliamo attenere alla definizione ONU, in presenza del disegno criminale di Netanyahu e soci, allora non ho problema a parlare di “genocidio”, se vogliamo seguire la definizone ONU.

Resto convinto che i “propal” italiani siano il peggior amico che il popolo palestinese possa avere, che facciano il gioco di Hamas e Nethanyahu e che alla lunga minino la democrazia anche qui da noi.
Hai scritto che la popolazione di Gaza è in aumento, te ne sei già dimenticato?
Lasciando perdere l'illogicità dell'argomento, qual'era la fonte di questa stronzata?
Trovata. Un autorevolissimo tweet, che cita a sproposito il CIA Factbook 2024, che a sua volta fa proiezioni su dati del 2017. Complimentoni!

https://www.facta.news/antibufale/cia-w ... zione-gaza
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari, su una popolazione composta da 2,3 milioni di gazawi, 45.936 sono morti dall’inizio della Guerra ad oggi. Il numero dei feriti è, secondo quanto riportato, di 109.274 e, sempre secondo Hamas, ci sono oltre 10.000 dispersi e sepolti sotto le macerie. “Questi dati non possono essere presi seriamente”, spiega Eyal Ofer, esperto di economia palestinese e di Hamas, in un’intervista a Makor Rishon. “Innanzitutto, l’ente che dovrebbe fornire le statistiche esatte sulla situazione a Gaza, ha bloccato il suo sito web in Israele. Oltre a questo, la divulgazione che fa Hamas non è certo attendibile”.

Secondo l’esperto, l’uso che l’organizzazione terroristica fa dei numeri dei morti, dei feriti e degli sfollati è meramente propagandistica. E non è tutto. Mentre il mondo accusa Israele di genocidio, è possibile che la popolazione di Gaza sia invece aumentata nell’ultimo anno. “Secondo gli ultimi dati divulgati da Hamas, seppur non esatti, durante l’ultimo anno sono morte circa 45.000 persone a Gaza”, spiega Ofer. “Per quanto riguarda la natalità, invece, sempre secondo il Ministero della Salute palestinese gestito da Hamas sono nati tra i 60.000 e i 70.000 bambini nella Striscia dall’inizio della guerra. Questo significa che il numero degli abitanti di Gaza durante la guerra è in realtà aumentato”.

In cerca della verità, non potendo fare affidamento sui dati pubblicati dall’organizzazione terroristica, Eyal Ofer ha imparato a utilizzare alcuni strumenti alternativi che lo hanno aiutato a comprendere e misurare i cambiamenti demografici avvenuti all’interno della società palestinese dal 7 ottobre in poi. “Lo scorso agosto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con l’UNICEF, ha svolto una campagna contro la polio, vaccinando ogni bambino gazawo sotto i dieci anni. Complessivamente, 600.000 bambini sono stati vaccinati in quel mese”, racconta. “Questo dato diventa un importante indicatore che ci permette di conoscere la reale dimensione della popolazione a Gaza”.

Un altro dato importante, ma difficile da misurare, è il numero di gazawi che hanno lasciato la Striscia nei mesi in cui il valico di Rafah era aperto. “Secondo le stime, sono usciti da Gaza tra i cento e duecento civili al giorno, ma non ogni giorno”, osserva Ofer. “Possiamo dedurre che, in totale, alcune migliaia di persone hanno lasciato la Striscia ogni mese – nei primi otto mesi dall’inizio della guerra. Si può dunque supporre che siano in tutto 50.000 persone all’incirca, ma è molto difficile definire se questo numero sia esatto. Potrebbero anche essere 100.000 i gazawi fuggiti in Egitto e poi partiti verso altre destinazioni in Medio Oriente e in Europa”.

Per quanto riguarda invece la possibilità che Donald Trump riesca a realizzare il suo piano di trasferire gli abitanti di Gaza altrove, l’esperto si dice molto scettico. “La domanda reale non è se Trump vuole o non vuole trasferirli, ma chi ha intenzione di accoglierli”, sottolinea Eyal Ofer. “Abbiamo già visto l’immediata reazione dei vari paese candidati. Il presidente dell’Albania Edi Rama, per esempio, ha subito negato ogni potenziale coinvolgimento nell’iniziativa americana”. Vero. Dopo essere stato citato da Trump, Rama ha reagito con un semplice tweet: “Fake news”, scritto a caratteri cubitali.

“Anche l’Egitto, con grande astuzia, ha sempre cercato di mantenere il distacco da Gaza. Cosa che continua a fare anche oggi”, conclude Ofer. “Il presidente egiziano Al-Sisi non ha accolto nemmeno un rifugiato gazawo in un anno e quasi cinque mesi di guerra, per il timore che tra loro vi fossero anche degli infiltrati di Hamas. In sostanza, tutti vogliono che i palestinesi rimangano sotto la responsabilità dello Stato di Israele. Pertanto, nessuno accoglierà la proposta di Trump”.

In poche parole, questi palestinesi, tutti li amano, ma nessuno li vuole. :diavoletto: Dopo essersi autonominati portatori sani di pace e aver demonizzato Israele in ogni modo possibile, infatti, oggi i grandi leader del mondo si rifiutano di compiere il più piccolo gesto a favore di quel popolo che tanto hanno martirizzato. Sorprendente? Niente a fatto. Chi predica bene, si sa, razzola male.


fonte: https://www.mosaico-cem.it/attualita-e- ... o-fuggiti/
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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nemecsek. ha scritto: lunedì 11 agosto 2025, 12:27 ....... è possibile che la popolazione di Gaza sia invece aumentata nell’ultimo anno. “Secondo gli ultimi dati divulgati da Hamas, seppur non esatti, durante l’ultimo anno sono morte circa 45.000 persone a Gaza”, spiega Ofer. “Per quanto riguarda la natalità, invece, sempre secondo il Ministero della Salute palestinese gestito da Hamas sono nati tra i 60.000 e i 70.000 bambini nella Striscia dall’inizio della guerra. Questo significa che il numero degli abitanti di Gaza durante la guerra è in realtà aumentato”.........
Solitamente questi criteri vengono applicati negli allevamenti di bovini, da carne o da latte che siano.
Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, primo medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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aitutaki1
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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I Palestinesi sono a casa loro o meglio in quello che ne rimane
dopo 80 anni di colonialismo
vicenda che ricalca quella dei nativi americani
Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
.·. Sic Semper Tyrannis .·.

Dove ... Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
Dove questo verbo attecchisce alla fine c'è il lager. (P. Levi)

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