Hai scelto il paragone più sbagliato, però usiamolo.rododendro ha scritto: ↑martedì 9 settembre 2025, 19:42 A me non risulta che Romo e Planckaert fossero corridori della Israel, mi attengo strettamente al fattore ciclistico, ma anche se 300 ragazzi di Friday for future decidessero che una corsa non si fa quella corsa non si fa, a prescindere dalle ultra giustificabili motivazioni del caso in questione alla fine passerà l'idea che, per ottenere risonanza per le cause più nobili possibili, intanto si potrà impedire lo svolgimento di qualsiasi gara ciclistica, questo è il punto che volevo sottolineare in un forum di ciclismo..
Se Friday for Future manifestasse contro una competizione del mezzo più ecologico in assoluto - dubbi su bici motorizzate a parte, ma anche in quel caso sarebbe elettrico - ...
non ci sarebbe nessuna giustificazione.
Grado di correlazione tra la protesta e l'evento: zero.
Qui sta correndo in gruppo una squadra che fa attivamente promozione e ricicla in ambiti positivi e degni come lo sport una nazione che sta attivamente procedendo ad archiviare l'esistenza di un intero popolo come un fatto relegato ai libri di storia.
La moderatezza con cui polizia, governo e organizzazione si stanno muovendo di concerto, decidendo di non implementare un'intensificarsi di controlli e prevenzione, credo derivi direttamente dalla coscienza dell'esistenza di un problema, calato a loro dall'alto dalle decisioni dell'UCI di non intervenire, e non vogliono rendersi corresponsabili con misure drastiche contro i manifestanti.
Ma le ragioni della protesta in un caso, quello a cui assistiamo, sono direttamente collegate a qualcosa che sta avvenendo nella corsa.
Nel tuo esempio o in tanti altri, diventa una mera ricerca di visibilità.
Che giustifica a quel punto l'intervento più rigido a garanzia del regolare svolgimento.