Si ritira il grande Michael Woods, alla fine 16 vittorie con tappe sia al Tour che alla Vuelta ma non al Giro. Piazzato seriale nelle classiche delle Ardenne, podio al Mondiale di Innsbruck, quinto alle Olimpiadi di Tokyo. Poi lui avrà i suoi metri di giudizio, però a guardare la sua carriera e a quanto spesso non è andato lontano da un certo tipo di vittoria penso ci debba essere qualche rimpianto
L'olandese Ide Schelling annuncia il ritiro dalle corse a fine stagione a soli 27 anni. Negli ultimi due anni in Astana non aveva ottenuto risultati perciò non sorprende del tutto questa decisione, certo spiace che un corridore giovane che sembrava avere buoni numeri per le gare di un giorno e le tappe vallonate abbandoni il mondo del professionismo.
Ho letto che ha annunciato il ritiro Salvatore Puccio, 14 stagioni consecutive nella Sky/Ineos con 0 vittorie ma 17 grandi giri (di cui 16 conclusi), tantissime classiche, una presenza fissa nella squadra che ha dominato il ciclismo per una decina d'anni. Un corridore con questa continuità è difficile ricordarlo, grandi gregari sì, ma 14 anni di fila nella stessa squadra non saprei quanti se ne trovano (Valverde, ma ovviamente con un ruolo diverso di stella della squadra più forte del suo paese, sicuramente qualche francese tipo Vuagrenard e Guesdon)
Beppugrillo ha scritto: ↑martedì 2 settembre 2025, 13:49
Ho letto che ha annunciato il ritiro Salvatore Puccio, 14 stagioni consecutive nella Sky/Ineos con 0 vittorie ma 17 grandi giri (di cui 16 conclusi), tantissime classiche, una presenza fissa nella squadra che ha dominato il ciclismo per una decina d'anni. Un corridore con questa continuità è difficile ricordarlo, grandi gregari sì, ma 14 anni di fila nella stessa squadra non saprei quanti se ne trovano (Valverde, ma ovviamente con un ruolo diverso di stella della squadra più forte del suo paese, sicuramente qualche francese tipo Vuagrenard e Guesdon)
Forse ci si aspettava qualcosa di più ai tempi in cui era dilettante, ma è stato intelligente nel momento in cui ha capito di non essere un campione a diventare uomo squadra, ha fatto la sua carriera (anche se mi sembra non abbia mai corso il tour, in compenso ha vestito la maglia rosa dopo una cronosquadre).
dietzen ha scritto: ↑martedì 2 settembre 2025, 14:07
Beppugrillo ha scritto: ↑martedì 2 settembre 2025, 13:49
Ho letto che ha annunciato il ritiro Salvatore Puccio, 14 stagioni consecutive nella Sky/Ineos con 0 vittorie ma 17 grandi giri (di cui 16 conclusi), tantissime classiche, una presenza fissa nella squadra che ha dominato il ciclismo per una decina d'anni. Un corridore con questa continuità è difficile ricordarlo, grandi gregari sì, ma 14 anni di fila nella stessa squadra non saprei quanti se ne trovano (Valverde, ma ovviamente con un ruolo diverso di stella della squadra più forte del suo paese, sicuramente qualche francese tipo Vuagrenard e Guesdon)
Forse ci si aspettava qualcosa di più ai tempi in cui era dilettante, ma è stato intelligente nel momento in cui ha capito di non essere un campione a diventare uomo squadra, ha fatto la sua carriera (anche se mi sembra non abbia mai corso il tour, in compenso ha vestito la maglia rosa dopo una cronosquadre).
Arrivando al professionismo con un Fiandre U23 vinto e viste le difficoltà che già facevamo al tempo per essere competitivi in quel tipo di corse (si veniva dagli anni di Boonen e Cancellara e tra i nostri Ballan e Pozzato stavano arrivando ai titoli di coda) , pensavamo di poter aver trovato un corridore davvero adatto. Ovviamente il contesto non poteva aiutarlo troppo ma almeno nel suo caso non è stato snaturato a differenza d'altri per farlo diventare qualcosa che mai avrebbe potuto essere. Ha fatto sempre il suo con grande professionalità ed educazione, diventando uno degli uomini di fiducia migliori del gruppo. Almeno una vittoria parziale l'avrebbe meritata ma la sua bella carriera l' ha fatta.
Annuncia il ritiro a fine stagione anche Kristian Sbaragli, peraltro anche lui venuto fuori da quel Team Hopplá in cui c'era anche Salvatore Puccio (e Manuel Bongiorno, che i più attenti ricordano).
Per le sue caratteristiche ha sicuramente vinto pochissimo ma è forse stato fregato come tanti altri dal non essere abbastanza scalatore in corse dure e non essere abbastanza velocista negli arrivi per velocisti. La perla resta comunque la vittoria di tappa alla Vuelta nel 2015.
Dopo dieci stagioni di professionismo (più due vissute in formazioni Continental) si ritira Simone Petilli. Ragazzo che purtroppo ha dovuto fare i conti con tanti problemi fisici e che in alcune occasioni è andato vicino a conquistare quella vittoria che avrebbe meritato.
Peraltro è stato uno dei pochissimi italiani (assieme a Gasparre e Andrea Bagioli) a vincere la Ronde de l'Isard, una delle brevi gare a tappe francesi più significative. Nel professionismo un po' gli eventi, un po' i limiti poi emersi l'hanno portato a diventare soprattutto corridore da fughe e uomo squadra al servizio dei capitani. In ogni caso è riuscito a farsi una carriera più che dignitosa.