LETTERINA A 5 BABBI NATALE
Qualche giorno fa il simpatico babbione (lo si dice nel tono usato ai tempi da Striscia per Barbara Bush), procuratore dell'antidoping Coni Ettore Torri ha fatto il suo ennesimo sproloquio contro il nostro ciclismo.
http://www.cyclingtime.it/index.php/new ... e-fandonie
http://www.spaziociclismo.it/?action=re ... izia=24764
Le enormi panzane sparate dal nonnino hanno avuto il pregio di aver risvegliato le coscienze e l'orgoglio di uno sport e di un movimento massacrati ormai da cinque lustri, pur con gravi colpe all'origine ma già ampiamente espiate.
Il passaggio culturale c'è stato ed è in atto una trasformazione, ma perché continua da parte dei vertici Coni e da parte del nostro dirigente più importante questo accanimento monocorde ed ormai sterile contro il nostro sport?
Le parole del nonnino Torri non sono parse ai più come solo l'ennesima uscita estemporanea di un ottuagenario. No proprio no.
Sono parse esattamente come le parole di un nonnino ispirato e spinto a ciò dai vertici Coni, dei quali il nostro baffo è una propaggine invasiva nel nostro movimento.
E' ormai evidente anche al più mite e mansueto che la nostra federazione ed il nostro sport SONO USATI per altri e ben più squallidi scopi.
La cortina di fumo alzata sul doping nel ciclismo è utile al Coni per mantenere gli occhi della stampa e dei cronisti più sciocchi lontano dalle altre federazioni e dagli apparati Coni.
In un momento di crisi come questo l'elefante vorace chiamato Coni ha bisogno di fare immagine, di assicurarsi medaglie ed onori in altri sport (senza magari andar troppo per il sottile

), rimpinzare gli appetiti famelici delle schiere di raccomandati in esso parcheggiati e mostrare una feroce lotta al doping nel solo solito capro espiatorio: il ciclismo.
Perché il ciclismo? Perché era (e tornerà ad essere) lo sport meno "conizzato" di tutti, il più basato sul volontariato sociale e non sui professionisti della scienza sportiva ministeriale e della spesa pubblica parassitaria (spesa a beneficio di pochi). Insomma una bella preda da spennare e mostrare in bacheca ogni volta che serve, quasi come una testa di renna finlandese appesa al muro.
Così era fino a settimana scorsa, ma grazie alle parole di Torri (che fanno incazzare anche i Santi), qualcosa è successo nell'aria del ciclismo.
A tutti noi ciclofili è venuto un groppo in gola e quella gola si è contratta al punto da eccitare le corde vocali fino a squarciarla in un urlo liberatorio quasi di grillina ispirazione, o alla Aldo di Aldo, Giovanni e Giacomo:
CONIII, MA VAFFANQLOOOOOOOOOOOOOOOOOO! (Con tutto l'amore del Natale)
Basta, adesso non se ne può più. Basta! Rompiamo questo nefasto matrigno cordone ombelicale che si è avvolto al collo del nostro sport.
Basta con la renna appesa al muro!
Ed ecco che il momento natalizio che si approssima accende la fantasia e questa corre a cinque uomini, cinque uomini diversi, cinque con diversi gusti, storie ed aspirazioni, ma certamente accomunati dalla passione. Già perchè se c'è qualcosa che distingue i 5 candidati sfidanti dal presidente uscente è proprio la passione.
E la passione è quella che può rianimare la renna, che può portare questi cinque Babbi Natale a consegnare in tutte le nostre case quel dono che tutti noi aspettiamo da più di un decennio: IL NOSTRO CARO VECCHIO, BAMBINO, ADORABILE E MAI ABBASTANZA AMATO ... CICLISMO.
Piace l'idea di immaginare questi nostri cinque babbi, rappresentanti di diverse terre d'Italia (tutte belle ed orgogliose) e di diverse belle storie di sport lavorare assieme per un futuro diverso, per un sogno, un progetto che se realizzato li renderà immortali nella memoria di tutti noi ciclofili che abbiamo sofferto le pene dell'inferno in questi anni terribili.
In questo sito ed in questo forum (messi all'indice dal baffo dominus) in passato si è fatta tanta inchiesta sulle vicende torbide che hanno distrutto il nostro sport. Molte cose sono state scoperte e portate alla luce pubblicamente, su altre si è preferito forse stendere un velo pietoso per non portare altro fango all'oggetto del nostro amore (il ciclismo).
Bene, oggi (e il Natale ci aiuta) è giunto il momento di lasciare il male, di dimenticare le malefatte e di abbandonarle al futuro oblio di chi le ha perpetrate.
E' IL MOMENTO DI SOGNARE, di aprire i nostri cuori alle aspirazioni, di tornare bambini ed immaginare i nostri 5 Babbi Natale laboriosamente animati e concordi nel lavorare per il bene del nostro Bambino.
LA RENNA VUOLE TORNARE A CORRERE!
Qualche giorno fa il sempre acuto blog CyclingPro ha scritto:
"Che dire? Che Di Rocco – salvo clamorose sorprese, comunque possibili perché il fronte dell’insofferenza nei suoi confronti è sempre maggiore – a gennaio sarà per la terza volta presidente della Fci. E non ci sono alternative: dopo la “strage” di uomini validi fatta dalla Fci negli ultimi anni, gli avversari del presidente uscente sono di una modestia senza confini."
Si è avuta la sensazione (comunque positiva) che per una volta il blog di CyclingPro possa aver preso una cantonata. Per una volta ci sta.
"Gli avversari di Renato Di Rocco sono di una modestia senza confini" è uno splendido slogan per i nostri cinque Babbi Natale.
LA MODESTIA E' LA PIU' BELLA VIRTU' NECESSARIA IN QUESTO MOMENTO, se raffrontata alla boria supponente di ...
Proviamo tutti a fare la battaglia con le fionde contro i carri armati?! Proviamo tutti a metterci contro il colosso parassitario-ministeriale chiamato Coni?!
E' una battaglia di Davide contro Golia. E' una battaglia che si vince con la modestia, sì proprio la modestia, contrapposta all'arroganza ed alla sopraffazione, che il tiranno sta facendo violentando le regole democratiche e statutarie e creando differenze interpretative a seconda che si tratti di amici o avversari.
Già, ma c'è un limite a tutto ed alla fine chi ha una coscienza ed una passione finisce per ribellarsi e far esplodere il groppo in gola.
Ecco che allora la rabbia diventa amore, amore per il proprio sport e per il bene collettivo (stavolta sì da buoni padri di famiglia), amore per la propria comunità ciclistica ed appare a tutti chiaro il bene superiore. E' una battaglia dura che si vince essendo rocce contro chi si è costruito di roccia.
Eppoi chi l'ha detto che 5 persone modeste siano politicamente inferiori all'uomo forte? Forte di cosa, quando il suo agire è l'esecuzione di ordini impartiti dall'impero galattiCONIco?
E allora via libera alla renna (cornuta sì, ma mai doma e sottomessa)!
Via libera ai capitani coraggiosi e modesti che nel sogno vestiranno gli abiti dei nostri Babbi Natale.
Via libera (in ordine di età) a: Gianni, Salvatore, Rocco, Davide e Claudio.
E presentiamoli i nostri 5 Babbi.
Babbo Claudio (Claudio Santi) - E' la sorpresa di questo turno elettorale post natalizio. E' stato come un vigoroso, salutare uragano che ha scosso tutto. La sua comunicazione web, talvolta abborracciata ma sempre contagiosamente genuina, la sua prosa da curato emiliano alla Guareschi (ma anche i Santi si incazzano), sempre animato da buoni sentimenti ha toccato il cuore di moltissimi appassionati, certamente quelli più giovani e/o webbomani. Ha avuto anche il pregio di utilizzare la satira come nessuno aveva fatto in precedenza, vestendo i panni di un assurdo CicloCetto La Qualunque. Insomma un vero brigante emiliano amato dal popolo, soprattutto del web.
Se non fosse esistito andava inventato.
Babbo Salvatore (Salvatore Bianco) - A dispetto dell'età è il più acerrimo combattente, un vero re dei daci, il capo del fiero popolo d'Apulia mai domo e mai sottomesso al despota. Dalla sua ha una esperienza di lotta sul campo invidiabile; è un passionario ma è anche un competente stratega. Fosse nato nelle terre dominanti sarebbe stato un buon imperatore da circa 20 anni o giù di lì, ma ciò che conta è che oggi è l'incontrastato re degli Apuli e dei Sanniti, ovvero capo delle colonne che da sud muovono contro le potenti ma dissennate e codarde truppe conico-romane, ben pagate, ma poco animate da spirito e passione. E l'uomo del sud che da tutta Italia si fa amare ed al sud potrebbe anche non fermarsi ad Apulia Sannio e Campania Felix.
Babbo Gianni (Gianni Sommariva) - Il burbero bergamasco, condottiero di lungo corso, non è mai stato un combattente accanito; la cultura della sua terra, quella di Papa Giovanni XXIII, non è certamente bellicosa; Babbo Gianni è un uomo di dialogo e confronto non molto amante dei toni accesi, ma la storia insegna che, oltre ai santi, non bisogna mai fare incazzare il Papa. Chiedete in Germania a colui che scese a Canossa!
Questa volta è successo che l'imperatore tiranno abbia cercato di scomunicare il Papa, operazione che la storia non ha mai messo per lui in programma.
Questa volta il tiranno non potrà salvarsi baciando l'anello.
Babbo Davide (Davide D'Alto) - Il frate lombardo, schivo e taciturno ma di dolce favella e di nobile famiglia ciclistica è stato giovin virgulto nella tavola rotonda dello Sceriffo di Nottingham, prima di diventarne da questi bandito, nel momento della ribellione alle scoperte angherie del satrapo.
Babbo Davide si è nascosto nella foresta dell'Oltrepò Pavese, come un Robin Hood lombardo, da cui ha condotto una strenua e celata difficile lotta con lo sceriffo. Nessuno lo vede in giro fuori dalla foresta ma il baffo lo evoca in ogni dove, manifestando pertanto reconditi incubi notturni. Ma ciò che conta è che Babbo Davide sia un fine intellettuale ed un attento contabile di scuola certosina. Quando toglierà il saio ed abbasserà il cappuccio sarà per vestire i panni del quinto Babbo Natale e dare spazio alla fantasia ciclistica ed agli studi maturati nell'esilio obbligato nella foresta tra marziali arti ciclistiche e letture dell'anima per preparare il verbo.
Babbo Rocco (Rocco Marchegiano) - Babbo Rocco rappresenta la terra di Cavour, quella che fece l'Italia e questo basterebbe già per dar lui una responsabilità pesante. Ma Babbo Rocco non è un piemontese (fosse un vino non sarebbe primitivo, se non per il sapore asprigno e caldo); Babbo Rocco incarna due anime: quella più esterna sabauda e quella più interna abruzzese: un po' testardaggine ed orgoglio, un po' fantasia e genio. Bene quando Rocco unisce le due anime crea l'eccellenza, quella eccellenza che è il Piemonte ciclistico; quella esperienza che se canalizzata a dovere potrebbe fare ripartire anche l'Italia ciclistica. Rocco ha i modi bruschi e la simpatia di un orso marsicano, ma anche il genio creativo e la follia di un D'Annunzio. Per amore del suo sport prenderebbe l'aereo per volantinare su Roma e dire che "l'antidoping di Torri e dei falsi verginelli uomini Coni adesso ... HA PROPRIO ROTTO I COGLIONI !!!". Marchegiano ama il ciclismo prima di tutto.
Si può ora avere il dubbio che se Marco Bonarrigo leggerà queste righe possa cambiare sentiment ed opinione sul possibile futuro del ciclismo italiano e con lui tutte le figure trainanti del giornalismo ciclistico? Noi tutti ce lo si augura. L'alternativa c'è, eccome! E non è un uomo solo ...
Francamente non credo importi che si vedano questi cinque Babbi come degli gnomi del passato, l'importante è percepire che questi possano diventare nel sogno natalizio di migliaia di appassionati come "I 5 PADRI DEL NUOVO CICLISMO ITALIANO", ovvero in ambito ciclistico come coloro che nel dopoguerra furono i padri costituenti, salvatori dell'Italia intera.
Non è importante chi di loro vincerà, l'importante è che vogliano lavorare silentemente e intensamente come 5 adorabili Babbi Natale, perché la renna ha voglia di tornare a correre e la slitta va rifatta, le sue ossidate lame limate per scorrere meglio sulla neve.
Il ciclismo politico non ha più necessità dell' "uomo solo al comando", quello è solo del ciclismo sportivo ed eroico, del sogno sportivo che si fa realtà, un miracolo che deve tornare a ripetersi ben oltre la liquefazione del sangue di San Gennaro.
Il miracolo politico-sportivo è la squadra, il team, dove tante belle persone come laboriose formichine con modestia e passione possono far ripartire tutto e far tornare splendente ed operoso il formicaio, trasformando l'era del "tiranno solo al comando" in un lontano e triste ricordo.
Quindi: BUON NATALE FCI, BUON NATALE FAMIGLIA CICLISTICA e ...
CARI BABBI NATALE, siamo stati bravi per oltre 15 anni, adesso ci portate un regalo speciale? Anzi riportate?
RIPORTATE GRANDE IL NOSTRO AMATISSIMO CICLISMO ITALIANO.
La renna è pronta e vuole correre con e per voi.
... Vabbeh era solo un sogno, ma ora che ci si è risvegliati e che è comunque Natale, perché questo sogno non potrebbe realizzarsi? Sognare non è mai peccato.
Eppoi è il sogno di tanti, tantissimi, la quasi totalità degli appassionati di ciclismo. La letterina mandiamola ugualmente. Non si sa mai ...
Ps. Diceva Lucio: "Attenti al lupo!". Ma anche: "Ve vojo bene assaje"