E OKC contro Dallas ad Ovest.
Bravissimi i Grizzlies a portare la serie a gara-7, ma s'è infine vista la differenza di talento e potenzialità tra le due squadre. Stern può respirare...

Dire che decisivo è stato l'asse Westbrook—Durant è fin troppo facile, per quanto effettivo; voglio, quindi, evidenziare la costanza di Collison sotto entrambi i canestri (quattro rimbalzi in attacco, otto in difesa) e l'impatto di Harden nel finale del terzo periodo, quando ha messo dentro tre delle cinque triple (su sei tentativi) che hanno messo le ali alla squadra di coach Brooks (le altre due sono state segnate da Durant; una, fantastica, in transizione, per colmare un contropiede avviato da una sua stoppata), parziale decisivo per prendere il largo.
Indicativo il dato dei punti messi a referto da chi non è partito in quintetto: 42 da OKC, 22 da Memphis
Il succitato asse, comunque, rimane pur sempre il nòcciolo dei Thunders, quindi val la pena di scrivere dei 39 punti (più nove rimbalzi) di Durant, con 13/25 dal campo, dopo l'iniziale 2/8, nonché della tripla doppia di Westbrook (con alcune scelte in attacco discutibili, ma oh!, sfido a criticare uno che fa una tripla doppia

): 14 punti, 10 rimbalzi (sei in attacco), 14 passaggi vincenti. L'ultima tripla doppia di una gara-7 NBA, prima di questa, risaliva addirittura a diciannove anni fa, iscritta al nome: Scottie Maurice Pippen.
A pensarci, la finale di Conference OKC — Dallas è perfino più stimolante dell'altra: Westbrook—Durant contro Kidd—Novitzki; anche considerando questo braccio di ferro, particolare evidenza avranno le seconde e terze scelte in attacco, e penso soprattutto a Harden da una parte, Terry dall'altra.
Intanto, ad Est, la finale di Conference è già iniziata sul parquet: a Chicago, il quintetto Bulls ha messo là una prestazione nel complesso granitica, lasciando James ad un misero 5/15 dal campo e cedendo al solo Bosh (12/18, 30 punti, 9 rimbalzi), per un "ventello" nel punteggio finale che, dalle parti di Miami, grida vendetta.