
Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Apro il 3D solo per complimentarmi con la redazione di SportWeek, che nella presentazione della tappa parla del cinquantenario del crollo della diga del Vajont (ripetendo la castroneria nel titolo e nel testo) 

- Maìno della Spinetta
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Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Quindi scaleranno una strada che passa accanto a un rudere... Chissà che sorpresa avranno quando guarderanno la tappa.
Per chi non lo sapesse, la diga è lì salda: ad essere crollato è il Monte Toc, che smottò in acqua facendo tracimare il lago.
Per chi non lo sapesse, la diga è lì salda: ad essere crollato è il Monte Toc, che smottò in acqua facendo tracimare il lago.
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
In quello speciale ne ho lette di certe... c'è una tappa presentata col titolo "Mille metri che possono decidere il Giro"... in cui si parla delle pendenze di questi ultimi mille metri... sapete quale tappa? Quella di Gavia e Stelvio 

Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
sei OTAdmin ha scritto:In quello speciale ne ho lette di certe... c'è una tappa presentata col titolo "Mille metri che possono decidere il Giro"... in cui si parla delle pendenze di questi ultimi mille metri... sapete quale tappa? Quella di Gavia e Stelvio

- Maìno della Spinetta
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Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Il finale affatto non banale, soprattutto l'ultimo km e mezzo, della tappa:


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Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Anticipo di un poco una tappa di Storia, di storia triste per l'imprenditoria arraffona e pressapochista che purtroppo è esistita ed esiste nel nostro Paese.
La tappa è in ricordo della immane tragedia del Vajont avvenuta 50 anni or sono e costata la vita a poco meno di 2000 persone probabilmente. Dico probabilmente perché il numero dei morti non fu mai quantificato con certezza.
Come detto bene innanzi, la diga (crollata solo addosso a Sportweek) del Vajont venne irresponsabilmente riempita oltre quello che il buon senso avrebbe suggerito.
E un versante intero di un monte intero franò. Il monte si chiama/chiamava Monte Toc, e come disse Marco Paolini già il nome avrebbe dovuto ispirare qualcosa. A Milano si dice "el cad a toc" ovvero "cade a pezzetti". Una enorme massa d'acqua venne spostata al lato nord dell'invaso travolgendo i paesini di Erto e Casso (paesi che avevano già visto intere loro frazioni sloggiate per lasciar spazio all'allagamento dell'invaso). Successivamente un'altra massa d'acqua si spostò verso valle a ovest provocando con la forza dell'energia potenziale (oltre che cinetica dalla spinta della frana) una devastante compressione e successiva depressione d'aria. L'acqua superò lo sbarramento di cemento che non venne ovviamente minimamente scalfito (resta lì nella sua triste mole) e scese a velocità altissima (si stimò oltre 100 km/h) distruggendo all'istante il paesino di Longarone e seminando morte successivamente per decine di chilometri.

Morti si ebbero non solo a valle di Longarone, ma pure a monte a seguito della compressione e successiva depressione d'aria.
Migliaia di Alpini e di soccorritori dovettero nei giorni successivi compiere un lavoro pietoso inenarrabile.
Consiglio di vedere prima di questa tappa il film "Vajont - La diga del disonore" di Renzo Martinelli che narra anche la generosa ma inutile opera di informazione della giornalista Tina Merlin che previde, informata della grave situazione geologica, la terribile frana ed anche la toccante ed incredibile performance docu-teatrale di Marco Paolini del 1997 (credo sia presente anche in rete).
Tornando alla bici, ecco ciò che aspetta i Girini in partenza dal Predil, poco più avanti del bellissimo lago a due passi dalla frontiera slovena e dal Monte Tricorno, simbolo di una Italia che non c'è più e simbolo di una Slovenia orgogliosamente europea.

La tappa dopo le fatiche del Cason di Lanza (a proposito, ripasseranno dal termine della discesa e chissà quanti improperi verso il mostro
) e del Montasio, attraversa tutta l'alta Carnia di pianura sino a poco prima di Comegliàns e da lì inizia una salita facile ma interminabile, ben 29 km, che porterà il gruppo al tetto di giornata ai 1800 metri della Sella Ciampigotto (1285 metri di dislivello al 4,4% di media e punte del 9%).
Diamogli una occhiata:
Dopo una quindicina di chilometri con pendenza massima al 5%, comincia il tratto nel bosco che precede la Forcella di Lavardet, posta al bivio della statale per Campolongo

Il tratto con pendenza massima al 9% è lungo 3 km

Siamo alla Forcella Lavardet, i Girini vanno a sinistra:

Passato il bivio, dopo un po' riprende un secondo tratto relativamente impegnativo (anche qui max 9%) leggermente più lungo del precedente, circa 3 km.
Come faccio a sapere che è impegnativo (per me)? Me lo han detto le du' donzelle lì davanti prima di staccarmi.


Siamo alla Sella di Razzo ed a sinistra la strada che ridiscende in Friuli a Sauris. I Girini vanno a destra

Siamo ormai quasi arrivati in cima e la strada si apre verso un pianoro dalla vista mozzafiato mentre la salita si è fatta a dir poco dolce


Siamo in cima, alla destra il Rifugio Fabbro e via per la discesa che, a differenza della salita, scende più ripida e in 16 chilometri porta i corridori a Vigo di Cadore

La discesa non è larghissima, e solo nella prima parte richiede un po' di destrezza (Wiggo escluso), ecco alcuni tornanti da guidare

Successivamente diviene velocissima e qui ci vorrà un po' di fegato

Siamo a Vigo nella discesa-falsopiano che ci porterà verso il paesino martire di Longarone.

Ci siamo, là davanti inizia ed elevarsi la strada con la salita finale. Non si può alzando lo sguardo non pensare a cosa venne giù la sera la sera del 9 ottobre di 50 anni fa dalla parte destra della montagna. Il Giro è bello anche per queste grandi motivazioni

Inzia la salita con ampi rettilei alternati da alcuni tornanti da grande carreggiata. La salita è di 7,6 km con un dislivello di 349 metri e pendenza media del 4,6%, con una punta brevissima del 14% fra due gallerie e tratti relativamenti più lunghi al 9%.

Dopo l'ultimo tornante la strada s'impenna leggermente con punte al 9%-10%.

Prima dell'ultimo strappo ci sono tre gallerie come questa, dove la strada si stringe e le gallerie non sono in piano, bensì mantengono una costante pendenza.

Nell'ultimo km si torna a toccare alcune punte al 10%

Ed ecco infine il rettileo d'arrivo in leggera discesa all'altezza di bivio per Casso.

Video Fly-by
http://www.mapmyride.com/routes/render_ ... pmyrun.com
Tracciato Gps
http://www.mapmyride.com/routes/fullscreen/207908363/
Sarà la volta del fugone da 20 passistoni pauisti? Beh al Tour questa è una tappa di medio-alta montagna, da noi è una robetta per scattisti.
Per la cronaca il gps dice che in questa giornata si passa i 3000 metri di dislivello. Come si diceva? Ah sì robetta ...
La tappa è in ricordo della immane tragedia del Vajont avvenuta 50 anni or sono e costata la vita a poco meno di 2000 persone probabilmente. Dico probabilmente perché il numero dei morti non fu mai quantificato con certezza.
Come detto bene innanzi, la diga (crollata solo addosso a Sportweek) del Vajont venne irresponsabilmente riempita oltre quello che il buon senso avrebbe suggerito.
E un versante intero di un monte intero franò. Il monte si chiama/chiamava Monte Toc, e come disse Marco Paolini già il nome avrebbe dovuto ispirare qualcosa. A Milano si dice "el cad a toc" ovvero "cade a pezzetti". Una enorme massa d'acqua venne spostata al lato nord dell'invaso travolgendo i paesini di Erto e Casso (paesi che avevano già visto intere loro frazioni sloggiate per lasciar spazio all'allagamento dell'invaso). Successivamente un'altra massa d'acqua si spostò verso valle a ovest provocando con la forza dell'energia potenziale (oltre che cinetica dalla spinta della frana) una devastante compressione e successiva depressione d'aria. L'acqua superò lo sbarramento di cemento che non venne ovviamente minimamente scalfito (resta lì nella sua triste mole) e scese a velocità altissima (si stimò oltre 100 km/h) distruggendo all'istante il paesino di Longarone e seminando morte successivamente per decine di chilometri.

Morti si ebbero non solo a valle di Longarone, ma pure a monte a seguito della compressione e successiva depressione d'aria.
Migliaia di Alpini e di soccorritori dovettero nei giorni successivi compiere un lavoro pietoso inenarrabile.
Consiglio di vedere prima di questa tappa il film "Vajont - La diga del disonore" di Renzo Martinelli che narra anche la generosa ma inutile opera di informazione della giornalista Tina Merlin che previde, informata della grave situazione geologica, la terribile frana ed anche la toccante ed incredibile performance docu-teatrale di Marco Paolini del 1997 (credo sia presente anche in rete).
Tornando alla bici, ecco ciò che aspetta i Girini in partenza dal Predil, poco più avanti del bellissimo lago a due passi dalla frontiera slovena e dal Monte Tricorno, simbolo di una Italia che non c'è più e simbolo di una Slovenia orgogliosamente europea.

La tappa dopo le fatiche del Cason di Lanza (a proposito, ripasseranno dal termine della discesa e chissà quanti improperi verso il mostro

Diamogli una occhiata:
Dopo una quindicina di chilometri con pendenza massima al 5%, comincia il tratto nel bosco che precede la Forcella di Lavardet, posta al bivio della statale per Campolongo

Il tratto con pendenza massima al 9% è lungo 3 km

Siamo alla Forcella Lavardet, i Girini vanno a sinistra:

Passato il bivio, dopo un po' riprende un secondo tratto relativamente impegnativo (anche qui max 9%) leggermente più lungo del precedente, circa 3 km.
Come faccio a sapere che è impegnativo (per me)? Me lo han detto le du' donzelle lì davanti prima di staccarmi.


Siamo alla Sella di Razzo ed a sinistra la strada che ridiscende in Friuli a Sauris. I Girini vanno a destra

Siamo ormai quasi arrivati in cima e la strada si apre verso un pianoro dalla vista mozzafiato mentre la salita si è fatta a dir poco dolce


Siamo in cima, alla destra il Rifugio Fabbro e via per la discesa che, a differenza della salita, scende più ripida e in 16 chilometri porta i corridori a Vigo di Cadore

La discesa non è larghissima, e solo nella prima parte richiede un po' di destrezza (Wiggo escluso), ecco alcuni tornanti da guidare

Successivamente diviene velocissima e qui ci vorrà un po' di fegato

Siamo a Vigo nella discesa-falsopiano che ci porterà verso il paesino martire di Longarone.

Ci siamo, là davanti inizia ed elevarsi la strada con la salita finale. Non si può alzando lo sguardo non pensare a cosa venne giù la sera la sera del 9 ottobre di 50 anni fa dalla parte destra della montagna. Il Giro è bello anche per queste grandi motivazioni

Inzia la salita con ampi rettilei alternati da alcuni tornanti da grande carreggiata. La salita è di 7,6 km con un dislivello di 349 metri e pendenza media del 4,6%, con una punta brevissima del 14% fra due gallerie e tratti relativamenti più lunghi al 9%.

Dopo l'ultimo tornante la strada s'impenna leggermente con punte al 9%-10%.

Prima dell'ultimo strappo ci sono tre gallerie come questa, dove la strada si stringe e le gallerie non sono in piano, bensì mantengono una costante pendenza.

Nell'ultimo km si torna a toccare alcune punte al 10%

Ed ecco infine il rettileo d'arrivo in leggera discesa all'altezza di bivio per Casso.

Video Fly-by
http://www.mapmyride.com/routes/render_ ... pmyrun.com
Tracciato Gps
http://www.mapmyride.com/routes/fullscreen/207908363/
Sarà la volta del fugone da 20 passistoni pauisti? Beh al Tour questa è una tappa di medio-alta montagna, da noi è una robetta per scattisti.
Per la cronaca il gps dice che in questa giornata si passa i 3000 metri di dislivello. Come si diceva? Ah sì robetta ...
- Allegati
-
- Cave del Predil - Vajont (Erto e Casso - 11a tappa Giro d'Italia 2013.zip
- Cave del Predil - Vajont (Erto e Casso) GPS
- (84.59 KiB) Scaricato 91 volte
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Di dove sei ? di Villapizzone ?BenoixRoberti ha scritto:
A Milano si dice "el cad a toc" ovvero "cade a pezzetti".

Neppure il più "arioso" dei milanesi userebbe mai "cad" per dire "cade".
L'espressione corretta (lo dico per i non-milanesi) è "el borla giò a toc" .
Cadere, in milanese, non esiste; bisogna ricorrere ad una locuzione composta.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Ero già abbastanza grande quando accadde e ricordo tutto molto bene. La tragedia venne ampiamente strumentalizzata per fini politici da una certa fazione; dopo tutto correva l'anno 1963, non molto tempo dalla fine della guerra civile italiana.BenoixRoberti ha scritto:Anticipo di un poco una tappa di Storia, di storia triste per l'imprenditoria arraffona e pressapochista che purtroppo è esistita ed esiste nel nostro Paese.
La tappa è in ricordo della immane tragedia del Vajont avvenuta 50 anni or sono e costata la vita a poco meno di 2000 persone probabilmente. Dico probabilmente perché il numero dei morti non fu mai quantificato con certezza.
...
...
Era facilissimo allora ed è facile ancor oggi accusare chiunque di leggerezza per la tragedia (in specie con l'arma della demagogia) ma per farlo con qualche cognizione di causa occorrerebbe conoscere come si gestiscono oggi progetti di quelle dimensioni e come erano gestiti allora. Accusare l'imprenditoria di essere stata arraffona e pressapochista mi sembra ingeneroso e poco preciso, visto che , tutto sommato, era la stessa imprenditoria che ricostrui l'Italia e diede lavoro e benessere a milioni di persone. La tecnica della gestione e della direzione di progetti complessi è una disciplina che si è costruita in decenni di storia industriale e che, purtroppo, per affinarsi al ruolo di scienza, ha dovuto fare tesoro anche delle lezioni imparate a seguito di tragedie come il Vajont. Oggi il management di progetti complessi si affida a conoscenze di team multidisciplinari che allora non erano a portata di mano. Oggi, un altro evento come quello sarebbe impossibile (o quasi ...). Non voglio criticare alcuno (tampoco l'amico Benoix, ci mancherebbe ...

I morti, se non ricordo male, furono oltre 3000. En passant, il piu' alto numero di morti associato ad un incidente causato da un impianto di produzione di energia (da classificarsi tra gl'impianti ad energia solare) a confronto con i 57 dovuti al nucleare (Chernobyl).
Chiedo scusa per l'OT
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Credo tu intenda 57 nello scoppio.prof ha scritto: En passant, il piu' alto numero di morti associato ad un incidente causato da un impianto di produzione di energia (da classificarsi tra gl'impianti ad energia solare) a confronto con i 57 dovuti al nucleare (Chernobyl).
Che i morti in conseguenza di Chernobyl siano 57 mi pare uno svarione (o un errore di battitura).
Von Rock ? Nein, danke.
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Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Esatto, stanno morendo ancora oggi a causa di quella centrale e di quell'incidentenino58 ha scritto:Credo tu intenda 57 nello scoppio.prof ha scritto: En passant, il piu' alto numero di morti associato ad un incidente causato da un impianto di produzione di energia (da classificarsi tra gl'impianti ad energia solare) a confronto con i 57 dovuti al nucleare (Chernobyl).
Che i morti in conseguenza di Chernobyl siano 57 mi pare uno svarione (o un errore di battitura).
"la mente è come il paracadute, funziona solo se si apre" A. Einstein
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
A mio parere è meglio lasciar perdere OT su questi argomenti, ne nascerebbero discussioni mooolto lunghe, eventualmente meglio aprire un TD apposta (l'argomento sicuramente merita) nella sezione dedicata agli OT
(benvenga invece la semplice rievocazione di episodi/luoghi legati ai territori)
Tornando alla tappa, vedo bene Di Luca se non si spreme troppo oggi, ma mi aspetto sopratutto qualche Combiano, "senza antenne" ovviamente
(benvenga invece la semplice rievocazione di episodi/luoghi legati ai territori)

Tornando alla tappa, vedo bene Di Luca se non si spreme troppo oggi, ma mi aspetto sopratutto qualche Combiano, "senza antenne" ovviamente

Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Dal punto di vista del tenere in ordine il forum concordo, ma proprio perchè è un forum (ed un barsport) interrompere una discussione e spostarla subito da un'altra parte è un po' snaturarne il senso (del barsport).l'Orso ha scritto:A mio parere è meglio lasciar perdere OT su questi argomenti, ne nascerebbero discussioni mooolto lunghe, eventualmente meglio aprire un TD apposta (l'argomento sicuramente merita) nella sezione dedicata agli OT
(benvenga invece la semplice rievocazione di episodi/luoghi legati ai territori)
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Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Mi spiace, carissimo Nino. Non mi sono sbagliato: i fatti sono fatti. Il giorno dell'evento vi erano 600 lavoratori presenti sull'impianto, compresi quelli inviati a spegnere gli incendi e di questi ne morirono solo 3: 1 per sopravvenuto infarto e 2 a causa di un'esplosione (non nucleare, non avvengono esplosioni nucleari in una centrale di questo tipo). 137 altri lavoratori furono ricoverati per riconosciuta ARS (sindrome da radiazione acuta): 28 di loro morirono nei 3 mesi successivi (28 + 3 = 31 numero dei decessi classificati come "immediati"). Dei rimanenti 109, ad oggi, ne sono morti in tutto altri 19 e non tutti per cause da ricondursi all'incidente.nino58 ha scritto:Credo tu intenda 57 nello scoppio.prof ha scritto: En passant, il piu' alto numero di morti associato ad un incidente causato da un impianto di produzione di energia (da classificarsi tra gl'impianti ad energia solare) a confronto con i 57 dovuti al nucleare (Chernobyl).
Che i morti in conseguenza di Chernobyl siano 57 mi pare uno svarione (o un errore di battitura).
E' vero, mi sono sbagliato, non sono 57, sono 50.
Questi dati non me li sono inventati: stanno tutti in un rapporto dell'ONU, o meglio, dell'UNSCEAR - United Nations Scientific Committe on the Effect of Atomic Radiations) - redatto nel 2006, cioè 20 anni dopo l'evento, disponibile in rete. Di questo comitato, nato, come detto, sotto l'egida dell'ONU e dell'OMS, facevano parte un centinaio di scienziati esperti in varie discipline (radioprotezione, ingegneria e fisica nucleare, oncologia, medicina, pediatria, biologia ed altre) provenienti da 20 paesi diversi. Inutile dire che il rapporto ha preso in esame anche tutti gli effetti a distanza sulle popolazioni dei 3 stati confinanti (Russia, Ucraina, Bielorussia). Auguro a tutti buona lettura del rapporto (a proposito di demagogia e di ideologia)
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Faccio inoltre notare, ma solo cosi', a titolo di mera informazione, che la centrale di Chernobyl era già obsoleta all'epoca. Era di tipo a reattore a cielo aperto, senza coperture di sicurezza (oggi tutte le centrali hanno il reattore chiuso entro almeno 3 tipi diversi di contenitori di sicurezza) e pertanto i fumi e vapori radioattivi emessi dal reattore si riversarono immediatamente tutti in atmosfera. Nelle settimane successive, si alternarono 6000 pompieri che si affacciarono tutti sul reattore, nel tentativo di spegnimento e tutti senza particolari protezioni. Infine, venne accertato che non si trattò di incìdente, bensi' di VOLUTA errata manovra: voluta, perchè era subentrato un nuovo management, inesperto e che, per dimostrare il proprio valore, voleva dimostrare di essere capace di incrementare la produzione.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Stai parlando di lavoratori addetti, suppongo.prof ha scritto:Mi spiace, carissimo Nino. Non mi sono sbagliato: i fatti sono fatti. Il giorno dell'evento vi erano 600 lavoratori presenti sull'impianto, compresi quelli inviati a spegnere gli incendi e di questi ne morirono solo 3: 1 per sopravvenuto infarto e 2 a causa di un'esplosione (non nucleare, non avvengono esplosioni nucleari in una centrale di questo tipo). 137 altri lavoratori furono ricoverati per riconosciuta ARS (sindrome da radiazione acuta): 28 di loro morirono nei 3 mesi successivi (28 + 3 = 31 numero dei decessi classificati come "immediati"). Dei rimanenti 109, ad oggi, ne sono morti in tutto altri 19 e non tutti per cause da ricondursi all'incidente.nino58 ha scritto:Credo tu intenda 57 nello scoppio.prof ha scritto: En passant, il piu' alto numero di morti associato ad un incidente causato da un impianto di produzione di energia (da classificarsi tra gl'impianti ad energia solare) a confronto con i 57 dovuti al nucleare (Chernobyl).
Che i morti in conseguenza di Chernobyl siano 57 mi pare uno svarione (o un errore di battitura).
E' vero, mi sono sbagliato, non sono 57, sono 50.
Questi dati non me li sono inventati: stanno tutti in un rapporto dell'ONU, o meglio, dell'UNSCEAR - United Nations Scientific Committe on the Effect of Atomic Radiations) - redatto nel 2006, cioè 20 anni dopo l'evento, disponibile in rete. Di questo comitato, nato, come detto, sotto l'egida dell'ONU e dell'OMS, facevano parte un centinaio di scienziati esperti in varie discipline (radioprotezione, ingegneria e fisica nucleare, oncologia, medicina, pediatria, biologia ed altre) provenienti da 20 paesi diversi. Inutile dire che il rapporto ha preso in esame anche tutti gli effetti a distanza sulle popolazioni dei 3 stati confinanti (Russia, Ucraina, Bielorussia). Auguro a tutti buona lettura del rapporto (a proposito di demagogia e di ideologia)
Però di "liquidatori" (coloro che furono inviati nei giorni, mesi ed anni successivi a costruire il sarcofago) e abitanti irradiati ne sono morti a migliaia.
Proprio domenica scorsa ho presenziato alla presentazione di un libroinchiesta di Vera Zhuravel (L'atomo selvaggio-20 anni dopo)alla quale erano presenti alcuni abitanti del territorio circostante la centrale.
Posso assicurare che le testimonianze dirette descrivono una realtà ben diversa da quella del rapporto che citi.
Mi permetto di credere di più a chi le legnate le prende rispetto che a chi le fotografa.
Qui si apre la discussione non tanto su demagogia ed ideologia (rispetto alle quali mi sono vaccinato da tempo) bensì sul malvezzo di alcuni di spiegarti le "tue" idee (cfr. Enzo Iannacci-Quelli che...) mascherando il tutto sotto il velo di una "scienza" che lavora solo su dati forniti e non ricercati, dunque una non-scienza.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Prof capisco che nel 1963 ci fosse una forte (con l'occhio di oggi direi per fortuna) contrapposizione ideologica ed anche ideale (per fortuna qua ci vuole).
I fatti da me citati non sono più argomento di accusa e propaganda o roba simile. Sono ormai fatti passati alla storia, anche perché i duemila che passarono a miglior vita non avevano bandiera di una o dell'altra parte. Ciò che è rimasto in questo Paese, purtroppo, è l'abitudine di cercare protezione nella politica (o di comprarsela per chi può) da parte dell'imprenditoria (che oggi non c'è nemmeno più e si chiama finanza).
Peraltro, a riprova del mio distacco da quelle ideologie, ma per amore e rispetto degli ideali (di umanità innanzitutto) ti vorrei dire che robacce analoghe a quelle compiute dai "bianchi" della Sade (la "sadica" azienda della diga) sono state effettuate anche da voraci aziende cooperative nella "rossa" Toscana, fortunatamente senza le stesse gravi conseguenze (almeno concentrate, ma di certo ve ne furono dilazionate viste le ricorrenti alluvioni con morti).
La spregiudicatezza e l'essere arraffona di certa imprenditoria non è stato patrimonio esclusivo né della destra, né della sinistra.
Restando ai fatti, ciò che avvenne quella sera, fu la conseguenza della spregiudicatezza degli amministratori della Sade, che forzarono le prescrizioni e l'opinione dei tecnici dell'azienda stessa. Credo che la responsabilità sia stata oggettiva e non interpretabile in alcun modo in chiave politica.
E credo che offrire protezione "politica" o in termini di supporto di opinione a chi commette abusi del genere sia un grosso errore.
L'unica cosa che possiamo fare oggi, tutti quanti, comunque è fare tesoro di quella terribile esperienza ed onorare oggi e domani con tutto l'affetto del ricordo.
@Nino - Se guardi alcuni miei post vedrai che ho utilizzato il verbo "borlà giò". Però ad onor del vero io sono inquinato dal laghèe.
Ps. Aneddoto: Durante il mio servizio militare avevamo nella casermetta un ragazzo di Erto e Casso, cresciuto in una famiglia che aveva perso tutto e lui era stato figlio di sfollati (nato del 1970). Era un depresso cronico e tutte le sere piangeva per i problemi di padre e madre e della sua zona.
Un giorno durante una visita dal medico, che era un vivace calabrese donnaiolo che si nutriva di viagra du Calabria (n'duja e peperoncino) il solare calabrese gli disse che aveva una soluzione per risolvere i problemi suoi e del suo paese (Erto e Casso): invertire i nomi dei due paesi
Il medico non conosceva nulla della vicenda del Vajont (sigh) ed io che ero suo assistente gli raccontai. Si sentì un po' imbarazzato per la potenziale gaffe, ma in fondo credo che sia stato un modo per dirgli che la vita deve continuare, anche se poi l'ertocassese fu congedato dopo qualche settimana.
Voglio immaginare che il mio ex commilitone sia oggi là a godersi lo spettacolo del Giro.
I fatti da me citati non sono più argomento di accusa e propaganda o roba simile. Sono ormai fatti passati alla storia, anche perché i duemila che passarono a miglior vita non avevano bandiera di una o dell'altra parte. Ciò che è rimasto in questo Paese, purtroppo, è l'abitudine di cercare protezione nella politica (o di comprarsela per chi può) da parte dell'imprenditoria (che oggi non c'è nemmeno più e si chiama finanza).
Peraltro, a riprova del mio distacco da quelle ideologie, ma per amore e rispetto degli ideali (di umanità innanzitutto) ti vorrei dire che robacce analoghe a quelle compiute dai "bianchi" della Sade (la "sadica" azienda della diga) sono state effettuate anche da voraci aziende cooperative nella "rossa" Toscana, fortunatamente senza le stesse gravi conseguenze (almeno concentrate, ma di certo ve ne furono dilazionate viste le ricorrenti alluvioni con morti).
La spregiudicatezza e l'essere arraffona di certa imprenditoria non è stato patrimonio esclusivo né della destra, né della sinistra.
Restando ai fatti, ciò che avvenne quella sera, fu la conseguenza della spregiudicatezza degli amministratori della Sade, che forzarono le prescrizioni e l'opinione dei tecnici dell'azienda stessa. Credo che la responsabilità sia stata oggettiva e non interpretabile in alcun modo in chiave politica.
E credo che offrire protezione "politica" o in termini di supporto di opinione a chi commette abusi del genere sia un grosso errore.
L'unica cosa che possiamo fare oggi, tutti quanti, comunque è fare tesoro di quella terribile esperienza ed onorare oggi e domani con tutto l'affetto del ricordo.
@Nino - Se guardi alcuni miei post vedrai che ho utilizzato il verbo "borlà giò". Però ad onor del vero io sono inquinato dal laghèe.

Ps. Aneddoto: Durante il mio servizio militare avevamo nella casermetta un ragazzo di Erto e Casso, cresciuto in una famiglia che aveva perso tutto e lui era stato figlio di sfollati (nato del 1970). Era un depresso cronico e tutte le sere piangeva per i problemi di padre e madre e della sua zona.
Un giorno durante una visita dal medico, che era un vivace calabrese donnaiolo che si nutriva di viagra du Calabria (n'duja e peperoncino) il solare calabrese gli disse che aveva una soluzione per risolvere i problemi suoi e del suo paese (Erto e Casso): invertire i nomi dei due paesi

Il medico non conosceva nulla della vicenda del Vajont (sigh) ed io che ero suo assistente gli raccontai. Si sentì un po' imbarazzato per la potenziale gaffe, ma in fondo credo che sia stato un modo per dirgli che la vita deve continuare, anche se poi l'ertocassese fu congedato dopo qualche settimana.
Voglio immaginare che il mio ex commilitone sia oggi là a godersi lo spettacolo del Giro.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Il consiglio di l'Orso non è peregrino. Va bene parlar qui di Vajont, inevitabile direi, ma se la discussione deve virare su Chernobyl e sul nucleare è meglio farlo fuori dai thread di ciclismo. Dunque se qualcuno è interessato a continuare la discussione, prego di farlo in zona OT.l'Orso ha scritto:A mio parere è meglio lasciar perdere OT su questi argomenti, ne nascerebbero discussioni mooolto lunghe, eventualmente meglio aprire un TD apposta (l'argomento sicuramente merita) nella sezione dedicata agli OT
(benvenga invece la semplice rievocazione di episodi/luoghi legati ai territori)
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VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...
"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Da tecnico, posso dire che mi vedo più nella ricostruzione di prof. Ai tempi della costruzione della diga le conoscenze ingegneristiche/geotecniche erano molto più indietro di oggi, e chi aveva intuito che c'era un grosso pericolo non era in grado di portare delle prove tecniche del fatto. Prove che, tanto per fare un esempio, non possono essere delle fessure nella montagna che, con il senno di poi, siamo tutti bravissimi a dire che erano un segno premonitore.
Poi l'errore più marchiano fu fatto ad opera finita con il riempimento dell'invaso, quando la Sade era già stata assorbita nell'Enel, e quindi non si vede cosa c'entri la spregiudicatezza degli imprenditori. Anzi proprio la discontinuità societaria fu probabilmente uno dei fattori che impedì ai subentrati (anche tecnici) di avere le idee chiare sul fatto che la diga non andava riempita tutta, come invece chi c'era prima aveva ormai preso atto di dover fare.
Insomma, le semplificazioni alla Paolini sono appunto semplificazioni eccessive e che danno luogo a versioni distorte, e mi spiace vedere che ormai vanno per la maggiore.
Poi l'errore più marchiano fu fatto ad opera finita con il riempimento dell'invaso, quando la Sade era già stata assorbita nell'Enel, e quindi non si vede cosa c'entri la spregiudicatezza degli imprenditori. Anzi proprio la discontinuità societaria fu probabilmente uno dei fattori che impedì ai subentrati (anche tecnici) di avere le idee chiare sul fatto che la diga non andava riempita tutta, come invece chi c'era prima aveva ormai preso atto di dover fare.
Insomma, le semplificazioni alla Paolini sono appunto semplificazioni eccessive e che danno luogo a versioni distorte, e mi spiace vedere che ormai vanno per la maggiore.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Ma, guarda, tu sei padronissimo di credere alle parole della Signora (che mestiere fa ?): tieni presente che dall'altra parte vi è un rapporto di tante centinaia di pagine contenente screening condotti su centinaia di milioni di abitanti delle 3 regioni interessate, redatto da una commisione ONU-OMS, formata da piu' di un centinaio di scienziati.nino58 ha scritto:prof ha scritto:nino58 ha scritto: [Stai parlando di lavoratori addetti, suppongo.
Però di "liquidatori" (coloro che furono inviati nei giorni, mesi ed anni successivi a costruire il sarcofago) e abitanti irradiati ne sono morti a migliaia.
Proprio domenica scorsa ho presenziato alla presentazione di un libroinchiesta di Vera Zhuravel (L'atomo selvaggio-20 anni dopo)alla quale erano presenti alcuni abitanti del territorio circostante la centrale.
Posso assicurare che le testimonianze dirette descrivono una realtà ben diversa da quella del rapporto che citi.
Mi permetto di credere di più a chi le legnate le prende rispetto che a chi le fotografa.
Qui si apre la discussione non tanto su demagogia ed ideologia (rispetto alle quali mi sono vaccinato da tempo) bensì sul malvezzo di alcuni di spiegarti le "tue" idee (cfr. Enzo Iannacci-Quelli che...) mascherando il tutto sotto il velo di una "scienza" che lavora solo su dati forniti e non ricercati, dunque una non-scienza.
C'è gente che crede ai marziani ....
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Scusate la divagazione allora, di cui al momento non è il caso di proseguire e non deve diventare una piazza di recriminazioni politiche o tecniche ampiamente segnate dal tempo. Ci sono fatti descritti, su cui non concordo (ma sarebbe un bisticcio di fonti); Perdonatemi le semplificazioni alla Paolini, ma sono solo un umile lettore (modesto per Lemond) e la mia informazione si ferma lì.
Il nostro pensiero deve essere rivolto al ricordo sincero delle vittime ed alla tensione ideale affinché niente del genere abbia a ripetersi.

Ps. per la cronaca sono imprenditore (piccolo), e mai stato legato alla politica.
Il nostro pensiero deve essere rivolto al ricordo sincero delle vittime ed alla tensione ideale affinché niente del genere abbia a ripetersi.

Ps. per la cronaca sono imprenditore (piccolo), e mai stato legato alla politica.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
fuga domani in porto?
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
ho appena visto la ricognizione di cassani, ....... ho i brividi
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Ti parlo da tecnico (un pochino consumato ... per la verità ... ma con circa 30 anni di progetti e di direzione di progetti sulle spalle) solo per dirti che non esistevano opinioni fondate ed unanimi dei tecnici dell'azienda, nè, tampoco, prescrizioni. Esisteva qualche parere isolato di qualcuno, non ufficiale e strombazzato ad incidente avvenuto, come sempre accade in questi casi. A quei tempi non si conducevano analisi di rischio come si fa oggi e non esisteva nemmeno un management dei progetti inteso in senso moderno. Quanto dice Jumbo è profondamente vero ma, si sa, alla distanza vince chi fa piu' rumore e chi la spara piu' grossa.BenoixRoberti ha scritto: La spregiudicatezza e l'essere arraffona di certa imprenditoria non è stato patrimonio esclusivo né della destra, né della sinistra.
Restando ai fatti, ciò che avvenne quella sera, fu la conseguenza della spregiudicatezza degli amministratori della Sade, che forzarono le prescrizioni e l'opinione dei tecnici dell'azienda stessa. Credo che la responsabilità sia stata oggettiva e non interpretabile in alcun modo in chiave politica.
Carissimo Benoix, mi sono permesso di postare queste considerazioni sul Vajont proprio in previsione della tappa e di tutto il coro di bestialità e retorica che si porterà appresso: diciamo che l'ho fatto come misura preventiva anche se, ne sono convinto, toccherà ugualmente fare finta di niente.

Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Prof non puoi negare che articoli di inchiesta e preoccupazione per ciò che si andava a fare uscirono ben prima dell'evento ed allora non c'era ancora la sindrome di nimby.
A prescindere da ciò che successe poi dopo. Ad ogni modo ciò che conta sono le 2000 vittime e su questo tutti possiamo concentrarci.
A prescindere da ciò che successe poi dopo. Ad ogni modo ciò che conta sono le 2000 vittime e su questo tutti possiamo concentrarci.

Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Parole non della "Signora", delle persone a cui la "Signora" ha dato voce.prof ha scritto:
Ma, guarda, tu sei padronissimo di credere alle parole della Signora (che mestiere fa ?): tieni presente che dall'altra parte vi è un rapporto di tante centinaia di pagine contenente screening condotti su centinaia di milioni di abitanti delle 3 regioni interessate, redatto da una commisione ONU-OMS, formata da piu' di un centinaio di scienziati.
C'è gente che crede ai marziani ....
Perchè la "Signora" di mestiere dà voce a chi non ce l'ha.
E l'Ucraina non è su Marte.
Puoi fare anche tu un giro sul posto, dopodichè si possono leggere le statistiche e soppesare chi dice minkiate e chi no.
P.S. C'è poi anche gente che va dicendo che i campi di sterminio sono propaganda, o che Ruby è la nipote di Mubarak.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Il tuo italiano è strano, perché credo volessi dire "per niente banale" e allora era meglio scrivere "finale non affatto banale", anche se però i conti tornano con la tua frase che significa finale del tutto non banale.Maìno della Spinetta ha scritto:Il finale affatto non banale, soprattutto l'ultimo km e mezzo, della tappa:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Correggo il correttore... meglio con la u, a essere precisinino58 ha scritto: L'espressione corretta (lo dico per i non-milanesi) è "el borla giò a toc" .

"l’è burlà giò"
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
No, Nino ha ragione. Fuori Milano tende più alla u, ma a Milan l'è una "ö".34x27 ha scritto:Correggo il correttore... meglio con la u, a essere precisinino58 ha scritto: L'espressione corretta (lo dico per i non-milanesi) è "el borla giò a toc" .![]()
"l’è burlà giò"

Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Hai ragione, nella pronuncia.34x27 ha scritto:Correggo il correttore... meglio con la u, a essere precisinino58 ha scritto: L'espressione corretta (lo dico per i non-milanesi) è "el borla giò a toc" .![]()
"l’è burlà giò"
Il problema del milanese è che è un idioma, come quasi tutti gli idiomi italofoni, esclusi il fiorentino, il siciliano e, un po', il veneto, nei quali il segno ed il suono non sempre collimano.
Nei sacri testi burlà si scrive borlà.
Ma tu fai bene a forzare, verrà il giorno che anche il milanese si scriverà come si pronuncia.
E sarà il primo passo per costringere anche gli anglofoni a fare altrettanto.
O no ?

Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
uot the caz t'è dì Nino? Ai got minga capì 

Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Fate sempre una fatica bestiale a dar ragione a chicchessia... e persino su queste stupidate... mamma mia!
http://www.scienafregia.it/parole/?ID=179
http://www.scienafregia.it/parole/?ID=179
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Non fare la tenia34x27 ha scritto:Fate sempre una fatica bestiale a dar ragione a chicchessia... e persino su queste stupidate... mamma mia!
http://www.scienafregia.it/parole/?ID=179

E' anche il piacere di un forum non fatto dai bimbiminkia classici della rete. Anzi credo proprio che questo aspetto sia uno degli incentivi di partecipazione.
Ovviamente, senza esagerare. Se intendevi questo, hai ragione.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Non è questione di teniare o meno.. io ho sempre letto (ci sono anche ristoranti e trattorie che hanno tratto ispirazione dalla parola...), pronunciato e sentito pronunciare con la u.BenoixRoberti ha scritto: Non fare la tenia,
Poi oh... pazienza

Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Mi ritiro in buon ordine, allora.34x27 ha scritto:Fate sempre una fatica bestiale a dar ragione a chicchessia... e persino su queste stupidate... mamma mia!
http://www.scienafregia.it/parole/?ID=179

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Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
57 morti ?simociclo ha scritto:Esatto, stanno morendo ancora oggi a causa di quella centrale e di quell'incidentenino58 ha scritto:Credo tu intenda 57 nello scoppio.prof ha scritto: En passant, il piu' alto numero di morti associato ad un incidente causato da un impianto di produzione di energia (da classificarsi tra gl'impianti ad energia solare) a confronto con i 57 dovuti al nucleare (Chernobyl).
Che i morti in conseguenza di Chernobyl siano 57 mi pare uno svarione (o un errore di battitura).
In realta' sono incommensurabilmente di piu'. E non mi riferisco al numero di neoplasie conseguenti in modo diretto a Chernobyl (numero che certi tifosi sperano sia sempre piu' alto...) bensi' al numero di neoplasie conseguenti indirettamente da Chernobyl : cioe' a quelle dovute allo sciagurato e populista stop al Nucleare e al ritorno al Carbone.
Ultima modifica di TIC il mercoledì 15 maggio 2013, 12:26, modificato 1 volta in totale.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
VINO: quando arriva in Italia a rilasciare la sue magnifiche interviste in esperanto?
Alla Tirreno era contento come un bambino per il successo di Nibali.
Alla Tirreno era contento come un bambino per il successo di Nibali.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Sara' Chalapud/Pirazzi anche oggi?
Chi potrebbe insidiarli? Rabottini?

Chi potrebbe insidiarli? Rabottini?
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
gazzetta recidiva (strano)
13:02:10 CEST
The weather foreceast for today was sun, but the Gazzetta tells us it is raining. Again.
13:02:10 CEST
The weather foreceast for today was sun, but the Gazzetta tells us it is raining. Again.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
pirazzi se è intelligente tatticamente(cosa che un po dubito dopo le comiche di domenica con il colombiano) oggi se ne deve stare buono in gruppo, tanto non si decide oggi la maglia azzurra e in un arrivo del genere ci sono altri corridori più forti di lui, oggi è una tappa per gente che vuole recuperare un po in classifica che non danno nessun fastidio, insomma chi ambisce ad una top 15-20, più ovviamente dei gregari che hanno il via libera, buona tappa a tutti
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
se pirazi aspetta le salite più impegnative la vedo dura per lui fare puntinfl ha scritto:pirazzi se è intelligente tatticamente(cosa che un po dubito dopo le comiche di domenica con il colombiano) oggi se ne deve stare buono in gruppo, tanto non si decide oggi la maglia azzurra e in un arrivo del genere ci sono altri corridori più forti di lui, oggi è una tappa per gente che vuole recuperare un po in classifica che non danno nessun fastidio, insomma chi ambisce ad una top 15-20, più ovviamente dei gregari che hanno il via libera, buona tappa a tutti
in ogni caso secondo me, non la vince lui questa classifica.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
E fai male, Nino. Non per perpetuare l'OT, ma ho qualche remota reminiscenza di Dialettologia Italiana (avevo preso pure 30...nino58 ha scritto:Mi ritiro in buon ordine, allora.34x27 ha scritto:Fate sempre una fatica bestiale a dar ragione a chicchessia... e persino su queste stupidate... mamma mia!
http://www.scienafregia.it/parole/?ID=179

Ricordavo così: si scrive sempre 'o', poi la pronuncia può variare (quando si tratta di ó, cioè chiusa con accento acuto) tra o chiusa e u. Sempre se ben ricordo, le variazioni vertono soprattutto tra la città e la provincia. Un bell'esempio può essere il termine 'terón'...

Quando si tratta di ò (aperta) la pronuncia è sempre 'o'.
Morale: si dovrebbe scrivere sempre o. Se si scrive u, anche nella letteratura, la vocale va pronunciata 'ü'. Esempio classico il participio 'perdu' (sapete com'è, il Porta e il Grossi non erano abituati alle dieresi...

Quindi, nel nostro esempio, di dovrebbe scrivere 'borla giò' e pronunciare 'burlagiò'. Questo significa che anche l'insegna della famosa trattoria sulla Binasca ha una grafia sbagliata...

Sono andato a controllare e infatti ricordavo bene: http://it.wikipedia.org/wiki/Ortografia ... e_classica
Ultima modifica di Bitossi il mercoledì 15 maggio 2013, 15:32, modificato 1 volta in totale.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
gruppo ormai arrivato a tolmezzo, ancora compatto.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Grazie per il sostegno, Lorenzo.
Anche subito a nord di Milano si usa la u nella pronuncia.
Nell'arlunese/magentino di più la o.
Anche subito a nord di Milano si usa la u nella pronuncia.
Nell'arlunese/magentino di più la o.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
E quindi dove sta il problema nello scriverlo con la "u" visto che si pronuncia bürlà e non borla?Bitossi ha scritto: Se si scrive u, anche nella letteratura, la vocale va pronunciata 'ü'.
Ultima modifica di 34x27 il mercoledì 15 maggio 2013, 14:08, modificato 1 volta in totale.
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Ho letto che Pozzato nell'andare ai pullman, è caduto battendo il ginocchio. Notizie fresche ci sono...
Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
pozzato si sta già rincoglionendo nonostante sia giovane 

Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Va detto comunque che la pagina di Wikipedia non spiega questa differenza, che ricordo però abbastanza bene aver sentito in una lezione universitaria. Le differenze di pronuncia sono comunque innegabili anche se a volte sfumate, per chi ha vissuto in città e in provincia.nino58 ha scritto:Grazie per il sostegno, Lorenzo.
Anche subito a nord di Milano si usa la u nella pronuncia.
Nell'arlunese/magentino di più la o.
Sta nel fatto che allora, scritto così, bisognerebbe pronunciare 'bürlagiò''. Stiamo parlando di grafia, non di pronuncia...34x27 ha scritto:E quindi dove sta il problema nello scriverlo con la u visto che si pronuncia burla e non borla?Bitossi ha scritto: Se si scrive u, anche nella letteratura, la vocale va pronunciata 'ü'.

Fine OT, e scusa a tutti i non lombard...

Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
Ma si pronuncia bürlagiò!!!Bitossi ha scritto: Sta nel fatto che allora, scritto così, bisognerebbe pronunciare 'bürlagiò''. Stiamo parlando di grafia, non di pronuncia...![]()

lumbard!Bitossi ha scritto:
Fine OT, e scusa a tutti i non lombard...

Re: Giro 2013: 11a tappa Tarvisio-Vajont (km182)
fidel, che palle.