Il percorso di mercoledì è totalmente diverso dall'ultima volta; infatti si scala la salita di Crosara, un gpm di quarta categoria lungo 5,3 km per una pendenza media di circa il 7,5%. Da 1,5 a 2,5 la pendenza media è dell 11% ed è il tratto più duro. La salita ha una carreggiata relativamente stretta come possono essere le strade collinari.
La discesa che porta a Torri di Arcugnano attraverso Lapio non è per nulla semplice.
Gli ultimi 7 km sono in pianura e fino ai meno 3 la strada non presenta grandi problemi; poco dopo essere passati davanti a Villa La Rotonda, disegnata da Palladio, la carovana svolta a destra e prosegue per poco più di un km in una strada che presenta due rotatorie (la prima delle quali ampia) inframezzate da un sottopasso. Ai meno 1,7 km c'è una stretta svolta a sinistra che immette in Viale Margherita e, dopo una svolta a destra su Viale Risorgimento, si percorre un rettilineo largo al termine del quale, all'altezza dei meno 700, la strada si restringe per affrontare un piccolo avvallamento (asfaltato in settimana). Da lì fino ai 300 metri strada larga e dritta fino a quando, per imboccare il rettilineo finale, si deve entrare in una rotatoria, affrontando solo la corsia a destra (è probabile che chiudano l'altro ingresso). Il traguardo è posto in Via Roma, nello stesso punto del 1996, con la carreggiata molto larga.
A mio avviso non è una tappa per velocisti ma adatta a gente delle caratteristiche di Felline e Pozzato (è da inizio Giro che dice di volersi concentrare solo su questa tappa). Certo, il Cavendish visto a Cherasco può tenere. Per avere la conferma definitiva vediamo come si comporta ad Ivrea.
Ecco l'arrivo di Supermario nel 1996, la carreggiata è la stessa, così come il punto d'arrivo.

