Giro d'Italia, considerazioni generali
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Belluschi, se permetti coloro che hanno corso su una bici mi sembrano più titolati ad esprimere un'opinione credibile su temi come questo.
Non capisco questo riferimento piuttosto cafone alle corse della parrocchia.
Non capisco questo riferimento piuttosto cafone alle corse della parrocchia.
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Sono d'accordisso con bob. Io penso che la sicurezza dei corridori debba essere la priorità.
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
A me sembra invece che coloro che escono in bici MA non hanno mai fatto i professionisti in vita loro, tendano a sminuire aspetti tutt'altro che irrilevanti sentendosi cristo in terra. Un conto è la scampagnata per i cazzi propri, o la gara del prosciutto, un altro sono le gare più importanti del panorama internazionali. Gli organizzatori hanno in mano le sorti di centinaia di persone (non solo corridori, ma anche uomini al seguito della corsa). Gli atleti sfidano continuamente i limiti fisici (non possono permettersi con facilità il motto "se sto male, se è pericoloso, salgo in ammiraglia e mando affanculo tutto"), ergo è fondamentale che vengano ridotti al minimo i rischi.galliano ha scritto:Belluschi, se permetti coloro che hanno corso su una bici mi sembrano più titolati ad esprimere un'opinione credibile su temi come questo.
Non capisco questo riferimento piuttosto cafone alle corse della parrocchia.
Piaccia o non piaccia i tempi sono cambiati (magari in peggio eh) e bisogna accettarlo senza isterismi. Ai tempi di prof se un prof (scusate il gioco di parole) davo uno schiaffo a un'alunna riceveva una pacca sulla spalla da tutti. Adesso viene massacrato e rischia il lavoro.
Ai tempi di prof se ci scappava un casino per negligenza organizzativa si diceva amen. Adesso scatta la macchina del fango e vieni demolito in modo colossale dai media.
NB il mio "corsa della parocchia" è un termine usato spesso nelle parti in cui vivo. Serve ad indicare una gara, che può essere anche di valenza grandissima per il singolo, ma per la collettività ha importanza pari a zero.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Secondo me comunque si poteva fare meglio da parte degli organizzatori; il Sestriere e la tappa di ieri con fondovalle e arrivo a Val Martello erano "fattibili". Da dire poi che si è messa pure la RAI con la "non visione" della tappa dello Jafferau, la positività di Di Luca e il gioco è fatto. Giro che non possiamo però dire che sia stato noioso; ogni giorno sono successi "casini" più o meno vari e gravi(altro che certi Tour dove per un 'intera settimana si doveva inventare qualcosa da dire).Nei primi dieci giorni tappe belle e combattute; il tempo ha aumentato in questa parte del giro le difficoltà e le relative "crisi" di Wiggins e Hejedal e quindi si può definire un aiuto allo spettacolo.Poi con il weekend sulle alpi sono iniziati i problemi di cui sopra;alla fine ha vinto il più forte e c'è il rammarico per quello che non è stato fatto
.
Voglio poi dire che se Wiggins ha avuto problemi causa maltempo è un "demerito" suo!!! Qua non siamo in pista ma all'aperto e quindi il clima è una variabile da tenere in conto nella valutazione di un corridore-stradista; limiti in determinate situazioni climatiche sono limiti tecnici da parte del corridore stesso.Il suo ritiro non è una mancanza del Giro o un minor valore di esso bensì una mancanza del corridore stesso che ha palesato carenze tecniche; per cui Nibali è stato più forte di lui in corsa senza se e senza ma....



Voglio poi dire che se Wiggins ha avuto problemi causa maltempo è un "demerito" suo!!! Qua non siamo in pista ma all'aperto e quindi il clima è una variabile da tenere in conto nella valutazione di un corridore-stradista; limiti in determinate situazioni climatiche sono limiti tecnici da parte del corridore stesso.Il suo ritiro non è una mancanza del Giro o un minor valore di esso bensì una mancanza del corridore stesso che ha palesato carenze tecniche; per cui Nibali è stato più forte di lui in corsa senza se e senza ma....
- barrylyndon
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
sestrierre e val martello cosi come poteva esser corsa,nulla aggiungevano e nulla hanno tolto(se non un pomeriggio davanti alla tv) alla corsa.
sinceramente non capisco come tanta gente rimpianga questi dettagli..
sinceramente non capisco come tanta gente rimpianga questi dettagli..
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
scusa Barry il rimpianto è comprensibile eccome e nulla centra con la leggittimita' del successo di Nibali.barrylyndon ha scritto:sestrierre e val martello cosi come poteva esser corsa,nulla aggiungevano e nulla hanno tolto(se non un pomeriggio davanti alla tv) alla corsa.
sinceramente non capisco come tanta gente rimpianga questi dettagli..
Non dico il sestriere, ma rinunciare all'arrivo in val martello è un grosso smacco.
Io il ciclismo lo guardo soprattutto nell'attesa di queste tappe, toglierle in toto toglie parecchio sapore alla corsa.
Pensa te che la presenza di due giorni di riposo mi lascia l'amaro in bocca.

- barrylyndon
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
capisco.capisco anche che si sarebbe potuta fare, ma io sono sazio cosi..
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
No non ti preoccupare, io non ho certo intenzione di litigare con nessuno.BenoixRoberti ha scritto:Andrew, Prof mi spiace vedervi litigare. E sapete quanto sia allergico al politically correct.
E' solo che trovo i vs post molto genuini e, come sapete, adoro chi vive con passione.
E poi, il fatto di essere in disaccordo su qualcosa è l'essenza dei forum. Se la pensassimo tutti allo stesso modo i forum non avrebbero senso di esistere
- matteo.conz
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Non sto a polemicare ma dedico una foto al Prof in cui quasi quasi aprono la strada con la piccozza:
Aldo Moser durante la 20esima tappa del Giro d'Italia Madesimo-Stelvio il 3 giugno del 1965.

Aldo Moser durante la 20esima tappa del Giro d'Italia Madesimo-Stelvio il 3 giugno del 1965.

Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53 
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein

Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Come sarebbe a dire nulla? E allora la maglia rossa a Nibali? Pensi che senza l'annullamento di essa, oggi il "nano malefico" gliela strapperebbe di dosso?barrylyndon ha scritto:sestrierre e val martello cosi come poteva esser corsa,nulla aggiungevano e nulla hanno tolto(se non un pomeriggio davanti alla tv) alla corsa.
sinceramente non capisco come tanta gente rimpianga questi dettagli..


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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la domenica i cristiani
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
dettagli?barrylyndon ha scritto:sestrierre e val martello cosi come poteva esser corsa,nulla aggiungevano e nulla hanno tolto(se non un pomeriggio davanti alla tv) alla corsa.
sinceramente non capisco come tanta gente rimpianga questi dettagli..
si è passata una giornata intera senza una immagine di ciclismo pedalato (e il prezzo da pagare per i corridori sarebbero state due ore di tappa senza discesa con arrivo in salita ai 1500 metri forse con freddo negli ultimi 20') a parlare di Di Luca. Ovvero, da una delle 4-5 giornate all'anno in cui il ciclismo può mettersi in vetrina con il meglio che può offrire (tappa del Giro su Gavia e Stalvio) di fornte al grande pubblico, si poteva passare ad offrire almeno una tappa con arrivo in salita in condizioni di freddo e forse neve, quindi tutto sommato belle immagini, e invece siamo stati tutto il giorno a parlare di doping, comunque dando la sensazione al grande pubblico (quello che conta, per gli sponsor) che il ciclismo delle grandi imprese non esista più. DETTAGLI....
Con la prospettiva dell'annullamento della tappa anche il giorno dopo (dalle previsioni catastrofiche doveva piovere su tutto il Trentino-Alto ADige per 48 ore con neve, ho letto,a 500 metri, mentre fino a Dobbiaco c'è stato il Sole e la neve, sui fianchi della vallata non era certo in basso....), veniva pesantemente falsata la lotta per la maglia bianca con corridori separati da 2 secondi.
Con la stessa prospettiva, ovviamente anche quella per le posizioni del podio, con in corsa almeno 3 corridori.
Non parliamo della lotta per la maglia rossa, che tanto quella doveva vincerla Cavendish per forza, ma, sportivamente parlando, era in bilico, si fossero corse tutte le tappe. DETTAGLI....
- barrylyndon
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
C'è sempre la play station per ovviare alla mancanza di tali dettagli..ho sempre sognato di essere un giocatore nba..con il giochino alleggerisco le mie frustrazioni
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Un'altra cosa. Posso capire l'impiegato milanese, che, non avendo minimamente idea della cosa, si impressiona a vedere una fitta nevicata con un corridore che arranca. Però, in un forum di ciclismo, si potrebbe pensare che non si debbano aspettare queste immagini per parlare di eroismo. Sono stati 30' di tappa in condizioni di freddo e neve, ma in una situazione di sforzo in salita, i primi 20 non di più dovevano raschiare il fondo del barile, per gli altri erano gli ultimi 4 km. di salita del Giro, affrontabili anche con relativa tranquillità, e dentro c'era il fuoco del sapere di comparire nella classifica di una tappa che per anni sarà ricordata. Quella non è sofferenza, dentro, per il corridore, è soddisfazione.
Il corridore è un eroe sempre, ma soprattutto non in queste situazioni. Il corridore è un eroe quando al mattino ha la febbre e deve partire, anche con una splendida giornata primaverile, per 4-5 ore a tutta. Il corridore è un eroe quando gli viene chiesto di "sfruttare" una discesa per andare in testa al gruppo a dare una mano al capitano, ed ad ogni curva di quella discesa, che affronta dai 60 in su, se trova un corridore per terra, gli va già bene se se la cava con qualche frattura. Andate a vedere dove è caduto Weylandt. Tempo splendido e le curve erano finite. Ma quando scendi agli 80-90-100, su una strada dritta e asciutta, basta una mezza buca (nessuna discesa, soprattutto in alta montagna è esente da buche, anche piccole, che se le prendi all'improvviso senza averle viste, decolli), un piccolo cedimento di qualunque cosa nella bici, una ruota che si blocca, un tubolare che si gira, un copertoncino che, è raro, ma può pure scoppiare o sgonfiarsi di botto, lì rischi la vita. E il corridore, ad ogni discesa se lo prefigura, ad ogni curva cieca che fa. Quelle discese, da alte velocità, sono pericolose, non quelle dove, perchè è bagnato o perchè ci sono 50 tornanti, ad ogni curva sei praticamente fermo. Lì al limite rischi una scivolata, ma al 40 all'ora non rischi la vita.
L'eroismo è ripartire ogni giorno al Tour sapendo che ti aspettano due ore di battaglia subito al via e poi altri 180 km., e magari sono due notti che non dormi anche solo per il caldo o perchè ti hanno dato una camera con la moquette.
Non parliamo del pavè, degli sforzi a 100 km. dal traguardo dove al corridore è chiesto di dare tutto per il capitano e poi sono c.zzi suoi andare al traguardo. E si trova pure nel finale magari il cicloamatore fenomeno che bello fresco si mette a ruota e si capisce che se la racconta per un anno intero....Però se al traguardo non ci va poi l'anno prossimo il Giro lo guarda in tv.
Questo è l'eroismo quotidiano del ciclismo. Da esperti come voi mi meraviglio di questo stupore per la tappa di ieri, corsa per 4/5 in condizioni meteo anche buone.
Non ci vedo questa straordinaria forza d'animo nel fare un arrivo in salita su una salita mitica dove in cima ti aspetta solo onore e coperte calde. Basta un minimo di esperienza, un minimo, per rendersene conto. Che dovrebbero dire tutti quelli che sono stati lassù tutto il giorno? Ma la soddisfazione di fare quella salita in quelle condizioni ripaga di molte cose, figuriamoci farlo comparendo in una classifica di un Giro d'Italia.
Una cosa è da dire, la tappa d ieri, sempre per il grande pubblico (e quindi per gli sponsor) è stata uno spot straordinario per il ciclismo. Fosse stata fatta anche il giorno prima i 50 km di fondovale con l'arrivo in salita, sarebbe stato il massimo risultato con una sofferenza, se mi permettete, relativa. Avrebbe vinto comunque un protagonista, uno da grande pubblico. Meno male, comunque, in barba a tutti quelli che si sono adoperati con ogni forza per incuclcare l'impossibilità di svolgere anche la tappa di ieri, tra l'altro prospettando una situazione meteo, che, come per la giornata del Galibier, non era quella reale.
Il corridore è un eroe sempre, ma soprattutto non in queste situazioni. Il corridore è un eroe quando al mattino ha la febbre e deve partire, anche con una splendida giornata primaverile, per 4-5 ore a tutta. Il corridore è un eroe quando gli viene chiesto di "sfruttare" una discesa per andare in testa al gruppo a dare una mano al capitano, ed ad ogni curva di quella discesa, che affronta dai 60 in su, se trova un corridore per terra, gli va già bene se se la cava con qualche frattura. Andate a vedere dove è caduto Weylandt. Tempo splendido e le curve erano finite. Ma quando scendi agli 80-90-100, su una strada dritta e asciutta, basta una mezza buca (nessuna discesa, soprattutto in alta montagna è esente da buche, anche piccole, che se le prendi all'improvviso senza averle viste, decolli), un piccolo cedimento di qualunque cosa nella bici, una ruota che si blocca, un tubolare che si gira, un copertoncino che, è raro, ma può pure scoppiare o sgonfiarsi di botto, lì rischi la vita. E il corridore, ad ogni discesa se lo prefigura, ad ogni curva cieca che fa. Quelle discese, da alte velocità, sono pericolose, non quelle dove, perchè è bagnato o perchè ci sono 50 tornanti, ad ogni curva sei praticamente fermo. Lì al limite rischi una scivolata, ma al 40 all'ora non rischi la vita.
L'eroismo è ripartire ogni giorno al Tour sapendo che ti aspettano due ore di battaglia subito al via e poi altri 180 km., e magari sono due notti che non dormi anche solo per il caldo o perchè ti hanno dato una camera con la moquette.
Non parliamo del pavè, degli sforzi a 100 km. dal traguardo dove al corridore è chiesto di dare tutto per il capitano e poi sono c.zzi suoi andare al traguardo. E si trova pure nel finale magari il cicloamatore fenomeno che bello fresco si mette a ruota e si capisce che se la racconta per un anno intero....Però se al traguardo non ci va poi l'anno prossimo il Giro lo guarda in tv.
Questo è l'eroismo quotidiano del ciclismo. Da esperti come voi mi meraviglio di questo stupore per la tappa di ieri, corsa per 4/5 in condizioni meteo anche buone.
Non ci vedo questa straordinaria forza d'animo nel fare un arrivo in salita su una salita mitica dove in cima ti aspetta solo onore e coperte calde. Basta un minimo di esperienza, un minimo, per rendersene conto. Che dovrebbero dire tutti quelli che sono stati lassù tutto il giorno? Ma la soddisfazione di fare quella salita in quelle condizioni ripaga di molte cose, figuriamoci farlo comparendo in una classifica di un Giro d'Italia.
Una cosa è da dire, la tappa d ieri, sempre per il grande pubblico (e quindi per gli sponsor) è stata uno spot straordinario per il ciclismo. Fosse stata fatta anche il giorno prima i 50 km di fondovale con l'arrivo in salita, sarebbe stato il massimo risultato con una sofferenza, se mi permettete, relativa. Avrebbe vinto comunque un protagonista, uno da grande pubblico. Meno male, comunque, in barba a tutti quelli che si sono adoperati con ogni forza per incuclcare l'impossibilità di svolgere anche la tappa di ieri, tra l'altro prospettando una situazione meteo, che, come per la giornata del Galibier, non era quella reale.
Ultima modifica di herbie il domenica 26 maggio 2013, 8:36, modificato 2 volte in totale.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
barrylyndon ha scritto:C'è sempre la play station per ovviare alla mancanza di tali dettagli..ho sempre sognato di essere un giocatore nba..con il giochino alleggerisco le mie frustrazioni

Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Questo tuo intervento sarebbe da sbattere sul muso a tutti quei pezzi di m.... che, quando decidono di beccare uno uno, riempiono i telegiornali e i processi alla tappa di moralismo puzzolente (puzzolente della stessa materia di cui sopra).herbie ha scritto:Un'altra cosa. Posso capire l'impiegato milanese, che, non avendo minimamente idea della cosa, si impressiona a vedere una fitta nevicata con un corridore che arranca. Però, in un forum di ciclismo, si potrebbe pensare che non si debbano aspettare queste immagini per parlare di eroismo. Sono stati 30' di tappa in condizioni di freddo e neve, ma in una situazione di sforzo in salita, i primi 20 non di più dovevano raschiare il fondo del barile, per gli altri erano gli ultimi 4 km. di salita del Giro, affrontabili anche con relativa tranquillità, e dentro c'era il fuoco del sapere di comparire nella classifica di una tappa che per anni sarà ricordata. Quella non è sofferenza, dentro, per il corridore, è soddisfazione.
Il corridore è un eroe sempre, ma soprattutto non in queste situazioni. Il corridore è un eroe quando al mattino ha la febbre e deve partire, anche con una splendida giornata primaverile, per 4-5 ore a tutta. Il corridore è un eroe quando gli viene chiesto di "sfruttare" una discesa per andare in testa al gruppo a dare una mano al capitano, ed ad ogni curva di quella discesa, che affronta dai 60 in su, se trova un corridore per terra, gli va già bene se se la cava con qualche frattura. Andate a vedere dove è caduto Weylandt. Tempo splendido e le curve erano finite. Ma quando scendi agli 80-90-100, su una strada dritta e asciutta, basta una mezza buca (nessuna discesa, soprattutto in alta montagna è esente da buche, anche piccole, che se le prendi all'improvviso senza averle viste, decolli), un piccolo cedimento di qualunque cosa nella bici, una ruota che si blocca, un tubolare che si gira, un copertoncino che, è raro, ma può pure scoppiare o sgonfiarsi di botto, lì rischi la vita. E il corridore, ad ogni discesa se lo prefigura, ad ogni curva cieca che fa. Quelle discese, da alte velocità, sono pericolose, non quelle dove, perchè è bagnato o perchè ci sono 50 tornanti, ad ogni curva sei praticamente fermo. Lì al limite rischi una scivolata, ma al 40 all'ora non rischi la vita.
L'eroismo è ripartire ogni giorno al Tour sapendo che ti aspettano due ore di battaglia subito al via e poi altri 180 km., e magari sono due notti che non dormi anche solo per il caldo o perchè ti hanno dato una camera con la moquette.
Non parliamo del pavè, degli sforzi a 100 km. dal traguardo dove al corridore è chiesto di dare tutto per il capitano e poi sono c.zzi suoi andare al traguardo. E si trova pure nel finale magari il cicloamatore fenomeno che bello fresco si mette a ruota e si capisce che se la racconta per un anno intero....Però se al traguardo non ci va poi l'anno prossimo il Giro lo guarda in tv.
Questo è l'eroismo quotidiano del ciclismo. Da esperti come voi mi meraviglio di questo stupore per la tappa di ieri, corsa per 4/5 in condizioni meteo anche buone.
Non ci vedo questa straordinaria forza d'animo nel fare un arrivo in salita su una salita mitica dove in cima ti aspetta solo onore e coperte calde. Basta un minimo di esperienza, un minimo, per rendersene conto. Che dovrebbero dire tutti quelli che sono stati lassù tutto il giorno? Ma la soddisfazione di fare quella salita in quelle condizioni ripaga di molte cose, figuriamoci farlo comparendo in una classifica di un Giro d'Italia.
Una cosa è da dire, la tappa d ieri, sempre per il grande pubblico (e quindi per gli sponsor) è stata uno spot straordinario per il ciclismo. Fosse stata fatta anche il giorno prima i 50 km di fondovale con l'arrivo in salita, sarebbe stato il massimo risultato con una sofferenza, se mi permettete, relativa. Avrebbe vinto comunque un protagonista, uno da grande pubblico. Meno male, comunque, in barba a tutti quelli che si sono adoperati con ogni forza per incuclcare l'impossibilità di svolgere anche la tappa di ieri, tra l'altro prospettando una situazione meteo, che, come per la giornata del Galibier, non era quella reale.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Le discussioni animate mi stan bene, non gli insulti.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Un novello moderatore ?aria ha scritto:Le discussioni animate mi stan bene, non gli insulti.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Questo Giro è stato il settimo GT su sette in cui la Movistar va a segno con il nuovo sponsor.. 14 vittorie totali
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Certamente ho piu' problemi io a rispondere ad un mentecatto che non conosce le regole elementari del vivere comune e pretende anche di dare lezioni di educazione civica a chi non ha mai visto nè conosciuto.Andrew ha scritto:
Non ho problemi a chiederti scusa per avere detto che hai scritto una svagonata di coglionerie.
Forse il mio intervento ti è sembrato un pò duro, ma mi ha infastidito il tuo giudizio severo sugli organizzatori.
Preciso anche che in tema ciclistico non mi sento assolutamente un tambano rimbambanito come mi definisci. Ho corso in bici 14 anni, ho pedalato per parecchie decine di migliaia di chilometri, e credo di poter dire la mia anche in tema maltempo.
Mi ricordo a tal proposito una corsa in febbraio. Partimmo sotto una gelida pioggia battente, che ben presto si trasformò in neve. Dopo una decina di chilometri ci fermarono ed annullarono la corsa. Benchè fossi vestito con tutto quello che avevamo a disposizione mi ricordo bene che già faticavo a sentire sensibilità ai piedi. Beh, se mi avessero detto che con quelle condizioni dovevamo fare un paio di salite alpine con relative discese, non ho problemi a dire che non sarebbe stato possibile.
Per questo mi infastidisce sentire dire che i corridori devono pedalare con ogni condizione climatica! Secondo me non ci si rende conto quanto questo possa essere pericoloso.
In Italia si fa tanto parlare di sicurezza sul lavoro, ma fino a prova contraria anche i ciclisti sono lavoratori, perchè quindi devono essere sottoposti a condizioni pericolose per la loro salute? E cosa c'è di più pericoloso di una discesa alpina con la neve e sottozero?
E che non mi si dica "una volta lo facevano"! Non è tutto quello che facevano una volta è giusto!
Per quanto riguarda gli organizzatori dico che hanno semplicemente fatto bene a fare quello che hanno fatto!
Giusto annullare la tappa di Val Martello e giusto tagliare molte salite intermedie. In questo modo hanno tutelato i corridori e portato a termine 3 tappe a forte rischio. Meglio di così non si poteva fare.
Saranno circa 8 anni che scrivo su questo forum e non ho mai (dico MAI) offeso nessuno, pur accettando ogni sorta di contraddittorio e di critica ben motivata. Prima di sparare sciocchezze almeno ci si documenti un po' sulla storia di chi si ha davanti; il rischio di farla fuori è sempre in agguato.
Qualche tempo addietro, tirato per i capelli, avevo anche detto una cosa che non avrei voluto dire mai perchè esiste una forma di etichetta su di un forum come questo, dove è sempre bene non parlare di sè ma piuttosto delle proprie idee che sono il vero terreno del confronto.
Ridendo e scherzando, ho corso da esordiente, allievo, dilettante di 2a e 1a Cat fino a poco prima dei 30 anni. Ho fatto centinaia di gare, tra i dilettanti, sempre sulla distanza 180/200 km ed a volte anche oltre (era frequente, a quei tempi, trovare organizzatori che truccavano il chilometraggio per rientrare, ufficialmente, nei limiti dei 180). Ho corso con tante generazioni di professionisti. Ho corso tutte le classiche del panorama dilettantistico piu' volte (c'è un beota che le chiama "gare da parrocchia"). Iniziavo ad allenarmi subito dopo Natale e ho percorso migliaia di km sotto tutte le condizioni atmosferiche della pianura padana, dell'Appennino e spesso delle Alpi. Pur conoscendo tantissime persone, non sono rimasto nel ciclismo perchè ho preferito prendermi una laurea e cimentarmi nelle sfide del mondo reale (sono Ingegnere Aeronautico laureato al Politecnico di Torino, non all'asilo come, probabilmente, il beota di cui sopra). Ho viaggiato ed abitato nei 4 angoli del mondo: ho risieduto nel deserto, a Stoccolma, a Houston, nelle giungle del Borneo, in Australia ed ora lavoro sul Mare del Nord, in Norvegia)
Mi ci hai tirato per i capelli: mi sono lasciato tirare e, forse, è giusto che abbandoni qui.
Per tornare alle questioni della sicurezza sul lavoro, di solito sbandierate dai piu' incompetenti, quelli che spesso non hanno nemmeno mai lavorato e non sanno nemmeno come si presenti un ambiente di lavoro e parole come HAZOP ed HAZID non le hanno mai sentite pronunciare, facendo ricorso alla mia memoria, io ricordo solo 3 corridori deceduti in corsa: Serse Coppi (sbattè la testa contro la sponda di un marciapiede all'arrivo di un Giro del Piemonte), Tommy Simpson (37 pastiglie di Stenamina mandate giu' nel corso della tappa del Mont Ventoux al Tour), Weylandt (caduto in rettilineo in discesa, in una giornata di sole a causa di un incidente dovuto al mezzo che guidava). Vai a vedere sul web cosa significa la parola HAZOP e dimmi se ti sembra che questi fenomeni di organizzatori, che tu difendi con tanto ardore, si siano mai preoccupati di applicarne i concetti allo sport che governano con tanta perizia. Se vuoi sapere perchè il mezzo che guidava Weylandt era pericoloso, ti consiglio solo una cosa: studia !
La casistica di fatal accidents nel ciclismo di gara è quella, lo si voglia o no.
Il resto lo ha già detto il piu' che bravo Herbie: se tu pensi che scendere da un passo alpino con pioggia o con nevischio sia pericoloso, allora i casi sono due: o consideri i corridori come dei minorati mentali che si lanciano a 90 all'ora sul bagnato ed alla stessa velocità affrontano i tornanti o, in bicicletta, in quelle condizioni, non ci sei mai andato. Esiste, e te lo concedo, un terzo caso: sei in malafede.
In condizioni meteo avverse, in discesa, la massima velocità sarà si' e no sui 40/45 (metti 50, va') e, sui tornanti, non piu' di 20/30. Sai perchè non ne vogliono sapere di farle quelle discese (tranne nel caso ci sia Wiggins, ovviamente ...

Ma per tornare a quello che era la materia del contendere, la scarsa preparazione degli organizzatori, sono state scritte pagine intere qui nei giorni scorsi, e se le avessi lette anche solo in parte, cosa ovviamente troppo tediosa per un cervello fino come il tuo, avresti magari capito perchè l'hai fatta fuori dal vasino.
Sostenere che gli organizzatori, oggi nel 2013, hanno gestito un evento di portata nazionale in maniera per nulla professionale e con tanto dilettantismo (a proposito di chi le cose le fa veramente come si facevano in passato e per di piu' senza impararne le lezioni. Non sei tu che non vuole si guardi al passato ?) è il minimo che si possa fare, il minimissimo. Poi, si', ho anche apprezzato ciò che Vegni "personalmente" ha fatto a Valloire, ma ciò non toglie che l'intera manifestazione abbia sofferto e sia andata in vacca.
Poi, il popolo, si sa, come diceva il buon'anima è spesso "bue, ignorante e malvestito" e lo si abbindola facilmente. E' bastato tutto lo strombazzamento mediatico offerto dalla rai ad una tappa insignificante, dove la corsa è iniziata a 2 km dal traguardo con la fortunata concomitanza della nevicata, per gridare al miracolo del ciclismo da leggenda.
Possiamo anche raccontarcela, ma sappiamo tutti che non è cosi': se conosci il ciclismo, sai che non è cosi'.
Ultima modifica di prof il domenica 26 maggio 2013, 13:59, modificato 1 volta in totale.
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Visto che il Giro finisce oggi, posso affermare che negli ultimi 20 anni è stato uno dei Giri che mi ha entusiasmato e coinvolto di meno. Eppure ha vinto un italiano. Ma non basta.
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Kivilev.prof ha scritto:
Per tornare alle questioni della sicurezza sul lavoro, di solito sbandierate dai piu' incompetenti, quelli che spesso non hanno nemmeno mai lavorato e non sanno nemmeno come si presenti un ambiente di lavoro e parole come HAZOP ed HAZID non le hanno mai sentite pronunciare, facendo ricorso alla mia memoria, io ricordo solo 3 corridori deceduti in corsa: Serse Coppi (sbattè la testa contro la sponda di un marciapiede all'arrivo di un Giro del Piemonte), Tommy Simpson (37 pastiglie di Stenamina mandate giu' nel corso della tappa del Mont Ventoux al Tour), Weylandt (caduto in rettilineo in discesa, in una giornata di sole a causa di un incidente dovuto al mezzo che guidava). Vai a vedere sul web cosa significa la parola HAZOP e dimmi se ti sembra che questi fenomeni di organizzatori, che tu difendi con tanto ardore, si siano mai preoccupati di applicarne i concetti allo sport che governano con tanta perizia. Se vuoi sapere perchè il mezzo che guidava Weylandt era pericoloso, ti consiglio solo una cosa: studia !
La casistica di fatal accidents nel ciclismo di gara è quella, lo si voglia o no.
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Prof, secondo te si sarebbero potute percorrere le due tappe integralmente?
Io penso che se avessero proposto discese e dislivelli importante il gruppo si sarebbe opposto e non sarebbe partito. Cosi come penso che affrontare una discesa bagnata con 2 gradi di temperatura sia più pericoloso e induca maggiori sofferenze anzichè farlo in condizioni meteo gradevoli. I corridori questo lo sanno e perciò si sarebbero opposti...
L'eroismo della tappa di ieri è ovviamente relativo, trovo molto più eroico un cicloamatore che a metà dicembre ho visto a Trieste verso il castello Miramare, una pioggia torrenziale, vento e 3 gradi di temperatura.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Veramente in corsa sono morti anche Casartelli, Galletti e Sanroma giusto per fare qualche altro nome
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Appunto! Mi hai preceduto.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Sapevo che dimenticavo qualcuno perchè il conto non mi tornava: Kivilev, hai ragione. Grazie.Passista Scalatore ha scritto:Kivilev.prof ha scritto:
Per tornare alle questioni della sicurezza sul lavoro, di solito sbandierate dai piu' incompetenti, quelli che spesso non hanno nemmeno mai lavorato e non sanno nemmeno come si presenti un ambiente di lavoro e parole come HAZOP ed HAZID non le hanno mai sentite pronunciare, facendo ricorso alla mia memoria, io ricordo solo 3 corridori deceduti in corsa: Serse Coppi (sbattè la testa contro la sponda di un marciapiede all'arrivo di un Giro del Piemonte), Tommy Simpson (37 pastiglie di Stenamina mandate giu' nel corso della tappa del Mont Ventoux al Tour), Weylandt (caduto in rettilineo in discesa, in una giornata di sole a causa di un incidente dovuto al mezzo che guidava). Vai a vedere sul web cosa significa la parola HAZOP e dimmi se ti sembra che questi fenomeni di organizzatori, che tu difendi con tanto ardore, si siano mai preoccupati di applicarne i concetti allo sport che governano con tanta perizia. Se vuoi sapere perchè il mezzo che guidava Weylandt era pericoloso, ti consiglio solo una cosa: studia !
La casistica di fatal accidents nel ciclismo di gara è quella, lo si voglia o no.
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Prof, secondo te si sarebbero potute percorrere le due tappe integralmente?
Io penso che se avessero proposto discese e dislivelli importante il gruppo si sarebbe opposto e non sarebbe partito. Cosi come penso che affrontare una discesa bagnata con 2 gradi di temperatura sia più pericoloso e induca maggiori sofferenze anzichè farlo in condizioni meteo gradevoli. I corridori questo lo sanno e perciò si sarebbero opposti...
L'eroismo della tappa di ieri è ovviamente relativo, trovo molto più eroico un cicloamatore che a metà dicembre ho visto a Trieste verso il castello Miramare, una pioggia torrenziale, vento e 3 gradi di temperatura.
Per la questione delle tappe mozzate, abbiamo ampiamente dibattuto e ho espresso il mio parere a piu' riprese:
a. Gavia e Stelvio: aveva poco senso farli in quelle condizioni. Era però obbligo degli organizzatori preparare per tempo (non all'ultimo momento) un percorso alternativo perchè era una tappa palesemente a rischio. Questa variante doveva essere nota fin dalla presentazione del Giro.
b. Tappa di ieri: guardando le webcam dell'Averau attorno alle 15, si intravvedeva la strada del Falzarego sgombra. Probabilmete era cosi' anche per il Giau e il Giro vi avrebbe potuto transitare. Era fattibile ma non critico la decisione di percorrere il solo fondovalle. Non era, comunque, una questione di sicurezza. Esisteva però, anche qui, l'obbligo di allestire, per tempo, una tappa alternativa con difficoltà almeno confrontabili a quella originale.
c. Tappa del Galibier: si è risolta in una farsa per l'atteggiamneto dei corridori sul Monginevro.
d. Tappa dello Jaffereau: risibile la cancellazione del Sestriere e figura di gesso da parte rai.
Per quanto attiene all'atteggiamento dei corridori (dei corridori o dei ds ?) che, pare, si sono opposti al Sestriere, lo ritengo infantile ed autolesionista. Se lo sono permesso perchè sapevano che, dall'altra parte (organizzazione) evrebbero trovato terreno tenero. Negli ultimi anni si era aperto un varco per il Giro che avrebbe potuto farsi largo come corsa piu' dura del Tour. Se lo si voleva sfruttare, questo varco, lo si doveva perseguire con determinazione e professionalità; cose che non si sono viste. L'organizzazione del Giro non vale una frazione di quella del Tour.
Ammutinamenti ed altre idiozie sel genere non vanno tollerate e chi se ne rende responsabile va mandato a casa su due piedi e mai piu' invitato.
Esiste invece un problema grande una casa e che attiene al futuro del ciclismo dopo la Sanremo di quest'anno. Posto che la sicurezza delle gare (intendendo percorsi e meteo, attenzione, non vi includo anche le biciclette) è per lo piu' un falso problema, dato l'esiguo (seppur tragico) numero di eventi fatali, non cosi' si può dire della salute dei corridori nè della deriva che ha preso questo sport. E' ormai un dato di fatto che le diete imposte per ottenere un vantaggioso rapporto peso/potenza non solo stiano minando la salute dei corridori al punto che è di fatto diventato impossibile scendere da un colle con basse temperature o correre sotto l'acqua, ma, fatto ancor piu' devastante, direi, è che si crea una discriminazione a monte tra il potenziale pubblico dei praticanti di questo sport. In poche parole, niente piu' atleti ma solo fantini.
Un Giro (o un Tour) dovrebbero vedere il gareggiare di atleti dalle morfologie diverse: la scelta di percorsi con salite da mountain bike sta snaturando completamente il ciclismo che, ormai, trova espressione soltanto piu' nelle classiche. Assistiamo ad una reale "medicalizzazione" del ns. sport, quasi piu' che con il doping: il bello è che viene pure sbandierata e propagandata in tv piu' o meno da tutti i commentatori. Ed ecco allora che le tappe di montagna si risolvono negli ultimi 2/3 km di arrivi su salite assurde, per fare le quali si mulinano rapporti da esordiente su tutte le altre salite che le precedono, al fine di non intossicare la gamba, col bel risultato di assistere a transumanze immonde su colli storici come il Tourmalet dell'anno scorso e come probabilmente sarebbe stato su Gavia e Stelvio quest'anno.
Ecco perchè, se si volesse tornare ad un ciclismo praticato da atleti veri e sani, bisognerebbe tornare a giri di 4000 km con tappe lunghe, tapponi con tanti colli e senza arrivi su sentieri da capre. Sarebbe anche il miglior modo per fare fuori il doping. Se si volesse ...
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Era dal 1989 che non si ricordava un Giro martoriato dal maltempo...
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Vabbeh, ce ne sono ancora altri da Jensen in poi, ma ai fini del ragionamento di Prof cambia poco.aria ha scritto:Appunto! Mi hai preceduto.
E' un peccato il perdersi nei rivoli e nel non seguire un ragionamento. Concordi?
Ammetto di non concordare in toto (mi mancano pure elementi di conoscenza, es. infortuni sul lavoro) sul pensiero di Prof, ma certamente i suoi post aprono orizzonti e nuovi punti di vista.
@Prof Mi permetto di chiederti solo una cosa, non ti accanire in replica ad alcuni post. A volte ci si esprime in buona fede anche esagerando i toni.
Lo dico a te e a me. Se ti ricordi mesi fa ci eravamo accapigliati (avevi interpretato male alcune mie frasi su Riccò e sull'operato del primario) e mi spiaceva da morire perché poi la discussione un po' trascende e si perde il bello del confronto e del contributo di analisi.
Il vissuto che c'è nei tuoi post è indubitabile e perderne le sfumature è un vero peccato.
Già manca Morris e personalmente mi nutro delle parole delle persone di esperienza (una leccata per non dire persone più an...zi come Lemond

Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Giusto per precisare che la tappa alternativa era stata disegnata, ed offriva anche un profilo altimetrico decente (Tonale e Castrin), tenendo conto del fatto (troppo spesso sottovalutato) che ci sono accordi specifici con le località di arrivo e di partenza delle tappe. Il quando sia stata resa nota per me cambia assai poco la realtà delle cose: semplicemente, sfortuna ha voluto che sia nevicato anche a quote consistentemente più basse di quanto preventivabile (la neve a maggio sullo Stelvio credo sia possibilissima, sul Tonale mi sembra un fatto eccezionale).prof ha scritto:
Per la questione delle tappe mozzate, abbiamo ampiamente dibattuto e ho espresso il mio parere a piu' riprese:
a. Gavia e Stelvio: aveva poco senso farli in quelle condizioni. Era però obbligo degli organizzatori preparare per tempo (non all'ultimo momento) un percorso alternativo perchè era una tappa palesemente a rischio. Questa variante doveva essere nota fin dalla presentazione del Giro.
Detto ciò a me sembra che l'organizzazione abbia fatto il possibile in quasi tutte le situazioni. La tappa del Galibier è stata mantenuta intatta, quella dello Jafferau ha perso il Sestriere che aggiungeva davvero poco al valore tecnico della corsa. Ieri il tempo all'arrivo ha confermato l'impraticabilità di soluzioni alternative. L'unica critica a mio avviso sensata si può forse muovere sulla tappa di Val Martello, ma lì credo che il problema, più che i corridori, che non avrebbero avuto difficoltà particolari a fare una tappa simile a quella del giorno dopo con unica salita quella che portava al traguardo, fosse nel muovere tutta la carovana in un contesto meteorologico estremamente critico e non prevedibile fino al giorno prima.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Veramente ci sarebbe anche il probabilmente più famoso di tutti, Monséré, insieme a Fantini, Samyn, Galera, Santisteban, Agostinho, Ravasio, il dimenticato Ponzin...
Però mi pare che il punto di Prof sia un altro: rispetto ad una kermesse, dove alcuni tra i summenzionati trovarono la morte, oppure ad una discesa fatta sull'asciutto a "tomba aperta" a 90 km/h, si può definire pericolosa una discesa fatta ai 40 sul bagnato fradicio? Secondo me se ne può discutere. A mia volta però devo fare presente che i tempi sono cambiati: noi tutti nel nostro lavoro siamo sempre più sottoposti a norme che, a torto o a ragione, ci vincolano dal punto di vista giuridico. Pure nel tempo libero: da ragazzi riuscivamo ad organizzare, senza compenso, eventi culturali (concerti, ecc.) non dovendo pensare a sicurezza degli impianti o della sala dove si svolgeva l'evento, a permessi ed autorizzazioni, ecc. Ora per fare le stesse cose, visti i rischi connessi, prima di tutto pretenderei un compenso, ma più probabilmente non disporrei del tempo e delle competenze necessarie.
Sicuramente il tutto risulta un po' meno poetico, però forse non consideriamo quante sofferenze sono costate in passato atteggiamenti che ora possiamo definire di "leggerezza" al malcapitato di turno, sia pure raro.
Però mi pare che il punto di Prof sia un altro: rispetto ad una kermesse, dove alcuni tra i summenzionati trovarono la morte, oppure ad una discesa fatta sull'asciutto a "tomba aperta" a 90 km/h, si può definire pericolosa una discesa fatta ai 40 sul bagnato fradicio? Secondo me se ne può discutere. A mia volta però devo fare presente che i tempi sono cambiati: noi tutti nel nostro lavoro siamo sempre più sottoposti a norme che, a torto o a ragione, ci vincolano dal punto di vista giuridico. Pure nel tempo libero: da ragazzi riuscivamo ad organizzare, senza compenso, eventi culturali (concerti, ecc.) non dovendo pensare a sicurezza degli impianti o della sala dove si svolgeva l'evento, a permessi ed autorizzazioni, ecc. Ora per fare le stesse cose, visti i rischi connessi, prima di tutto pretenderei un compenso, ma più probabilmente non disporrei del tempo e delle competenze necessarie.
Sicuramente il tutto risulta un po' meno poetico, però forse non consideriamo quante sofferenze sono costate in passato atteggiamenti che ora possiamo definire di "leggerezza" al malcapitato di turno, sia pure raro.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Maledetto Bitox, ti giuro che stavo enucleando qualcosa del genere, ma non sarei stato in grado di esprimerlo così. 
@Tatranky: la tua analisi mi sembra parecchio aderente alla realtà e temo che gli spostamenti dei mezzi pesanti e la paura di blocchi degli stessi o disagi negli spostamenti con mancato rispetti dei tempi anche sulla giornata successiva (Tre Cime) abbia comportato quelle scelte (es. paura di blocchi dei tir per neve in Val Martello).

@Tatranky: la tua analisi mi sembra parecchio aderente alla realtà e temo che gli spostamenti dei mezzi pesanti e la paura di blocchi degli stessi o disagi negli spostamenti con mancato rispetti dei tempi anche sulla giornata successiva (Tre Cime) abbia comportato quelle scelte (es. paura di blocchi dei tir per neve in Val Martello).
Ultima modifica di BenoixRoberti il domenica 26 maggio 2013, 16:16, modificato 1 volta in totale.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Pienamente d'accordo e penso anzi che il punto sia quello effettivamente dirimente. Non è cambiato il ciclismo, è cambiata la società e l'importanza che si attribuisce a tematiche quali la tutela della salute e della sicurezza, in tutti gli ambiti. Inevitabilmente la cosa si estende a quello sportivo, e non solo a quello ciclistico (dove ad esempio si nota il portato di questa cultura della sicurezza anche nell'obbligo di portare il casco, imposto solamente in tempi tutto sommato recenti). Per dire, non me ne intendo molto di automobilismo, ma mi sembra che le misure di sicurezza, rispetto a certe leggerezze che avevano portato anche a tragedie nei decenni passati ,siano consistentemente aumentate, sia nel disegno dei circuiti (vie di fuga e altre messe in sicurezza) che delle vetture stesse. Ed è ovvio che a persone che in questa nuova temperie culturale sono se non nate cresciute appaia anomalo quello che un tempo, forse a ragione, forse a torto, era ritenuto normalissimo.Bitossi ha scritto:Veramente ci sarebbe anche il probabilmente più famoso di tutti, Monséré, insieme a Fantini, Samyn, Galera, Santisteban, Agostinho, Ravasio, il dimenticato Ponzin...
Però mi pare che il punto di Prof sia un altro: rispetto ad una kermesse, dove alcuni tra i summenzionati trovarono la morte, oppure ad una discesa fatta sull'asciutto a "tomba aperta" a 90 km/h, si può definire pericolosa una discesa fatta ai 40 sul bagnato fradicio? Secondo me se ne può discutere. A mia volta però devo fare presente che i tempi sono cambiati: noi tutti nel nostro lavoro siamo sempre più sottoposti a norme che, a torto o a ragione, ci vincolano dal punto di vista giuridico. Pure nel tempo libero: da ragazzi riuscivamo ad organizzare, senza compenso, eventi culturali (concerti, ecc.) non dovendo pensare a sicurezza degli impianti o della sala dove si svolgeva l'evento, a permessi ed autorizzazioni, ecc. Ora per fare le stesse cose, visti i rischi connessi, prima di tutto pretenderei un compenso, ma più probabilmente non disporrei del tempo e delle competenze necessarie.
Sicuramente il tutto risulta un po' meno poetico, però forse non consideriamo quante sofferenze sono costate in passato atteggiamenti che ora possiamo definire di "leggerezza" al malcapitato di turno, sia pure raro.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
L'analisi di rischio va fatta anche partendo dai precedenti: tra i tanti incidenti fatali citati ora ricordo di Casartelli e Monserè: non avevano il casco. Se si può fare una graduatoria, la discesa su strada bagnata è da porre tra le ultime cause di incidente serio: scendere in rettlinineo in una giornata di sole è molto piu' pericoloso. Attenzione, se andiamo fino in fondo, il ciclismo è sport da cancellare.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Analizzando il rischio morte è certamente vero. Ma se analizzi la semplice possibilità di cadere il discorso cambia.prof ha scritto:L'analisi di rischio va fatta anche partendo dai precedenti: tra i tanti incidenti fatali citati ora ricordo di Casartelli e Monserè: non avevano il casco. Se si può fare una graduatoria, la discesa su strada bagnata è da porre tra le ultime cause di incidente serio: scendere in rettlinineo in una giornata di sole è molto piu' pericoloso. Attenzione, se andiamo fino in fondo, il ciclismo è sport da cancellare.
Anche senza farsi male, l'alta probabilità di cadere rende meno significativa la performance.
E' vero che alcuni draghi farebbero il vuoto in occasioni del genere, ma è anche vero che tra gli eventi non più "accettabili" (passami il termine) dalla "sensibilità" moderna vi è anche l'incidente seriale (seppur poco grave).
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
prof, credo che il tuo pensiero sia chiaro e che (quasi) tutti abbiano capito che cosa intendi.prof ha scritto:L'analisi di rischio va fatta anche partendo dai precedenti: tra i tanti incidenti fatali citati ora ricordo di Casartelli e Monserè: non avevano il casco. Se si può fare una graduatoria, la discesa su strada bagnata è da porre tra le ultime cause di incidente serio: scendere in rettlinineo in una giornata di sole è molto piu' pericoloso. Attenzione, se andiamo fino in fondo, il ciclismo è sport da cancellare.
Il problema però sta nel concetto di normalità e di eccezionalità. Il 99,9% delle gare ciclistiche si svolge senza neve. La presenza di situazioni di eccezionalità fa scattare, sul piano giuridico, necessità di misure eccezionali.
Per stare al nostro esempio: in una discesa asciutta è probabilmente sufficiente la presenza di qualche materasso nelle zone più pericolose a rendere accettabili le misure di sicurezza; in una situazione meteorologica eccezionale la casistica può moltiplicarsi esponenzialmente. Poi, nell'esempio specifico, è quasi certo quello che sostieni: è più pericolosa una discesa normale fatta a 90 km/h. Ma di fronte ad una problematica assicurativo/giuridica, ho paura che un giudice considererebbe non imputabile all'organizzazione una caduta a 90 km/h su un percorso asciutto. Al contrario credo ci sarebbe da discutere sui danni causati da una scivolata fatta in condizioni eccezionali.
E' triste, poco poetico, ma è anche un tributo alla modernità, pure in termini di riconoscimento di diritti magari non appariscenti.
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
La mini-discesa del Passo Tre Croci era ghiacciata ?Tatranky ha scritto:Giusto per precisare che la tappa alternativa era stata disegnata, ed offriva anche un profilo altimetrico decente (Tonale e Castrin), tenendo conto del fatto (troppo spesso sottovalutato) che ci sono accordi specifici con le località di arrivo e di partenza delle tappe. Il quando sia stata resa nota per me cambia assai poco la realtà delle cose: semplicemente, sfortuna ha voluto che sia nevicato anche a quote consistentemente più basse di quanto preventivabile (la neve a maggio sullo Stelvio credo sia possibilissima, sul Tonale mi sembra un fatto eccezionale).prof ha scritto:
Per la questione delle tappe mozzate, abbiamo ampiamente dibattuto e ho espresso il mio parere a piu' riprese:
a. Gavia e Stelvio: aveva poco senso farli in quelle condizioni. Era però obbligo degli organizzatori preparare per tempo (non all'ultimo momento) un percorso alternativo perchè era una tappa palesemente a rischio. Questa variante doveva essere nota fin dalla presentazione del Giro.
Detto ciò a me sembra che l'organizzazione abbia fatto il possibile in quasi tutte le situazioni. La tappa del Galibier è stata mantenuta intatta, quella dello Jafferau ha perso il Sestriere che aggiungeva davvero poco al valore tecnico della corsa. Ieri il tempo all'arrivo ha confermato l'impraticabilità di soluzioni alternative. L'unica critica a mio avviso sensata si può forse muovere sulla tappa di Val Martello, ma lì credo che il problema, più che i corridori, che non avrebbero avuto difficoltà particolari a fare una tappa simile a quella del giorno dopo con unica salita quella che portava al traguardo, fosse nel muovere tutta la carovana in un contesto meteorologico estremamente critico e non prevedibile fino al giorno prima.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Bravo Bito. Aggiungo anche che il discorso ha virato un sacco sulla questione "sicurezza" e forse si dimentica un po' la "salute" (ovvero affrontare a ripetizione discese sottozero e sotto la neve non giova .. può avere future ripercussioni, vedi dita gelate di Belletti) e discorsi simili andrebbero fatti anche col caldo. Fermo restando che io non sono per l'annullamento coatto, ma per la pianificazione anticipata dei rischi e la ricerca di soluzioni alternative (ciclisti meno magri e magari coperti di più, ad esempio...)Bitossi ha scritto:Veramente ci sarebbe anche il probabilmente più famoso di tutti, Monséré, insieme a Fantini, Samyn, Galera, Santisteban, Agostinho, Ravasio, il dimenticato Ponzin...
Però mi pare che il punto di Prof sia un altro: rispetto ad una kermesse, dove alcuni tra i summenzionati trovarono la morte, oppure ad una discesa fatta sull'asciutto a "tomba aperta" a 90 km/h, si può definire pericolosa una discesa fatta ai 40 sul bagnato fradicio? Secondo me se ne può discutere. A mia volta però devo fare presente che i tempi sono cambiati: noi tutti nel nostro lavoro siamo sempre più sottoposti a norme che, a torto o a ragione, ci vincolano dal punto di vista giuridico. Pure nel tempo libero: da ragazzi riuscivamo ad organizzare, senza compenso, eventi culturali (concerti, ecc.) non dovendo pensare a sicurezza degli impianti o della sala dove si svolgeva l'evento, a permessi ed autorizzazioni, ecc. Ora per fare le stesse cose, visti i rischi connessi, prima di tutto pretenderei un compenso, ma più probabilmente non disporrei del tempo e delle competenze necessarie.
Sicuramente il tutto risulta un po' meno poetico, però forse non consideriamo quante sofferenze sono costate in passato atteggiamenti che ora possiamo definire di "leggerezza" al malcapitato di turno, sia pure raro.
VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...
"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Ma che bravo 'sto Majka !
Pensavo che Betancur avrebbe vinto la maglia bianca con mezzora sul secondo, e invece 'sto polacco l'ha fatto davvero soffrire, e non certo per demerito del Beta. Ma tutta la Polonia sta diventando una potenza nel ciclismo :
Majka
Kwiatkowsky
Szmyd
Niemec
Bodnar
Patersky
Golas
Marczynsky
Cerny (il 19enne del Giro del Trentino)
Pensavo che Betancur avrebbe vinto la maglia bianca con mezzora sul secondo, e invece 'sto polacco l'ha fatto davvero soffrire, e non certo per demerito del Beta. Ma tutta la Polonia sta diventando una potenza nel ciclismo :
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Bodnar
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Potenza, insomma. Di certo questa è una generazione rara nella storia del ciclismo polacco ma, a mio avviso, almeno una dozzina di nazioni sono più "potenze" del paese che ci chiama WlochyTIC ha scritto:Ma tutta la Polonia sta diventando una potenza nel ciclismo

11 Vuelta 7-Prato
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
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20 Plouay-Toscana
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Kwiatowski è fortissimo.
Poi la slovacchia ha un solo corridore ma che vincerà più di tutti i polacchi messi assieme...
Poi la slovacchia ha un solo corridore ma che vincerà più di tutti i polacchi messi assieme...
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
per precisione Cerny è ceco.TIC ha scritto:Ma che bravo 'sto Majka !
Pensavo che Betancur avrebbe vinto la maglia bianca con mezzora sul secondo, e invece 'sto polacco l'ha fatto davvero soffrire, e non certo per demerito del Beta. Ma tutta la Polonia sta diventando una potenza nel ciclismo :
Majka
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cmq è vero, Majka è interessante, lo scorso anno fu molto bravo alla vuelta al servizio di Contador e sarebbe dovuto venire al giro2012 a far classifica ma si infortunò prima del via.
sono contento per Niemec dopo tanti anni in team minori ha avuto la possibilità di confrontarsi con un ciclismo più elevato e non ha fatto male.
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
E nessuno parla di de greef....
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Giusto per rimanere sulla frase grassettata , primo cosa intendi con atleti veri e sani ? Perchè da quel che so io di atleti professionistici sani non ne esistono proprio , eppure sfido a non definire atleti veri per esempio un giocatore di basket NBA , un lottatore olimpico , un fighter di MMA , un sollevatore di pesi olimpionico etc.... Eppure chi più chi meno sono letteralmente logorati , completamente disfatti e tutt' altro che persone sane.prof ha scritto:Sapevo che dimenticavo qualcuno perchè il conto non mi tornava: Kivilev, hai ragione. Grazie.Passista Scalatore ha scritto:Kivilev.prof ha scritto:
Per tornare alle questioni della sicurezza sul lavoro, di solito sbandierate dai piu' incompetenti, quelli che spesso non hanno nemmeno mai lavorato e non sanno nemmeno come si presenti un ambiente di lavoro e parole come HAZOP ed HAZID non le hanno mai sentite pronunciare, facendo ricorso alla mia memoria, io ricordo solo 3 corridori deceduti in corsa: Serse Coppi (sbattè la testa contro la sponda di un marciapiede all'arrivo di un Giro del Piemonte), Tommy Simpson (37 pastiglie di Stenamina mandate giu' nel corso della tappa del Mont Ventoux al Tour), Weylandt (caduto in rettilineo in discesa, in una giornata di sole a causa di un incidente dovuto al mezzo che guidava). Vai a vedere sul web cosa significa la parola HAZOP e dimmi se ti sembra che questi fenomeni di organizzatori, che tu difendi con tanto ardore, si siano mai preoccupati di applicarne i concetti allo sport che governano con tanta perizia. Se vuoi sapere perchè il mezzo che guidava Weylandt era pericoloso, ti consiglio solo una cosa: studia !
La casistica di fatal accidents nel ciclismo di gara è quella, lo si voglia o no.
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Prof, secondo te si sarebbero potute percorrere le due tappe integralmente?
Io penso che se avessero proposto discese e dislivelli importante il gruppo si sarebbe opposto e non sarebbe partito. Cosi come penso che affrontare una discesa bagnata con 2 gradi di temperatura sia più pericoloso e induca maggiori sofferenze anzichè farlo in condizioni meteo gradevoli. I corridori questo lo sanno e perciò si sarebbero opposti...
L'eroismo della tappa di ieri è ovviamente relativo, trovo molto più eroico un cicloamatore che a metà dicembre ho visto a Trieste verso il castello Miramare, una pioggia torrenziale, vento e 3 gradi di temperatura.
Per la questione delle tappe mozzate, abbiamo ampiamente dibattuto e ho espresso il mio parere a piu' riprese:
a. Gavia e Stelvio: aveva poco senso farli in quelle condizioni. Era però obbligo degli organizzatori preparare per tempo (non all'ultimo momento) un percorso alternativo perchè era una tappa palesemente a rischio. Questa variante doveva essere nota fin dalla presentazione del Giro.
b. Tappa di ieri: guardando le webcam dell'Averau attorno alle 15, si intravvedeva la strada del Falzarego sgombra. Probabilmete era cosi' anche per il Giau e il Giro vi avrebbe potuto transitare. Era fattibile ma non critico la decisione di percorrere il solo fondovalle. Non era, comunque, una questione di sicurezza. Esisteva però, anche qui, l'obbligo di allestire, per tempo, una tappa alternativa con difficoltà almeno confrontabili a quella originale.
c. Tappa del Galibier: si è risolta in una farsa per l'atteggiamneto dei corridori sul Monginevro.
d. Tappa dello Jaffereau: risibile la cancellazione del Sestriere e figura di gesso da parte rai.
Per quanto attiene all'atteggiamento dei corridori (dei corridori o dei ds ?) che, pare, si sono opposti al Sestriere, lo ritengo infantile ed autolesionista. Se lo sono permesso perchè sapevano che, dall'altra parte (organizzazione) evrebbero trovato terreno tenero. Negli ultimi anni si era aperto un varco per il Giro che avrebbe potuto farsi largo come corsa piu' dura del Tour. Se lo si voleva sfruttare, questo varco, lo si doveva perseguire con determinazione e professionalità; cose che non si sono viste. L'organizzazione del Giro non vale una frazione di quella del Tour.
Ammutinamenti ed altre idiozie sel genere non vanno tollerate e chi se ne rende responsabile va mandato a casa su due piedi e mai piu' invitato.
Esiste invece un problema grande una casa e che attiene al futuro del ciclismo dopo la Sanremo di quest'anno. Posto che la sicurezza delle gare (intendendo percorsi e meteo, attenzione, non vi includo anche le biciclette) è per lo piu' un falso problema, dato l'esiguo (seppur tragico) numero di eventi fatali, non cosi' si può dire della salute dei corridori nè della deriva che ha preso questo sport. E' ormai un dato di fatto che le diete imposte per ottenere un vantaggioso rapporto peso/potenza non solo stiano minando la salute dei corridori al punto che è di fatto diventato impossibile scendere da un colle con basse temperature o correre sotto l'acqua, ma, fatto ancor piu' devastante, direi, è che si crea una discriminazione a monte tra il potenziale pubblico dei praticanti di questo sport. In poche parole, niente piu' atleti ma solo fantini.
Un Giro (o un Tour) dovrebbero vedere il gareggiare di atleti dalle morfologie diverse: la scelta di percorsi con salite da mountain bike sta snaturando completamente il ciclismo che, ormai, trova espressione soltanto piu' nelle classiche. Assistiamo ad una reale "medicalizzazione" del ns. sport, quasi piu' che con il doping: il bello è che viene pure sbandierata e propagandata in tv piu' o meno da tutti i commentatori. Ed ecco allora che le tappe di montagna si risolvono negli ultimi 2/3 km di arrivi su salite assurde, per fare le quali si mulinano rapporti da esordiente su tutte le altre salite che le precedono, al fine di non intossicare la gamba, col bel risultato di assistere a transumanze immonde su colli storici come il Tourmalet dell'anno scorso e come probabilmente sarebbe stato su Gavia e Stelvio quest'anno.
Ecco perchè, se si volesse tornare ad un ciclismo praticato da atleti veri e sani, bisognerebbe tornare a giri di 4000 km con tappe lunghe, tapponi con tanti colli e senza arrivi su sentieri da capre. Sarebbe anche il miglior modo per fare fuori il doping. Se si volesse ...
Per il discorso doping , parliamoci chiaro : il doping come espediente di vittoria sarà sempre e comunque utilizzato , è connaturato nella natura dell'uomo che ricorrerà sempre ad ogni mezzo per migliorare la sua prestazione.
Non ci sono discorsi su facile difficile lungo corto doti naturali che escono (che comunque escono lo stesso) , finchè c'è una competizione tra due o più persone , esisterà sempre una che per poterla vincere utilizzerà un mezzo illecito .In ogni campo .
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
E' ovvio che sono d'accordo sul tuo concetto in generale, però, come ha detto prof, per il ciclismo qualcosa si dovrebbe fare riguardo alla magrezza eccessiva. Ci dovrebbe essere un limite minimo sulla sussisstenza della massa grassa di un atleta.AntiGazza ha scritto:
Per il discorso doping , parliamoci chiaro : il doping come espediente di vittoria sarà sempre e comunque utilizzato , è connaturato nella natura dell'uomo che ricorrerà sempre ad ogni mezzo per migliorare la sua prestazione.
Non ci sono discorsi su facile difficile lungo corto doti naturali che escono (che comunque escono lo stesso) , finchè c'è una competizione tra due o più persone , esisterà sempre una che per poterla vincere utilizzerà un mezzo illecito .In ogni campo .

Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Si avevo capito che era riguardo alla magrezza generale, ma questa magrezza ha comunque alcuni fondamenti scientifici alla base in modo da massimizzare la prestazione.lemond ha scritto:E' ovvio che sono d'accordo sul tuo concetto in generale, però, come ha detto prof, per il ciclismo qualcosa si dovrebbe fare riguardo alla magrezza eccessiva. Ci dovrebbe essere un limite minimo sulla sussisstenza della massa grassa di un atleta.AntiGazza ha scritto:
Per il discorso doping , parliamoci chiaro : il doping come espediente di vittoria sarà sempre e comunque utilizzato , è connaturato nella natura dell'uomo che ricorrerà sempre ad ogni mezzo per migliorare la sua prestazione.
Non ci sono discorsi su facile difficile lungo corto doti naturali che escono (che comunque escono lo stesso) , finchè c'è una competizione tra due o più persone , esisterà sempre una che per poterla vincere utilizzerà un mezzo illecito .In ogni campo .
D'altronde grossa parte della prestazione in salita è data dal rapporto Peso potenza.Poi come si faccia a calare di 10 kg e rimanere con una potenza quasi equivalente io ancora me lo domando , però non sono medico dello sport.
Un discorso simile è per esempio la trofia dei centometristi .(A onor del vero la trofia dei centometristi è una conseguenza più che un obiettivo , però poi ci dilungheremmo troppo nella questione) .
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
forse non leggi i miei post, perché io di de greef (come dei polacchi) ne ho parlato per tutto il giroMaìno della Spinetta ha scritto:E nessuno parla di de greef....

Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Non so quanto possa interessare l'argomento, ma sarei curioso di avere un vostro parere sulla classifica dei G.P.M. al Giro d'Italia.
Io credo che sia ora di riformare completamente il sistema attuale di punteggi
Categoria 1º 2º 3 4º 5º 6º 7º
Cima Coppi 21 15 9 5 3 2 1
I Categoria 15 9 5 3 2 1 -
II Categoria 9 5 3 2 1 - -
III Categoria 5 3 2 1 - - -
IV Categoria 3 2 1 - - - -
Con questo sistema si da troppo valore alle piccole salite: non ha senso che 5 salitelle di 4° categoria bastino a pareggiare un Gavia, o che 3 salite a Chieti valgano quanto un Galibier.
Molto meglio a mio avvisto il sistema del Tour:
Hors Categorie 20 16 12 8 4 2
Prima categoria 10 8 6 4 2 1
Seconda categoria 5 3 2 1
Terza categoria 2 1
Quarta categoria 1
Se poi c'è un arrivo in salita il suo valore viene raddoppiato
Insomma, bisognerebbe aumentare il divario tra le grandi e le piccole salite, e dare maggior valore ai G.P.M finali dei tapponi di montagna.
Con tutto il rispetto per Pirazzi e per la grinta che ha dimostrato, bisogna premiare veramente lo scalatore più forte, e il sistema del Tour ci riesce molto meglio. Se si confrontano gli albi d'oro mi pare evidente
Io credo che sia ora di riformare completamente il sistema attuale di punteggi
Categoria 1º 2º 3 4º 5º 6º 7º
Cima Coppi 21 15 9 5 3 2 1
I Categoria 15 9 5 3 2 1 -
II Categoria 9 5 3 2 1 - -
III Categoria 5 3 2 1 - - -
IV Categoria 3 2 1 - - - -
Con questo sistema si da troppo valore alle piccole salite: non ha senso che 5 salitelle di 4° categoria bastino a pareggiare un Gavia, o che 3 salite a Chieti valgano quanto un Galibier.
Molto meglio a mio avvisto il sistema del Tour:
Hors Categorie 20 16 12 8 4 2
Prima categoria 10 8 6 4 2 1
Seconda categoria 5 3 2 1
Terza categoria 2 1
Quarta categoria 1
Se poi c'è un arrivo in salita il suo valore viene raddoppiato
Insomma, bisognerebbe aumentare il divario tra le grandi e le piccole salite, e dare maggior valore ai G.P.M finali dei tapponi di montagna.
Con tutto il rispetto per Pirazzi e per la grinta che ha dimostrato, bisogna premiare veramente lo scalatore più forte, e il sistema del Tour ci riesce molto meglio. Se si confrontano gli albi d'oro mi pare evidente
- Tour de Berghem
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Sono perfettamente d'accordo.Andrew ha scritto:Non so quanto possa interessare l'argomento, ma sarei curioso di avere un vostro parere sulla classifica dei G.P.M. al Giro d'Italia.
Io credo che sia ora di riformare completamente il sistema attuale di punteggi
Categoria 1º 2º 3 4º 5º 6º 7º
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I Categoria 15 9 5 3 2 1 -
II Categoria 9 5 3 2 1 - -
III Categoria 5 3 2 1 - - -
IV Categoria 3 2 1 - - - -
Con questo sistema si da troppo valore alle piccole salite: non ha senso che 5 salitelle di 4° categoria bastino a pareggiare un Gavia, o che 3 salite a Chieti valgano quanto un Galibier.
Molto meglio a mio avvisto il sistema del Tour:
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Seconda categoria 5 3 2 1
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Se poi c'è un arrivo in salita il suo valore viene raddoppiato
Insomma, bisognerebbe aumentare il divario tra le grandi e le piccole salite, e dare maggior valore ai G.P.M finali dei tapponi di montagna.
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#stand for Ukraine ! https://standforukraine.com/
#with NATO, with Ukraine. Fuck Putin
#Gaza is not hamas! Stand for Gaza!
#Jin, jiyan, azadi
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Secondo me la vera rivelazione del Giro!TIC ha scritto:Ma che bravo 'sto Majka !
Anche meglio di Betancur, Santambrogio e Intxausti (che comunque qualcosa in un passato più o meno recente hanno già dimostrato).
[...e in firma pago pegno una settimana ciao elia

- eliacodogno
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
34x27 ha scritto: [...e in firma pago pegno una settimana ciao elia]


(seriamente, max stasera levala, che poi sia Majka che Petrov sono andati molto meglio di quanto pensassi, in fondo quindi anch'io ho cannato

Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)
'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
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Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
Più di un terzo del Giro si è corso con il maltempo, addirittura dalla tappa calabrese, con il suggello della neve....
Re: Giro d'Italia, considerazioni generali
l'anno prossimo ci sarà lo stesso rischio?CicloSprint ha scritto:Più di un terzo del Giro si è corso con il maltempo, addirittura dalla tappa calabrese, con il suggello della neve....