Per un velocista vincere 5 tappe al Giro è sempre tanta roba, se poi il velocista in questione è Cavendish che non aveva mai ottenuto così tanti successi in un'edizione della corsa rosa si capisce quanto Mark sia stato determinato nel raggiungere l'obiettivo.
Certo, i capricci del tempo che hanno portato all'annullamento della tappa di Val Martello e al ridisegno di quella delle Tre Cime di Lavaredo hanno finito per sbilanciare decisamente a suo favore la lotta per la conquista della maglia rossa (e qui va dato ulteriore merito a Nibali, che con la sua splendida vittoria delle Tre Cime ha obbligato Cannonball a sudarsela fino alla fine, non risparmiando neppure gli scleri ai traguardi volanti

), però più di uno dopo Cherasco era pronto a scommettere ad un Cavendish che salutava tutti e dava appuntamento al Tour de France. E' voluto restare per continuare ad onorare al meglio il Giro ed ha avuto ragione, diventando così uno dei pochi corridori ad aver vinto la maglia della classifica a punti in tutti e 3 i grandi giri.
Senz'altro anche la squadra, dopo un avvio di stagione tormentato e all'insegna delle polemiche, è stata determinante e vale indubbiamente la pena di sottolineare le ottime prestazioni di Matteo Trentin, che nonostante la giovane età sembra essersi già inserito molto bene in meccanismi delicati come quelli del treno.
"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")
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