Era esattamente ciò che intendevo, peraltro nel post non volevo ripetere cose che avevo scritto nell'altra stanza.lemond ha scritto:Il discorso è più semplice, per me da parte di Lance. Hai voluto tornare a correre in modo di essere all'altezza, bene, ma devi anche sapere come. Il fai da te, senza furbizia, è il peggior comportamento possibile.
Di Lance ti volevo però sottolineare un'altra cosa, scritta nel post, il masochismo dei ciclisti. Per lui era importante restare il più furbo dei ciclisti.
Se poi i pescecani sopra di lui lo usano e lo sbranano a piacimento per opportunismo, tutto va bene.
Lance non è riuscito a rinunciare a stigmatizzare la "stupidità" di un collega, quella stupidità.
E non a caso di stupidità (antitesi di furbizia) ha parlato anche il nostro presidente federale.
Nessun ciclista ha il coraggio, anche dopo la cessazione dell'attività, di parlare del sistema. Per loro il sistema esiste e basta, non lo affrontano.
Gli unici a farlo sono solo gli ultra-incriminati ciclisti degli anni 90, che con l'ematocrito 50 fecero sì un grande errore, ma almeno ebbero ancora una identità ed una coscienza di categoria.
Ti sembrerà un paradosso ciò che riporto ora, ma è per questa assenza di coscienza di categoria che ho colto con piacere ieri l'azione legale dell'ACCPI nei confronti di Di Luca, ma di questo ho scritto nell'altra stanza.
Ieri ho osservato con attenzione Silvio Martinello e soppesato con estrema attenzione le sue parole e sono felice che qualcuno in quella categoria mantenga quella coscienza e possa coagulare la fiducia degli attori di questo sport con il giusto carisma e la necessaria responsabilità e sensibilità, anche in situazioni difficili.