Però, Donchi, anche a me pare che tentare di conferire dignità letteraria ad un caso come questo sia decisamente eccessivo.
Se proprio dovessi dare un nome a comportamenti simili, li definirei "conformismo scriteriato". E questo tipo di comportamento, almeno ai miei occhi, non ha certo bisogno di un cantore, che mi aiuti a svelarne possibili sottotracce, elementi di genialità o peculiarità. (A ben vedere poi, anche la Emma di Flaubert non era il soggetto principale del romanzo, quanto l'ambiente meschino che la circondava. Particolari che il filone romantico precedente "dimenticava" sempre di mettere in luce).
Non sto in alcun modo dicendo che i conformisti "con criterio" siano meglio degli scriteriati: solo che entrambi non sono per me meritevoli di approfondimento.
E sai perché? Perché casi simili ce li ho sotto gli occhi tutti i giorni, e la loro prosaicità ed ordinarietà mi è evidente, e mi ispira tuttalpiù sconforto che ha poco a che fare con la creatività.
Per esempio, occupandomi anche di Servizi al Lavoro, ho classificato da tempo una certa categoria, che ironicamente chiamiamo "gli incollocabili" (o più poeticamente "mi spezzo ma non mi impiego"...

). Sono persone che periodicamente o cronicamente ricompaiono, fallimento dopo fallimento, non di rado, anzi quasi sempre, cercando di esternalizzare le colpe/responsabilità di un mancato compimento di un progetto di inserimento lavorativo (soprattutto verso te, operatore, che ancora non hai trovato un lavoro adatto a loro, e che ovviamente ti arricchisci alle loro spalle usufruendo di spropositati finanziamenti pubblici...

).
In particolare uno di loro sta arricchendo le mie finanze: già collocato al lavoro 10 anni fa, ne ha persi nel frattempo almeno altri 7, molte volte impedendo anche, vista la fallimentare esperienza e la relativa impressione lasciata, di poterla riproporre ad altri soggetti.
Devo dire che spesso la "sfortuna" sembra accanirsi su di lui: il giorno prima di un colloquio importante ha un incidente in scooter, per cui si presenta al colloquio tutto bendato e scorticato, oppure addirittura non ci va. Poi, chissà perché, anche in ambienti di lavoro insospettabili, incontra puntualmente qualcuno che "ce l'ha con lui": ex-fidanzati della sua attuale
fiancée, o attuali di una sua ex...

Ci vuole poco a capire che la "sfortuna", appunto messa tra virgolette, c'entra poco: si scopre facilmente che lo scooter era stato comprato con i soldi ricevuti come indennizzo da un'assicurazione, mentre gli era stato suggerito di risparmiarli in vista di tempi di vacche magre, che le sue ex-fidanzate sono più dei suoi tentativi di trovare lavoro, ecc, ecc.
Che c'entrano questi casi con le vicende del nostro Riccardino? C'entrano, c'entrano eccome. Se non altro alla luce di quello che ho chiamato conformismo scriteriato (tutti i miei amici hanno lo scooter, perché io no?). L'unica differenza è che i miei incollocabili sono semplicemente privi di qualsiasi talento. Ma questo atteggiamento, facilmente catalogabile alla voce stupidità, ha per me il potere di azzerare qualsiasi anelito di "poesia", che si parta da una condizione di talento o meno.