Il passaggio dall’agonismo all’attività amatoriale sarà graduale: 4 anni per i professionisti, 2 per le donne, 1 per gli Elite e U23. La decisione risponde ad un’esigenza di tutto l’ambiente e risponde a due logiche, quella di rendere meno esasperata l’attività e, al contempo, di aumentare la sicurezza nelle manifestazioni. La presenza in gruppo di atleti particolarmente veloci ha creato in questi anni un pericoloso spirito di emulazione che ha stimolato anche comportamenti e pratiche non lecite, in una assurda logica emulativa. Inoltre, l’eccessivo divario tecnico tra chi ha l’allenamento del professionista e continua ad esser tale anche da amatore e la massa che invece pedala nel tempo libero, faticosamente ritagliato tra lavoro e famiglia, rende la gara molto meno gestibile dal punto di vista della sicurezza. I tutelati, ed è assurdo, sono i pochi che riescono a tenere ritmi appunto da professionisti mentre la maggior parte dei partecipanti è lasciata senza alcuna tutela dalle scorte tecniche.
Ovviamente la presenza di pro o ex agonisti non è esclusa nel gruppo, anzi è molto apprezzata dal movimento amatoriale, ma solo a fini ludici e fuori dalle classifiche.
Brutte notizie per gli ex pro a caccia di salami ed insaccati