Marco Pantani.
Re: Marco Pantani.
Io invece segnalo a chi fosse interessato un nuovo libro appena uscito di Marco Pastonesi su Pantani: "Pantani era un dio" edito da 66thand2nd.
http://www.66thand2nd.com/libri/104-pan ... un-dio.asp
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Re: Marco Pantani.
I PANTANI DI GIANNI MURA - “DOPO LA SUA SQUALIFICA PENSAI DI LASCIARE ‘REPUBBLICA’ E IL MIO LAVORO. PUOI AVERE I TUOI SOSPETTI SU QUALCUNO, MA SENZA PROVETTE O INTERCETTAZIONI, È PULITO”
Gianni Mura ha 68 anni, raziona le sigarette (“al cesso, dopo il caffè, alla fine del pasto”) e racconta il mito di Pantani: “Vinse 40 gare in tutto, quanto Merckx in una sola stagione. Ma entusiasmava perché scuoteva dalle fondamenta uno sport di ragionieri” - “C’era chi gli riempiva le notti di coca e donne a pagamento per scroccargli denaro o stordirlo. La sua fine, tristissima e molto dolorosa, tecnicamente è un suicidio lungo 5 anni”…
Malcom Pagani e Andrea Scanzi per "il Fatto Quotidiano"
Con il menisco evaporato: "È a pezzi, strano per uno che dallo sport è stato lontano" e le sigarette razionate: "Ormai, a un passo dalla crisi d'astinenza, prediligo solo quelle più importanti: al cesso, dopo il caffè, alla fine del pasto" Gianni Mura non ha mai venduto fumo. Non firma appelli e rifiuta da sempre di iscriversi al Partito. A 68 anni, non ha cambiato idea: "Vorrei chiamarmi fuori dai due schieramenti che dalla morte di Pantani si danno battaglia con immutabili argomentazioni che non mi appartengono".
Ce le espone?
Chi urla: ‘Cazzo, ancora ce la menate con questo drogato' e chi risponde: ‘Lo hanno imbrogliato, era un angelo caduto dal cielo, vittima di un complotto cosmico'. Pantani aveva una grandissima umanità. Se lo sono dimenticati tutti.
Non i tifosi.
Pantani ha vinto una quarantina di corse, quante Merckx in una sola stagione. Ma sapeva accendere la fantasia come pochissimi altri. Durante il tour del '98 l'Italia si bloccò. Le vecchiette in estasi, la gente accalcata al bar come negli anni 50. Se ancora, in quei sacrari verticali che sono le salite, la gente mette cartelli per ricordarlo significa che l'eco delle emozioni non si è spenta. Nei suoi confronti c'è una gratitudine che va oltre il rimpianto e la Pietas. È un riconoscimento costante, silenzioso, non appariscente.
Perché secondo lei?
Non conta solo vincere. Conta soprattutto come lo si fa. E Pantani, rispetto al suo microcosmo, era un alieno. Nel parlare e nella pedalata. Se lo osservi, manifesta un'inesausta stanchezza. Una sofferenza nutrita da pochi sorrisi e nessuna ombra di felicità, neanche sul traguardo. Non ho mai trovato ciclisti che per rilassarsi ascoltassero Charlie Parker, né scalatori che come lui dicessero: "Vado forte in salita per abbreviare la mia agonia". Pantani era di quella pasta. E comunque, come lui non ne vediamo più.
Lei lo aveva soprannominato Fossile.
O Pantadattilo. Un cardellino di 56 chili in mezzo alle aquile che portava fieramente pizzetto e baffi non diversamente dai primi ciclisti dei tempi eroici alla Petit-Breton. Entusiasmava perché scuoteva dalle fondamenta uno sport di ragionieri o, per essere più precisi, di grandi passisti che andavano forte a cronometro e in salita si limitavano a controllare. Pantani in salita tirava colpi pazzeschi. Non calcolava. Che gli andasse bene o male, giocava d'istinto. Dava retta a pochissime persone. Non distingueva gli amici veri da quelli falsi. Un vizio che alla lunga lo ha progressivamente avvicinato alla fossa.
A chi avrebbe dovuto dar retta?
A chi cercava di riportarlo in pista perché gli voleva bene e capiva che senza bici, Pantani era mutilato. C'era chi gli riempiva le notti di coca e donne a pagamento per scroccargli denaro o stordirlo. La sua fine, tristissima e molto dolorosa, tecnicamente è un suicidio lungo 5 anni. Con tentativi di riemersione e nuovi inabissamenti. Ed è soprattutto una storia di profonda e straziante solitudine. Se avesse avuto vicino uno come Luciano Pezzi, l'ex comandante partigiano che era stato con Gimondi e che a Marco fece firmare un contratto mentre era in stampelle parlando in romagnolo stretto, Pantani forse sarebbe ancora qui.
La avvertirono a pranzo.
Ero con mia moglie, in ferie, senza computer. Mi chiamò un collega quasi omonimo, Aligi Pontani: "È morto Pantani". Io di getto: "Che cazzo dici? Inventatene un'altra". Poi dettai a braccio. Un quarto d'ora. L'articolo meno scritto della mia vita.
Lei su Pantani ha scritto molto.
Anche se a lui è legato il momento più difficile del mio percorso, non ritiro una virgola. Dopo Madonna di Campiglio, quando venne trovato con l'ematocrito impazzito, venni investito dalle lettere. Il senso era: ‘E adesso, dopo averci aiutati a innamorarci di lui, come la mettiamo con la sua squalifica?'. Mi mandarono in crisi. In questo sempre più sputtanato mio mestiere, il rapporto di fiducia con il lettore è tutto. . Avremmo dovuto disporre di provette e intercettazioni. Non le avevamo. Puoi andare a 200 all'ora in autostrada, ma se il Tutor non ti becca sei pulito.
Cosa è cambiato in 10 anni?
L'unica cosa nuova è che l'ultima disperata invocazione di Pantani: ‘Leggi uguali per tutti', è stata inascoltata. Per qualcuno, un nome a caso Armstrong, si faceva un'eccezione. Per tenergli un bell'ombrello aperto sulla testa si scomodava L'Uci, L'unione ciclistica internazionale. Non Fracazzo da Velletri.
da http://www.dagospia.com/rubrica-30/Spor ... -71563.htm
Gianni Mura ha 68 anni, raziona le sigarette (“al cesso, dopo il caffè, alla fine del pasto”) e racconta il mito di Pantani: “Vinse 40 gare in tutto, quanto Merckx in una sola stagione. Ma entusiasmava perché scuoteva dalle fondamenta uno sport di ragionieri” - “C’era chi gli riempiva le notti di coca e donne a pagamento per scroccargli denaro o stordirlo. La sua fine, tristissima e molto dolorosa, tecnicamente è un suicidio lungo 5 anni”…
Malcom Pagani e Andrea Scanzi per "il Fatto Quotidiano"
Con il menisco evaporato: "È a pezzi, strano per uno che dallo sport è stato lontano" e le sigarette razionate: "Ormai, a un passo dalla crisi d'astinenza, prediligo solo quelle più importanti: al cesso, dopo il caffè, alla fine del pasto" Gianni Mura non ha mai venduto fumo. Non firma appelli e rifiuta da sempre di iscriversi al Partito. A 68 anni, non ha cambiato idea: "Vorrei chiamarmi fuori dai due schieramenti che dalla morte di Pantani si danno battaglia con immutabili argomentazioni che non mi appartengono".
Ce le espone?
Chi urla: ‘Cazzo, ancora ce la menate con questo drogato' e chi risponde: ‘Lo hanno imbrogliato, era un angelo caduto dal cielo, vittima di un complotto cosmico'. Pantani aveva una grandissima umanità. Se lo sono dimenticati tutti.
Non i tifosi.
Pantani ha vinto una quarantina di corse, quante Merckx in una sola stagione. Ma sapeva accendere la fantasia come pochissimi altri. Durante il tour del '98 l'Italia si bloccò. Le vecchiette in estasi, la gente accalcata al bar come negli anni 50. Se ancora, in quei sacrari verticali che sono le salite, la gente mette cartelli per ricordarlo significa che l'eco delle emozioni non si è spenta. Nei suoi confronti c'è una gratitudine che va oltre il rimpianto e la Pietas. È un riconoscimento costante, silenzioso, non appariscente.
Perché secondo lei?
Non conta solo vincere. Conta soprattutto come lo si fa. E Pantani, rispetto al suo microcosmo, era un alieno. Nel parlare e nella pedalata. Se lo osservi, manifesta un'inesausta stanchezza. Una sofferenza nutrita da pochi sorrisi e nessuna ombra di felicità, neanche sul traguardo. Non ho mai trovato ciclisti che per rilassarsi ascoltassero Charlie Parker, né scalatori che come lui dicessero: "Vado forte in salita per abbreviare la mia agonia". Pantani era di quella pasta. E comunque, come lui non ne vediamo più.
Lei lo aveva soprannominato Fossile.
O Pantadattilo. Un cardellino di 56 chili in mezzo alle aquile che portava fieramente pizzetto e baffi non diversamente dai primi ciclisti dei tempi eroici alla Petit-Breton. Entusiasmava perché scuoteva dalle fondamenta uno sport di ragionieri o, per essere più precisi, di grandi passisti che andavano forte a cronometro e in salita si limitavano a controllare. Pantani in salita tirava colpi pazzeschi. Non calcolava. Che gli andasse bene o male, giocava d'istinto. Dava retta a pochissime persone. Non distingueva gli amici veri da quelli falsi. Un vizio che alla lunga lo ha progressivamente avvicinato alla fossa.
A chi avrebbe dovuto dar retta?
A chi cercava di riportarlo in pista perché gli voleva bene e capiva che senza bici, Pantani era mutilato. C'era chi gli riempiva le notti di coca e donne a pagamento per scroccargli denaro o stordirlo. La sua fine, tristissima e molto dolorosa, tecnicamente è un suicidio lungo 5 anni. Con tentativi di riemersione e nuovi inabissamenti. Ed è soprattutto una storia di profonda e straziante solitudine. Se avesse avuto vicino uno come Luciano Pezzi, l'ex comandante partigiano che era stato con Gimondi e che a Marco fece firmare un contratto mentre era in stampelle parlando in romagnolo stretto, Pantani forse sarebbe ancora qui.
La avvertirono a pranzo.
Ero con mia moglie, in ferie, senza computer. Mi chiamò un collega quasi omonimo, Aligi Pontani: "È morto Pantani". Io di getto: "Che cazzo dici? Inventatene un'altra". Poi dettai a braccio. Un quarto d'ora. L'articolo meno scritto della mia vita.
Lei su Pantani ha scritto molto.
Anche se a lui è legato il momento più difficile del mio percorso, non ritiro una virgola. Dopo Madonna di Campiglio, quando venne trovato con l'ematocrito impazzito, venni investito dalle lettere. Il senso era: ‘E adesso, dopo averci aiutati a innamorarci di lui, come la mettiamo con la sua squalifica?'. Mi mandarono in crisi. In questo sempre più sputtanato mio mestiere, il rapporto di fiducia con il lettore è tutto. . Avremmo dovuto disporre di provette e intercettazioni. Non le avevamo. Puoi andare a 200 all'ora in autostrada, ma se il Tutor non ti becca sei pulito.
Cosa è cambiato in 10 anni?
L'unica cosa nuova è che l'ultima disperata invocazione di Pantani: ‘Leggi uguali per tutti', è stata inascoltata. Per qualcuno, un nome a caso Armstrong, si faceva un'eccezione. Per tenergli un bell'ombrello aperto sulla testa si scomodava L'Uci, L'unione ciclistica internazionale. Non Fracazzo da Velletri.
da http://www.dagospia.com/rubrica-30/Spor ... -71563.htm
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Re: Marco Pantani.
Mi piace l'intervista a Gianni Mura. Principe... me raccomanno!!!
Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
Lasciamolo in pace un cazzo!
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Re: Marco Pantani.
quindi sto film? Ieri sky sport ha mostrato il trailer....
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Re: Marco Pantani.
PROFESSIONISTI | In occasione del decennale della morte di Marco Pantani nessuno si esime dal dire la sua. Il rivale di sempre del Pirata Lance Armstrong lo ha voluto ricordare con una lettera pubblicata da cyclingnews.com di cui vi proponiamo i passi salienti: «Non ci siamo mai piaciuti molto, è risaputo, ce ne siamo dette di ogni sia in bici che giù dal sellino, ma sono certo che se Marco fosse ancora qui il ciclismo sarebbe uno sport migliore. Se io ero un semplice falegname, lui era un'artista. Era una persona carismatica, in bici aveva uno stile unico, era un vero combattente e per questo la gente lo amava. Più che una star lo ricordo come una rock star. Ricordo come fosse ieri l'ultima volta che parlammo faccia a faccia nel 2001 e il giorno in cui ricevetti la notizia della sua morte che mi lasciò sotto shock. Se non ci fosse stata a dividerci la nostra rivalità e la barriera linguista forse saremmo potuti anche essere amici. Se potessi tornare indietro vorrei gestire alcune relazioni in modo diverso e quella con Marco sarebbe una di queste. Il mio errore fondamentale è stato non capire che, va bene essere competitivi in gara, ma al di fuori delle competizioni siamo tutti esseri umani e tutti noi meritiamo di essere trattati con rispetto. Non do la colpa del suo triste destino al doping, la realtà è che ad ucciderlo è stata la fama e la velocità della sua vita. In Italia è passato dall'essere un Dio a perdere tutto, non è riuscito a sopportarlo. Come dovrebbero considerarlo i fans oggi? Non è semplice da dire, ha giocato seguendo le regole che seguivamo tutti all'epoca, ma cavoli ha sempre vinto. Per le sue prestazioni in bici non può che essere ammirato. Marco non è più qui tra noi, gli ultimi dieci anni sono stati lunghi e difficili. La scomparsa di Marco è stata una gran perdita non solo per quanto ha dato a questo sport ma anche per quello che avrebbe potuto dare al ciclismo oggi per aiutarlo. Per me è stato un onore aver battagliato con lui». da tuttobiciweb.
Re: Marco Pantani.
cicloturista ha scritto:PROFESSIONISTI | In occasione del decennale della morte di Marco Pantani nessuno si esime dal dire la sua. Il rivale di sempre del Pirata Lance Armstrong lo ha voluto ricordare con una lettera pubblicata da cyclingnews.com di cui vi proponiamo i passi salienti: «Non ci siamo mai piaciuti molto, è risaputo, ce ne siamo dette di ogni sia in bici che giù dal sellino, ma sono certo che se Marco fosse ancora qui il ciclismo sarebbe uno sport migliore. Se io ero un semplice falegname, lui era un'artista. Era una persona carismatica, in bici aveva uno stile unico, era un vero combattente e per questo la gente lo amava. Più che una star lo ricordo come una rock star. Ricordo come fosse ieri l'ultima volta che parlammo faccia a faccia nel 2001 e il giorno in cui ricevetti la notizia della sua morte che mi lasciò sotto shock. Se non ci fosse stata a dividerci la nostra rivalità e la barriera linguista forse saremmo potuti anche essere amici. Se potessi tornare indietro vorrei gestire alcune relazioni in modo diverso e quella con Marco sarebbe una di queste. Il mio errore fondamentale è stato non capire che, va bene essere competitivi in gara, ma al di fuori delle competizioni siamo tutti esseri umani e tutti noi meritiamo di essere trattati con rispetto. Non do la colpa del suo triste destino al doping, la realtà è che ad ucciderlo è stata la fama e la velocità della sua vita. In Italia è passato dall'essere un Dio a perdere tutto, non è riuscito a sopportarlo. Come dovrebbero considerarlo i fans oggi? Non è semplice da dire, ha giocato seguendo le regole che seguivamo tutti all'epoca, ma cavoli ha sempre vinto. Per le sue prestazioni in bici non può che essere ammirato. Marco non è più qui tra noi, gli ultimi dieci anni sono stati lunghi e difficili. La scomparsa di Marco è stata una gran perdita non solo per quanto ha dato a questo sport ma anche per quello che avrebbe potuto dare al ciclismo oggi per aiutarlo. Per me è stato un onore aver battagliato con lui». da tuttobiciweb.
per me Lance ha fatto centro
i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
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Re: Marco Pantani.
non ho mai amato particolarmente Lance ma quello che ha scritto merita solocicloturista ha scritto:PROFESSIONISTI | In occasione del decennale della morte di Marco Pantani nessuno si esime dal dire la sua. Il rivale di sempre del Pirata Lance Armstrong lo ha voluto ricordare con una lettera pubblicata da cyclingnews.com di cui vi proponiamo i passi salienti: «Non ci siamo mai piaciuti molto, è risaputo, ce ne siamo dette di ogni sia in bici che giù dal sellino, ma sono certo che se Marco fosse ancora qui il ciclismo sarebbe uno sport migliore. Se io ero un semplice falegname, lui era un'artista. Era una persona carismatica, in bici aveva uno stile unico, era un vero combattente e per questo la gente lo amava. Più che una star lo ricordo come una rock star. Ricordo come fosse ieri l'ultima volta che parlammo faccia a faccia nel 2001 e il giorno in cui ricevetti la notizia della sua morte che mi lasciò sotto shock. Se non ci fosse stata a dividerci la nostra rivalità e la barriera linguista forse saremmo potuti anche essere amici. Se potessi tornare indietro vorrei gestire alcune relazioni in modo diverso e quella con Marco sarebbe una di queste. Il mio errore fondamentale è stato non capire che, va bene essere competitivi in gara, ma al di fuori delle competizioni siamo tutti esseri umani e tutti noi meritiamo di essere trattati con rispetto. Non do la colpa del suo triste destino al doping, la realtà è che ad ucciderlo è stata la fama e la velocità della sua vita. In Italia è passato dall'essere un Dio a perdere tutto, non è riuscito a sopportarlo. Come dovrebbero considerarlo i fans oggi? Non è semplice da dire, ha giocato seguendo le regole che seguivamo tutti all'epoca, ma cavoli ha sempre vinto. Per le sue prestazioni in bici non può che essere ammirato. Marco non è più qui tra noi, gli ultimi dieci anni sono stati lunghi e difficili. La scomparsa di Marco è stata una gran perdita non solo per quanto ha dato a questo sport ma anche per quello che avrebbe potuto dare al ciclismo oggi per aiutarlo. Per me è stato un onore aver battagliato con lui». da tuttobiciweb.


Bellissima la definizione "io ero una falegname, lui un era un'artista"
Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto, ma il primo vero amore non si scorda mai: Merano-Aprica, 5 giugno 1994.
Re: Marco Pantani.
..........
Kruijswijk... il resto è noia
"Siamo in gennaio, siamo in Australia ma per me questo e' il successore di Froome nell'albo d'oro della grand boucle.."
21/01/2017 barrylyndon su Porte
"Siamo in gennaio, siamo in Australia ma per me questo e' il successore di Froome nell'albo d'oro della grand boucle.."
21/01/2017 barrylyndon su Porte
Re: Marco Pantani.
Vorrei mettere anch'io i puntini come meriadoc però le parole, più sopra, di "quello là" mi fanno ribollire il sangue, soprattutto considerando la preghiera esplicitata da Marco nel suo messaggio, rivolta a tutti, di buttare a mare l'ipocrisia .
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Marco Pantani.
Non commento le parole dell' "americano" perchè mi fanno solo incazzare. Piuttosto volevo ricordare anche qui Marco per quello che era per me, un mito:
10 anni... 10 anni fa alla notizia ero crollato in lacrime al bar, ti sei spento tu ma il mio ricordo mai. Tutti quanti hanno il loro "mito" da ragazzini, che sia uno sportivo, un attore, un cantante, un politico o qualsiasi altra cosa. Tu eri il mio, un uomo che ha dovuto superare mille ostacoli per riuscire a ottenere quello che meritavi. Ho avuto la fortuna di vederti dal vivo nel giorno del tuo ultimo grande scatto, e lo sguardo pieno di significato che ho incrociato quando ti inseguivo coi polmoni in fiamme mi rimarrà sempre. A differenza di tanti giornalisti e pseudo tali, in chi ti voleva bene il tuo ricordo resta sempre, non solo in occasione delle ricorrenze, per farsi belli coi lettori. Giornalisti che hanno contribuito fortemente ad ammazzarti, dopo Madonna di Campiglio e fino alla fine. Giornalisti che ti considerano magari un grande atleta ma un piccolo uomo, evidentemente non conoscendo la tua grande sensibilità. Giornalisti che ti attaccano in privato e ti esaltano in pubblico...insomma, non giornalisti. Non so se avrai mai giustizia e se si scoprirà cosa è successo quella sera di 10 anni fa(io la mia idea ce l'ho, e non ti sei ammazzato...), ma finché la tua memoria resterà viva in chi ti ha voluto bene davvero, tu rimarrai sempre il più grande. CIAO PIRATA!

10 anni... 10 anni fa alla notizia ero crollato in lacrime al bar, ti sei spento tu ma il mio ricordo mai. Tutti quanti hanno il loro "mito" da ragazzini, che sia uno sportivo, un attore, un cantante, un politico o qualsiasi altra cosa. Tu eri il mio, un uomo che ha dovuto superare mille ostacoli per riuscire a ottenere quello che meritavi. Ho avuto la fortuna di vederti dal vivo nel giorno del tuo ultimo grande scatto, e lo sguardo pieno di significato che ho incrociato quando ti inseguivo coi polmoni in fiamme mi rimarrà sempre. A differenza di tanti giornalisti e pseudo tali, in chi ti voleva bene il tuo ricordo resta sempre, non solo in occasione delle ricorrenze, per farsi belli coi lettori. Giornalisti che hanno contribuito fortemente ad ammazzarti, dopo Madonna di Campiglio e fino alla fine. Giornalisti che ti considerano magari un grande atleta ma un piccolo uomo, evidentemente non conoscendo la tua grande sensibilità. Giornalisti che ti attaccano in privato e ti esaltano in pubblico...insomma, non giornalisti. Non so se avrai mai giustizia e se si scoprirà cosa è successo quella sera di 10 anni fa(io la mia idea ce l'ho, e non ti sei ammazzato...), ma finché la tua memoria resterà viva in chi ti ha voluto bene davvero, tu rimarrai sempre il più grande. CIAO PIRATA!

La buca l'è mèa straca se la sa mèa ad vaca...
Ecco Pantani che getta la bandana...scatto di Pantani!
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Re: Marco Pantani.
Voglio essere cinico, ma anche realistico.
Se tutti i giornalisti, addetti ai lavori, avversari, tifosi che si stanno mobilitando in questi giorni con speciali televisivi, articoli, messaggi di solidarietà e quant'altro avessero espresso questa vicinanza al Pirata nel periodo 1999-2004 quando ne aveva bisogno a vagonate, forse questa brutta ricorrenza non ci sarebbe neanche stata.
Se tutti i giornalisti, addetti ai lavori, avversari, tifosi che si stanno mobilitando in questi giorni con speciali televisivi, articoli, messaggi di solidarietà e quant'altro avessero espresso questa vicinanza al Pirata nel periodo 1999-2004 quando ne aveva bisogno a vagonate, forse questa brutta ricorrenza non ci sarebbe neanche stata.
- barrylyndon
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Re: Marco Pantani.
penso che se qualcuno entra in spirale negativa, sia difficile farlo uscire..se non c'e' riuscita la sua famiglia,che non credo che l'abbia lasciato solo..Belluschi M. ha scritto:Voglio essere cinico, ma anche realistico.
Se tutti i giornalisti, addetti ai lavori, avversari, tifosi che si stanno mobilitando in questi giorni con speciali televisivi, articoli, messaggi di solidarietà e quant'altro avessero espresso questa vicinanza al Pirata nel periodo 1999-2004 quando ne aveva bisogno a vagonate, forse questa brutta ricorrenza non ci sarebbe neanche stata.
sono questioni delicate e molto intime..forse troppo anche per una discussione in un forum..
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
Re: Marco Pantani.
barrylyndon ha scritto:penso che se qualcuno entra in spirale negativa, sia difficile farlo uscire..se non c'e' riuscita la sua famiglia,che non credo che l'abbia lasciato solo..Belluschi M. ha scritto:Voglio essere cinico, ma anche realistico.
Se tutti i giornalisti, addetti ai lavori, avversari, tifosi che si stanno mobilitando in questi giorni con speciali televisivi, articoli, messaggi di solidarietà e quant'altro avessero espresso questa vicinanza al Pirata nel periodo 1999-2004 quando ne aveva bisogno a vagonate, forse questa brutta ricorrenza non ci sarebbe neanche stata.
sono questioni delicate e molto intime..forse troppo anche per una discussione in un forum..
infatti io non capisco perché continui ad esserci sempre questa ossessione mediatica del ricordo
giova a qualcuno?
le persone possono essere ricordate in tanti modi ma penso che quelli peggiori siano le televisioni ed internet (i più freddi in assoluto)
ho quasi l'impressione che ci sia ancora qualcuno che voglia "guadagnare" sfruttando l'immagine di Pantani.
guadagnare in termini economici
guadagnare in termini politici sfruttando quello che è accaduto per alimentare battaglie politiche
a parte i famigliari credo che quelli che ci tengono di più siano proprio le persone che non partecipano pubblicamente a queste manifestazioni superficiali.
admin, ad esempio
i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
Re: Marco Pantani.
sono d'accordo.Belluschi M. ha scritto:Voglio essere cinico, ma anche realistico.
Se tutti i giornalisti, addetti ai lavori, avversari, tifosi che si stanno mobilitando in questi giorni con speciali televisivi, articoli, messaggi di solidarietà e quant'altro avessero espresso questa vicinanza al Pirata nel periodo 1999-2004 quando ne aveva bisogno a vagonate, forse questa brutta ricorrenza non ci sarebbe neanche stata.
quando si è in crisi profonda, essere additati come simbolo negativo diventa una botta tremenda, soprattutto se si ha un certo tipo di sensibilità... a volte, in certe situazioni di difficoltà, può bastare anche davvero un dettaglio per aiutare una persona a rialzarsi un po' o a sprofondare completamente.
Re: Marco Pantani.
Togli pure i tifosi dal tuo elenco.Belluschi M. ha scritto:Voglio essere cinico, ma anche realistico.
Se tutti i giornalisti, addetti ai lavori, avversari, tifosi che si stanno mobilitando in questi giorni con speciali televisivi, articoli, messaggi di solidarietà e quant'altro avessero espresso questa vicinanza al Pirata nel periodo 1999-2004 quando ne aveva bisogno a vagonate, forse questa brutta ricorrenza non ci sarebbe neanche stata.
I tifosi non riuscirono a raggiungerlo, ma dire che non esprimessero vicinanza è falso.
Von Rock ? Nein, danke.
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Re: Marco Pantani.
a dire il vero, c'era anche chi lo insultava dopo il 1999...nino58 ha scritto:Togli pure i tifosi dal tuo elenco.Belluschi M. ha scritto:Voglio essere cinico, ma anche realistico.
Se tutti i giornalisti, addetti ai lavori, avversari, tifosi che si stanno mobilitando in questi giorni con speciali televisivi, articoli, messaggi di solidarietà e quant'altro avessero espresso questa vicinanza al Pirata nel periodo 1999-2004 quando ne aveva bisogno a vagonate, forse questa brutta ricorrenza non ci sarebbe neanche stata.
I tifosi non riuscirono a raggiungerlo, ma dire che non esprimessero vicinanza è falso.
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
Re: Marco Pantani.
a dire il vero penso che la gente comune sia stata la prima causa di tutti i suoi probleminino58 ha scritto:Togli pure i tifosi dal tuo elenco.Belluschi M. ha scritto:Voglio essere cinico, ma anche realistico.
Se tutti i giornalisti, addetti ai lavori, avversari, tifosi che si stanno mobilitando in questi giorni con speciali televisivi, articoli, messaggi di solidarietà e quant'altro avessero espresso questa vicinanza al Pirata nel periodo 1999-2004 quando ne aveva bisogno a vagonate, forse questa brutta ricorrenza non ci sarebbe neanche stata.
I tifosi non riuscirono a raggiungerlo, ma dire che non esprimessero vicinanza è falso.
i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
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Re: Marco Pantani.
la gente comune si, ma non i suoi veri tifosi...io ogni anno speravo nella rinascita, 2003 compreso. I suoi veri tifosi piansero 10 anni fa, io ero tra quelli. i suoi veri tifosi si scannavano con la gente comune durante le solite chiacchiere da bar per difendere l'atleta Pantani. Chi fece marcia indietro dopo Madonna di Campiglio era certamente un tifoso della Domenica. Questo è quello che penso io.Strong ha scritto:a dire il vero penso che la gente comune sia stata la prima causa di tutti i suoi probleminino58 ha scritto:Togli pure i tifosi dal tuo elenco.Belluschi M. ha scritto:Voglio essere cinico, ma anche realistico.
Se tutti i giornalisti, addetti ai lavori, avversari, tifosi che si stanno mobilitando in questi giorni con speciali televisivi, articoli, messaggi di solidarietà e quant'altro avessero espresso questa vicinanza al Pirata nel periodo 1999-2004 quando ne aveva bisogno a vagonate, forse questa brutta ricorrenza non ci sarebbe neanche stata.
I tifosi non riuscirono a raggiungerlo, ma dire che non esprimessero vicinanza è falso.
Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto, ma il primo vero amore non si scorda mai: Merano-Aprica, 5 giugno 1994.
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Re: Marco Pantani.
la maggior parte dei tifosi e' quello della domenica, in Italia...quelli che si inforcavano sci e indossavano scarponi ai tempi di Tomba, che restavano alzati a vedere Luna Rossa pur non avendo mai visto il mare, e quelli,che si'..guardavano Pantani per il gusto di italiche imprese,,comprendendo ben poco del sacrificio e della vita del ciclista..
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
Re: Marco Pantani.
per poi tornare pantaniani al tour del 2000... il "pubblico di merda" (per citare un altro grandissimo scomparso) è una costante in qualsiasi ambito, ciclistico o meno.barrylyndon ha scritto:a dire il vero, c'era anche chi lo insultava dopo il 1999...
detto ciò, l'amore per pantani io alle corse l'ho sempre avvertito, anche in quegli anni post-99 in cui pantani era spesso un fantasma ambulante... eppure quando passava il pubblico si esaltava, ho visto gente impazzire per raggiungerlo per un autografo. e ne ho visti pochi, pochissimi, girarsi sdegnati nei confronti del "drogato".
"Il male trionfa sempre, perche' il bene e' stupido" [Lord Casco]
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Re: Marco Pantani.
Il problema di Marco è che lui sentiva solo quelli.cauz. ha scritto:e ne ho visti pochi, pochissimi, girarsi sdegnati nei confronti del "drogato".
Meglio brocco che Di Rocco: Cicloweb forever!!
- barrylyndon
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Re: Marco Pantani.
io sulle salita ebbi modo di tastare reazioni molto diversificate..ma non rari erano coloro i quali lo insultavano..purtroppo.cauz. ha scritto:per poi tornare pantaniani al tour del 2000... il "pubblico di merda" (per citare un altro grandissimo scomparso) è una costante in qualsiasi ambito, ciclistico o meno.barrylyndon ha scritto:a dire il vero, c'era anche chi lo insultava dopo il 1999...
detto ciò, l'amore per pantani io alle corse l'ho sempre avvertito, anche in quegli anni post-99 in cui pantani era spesso un fantasma ambulante... eppure quando passava il pubblico si esaltava, ho visto gente impazzire per raggiungerlo per un autografo. e ne ho visti pochi, pochissimi, girarsi sdegnati nei confronti del "drogato".
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
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Re: Marco Pantani.
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Ultima modifica di cicloturista il venerdì 14 febbraio 2014, 14:09, modificato 2 volte in totale.
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Re: Marco Pantani.
comunque giusto porre l'accento sul ricordo del Campione e soprattuto della Persona Marco Pantani.
Ciao Campione!
Ciao Campione!
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Re: Marco Pantani.
disgustose le parole di Candido Cannavò:
che schifo che vergogna!
che schifo che vergogna!
Re: Marco Pantani.
Segnalo questo bel ritratto da parte di un sito "laico" in quanto dedicato soprattutto al calcio.
http://crampisportivi.com/2014/02/14/ma ... s=og.likes
Finora ho avuto troppo rispetto per Marco per imbrattare il thread con le mie opinioni da due soldi.
Scrivo però ora, quando ormai la rabbia ed il dolore sono svaniti. Ora che il voler sapere la verità, o cercare di dare una mia interpretazione sui tanti fatti oscuri non mi interessa più.
Il Pantani che mi aveva stregato da bambino (nel '98 avevo otto anni ed ero già un suo tifoso dall'anno prima) non è che un ricordo sbiadito e le emozioni che mi investirono, non sono replicabili e anche rivedere per la nesima volta le tappe sul media player, diventa uno scialbo surrogato a confronto.
Occorre forse finalmente storicizzare la figura del Pirata per rendergli un giusto tributo e salvarlo dalla diatriba da bar sport. Elevarlo e dargli un posto nella storia di quella particolare cultura popolare che è la narrazione sportiva. E che ruolo interpreta Marco all'interno di questo frame?
Forse la vicenda più ingiusta e tragica della storia dello sport capitata ad uno dei campioni più straordinari di sempre. Marco era di fatto un uomo fuori dall'ordinario nel recinto dell'agonismo: non era una star catodica, non era il campione cinico e freddo, non era cannibale, non era il calcolatore metodico, Marco aveva la classe, l'estro ed il coraggio di un Maradona o di un Jimi Hendrix con in più il fatto di aver brillato in un momento di declino della disciplina, Marco era anche il pensatore solitario che soffriva in silenzio e non parlava mai a caso, un Francis Drake non a caccia di scorribande, ma con l'intenzione di affondare L'Invincible Armada. Il Pirata all'arrembaggio degli imbattibili Indurain, Ullrich ed Armstrong. E molto altro ancora.
Quello che vorrei sottolineare è che non è possibile scindere la dimensione uomo e la dimensione atleta quando si parla di Marco, perchè lui aveva ciò che si confà solo ai grandissimi: era un personaggio a tutto tondo. Ora questo io forse lo sapevo già da bambino e che quel tipo lì avesse un aura particolare mi è sempre parso evidente. Il punto focale è che con il passare del tempo, mi rendo conto di quanto non fosse solo una mia sensazione. Marco superava la soglia del preferito individuale per diventare un beniamino collettivo a prescindere dai risultati (mi ricordo la bolgia di tifosi ad acclamarlo nella tappa di Chieti 2001 per uno scattino). Marco aveva temperamento impavido e un'estetica della sofferenza che poteva suscitare solo ammirazione. Ogni sua impresa era una catarsi.
Ho postato quest'articolo perché secondo me inquadra una giusta prospettiva per poter parlare di Marco e perché, forse involontariamente, utilizza nel titolo l'unica parola che mi viene in mente per descrivere ciò che cos'è per milioni di appassionati e non il fenomeno Marco Pantani: 10 anni dopo ciò che resta di Pantani è ormai leggenda. pagine di storia scolpite nella memoria collettiva più generazioni di appassionati e non, ma anche racconti e aneddoti. Non più buono o cattivo, ma l'ultimo vero eroe del ciclismo. E oggi forse per la prima volta sono più contento e non mi vergogno di commemorare e dare un contributo anch'io.
E oggi per la prima volta è un giorno felice, la storia rende sempre onore.
(ed i primi 22 minuti di questo video sono probabilmente la cosa più straordinaria mai vista fare ad un atleta)
http://crampisportivi.com/2014/02/14/ma ... s=og.likes
Finora ho avuto troppo rispetto per Marco per imbrattare il thread con le mie opinioni da due soldi.
Scrivo però ora, quando ormai la rabbia ed il dolore sono svaniti. Ora che il voler sapere la verità, o cercare di dare una mia interpretazione sui tanti fatti oscuri non mi interessa più.
Il Pantani che mi aveva stregato da bambino (nel '98 avevo otto anni ed ero già un suo tifoso dall'anno prima) non è che un ricordo sbiadito e le emozioni che mi investirono, non sono replicabili e anche rivedere per la nesima volta le tappe sul media player, diventa uno scialbo surrogato a confronto.
Occorre forse finalmente storicizzare la figura del Pirata per rendergli un giusto tributo e salvarlo dalla diatriba da bar sport. Elevarlo e dargli un posto nella storia di quella particolare cultura popolare che è la narrazione sportiva. E che ruolo interpreta Marco all'interno di questo frame?
Forse la vicenda più ingiusta e tragica della storia dello sport capitata ad uno dei campioni più straordinari di sempre. Marco era di fatto un uomo fuori dall'ordinario nel recinto dell'agonismo: non era una star catodica, non era il campione cinico e freddo, non era cannibale, non era il calcolatore metodico, Marco aveva la classe, l'estro ed il coraggio di un Maradona o di un Jimi Hendrix con in più il fatto di aver brillato in un momento di declino della disciplina, Marco era anche il pensatore solitario che soffriva in silenzio e non parlava mai a caso, un Francis Drake non a caccia di scorribande, ma con l'intenzione di affondare L'Invincible Armada. Il Pirata all'arrembaggio degli imbattibili Indurain, Ullrich ed Armstrong. E molto altro ancora.
Quello che vorrei sottolineare è che non è possibile scindere la dimensione uomo e la dimensione atleta quando si parla di Marco, perchè lui aveva ciò che si confà solo ai grandissimi: era un personaggio a tutto tondo. Ora questo io forse lo sapevo già da bambino e che quel tipo lì avesse un aura particolare mi è sempre parso evidente. Il punto focale è che con il passare del tempo, mi rendo conto di quanto non fosse solo una mia sensazione. Marco superava la soglia del preferito individuale per diventare un beniamino collettivo a prescindere dai risultati (mi ricordo la bolgia di tifosi ad acclamarlo nella tappa di Chieti 2001 per uno scattino). Marco aveva temperamento impavido e un'estetica della sofferenza che poteva suscitare solo ammirazione. Ogni sua impresa era una catarsi.
Ho postato quest'articolo perché secondo me inquadra una giusta prospettiva per poter parlare di Marco e perché, forse involontariamente, utilizza nel titolo l'unica parola che mi viene in mente per descrivere ciò che cos'è per milioni di appassionati e non il fenomeno Marco Pantani: 10 anni dopo ciò che resta di Pantani è ormai leggenda. pagine di storia scolpite nella memoria collettiva più generazioni di appassionati e non, ma anche racconti e aneddoti. Non più buono o cattivo, ma l'ultimo vero eroe del ciclismo. E oggi forse per la prima volta sono più contento e non mi vergogno di commemorare e dare un contributo anch'io.
E oggi per la prima volta è un giorno felice, la storia rende sempre onore.
(ed i primi 22 minuti di questo video sono probabilmente la cosa più straordinaria mai vista fare ad un atleta)
Re: Marco Pantani.
Ma a me Nanni Moretti risulta ancora vivo e in ottima salutecauz. ha scritto:per poi tornare pantaniani al tour del 2000... il "pubblico di merda" (per citare un altro grandissimo scomparso) è una costante in qualsiasi ambito, ciclistico o meno.barrylyndon ha scritto:a dire il vero, c'era anche chi lo insultava dopo il 1999...

(si ok, sto zitto)
VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...
"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
Re: Marco Pantani.
Ciao Pirata.
Spero vivamente che chi ti ha sacrificato per mandare avanti il carrozzone e chi ha tollerato e appoggiato Armstrong soffra 1000 volte quello che hai sofferto tu.
Ciao GRANDE campione.
Spero vivamente che chi ti ha sacrificato per mandare avanti il carrozzone e chi ha tollerato e appoggiato Armstrong soffra 1000 volte quello che hai sofferto tu.
Ciao GRANDE campione.
Re: Marco Pantani.
Preghiamo oggi per l'anima di Marco......
che ha trovato la pace ed il silenzio che merita nonostante che la veritá sulla sua vicenda non é ancora uscita.
Rendetevi conto cosa significa morire in queste condizioni, con l'anima a pezzi, pensateci bene.
Non siamo su questa terra per morire in disperazione....ed é questa la piú grande tragedia per Marco, che non poteva morire in pace.
Ma io voglio credere che per la sua anima dopo la sua morte é iniziato un cammino verso territori piú dignitosi e ne sono sicuro che per anime speciali esistono anche posti speciali.
Marco ha esercitato il suo Sport con un grande cuore, mai banale e superficiale. Ha dato tutto e ne ha ricevuto quel che lo ha distrutto.
Tutta la cattiveria che gli é stato fatto sentire dopo Campiglio come la possiamo giudicare?
è una cattiveria che si incontra tutti i giorni, forse nascosta, ma il nostro mondo é anche cattivo, per me inspiegabile perché dobbiamo morire tutti e la cattiveria alla fine a cosa serve? a vivere male.
No, noi tifosi non abbiamo dimenticato, ma neanche una virgola. E anche se sono passati 10 anni, il dolore c#é e resta una grande rabbia.
da un tifoso che chiede veritá e giustizia per Marco Pantani! ancora una volta
che ha trovato la pace ed il silenzio che merita nonostante che la veritá sulla sua vicenda non é ancora uscita.
Rendetevi conto cosa significa morire in queste condizioni, con l'anima a pezzi, pensateci bene.
Non siamo su questa terra per morire in disperazione....ed é questa la piú grande tragedia per Marco, che non poteva morire in pace.
Ma io voglio credere che per la sua anima dopo la sua morte é iniziato un cammino verso territori piú dignitosi e ne sono sicuro che per anime speciali esistono anche posti speciali.
Marco ha esercitato il suo Sport con un grande cuore, mai banale e superficiale. Ha dato tutto e ne ha ricevuto quel che lo ha distrutto.
Tutta la cattiveria che gli é stato fatto sentire dopo Campiglio come la possiamo giudicare?
è una cattiveria che si incontra tutti i giorni, forse nascosta, ma il nostro mondo é anche cattivo, per me inspiegabile perché dobbiamo morire tutti e la cattiveria alla fine a cosa serve? a vivere male.
No, noi tifosi non abbiamo dimenticato, ma neanche una virgola. E anche se sono passati 10 anni, il dolore c#é e resta una grande rabbia.
da un tifoso che chiede veritá e giustizia per Marco Pantani! ancora una volta
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Re: Marco Pantani.
Oggi su Italia 2 ho visto le prime due vittorie di Pantani al Giro nel 1994...
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Re: Marco Pantani.
l' unica volta che ho pianto di gioia per un evento sportivo davanti alla tv? Cascate del Toce 2003 ed ho detto tutto....
#JeSuisNizzolo
Re: Marco Pantani.
trasmissione in diretta RaiSport2
Brava Tonina!! CAMPIGLIO!!!!!!!!!!! Martinelli sa tutto, vedo la sua vergogna nei suoi occhi.
Brava Tonina!! CAMPIGLIO!!!!!!!!!!! Martinelli sa tutto, vedo la sua vergogna nei suoi occhi.
Re: Marco Pantani.
Una cosa però, dopo preferisco non tornare sull'argomento: tutti hanno sbagliato. Tutti. E tutti dovrebbero fare autocritica, prima o poi. Tutti, nessuno escluso.
11 Vuelta 7-Prato
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
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13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
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Re: Marco Pantani.
Ti dirò, Admin, proprio niente,niente,niente non mi è piaciuto per niente.
Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
Lasciamolo in pace un cazzo!
Lasciamolo in pace un cazzo!
Re: Marco Pantani.
e Martinelli a dire che la veritá Marco se l'ha portata via nella tomba!!!!
Ma questa menzogna non la crede nemmeno lui, ma per piacere!
Come se la spiega poi che Pantani ha scritto Campiglio pure sui biglietti mentre stava delirando per la droga? Se Pantani conosceva tutte le veritá allora perché tutta sta ossessione?
Quando io vedo Martinelli in televisione io vedo un volto amareggiato, imbarazzato e soprattutto una certa vergogna. Perché il marcio c'é in quella vicenda, non ci sono assolutamente dubbi.
Nella trasmissione mi é piacuto Bulbarelli, che ha studiato bene nel dettaglio tutta la vicenda.
Ah ne sanno, e come sanno, tutti quelli che erano lá.
Le veritá non sono nella tomba di Marco, ma probabilmente ce ne saranno sparse in molte altre future.
Ma questa menzogna non la crede nemmeno lui, ma per piacere!
Come se la spiega poi che Pantani ha scritto Campiglio pure sui biglietti mentre stava delirando per la droga? Se Pantani conosceva tutte le veritá allora perché tutta sta ossessione?
Quando io vedo Martinelli in televisione io vedo un volto amareggiato, imbarazzato e soprattutto una certa vergogna. Perché il marcio c'é in quella vicenda, non ci sono assolutamente dubbi.
Nella trasmissione mi é piacuto Bulbarelli, che ha studiato bene nel dettaglio tutta la vicenda.
Ah ne sanno, e come sanno, tutti quelli che erano lá.
Le veritá non sono nella tomba di Marco, ma probabilmente ce ne saranno sparse in molte altre future.
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- Iscritto il: martedì 21 gennaio 2014, 12:37
Re: Marco Pantani.
Posso chiedere a chi è più preparato di me, perchè la mamma di Marco ha attaccato Martinelli riguardo Campiglio? Cosa ci sarebbe dietro?
Grazie
Grazie
- barrylyndon
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- Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 15:20
Re: Marco Pantani.
sinceramente mi sfugge...non aveva alcun interesse a vedere il suo capitano in maglia rosa cacciato dal giro al penultimo giorno..
mi sa che si sta sparando nel mucchio, e se capisco la mamma, capisco meno chi e' meno coinvolto..
mi sa che si sta sparando nel mucchio, e se capisco la mamma, capisco meno chi e' meno coinvolto..
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
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- Iscritto il: martedì 21 gennaio 2014, 12:37
Re: Marco Pantani.
Infatti, sta cosa è sembrata strana anche a me....barrylyndon ha scritto:sinceramente mi sfugge...non aveva alcun interesse a vedere il suo capitano in maglia rosa cacciato dal giro al penultimo giorno..
mi sa che si sta sparando nel mucchio, e se capisco la mamma, capisco meno chi e' meno coinvolto..
Capisco le moltissime tesi che riguardano quel giorno a Madonna di Campiglio, alcune di queste sono validisseme e andrebbero approfondite, ma vorrei capire meglio questa cosa su martinelli che secondo me in quella storia c'entra niente...
- barrylyndon
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- Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 15:20
Re: Marco Pantani.
mah che sia stato incastrato e' plausibile..che Martinelli facesse parte,eventualmente, di questo incastro ...beh son molto dubbioso
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
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- Iscritto il: martedì 21 gennaio 2014, 12:37
Re: Marco Pantani.
Esatto..
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- Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 22:37
Re: Marco Pantani.
Non so se avete visto la trasmissione su Italia 1 dove è stato mostrato da un ematologo del San Raffaele come è stato fregato il Panta.
Dunque, De Zan ha intervistato il medico della Mercatone di allora, Rempi, lui ha detto che l'ematocrito la sera prima era 48. Poi De Zan ha mostrato le analisi delle piastrine dei ciclisti controllati a Campiglio, tutte normali, quelle di Pantani bassisime, ispiegabili.
E' andato da un ematologo del San Raffaele di Milano e gli ha chiesto come era possibile, ematocrito cinque punti in più della sera prima e piastrine bassissime come Pantani non ha mai avuto né mai avrà in seguito.
E lui ha risposto: si prende la provetta, si aspetta ( ripeto da profana, posso dire qualche minchiata nei termini ma il senso è questo), la parte densa del sangue si deposita in basso, con una provetta Pasteur ( insomma una specie di siringa) estrai la parte liquida e mischi. A quel punto se misuri l'ematocrito si è alzato di tanto a seconda di quanta parte liquida hai tolto.
Le provette ( quella trattata così e quella non trattata, le ha fatte vedere) sono indistinguibili. Unica cosa: se fai così, ha detto questo ematologo del San Raffaele, impazziscono i valori delle piastrine ( e altri ma lì avevano quelle delle piastrine). Infatti Pantani, a Imola, poche ore dopo, aveva l'ematocrito a 48 come la sera prima e, soprattutto, le piastrine normali.
Questa cosa, se non ricordo male, l'aveva detta anche l'ematologo consulente di Pantani ai processi, il Prof. Sante Tura ma in nessun processo se lo sono filato. Invece, ieri, con De Zan, l'amatologo del San Raffaele, l'ha proprio fatto in diretta televisiva: come vi falsifico la provetta, potete fare mille analisi su quella provetta l'ematocrito sarà 53 e la provetta non la distingui da una non trattata così. era un ematologo non di parte e l'ha fatto davanti ai nostri occhi.
Poi da studiare, da approfondire ma non penso che un ematologo ( che pare sia anche famoso) si metta a sparare scemenze e a fare giochini con le provette.
Dunque, De Zan ha intervistato il medico della Mercatone di allora, Rempi, lui ha detto che l'ematocrito la sera prima era 48. Poi De Zan ha mostrato le analisi delle piastrine dei ciclisti controllati a Campiglio, tutte normali, quelle di Pantani bassisime, ispiegabili.
E' andato da un ematologo del San Raffaele di Milano e gli ha chiesto come era possibile, ematocrito cinque punti in più della sera prima e piastrine bassissime come Pantani non ha mai avuto né mai avrà in seguito.
E lui ha risposto: si prende la provetta, si aspetta ( ripeto da profana, posso dire qualche minchiata nei termini ma il senso è questo), la parte densa del sangue si deposita in basso, con una provetta Pasteur ( insomma una specie di siringa) estrai la parte liquida e mischi. A quel punto se misuri l'ematocrito si è alzato di tanto a seconda di quanta parte liquida hai tolto.
Le provette ( quella trattata così e quella non trattata, le ha fatte vedere) sono indistinguibili. Unica cosa: se fai così, ha detto questo ematologo del San Raffaele, impazziscono i valori delle piastrine ( e altri ma lì avevano quelle delle piastrine). Infatti Pantani, a Imola, poche ore dopo, aveva l'ematocrito a 48 come la sera prima e, soprattutto, le piastrine normali.
Questa cosa, se non ricordo male, l'aveva detta anche l'ematologo consulente di Pantani ai processi, il Prof. Sante Tura ma in nessun processo se lo sono filato. Invece, ieri, con De Zan, l'amatologo del San Raffaele, l'ha proprio fatto in diretta televisiva: come vi falsifico la provetta, potete fare mille analisi su quella provetta l'ematocrito sarà 53 e la provetta non la distingui da una non trattata così. era un ematologo non di parte e l'ha fatto davanti ai nostri occhi.
Poi da studiare, da approfondire ma non penso che un ematologo ( che pare sia anche famoso) si metta a sparare scemenze e a fare giochini con le provette.
Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
Lasciamolo in pace un cazzo!
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- barrylyndon
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- Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 15:20
Re: Marco Pantani.
e' stata la cosa piu' interessante della serata..senz'altro..
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
- Camoscio madonita
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- Iscritto il: sabato 11 dicembre 2010, 15:30
Re: Marco Pantani.
Vista la decorrenza del decennale, proporrei una top ten personale dei migliori successi di Marco. La mia classifica si basa soprattutto sulle emozioni da me suscitate in quei momenti.
1) Plan di Montecampione 1998: penso sia superfluo dire perchè...il più bel duello di Marco con un Tonkov tenacissimo e quegli ultimi 2 km vissuti tra gioia e cronometro in mano, e le urla di Cassani e De Zan in sottofondo. Emozioni ineguagliabili.
2) Alpe d'Huez 1997: aspettavamo quel giorno da circa due anni di sofferenza ed incertezza sul futuro in bici di Marco. Quel giorno si tolse gli avversari di ruota uno ad uno, non parti con la solita fucilata ma con una serie di progressioni micidiali che misero in croce anche Kaiser Ulhrich. Poi quell'urlo sul traguardo, quasi a voler scacciare gli incubi post Milano-Torino 1995.
3) Le Deux Alps 1998: l'impresa più grande di Marco, anche qui poco da dire...il giorno dopo la Gazzetta titolo "Pantani eroe nella bufera".
4) Courchevel 2000: l'ultima vittoria di Pantani, ma come spessore una delle migliori...quel giorno riuscì a staccare anche il texano, e molti ci illudemmo che Marco sarebbe tornato quello di due anni prima.
5) Merano-Aprica 1994: quel giorno il mondo intero conobbe Marco Pantani...togliere di ruota con irriverenza e facilità un certo Miguel Indurain sul Santa Cristina non è da tutti...molti ricorderanno che comunque Marco fece esplodere la corsa già sul Mortirolo a più di 50 km dall'arrivo mettendo in croce un Berzin che fino a quel momento era sembrato inattaccabile
6) Oropa 1999: la meravigliosa cavalcata dopo il salto di catena...quel giorno Marco superò più di 50 corridori davanti a lui: li raggiungeva, non li guardava neanche e ripartiva. ricordo ancora la frustrazione e l'impotenza di Ivan Gotti quando fu raggiunto e saltato da Marco.
7) Selva di Val Gardena 1998: vinse Guerini quel giorno e Marco fece secondo, ma quell'impresa gli consegnò la prima maglia rosa della carriera. Simpatico l'aneddoto raccontato spesso da Conti: mentre salivano verso il fedaia, Marco gli chiese "ma quando inizia la Marmolada?" e Conti gli rispose "E' già iniziato da un pezzo!". Pochi secondi dopo marco piazzò il primo allungo. Fu una giornata memorabile per tutti i suoi tifosi.
8) Alpe d'Huez 1995: La sua prima vittoria all'Alpe verrà ricordata per l'imprecazione di quel ciclista francese (non ricordo il nome) che era in fuga assieme a molti altri tra cui Ivan Gotti, che quando fu superato da Marco si mise ad agitare le braccia volendo indicare che non c'era nulla da fare, contro quel piccolo scalatore romagnolo.
9) Val Thorens 1995: Quel giorno vinse Cacaito Rodriguez, ma Marco fece un 'impresa delle sue...rischio il ritiro dopo una brutta caduta nella discesa del Glandon dopo aver picchiato malamente il ginocchio...non solo rientrò ma nella lunghissima salita finale staccò di nuovo tutti tranne i fuggitivi del mattino tra cui lo stesso Rodriguez che vinse quella tappa.
10) Pampeago 1999: due giorni prima del fattaccio di Campiglio, Marco diede una delle maggiori dimostrazioni di forza e potenza sull'arcigna salita di Pampeago che l'anno prima l'aveva visto soffrire alle spalle di Tonkov. Quel giorno invece volarono i minuti di distacco per gli avversari in soli 4 km di salita.
1) Plan di Montecampione 1998: penso sia superfluo dire perchè...il più bel duello di Marco con un Tonkov tenacissimo e quegli ultimi 2 km vissuti tra gioia e cronometro in mano, e le urla di Cassani e De Zan in sottofondo. Emozioni ineguagliabili.
2) Alpe d'Huez 1997: aspettavamo quel giorno da circa due anni di sofferenza ed incertezza sul futuro in bici di Marco. Quel giorno si tolse gli avversari di ruota uno ad uno, non parti con la solita fucilata ma con una serie di progressioni micidiali che misero in croce anche Kaiser Ulhrich. Poi quell'urlo sul traguardo, quasi a voler scacciare gli incubi post Milano-Torino 1995.
3) Le Deux Alps 1998: l'impresa più grande di Marco, anche qui poco da dire...il giorno dopo la Gazzetta titolo "Pantani eroe nella bufera".
4) Courchevel 2000: l'ultima vittoria di Pantani, ma come spessore una delle migliori...quel giorno riuscì a staccare anche il texano, e molti ci illudemmo che Marco sarebbe tornato quello di due anni prima.
5) Merano-Aprica 1994: quel giorno il mondo intero conobbe Marco Pantani...togliere di ruota con irriverenza e facilità un certo Miguel Indurain sul Santa Cristina non è da tutti...molti ricorderanno che comunque Marco fece esplodere la corsa già sul Mortirolo a più di 50 km dall'arrivo mettendo in croce un Berzin che fino a quel momento era sembrato inattaccabile
6) Oropa 1999: la meravigliosa cavalcata dopo il salto di catena...quel giorno Marco superò più di 50 corridori davanti a lui: li raggiungeva, non li guardava neanche e ripartiva. ricordo ancora la frustrazione e l'impotenza di Ivan Gotti quando fu raggiunto e saltato da Marco.
7) Selva di Val Gardena 1998: vinse Guerini quel giorno e Marco fece secondo, ma quell'impresa gli consegnò la prima maglia rosa della carriera. Simpatico l'aneddoto raccontato spesso da Conti: mentre salivano verso il fedaia, Marco gli chiese "ma quando inizia la Marmolada?" e Conti gli rispose "E' già iniziato da un pezzo!". Pochi secondi dopo marco piazzò il primo allungo. Fu una giornata memorabile per tutti i suoi tifosi.
8) Alpe d'Huez 1995: La sua prima vittoria all'Alpe verrà ricordata per l'imprecazione di quel ciclista francese (non ricordo il nome) che era in fuga assieme a molti altri tra cui Ivan Gotti, che quando fu superato da Marco si mise ad agitare le braccia volendo indicare che non c'era nulla da fare, contro quel piccolo scalatore romagnolo.
9) Val Thorens 1995: Quel giorno vinse Cacaito Rodriguez, ma Marco fece un 'impresa delle sue...rischio il ritiro dopo una brutta caduta nella discesa del Glandon dopo aver picchiato malamente il ginocchio...non solo rientrò ma nella lunghissima salita finale staccò di nuovo tutti tranne i fuggitivi del mattino tra cui lo stesso Rodriguez che vinse quella tappa.
10) Pampeago 1999: due giorni prima del fattaccio di Campiglio, Marco diede una delle maggiori dimostrazioni di forza e potenza sull'arcigna salita di Pampeago che l'anno prima l'aveva visto soffrire alle spalle di Tonkov. Quel giorno invece volarono i minuti di distacco per gli avversari in soli 4 km di salita.
Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto, ma il primo vero amore non si scorda mai: Merano-Aprica, 5 giugno 1994.
- barrylyndon
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Re: Marco Pantani.
per me
Galibier
Montecampione
Selva di val Gardena 98
Aprica 94
Plateu de belle 98
questo per il valore prettamente agonistico..
Galibier
Montecampione
Selva di val Gardena 98
Aprica 94
Plateu de belle 98
questo per il valore prettamente agonistico..
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
Re: Marco Pantani.
10 anni fa la sera del 14 febbraio, il mio cellulare non smetteva di suonare. Mi chiamarono praticamente tutti gli i amici, sopratutto chi di ciclismo non sapeva nulla. Sapevano però quanto io fossi appassionato, tifoso e rapito da Marco e dalle sue imprese. Ricordo che mia moglie disse "sembra quasi che hai avuto un lutto in famiglia" talmente tante erano le telefonate. Da quel giorno, per me il 14 febbraio, non è più san Valentino. Il 14 febbraio è solo un giorno molto triste. In merito alle parole dell'Americano... mi viene da citare un proverbio, "un bel silenzio non fu mai scritto"
Re: Marco Pantani.
Ma era ovvio che hanno manipolato le provette....
e la colpa di Martinelli é quella che lui ha preferito chiudere gli occhi e continuare la sua carriera a qualunque costo e non aveva il coraggio, come del resto tanti altri, a trovare la veritá su Campiglio. Ricordiamo che mai nessuno ha veramente voluto aiutare Marco a trovare la veritá. Tutti volevano sempre e solo andare avanti, si dai andiamo al Tour etc Vinciamo e nessuno se ne ricorda etc.
Ma in realtá dopo Campiglio era impossibile ripartire, perché il progetto "Facciamo fuori Pantani" era giá iniziato. Sono scemenze quel che dice Gimondi che Pantani avrebbe solo dovuto andare al Tour e tuto si sarebbe risolto. No, questa cosa non é vera.
Pantani é stato rovinato sistematicamente, questa é l'unica veritá, ma l'unica.
e la colpa di Martinelli é quella che lui ha preferito chiudere gli occhi e continuare la sua carriera a qualunque costo e non aveva il coraggio, come del resto tanti altri, a trovare la veritá su Campiglio. Ricordiamo che mai nessuno ha veramente voluto aiutare Marco a trovare la veritá. Tutti volevano sempre e solo andare avanti, si dai andiamo al Tour etc Vinciamo e nessuno se ne ricorda etc.
Ma in realtá dopo Campiglio era impossibile ripartire, perché il progetto "Facciamo fuori Pantani" era giá iniziato. Sono scemenze quel che dice Gimondi che Pantani avrebbe solo dovuto andare al Tour e tuto si sarebbe risolto. No, questa cosa non é vera.
Pantani é stato rovinato sistematicamente, questa é l'unica veritá, ma l'unica.
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Re: Marco Pantani.
barrylyndon ha scritto:mi sa che si sta sparando nel mucchio, e se capisco la mamma, capisco meno chi e' meno coinvolto..

Navigando in rete in questi giorni ne sto leggendo di ogni. Collegamenti al limite dell'assurdo. Questi mancano di rispetto a Pantani al pari di chi gli gridava drogato sulle strade.
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Re: Marco Pantani.
Ho seguito anch io la trasmissione su italia 1 ieri sera. Premesso che secondo me è andata proprio così, ovvero sono riusciti a togliere una parte di plasma dal sangue prelevato...da quanto raccontato ieri c' è comunque un' incongruenza. Andiamo con ordine: gli ispettori si presentano da marco alle 7.35, pelevano il sangue, fanno l' analisi e alle 8(almeno questa era l ' ora che ha riportato la trasmissione, e penso sia questa vista che gli altri erano a colazione) squilla il telefono di martinelli e gli viene detto che Marco è fuori. Il dottore del san raffaele ha chiaramente detto che ci vuole un' ora( poi incalzato da de zan ha affermato anche 40-45 minuti) affinchè la parte solida scenda sul fondo della provetta e possa essere prelevata la parte liquida. Se passano 25 minuti tra il prelievo e la telefonata è obiettivamente impossibile che sia stato usato questo metodo. Quindi volevo sapere se è possibile dividere parte solida e liquida in minor tempo e se si come. Credo che se si riesce a dimostrare che questo è possibile, potremmo al 99% dire che Pantani è stato fregato in questo modo. Aspetto risposte....graziedonchisciotte ha scritto:Non so se avete visto la trasmissione su Italia 1 dove è stato mostrato da un ematologo del San Raffaele come è stato fregato il Panta.
Dunque, De Zan ha intervistato il medico della Mercatone di allora, Rempi, lui ha detto che l'ematocrito la sera prima era 48. Poi De Zan ha mostrato le analisi delle piastrine dei ciclisti controllati a Campiglio, tutte normali, quelle di Pantani bassisime, ispiegabili.
E' andato da un ematologo del San Raffaele di Milano e gli ha chiesto come era possibile, ematocrito cinque punti in più della sera prima e piastrine bassissime come Pantani non ha mai avuto né mai avrà in seguito.
E lui ha risposto: si prende la provetta, si aspetta ( ripeto da profana, posso dire qualche minchiata nei termini ma il senso è questo), la parte densa del sangue si deposita in basso, con una provetta Pasteur ( insomma una specie di siringa) estrai la parte liquida e mischi. A quel punto se misuri l'ematocrito si è alzato di tanto a seconda di quanta parte liquida hai tolto.
Le provette ( quella trattata così e quella non trattata, le ha fatte vedere) sono indistinguibili. Unica cosa: se fai così, ha detto questo ematologo del San Raffaele, impazziscono i valori delle piastrine ( e altri ma lì avevano quelle delle piastrine). Infatti Pantani, a Imola, poche ore dopo, aveva l'ematocrito a 48 come la sera prima e, soprattutto, le piastrine normali.
Questa cosa, se non ricordo male, l'aveva detta anche l'ematologo consulente di Pantani ai processi, il Prof. Sante Tura ma in nessun processo se lo sono filato. Invece, ieri, con De Zan, l'amatologo del San Raffaele, l'ha proprio fatto in diretta televisiva: come vi falsifico la provetta, potete fare mille analisi su quella provetta l'ematocrito sarà 53 e la provetta non la distingui da una non trattata così. era un ematologo non di parte e l'ha fatto davanti ai nostri occhi.
Poi da studiare, da approfondire ma non penso che un ematologo ( che pare sia anche famoso) si metta a sparare scemenze e a fare giochini con le provette.

2012
1 Gran Piemonte
2 Campionato strada ITA Giro di Romandia
2013
1 Paris - Nice Amstel Gold Race Giro d' Italia (21 tappe) Tour de Suisse Vattenfall Cyclassics Brussels Cycling Classic
2 Tirreno - Adriatico
2014
1 Gand-Wevelgem Amstel Gold Race
1 Gran Piemonte
2 Campionato strada ITA Giro di Romandia
2013
1 Paris - Nice Amstel Gold Race Giro d' Italia (21 tappe) Tour de Suisse Vattenfall Cyclassics Brussels Cycling Classic
2 Tirreno - Adriatico
2014
1 Gand-Wevelgem Amstel Gold Race
Re: Marco Pantani.
Il rischio era che la giornata di ieri si potesse trasformare nel solito processo televisivo, fondato su complotti e cospirazioni. e purtroppo cosi è stato.
Mi auguravo che il 2014 venisse celebrato non tanto come il decennale dalla scomparsa, quanto piuttosto come il ventennale dalla nascita sportiva del campione, ripercorrendone la carriera, l'esplosione e la caduta, ma limitandosi a riportare la cronoca oggettiva dei fatti. e, sotto questo punto di vista, nel pomeriggio ho assistito ad un ottimo speciale condotto da bulbarelli, con cassani, mura, martinelli e alcuni vecchi compagni della mercatone uno. cronistoria intermezzata da piacevoli aneddoti. contemporaneamente mediaset ha scelto una strada alternativa, altrettanto valida, riproponendo integralmente le due tappe del Giro 94 in cui il Campione si è fatto conoscere al mondo intero.
la giornata si sarebbe potuta concludere cosi, senza il seguito della programmazione.
non comprendo la scelta di riproporre spezzoni del processo alla tappa 99... ferretti, enrico luci, tafi, mapei, miceli, non rischio la salute. la pagina più nera, squallida, marcia dei miei primi 40 ani di ciclismo. ma il peggio doveva ancora venire.
Non ho motivo di dubitare sui buoni propositi dello speciale in prima serata su raisport, sono saltati fuori aneddoti interessanti, come l'incontro tra armstrong e pantani raccontato da Bergonzi. Ma il collegamento da cesenatico ha inevitabilmente fatto scadere la discussione.
In ogni caso, il momento più sgradevole e fastidioso della giornata è stato l'epilogo, con lo speciale della premiata ditta Brachino-Dezan jr. agghiacciante. scene del crimine, complotti, tentativo di far passare una tesi ben precisa fondata sul nulla....neppure Salvo Sottile, con tanto di generale Garofano e Roberta Bruzzone al seguito avrebbero potuto fare di peggio.
E' una mia personalissima sensazione, probabilmente cinica ed impopolare, ma resto dell'idea che ogni qualvolta si concede ai familiari di pantani l'opportunità di parlare, non si fa altro che infangare ulteriormente la sua memoria. in questi ultimi 10 anni, ho letto tanto su questo argomento, forse troppo. tutti a fanculizzare e fucilare il sistema, i giornalisti che hanno voltato le spalle a pantani, i suoi ex colleghi e amici perchè lo hanno scaricato e ghettizzato, i tifosi che lo hanno insultato. mai nessuno, invece, che abbia tirato in ballo le responsabilità, presunte o tali che siano, della famiglia.
E' fottutamente astuto e strategico tirare in ballo solo ed esclusivamente le testimonianze e le inchieste che avvalorano e rafforzano un certo scenario reltivo agli ultimi mesi di vita di Pantani. ma non ci sto al tiro al bersaglio. Perchè, quando si tratta la questione abbandono, non si parla mai di quanto fatto emergere in merito ai rapporti tra pantani e la famiglia nel suo ultimo periodo di vita?
mi rendo conto che in tal modo si rischia di mancare di sensibilità e rispetto alla famiglia. ma si è raggiunto il limite col politicamente corretto, con il volere sempre e comunque gridare al complotto e cercare scenari irreali puntando il dito sugli estranei, senza prima aver guardato in casa propria.
molti di noi hanno purtroppo vissuto sulla propria pelle drammi di cari caduti nella spirale maledetta della dipendenza. ciascuno di noi in quelle situazioni si comporta secondo la propria coscienza. e la mia coscienza mi porta a non giustifciare mai, in alcun modo, l'abbandonare (nel senso più materiale del termine) il proprio caro proprio nella fase più acuta del suo calvario, prendendo macchina e bagagli e partendo il più lontano possibile. il voler poi gridare al mondo intero la propria rabbia, accusando tutti e nessuno, cercando mandanti e colpevoli, mi sento di interpretarlo come il modo, forse anche inconsapevole, per cercare altrove le responsabilità e volersi autoconvincere di non averne delle proprie.
Nessuno, in questa vicenda, è esente da responsabilità.
Mi auguravo che il 2014 venisse celebrato non tanto come il decennale dalla scomparsa, quanto piuttosto come il ventennale dalla nascita sportiva del campione, ripercorrendone la carriera, l'esplosione e la caduta, ma limitandosi a riportare la cronoca oggettiva dei fatti. e, sotto questo punto di vista, nel pomeriggio ho assistito ad un ottimo speciale condotto da bulbarelli, con cassani, mura, martinelli e alcuni vecchi compagni della mercatone uno. cronistoria intermezzata da piacevoli aneddoti. contemporaneamente mediaset ha scelto una strada alternativa, altrettanto valida, riproponendo integralmente le due tappe del Giro 94 in cui il Campione si è fatto conoscere al mondo intero.
la giornata si sarebbe potuta concludere cosi, senza il seguito della programmazione.
non comprendo la scelta di riproporre spezzoni del processo alla tappa 99... ferretti, enrico luci, tafi, mapei, miceli, non rischio la salute. la pagina più nera, squallida, marcia dei miei primi 40 ani di ciclismo. ma il peggio doveva ancora venire.
Non ho motivo di dubitare sui buoni propositi dello speciale in prima serata su raisport, sono saltati fuori aneddoti interessanti, come l'incontro tra armstrong e pantani raccontato da Bergonzi. Ma il collegamento da cesenatico ha inevitabilmente fatto scadere la discussione.
In ogni caso, il momento più sgradevole e fastidioso della giornata è stato l'epilogo, con lo speciale della premiata ditta Brachino-Dezan jr. agghiacciante. scene del crimine, complotti, tentativo di far passare una tesi ben precisa fondata sul nulla....neppure Salvo Sottile, con tanto di generale Garofano e Roberta Bruzzone al seguito avrebbero potuto fare di peggio.
E' una mia personalissima sensazione, probabilmente cinica ed impopolare, ma resto dell'idea che ogni qualvolta si concede ai familiari di pantani l'opportunità di parlare, non si fa altro che infangare ulteriormente la sua memoria. in questi ultimi 10 anni, ho letto tanto su questo argomento, forse troppo. tutti a fanculizzare e fucilare il sistema, i giornalisti che hanno voltato le spalle a pantani, i suoi ex colleghi e amici perchè lo hanno scaricato e ghettizzato, i tifosi che lo hanno insultato. mai nessuno, invece, che abbia tirato in ballo le responsabilità, presunte o tali che siano, della famiglia.
E' fottutamente astuto e strategico tirare in ballo solo ed esclusivamente le testimonianze e le inchieste che avvalorano e rafforzano un certo scenario reltivo agli ultimi mesi di vita di Pantani. ma non ci sto al tiro al bersaglio. Perchè, quando si tratta la questione abbandono, non si parla mai di quanto fatto emergere in merito ai rapporti tra pantani e la famiglia nel suo ultimo periodo di vita?
mi rendo conto che in tal modo si rischia di mancare di sensibilità e rispetto alla famiglia. ma si è raggiunto il limite col politicamente corretto, con il volere sempre e comunque gridare al complotto e cercare scenari irreali puntando il dito sugli estranei, senza prima aver guardato in casa propria.
molti di noi hanno purtroppo vissuto sulla propria pelle drammi di cari caduti nella spirale maledetta della dipendenza. ciascuno di noi in quelle situazioni si comporta secondo la propria coscienza. e la mia coscienza mi porta a non giustifciare mai, in alcun modo, l'abbandonare (nel senso più materiale del termine) il proprio caro proprio nella fase più acuta del suo calvario, prendendo macchina e bagagli e partendo il più lontano possibile. il voler poi gridare al mondo intero la propria rabbia, accusando tutti e nessuno, cercando mandanti e colpevoli, mi sento di interpretarlo come il modo, forse anche inconsapevole, per cercare altrove le responsabilità e volersi autoconvincere di non averne delle proprie.
Nessuno, in questa vicenda, è esente da responsabilità.