I corridori e l'assenza di "coscienza di classe"

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Tranchée d'Arenberg
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I corridori e l'assenza di "coscienza di classe"

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Oggi la partenza del Challenge Mallorca è stata ritardata di una ventina di minuti a causa della protesta contro l'abolizione delle radioline inscenata dai corridori. I direttori sportivi hanno letto un manifesto che contesta la decisione dell'UCI, poi i corridori sono partiti ma non tutti hanno tolto le radioline ( i fratelli Schleck e Freire le hanno indossate).
Nel frattempo Lars Boom, vincitore del cronoprologo in Qatar, annunciava che un'iniziativa simile domani sarà tenuta anche nell'emirato del golfo. I ciclisti hanno quindi intenzione di continuare a protestare contro questo provvedimento.

Personalmente la decisione di proibire l'uso delle radioline in corsa mi pare una delle pochissime cose positive (fose l'unica?) che l'UCI ha fatto negli ultimi anni. Una decisione che potrebbe rendere più "vere" le corse favorendo un maggiore spontaneismo nello svolgimento delle gare, lasciando più spazio alla fantasia e all'inventiva dei corridori.
Quante volte negli ultimi anni abbiamo dato la colpa della mancanza di spettacolo a questi maledetti auricolari tramite i quali una delle peggiori generazioni di DS comanda passo per passo i propri corridori, come se si trattasse di un videogame? Quante volte i DS per mezzo delle radioline hano frenato un corridore che altrimenti sarebbe partito all'attacco? Tante. Basti pensare agli ultimi tristissimi Tour de France, e non solo.
Questo provvedimento potrebbe restituirci un ciclismo più sano in cui potremmo finalmente rivedere attacchi scriteriati messi in atto anche da qualche campione (o presunto tale); potremmo finalmente vedere come si comportano Schleck e Contador lungo l'ascesa del Tourmalet senza le indicazioni di Riis o Andersen.
La maggior parte dei ciclisti è in disaccordo con questa decisione e sinceramente non ce ne possiamo meravigliare. E allora per contestare qualcosa che non reputano giusto protestano, ritardano l'inizio delle gare, sfidano la giuria infrangendo la regola. Questa si chè è una novità!
La cosa di per se mi sorprende e, nonostante una diversa opinione sul merito della questione, dovrebbe anche farmi piacere visto che per la prima volta il gruppo decide di contestare una decisione propinata dai vertici di Aigle utilizzando strumenti di protesta che raramente i corridori usano.
La cosa invece mi fa veramente in.....re; mi fa veramente pensare che il quoziente intellettivo medio dei ciclisti sia piuttosto basso. Perchè? Perchè i ciclisti si impegnano a protestare contro un provvedimento che alla fine dei conti non lede nessuno dei loro diritti fondamentali, al massimo gli leva qualche comodità e li responsabilizza di più nella gestione di corsa. Una questione di poco conto tutto sommato se la si paragona contro tutti i soprusi che ripetutamente i ciclisti hanno dovuto subire dal 98 ad oggi in tema di antidoping.
Se si fa questo casiono per una radiolina, i corridori cosa avrebbero dovuto fare per esempio all'indomani del famoso e vergognoso episodio accaduto al povero Kevin Van Impe che, di fronte alla salma del suo figlioletto appena morto, mentre ne preparava i funerali all'obitorio, fu costretto dai "vampiri" dell'UCI a sottoporsi immediatamente ad un controllo a sorpresa, pena squalifica? All'epoca, di fronte ad un episodio nauseante, fecero assai poco. E di situazioni del genere i corridori ne hanno vissute parecchie nell'ultimo decennio, sempre abbassando la testa e facendo finta di niente. Mai un cenno di protesta o di ribellione. Poi vengono fuori con queste pantomime proprio in occasioni di episodi stupidi, come quello delle radioline o come quello ancora più ridicola della famosa protesta di Milano, durante il giro del 2009.


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ProfRoubaix
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Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 10:52

Re: I corridori e l'assenza di "coscienza di classe"

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Premetto che non ho seguito la questione, ma da quello che ho letto a me sembra che sulla questione delle radioline (e relative proteste) la linea dei corridori possa essere riassunta così: i team manager ordinano, loro (che sia uno scatto o uno sciopero) eseguono.


Strong
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Iscritto il: mercoledì 12 gennaio 2011, 11:48

Re: I corridori e l'assenza di "coscienza di classe"

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Io sinceramnete stò dalla parte dei ciclisti e dei team manager.
Il progresso tecnologico nel mondo e nello sport vanno avanti, non capisco perchè il
cilclismo debba rimanre al palo.
Il problema non sono le radioline ma il "coraggio" di atleti e direttori sportivi, perchè le radioline potrebbero anche servire per "comandare" attacchi su attacchi.
Tutto dipende dalla mentalità dei protagonisti.


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
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Bridge184
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Re: I corridori e l'assenza di "coscienza di classe"

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: ... mi fa veramente pensare che il quoziente intellettivo medio dei ciclisti sia piuttosto basso ...
Ahimè è quello che sto cominciando a pensare anche io da un po' di tempo.
Per tornare al tema delle radioline, per quel poco che sono i ciclisti ne fanno più di una questione di sicurezza. Le radioline ineffetti in questo caso possono essere molto utili. Ma se fosse veramente questo perchè non dotare i ciclisti delle radioline ma solo per comunicare con la direzione corsa?


pitoro
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Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 18:30

Re: I corridori e l'assenza di "coscienza di classe"

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Comunicato CPA

Dopo i ripetuti incidenti che si sono verificati durante il Tour de France il CPA chiede alla Carovana più attenzione sulla sicurezza dei corridori.

“Non dobbiamo dimenticare che sono loro i protagonisti indiscussi di ogni corsa – dice Gianni Bugno, presidente del sindacato dei corridori - a cui vanno dedicate la massima attenzione e tutte le misure necessarie a garantirne sicurezza e incolumità. Non c’è diretta, show o intervista che tenga, il corridore deve venire prima di ogni altra cosa..”

Nel condannare l’inammissibilità dell’episodio che è avvenuto ieri durante il Tour de France quando un’auto della televisione francese ha causato la caduta e gli infortuni di due corridori in corsa, il CPA chiede che vengano presi provvedimenti seri nei confronti di chi in futuro sarà ancora responsabile di simili incidenti. Il sindacato dei corridori si impegnerà a questo proposito a chiedere all’UCI un regolamento internazionale che disciplini il comportamento dei conducenti delle auto al seguito delle corse e che implichi eventualmente il possesso di un patentino, un’esperienza o una formazione specifica per svolgere questo ruolo.

“Visti la difficoltà a garantire la sicurezza in corsa ora – prosegue Gianni Bugno – non oso immaginare cosa succederà quando verrà impedito l’utilizzo degli auricolari nelle grandi corse come è previsto dall’UCI.. Speriamo che vengano riviste certe decisioni e che, come già detto, si mettano sempre al primo posto i corridori e la loro sicurezza, nient’altro..



Che cosa deve succedere per vedere i ciclisti fare davvero la voce grossa?


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MarcoRimini
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Iscritto il: domenica 8 maggio 2011, 15:47

Re: I corridori e l'assenza di "coscienza di classe"

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Primi risultati ottenuti dalla minacciosa dichiarazione di Bugno:

Johnny Hoogerland svegliato alle 7:00 per un controllo antidoping :fuori:


alfiso

Re: I corridori e l'assenza di "coscienza di classe"

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Sognare è lecito, non si fa peccato. Eppoi non costa nulla.

La butto lì e magari ne facciamo un 3D(prima voglio sondare il sentiment del forum):

- Bugno Presidente della FCI, dopo il quadriennio della mummia Di Rocco.

Ok sui ciclisti pecora che agiscono a comando. Ok sulle società di base, che non esprimono idee e personalità forti, troppo prese nei loro miseri orticelli da salvaguardare e promuovere attraverso il primo sgherro che gli promette mari e monti, poi gli passa le briciole e per presenziare al più stupido convegno sul ciclismo vola in business e noleggia Bmw per gli spostamenti, ovviamente e rigorosamente a spese delle stesse.
Poi ovviamente rinunciamo alle olimpiadi ed alle trasferte mondiali in alcune specialità perchè non ci son soldi; salvo far accompagnare la nazionale da una olgettina a spese della FCI per delle interviste video che parevano la sala confessionale del grande fratello.

A me il Gianni presidente farebbe riaccendere la fiducia. E tutti sappiamo di quanta ce ne sia bisogno in questa fase.


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