bet ha scritto:Caro Silvio,
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Ti faccio un solo esempio, ma il più eclatante: ho rivisto la corsa alcune volte ed ho ancora negli occhi la smorfia di fatica di De Marchi che al quart'ultimo passaggio stava tirando il gruppo alla morte, lo stesso Da Marchi che due giri più tardi ha promosso un'azione stupenda a cui sono mancati 700 metri, 15-20 secondi, per scollinare col vincitore ed andare a medaglia. Se non avesse tirato quel giro a tutta avrebbe avuto le energie per guadagnare molto di più una volta sganciatosi dal gruppo, l'azione poteva arrivare al traguardo oppure avrebbe potuto seguire il vincitore se fosse stato ripreso al culmine del Mirador.
De Marchi era l'uomo forte di questa squadra, l'unico che poteva portare a termine un'azione da media distanza se ben coadiuvato, quello che aveva fatto alla Vuelta, soprattutto nella tappa in cui fù ripreso da Contador e Froome è stato davvero impressionante, un uomo di fondo, che può stare allo scoperto come nessun altro italiano, non andava sacrificato a quel modo a 75 km dall'arrivo, andava preservato per una sola azione negli ultimi due giri.
A mio parere chiunque segua attentamente questo sport ha pensato: se Cassani non avesse fatto lavorare De Marchi a traguardo lontano come sarebbe andata a finire?
Questa è la domanda critica che andava posta a Cassani. Invece nulla, nessuno dei cinque commentatori ha rilevato un errore tanto evidente.
Tu saprai meglio di me quanto incida uno sforzo prematuro nel superlivellato ciclismo attuale dove le differenze sono di secondi in una corsa di 250 km.
Ha sbagliato a proteggere Visconti e Caruso e sacrificare De Marchi, non ha capito quanto forte andasse nonostante l'evidenza di quanto visto alla Vuelta e prima al Tour.
Ci siamo giocati la medaglia, non è vero che è stato fatto il massimo possibile, assolutamente.
Per quanto riguarda la De Stefano e Beppe Conti vorrei dire che la prima in effetti pur frequentando l'ambiente da decenni ed avendo un marito giornalista alcune volte è davvero sconcertante per le sue uscite, dell'aspetto tecnico non capisce e dovrebbero limitarla, farglielo capire, che conduca ma non esprima giudizi su corsa e corridori, non è cosa per lei. Per una settimana ci ha detto che vinceva facile Cancellara, in base a cosa lo saprà solo lei, e non è contato niente come già l'anno scorso a Firenze.
Il Conti invece non si capisce a volte se ci è o ci fa, quella sulla Polonia che stava tirando per qualcun altro (meno 146 all'arrivo per chi vuole sentirla) è solo l'ultima chicca, forse a volte le butta lì per creare una discussione, le ore da passare in studio sono tante...
Una chiosa su Garzelli: inutile, secondo lui sono tutti bravissimi e corrono tutti benissimo, ha appena smesso è fa part time il direttore sportivo, non può e non vuole inimicarsi nessuno, quindi non esprime mai giudizi interessanti.
Da questo punto di vista il più grande di tutti i commentatori ciclistici era Cribiori, l'unico che parlava sempre fuori dai denti, dicendo le cose come stavano, ma lui era fuori dal giro da anni....
Su De Marchi.
Dare per scontato che De Marchi, anche risparmiandosi per tutta la gara, sarebbe riuscito a prendere la ruota di uno capace di sparare quel tipo di fucilate (finisseur, si chiamavano un tempo) è un esercizio scarsamente produttivo e, in ogni caso, non sottoponibile a verifica.
De Marchi è un ottimo fondista, volerlo paragonare a Valverde o Gerrans o, oggi, Kwiatkowski medesimo è, al momento, profondamente sbagliato. La sua grandissima occasione, il nostro uomo, l'ha avuta con la fuga. Fosse andata via quella fuga, e ne aveva tutte le caratteristiche, al traguardo sarebbero arrivati due o tre corridori e De Marchi ci sarebbe sicuramente stato.
Per gli stessi motivi non è nemmeno pensabile che, risparmiandosi nel corso di quel giro, le cose sarebbero per lui migliorate: ci troviamo di fronte a cose non confrontabili: il fondo di De Marchi con la sparata i Kwiatkowsi.
No, Cassani è stato impeccabile, era l'unica corsa che si potesse fare. Avessimo avuto un De Marchi di quel livello a Firenze lo scorso anno, al posto di Pozzato, Nibali sarebbe arrivato da solo.
Il ciclismo di oggi non è livellato nei valori, è livellato nella conduzione delle gare da ds incapaci che si credono dei Von Clausewitz. Togli le radioline e per il ciclismo si farebbe di nuovo giorno: i corridori di oggi sono acefali perché non più' abituati ad usare il cervello e prendersi responsabilità ed hanno bisogno della radio con qualcuno che dica loro che fare. Togli le radioline e per loro è buio fitto.
Non capisco nemmeno tutto questo sparare sui telecronisti RAI: ci hanno offerto un servizio splendido, all'altezza e con piccole sbavature assolutamente trascurabili e non determinanti.
Anch'io non capivo tutto questo prodigarsi dei polacchi, semplicemenete perché non vedevo in Kwiatkowski l'uomo capace di fare quel che ha fatto. Vorrei sapere quanti, tra coloro che criticano atutto gas, avevano pronosticato il polacco. Prima della gara, non dopo.