Per com'è il mio carattere, non avrei mai voluto scrivere un messaggio del genere, ma purtroppo quando si arriva alla resa dei conti bisogna guardarsi in faccia, lasciare da parte l'orgoglio e al limite scendere a patti con se stessi.
Cicloweb è vicino alla chiusura. Dopo 13 anni e mezzo di onorata presenza sul web, questo progetto editoriale potrebbe presto avere fine.
Abbiamo lavorato per tanti anni con tanta passione ed enorme fiducia, siamo passati attraverso bolle speculative internettiane e crisi economiche globali, abbiamo tirato la carretta finché abbiamo potuto (lo stiamo ancora facendo, tra mille difficoltà), e in cambio abbiamo sempre ricevuto poco, tanto poco che qualcuno riderebbe se sapesse quanto.
Ma c'era la passione, c'era la fiducia, e siamo andati avanti, sempre e comunque, certi che un giorno avremmo ricevuto con gli interessi quanto avevamo speso di noi in questa avventura.
Ci abbiamo messo un po' (probabilmente troppo) a trovare una direzione sostenibile, e abbiamo sicuramente commesso degli errori durante la rotta, alcuni dei quali li stiamo pagando oggi a caro prezzo. Problemi di progettazione nel sito hanno intralciato non poco il nostro cammino, e d'altro canto internet è un mondo che corre veloce, velocissimo, e fagocita tutto ciò che non riesce a stare al suo passo. Tanto per dire, abbiamo ristrutturato il sito nel 2009-2010, con grande sacrificio economico, e lo abbiamo completato un minuto prima che facessero capolino gli smartphone, con tutto il portato che il "mobile" si porta appresso: giusto in tempo per ritrovarci in ritardo sul nuovo che avanzava, insomma.
Però dagli errori del passato si impara, si capisce come fare per non ripeterli, a patto di avere il tempo per rimediare. Ecco, è questo che ora drammaticamente ci manca: il tempo. Non abbiamo più 20 anni e le esigenze della vita quotidiana ci mettono alle strette.
Come vi sarete resi conto nei mesi scorsi, abbiamo provato a mettere delle pezze, abbiamo fatto delle modifiche-tampone per poter procedere col nostro lavoro, anche perdendo qualche pezzo (il database al momento non aggiornabile in tutte le sue parti, alcuni contenuti a cui abbiamo dovuto rinunciare), ma oggi la realtà ci dice che se vogliamo avere un futuro, dobbiamo sviluppare una versione totalmente nuova di Cicloweb. Investire, insomma, e non poco.
Probabilmente avremmo anche avuto la possibilità di fare quest'altro passo, sostenere questo investimento, se nel frattempo alcuni incidenti di percorso non avessero coinvolto il sottoscritto. Non l'ho mai detto, ma in gennaio ho ricevuto due condanne in primo grado in due cause penali per diffamazione che mi erano state intentate da Renato Di Rocco e Fabio Perego. 8 mesi di reclusione e 8 mesi di reclusione (più spese e sanzioni varie). Stesso giudice, stessa mano pesante, stessa equanimità (non volle neanche sentire i testimoni della difesa, tanto per dire la linea adottata...).
Ora, ovviamente non rinnego nulla di quello che scrissi e che mi costò quelle querele (ne ebbi pure una terza, da Bicitaly-Santilli, ma l'ho vinta in primo grado in sede civile...), però è chiaro che le spese legali possono togliere il respiro, soprattutto se si concentrano come è successo a me (e naturalmente la storia non finisce qui, sosterrò altre spese ma aspetto con ansia l'appello delle due cause penali perché sono convinto che quelle sentenze saranno ribaltate); e se si sommano al fatto di essere stato buttato fuori dalla sera alla mattina, a cavallo dell'assemblea FCI di Levico Terme, 2 anni e mezzo fa, da Il Tempo, giornale per il quale scrivevo da 16 anni, e che mi ha liquidato senza problemi "forse" perché qualcuno ha fatto qualche telefonata. Mancati guadagni da una parte, grosse spese dall'altra, e insomma, senza stare a farla tanto lunga, è facile fare somme e sottrazioni, e capire perché a un certo punto ci si può ritrovare con l'acqua alla gola.
E allora oggi siamo qui, come scrivevo più su, a fare i conti con una realtà che ci dice che probabilmente sta arrivando il momento che mai avremmo voluto arrivasse.
Cicloweb ha grandissime potenzialità che rischiano seriamente di restare inespresse, questo pensiero aggiunge amarezza all'amarezza, ma tant'è.
Questa mia lettera aperta è un po' uno sfogo (che mi son tenuto dentro a lungo), un po' un tentativo. Perché nell'oggetto del thread ho voluto aggiungere un "a meno che..." che significa che quasi tutto è perduto, ma è quel "quasi" che potrebbe fare la differenza.
Magari qualcuno, leggendo queste righe, si farà grasse risate alle mie e nostre spalle (già mi immagino le scene, "un sito di rompicoglioni in meno in giro!"), ma magari qualcun altro, disponendo di fondi e di voglia di investire, potrà farci un pensierino, sostenerci. Affrontare una scommessa che ha tutte le carte in regola per essere ancora vincente.
È a queste persone (se ci leggono) che mi rivolgo: che ne pensate di "giocare" a fare gli editori di Cicloweb? "Giocare" in maniera seria, ovviamente, investire in un'attività stimolante e con ottime prospettive.
Se qualcuno si scoprisse interessato a questo discorso, mi potrà contattare qui sul forum con un messaggio privato, o ci potrà mandare una mail a [email protected], per avere tutti i dettagli di quanto qui non posso approfondire.
Altrimenti, tireremo le somme, magari venderemo a un emiro del Qatar, oppure chiuderemo senza colpo ferire a fine stagione (o probabilmente prima) e ci dedicheremo a tutt'altro.
La vita andrà avanti, anche senza Cicloweb. Certo, non sarà la stessa cosa.

Grazie a tutti per essere arrivati fin qui, chiedo venia per quest'uso privatistico di uno strumento pubblico, ma con i ragazzi che splendidamente (e nonostante tutto) mi sono ancora accanto abbiamo valutato che valesse la pena fare questo tentativo. L'abbiamo fatto, ora vediamo che succede. (Solo una cosa chiedo a tutti: non ci proponete soluzioni prive di concretezza come il crowdfunding o cose del genere; e non ci invitate a non mollare, perché se siamo arrivati fin qui è proprio perché non abbiamo mollato; ora, evidentemente, siamo al punto di non ritorno).


