Vi lascio un pensiero tornatomi in mente poco fa, in attesa che la tappa si accenda
11 anni fa esatti ho scalato per la prima volta in vita mia il San Baronto in bicicletta.
San Fabio come compagno di viaggio, il passaggio del Giro d'Italia come obiettivo da raggiungere per la prima volta.
Fu un'agonia incredibile: mi fermai 4 volte, l'ultima a 100 metri dal bar che indica lo scollinamento, e ricordo (vagamente) che anche un rotondissimo danese di mezza età in city bike mi sorpassò deridendomi.
A pensare che di lì a qualche mese avrei scalato San Pellegrino in Alpe ed Abetone...
14 maggio 2005. Da Grosseto a Pistoia, il gruppo avrebbe scalato anche Sammommè prima dell'arrivo.
Vinse Koldo Gil quel giorno: all'arrivo dei migliori il dorsale numero 1 Cunego esultò sul traguardo, ignaro che il giovane spagnolo fosse ancora davanti.
Chissà cosa passava per la testa del corridore iberico, se immaginava altre vittorie, magari un futuro podio in una grande corsa a tappe, chissà. Nessuno ha la sfera di cristallo, ma di certo veramente in pochi lo avrebbero potuto immaginare senza squadra di lì a 3 anni, appiedato dall'Operacion Puerto e dallo scandalo Saunier Duval (vedi Riccò e Piepoli).
Davvero altri tempi: mio cugino stravedeva per il principino veronese, che tanto patire gli avrebbe portato a seguire, sebbene con qualche sporadica ma luminosa gioia. Io invece due settimane dopo sfasciai il divano di casa dalla gioia per la rimonta del falco di Rovetta dopo il Colle delle Finestre verso Sestriere.
Proprio oggi, come allora, lo sterrato: fu proprio in quell'anno che ritornò in auge, in attesa del boom che avrebbe portato l'Eroica di Brocci di lì a poco. Non mi aspetto di certo lo spettacolo di quel giorno, ma vorrei vedere almeno qualche scornata come in quel 14 maggio.
E magari, visto che oggi mi guardo la tappa dal letto di casa, vorrei evitare di bucarmi il piede destro con un tondino di ferro aspettando il passaggio del Giro d'Italia, come successe allora...