Maglia Nera - Giro 2016
- Dr. Solma Di Cormano
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Re: Maglia Nera - Giro 2016
Un trittico di giornate memorabili hanno segnato lo svolgimento della Corsa Rosa.
Nella sedicesima tappa un rinfrancato Carlos Alberto Betancur, dopo aver sconfitto i ben noti problemi di anoressia e sindrome da sovrallenamento che lo affliggevano da tempo, si è tolto lo sfizio di tornare a vincere sul traguardo di Andalo, con una rasoiata all'ultimo chilometro alla quale solo Sam Bewley e i peli sulle gambe di Peter Sagan hanno saputo resistere. Inevitabili i gioiosi ma parchi festeggiamenti per un talento ritrovato: inizialmente Unzuè aveva pensato di sacrificare il vitello grasso per l'occasione, ma i suoi propositi sono stati subito stoppati da una nevrotica filippica nutriziologica di Iader Fabbri. Si era quindi optato per una sobria visita guidata a Villa San Martino ad Arcore, noto centro di living art post-contemporanea, il quale si è purtroppo rivelato essere chiuso a causa dell'annoso problema di infiltrazioni di nipoti di Mubarak. Alla fine la Movistar in blocco è migrata al circolo anziani di Pietracolora a trovare un Mikel Landa ormai edotto di cucina ed improperi bolognesi.
Nelle due tappe successive al contrario è stato uno scatenato Genki Yamamoto a fare il bello ed il cattivo tempo: nella diciassettesima tappa è partito come una scheggia ai meno 10 km dall'arrivo rifilando quasi 5 minuti al grosso del plotone, denotando una forma invidiabile e ricandidandosi prepotentemente per il successo finale.
Tuttavia nella tappa seguente, forse pagando i sovrumani sforzi profusi nella frazione precedente, l'Ammiraglio di Osaka è presto naufragato, lasciando sul campo numerosi minuti nei confronti di Cheng, Stacchiotti e Bobridge, i quali non hanno certo lesinato impegno pur di accumulare vantaggio sull'agguerrito rivale.
Interpellato sulla propria bizzarra condotta di gara, il gioviale giapponese ha raccontato di aver tratto ispirazione da un passo della biografia di un suo arcinoto avo, che rivendicava l'attacco a sorpresa quale miglior forma di difesa. Sospettiamo che il buon Yamamoto non abbia letto il finale di quella storia, che certo non si concluse a Pearl Harbor. Ma questa è decisamente tutta un'altra Storia.
Nella sedicesima tappa un rinfrancato Carlos Alberto Betancur, dopo aver sconfitto i ben noti problemi di anoressia e sindrome da sovrallenamento che lo affliggevano da tempo, si è tolto lo sfizio di tornare a vincere sul traguardo di Andalo, con una rasoiata all'ultimo chilometro alla quale solo Sam Bewley e i peli sulle gambe di Peter Sagan hanno saputo resistere. Inevitabili i gioiosi ma parchi festeggiamenti per un talento ritrovato: inizialmente Unzuè aveva pensato di sacrificare il vitello grasso per l'occasione, ma i suoi propositi sono stati subito stoppati da una nevrotica filippica nutriziologica di Iader Fabbri. Si era quindi optato per una sobria visita guidata a Villa San Martino ad Arcore, noto centro di living art post-contemporanea, il quale si è purtroppo rivelato essere chiuso a causa dell'annoso problema di infiltrazioni di nipoti di Mubarak. Alla fine la Movistar in blocco è migrata al circolo anziani di Pietracolora a trovare un Mikel Landa ormai edotto di cucina ed improperi bolognesi.
Nelle due tappe successive al contrario è stato uno scatenato Genki Yamamoto a fare il bello ed il cattivo tempo: nella diciassettesima tappa è partito come una scheggia ai meno 10 km dall'arrivo rifilando quasi 5 minuti al grosso del plotone, denotando una forma invidiabile e ricandidandosi prepotentemente per il successo finale.
Tuttavia nella tappa seguente, forse pagando i sovrumani sforzi profusi nella frazione precedente, l'Ammiraglio di Osaka è presto naufragato, lasciando sul campo numerosi minuti nei confronti di Cheng, Stacchiotti e Bobridge, i quali non hanno certo lesinato impegno pur di accumulare vantaggio sull'agguerrito rivale.
Interpellato sulla propria bizzarra condotta di gara, il gioviale giapponese ha raccontato di aver tratto ispirazione da un passo della biografia di un suo arcinoto avo, che rivendicava l'attacco a sorpresa quale miglior forma di difesa. Sospettiamo che il buon Yamamoto non abbia letto il finale di quella storia, che certo non si concluse a Pearl Harbor. Ma questa è decisamente tutta un'altra Storia.
In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. La società dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia. Invece accetta la follia come parte della ragione, la fa diventare ragione attraverso una scienza che si incarica di eliminarla.
Re: Maglia Nera - Giro 2016
HahahahahahahahahhaDr. Solma Di Cormano ha scritto:Carlos Alberto Betancur, dopo aver sconfitto i ben noti problemi di anoressia e sindrome da sovrallenamento che lo affliggevano da tempo
Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
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Re: Maglia Nera - Giro 2016
Grandissimo!Dr. Solma Di Cormano ha scritto:Un trittico di giornate memorabili hanno segnato lo svolgimento della Corsa Rosa.
Nella sedicesima tappa un rinfrancato Carlos Alberto Betancur, dopo aver sconfitto i ben noti problemi di anoressia e sindrome da sovrallenamento che lo affliggevano da tempo, si è tolto lo sfizio di tornare a vincere sul traguardo di Andalo, con una rasoiata all'ultimo chilometro alla quale solo Sam Bewley e i peli sulle gambe di Peter Sagan hanno saputo resistere. Inevitabili i gioiosi ma parchi festeggiamenti per un talento ritrovato: inizialmente Unzuè aveva pensato di sacrificare il vitello grasso per l'occasione, ma i suoi propositi sono stati subito stoppati da una nevrotica filippica nutriziologica di Iader Fabbri. Si era quindi optato per una sobria visita guidata a Villa San Martino ad Arcore, noto centro di living art post-contemporanea, il quale si è purtroppo rivelato essere chiuso a causa dell'annoso problema di infiltrazioni di nipoti di Mubarak. Alla fine la Movistar in blocco è migrata al circolo anziani di Pietracolora a trovare un Mikel Landa ormai edotto di cucina ed improperi bolognesi.
ps: non so se in Movistar hanno sbagliato accelerando i tempi di recupero del Beta. Forse sarebbe stato più saggio evitargli il Giro e portarlo al Tour.
Ma la realtà è che prima del Giro aveva vinto a metà aprile una tappa al Castilla y Leon ( 9° nella generale) e una tappa alla Vuelta a Asturias il 1° maggio. Insomma, aveva dato dei segnali molto positivi dopo che aveva iniziato la stagione in ritardo, che secondo me giustificavano la sua chiamata al Giro. Tra l'altro, libero da incombenze di classifica, ha avuto anche il tempo di migliorare la sua condizione durante le prime due settimane di corsa. Mi sarei aspettato di vederlo protagonista almeno nell'ultima settimana. Invece vai a vedere gli ordini d'arrivo e te lo ritrovi ultimi a 18 minuti in una tappa di montagna.
Questo è veramente inrecuperabile.
Cobblestone 2012, 2013,2018 & 2021 - 1° Classifica Generale
Re: Maglia Nera - Giro 2016
in casa nippo sembrano molto concentrati sull'obiettivo.
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"Il male trionfa sempre, perche' il bene e' stupido" [Lord Casco]
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Re: Maglia Nera - Giro 2016
Sta anche correndo da giorni sotto antibioticiTranchée d'Arenberg ha scritto: Questo è veramente inrecuperabile.
Re: Maglia Nera - Giro 2016
Il noto aggettivo "samurai"...cauz. ha scritto:in casa nippo sembrano molto concentrati sull'obiettivo.
https://www.facebook.com/enel.energia.1 ... 552968127/
Comunque, anch'io per la maglia nera tifo per lui: forza Gioakkino Genki Yamamoto!!!
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- Tranchée d'Arenberg
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Re: Maglia Nera - Giro 2016
Ah, bene. Non lo sapevo. Sta notizia mi lascia qualche speranza...Seb ha scritto:Sta anche correndo da giorni sotto antibioticiTranchée d'Arenberg ha scritto: Questo è veramente inrecuperabile.
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Re: Maglia Nera - Giro 2016
Antibiotici e vomito durante la tappa di ieri per Bananito
(che poi, la scelta già da alcuni di noi considerata affrettata di portarlo al Giro si è ben rivelata soprattutto nella prima metà di corsa, quando ancora non aveva problemi di salute)
(che poi, la scelta già da alcuni di noi considerata affrettata di portarlo al Giro si è ben rivelata soprattutto nella prima metà di corsa, quando ancora non aveva problemi di salute)
11 Vuelta 7-Prato
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
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Re: Maglia Nera - Giro 2016
Mentre Grosu continua a dominare sulle montagne (peccato per il tanto tempo perso nelle prime due settimane), Stacchiotti si avvicina a Bobridge, portandosi a meno di un minuto. Purtroppo domani sarà difficile attaccarlo. Ji non fuoriclasse come in passato, ma comunque sul podio.
Re: Maglia Nera - Giro 2016
Incredibile amici quel che accade in quel di Sant'Anna di Vinadio: zampata della tigre da parte di Stacchiotti che, coadiuvato dal suo fido scudiere Grosu, rosicchia quasi 3 minuti a Bobridge, portandosi a soli 51 secondi dal campione australiano della Trek!
Situazione incertissima e imprevedibile in vista dell'ultima e decisiva tappa!
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FC 2015: Kuurne; Brabante; Amstel; Freccia; Giro (primi 5); Svizzera; Tour t. 7; Tour (tappe); Vuelta t. 10; Bernocchi; Lombardia
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FC 2017: Europeo
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Re: Maglia Nera - Giro 2016
Ji Cheng ha di fatto fallito all'attacco della tripla corona.
FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
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Re: Maglia Nera - Giro 2016
Questo Giro non smette di stupireGiacomoXT ha scritto:Incredibile amici quel che accade in quel di Sant'Anna di Vinadio: zampata della tigre da parte di Stacchiotti che, coadiuvato dal suo fido scudiere Grosu, rosicchia quasi 3 minuti a Bobridge, portandosi a soli 51 secondi dal campione australiano della Trek!
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2024. amstel, romandia
Re: Maglia Nera - Giro 2016
FeStacchiotti non c'è la fatta neanche quest'anno,
perdere il giro per 50 secondi, proprio un fessacchiotto!
e forse era una delle ultime occasione, se non l'ultima, per centrare l'obbiettivo pieno
certo è giovane, ma non so se li lasceranno altre possibilità..
nowadays wonderful Bob, so far a great job,
looking forward to you next year, or maybe in vuelta or tour, why not?
primo gran giro finito, primo centro, che classe
perdere il giro per 50 secondi, proprio un fessacchiotto!
e forse era una delle ultime occasione, se non l'ultima, per centrare l'obbiettivo pieno
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Re: Maglia Nera - Giro 2016
Nella fantastica cornice delle grandi montagne, a rubare la scena sono come di consueto gli atleti, in un intreccio di umanità ed emozioni che fa di questo sport un vero e proprio racconto di vita, mai parco di colpi di scena e di vampate di entusiasmo.
In realtà nella diciannovesima tappa, tra la lunga ascesa alla Cima Coppi 2016 e l'erta finale di Risoul ben poco accade: la presenza del colle dell'Agnello è stata presa alla lettera dal gruppo, che giunge all'arrivo nel segno del più assoluto greggismo. Le notizie più significative sono nell'ordine:
-il ritiro di Carlos Alberto Betancur, stremato dalla notte brava spesa tra colpi di bicchiere e mani di briscola in compagnia di Landa: non tutti reggono il ritorno alle tradizioni, quelle vere, nel campo della baldoria;
-la conversione di Deignan dal Birrarianesimo al (cal)Vinismo, in una notte di epifania condita da febbre, spasimi e profuse sudorazioni, da cui la subitanea decisione di montare in sella per raggiungere il profeta Mikel;
-la preoccupante constatazione del notevole potere iettatorio posseduto dalla morosa dello scrivente, che lungo la discesa dell'Agnello, più o meno all'altezza di un rigagnolo montano, non ha trovato di meglio che rilevare come qualcuno rischiasse di farsi parecchio male cadendo fuori dalla sede stradale. Se a ciò aggiungiamo le origini polacche della suddetta, ben si capisce il personale auspicio che la novella non giunga agli orecchi dei servizi segreti del Cremlino.
Al contrario nella ventesima tappa si è raggiunta l'apoteosi della libidine biciclistica: alla partenza il cronometro registrava distacchi piuttosto contenuti tra i primi tre della generale, nell'ordine Bobridge, Stacchiotti e Ji Cheng, con il quarto incomodo Grosu più staccato ma pronto ad approfittare di eventuali cedimenti altrui. Nelle prime due ascese nessuno tra i nostri valorosi combattenti ha voluto scoprire le proprie carte. Scalando la Lombarda invece, il mai domo Stacchiotti decide di sfoderare tutti i propri assi, piantando uno scatto d'antologia, ad una frequenza di pedalata tale da far impallidire anche un frullatore Froome d'annata (un tifoso ha stimato un valore di 50 Hz, basandosi sul fatto di essere riuscito a caricare il cellulare attaccandolo alla ruota). Alle sue spalle il solo Grosu è stato sufficientemente lesto da prendere la scia dell'aviogetto di Recanati: al resto della truppa sbigottita non rimane che cercare di limitare i danni, a partire dal leader Bobridge apparso in giornata piuttosto negativa. La situazione sì è così delineata, con uno Stacchiotti d'antan involato verso la vittoria e la leadership insieme al compagno Grosu. Alle loro spalle si distingueva un rinato Jim Songezo (dopo un Giro decisamente sottotono rispetto ai pronostici), con un leggero margine sul gruppo nel quale sia Bobridge che il terzo incomodo Ji Cheng sembravano patire gli sforzi delle tappe precedenti: curiosamente una situazione quasi speculare a quella che si sarebbe vissuta da lì a qualche ora nella lotta per la maglia rosa (per chi non lo sapesse è la maglia fittiziamente assegnata all'ultimo della generale, ndr), i cui protagonisti paralleli sono stati rispettivamente Nibali, Valverde, Uran, Chaves e Kruijswijk. Per quanto questa lotta tra sconosciuti possa interessare molto marginalmente i nostri lettori, è dovere di cronaca un plauso a questi ragazzi i quali, sebbene poco avvezzi alle corse a tappe, hanno onorato al massimo delle loro possibilità il Giro.
Sulla rampa verso Sant'Anna, l'inusitato epilogo: Stacchiotti fonde completamente (e letteralmente?) il motore, e arranca lento come Barry Lyndon (l'originale kubrickiano, sulla versione cicloweb non abbiamo materiale sufficiente per esprimerci, ndr ). Grosu, da buon compagno, tenta di aiutarlo sfruttando ogni stratagemma immaginabile: da ultimo prova persino ad appendere il paginone centrale di Playboy davanti al naso del povero Riccardo, producendo solo l'indesiderabile effetto di sottrarre prezioso sangue agli sfiniti muscoli del marchigiano. E così i venti minuti di vantaggio accumulati dai due si sciolgono come neve al sole: all'arrivo conserveranno solo poco più di tre minuti nei confronti del capoclassifica.
Una beffa in piena regola per il povero Stacchiotti, che vede l'agognata maglia sfuggirgli per soli 51 secondi. Ma siamo sicuri che finchè ci saranno chilometri da macinare, il nostro prode connazionale farà di tutto per riportare sul suolo natìo il simbolo del primato, un anno dopo le emozionanti gesta di un Marco Coledan quest'anno purtroppo mai apparso della partita.
In realtà nella diciannovesima tappa, tra la lunga ascesa alla Cima Coppi 2016 e l'erta finale di Risoul ben poco accade: la presenza del colle dell'Agnello è stata presa alla lettera dal gruppo, che giunge all'arrivo nel segno del più assoluto greggismo. Le notizie più significative sono nell'ordine:
-il ritiro di Carlos Alberto Betancur, stremato dalla notte brava spesa tra colpi di bicchiere e mani di briscola in compagnia di Landa: non tutti reggono il ritorno alle tradizioni, quelle vere, nel campo della baldoria;
-la conversione di Deignan dal Birrarianesimo al (cal)Vinismo, in una notte di epifania condita da febbre, spasimi e profuse sudorazioni, da cui la subitanea decisione di montare in sella per raggiungere il profeta Mikel;
-la preoccupante constatazione del notevole potere iettatorio posseduto dalla morosa dello scrivente, che lungo la discesa dell'Agnello, più o meno all'altezza di un rigagnolo montano, non ha trovato di meglio che rilevare come qualcuno rischiasse di farsi parecchio male cadendo fuori dalla sede stradale. Se a ciò aggiungiamo le origini polacche della suddetta, ben si capisce il personale auspicio che la novella non giunga agli orecchi dei servizi segreti del Cremlino.
Al contrario nella ventesima tappa si è raggiunta l'apoteosi della libidine biciclistica: alla partenza il cronometro registrava distacchi piuttosto contenuti tra i primi tre della generale, nell'ordine Bobridge, Stacchiotti e Ji Cheng, con il quarto incomodo Grosu più staccato ma pronto ad approfittare di eventuali cedimenti altrui. Nelle prime due ascese nessuno tra i nostri valorosi combattenti ha voluto scoprire le proprie carte. Scalando la Lombarda invece, il mai domo Stacchiotti decide di sfoderare tutti i propri assi, piantando uno scatto d'antologia, ad una frequenza di pedalata tale da far impallidire anche un frullatore Froome d'annata (un tifoso ha stimato un valore di 50 Hz, basandosi sul fatto di essere riuscito a caricare il cellulare attaccandolo alla ruota). Alle sue spalle il solo Grosu è stato sufficientemente lesto da prendere la scia dell'aviogetto di Recanati: al resto della truppa sbigottita non rimane che cercare di limitare i danni, a partire dal leader Bobridge apparso in giornata piuttosto negativa. La situazione sì è così delineata, con uno Stacchiotti d'antan involato verso la vittoria e la leadership insieme al compagno Grosu. Alle loro spalle si distingueva un rinato Jim Songezo (dopo un Giro decisamente sottotono rispetto ai pronostici), con un leggero margine sul gruppo nel quale sia Bobridge che il terzo incomodo Ji Cheng sembravano patire gli sforzi delle tappe precedenti: curiosamente una situazione quasi speculare a quella che si sarebbe vissuta da lì a qualche ora nella lotta per la maglia rosa (per chi non lo sapesse è la maglia fittiziamente assegnata all'ultimo della generale, ndr), i cui protagonisti paralleli sono stati rispettivamente Nibali, Valverde, Uran, Chaves e Kruijswijk. Per quanto questa lotta tra sconosciuti possa interessare molto marginalmente i nostri lettori, è dovere di cronaca un plauso a questi ragazzi i quali, sebbene poco avvezzi alle corse a tappe, hanno onorato al massimo delle loro possibilità il Giro.
Sulla rampa verso Sant'Anna, l'inusitato epilogo: Stacchiotti fonde completamente (e letteralmente?) il motore, e arranca lento come Barry Lyndon (l'originale kubrickiano, sulla versione cicloweb non abbiamo materiale sufficiente per esprimerci, ndr ). Grosu, da buon compagno, tenta di aiutarlo sfruttando ogni stratagemma immaginabile: da ultimo prova persino ad appendere il paginone centrale di Playboy davanti al naso del povero Riccardo, producendo solo l'indesiderabile effetto di sottrarre prezioso sangue agli sfiniti muscoli del marchigiano. E così i venti minuti di vantaggio accumulati dai due si sciolgono come neve al sole: all'arrivo conserveranno solo poco più di tre minuti nei confronti del capoclassifica.
Una beffa in piena regola per il povero Stacchiotti, che vede l'agognata maglia sfuggirgli per soli 51 secondi. Ma siamo sicuri che finchè ci saranno chilometri da macinare, il nostro prode connazionale farà di tutto per riportare sul suolo natìo il simbolo del primato, un anno dopo le emozionanti gesta di un Marco Coledan quest'anno purtroppo mai apparso della partita.
In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. La società dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia. Invece accetta la follia come parte della ragione, la fa diventare ragione attraverso una scienza che si incarica di eliminarla.
Re: Maglia Nera - Giro 2016
Interessante l'evoluzione di Kadri, fino a poco tempo fa bisognava scorrere tutta la classifica per vederlo in corse come Roma Maxima e al Tour de France, ora è nei 10 al Giro.
A parte gli scherzi che gli è successo?
A parte gli scherzi che gli è successo?
Cancellara, Valverde
Re: Maglia Nera - Giro 2016
Jack Bobridge è già in testa al gruppo a controllare la situazione ed a rintuzzare eventuali scatti dei rivali più vicini in classifica.
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Re: Maglia Nera - Giro 2016
Bobridge ha già vinto per via dell'odiosa neutralizzazione
FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
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Re: Maglia Nera - Giro 2016
La Trek ci tiene alla Maglia Nera, dopo Coledan si ripete con Bobridge
2024. amstel, romandia