Mentre in Italia si seguono le sofferenti vicende di Nibali che vede la rosa allontanarsi sempre di più, in america, in un Giro di California forse un po' lontano dalle gloriose starting list di qualche anno fa ma sempre competitivo e con dei percorsi duri, ha visto il successo di questo giovane francesino. Ho cominciato a seguirlo con attenzione (l'ho preso nella mia squadra di fantaciclismo

) quest'anno e sinceramente le sue prestazioni in questa corsa mi hanno sorpreso.
Ricapitolando, classe 92, non ancora 24 anni compiuti e lo scorso anno nel di fatto secondo anno di vero professionismo è giunto 2° alla Freccia e 2° alla Liegi, presentandosi come un possibile protagonista delle corse di un giorno, forse il più puro tra i transalpini (che tra Demare, Bouhanni, Pinot e Bardet in pratica si trova una classe d'oro per tutte le corse per i prossimi dieci anni!). Quest'anno ha floppato parzialmente, confermandosi alla Freccia ma toppando alla Liegi. Da un ragazzo di 23 anni quelli che aveva dimostrato fin'ora erano comunque risultati lusinghieri, che confermavano il talento del francesino senza rialzarlo ad esagerato enfant prodige (perchè così sarebbe stato avesse vinto la Liegi) alla Sagan. Una crescita veloce, ma lineare. Poi però vedo che in California ha vinto la sua prima vera corsa a tappe, un vero GT in miniatura fornendo una prestazione maiuscola e mettendo in sigillo vincendo nella tappa in assoluto più dura, in salita, dando buoni margini a tutti gli altri che non saranno dei fenomeni (Stetina,Bennett, S Sanchez, Ten Dam etc etc) ma che sono certamente più esperti e abili su questi terreni. A corollario anche una bella prova a cronometro (ottavo a 45'' da Dennis in 20 Km) e pure un bel piazzamento nella volata finale (11°).
Sono due le considerazioni alla luce di questi risultati: in primis che questo ragazzo non ha paura di osare, rischiare e buttarsi anche in nuovi terreni, e secondariamente la sua poliedricità e i suoi incredibili margini di crescita. La sua trasformazione è incredibile e veloce: mi pare di ricordare, e guardando i risultati su CQRanking, ricordo bene, che quando passò professionista 2 anni fa con la Quickstep, aveva iniziato buttandosi in volate pure con discreti piazzamenti, migliorando poi la sua tenuta in salita (5° alla Plouay 2014), e quindi riuscendo poi a primeggiare in classiche più dure rispetto alle premesse (credevo fosse un corridore da Fiandre ed Amstel ma poi il 2° alla Freccia e Liegi ha dimostrato il contrario). Vederlo vincente su un lungo arrivo in salita mi ha sorpreso ancora.
Sembra inoltre che Alaphilippe sia solo l'ultimo di una serie di giovani corridori, cominciando da Sagan, passando da Benoot e finendo con Jungels, che, contrastando con l'iperspecializzazione degli anni 2000, sembra possa essere interessata ad essere competitiva su tutti i terreni. Da un altro lato ho paura che il probabile arrivo di Sagan in Etixx e la presenza di Daniel Martin potrebbe portare la Etixx a convincere lui e Bob a concentrarsi prevalentemente sulle corse a tappe.
Voi cosa ne pensate di questo ragazzo?