Un bambino e un vecchio andavano in bici, la pista (ciclabile) era rossa e correva lontano, il nonno pensava che fosse la metafora della vita: sappiamo dove siamo ma non possiamo vederne la fine. Il bimbo aveva altri pensieri e soprattutto si annoiava dalla monotonia della cadenza e del paesaggio e disse al vecchio, perché non mi racconti qualcosa, mentre pedaliamo? Ma certo, conosco una bella favola che, per me finisce anche bene.

C’era una volta in Hiberia un ragazzo che aveva una grande passione per il nuoto, per il caldo, il sole e coronò, da grande, il sogno della vita: fare il Bagnino. Che emozione salvare persone in tutti i paesi d’Europa; in America andava malvolentieri, forse perché aveva paura dell’aereo o magari i suoi datori di lavoro non avevano particolare interesse là. Però in Argentina, quando qui era inverno, c’era il sole e allora cambiava volentieri emisfero. La sua carriera, dopo un inizio triste e pericoloso, dove rischiò addirittura la morte, fu molto fortunata e tutti dicevano che non si era mai visto un Bagnino così forte e abbronzato. E anche il suo modo di nuotare era spettacolare: sembrava quasi sgambettare sulle acque, ma d’altra parte era stato convito che la madonna (o chi per lei) lo avesse salvato, con un miracolo, dalla morte e, mentre c’era, gli aveva concesso anche altri doni. Uno lo usava a piene mani e, come Vittorio Alfieri molte volte disse: “ Vòlli, e vòlli sèmpre, e fortissimaménte vòlli “.
Questa dono divino gli è stato utile da giovane e lo ha aiutato a salvare più gente possibile e a farlo rientrare in patria, quando l’inverno impediva le più grandi imprese, osannato e quasi santificato. A un certo punto della sua vita, preso forse da ispirazione religiosa, voleva diventare vegetariano, ma poi rinunciò e fu una decisione di cui si pentì, ma ormai il danno era fatto e nulla poterono tutti i segni apotropaici, di cui faceva ampio uso ogni volta che entrava in vasca ed eziandio quando ne usciva.
Ma gli anni passano, i figli crescono, le mamme imbiancano e anche i Bagnini invecchiano e una persona intelligente se ne rende conto e sa che non può ottenere in mare o in piscina i risultati di prima. Ma il proprietario del Bagno, dove lui lavorava, quanto a egocentrismo è quasi meglio/peggio di lui e deve aver fatto anche corsi di psicologia, perché riesce a convincerlo che *è più forte che pria e che gli anni passano solo per i comuni mortale: gli altri!
E allora dài, si sentono investiti dal potere che essi stessi si stanno creando, anche se non sanno che esso non si identifica con loro. Ma d’altra parte è comune che persone abituate al successo e al trionfo vivano in un mondo diverso ai confini della realtà, e, pur non conoscendo Parmenide, scelsero di parafrasarlo: “Il campione è e non può non essere”.
Ma Italia e Francia insieme non seppero riconoscerlo per quel che loro erano sicuri dovessero e allora strepiti e invocazioni contro la dea fortuna, in questo caso più potente della Madonna, restando convinti che il premi ambito sarebbe alfine giunto.
Detto per inciso, mentre il racconto ha termine, i suoi tifosi credini stanno ancora aspettando (come gli ebrei la venuta del Messi) e la fine della favola, al momento si è avuta al punto di partenza e cioè in Hiberia. Lì si è raggiunto il paradosso che ha accecato molti commentatori: il Bagnino non sapeva più nuotare e talvolta ha corso addirittura il rischio di affogare, ma per i credenti nel *verbo* ispanico/russo solo applausi per chi nel passato aveva ben dimostrato di essere l’unto del signore e che quindi *deve continuare ad esserlo*.
Il proprietario del Bagno ha deciso di vendere, quindi ha lasciato perdere, perché forse la chiesa ortodossa non ama le imprese troppo disperate, ma a quella cattolica nulla può essere di impedimento e anche per il prossimo anno si annunciano … GRASSE RISATE:
